MATTEO RENZI PRESENTA IL PIANO DEI 'MILLE GIORNI'

di Maurizio Costa

Roma – Matteo Renzi presenta il mini-sito sui Mille Giorni del governo, un diario di bordo che informerà i cittadini sulle riforme e sulle azioni dell'esecutivo. Questo sito sarà "un tipo di verifica da parte di tutti", afferma Renzi.

La conferenza stampa del premier, coadiuvato dal Ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi e dal Sottosegretario Graziano Delrio, ha chiarito che il sito non sarà un'azione di facciata, ma un modo concreto di cambiare le cose.

"I mille giorni sono una occasione ghiotta per la politica – ha dichiarato il premier – "dobbiamo dimostrare che le riforme si possono fare. Questo è il Paese che è apparso sulla scena internazionale come il Paese dei veti, delle lungaggini e delle procedure. Al termine di questo periodo avremo un Paese più coraggioso, più semplice, più competitivo."

Riguardo al sito, Renzi afferma che: "Oggi è il giorno zero, ne mancano mille. I nuovi elementi che inseriremo nel sito, verranno dall'attività parlamentare ma anche dai cittadini.

Il premier afferma che il sito servirà "ad annunciare, per esempio, la riforma della scuola e il suo coinvolgimento all'interno del governo."

La metafora di Renzi per descrivere il mini-sito è molto artistica: "Questo Piano dei Mille Giorni è come un puzzle la cui cornice è chiara e i cui pezzi saranno inseriti passo dopo passo."

Sulla scia dei blog della concorrenza, il premier dichiara che: "Ci sarà uno spazio per coinvolgere i cittadini, tutti potranno criticare o giudicare l'operato del governo. Ci saranno dibattiti su tutte le questioni aperte e anche molte occasioni di dialogo. Noi apriamo discussioni reali su ogni argomento."

Renzi non vuole fare una politica di annunci: "L'Italia deve essere un Paese più coraggioso e efficiente. Gufi o non gufi, noi prendiamo l'Italia, e alla fine dei Mille Giorn raggiungeremo degli obiettivi. Non torniamo indietro sulle nostre scelte, come per gli 80 euro. L'Italia fa le riforme che servono all'Italia e non perché ce lo chiede l'Europa."

Riguardo al possibile rimpasto di governo dovuto alla nomina di Federica Mogherini come Alto Rappresentante dell'UE per la politica estera e per la sicurezza comune, Renzi è chiaro: "Un Ministro lascerà questo governo, ma noi penseremo al problema un paio di giorni prima dell'acquisizione della carica della Mogherini." Infatti, l'attuale Ministro degli Affari Esteri entrerà in carica in Europa a partire dal primo novembre.

Il Ministro Boschi afferma che: "Il programma di governo dei Mille Giorni verrà 'parlamentarizzato' a breve, anche per dare un'ufficialità al Piano. Sicuramente, entro settembre verrà calendarizzato. Per la riforma della Giustizia dobbiamo cercare di distribuire i vari decreti e i vari disegni di legge tra Camera e Senato."

Riguardo alla lentezza nell'approvare i provvedimenti attuativi, la Boschi chiarisce la situazione: "Restano ancora da adottare 529 provvedimenti ereditati dai governi Letta e Monti, ma abbiamo fatto molti passi avanti perché precedentemente erano 699."

Graziano Delrio conclude la conferenza stampa: "Daremo sostegno attivo alla povertà e potenzieremo i sistemi di protezione sociale. Vogliamo anche implementare gli asili nido: in Senato si discute un disegno legge che cercherà di far aprire 1000 asili in 1000 giorni."




MATTEO RENZI: DATEMI LA FLESSIBILITA’ E SOLLEVERO’ L’EUOPA

di Emanuel Galea

La frase non è del tutto nuova. Qualcosa di simile mi sembra l’avesse pronunciata un signore di Siracusa, vissuto tra il 287 e il 212 a.C. Dopo aver esclamato “heureka – ho trovato” si è lasciato andare in un grido di gioia dicendo: Datemi una leva e vi solleverò il mondo. Questa esternazione Matteo Renzi ancora non l’ha fatta, ma quando verrà a sapere che la frase ha reso famoso il signor Archimede, il siracusano, si affretterà a lanciare una hashtag con la sua versione.

Le ambizioni del giovane rampollo della politica nazionale non conoscono limiti nonostante che tecnici accreditati, della finanza e dell’economia, non nascondono le loro perplessità riguardo alla sua effettiva conoscenza della complicata materia. 

L’Italia, e l’Europa non è da meno, sta franando. MatteoRenzi ha la soluzione! Héureka!  Ricostruire iniziando dall’alto. Insiste chiedendo la flessibilità. A fare cosa? Costruire su cosa? Quali sono le basi? I tecnici del settore non vedono che detriti, rovine.

