MARSALA: BOOM DI PRESENZE ALLA CONFERENZA "I CANTIERI DEL DIRITTO"
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di Angelo Barraco
Marsala (TP) – Le buche sulla strada sono la maggiore causa di incidenti per gli automobilisti. A Marsala le buche stradali sono un vero e proprio problema: il manto è bucherellato più di una groviera e i crateri diventano pericolosissimi soprattutto ogni volta che piove.
Le foto del reportage de L'Osservatore d'Italia, realizzate sia di giorno che di notte, sono di Contrada San Silvestro, via Bue Morto ma anche la strata statale Contrada Cozzaro. Purtroppo non sono le uniche zone di Marsala in cui ci sono buche, la città ne è piena. Eppure, le leggi stradali sono severe: guida con prudenza, rispettare i limiti di velocità.
Ma la sicurezza dell’automobilista? A Marsala, dalle periferie al centro,guidare è diventato un’impresa e arrivati davanti ad una buca i dubbi si accavallano: “La evito o ci passo sopra?”. Sembra proprio che a Marsala, ogni qualvolta piove le buche si moltiplichino.
Ci sarà pur qualcuno che si occupa della manutenzione stradale? All'apparenza sembra di no, visto che nella maggior parte dei casi le buche rimangono tali per molto tempo o se vengono asfaltate, in realtà, è giusto una manciata di catrame tanto per rattoppare alla meno peggio. E questo, spesso è ancora più pericoloso perché gli incidenti non si riescono ad evitare. La curiosità di saperne di più, spingerà il nostro quotidiano ad approfondire la questione anche perché i cittadini pagano per avere dei buoni servizi. L’automobilista che subisce un danno a causa di una buca può ancora difendersi, presentando una alle pubbliche Autorità o agli Enti preposti.
di Angelo Barraco
Marsala – Quattro persone sono state arrestate per associazione mafiosa: Antonino Bonafede di 79 anni, Martino Pipitone di 65 anni, Vincenzo Giappone di 53 anni e Sebastiano Angileri di 48 anni. Tutti i soggetti sono marsalasi, in provincia di Trapani. I reati contestati sono: associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni, favoreggiamento aggravato. Il tutto è avvenuto nell’ambito dell’operazione denominata “The Witness”. L’accusa sostiene che Antonino Bonafede e Vincenzo Giappone raccoglievano il denaro che era il frutto di attività illecite. Il denaro in questione veniva consegnato alle famiglie del mandamento di Mazara del Vallo e agli affiliati detenuti. Secondo quanto emerso dalle indagini, Antonino Bonafede era il reggente della famiglia mafiosa di Marsala e Vincenzo Giappone invece era il cassiere. I soggetti Pipitone e Angileri, secondo quanto emerso dalle indagini, avevano in gestione una società di vendita all’ingrosso. I magistrati scrivono: “al fine di mantenere il controllo del territorio di competenza, si interessava al recupero di refurtiva, a dirimere controversie tra gli agricoltori e i pastori della zona e contrastare l'apertura di nuove attività commerciali che avrebbero potuto incidere negativamente con quelle riconducibili a personaggi protetti dai boss”.
An. Ba.
Marsala (TP) – Al giornalista e direttore del sito tp24.it Giacomo Di Girolamo, giunge oggi una lettera di minacce che in realtà ha come veri destinatati il procuratore capo di Marsala, Alberto Di Pisa e la sezione della Guardia Di Finanza. La busta gialla contiene una scritta che recita testuali parole: “al proc.re Di Pisa e ai caini dei finanziEri della Procura”, all’interno della busta gialla vi è stata trovata un’altra busta con una scritta che recita: “Ne abbiamo tanta…Boom!” e dentro la busta vi era della polvere da sparo.
di Angelo Barraco
Marsala – Quali saranno i cambiamenti a Marsala per Sindaco, Assessori e Consiglieri?
