ACCA LARENZIA STRAGE, POLITICA E POTERI FORTI. PARLA MAURIZIO LUPINI

Lupini: “Non bisogna cadere più nella logica degli opposti estremismi bisogna avere una propria idea e non cadere vittima dell’ideologismo, perché il cerchio si chiude laddove nasce l’idea e l’idea socialista è la mamma di tutte le idee"

Chiara Rai

Un’intervista in esclusiva concessa a L’osservatore laziale da Maurizio Lupini uno dei tre ragazzi sopravvissuti alla strage di Acca Larenzia (7 gennaio 1978). L’intervista ha avuto luogo nella storica sede romana di via Ottaviano 9, messa gentilmente a disposizione dai ragazzi di Ottaviano. Trentaquattro anni dopo, Lupini ripercorre quei momenti con attimi carichi di commozione. All’epoca dice Lupini, “La politica per noi significava confrontarci in merito a problemi “popolari”, un confronto con le aree studentesche con gli operai nelle fabbriche, concettualmente stavamo affrontando le stesse problematiche dei ragazzi di sinistra”.  I media però li hanno dipinti diversamente.  Via Acca Larenzia non è stato un atto finale di contrapposizione tra rossi e neri, piuttosto un’azione militare di diversivo…”. Infatti, ricorda Lupini, dopo un paio di mesi ci fu il rapimento Moro e la strage della sua scorta. E sappiamo tutti che Moro era il fautore di un compromesso storico tra democristiani e comunisti  che non ha più avuto luogo. Nel corso di questa analisi storico politica, Lupini fa un passaggio molto duro su Fini e più amichevole e fraterno nei confronti di Storace addebitandogli, tra l'altro, una carenza di memoria:  “si sono scordati o fanno finta di non ricordarsi che tanti ragazzi sono morti versando  il loro sangue dal quale è nata una pianta che non hanno saputo cogliere. E soprattutto, questa dimenticanza l'ha avuta Fini. Adesso Lupini è pronto a lanciare un messaggio molto forte :“Non bisogna cadere più nella logica degli opposti estremismi bisogna avere una propria idea e non cadere vittima dell’ideologismo, perché il cerchio si chiude laddove nasce l’idea e l’idea socialista è la mamma di tutte le idee: comunque nasciamo tutti da quel ceppo”. E che a vent’anni non si deve morire ne a destra e ne a sinistra è una presa di coscienza, un traguardo che vuole essere discusso oggi in occasione di un evento che si terrà il 26 maggio a Roma nella  sala Solferino all’interno della croce rossa italiana. Un appuntamento atteso,  un confronto pubblico per tenere viva la memoria che avrà come motto “siamo realisti chiediamo l’impossibile”.