Questo governo sta esigendo “la flessibilità”. Se Matteo Renzi mi permette, prima di coinvolgere un paese intero sarebbe bene spiegare la “causa-effetto” che implica la sua richiesta , nonostante tutto che verrà dopo.

Mettiamo sul tavolo le carte scoperte:

– In cima alle urgenze le misure per l’occupazione. Quante “famiglie senza reddito”?  Con la flessibilità s’intende quella contrattuale? Intende l’abolizione dell’art.18?

– La pressione fiscale è la più alta dell’Europa. L’Ufficio Studi della Cgia di Mestre per quest’anno 2014 prevede una pressione che toccherà il livello record del 44%. Come intende Matteo Renzi, applicare la flessibilità in questo comparto?

– Le tasse e i contributi sugli italiani hanno un’immediata caduta sui consumi. E’ molto difficile immaginare l’applicazione di una flessibilità nei consumi delle famiglie.

– Mentre diminuiscono gli incassi del fisco, si verificano aumenti nella spesa pensionistica. Forse il governo Renzi sta facendo marcia indietro sul prelievo di solidarietà delle pensioni d’oro”?

– L’enorme debito pubblico , a oggi sta a 2.168 miliardi, oltre il 135% del Pil, rende impossibile qualsiasi riforma. Forse l’unica voce flessibile, sempre in aumento.
Alla luce di questo quadro , poco rassicurante, cosa intende il Governo con “flessibilità dei conti”? Cosa ci sta dietro l’angolo allo sfioramento del 3%?

Brunetta raccomanda a tutti i “cattivi stregoni” e giornalisti di smetterla di parlare di “pensioni d’oro”. Secondo lui , qualsiasi riduzione in questo settore è a rischio d’incostituzionalità. Se lo dice Brunetta, che non è l’ultimo studioso, c’è da credere. Nonostante ciò, sentire altri studiosi, altrettanto bravi, non guasta. L’unica riforma che può dare risultati immediati è quella della Pubblica Amministrazione. La Spending Review è la soluzione immediatamente disponibile sul piatto del governo.

Cercare di costruire sulle macerie, con riforme “toccata e fuga” come quella del Senato, le Province e quello che si prospetta con il Jobs Act e l’Italicum non si fa altro che acutizzare la crisi.

I cittadini da tempo aspettano la “giustizia sociale” oltre che quella civile e penale. Non è tassando i loro pigri risparmi e la casa, loro bene rifugio, che si rende giustizia. Una politica seria, vera, verso la ridistribuzione della ricchezza sarebbe la giusta leva, che solleverà, se non l’Europa, intanto l’Italia.

E non è poco.
 




GOVERNO RENZI: IL RE E’ NUDO

di Emanuel Galea

Matteo Renzi non è certamente l’imperatore protagonista della fiaba di Hans Christian Andersen. Una cosa, però, accomuna i due personaggi: la vanità e la spiccata voglia di apparire. Non si sa precisamente chi, quando e dove abbia convinto Renzi di essere lui “l’atteso”, il “sospirato” uomo del destino. Forte di questo pensiero e incoraggiato dai suoi cortigiani più prossimi, si è fatto confezionare addosso  un guardaroba di riforme: quella del Senato, la legge elettorale, la riforma della Pubblica Amministrazione, quella della Giustizia, il Jobs Act, l’abolizione delle Province, i pagamenti dei debiti della PA ai creditori. Ancora, i tagli della spesa pubblica, da realizzare con la Spending review, per 4,5 miliardi nel 2014 e 17 miliardi nel 2015. Secondo Brunetta, si è fatto bello, inoltre, con la promessa di maggiori entrate per circa lo 0,7 per cento del Pil (quasi 11 miliardi) l’anno, per il triennio di riferimento, da ottenere mediante privatizzazioni. 

Una proposta di riforme così vasta che nessun governo è mai riuscito a scalfire negli ultimi trent’anni. Per questo, da subito, fu bollata come irrealizzabile. Ma lui è “Renzi”, ha fretta e “niente lo ferma”.

Così combinato, aiutato dai suoi cortigiani Del Rio, Boschi, ‎ ‎Madia,Mogherini e non solo‎, si è messo in sella del suo ronzino e al grido di “rottamare adesso”, sfoggiando un sorriso da playboy, si è introdotto nei salotti bene dell’Europa, a braccetto con François Hollande, ipnotizzato dal sorriso maliardo della Fraulein Merkel.