Il taglio ai costi della politica si trova in un dossier sul tavolo dell’assessore regionale all’Economia, Baccei. Il piano Baccei prevede tagli a stipendi, gettoni di presenza e numero di rappresentanti in consiglio comunale. Il taglio dei consiglieri comunali è previsto solo dalle prossime elezioni mentre la riduzione dei compensi per Sindaco, Assessori e consiglieri comunali scatterà subito e i testi delle norme saranno iscritte nella Finanziaria di aprile «Indennità di funzione e gettoni di presenza – si legge nella bozza di Finanziaria – è ridotta del 20%». Il Sindaco di una città che conta tra i 40 mila e 100 mila abitanti come Marsala, perderebbe fra gli 800 e i 900 euro al mese. Andrà bene a chi siederà sugli alti scanni di Marsala? Tagli anche ai consiglieri comunali! Se a Marsala dovesse essere approvata la riforma, i consiglieri comunali passerebbero dai 30 (attuali) a i 24. Un taglio netto che renderebbe più agguerrita la corsa per entrare a Palazzo VII Aprile. Con tale riforma vi sarebbero tagli anche ai gettoni di presenza, che sono i veri stipendi dei consiglieri comunali. A Marsala, un gettone di presenza per ogni seduta d’aula o commissione è di 99 euro! Un consigliere, con il solo accumulo dei gettoni di presenza guadagna 1.500 euro. Il taglio delle spese, la riduzione degli stipendi sono una forma di controllo che non fa male, poiché Marsala, durante l’amministrazione Adamo ne ha viste tante di spese folli e ciò è stato determinato da un mancato controllo. Marsala ha bisogno di un controllo che porti la città sulla retta via, ha bisogno di un sindaco che faccia il sindaco e non sprechi i soldi pubblici per fini privati.
di Angelo Barraco
Marsala – Marsala è un bellissimo comune della provincia di Trapani in Sicilia, Cicerone la definiva “Splendidissima civitas Lilibaetana”. La città è conosciuta per molti aspetti di rilevanza culturale, come lo sbarco di Garibaldi e dei Mille avvenuto l’11 maggio 1860 e per la produzione del vino Marsala, dal 1987 è Città del Vino. Ma è proprio la cultura che ha fatto tremare i palazzi del potere del Comune di Marsala. Il 17/07/2014 un avviso di garanzia sopraggiunge all’assessore alla cultura Patrizia Montalto e viene indagata per falsa testimonianza e favoreggiamento, insieme a lei anche altri tre dipendenti comunali. La truffa è stata attuata ai danni di alunni di scuole elementari e materne ai quali fu fatto pagare un biglietto d’ingresso di 2.50 euro per assistere ad uno spettacolo, il biglietto fu fatto pagare nonostante questi fossero stati già acquistati dal Comune al costo di 4.000 euro. Le ipotesi di truffa aggravata, falso materiale e ideologico vengono contestate a Giacomo Maltese, che coordinava le attività culturali del Comune di Marsala e che avrebbe incassato 2.147,50 euro. I dipendenti comunali, Leonardo Conticello e Giuseppe Marino, addetti al botteghino, devono difendersi dall’accusa di truffa. Patrizia Montalto invece di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento.
Processo denominato “truffa dell’Opera dei pupi”. L’08/01/2015 è il momento dell’udienza preliminare. Si sono definite le parti. Il dipendente Giacomo Maltese ha patteggiato una condanna ad otto mesi. Patrizia Montalto, l’assessore alla cultura, sulla base di nuove dichiarazioni rilasciate è stata assolta e con lei anche gli altri imputati. Tutto torna alla normalità nella tranquilla Marsala? Nell’indignazione dei cittadini per come si è conclusa l’udienza preliminare, il pensiero dei cittadini va alle sorti di una città in balia del vento e delle onde, del dubbio e di come si evolverà il sistema amministrativo locale.
Con un urlo di gioia papà Antonio riscuote la forza e le coscienze di tutti con un emblematico e ed energico “VITTORIAAAAAAAA GIOELE TORNA A CASAAAAA. Il mio piccolo Gioele con il suo dolore ha permesso che tutti i malati presenti e futuri fossero rispettati per come meritano.” Una notizia di una battaglia che doveva essere solo questione di civiltà e decenza. Un papà e una mamma che hanno insegnato alle istituzioni e alla comunità tutta, che la civiltà in questo paese è soggiogata dall’indifferenza delle istituzioni sanitarie e dal governo stesso. L’Osservatore d’Italia manda un bacio al piccolo Gioele e alla famiglia Genova, avete insegnato che il mondo davvero si può cambiare
di Cinzia Marchegiani
Marsala – Questione di malasanità tutta nostrana. In questo paese di slogan elettorali, di battaglie evocate nell’immaginario collettivo che suscitano sdegno e orrore per le mancate promesse, il piccolo Gioele potrà tornare a casa, dopo una battaglia lunga quasi tre anni, perché gli è stata riconosciuta l’assistenza sanitaria domiciliare. L’Osservatore d’Italia già aveva raccontato la storia e il dramma della famiglia Genova, quella di un’altra battaglia legale che aveva perorato affinché il proprio figlio, malato di SMA, potesse continuare le infusioni a Brescia con il metodo stamina. Il giudice Genna, presso il Tribunale di Marsala, in merito non aveva alcun dubbio e nella sentenza ordinava: ”Avuto riguardo alle peculiarità del caso, appare quindi confermata la sussistenza del quadro cautelare che legittima l’adozione del provvedimento d’urgenza a tutela del diritto alla vita del piccolo Gioele. Con riferimento al Fumus Boni Iuri è infatti innegabile che il piccolo vanta il fondamentale diritto di continuare ad essere curato con la stessa terapia che si è pacificamente rilevata satisfattiva delle aspettative di miglioramento delle condizioni di sofferenza sue proprie e dei suoi familiari. E’ giuridicamente arduo infatti non ravvisare un’atroce barbarie nel privare un malato anorché grave e senza speranza, di un sollievo ancora possibile e umanamente praticabile poiché ciò equivarrebbe a ‘ledere in modo delittuosamente illecito la dignità umana’ e un migliore livello di benessere non solo del paziente ma anche dei familiari, in quanto assorbiti intrinsecamente nella sofferenza del proprio congiunto.”
