ADDIO EMILIO LAURENTI: UN SALUTO A PUGNO CHIUSO

di Maurizio Aversa


Il compagno Emilio Laurenti non è più tra noi. Come da sua volontà, se ne è andato, circondato da amore e affetti intensi, nella sua casa dove l'hanno accudito fino all'ultimo i propri cari: Renza Fioravanti compagna di una vita; Daunia ricercatrice giramondo; Mirko da sempre attivo nell'impegno politico e sociale; e la giovane Talia, che si divide negli impegni tra Legambiente, L'Anpi e la politica.
Emilio, per molti comunisti, e per parecchio tempo, è stato un coadiutore e protagonista dell'attiva fucina di comunisti impegnati a diffondere le idee comuniste. Quella di derivazione delle tradizioni familiari sua e della sua compagna; così come quelle derivanti dall'esser stato un lavoratore. Per le sue caratteristiche di onestà e affidabilità trovò spazio e fu chiamato a lavorare alla scuola PCI delle Frattocchie e dopo alla Direzione Nazionale a Botteghe Oscure.
Non ha mai perso, nel suo lavoro e nella sua attività politica, che lo hanno visto segretario del PCI a Frattocchie, l'amore per la sua origine marinese, il rapporto con la terra, il rapporto coi lavoratori.
E' per questo che per molti di noi è stato un riferimento etico e di dirittura morale, anche nelle diversità occasionale di opinione politica, come poteva accadere. Una sorta di fratello maggiore che sa dirti, rispettando la tua autonomia personale, dove c'erano i confini certi per non sbagliare.
Nel suo stile di vita e di comunista non ha mai rinunciato a dire la propria opinione cercando di farla valere. Allo stesso modo non ha mai cercato ruoli per primeggiare, mettendosi invece a disposizione per ogni richiesta che il partito avesse voluto rivolgergli. Infatti, in questi tempi, dalla Bolognina in poi, ha sempre avuto un rapporto di fastidio e avversione per le affermazioni leaderistiche, per i capi senza spessore e solo vetrina! Lui era agli antipodi di tutto questo.
Per tutti i compagni e le compagne e le tante persone che hanno conosciuto Emilio e che conoscono la sua famiglia, se vogliono, possono dare l'ultimo saluto presso la casa in via del Divino Amore,123 a Frattocchie dalla tarda mattinata di oggi. Domani mattina alle ore 10.00, sempre presso il cortile antistante l'abitazione si svolgerà la commemorazione funebre.
Ciao Emilio, grazie per tutto.




MARINO LAZIALE: AVERSA AUSPICA UNA RIUNIONE DEI PARTITI DI CENTROSINISTRA

Redazione

Marino Laziale (RM) – Sul recente trasferimento al carcere di Velletri del sindaco di Marino Laziale interviene Maurizio Aversa (Partito Comunista d’Italia) che attraverso una nota espone un'analisi politica dell'attuale situazione che si è venuta a creare in città.

Ecco la nota di Maurizio Aversa:

"Avevamo creduto che a settembre avremmo potuto riprendere un confronto, duro contro l’Amministrazione e la maggioranza azzoppata che la sostiene; e costruttivo con le forze di centrosinistra al fine di persuadere il Prefetto che può sciogliere il Consiglio comunale e ridare voce e potere nelle mani dei cittadini. Invece, un nuovo intervento della Magistratura – giustificato dall’incredibile comportamento dell’arrestato ex sindaco, Fabio Silvagni, colto, sembra, ad intrattenere rapporti con varie persone per disporre scelte riguardanti il comune di Marino – ha visto aggravare la situazione dell’indagato agli arresti domiciliari, tanto da trasferirlo nel carcere di Velletri in contrada Lazzaria.

A questo punto a noi tutti, spetta di verificare e “aggiornare” analisi e dichiarazioni politiche e amministrative fin qui svolte. Credo che vada sostenuta l’indicazione dei compagni di Rifondazione Comunista di volere rimettere nelle mani dei cittadini le decisioni politiche anche con una raccolta di firme che chieda lo scioglimento del Consiglio comunale. Allo stesso modo va condivisa la sottolineatura di Sinistra Ecologia e Libertà della gravità della situazione in cui siamo che non consente dubbi sullo sbocco necessario delle elezioni da svolgere dopo lo scioglimento del consiglio comunale. Del resto le denunce del PD e dell’IDV – così come il resto dell’opposizione –  sui singoli aspetti ammnistrativi sono lì a testimoniare che l’immagine di sé che l’Amministrazione voleva dare “come nulla fosse accaduto”, non regge e non ha retto proprio nella motivazione del trasferimento in carcere di Silvagni.
Quindi, anche noi, come con precisione, rispetto istituzionale e rispetto delle persone ha fatto il capogruppo del PD Emanuele Ciamberlano, riteniamo che Fabio Silvagni può rinviare a dopo (la vicenda processuale) i propri “regolamenti di conti politici” e mostrare rispetto e amore per la città ed i cittadini dimettendosi ora, facendo così sciogliere il consiglio comunale.

Infatti, come avevamo in precedenza denunciato circa un Fabio Silvagni “costretto” a fare scelte sbagliate; ancor più oggi, non ritenendo l’ex sindaco un “sempliciotto di paese”, inquadriamo quanto ha fatto ora coi suoi comportamenti che hanno determinato la detenzione in carcere; non l’azione di chi “continua a gestire favori”; quanto un atto disperato volto a controllare, verificare, contrattaccare chi ha determinato che egli si ritrovasse ora in questa situazione drammatica.
A questo punto riteniamo – umilmente e con spirito di servizio – che la nostra proposta di riunire i partiti del centrosinistra su iniziativa del PD sia la prima necessità politica a Marino nei primi giorni di settembre."

 




MARINO LAZIALE: IL SINDACO APRE A SINISTRA

Redazione

Marino Laziale (RM) – Venerdì 4 luglio si è svolto un incontro, a Palazzo Colonna, presso l'ufficio del primo cittadino marinese, Fabio Silvagni, con una delegazione del Pdci. 

Rispettando ed applicando la linea politica e le decisioni scaturite dal Congresso di giugno, il Comitato Direttivo del Pdci ha dato mandato di verificare, senza pregiudizio alcuno, se ci fossero le condizioni per portare a compimento proposte amministrative – sia presenti in campagna elettorale, sia nuove – per dare risposte ai cittadini.

E' stato messo sul piatto del confronto possibile, una lettera (di cui si riporta il testo integrale in fondo all'articolo) che unitamente ai documenti congressuali, la Vicesegretario, Alessandra Trabalza, ha consegnato nelle mani del Sindaco Fabio Silvagni. "Ora, ad incontro svolto, – dichiarano in una nota del Pdci di Marino Laziale – con condivisione unanime della delegazione comunista composta dai compagni, Anna Maria Gullotta, Nello Saltarelli, Alessandra Trabalza e Maurizio Aversa, siamo in grado di dare un primo giudizio e assumere conseguenti impegni. Riteniamo di aver trovato capacità di ascolto da parte del Sindaco. – continua la nota – Lo ringraziamo non solo per l’accoglienza, ma per la concretezza a cui ha voluto informare l’incontro. Soprattutto ha compreso e condiviso che la nostra iniziativa si basa sulla alternatività e l’opposizione di fondo di cui siamo portatori. Collocando noi alla opposizione proprio della amministrazione da egli diretta. Ciononostante è possibile su progetti, dal taglio sociale e dalla possibilità immediata di realizzazione, avere una interlocuzione che ci porti perfino a promuovere assieme soluzioni concrete per i cittadini. Includendo in ciò il riconoscimento politico del Pdci al quale dare pieno accesso alle informazioni politiche, amministrative ed istituzionali. Di questa nostra “qualità politica” della proposta, il sindaco ha espresso apprezzamento ed anzi, ha lamentato l’assenza nello scenario politico marinese e castellano di una simile capacità da parte di altre forze politiche e sociali."