A Marzo,  parte dalla Padania, scorrazzando felice fra i suoi adulatori tutto inghingherato, scorrendo la penisola fino giù giù nel  Regno delle due Sicilie, sul suo puro sangue, urlando e incitando i fans alla vittoria, sfidando l’apparato del suo partito, la resistenza delle Cinque Stelle, avendo unica stella polare che lo guidi, l’accordo del Nazzareno con il redivivo, colui che fu condannato e subito premiato, assegnandolo ai servizi sociali.

Si rende conto di non essere neppure lui convinto  alcunché di quello che andava cianciando; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori delle “riforme”, cose buone e giuste.

Il gioco dura poco. A marzo, il professionista Cottarelli aveva lavorato alacremente con una squadra di esperti producendo  25 relazioni su altrettanti segmenti della spesa pubblica. Queste relazioni rivelano un quadro della realtà italiana che fa venir ribrezzo. Le ottomila aziende pubbliche, delle quali non si sa quanti possano essere veramente di utilità pubblica, per anni e anni sono servite come allevamenti di apparati politici, in parte causa della pesante situazione delle casse dello Stato. Si legge da qualche parte che 2.761 di questi contano più amministratori che dipendenti. 

Il 30 luglio il commissario alla spesa Carlo Cottarelli, nel suo blog, ha lanciato un vero e proprio grido d’allarme: "Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa, il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre la tassazione sul  lavoro”.

 Dopo di lui sono seguite altre. Confindustria lancia il suo ennesimo allarme: l’Italia è diventata uno dei luoghi peggiori, dove fare impresa. Uno degli indici che maggiormente penalizzano l’impresa italiana è il prelievo fiscale. 

La corte di Renzi si sfilaccia perché “non si vive di sole promesse”, di soli spot pubblicitari, di slogan.

Questo, ahimè, la gente lo sta capire a proprie spese. L’incantesimo è spezzato. L’Italia tutta, sgranando gli occhi, si  sta accorgendo che  “il re non porta niente addosso. Il re è nudo”. Niente legge elettorale, riforma del senato taroccata, una beffa dell’abolizione delle Province, un fiasco del Jobs Act, un fallimento del pagamento debiti della PA verso creditori, sulle pensioni statali, il governo fa dietrofront. Renzi ritorna a promettere un ennesimo  intervento più ampio per i professori. Niente,  non porta niente addosso. La Boschi toglie d’addosso il suo scialle con sopra il ricamo della sbandierata trovata di “ottanta euro ai pochi fortunati”  e cerca di  coprire le vergogne del governo Renzi. Non funziona !  Troppe retro marcia che ha dovuto fare. Aspettiamo una sua decisione. Svegliare e scendere giù dal mondo dei sogni. La campagna acquisti è terminata.  Il paese aspetta ben altro, lavoro, crescita, più opere e meno spot pubblicitarie. 




LADY FISCO E I "CREDITI RELIGIOSI",.. SE NON SI PECCA NON SI VIENE ASSOLTI

 

Attendiamo la pubblicazione online della situazione patrimoniale della dirigente incaricata, offrendo così uno specchio di cultura scevra e lontana dalla  forte matrice cattolica, esempio per gli italiani tutti a non peccare per non avere poi l’assoluzione.

 

di Emanuel Galea

Giorni di crisi economica strisciante, di allarmante disoccupazione, di crescita di sacche di povertà, di decadenza dei costumi e di una vena di sfiducia che percorre tutta la penisola.

A dover governare questa preoccupante situazione il paese si ritrova una classe dirigente sessantottina, nata appunto nel 68 quando imperversavano i movimenti studenteschi di estrema sinistra. Si tratta dell’anno in cui il voto minimo fu garantito a tutti gli studenti, indipendentemente dallo studio, dai risultati e dal rendimento.  Con il trascorrere del tempo la prassi si è evoluta in “dare un impiego al politico”, “far fare carriera al politico” per finire in “affidare l’incarico al proprio politico”. Il più delle volte molti di quelli votati con il “sei politico” non lo meritavano, ciò nonostante oggi li troviamo a dirigere uffici importanti. Sono senza preparazione e scarsi culturalmente. Alzano la voce per farsi sentire, probabilmente da loro stessi. Producono rumore e non dicono niente. Sono “come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.”

Lo scorso 29 luglio 2014 debuttando alla Camera dei deputati come direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, nominata di recente dal governo Renzi come capo del Fisco italiano, ha dedicato molte parole sulla presunta connessione fra religione e peccato. Pensando di dire cose intelligenti, così ha esordito: “In Italia sanatorie, scudi, condoni, sono pane quotidiano. Siamo un paese a forte matrice cattolica, abituato a fare peccato e ad avere l’assoluzione”.