Occorre anche spiegare ai nostri lettori che questa vittoria è stata subito depredata da un sistema sanitario assurdo, poiché la stessa l’Azienda ospedaliera che doveva eseguire l’ordinanza ha incaricato un avvocato, ovviamente pagato con i soldi dei contribuenti, per presentare ricorso ed opporsi alla sentenza emessa. Un paradosso di cui nessuno grida vergogna poiché lo stesso Commissario Belleri ha dovuto presentare alla Commissione Conoscitiva al senato la rendicontazione che vede nel periodo 2012/2013, per l’assistenza giuridica in merito ai ricorsi presentati una fattura di 929.828,18 euro, contro la somma di 249.295,35 euro costo complessivo relativo alle terapie somministrate.
Di fatto un ospedale pubblico sta dilapidando ingenti somme per fare ricorso avverso le sentenze dei giudici che applicando il principio etico e di legge sulle cure compassionevoli autorizzano le infusioni con il metodo stamina. Lungimirante sicuramente è stata la sentenza con N. R.G. 2013/1740 emessa dal Tribunale ordinario di Mantova poichè riporta ulteriori informazioni su come questa vicenda portata nelle aule dei tribunali, abbia più ombre che luci. Infatti, l’ordinanza illustra come il giudice designato riteneva la sussistenza del fumus boni iuris del diritto della ricorrente al trattamento richiesto e che il provvedimento AIFA del 15.5.2012 doveva essere disapplicato alla luce dell’art. 32 Costituzionale, poiché l’ispezione che ha preceduto l’ordinanza è stata imposta come se presso la resistente fossero in atto sperimentazioni e non cure compassionevoli. La stessa ordinanza del giudice Antonio Genna, su analisi e studio della documentazione delle cartelle cliniche di Gioele, riporta il fondamentale principio dell’art.32 della nostra costituzione che tutela il diritto alla salute: ”Le pacifiche allegazioni attoree sul punto dimostrano, infatti che a seguito l’interruzione del trattamento, ‘le condizioni di Gioele hanno ripreso a regredire e sono da ultimo ritornate a livelli di alto allarme per la sua sopravvivenza’ sul punto che il padre Rosario, ha, anzi, fornito precise indicazioni temporali avute dai medici che hanno attualmente in cura il piccolo, secondo cui, che non intervenga alcun fattore di sorpresa nel giro di poche settimane, le condizioni del piccolo potrebbero precipitare irreversibilmente verso un imminente decesso".
Nell’attesa che il nuovo giudice possa riconfermare la sentenza di Genna, i genitori di Gioele hanno ottenuto una giustizia inseguita e combattuta con estrema tenacia da troppi lunghi anni. Oltre la sua grave malattia, Giole ha dovuto fare i conti con un sistema irrazionale che vede primeggiare la malasanità italiana e l’indifferenza di chi è preposto alla tutela dei malati e della giustizia sociale. Gioele con la sua battaglia di civiltà è entrato di diritto nella storia della malasanità italiana. I suoi genitori ieri, hanno voluto far partecipi gli amici e i supporters della propria guerra in una trincea invisibile ma concreta, combattuta in solitudine anche da parte di altre famiglie di malati che potevano amplificare con il proprio peso la richiesta dei diritti del malato. Vi riportiamo le parole di papà Antonio, perché nessuna sofferenza può essere raccontata se non con le proprie emozioni: “Dopo due anni e sette mesi di lotta contro L’ASP per la mancanza assistenza domiciliare per i malati gravi come mio figlio GIOELE, con varie denunce sia civile che penali, dopo tanti questioni, liti, delusioni, rabbia, dopo vari incontri con la Borsellino Assessore alla sanità in Sicilia , dopo avere avuto contatti in tutta Italia, oggi possiamo confermare……LA VITTORIA.
