MASSACRO DEL CIRCEO: PARLA LA GENETISTA MARINA BALDI

di Angelo Barraco
 
Roma – Il massacro del Circeo è una di quelle pagine nere della storia italiana che sono indelebili, irremovibili a causa dell’efferata crudeltà messa in atto da Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido ai danni di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due ragazze che all’epoca dei fatti avevano rispettivamente 17 e 19 anni. Due ragazze di bell’aspetto e che vivevano in condizioni economiche modeste che vengono portate in una Villa si San Felice Circeo. Ghira, Izzo e Guido torturano per 36 ore le ragazze con bastonate, violenze sessuali. Le chiudono in bagno ed esercitano ripetute violenze fisiche. Rosaria Lopez è morta a seguito dell’immersione della sua testa nella vasca da bagno piena d’acqua che ne ha causato l’annegamento, aveva subito anche numerose violenze fisiche. Donatella Colasanti invece si è salvata perché si è finta morta. Nel 1976 arriva il processo: ergastolo per Izzo, Ghira e Guido. Ma Ghira non c’è poiché si da latitante e fugge nella legione spagnola.  Nel 2004 Izzo ottiene la semilibertà e uccise Maria Carmela Linciano (49 anni) e Valentina Maiorano (14 anni), madre e figlia. Le donne vennero legate, soffocate e sepolte nel cortile di una villetta in provincia di Campobasso. Gianni Guido, il terzo killer del Circeo viene affidato ai servizi sociali in data 11 aprile 2008, dopo 14 anni nel carcere di Rebibbia. E’ evaso dal carcere diverse volte e per 11 anni ha vissuto all’estero, in carcere ha trascorso poco meno di 22 anni. 
 
Oggi il caso può considerarsi ufficialmente chiuso poiché è arrivata la conferma che il corpo sepolto nel cimitero di Melilla appartiene ad Andrea Ghira. La conferma arriva dalla consulenza sui resti del corpo che è stato riesumato in data 15 gennaio 2016 dopo che la Procura ha deciso di riaprire nuovamente il caso e mettere la parola fine su questa orribile vicenda. Il Corriere Della Sera, che ha dato la notizia esclusiva, riporta che la “relazione dei medici legali nominati dall’accusa, i professori Giovanni Arcudi e Giuseppe Novelli, stabilisce con assoluta certezza che il materiale organico analizzato è dell’unico dei tre mostri del Circeo sottrattosi alla giustizia, già prima della sentenza all’ergastolo pronunciata in primo grado nel 1976”. La consulenza conferma quindi l’esito degli esami effettuati nel 2005, Massimo Testa De Andres è Andrea Ghira. 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato in esclusiva la Dott.ssa Marina Baldi, Biologa e specialista di Genetica Medica nonché consulente tecnico in materia di genetica forense che è stata contattata dall’Avvocato Chiriatti per conto della famiglia Lopez per seguire la vicenda.
 
– E’ ufficiale, i resti rinvenuti a Melilla sono di Andrea Ghira: I tempi che hanno portato alla tanto attesa conferma sono stati lunghi, come mai?  
Al momento la notizia è solo giornalistica e non abbiamo ancora avuto modo di vedere la relazione tecnica depositata in procura. Comunque le procedure che devono essere utilizzare per l'analisi da ossa sono lunghe e complesse e in questo caso la situazione era peggiorata dal cattivo stato di conservazione delle stesse. È stato quindi necessario un lungo trattamento di decalcificazione che ha preso tanto tempo.
 
– Qual’era lo stato di conservazione delle ossa di Ghira e quali sono state le difficoltà in cui vi siete imbattuti?
Le ossa erano immerse nella terra, quindi lo stato di conservazione era pessimo. Terra, muffe e batteri hanno reso difficile l'estrazione del DNA, che può avvenire solo dopo lunghi periodi di incubazione e lavaggi accurati. Inoltre è stato necessario utilizzare kit di amplificazione tra i più moderni ed efficaci, in grado cioè, di consentire l'ottenimento di profili leggibili anche a partire da campioni degradati.
 
– Che genere di analisi vengono effettuate sulle ossa?
L'analisi effettuata è stata la classica analisi forense del DNA nucleare, che ormai viene eseguita su salme anche scheletrizzate senza problemi interpretativi
 
– Come mai l’esito di 10 anni fa non diede certezza assoluta?
10 anni fa i kit di amplificazione erano meno sensibili e non fu possibile estrarre ed analizzare il DNA nucleare, ma solo il mitocondriale che non serve per l'identificazione personale, ma consente solo di attribuire un soggetto ad una famiglia con una parentela per via femminile.
 
– Quando ha iniziato ad occuparsi della vicenda e in che veste?
Sono stata contattata dall'Avvocato Stefano Chiriatti per seguire la vicenda per la famiglia di Rosaria Lopez, dopo alcuni anni dalla prima esumazione. Preparai una relazione in cui evidenziavo che l'analisi del DNA mitocondriale non era esaustiva,  e tale consulenza fu studiata dalla procura e dai suoi consulenti i quali confermarono le mie conclusioni e concordarono sulla necessità di dover procedere ad una nuova esumazione e a nuove analisi 
 
– Che opinione ha in merito a questa terribile vicenda che ancora oggi è un “nervo scoperto” per l’Italia ma che oggi finalmente ha avuto un epilogo?
Sono contenta che sia finita e che si sia messo un punto fermo su una vicenda che ha sconvolto una generazione, ma rimane l'amarezza che un efferato assassino non abbia fatto nemmeno un giorno di carcere.