Nessuno si aspettava che la Orlandi fosse avvezza della materia religiosa, difatti ha dimostrato che non lo è. Per il cattolico, conditio sine qua non dovrebbe essere la riparazione. A prescindere, la lezione di religione impartita ai deputati, che mai guasta, la figuraccia della Orlandi risiede nel suo tentativo di esordire sulla scena nazionale quale una “lady fisco” innovativa, mentre al contrario si è rivelata solamente un comune segno dei tempi, discepola del pensiero unico che vuole vedere il cattolico come l’untore, la zavorra, appunto promotore di sanatorie, scudi, condoni, colui “abituato a fare peccato e ad avere l’assoluzione” Lecito chiedere alla gentile signora se lei sia immune dal peccato, che in linguaggio terra terra significa errore. Speriamo noi tutti che lo sia.

Eppure un piccolo peccatuccio, uno veniale lo ha commesso, ha peccato di presunzione. Bastava lei avesse consigliato l’archivio del suo dipartimento, avrebbe scoperto, ed è sempre bello imparare cose nuove, che prima di lei, quell’ufficio ha indotto al “pentimento ed alla riparazione” diversi evasori fiscali. Non saprei dire se tutti o in parte fossero cattolici, so solamente che la “Lista Falciani” contava i nomi di 6.000 italiani e società ,che hanno occultato al fisco circa 5 miliardi e mezzo di euro, tutti correntisti in svizzera dell'Hsbc, tutti personaggi famosi, attori, imprenditori, nobili, sportivi, stilisti. All’epoca tutto si sapeva di loro, eccetto il loro credo religioso.

Non  può la signora ignorare i 25 miliardi di lire italiche pagate allora dal compianto e bravissimo maestro Luciano Pavarotti. Anche in questo caso, i finanzieri non sembravano aver indagato sulla matrice religiosa del cantante. Tra i grandi stilisti, l’elenco degli evasori che hanno, alla fine pagato fior di milioni abbondano. Di  sciatori famosi,gente di spettacolo, e dell’industria. l’Agenzia delle Entrate può aggiornare la conoscenza della signora.

Dubito che nell’archivio ci si possano trovare tracce del credo di ognuno di questi signori. Come l’ultimo esempio che possiamo fornire  alla Signora Orlandi è il caso Berlusconi che subisce una condanna  per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita: condanna definitiva a 4 anni di reclusione, però ,anche in questo caso, non siamo in grado di definire il profilo religioso del soggetto. Se interessa alla Lady Fisco diciamo che anche  nelle motivazioni della sentenza, nulla si parla delle convinzioni religiose dell’evasore.

Concludendo, in coerenza con la linea esemplare della Lady Fisco, in ottemperanza al decreto legislativo/ trasparenza, si attende la pubblicazione online della situazione patrimoniale della dirigente incaricata, offrendo così uno specchio di cultura scevra e lontana dalla  forte matrice cattolica, esempio per gli italiani tutti a non peccare per non avere poi l’assoluzione.
 




ZAGAROLO, SCUOLA PER ILARIA: DA 10 ANNI SOLO UNA PIETRA. AL VIA LA PETIZIONE DELLA FAMIGLIA

 

L’edificio scolastico doveva essere intitolato alla loro primogenita Ilaria, morta sotto il peso di un cancello nel lontano 2004 presso la scuola di Zagarolo. La costruzione doveva essere il monito di una tragedia e il simbolo dell’innocenza, dedicata ad una bimba che non c’è più. I genitori chiedono al premier Matteo Renzi e all’ex sindaco di Zagarolo, ora Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori chiarimenti ormai decisivi.

I genitori della piccola Ilaria invitano tutti a sottoscrivere la petizione on line [ PER FIRMARE LA SOTTOSCRIZIONE CLICCARE QUI ]

 

di Cinzia Marchegiani

Zagarolo (RM) – Con rabbia e tanta speranza i genitori della piccola Ilaria hanno messo in rete la petizione on line “Scuola per Ilaria” indirizzata al Premier Matteo Renzi e all’ex sindaco di Zagarolo, ora Presidente del Consiglio della Regione Lazio, Daniele Leodori.