Confermato dalla ASL di Marsala Di Trapani Di Palermo, nel nostro territorio che da oggi ci sarà assistenza adeguata per i malati gravi. Gioele da oggi apre un nuovo capitolo in Sicilia per lui e per tutti i ‘gioiellini’ presenti e che verranno in futuro, cosa che io spero che siano meno possibile. La cosa più amara che non posso accettare è nel dover sentire che per creare nuove realtà ci deve essere sempre chi deve lottare con fatica. Mi sento di ringraziare per questa vittoria di civiltà, per il loro aiuto in questo lungo percorso alcune persone, come la Senatrice Bonfrisco, il Senatore Lumia, il dr Lipari, il sindaco Giulia Adamo, e per finire per ultima, ma non per importanza Chiara Mastella. Lei è stata il perno più importante in questa triste e assurda lotta. Chiara Mastella con la sua grinta, tenacia e la sua conoscenza è stata capace in sette mesi circa, di fare si che tutto ciò diventasse realtà. Gioele dopo due anni e sette mesi può tornare a casa con la sua famiglia. Ringrazio Mastella e tutti coloro che ho nominato, grazie anche a mia moglie che non mi ha mai lasciato da solo in questo lungo calvario, e un grazie particolare va per il protagonista, mio figlio Gioele.. amore tu sei venuto al mondo con lo scopo proprio di migliorare il mondo, grazie amore mio. Per tutte le famiglie con figli disabili che ho contattato cercando aiuto e che mi hanno ignorato totalmente perché pensavano che io fosse solo in pazzo convinto di cambiare le cose, vi dico oggi, eccovi serviti! Spero solo che in futuro il nome di mio figlio non venga dimenticato, ma che venga ricordato come il piccolo Gioele che con il suo dolore ha permesso che tutti i malati presenti e futuri fossero rispettati per come meritano. Lo avevo giurato che non mi sarei fermato finché tutto ciò non fosse reso reale, oggi posso dire c'è l’ho fatta, felice per mio figlio e per tutti coloro che ne avranno bisogno. Un pensiero alla Lorenzin e alla Borsellino che dopo vari contatti non hanno fatto altro che prendermi in giro…..
Questa è il riconoscimento dei diritti di Giole: Infermieri professionali 8 ore al giorno per 7 giorni settimana. Più 4 ore messi dal comune totale 12 ore, terapista della riabilitazione 3 accessi settimana, medici della online 2 accessi settimana, logopedista 2 accessi settimana, assistenti sociale 1 accesso settimana, psicologo 1 accesso settimana PLS 1 accesso settimana, pediatra 1 accesso settimana.
Più 118 avvisato in caso di chiamata da parte della famiglia Genova per Gioele, ambulanza urgente con rianimatore, cosa anche mancante da noi ,assurdo ma vero".
Con un urlo di gioia Antonio riaccende la forza e risveglia le coscienze di tutti con un emblematico e ed energico “Vittoriaaa Gioele casaaaaa". Una piccola grande conquista. Un papà e una mamma che hanno insegnato alle istituzioni e alla comunità tutta, che la civiltà in questo paese è vittima del silenzio delle istituzioni sanitarie e del governo stesso. L’Osservatore d’Italia manda un bacio al piccolo Gioele e alla famiglia Genova: " Ci avete insegnato che il mondo davvero si può cambiare".
Due riflessioni poniamo al Ministero della Salute e al Governo tutto: E' etico riportare nelle aule di un tribunale, depredando denaro pubblico, i malati dopo che un giudice gli ha riconosciuto il diritto a curarsi, privandolo dell'unica chance che gli permetta di vivere nella giusta dignità che dovrebbe avere ogni essere vivente? Esiste una giustizia sociale che tuteli tutti i malati allo stesso modo, anche quelli che non possono permettersi battaglie legali onerose?
Neanche le elezioni euorpee alle porte son riuscite a svegliare da questo torpore dell'ingiustizia e purtroppo alcun partito al parlamento ha pensato di spendersi per far rispettare la nostra magnifica costituzione…un bel vedere ovviamente!
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