MASSACRO DEL CIRCEO: È DI ANDREA GHIRA QUEL CORPO SEPOLTO A MELILLA

di Angelo Barraco
 
Roma – È /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin-top:0cm; mso-para-margin-right:0cm; mso-para-margin-bottom:10.0pt; mso-para-margin-left:0cm; line-height:115%; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; mso-ascii- mso-ascii-theme- mso-fareast- mso-fareast-theme- mso-hansi- mso-hansi-theme-} ufficiale, il corpo sepolto nel cimitero comunale di Melilla è di Andrea Ghira. La conferma arriva dalla consulenza sui resti del corpo che è stato riesumato in data 15 gennaio 2016 dopo che la Procura ha deciso di riaprire nuovamente il caso e mettere la parola fine su questa orribile vicenda. Il Corriere Della Sera, che ha dato la notizia esclusiva, riporta che la “relazione dei medici legali nominati dall’accusa, i professori Giovanni Arcudi e Giuseppe Novelli, stabilisce con assoluta certezza che il materiale organico analizzato è dell’unico dei tre mostri del Circeo sottrattosi alla giustizia, già prima della sentenza all’ergastolo pronunciata in primo grado nel 1976”. La consulenza conferma quindi l’esito degli esami effettuati nel 2005, Massimo Testa De Andres è Andrea Ghira. 
 
Rosaria Lopez e Donatella Colasanti erano due giovani ragazze, rispettivamente di 19 e di 17 anni, che vivevano nel quartiere romano della Montagnola e provenivano da famiglie modeste. Un giorno conoscono Gianni Guido e Angelo Izzo, tramite un amico comune dei due, tale incontro avviene fuori da un cinema. Dopo questo primo incontro, Izzo e Guido proposero a Donatella e Rosaria e ad un’altra loro amica –che non si presentò all’ultimo minuto all’appuntamento- di rincontrarsi qualche giorno dopo per una festa che si sarebbe tenuta a casa di un amico. Pochi giorni dopo avvenne l’incontro: Donatella Colasanti raccontò così quella giornata: “Tutto è cominciato una settimana fa, con l'incontro con un ragazzo all'uscita del cinema che diceva di chiamarsi Carlo, lo scambio dei numeri di telefono e la promessa di vederci all'indomani insieme ad altri amici. Con Carlo così, vengono Angelo e Gianni, chiacchieriamo un po', poi si decide di fare qualcosa all'indomani, io dico che non avrei potuto, allora si fissa per lunedì. L'appuntamento è per le quattro del pomeriggio. Arrivano solo Angelo e Gianni, Carlo, dicono, aveva una festa alla sua villa di Lavinio, se avessimo voluto raggiungerlo… ma a Lavinio non arrivammo mai. I due a un certo punto si fermano a un bar per telefonare a Carlo, così dicono; quando Gianni ritorna in macchina dice che l'amico avrebbe gradito la nostra visita e che andassimo pure in villa che lui stava al mare. La villa era al Circeo e quel Carlo non arrivò mai. I due si svelano subito e ci chiedono di fare l'amore, rifiutiamo, insistono e ci promettono un milione ciascuna, rifiutiamo di nuovo. A questo punto Gianni tira fuori una pistola e dice: "Siamo della banda dei Marsigliesi, quindi vi conviene obbedire, quando arriverà Jacques Berenguer non avrete scampo, lui è un duro, è quello che ha rapito il gioielliere Bulgari". Capiamo che era una trappola e scoppiamo a piangere. I due ci chiudono in bagno, aspettavano Jacques. La mattina dopo Angelo apre la porta del bagno e si accorge che il lavandino è rotto, si infuria come un pazzo e ci ammazza di botte, e ci separano: io in un bagno, Rosaria in un altro. Comincia l'inferno. Verso sera arriva Jacques. Jacques in realtà era Andrea Ghira, dice che ci porterà a Roma ma poi ci hanno addormentate. Ci fanno tre punture ciascuna, ma io e Rosaria siamo più sveglie di prima e allora passano ad altri sistemi. Prendono Rosaria e la portano in un'altra stanza per cloroformizzarla dicono, la sento piangere e urlare, poi silenzio all'improvviso. Devono averla uccisa in quel momento. Mi picchiano in testa col calcio della pistola, sono mezza stordita, e allora mi legano un laccio al collo e mi trascinano per tutta casa per strozzarmi, svengo per un po', e quando mi sveglio sento uno che mi tiene al petto con un piede e sento che dice: "Questa non vuole proprio morire", e giù a colpirmi in testa con una spranga di ferro. Ho capito che avevo una sola via di uscita, fingermi morta, e l'ho fatto. Mi hanno messa nel portabagagli della macchina, Rosaria non c'era ancora, ma quando l'hanno portata ho sentito chiudere il cofano e uno che diceva: "Guarda come dormono bene queste due". I killer lasciarono la Fiat 127 con i corpi di Rosaria e Donatella nel bagagliaio in Via Pola, quartiere “Trieste”. Donatella, piena di sangue e stremata dalle violenze subite, si mette a lamentarsi. L’auto viene intercettata e i Carabinieri, alle ore 23:00, scoprono Donatella Colasanti ancora viva e Rosaria Lopez priva di vita. Il 29 luglio arriva la sentenza di primo grado per Guido, Izzo, Ghira: ergastolo. Quest’ultimo però non c’è poiché si rifugia in Spagna e si arruola nella Legione Spagnola.