Queste le righe della petizione, che racchiudono dolore, speranza e giustizia che una disgrazia indicibile ha spezzato dieci anni fa i tanti sorrisi e un fiore stupendo, Ilaria. Sono parole decise, senza spettacolarizzazione che si rivolgono non solo agli abitanti della propria citta’, ma a tutte le famiglie italiane affinché la piccola Ilaria abbia la scuola con il suo nome, affinché il monito della tragedia diventi il simbolo dell’innocenza e delle irresponsabilità della società:

“Il 6 ottobre del 2004 perse la vita schiacciata dal cancello della scuola che frequentava nostra figlia primogenita Ilaria Raschiatore a soli 4 anni nel comune di Zagarolo (RM) – Si legge nella descrizione della petizione online – facemmo richiesta (insieme al Sindaco di allora) per un finanziamento concesso nel 2007 dalla Regione Lazio per costruire un nuovo plesso scolastico a lei dedicato. A cinque anni dal finanziamento il 06/10/2012 ci fu la posa della prima pietra, presenti tutti gli adolescenti ex compagni di asilo di Ilaria, maestre, parenti, sindaco assessori ecc..ecc.. pietra messa proprio dal cugino anche lui compagno di classe, sono passati quasi due anni e ad oggi deserto ed abbandono intorno alla pietra, alle nostre richieste di chiarimenti per le tante date fissate e mai rispettate per iniziare i lavori (ultima primo luglio c.a. giorno del suo compleanno) la risposta è sempre legata alla burocrazia con invito alla fiducia e pazienza, noi possiamo capire fino ad un certo punto dato che siamo stati molto pazienti e di anni ne sono passati davvero troppi. – La petizione conclude con un appello alle Istituzioni – Chiediamo che le istituzioni si diano da fare per far si che questo progetto sia realizzato con meno iter burocratico e comunque nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, e si passi all'esecutivo del proggetto il prima possibile.”

Il nostro quotidiano già all’inizio di questo anno, era il 7 febbraio 2014, aveva puntato i riflettori su questa costruzione  [ 07/02/2014 ZAGAROLO: LIEVITA IL COSTO PER LA SCUOLA "FANTASMA" DI COLLE PALAZZOLA AGGIUDICATA AD ANEMONE ]
ormai diventato per tutti l’”edificio fantasma”…. iniziava così il resoconto di questo intricato progetto: ”Sembra tutto fermo come il giorno della posa della prima pietra! Giacciono su un terreno isolato due blocchetti, a ricordo del lontano ottobre 2012, che simboleggiano l’edificio scolastico intitolato a Ilaria Raschiatore che doveva sorgere a Colle Palazzola. Un iter frammentato legato a diverse vicissitudini rocambolesche, la costruzione della nuova scuola sta ancora attendendo la lieta novella.”

Leggendo l’articolo si possono conoscere in dettaglio, la strana burocrazia e la gestione di questo progetto mai partito, dove il Comune di Zagarolo, con la gara a ribasso aggiudicava nel lontano 30.12.2009 per 2.868.962,01 euro la progettazione della suddetta scuola alla ditta ATI formata da Anemone Costruzione Srl e Tecno Edil Srl; con delibera N.39 della Giunta il Comune di Zagarolo rendeva atto dei colloqui intercorsi con la Regione Lazio, dai quali si era ritenuto opportuno modificare alcune voci del quadro economico approvato nella delibera precedente, e si ri-deliberava, sulla base del progetto di spesa redatto sempre dalla stessa Anemone Costruzioni, un importo complessivo di spesa maggiore di 4.073.592,00 euro (mentre il bando vinto era per 2.868.692,01 euro).

La stessa giunta Comunale, con delibera n.61 del 9.05.2012 approvava anche una variante al nuovo edificio scolastico che prevedeva l’inserimento del progetto di un’area destinata a parcheggio e una nuova viabilità esterna del plesso scolastico, e con la delibera n. 61 del 9.05.2013 (un anno dopo) approvava tale progetto realizzato sempre dalla società Anemone con un costo complessivo di 3.185.392,36 euro. Tutto ciò è stato menzionato nell’interrogazione del M5S alla Regione Lazio che nel lontano 15 gennaio 2014 mettendo sotto una grande lente d’ingrandimento faceva emergere come da un costo iniziale di 2.868.962 euro, si era passati ad un aumento dello stesso manufatto per 4.073.592 (la gara iniziale è stata vinta al ribasso e un’altra ditta aveva fatto ricorso) e poi maggiorato di altri 3.185.392 euro per lavori inerenti sempre per lo stesso edificio e con la stessa ditta, l’opera complessiva è lievitata ad oltre 7 milioni di euro. Ma soprattutto non si capisce come mai è ancora tutto fermo? Possibile che i genitori della piccola Ilaria devono creare una petizione per avere risposte concrete con dei punti fermi, date che ogni volta vengono posticipate ad oltranza?

Cari Matteo Renzi e Daniele Leodori a voi la parola….i genitori di Ilaria vi ascoltano.