“Condividiamo – ha detto Maurizio Aversa, segretario del Pdci e alla guida della delegazione – il concetto espresso da Fabio Silvagni che si possa conservare intatto il clima di dialettica mirata al bene di tutta la città di Marino. Allo stesso tempo, verificheremo i comportamenti che ci sono stati annunciati, e come verranno praticati dal Sindaco. Da parte nostra – conclude Aversa – ci sentiamo impegnati, nei confronti del popolo della sinistra e dei cittadini che stanno subendo la crisi capitalistica, a misurarci e non lasciare nulla di intentato per aiutare gli ultimi ed i deboli. Senza rinunciare alla nostra opposizione a queste politiche europee, a questo governo recessivo, a questa giunta comunale.”.

Nell’immediato futuro, – conclude il segretario del Pdci –  con la guida della responsabile delle politiche comunali, compagna Alessandra Trabalza, produrremo direttamente al sindaco proposte concrete".

Ecco il testo integrale della lettera del Pdci consegnata al primo cittadino marinese:

Richieste politiche sintetiche al Sindaco del Comune di Marino, Fabio Silvagni (consegnate dalla delegazione del Partito dei Comunisti Italiani: Maurizio Aversa, Alessandra Trabalza, Nello Saltarelli, Annamaria Gullotta)

Egregio signor Sindaco,

innanzitutto la ringraziamo per l’attenzione dimostrata nei confronti del Partito dei Comunisti Italiani, sia in occasione del Congresso di Sezione del 22 giugno scorso dove abbiamo potuto dare lettura della lettera che ci ha inviato; sia oggi, con l’incontro presso Palazzo Colonna tra Lei in qualità di rappresentante della Amministrazione e la nostra delegazione.

In secondo luogo sottolineamo che il documento politico contenente la linea scelta dal Congresso e che attiene le politiche internazionali, nazionali e locali sono il ventaglio in cui ci sentiamo impegnati. Quindi, solo una parte, anche se per noi importante, è la linea politica che interfaccia il suo ruolo di primo cittadino e la nostra iniziativa sul territorio. Tuttavia, proprio perché grandi scelte politiche ed organizzative sono venute proprio da scelte e comportamenti politici locali, noi diamo grande valore a quanto potrà venire, da posizioni differenti ed opposte, di incontro possibile tra l’amministrazione da Lei guidata e le iniziative e le proposte del Pdci.

Per essere concreti, e per verificare se c’è la possibilità di istaurare un “canale di confronto”, stante la situazione attuale che ci vede non rappresentati direttamente in Consiglio comunale, le sottoponiamo una serie di richieste:

1. Abbiamo letto delle sue dichiarazioni al Consiglio per essere il “sindaco di tutti” e l’apprezziamo, ci attendiamo quindi che dei 9 milioni di euro circa, (post incontro Sindaco dice sono 18 mln) di cui è annunciata la disponibilità nelle casse comunali, potranno essere terreno di confronto pubblico trasparente per destinarne una parte sul versante sociale.

2. Proprio per l’assenza nostra dal Consiglio comunale, e in virtù del fatto che, purtroppo solo dopo la consultazione elettorale, siamo divenuti la Prima forza politica della Sinistra nel nostro comune, Le chiediamo di essere messi direttamente nelle condizioni di condividere le informazioni che Lei divulga in prima battuta agli eletti. Infatti poter accedere alla parte informativa consente di poter svolgere un ruolo di partecipazione attiva sulla determinazione delle scelte, a tutto beneficio dei cittadini, non solo comunisti, coi quali abbiamo un colloquio pressoché quotidiano.

3. Conseguentemente, sia utilizzando gli strumenti e le modalità che hanno visto nel recente passato – in verità poco e molto criticato da noi – la partecipazione extraconsiliare di forze politiche e sociali, sia appunto, aumentandone la portata e la qualità, Le dichiariamo già la nostra fattiva partecipazione.

4. Questo perché la chiamiamo, ovviamente rivolgendoci anche agli altri soggetti politici ed istituzionali, a fare i conti con la nostra capacità propositiva. Abbiamo infatti allo studio alcuni progetti, proposte concrete, per il bene dei cittadini, che una qualsiasi amministrazione progressista, e speriamo voglia misurarcisi anche Lei, potrebbe adottare dopo un veloce trasparente iter politico ed istituzionale.

5. Inoltre, ci aspettiamo che alcune denunce in sospeso da noi promosse – come ad esempio quella sulla vicenda del nuovo cimitero di Mazzamagna, di cui sappiamo essere giunti in comune delle intimazioni dall’Autorità Garante sui Lavori Pubblici – possano vedere la sua amministrazione protagonista di una azione di trasparenza.

Molti sono i punti a cui potremmo chiamarla a confronto in una sorta di contrapposizione già nota, come la vicenda delle politiche dei rifiuti o quella sulla salvaguardia ambientale e sul Divino amore. 

Ma, proprio per perseguire un bene concreto per i cittadini, e non per perpetrare una lunga campagna elettorale all’infinito, abbiamo scelto di mantenere separati da questa iniziativa, i punti di contrapposizione politica ed amministrativa per la parte che ci vedrebbe solo attivi in un comportamento da muro contro muro. 


Al contrario, abbiamo cercato di individuare altri punti e metodi, che se scelti con trasparenza e rispetto politico ed istituzionale dei ruoli, può solo venire a vantaggio dei cittadini amministrati.

La ringraziamo anticipatamente per l’occasione, riservandoci di valutare le risposte che vorrà consegnarci.

Il Vicesegretario Pdci Marino,                                             Il segretario della Sezione Pdci Marino,

Responsabile delle politiche comunali,                                Maurizio Aversa 

Alessandra Trabalza






MARINO ELEZIONI: IN CASO DI BALLOTTAGGIO PD E PDCI FARANNO A MENO DEL CONTRIBUTO DI MARCO RAPO

di Maurizio Aversa

Marino (RM) – Questa non è una nota polemica. Non nelle intenzioni. Ma un contributo sulla politica marinese (che naturalmente non vive in Papuasia e quindi è anche sulla politica italiana). Liquidiamo subito la vicenda “credibilità”. Forse ha ragione qualche notista, oggi, sugli online, che l’unità è probabilmente una decisiva carta, visibile, di credibilità in mano agli oppositori dei lunghi anni di malgoverno della destra a Marino.

Ma c’è tempo per recuperare. Quindi l’accusa di non credibilità, oggettivamente basata su un fatto politico accaduto, può essere non accolta, motivata, ricusata, ma, comunque avvenuta. Nel senso che se in una fase, pochi mesi addietro, quasi tutte le forze politiche e le liste civiche locali hanno “accettato” la pari dignità al tavolo di Az Cit, perché giudicato superato il periodo in cui l’accadimento del voto pro-Palozzi fu manifestato.