RIFORMA DEL SENATO: FARE E FAREMO!

di Alberto De Marchis

Non sente nulla Renzi e va dritto come stesse parlando dal pulpito di piazza Venezia. Non è una corbelleria scrivere che sembra Benito che incita la folla e intanto costringe tutti a piegarsi alla sua volontà. Sulla riforma del Senato "il governo è sempre disponibile a migliorare il testo, ma non a stravolgerlo". Così il ministro Maria Elena Boschi annuncia la linea dura del governo, con il premier Renzi che rincara la dose: "Nessun golpe, decidono i cittadini". Ma con l'esecutivo che impone la "tagliola" sul dibattito per le riforme, le opposizioni lasciano l'Aula e marciano verso il Colle.La maggioranza ha ottenuto il contingentamento dei tempi, dopo la preoccupazione espressa mercoledì sera dal presidente Napolitano al presidente del Senato Grasso. Le riforme saranno dunque votate entro l'8 agosto, ma le opposizioni (M5S, Lega e Sel) sono insorte e hanno deciso una azione eclatante salendo insieme al Quirinale per protestare con il Capo dello Stato. La protesta è scattata dopo le parole del presidente del Consiglio che ha confermato la ferrea volontà di "non mollare" e di andare fino in fondo contro qualsiasi ostruzionismo, politico e non. "In Italia c'è un gruppo di persone che dice no da sempre, e noi senza urlare diciamo "sì". "Piaccia o non piaccia le riforme le faremo!". "Io ho preso un impegno con i cittadini, quel 40,8%, che mi hanno votato. E su quell'impegno mi gioco la carriera", è la determinazione del premier. La decisione della "tagliola" sui tempi, spiegano ambienti governativi, non è stata presa per timore sull'esito del voto – "la maggioranza c'era comunque" – ma per evitare di essere in balia di una lunga estate o, peggio, di un rinvio a settembre. Una posizione davanti alla quale, per la prima volta, l'opposizione si compatta: Sel, M5S, Lega ma anche alcuni componenti del gruppo misto al Senato hanno scelto di fare sentire la loro voce. In testa al corteo vero il Colle ci sono stati i senatori: i capigruppo Gianmarco Centinaio per la Lega, Vito Petrocelli per il M5S e Loredana De Petris di Sel. Ma a loro si sono uniti anche tanti deputati. Al Quirinale le opposizioni sono state ricevuto dal segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra. Giorgio Napolitano, indisposto, non ha potuto ricevere i gruppi parlamentari che con tanta urgenza chiedevano un incontro con lui, di fatto insediandolo nella non facile posizione di mediatore di una battaglia che potrebbe diventare davvero sanguinosa. Ma ciò non toglie che il presidente sia stato minuziosamente informato da Marra delle preoccupazioni delle opposizioni e abbia preso il pallino in mano per cercare di far uscire uscire dall'impasse il dibattito al Senato. Certo, l'obiettivo del lavoro del presidente rimane, sottolineano fonti parlamentari, il varo a tutti i costi di una riforma, quella del superamento del bicameralismo paritario, per la quale Napolitano si spende da anni, convinto che il Paese abbia bisogno di un restyling. Dure le parole dei grillini: "Napolitano fermi questo scempio, se rimarrà sordo a questo ultimo grido di allarme nulla sarà più come prima".




IL PROGRAMMA EUROPEO DI MATTEO RENZI

di Maurizio Costa

Dopo il discorso di presentazione, Matteo Renzi comincia il semestre di Presidenza Europeo mettendo in rete il programma guida che il premier italiano adotterà in questi sei mesi sugli scranni europei. Al centro del documento si pone la crisi economica e la disoccupazione, che, soprattutto in Italia, è uno dei problemi principali del nostro tempo. Un programma che, vista la sua durata semestrale, molto probabilmente non potrà trasformarsi in tempo in azioni concrete a livello europeo.

Disoccupazione – Con oltre 26 milioni di disoccupati in Europa, Renzi propone di creare nuovi posti di lavoro, assicurando servizi pubblici adeguati e sostenibili. L'aumento dell'occupazione non farà altro che accelerare il progresso di crescita. Il premier si basa soprattutto sui giovani: "La priorità della Presidenza – si legge dal programma – è l'occupazione giovanile, che favorirà la mobilità transnazionale." Una grande attenzione verso la 'generazione Erasmus' e i giovani disoccupati, le uniche due incognite che potrebbero permettere una immediata crescita economica.

Moneta unica – L'Unione Economica e Monetaria (UEM) rimarrà intatta e con lei anche l'Euro. L'obiettivo è creare benefici condivisi e un ambiente economico solido. Renzi si propone anche di cominciare una campagna per far conoscere i lati positivi e le strategie future della moneta unica a tutti i cittadini europei.

Immigrazione – "La Presidenza proseguirà i suoi sforzi per promuovere un'autentica solidarietà a livello europeo." Questa l'idea del premier, che, però, propone anche un sistema di guardie di frontiera. Inoltre, Renzi preme sul fatto che la politica migratoria diventi 'comune' a tutti i Paesi europei; una scelta importante che allevierebbe la pressione migratoria sulle coste italiane e greche.