Come è avvenuto ciò? Politicamente. Cioè? Cioè, ognuna delle forze che sedeva al tavolo ha “rinunciato” ad un pezzetto della propria analisi e della propria conclusione, perché ha intravisto un “bene maggiore e collettivo” (in questo caso erano un programma comune e una finalità di mandare via la destra da Palazzo Colonna) a cui “sacrificare” il proprio particolare. Ora, siamo in un’altra fase. Post primarie, e come si evince, post centrosinistra unito. Quindi quella salvaguardia e quella “rinuncia” di ognuno non è più attiva. Fin qui la vicenda cronachistica.

Per quanto attiene al merito, in verità, il “dato forte” di valore politico che Ciamberlano ha posto nei confronti di Rapo, non riguarda né l’episodio, né un giudizio soggettivo (legittimo, come è legittimo il giudizio politico di ogni uomo pubblico su un altro uomo pubblico). Riguarda invece una opzione, che i politicanti di piccolo cabotaggio (per chiarezza, non ritengo così nessuno dei soggetti interessati in questa nota) avrebbero perfino sconsigliato e che, invece, forte della propria volontà di dire “vino al vino”, il candidato sindaco ha voluto manifestare pubblicamente. Infatti, e questo è il punto, Ciamberlano ha detto a Rapo, nell’eventuale secondo turno di ballottaggio non ho intenzione di utilizzare il tuo apporto.

Quello dei tuoi elettori si, ma il tuo no. Si può essere dispiaciuti, si può non condividere tale presa di posizione. Ma è una scelta politica. Azzeccata? Per il percorso che mi trovo a condividere, ovviamente, spero di si, anzi, lo credo. Ma, comunque si saprà il giorno successivo delle urne. Ma ciò non può essere contestato: e neppure quella motivazione che viene addotta perché è proprio quella che era utilizzata, da molti, al tavolo, proprio nei confronti della inclusione di Az.Cit. Naturalmente, Marco Rapo, ovvero Az. Cit, possono assumere una posizione politica critica nei confronti di Pd o Pdci, nei confronti di Ciamberlano o di Aversa: è legittimo.

Ma non devono, per questo “prendere spunto” da un giudizio (che è cosa secondaria) unito ad una scelta annunciata (che è cosa primaria). Possono benissimo offrire un proprio punto di vista ed aggiornare (con giudizi secondari o meno) la propria posizione e linea politica.

Qui chiudo con una riflessione valida per un vero dibattito dibattito pubblico di merito se qualcuno vorrà organizzarlo. Si tratta di questo: la legge elettorale “dei sindaci” ha vantaggi e svantaggi. Uno degli aspetti negativi è senza dubbio la possibilità del proliferare del localismo, anche elettorale, e anche non giustificato socialmente e politicamente. Infatti, il gran numero delle liste civiche (legittime e democraticamente garantite) con lo “svincolo” alle politiche, alle idealità, al programma generale di forze nazionali, aumentano la dose di incertezza nella linearità e nella coerenza che oggi, non solo in chiave “elettorale”, ma proprio in chiave di coesione sociale, di democrazia repubblicana condivisa, viene attaccata con l’astensionismo o col voto populista. Resto convinto che se uno si pone l’obiettivo di avere meno astensione e meno voto populista, non deve “produrre” ed “offrire” più soggetti populisti e più comportamenti che scimmiottano l’antipolitica. Al contrario, vanno offerte solide basi politiche e contenuti e soggetti riconosciuti e riconoscibili. Il nuovo per il nuovo l’abbiamo già sperimentato: col berlusconismo, col leghismo, con il populismo che non si assume responsabilità di cambiamento.
 




MARINO LAZIALE: ELEZIONI SPECCHIO D'ITALIA… I CANDIDATI E L'INIZIO DELLA CONTA DEI LORO "CONTENUTI"

di Chiara Rai

Marino Laziale (RM) – Oggi ci si sposta ai Castelli Romani, nella città di Marino che sul piano delle elezioni amministrative può rappresentare uno dei tanti specchi d’Italia. In primavera si voterà il nuovo sindaco nella città castellana alle porte di Roma. Quello che si vede percorrendo la via Dei Laghi è uno scorcio dell’Italia speculista: c’è tanto di quel cemento a Marino che è molto difficile individuare delle aree verdi e, detto francamente, per un giornale come il nostro che abbraccia battaglie di salvaguardia dell’ambiente, questo scenario stride.

A Santa Maria delle Mole e dintorni ci sono innumerevoli appartamenti vuoti, diverse gru, tanti cartelli. Tutto frutto di una politica di cementificazione che non ripaga. Ma per fortuna ancora c’è il divino Amore, quello sì che è verde e non ancora sconvolto dalla colata da un milione di metri cubi di cemento che ha avuto il via libera dall'ultima giunta di Adriano Palozzi con il lasciapassare della Regione sotto la giunta di Renata Polverini.

Tutto questo tra i rumors dell’opposizione e le proteste e lo sdegno dei cittadini. Lo sdegno perché i soldi delle pensioni dei cittadini potrebbero finire per il mega progetto dell’ ”Eco Village”, cioè la colata di cui prima che con il prefisso “eco” di fronte è l’edulcorante ideale per la grossa pillola che vorrebbero far ingerire a coloro che guardano il panorama dei Castelli Romani, colline prima verdi e adesso tendenti al grigio.
Dietro la cementificazione del Divino Amore ci sarebbe un accordo – quadro con una società di Parnasi. Secondo "Il Fatto quotidiano", l’Inps cederebbe al costruttore il palazzo affittato alla Provincia del valore di 70 milioni di euro. Ma anche una quota delle nuove azioni Ecovillage per Parsitalia più 26 milioni da pagare cash, 18 dei quali in favore di Banca Imi del gruppo Intesa San Paolo, la banca che finanzia il progetto.

Adesso dopo due giunte di centrodestra si torna al voto. E la squadra dell’ex sindaco Adriano Palozzi (Nuova Coalizione dei Moderati, il cartello politico formato da Forza Italia, Udc, Nuovo Centrodestra, Api, Idee Nuove, Costruiamo il decentramento, Uniti per Marino, Movimento Aurora, Realtà Nuova Marino, Lista Fabio Silvagni Sindaco) si è riunita sotto il segno di Fabio Silvagni, lasciando abortire la ventata di freschezza ma forse scomodità che avrebbe portato l’attuale assessore alla Cultura Arianna Esposito.

Quest’ultima ha sostituito Otello Bocci che nell’ultimo periodo non ha brillato per trasparenza e affidabilità: Chi non ricorda che l’assessorato di Bocci firmò un finanziamento di 5 mila euro all’associazione Bacco Jazz Festival ma tenne mai fede a quanto scritto e firmato lasciando i musicisti e l’organizzazione senza un euro? [ Articolo del 10/05/2013 MARINO: SITO AGGIORNATO E BENSERVITO A OTELLO BOCCI ] Si è finiti poi in Tribunale e il giudice di Pace di Albano ha intimato al Comune il pagamento ma l’ente ha pensato bene di presentare ricorso in appello. Insomma soldi ancora non se ne vedono ma forse se quest’associazione avesse avuto un altro appeal e altre aderenze sarebbe stato liquidato in un batter di ciglia. Marino specchio d’Italia.

Dicevamo che se vince il centrodestra si continua con la linea finora perseguita, cioè con il panorama di cui sopra.

Il Pd sembra brancolare alla ricerca del candidato perfetto ma per ora pare non esserci nulla all’orizzonte. La composizione della coalizione nascente di centrosinistra ampio (Pd, Sel, Pdci, Psi, Idv, Lista Onorati, Azione Cittadina, Assoc. Riformismo Avanti!, Unire la Società alla Politica, Comitato cittadino S.Maria delle Mole) è intenzionata, almeno fino ai prossimi giorni, a cercare di individuare una candidatura unitaria anche senza ricorrere alle primarie. Verosimilmente però, si giungerà alla adozione delle primarie perché alcuni protagonisti politici delle forze in campo, o in rappresentanza di parti delle forze in campo, sono potenziali candidati.

Così è per Emanuele Ciamberlano, capogruppo uscente Pd, sostenuto da una parte del Pd di Marino centro. Ciamberlano, da candidato “sostenuto ufficialmente dal Pd” nelle primarie della precedente consultazione amministrativa fu sconfitto.

E anche per Aldo Anellucci, presidente uscente della Banca San Barnaba di Marino, uscito sconfitto dalla battaglia per la presidenza della Banca, ed ora candidato sostenuto dal Pd astorriano (anche come candidato unitario a disposizione di tutti, ma non accettato) nelle eventuali primarie.

Poi c’è Marco Rapo, con il quale è intercorso con il giornale un puntuto dialogo: Rapo non ama essere presente sulla stampa, diciamo che si risente subito per qualsiasi critica venga avanzata. Rapo appare parzialmente favorevole nel sostenere Anellucci, egli stesso con Azione Cittadina, si pone a disposizione del Pd per essere sostenuto nelle primarie. [ Articolo del 30/07/2013 MARINO: COTTIMO PER POCHI INTIMI  – Articolo del 31/07/2013 MARCO RAPO: "L’OSSERVATORE LAZIALE, PRATICAMENTE MI ACCUSA DI REATO, EVIDENTEMENTE INSIEME ALL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE. VEDIAMO COME PERCHÉ O PER CHI".Articolo del 31/07/2013 MARINO, CONSIDERAZIONI DEL DIRETTORE CHIARA RAI ALLA NOTA DEL CONSIGLIERE MARCO RAPO ]

Non manca anche la figura di Sergio Ambrogiani, consigliere uscente del Pd, che in caso di primarie ambisce a misurare il proprio consenso per la battaglia del consenso.

Sempre dal Pd, Eleonora Di Giulio, già sostenitrice di Rosa Perrone, è la candidatura di una parte del Pd delle frazioni per le primarie.

Ancora dalle frazioni, viene la candidatura, del leader del Comitato Cittadino, Alessandro Lioi.

Mentre, col sostegno di Idv e Onorati, potrebbe consolidarsi la candidatura del segretario Idv Marco Comandini. Ex amministratore della Mutiservizi nel 2006 – 2007. Coordinatore di centrosinistra da un anno e mezzo. Comandini è presente a Marino sui temi di carattere ambientale, soprattutto sulla problematica dei rifiuti. Insomma cittadino tra i cittadini sostenitore della qualità della vita attraverso una politica di salvaguardia.

Detto ciò, ci sono anche Sel e Pdci, che eventualmente accederanno alle primarie per “ancorare a sinistra” la coalizione e continuare a portare avanti la battaglia dello “stop cemento”.

Ci sono alternativamente le forti candidature politiche di Mirko Laurenti o di Maurizio Aversa. Il sostegno alla candidatura a sinistra verrebbe da buona fetta dell’associazionismo marinese; da buona parte del Pd di base; dalla sinistra non rappresentata in coalizione, da ambienti degli elettori che fecero il successo, la volta precedente delle amministrative, del consigliere Adolfo Tammaro; da molta parte, trasversale nel centrodestra e nel centrosinistra, che vogliono buttare a mare la politica del cemento mangia suolo e speculativo, per sostituirlo con una robusta attività edilizia fatta di recupero, ristrutturazione, riqualificazione, rigenerazione dell’esistente (come è nelle corde della politica urbanistica scelta da Nicola Zingaretti per la campagna elettorale che ha sostenuto ai Castelli Romani; confermata dal commissariamento del Parco dei Castelli romani con un uomo dallo stesso spessore qualitativo: Sandro Caracci).

Adesso L’osservatore d’Italia monitorerà le battaglie di contenuto e darà spazio alla sostanza più che l’apparenza e soprattutto alla lealtà e bontà delle promesse che gli aspiranti sindaci faranno ai cittadini.

In questi primi giorni dell’anno, a proposito di contenuti, evidenziamo la presa di posizione di Pdci-Sel (sostenuti da molti nella coalizione) per imporre subito un intervento attivo “politico-amministrativo” da parte del presidente della Regione Lazio Zingaretti, “la Regione Lazio – si legge in una nota della coalizione – che sin dall’insediamento della giunta Zingaretti ha mostrato attenzione e sensibilità verso scelte di tutela del territorio e ripristino della “legalità”, deve proseguire su quella strada fermando definitivamente i progetti speculativi nel marinese. In particolare per quel che riguarda l’area cosiddetta del “Divino Amore”, ci aspettiamo che il Presidente Zingaretti prosegua ancor più decisamente verso la revoca di tutti quegli atti che su quelle aree ha indebitamente varato la Polverini e la sua Giunta, quando già era ampiamente esaurito il mandato di governo Regionale. Ci aspettiamo che Zingaretti, così come fatto sin qui, sottolinei con decisione la necessità di cambiare passo e ristabilire, anche a Marino, la legalità e il rispetto delle norme urbanistiche tese alla difesa e alla tutela della vivibilità e del territorio. E’ chiaro che solo così facendo si potrà dare seguito ai già tanti buoni propositi mostrati: dai pronunciamenti pre e post campagna elettorale dello stesso Nicola Zingaretti e della sua maggioranza, alle prese di posizione pubbliche di dirigenti del Centrosinistra locale, regionale e addirittura nazionale, e fino alla mozione già depositata in Consiglio regionale da alcuni consiglieri del più rappresentativo partito della maggioranza che sostiene Zingaretti e che va in modo inequivocabile verso quella direzione. E’ chiaro che solo così facendo potremo dire di aver dato una prima visibile sterzata verso quel cambiamento così necessario a Marino, dopo otto anni di devastante Governo delle Destre”.




MARINO: SEL E PDCI LANCIANO UNA PETIZIONE DI MASSA CONTRO LA RIFORMA FORNERO

Redazione
Marino (RM)
– Mirko Laurenti e Maurizio Aversa, in rappresentanza di Sinistra Ecologia e Libertà e del Partito dei Comunisti Italiani, lanciano da Marino la Petizione popolare contro la Riforma Fornero così come illustrata nei contenuti dagli autoconvocati delle RSU che a Milano in questi giorni si sono incontrati da tutta Italia per rimettere al centro delle priorità del Paese la questione lavoro e la questione economica e sociale. Soprattutto dal punto di vista di come trasferire risorse dai ricchi e dai patrimoni per un nuovo modello di sviluppo si tagliano le tutele , si nega un futuro ai giovani e si rinvia il diritto alla pensione per i lavoratori più anziani. “Noi ci battiamo esattamente per l’opposto di questo. Va ribaltata la visione e la risposta” sottolineano Aversa e Laurenti, invitando “i giovani, i lavoratori, i compagni e le compagne a sottoscrivere la Petizione che viene definita un momento di lotta concreta per giungere ad una proposta alternativa reale da portare in Parlamento, da imporre al Governo.” “Nei prossimi giorni – concludono i due esponenti locali di Sel e Pdci – saremo fra voi a chiedere la firma sulla petizione e comunicheremo luogo e data di eventuali punti raccolta e di una assemblea pubblica”.