Giustizia – La Presidenza del premier e del suo governo propone l'istituzione dell'Ufficio del procuratore europeo, che dovrebbe indagare, perseguire e consegnare alla giustizia gli autori di reati che incidono sul bilancio dell'Unione europea.


Pesca – Matteo Renzi promuoverà uno sviluppo innovativo e sostenibile del settore agricolo, alimentare e della pesca, in linea con il tema dell'Expo di Milano, "Nutrire il pianeta, energia per la vita."




CONSIGLIO DEI MINISTRI: INIZIA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

di Maurizio Costa

Roma – Lunedì 30 giugno si è tenuto il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Presidente Matteo Renzi e dal Sottosegretario Graziano Delrio. Molte le tematiche toccate: dalla riforma della Giustizia all'approvazione del bilancio del 2013; dall'aumento dell'efficienza energetica allo smaltimento della Costa Concordia. Matteo Renzi vuole dare una sterzata al corso degli eventi e la riforma della Giustizia sembra il primo passo per cambiare radicalmente il Paese.

Giustizia – Il Consiglio dei Ministri ha presentato una lista di punti cardine sui quali si fonderà la riforma che andrà a rivoluzionare la Giustizia italiana. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha voluto porre le basi per una riforma importante. Prima di tutto, i processi civili in primo grado dureranno massimo un anno. Inoltre, le famiglie e le imprese avranno una via preferenziale. I magistrati avranno la responsabilità civile e il Csm dovrà far prevalere il merito e non l'"appartenenza". Verranno istituite norme sulla criminalità economica (falso in bilancio e autoriciclaggio) e i processi penali verranno accelerati. I punti presentati dal Consiglio dei Ministri sono ancora molto generali, ma il concetto è chiaro: rivoluzionare per cambiare.

Rendiconto – Il Ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha chiuso il rendiconto del 2013 e i numeri non sono molto confortanti: lo Stato ha avuto entrate per 528mila milioni di euro e uscite per 552mila milioni. Questo vuol dire che il governo dovrà sborsare 23mila milioni di euro per saldare questo disavanzo. Per quel che riguarda il 2014, le spese sarebbero diminuite di circa 2,6 miliardi di euro ma il saldo netto da finanziare per tornare in pari con le spese è di 41,6 miliardi solamente per il periodo gennaio-maggio.

Energia – L'Europa ha stabilito che entro il 2020 i consumi di energia primaria dovranno diminuire del 20%. Per questo, l'Italia dovrà elaborare programmi di intervento per ridurre le spese energetiche, soprattutto negli edifici pubblici. Tutte le grandi imprese, inoltre, dovranno eseguire una diagnosi per misurare il consumo effettivo di energia.

Costa Concordia – La nave da crociera ferma al Giglio da più di due anni verrà trasportata al porto di Genova entro il mese di luglio per procedere successivamente allo smaltimento.

Emergenza meteorologica – Il Consiglio dei Ministri stanzia 100 milioni di euro per far fronte ai disastri che il mal tempo ha causato in tutta la penisola.

Un Consiglio dei Ministri a tutto tondo che ha messo in luce le tematiche principali del Governo. La Giustizia verrà riformata entro breve tempo ma i conti dello Stato sono in rosso e non fanno che peggiorare. 




MADE IN ITALY MATTEO RENZI: BENE SU DERBY MOZZARELLA IPHONE

Redazione

Finalmente un Presidente del Consiglio che sa riconoscere e parla apertamente dei primati nella qualità alimentare che puo’ vantare l’Italia che ha la leadership europea con 262 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), puo’ contare sul maggior numero di produttori biologici nell’Unione e garantisce livelli di sicurezza da record con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite di appena lo 0,2 per cento che sono risultati inferiori di nove volte a quelli della media europea (1,6 per cento di irregolarità) e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità), sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare le dichiarazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi sul fatto che "L'Italia ha le cose piu' straordinarie del mondo ma non ha cura del processo e del marketing. Io vorrei un derby tra l'i-Phone e la mozzarella di bufala" e che "L'Italia e' l'unico Paese al mondo dove il direttore commerciale parla male dell'Italia". "Il semestre di presidenza italiana dell’Unione e l’appuntamento dell’Expo rappresentano importanti occasioni per far conoscere, con il grande lavoro del Minisitro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il vero Made in Italy e le specificità di un modello produttivo unico che è cresciuto ed ha vinto puntando sui valori dell’identità, della biodiversità e del legame territoriale” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. L’Italia per crescere deve tornare a fare l’Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che – ha sottolineato Moncalvo – garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina. Insieme al premier Renzi – ha concluso Moncalvo – lo hanno capito bene i giovani italiani come dimostrano le iscrizioni al prossimo anno scolastico con per gli istituti agrari che registrano un aumento record del 12 per cento e sono quelli che fanno segnare il maggior incremento nel numero di iscrizioni per il 2015. Nell’anno scolastico 2014/2015 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 264.541 giovani e tra questi ben il 24 per cento ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che complessivamente hanno registrato 63.719 nuovi iscritti contro i 60.017 dello scorso anno, perché in questi settori i giovani vedono una prospettiva di futuro per Italia.