Milano, 20 Dicembre “contro la riforma Fornero delle pensioni”. L’assemblea esprime forte preoccupazione per la situazione economica, sociale e occupazionale del Paese.  La violenta ricaduta della crisi sul mondo del lavoro riduce la garanzia di un reddito dignitoso per le lavoratici, i lavoratori e i pensionati, mentre già oggi milioni di cittadini privi di lavoro e di qualsiasi reddito vivono in condizioni drammatiche.

La riforma delle pensioni attuata dal governo Monti e dall'allora Ministro Fornero ha aggravato questa situazione, soprattutto per le fasce più deboli della società. La disoccupazione ai massimi storici e la precarietà cronica privano intere generazioni di un futuro autosufficiente. Il taglio degli ammortizzatori sociali contribuisce ad aumentare la sofferenza dei lavoratori espulsi anzitempo dal circuito del lavoro, spesso rappresentati e aiutati, anche dalle tante associazioni e gruppi nati e presenti su tali temi.

La crisi nel nostro Paese è affrontata nel peggiore dei modi possibili: invece di trasferire risorse dai ricchi e dai patrimoni per un nuovo modello di sviluppo si tagliano le tutele , si nega un futuro ai giovani e si rinvia il diritto alla pensione per i lavoratori più anziani. Il prelievo fiscale non ha rispettato il dettato costituzionale che prevede una imposizione fiscale progressiva in rapporto alla capacità contributiva ma ha colpito prevalentemente lavoratori e pensionati. Queste risorse ingiustamente prelevate non sono state peraltro indirizzate per creare occupazione ma per salvare gli speculatori finanziari, banche in testa. Sul fronte previdenziale non c’è la volontà di risanare fondi pensionistici in dissesto le cui passività gravano sui parasubordinati e sui lavoratori dipendenti. Mentre lo Stato non si assume l’onere derivante dal fatto che per decenni non ha versato i contributi per i propri dipendenti scegliendo di scaricare le passività dell’Inpdap sull’Inps . Queste scelte mettono a rischio i conti della previdenza e se non corrette possono essere strumentalizzate ancora una volta contro lavoratori e pensionati. L’assemblea si impegna a una mobilitazione collettiva e unitaria su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di aprire un confronto con tutte le parti politiche e sociali, al fine di arrivare all'abrogazione e superamento dell'attuale sistema previdenziale per una profonda riforma equa e sostenibile della previdenza e dell’assistenza sociale.

L’assemblea invita le organizzazioni sindacali ad aprire una vertenza generale con il governo sulla base di una piattaforma preventivamente sottoposta all’approvazione dei lavoratori. L’assemblea ritiene indispensabile che si avvii una fase di contatti e incontri nel territorio tra le RSU dei posti di lavoro pubblici e privati, allargando la partecipazione e condivisione a tutti i soggetti interessati a dare contributi fattivi e unitari alla comune battaglia per una riforma del sistema previdenziale italiano. Si propone di avviare una fase di assemblee territoriali da concludersi con una nuova assemblea nazionale da tenersi alla fine del mese di febbraio e nella quale valutare tutti i contributi e decidere, tenendo conto dell’estensione del movimento e dei suoi risultati , una grande manifestazione nazionale. L’assemblea decide di lanciare una petizione di massa sugli obiettivi a base della autoconvocazione sulla quale raccogliere adesioni nei luoghi di lavoro e nel territorio. La gestione di questa fase viene affidata ad un Coordinamento volontario aperto alla partecipazione libera dei rappresentanti delle Rsu la cui prima riunione si terrà a Bologna il 10 gennaio. L’assemblea nazionale delle Rsu contro la riforma Fornero tenutasi a Milano, autoconvocata da 150 Rsu contro la riforma Fornero , approva l’appello posto a base della autoconvocazione che diventa parte integrante di questa risoluzioni e assume il dibattito e contributi.

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ACQUA PUBBLICA: APPROVATI I CRITERI PER LA RIMBORSABILITA' DELLE BOLLETTE

Bortoni: “Nell’anno in corso sono stati inoltre approvati i criteri per la restituzione nelle bollette dei consumatori dell’importo corrispondente alla remunerazione del capitale investito abrogata dal referendum del 2011. A inizio dicembre, l’Autorità ha intimato ai soggetti che non avevano ancora proceduto, di individuare entro 30 giorni l’importo da restituire agli utenti. Trascorsa questa scadenza, l’Autorità determinerà forfetariamente il rimborso”. L’annuncio del presidente dell’Autorità dell’energia, Guido Bortoni, nel corso della seconda Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici. In 5 anni serviranno 25 miliardi di investimenti. Le restituzioni ai consumatori dei soldi già pagati. Misure contro l’acqua arsenicata

di Maurizio Aversa

Il 1° gennaio entrerà in vigore il nuovo Metodo Tariffario Idrico introdotto dall’Autorità per l’energia,per favorire costi sempre più efficienti e per stimolare investimenti che riducano le perdite e l’inquinamento ambientale. E, sempre a inizio anno, diventa operativa la direttiva sulla trasparenza delle bollette, per renderle più chiare e dare maggiori informazioni sui diritti dei consumatori, con l’obbligo ai gestori di pubblicare on line le Carte dei servizi.

Ad annunciare queste novità il presidente dell’Autorità, Guido Bortoni, nel corso della seconda Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici che si è tenuta a Milano per tracciare un bilancio sull’attività svolta e per delineare le linee strategiche e gli sviluppi futuri. Gli obiettivi prioritari dell’Autorità nel settore idrico sono promuovere, attraverso una regolazione stabile e certa, l’economicità, l’efficienza e l’equilibrio economico finanziario nelle gestioni, un servizio di qualità, lo sviluppo delle infrastrutture e la sostenibilità ambientale della fornitura “affinché -ha affermato Bortoni – tutta la cittadinanza possa avere una buona acqua, restituita alla natura dopo una depurazione efficace, non lasciando alle generazioni future un’eredità negativa di inquinamento e sprechi”. Oggi le perdite superano il 30%, gli impianti di depurazione non coprono il 30% della cittadinanza e il 15% degli scarichi non ha sistemi fognari. L’Autorità stima che sono state realizzate meno del 56% delle opere necessarie e che gli interventi più urgenti per superare carenze croniche e mettersi in regola con gli adempimenti europei richiedono oltre 25 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. “Una spesa così rilevante è difficilmente sostenibile con le sole tariffe. Per questo -ha detto Bortoni – insieme alle misure tariffarie l’Autorità è orientata allo sviluppo di nuove opzioni finanziarie integrative e innovative quali, ad esempio, l’introduzione di hydrobond (titoli obbligazionari vincolati al finanziamento di piani di investimento), titoli di efficienza idrica e fondi nazionali, locali o ancor meglio di garanzia’’. Su criteri innovativi poggia, in particolare, il nuovo Metodo Tariffario Idrico in vigore dal 2014, con particolare riferimento a due principi guida: la selettività e la responsabilizzazione da attuare attraverso una regolazione asimmetrica, capace di adattarsi alle diverse esigenze di un settore molto differenziato a livello locale e nella governance. Nello specifico, sono previsti quattro diversi tipi di schemi tariffari rispetto ai quali ciascun soggetto competente potrà individuare la soluzione più efficace a seconda dei propri obiettivi di sviluppo e delle peculiarità territoriali. Nel frattempo, in seguito alle approfondite verifiche previste, quest’anno sono già state approvate le tariffe di 486 gestioni in base al precedente metodo tariffario transitorio, per un totale di oltre 20 milioni di abitanti serviti; l’incremento medio è stato contenuto al 2,7% rispetto al 2012, un valore inferiore al limite previsto dall’Autorità per evitare aumenti indiscriminati. Nell’anno in corso sono stati inoltre approvati i criteri per la restituzione nelle bollette dei consumatori dell’importo corrispondente alla remunerazione del capitale investito abrogata dal referendum del 2011. A inizio dicembre, l’Autorità ha intimato ai soggetti che non avevano ancora proceduto, di individuare entro 30 giorni l’importo da restituire agli utenti. Trascorsa questa scadenza, l’Autorità determinerà forfetariamente il rimborso.
Fra le iniziative a tutela dei consumatori, l’avvio di un’indagine per verificare il rispetto delle norme sulla lettura dei consumi e la gestione del contatore, indispensabile anche per introdurre la tariffa sociale prevista nel ddl ambiente collegato alla legge Stabilità. Sugli interventi per garantire ai soggetti economicamente disagiati una fornitura gratuita per soddisfare i bisogni fondamentali, l’Autorità ha già fatto una consultazione prevedendo anche misure per limitare la progressività tariffaria alle famiglie numerose e ulteriori interventi per favorire l’accesso all’acqua.
L’Autorità ha anche deciso un supplemento di istruttoria sull’acqua contaminata da arsenico per acquisire ulteriori elementi utili a valutare le ricadute tariffarie, ma anche per verificare se i gestori hanno preso tutte le misure per garantire ai consumatori dei comuni coinvolti un servizio sostitutivo adeguato e per riportare i parametri nella legalità. (fonte e-gazette)