LAZIO: MATTEO RENZI IMPUGNA LA LEGGE SULL'ACQUA PUBBLICA

di Donato Robilotta* 

Il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Presidente Renzi, ha impugnato davanti la Corte Costituzionale la legge regionale n. 5/2014 su “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, in quanto numerose disposizioni, riguardanti l’organizzazione e la gestione del servizio idrico integrato, contrastano con le regole riservate alla legislazione statale in materia di tutela della concorrenza, dell’ambiente e dell’ordinamento civile, in violazione dell’articolo 117, secondo comma, lettere e), l) e s) della costituzione.

Il Consiglio Regionale con la legge sull’acqua pubblica ha approvato un vero e proprio manifesto ideologico, intriso di populismo e demagogia, che oggi viene per fortuna impugnato dal Governo Renzi per invasione di competenze in particolare sul versante del mercato e della concorrenza.

Leggeremo nei prossimi giorni il testo integrale dell’impugnativa, ma essendo stato uno dei pochi a criticare quel manifesto mi auguro che la Regione metta da parte la demagogia e affronti seriamente il tema non solo della governance dell’acqua ma anche di quella dei rifiuti.

Anche perché la Regione è in forte ritardo nella individuazione delle autorità di gestione dell’acqua, perché quelle vecchie sono scadute ma non ci sono le regole per le nuove, mentre le autorità di ambito di gestione dei rifiuti non sono mai state istituite.

*Coordinatore dei Socialisti Riformisti




TORNANO LA SPERANZA… E I CONTI!

di Christian Montagna

Una corsa contro il tempo per riportare entro i limiti i bilanci. L’Ue ci ammonisce ma ci salva dalla bocciatura. Serviranno ulteriori sforzi nel 2014. Come se ne avessimo fatti pochi finora. Acclamato con un abbondante 40% di preferenze, il partito che guida l’Italia, ha riscosso consensi anche dall’alto. L’importante ora è che si facciano riforme strutturali per la crescita del paese. Come già è accaduto per altri governi che si sono succeduti in passato, il momento più importante per la valutazione dell’ operato è proprio quello successivo all’elezione. Eppure questo signorotto di Firenze finora pare non ci stia deludendo. Almeno lo sforzo e l’impegno sono evidenti e palesi. Per i risultati certo bisognerà attendere ancora un po’. Sbaragliati i concorrenti che come attori al termine di una carriera andata male, se posso, si stanno ritirando dalla scena, pare che il giovane Renzi sia riuscito a far ricominciare a sperare in un cambiamento diverse classi sociali. Dopo anni di distinzioni e divisioni in classi, perché così è stato, ora anche i ceti meno abbienti si sentono considerati. E non perché qualcuno abbia fatto le solite promesse da marinaio. L’Ue, forse in preda ad un momento di compassione, ci ha concesso un maggior lasso di tempo per decidere le misure aggiuntive che la Commissione chiede di rispettare. Misure anticorruzione e migliore gestione dei fondi Ue sono i punti sul quale il governo si sta muovendo. Un tentativo quello del governo Renzi che a molti piace: il miglioramento della capacità di amministrazione, il potenziamento della trasparenza e la qualità di controllo a livello regionale. La trasparenza ,sì, è proprio questa la risposta che gli italiani attendono da anni. Dopo essere stati spolpati da i signori politici per così tanto tempo, vogliamo sapere quale sia il percorso dei nostri soldi. Questo governo si sta dando da fare, impossibile dire il contrario. Sta valutando le riforme del mercato del lavoro cosa che tutti hanno detto di fare ma poi accantonata; si sta occupando del sistema scolastico che in Italia è fallato cercando di migliorarlo nel migliore dei modi. E’ il primo governo che pone le basi per la rimozione della concorrenza nei settori dei servizi professionali. Ricordate, prima di emettere giudizi e sentenze, che, se ogni giorno ci chiedono ulteriori sforzi e sacrificano i nostri stipendi è perché per troppi anni qualcuno, non ha saputo far tornare i conti. Per ora, fiduciosi più che mai, non ci resta che farli con l’altissimo debito pubblico i conti, sperando che stavolta tornino!