CASTELLI ROMANI, ASL RMH. TRA DISSERVIZI E LOBBIES PRIVATE ARRIVA LA DENUNCIA DEL PDCI CIAMPINO E MARINO

Un indicibile disservizio ha messo a nudo, ai miei occhi,un mezzo scandalo che, credo, sia interesse di tutti coloro che amano la sanità come bene pubblico da garantire ai cittadini tutti, va affrontato e risolto.Non mi sono affatto tirato indietro dall'accogliere proteste e segnalazioni che ho seguito in prima persona, e per questo ne ho fatto, come mio dovere etico e morale, prima che sociale e politico,oggetto di questa nota.



Maurizio Aversa

Ciampino (RM) – Abbiamo personalmente raccolto almeno due testimonianze nella giornata di martedì 1 ottobre, rispetto ad un ramo della medicina legale, quella riguardante le visite e le pratiche amministrative per il rinnovo della patente. Estremamente critiche, e scioccanti, la disorganizzazione del servizio (dal punto di vista dell’utente ovviamente) e perfino ombre sul ruolo della sanità pubblica, calmieratrice rispetto a servizi privati analoghi. Di tutto ciò vanno tenuti subito in conto due questioni: la prima che, come ognuno sa, una delle grandi guerre che la moderna società ancora non sconfigge è quella dei morti per incidenti stradali. Quindi, insieme ai comportamenti, insieme alla cultura del principio di cautela per chi si mette alla guida per scelta propria o per ragioni di lavoro; ovviamente, va soprattutto garantita una barriera “naturale” che è quella della salvaguardia della “abilitazione alla guida”. O nel caso della prima patente che si consegue, oppure nel caso del rinnovo con verifica delle abilità, inclusa quella medico-legale.

La seconda considerazione è che per una delle contraddizioni del funzionamento della sanità italiana, il livello di accertamento delle abilità è assegnato anche a strutture private che possono certificare. Se ci fosse un adeguato controllo di tutto ciò, sarebbero salvaguardati il principio di cautela e il conseguimento di autorizzazioni solo a persone di cui possiamo (tranne l’imprevedibilità) ritenere congrua la capacità e abilità e sicurezza della guida. I morti sono lì a testimoniare che non è così.

E veniamo a Ciampino. In via Calò a Ciampino c’è la sede del servizio di medicina legale. Ovviamente è un servizio che comprende varie branche e varie risposte da fornire all’utenza, ai cittadini. Ma non si può sapere, a meno di non fare una “solita” snervante fila, in cosa consista il servizio per un banale (dal punto di vista amministrativo: cioè quale è la procedura e i passi da compiere) rinnovo di patente. Abbiamo appreso dalle testimonianze che, non esiste alcun avviso, sia esso “ufficiale”, o dattiloscritto informale, o indicativo di massima anche anonimo, che confermi:

1. Che effettivamente presso quella stanza c’è nel servizio di medicina legale compreso anche il rinnovo patenti; 

2. Che le pratiche mediche e amministrative si svolgano tutte in questa sede;

3. Che il tempo che si deve prevedere per l’espletamento di tutto sia in una o più giornate.

Oltre a tutto ciò, sempre dalle testimonianze è emerso che, secondo la responsabile del servizio gli è vietato apporre indicazioni e/o spiegazioni rispetto ai tre punti sopra esposti. Al contrario, secondo i dirigenti operanti presso la direzione del dott. Galli è una sorta di “veto” operata dalla responsabile che si rifiuta, essa stessa di mettere informative in una bacheca esistente in prossimità della stanza del servizio.

Da questo si evince, anche senza approfondire in questa sede eventuali responsabilità di disservizio, che: il dott. Galli o non vuole o non è in grado di controllare quanto avviene presso la sua sede organizzata ( e finalizzata al soddisfacimento delle necessità degli utenti). Oppure c’è un’altra ragione che verrà resa nota.
Allo stesso tempo, da questo aspetto fin qui rappresentato, si nota che lo stesso Commissario della Asl Roma H dei Castelli romani, non conosce o non affronta questi  gravi disservizi, ove appurati.

Purtroppo non c’è solo questo. Sappiamo che, per informazione diretta appresa presso il sito Aci, che la modulistica, i passi amministrativi, comportanti l’acquisto di marca da bollo, il versamento di una somma per il servizio/certificato di medicina legale ecc. sono, in linea generale, per i cittadini convenienti. Più convenienti rispetto a cosa? Ad esempio ai servizi “in loco” offerti da agenzie private; o dal ricorso di certificazione presso medici oculistici privati. Naturalmente, perché valga il vantaggio dei cittadini che hanno necessità di rinnovare la patente, devono concorrere sia il tempo da impiegare per il conseguimento dell’atto finale, sia il costo. Elementi che si possono ben compensare se l’efficienza e l’efficacia del servizio vengono accuratamente organizzati e gestiti. C’è tutto questa attenzione, tutto questo zelo a Ciampino? No. Lì accade esattamente il contrario. Abbiamo detto della mancanza di informazione che, sostanzialmente, oltre a far impegnare tempo prezioso di ogni persona a far nulla in attesa; viene, giustificato con una “spiegazione logica” di traduzione dalla lingua semplice delle cose che la Asl “dovrebbe ma non può” alla lingua della complicazione e dell’arzigogolio organizzativo che dovrebbe vedere ogni utente disponibile a spendere denaro per spostarsi di qua e di là, avendo anche un bel po’ di giorni liberi. Insomma uno scandalo!

Torniamo al fare: sarebbe necessario una strumentazione tecnologica adeguata messa in dotazione al servizio oculistico (che è lì in sede alla Asl!). Questo sarebbe sufficiente a non inviare in qua e in là utenti che “hanno diritto di ricevere questo servizio”. E’ mai venuto in mente al Commissario, al direttore della H3 che basterebbe intervenire presso quelle istituzioni che periodicamente  (per propri obblighi statutari) devono contribuire a devolvere in servizi utili per la società parte di loro proventi? Oppure, si sono posti e si sono dati qualche spiegazione, hanno individuato qualche risorsa da perseguire sapendo quale è la posta in gioco? E’ noto, oppure no che il rinnovo patenti non è un servizio che riguarda solo quattro cittadini l’anno?

Oppure, ed ecco la domanda che non vorremmo fare, ma il dubbio ci assale, questo disservizio, questa inefficienza, questo non utilizzare le risorse che già abbiamo in seno alla nostra sanità pubblica, è solo funzionale a compiacere qualche lobby? Non avendo documentazioni al riguardo, non avanziamo nomi che pure sono stati pronunciati di privati che traggono vantaggio da tutto ciò. Lo facciamo per la nostra salvaguardia ed anche per non “sparlare” di cose di cui abbiamo solo voce riportata. Però, che tutto ciò sia macroscopico è evidente. Che i numeri, e, quindi tradotto in denaro, che le cifre siano ragguardevoli è altrettanto evidente. Vogliamo fare in modo, dott. Mucciaccio e dott. Galli, che tutto ciò diventi anche uno dei primi punti all’ordine del giorno del lavoro quotidiano di Direzione e Organizzazione a cui dovreste rispondere per conto del servizio sanitario pubblico, a cui hanno diritto quei cittadini che con le loro tasse pagano anche i vostri stipendi?
Seguiremo gli sviluppi della vicenda, della organizzazione che ne scaturirà e di tutto quanto al riguardo.

 




MARINO, MAGGIORANZA IN COMUNE: PDL SPACCATO

Maurizio Aversa –  segretario Pdci Marino


Marino (RM) – Siamo stati facili profeti quando abbiamo richiamato la destra marinese a non far nascere Forza Italia. Perché questa scelta avrebbe distrutto la coalizione di centrodestra e il Pdl”.
Dopo la pressante iniziativa, in cui il Pdci è stato protagonista con altre forze della sinistra e del centrosinistra, per far luce sugli sprechi della amministrazione comunale da otto anni devastata dalla destra, per conoscere non solo gli esiti amministrativi ma anche le responsabilità politiche su cimitero di Mazzamagna, su cementificazione di via del Divino Amore, sulla nullità della politica dei rifiuti, sul mutismo circa le promesse di impegni in campo socio-sanitario, ecc. ; non è giunta risposta alcuna.
Per questo abbiamo chiesto, inascoltati, un confronto pubblico: col vicesindaco, col capo del Pdl, col vicecapo del Pdl, con la candidata in pectore di Palozzi, con il candidato dissidente in pectore. Nessuna risposta. Perché? Perché nella destra che occupa il potere al governo della città prevalgono solo confusione totale e preoccupazione di seggiole e potere. Adesso, poi, che questa disgregazione è ancora più manifesta dallo spappolamento nazionale (chi sta con Berlusconi, chi lo corregge, chi dice di andare da un’altra parte, ecc.), il silenzio locale ha un misto di sapori:
di mancanza di coraggio politico del confronto, e di fottuta paura di perdere la faccia di fronte ai cittadini. Ma costoro, non hanno ancora capito che una delle due cose non la possono recuperare più! Ed è la benevolenza, la fiducia, l’adesione dei cittadini alle loro idee fasulle, e al loro pessimo comportamento.




FALCOGNANA, DISCARICA: IL SACCHETTO DOVE LO METTO?

Maurizio Aversa

Roma – Le moderne società occidentali producono in eccesso merci. Molte di queste merci invece che avere una propria vita di riproposizione dell’oggetto, viene, con tempi diversi, destinata a diventare rifiuto. Col passare del tempo, il produrre merci, che si accumulano o sotto forma di merci-beni o sotto forma di rifiuti, sta portando al collasso questo tipo di impostazione. E’ una delle contraddizioni delle società capitalistiche-individualiste-consumistiche.

Ma se ne può uscire. Ad esempio, gli organismi preposti, la programmazione nazionale in materia; le regioni per l’organizzazione a vasta scala; i comuni per il funzionamento quotidiano; possono attuare politiche virtuose. Così le pratiche, gli indirizzi politici di gestione, di una parte del rifiuto, intercettato prima che divenga rifiuto è già una risposta concreta. Infatti la politica del riuso, sia esso organizzato socialmente quasi a costo zero, sia esso organizzato come mercato parallelo (mercato dell’usato), fa in modo che la montagna dei rifiuti si abbassi notevolmente. Il riuso è un comportamento individuale ma dagli enormi effetti sociali, ambientali e culturali. Per questo non può essere “solo” previsto: ma sostenuto, organizzato, stimolato da politiche attive nazionali, regionali e comunali. Chi non lo fa, anche occupandosi seriamente delle politiche dei rifiuti, sicuramente fa un grosso errore. In modo analogo, una grande parte del rifiuto, una volta divenuta tale, non è indistintamente omologabile come una materia inerte non più utile a nulla.

Di solo ingombro per la società. Al contrario, percentuali sempre più alte, grazie a tecniche di raccolta e trattamento dei rifiuti consente di far emergere dai rifiuti materie prime da re immettere nei cicli produttivi dei beni. Lo si fa coi metalli; con gli olii; con il legno; con la plastica; con il vetro; con la carta e così via. Per ottenere questi risultati è sufficiente scegliere, grazie ad una programmazione nazionale, ad una organizzazione regionale e ad un intervento quotidiano dei comuni di attivare la raccolta differenziata, la più dettagliata possibile. Ovviamente, quando non si parla più solo di rifiuti in generale, ma includendo particolarmente il rifiuto proveniente dalle abitazioni e dalle attività cittadine quotidiane (dalla raccolta delle foglie, alla risulta delle attività di ristorazione ecc.) una fetta della famigerata montagna dei rifiuti appartiene al “rifiuto umido”.

Questo va trattato in modo particolare, può a sua volta essere oggetto di riconversione della materia e può, a seconda dello stadio di perfezione di organizzazione della attività capillare dalla raccolta fino alla tecnologia a disposizione del trattamento, avere comunque una parte ancora da smaltire. Che sarà, naturalmente infinitamente, quantitativamente più piccola rispetto al dato di partenza. Quindi, per essere concreti, nella prospettazione della situazione attuale, in Italia c’è un indirizzo, che sempre più prende piede – anche se non sostenuto in modo evidente con pressanti campagne di comunicazione – di agire sulle politiche dei rifiuti, intanto privilegiando la scelta del riuso e del riciclo. Quindi, come nel Lazio, e come è stato già per la Provincia di Roma, si è scelto un indirizzo di sostegno attivo, con interventi a favore, con aiuti, per l’attivazione della massima capillarità della raccolta differenziata. Questa per essere tale ed efficace, come sopra ricordato, deve basarsi sulla raccolta porta a porta. I comuni che attivano queste politiche, questa scelta organizzativa, non solo fanno bene nell’immediato, ma contribuiscono, collaborano, tendenzialmente affinchè si giunga nel tempo al Rifiuto Zero. Cioè, questo tipo di organizzazione, se bene attivata, organizzata, gestita, è la strada maestra per giungere all’obiettivo del Rifiuto Zero. Se non ci si attiva, e chi ha scelto di non attivarsi in tal senso, per quante parole possa utilizzare, ha scelto di “produrre rifiuti”! Quindi come si vede, i comportamenti individuali, che sono semplici e possibili – come accendere e spengere un interruttore della lampadina – uniti ad una buona scelta amministrativa, portano a sicuro successo.

Con vantaggi per l’ambiente, per la salute, per qualità del vivere quotidiano, per le casse pubbliche e quelle delle famiglie. A livello storico, questa percezione, questa consapevolezza, e la certezza che fosse possibile maturare un differente approccio al problema rifiuto è stato lento ma non si è mai arrestato. Si stanno evolvendo sempre più sistemi e tecnologie (con relativo dibattito annesso) che vogliono utilizzare il rifiuto come risorsa agricola, o come fonte energetica e così via. Alla base di qualsiasi di queste scelte “finali” c’è la considerazione di due punti fermi: per portare l’organizzazione della raccolta (inclusa la raccolta porta a porta) ad un buon livello, ad una efficacia vera di tutto quanto abbiamo prima prospettato, ci vuole un tempo medio, sicuramente più di un anno.

Più di un anno dal momento della scelta e dalla partenza organizzativa, non da oggi che viene qui esposto il problema. Ora, senza fare solo polemica politica, è evidente che il tempo perso (letteralmente: tempo non utilizzato) come ha fatto il Comune di Marino nel non organizzare una raccolta porta a porta da almeno otto anni (cioè da quando una stessa amministrazione, Palozzi sindaco e la destra al governo) ha messo nelle peggiori condizioni la cittadinanza e il comune di Marino. Ad esempio, invece sia Ariccia che Ciampino, grazie a queste politiche sono alla differenziata con percentuali vicina al 70%. Quindi, sicuramente qui a Marino, d’ora in avanti, occorrerà fare esattamente l’opposto di quanto sostenuto dalle precedenti amministrazioni. Anzi, si potrebbe perfino ipotizzare che la destra smentisca se stessa e i precedenti otto anni di errori, imboccando adesso la via del porta a porta: i cittadini se ne avvantaggerebbero. Ma non sappiamo se sarà così feroce con se stessa e generosa coi cittadini: per ora ha scelto la via facile. Urlare in piazza, perfino col vicesindaco con la fascia tricolore contro l’utilizzo della Discarica della Falcognana. La vicenda della discarica sulla via Ardeatina nasce da alcuni fatti positivi che non si possono sottacere. In primo luogo, se non ci fosse stata la scelta di chiudere definitivamente Malagrotta non si sarebbe posto neppure il problema. Almeno non come viene percepito oggi. Ma nessuno, nessun cittadino di buon senso, nessun amministratore responsabile direbbe oggi di prolungare l’attività della megadiscarica più grande d’europa. La Giunta regionale, il Presidente Zingaretti, che va valutato non solo per le parole che adduce a indicazione del programma futuro, ma soprattutto per la realizzazione delle politiche innovative del porta a porta in Provincia di Roma, ha motivato che il piano della gestione dei rifiuti per la chiusura definitiva di Malagrotta prevede: il trasferimento della gran parte della raccolta dei rifiuti di città presso conferimenti fuori regione ( e l’Ama ha reso noto che sono state già assegnate due gestioni per due mesi rinnovabili per altri due); ed una piccola parte presso una discarica provvisoria, nel caso individuata a Falcognana. Noi riteniamo che ci sia stato un errore di condivisione delle conoscenze di fatti oggettivi (tecnici e scientifici) nella gestione che ha condotto alla scelta di Falcognana. Riteniamo che l’elemento di controllo democratico, per l’evidente percezione di disagio e preoccupazione, andava sollecitato e favorito quando è stato richiesto. C’è stata una preoccupazione “difensivista” della attuazione del progetto generale e della scelta particolare che ha creato malumore. Questo non è giusto. Perché i cittadini se coinvolti, non è detto che non possano giungere alle stesse conclusioni delle scelte di programmazione del piano.

Ora che la scelta è compiuta e che un po’ della fiducia è stata rovinata, lo spazio percorribile resta la pratica della trasparenza totale sulla gestione della discarica. Così come la certezza, grazie alla presenza di step verificabili (immaginiamo ne esistano) della data da concretizzare per la provvisorietà. Del resto il composito movimento, caratterizzato da varie parole d’ordine: dal semplice no alla discarica, fino alla richiesta di obiettivi di alternative totali alle politiche dei rifiuti per giungere alla scelta del Rifiuto Zero; proprio perché spinto a non mostrare fiducia per l’assenza di partecipazione alla conoscenza e alle scelte finali, non è stato in grado di attivare canali vertenziali tali da porre due (o più) soggetti sociali e politici a confrontarsi sull’insieme di scelte e tempi e controllo democratico. Scegliere di farlo ora è un recupero di credibilità possibile e di un riconoscimento di diritto democratico esercitato dal basso. Noi riteniamo che sia Zingaretti e la giunta regionale, che il movimento dei comitati debbano esercitare un confronto diretto dove riconoscere il ruolo di controllore al movimento. Indipendentemente dai controlli istituzionali già esistenti; indipendentemente dal ruolo orizzontale che vorranno svolgere le istituzioni locali come i Comuni e le Circoscrizioni in questa vicenda. Chi si tira indietro da ciò è come se tradisse lo spirito di innovazione delle politiche a Rifiuto Zero che giungono dopo il porta a porta da attuare;  ed è come se tradisse la richiesta di partecipazione e di conoscenza diretta venuta dalle migliaia di cittadini che stanno lottando e che si sono impegnati.
 




MARINO: SITO AGGIORNATO E BENSERVITO A OTELLO BOCCI

Redazione

Marino (RM) – Dichiarazione di Maurizio Aversa, segretario Pdci Marino.

“Apprendo, finalmente, che è stato aggiornato il sito internet ufficiale del Comune di Marino”. “L’efficacia e le capacità di cui conosciamo il valore dei dipendenti comunali a ogni livello, evidentemente hanno dovuto fare i conti col solito “gap” delle manfrine politiche dei governanti”. “Ora, tutti i cittadini – anche gli internauti – sanno che Adriano Palozzi non è più sindaco della città, ufficialmente. Tutti sanno che a sostituirlo è stato chiamato il vicesindaco e che, questo dovrà rispondere, per autonoma scelta politica della Giunta di destra e di Palozzi, perché non ha concesso alla città di tornare subito al voto, di tutto il cattivo governo e le inutili promesse da perenne campagna elettorale con cui si è amministrata la città negli ultimi anni”. “In concomitanza dell’aggiornamento del sito ufficiale, è già (coincidendo la decisione, con l’annuncio e con il simultaneo commento di un consigliere regionale ex sindaco di Marino) stato reso noto che c’è stata una sostituzione di un assessore con un nuovo ingresso, quella di Arianna Esposito.

Prendo atto che il benservito a Bocci non viene commentato in riferimento ai famosi soldi che l’assessore promise e non diede a dei professionisti della cultura; e, con l’occasione invito l’assessore Esposito, proprio perché reggente della delega della cultura, a farsi promotrice di uno o più dibattiti pubblici a cui possano partecipare oltre che assistere i cittadini, in merito a scelte di indirizzo comunali per la scuola, per la cultura, per le iniziative giovanili. Senza rinchiudersi nel solito giro, conosciuto in questi anni, che tra pacche sulle spalle e concessioni agli amici degli amici, hanno visto Palozzi e la Giunta gestire la cultura con megalomanie da televisionari o con grettezza da sprovveduti soggetti avulsi dal termine cultura: sia essa popolare che di spessore”.

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