Marsala, Lido Due Torri: riscoppia il caso

 

di Ivan Galea

 

MARSALA – A Marsala sarà presentata una mozione in Consiglio Comunale per non concedere il rinnovo della concessione al Lido "Le due Torri" nella suggestiva e turistica San Teodoro. Primo firmatario di questo atto politico è il consigliere comunale di “Cambiamo Marsala” Daniele Nuccio e la proposta sarà discussa in una delle prossime sedute consiliari.

Tutto è partito da È stato proprio il nostro quotidiano L'Osservatore d'Italia a sollevare il caso del lido "Le Due Torri" di San Teodoro a Marsala, circa un anno fa. Caso poi ripreso dalle testate locali siciliane. Siamo andati a visitare di persona la spiaggia e un uomo ci disse che il lido era di sua proprietà e che quindi non si poteva sostare ma solo transitare. Abbiamo incontrato tanti altri turisti, del nord Italia e di altre parti della Sicilia, anche loro scioccati dal comportamento dell’uomo che li aveva persino cacciati dall’acqua perché si trovavano nello spazio dov’erano presenti giochi e altalene.

La versione dei gestori Il nostro quotidiano ha voluto ascoltare anche la versione dei proprietari del Lido di San Teodoro: Giuseppe De Vita e Ombretta Nizza e il loro legale l’avvocato Giacomo Frazzitta. In una lunga ed articolata video intervista di 45 minuti i gestori e l’avvocato hanno risposto  ad alcune domande che abbiamo rivolto loro per chiarire i molti dubbi in merito a quanto successo,

La mozione di ""Cambiamo Marsala" "Da un anno seguo la vicenda, – ha dichiarato il consigliere comunale Daniele Nuccio – ho pubblicato qualche mese fa le risultanze di un accesso agli atti che avevo portato avanti e adesso la palla passa all'assemblea. Sono certo – prosegue Nuccio – che l'intero Consiglio Comunale sarà dalla nostra parte in questa battaglia, dalla parte di quanti (troppi) sono stati mortificati, oltraggiati da chi ha confuso i concetti di 'concessione' e 'proprietà' ." All'origine della mozione, quindi, la moltitudine di segnalazioni da parte di cittadini in merito al comportamento tenuto dai titolari della società “Laguna dello Stagnone s.a.s. che gestisce il Lido "Le Due Torri" a San Teodoro. Nella mozione si legge di comportamenti abituali da parte dei gestori verso "malcapitati passanti o turisti che volevano fruire della battigia (o come in uno dei casi più recenti accompagnare una bambina da poco dimessa da un ospedale nel quale era stata operata), si invita la sezione competente del TAR Sicilia a prendere in considerazione prima di pronunciarsi sul caso, la ferma posizione del Consiglio Comunale nel consigliare la revoca della concessione demaniale, alla luce di quanto constatato negli ultimi anni, nonché dei comportamenti sopra descritti, così come delle più volte appurate manchevolezze relativamente alle autorizzazioni comunali, sanzionate in più occasioni dal Comando della Polizia Municipale“




MARSALA, SAN TEODORO: IL GIALLO DEI CAMION ALL'ISOLA LUNGA


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di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – Lo scorso mese di agosto ci siamo recati presso la riserva naturale Isola Lunga a Marsala, attraversando quella lingua di mare che la separa dalla spiaggia di San Teodoro e salendo il piccolo molo in legno, che ormai è diventato l’ingresso principale per i turisti che visitano questa riserva naturale in maniera assidua, quello che si è presentato dinnanzi ai nostri occhi ci ha letteralmente sorpresi.
 
Fibrocemento, vetroresina, materiale che ricorda l'eternit e che qualora la notizia trovasse conferma si tratterebbe di un pericolo amianto, è quanto abbiamo visto sull’isola, non appena varcato l’ingresso, Visitando l’area abbiamo trovato cisterne e altro materiale accatastato, ma anche frigoriferi e copertoni abbandonati vicino al mare. Quanto visto e documentato su quella che dovrebbe essere una riserva naturale ci ha spinti ad approfondire l’argomento e così abbiamo deciso di contattare la direzione ambiente del Libero Consorzio Comunale di Trapani che in merito alla situazione della riserva naturale ci ha riferito che non si esclude la presenza di amianto.
 
Inoltre è emerso che L’Ente Consorzio ha indetto una gara negoziata per bonificare l’area dall’amianto che è stata vinta con un singolare ribasso d’asta del 52,2%  dall'associazione temporanea di imprese (ATI) UGRI S.N.C. di Urso Massimiliano & C. – I.S.E.A. S.R.L.
 
E’ emerso inoltre che per partecipare al bando indetto dall’ex Provincia, per bonificare l'area, era necessario essere iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in cui sono comprese le categorie di raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi, di bonifica di siti contenenti amianto: materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi e di attività di bonifica di beni contenenti amianto.
 
Le saline che si trovano all’interno della Riserva Naturale versano in uno stato di completo abbandono 

Pochi giorni fa ha avuto luogo presso il Tribunale di Marsala la terza udienza del processo che vede imputata  per violenza privata e occupazione abusiva la signora Ombretta Nizza, titolare del lido Tre Torri di San Teodoro a Marsala e difesa dall’Avvocato Giacomo Frazzitta. La decisione di portare in aula di Tribunale la Signora Nizza è stata presa dalla Procura della Repubblica di Marsala per i reati  già citati.

Il tutto è scaturito in seguito ad una denuncia dell’Avvocato Scimemi. La vicenda ha avuto inizio nel 2011 quando la Sosalt non riusciva ad attraversare il tratto di mare che collega San Teodoro e l’Isola Lunga poiché la Signora Nizza, a quanto afferma la ditta, non rimuoveva i giochi in acqua e le altalene che ostruivano il passaggio. In aula è stato ascoltato il Sergente Mancuso, assenti invece i testi Arena e D’Alì. Il primo step di domande lo ha fatto il Pubblico Ministero chiedendo il tipo di accertamento svolto, l’estensione del lembo di occupato dalla Signora Nizza e se fu fatta un’ingiunzione di sgombero. L’aula si riempie, c’è silenzio e l’Avvocato Frazzitta inizia a porre diverse domande partendo da un semplice quesito, ma fondamentale, perché ci si reca presso la signora Nizza a fare i controlli? Le domande incalzano e si cerca di capire meglio come mai in una riserva naturale si facciano passare i camion, l’avvocato chiede se la zona è una riserva naturale è il Sergente conferma. 
 
Nel corso dell’intervista fatta ai gestori del lido dove spiegavano le vicissitudini subite negli anni, ci hanno mostrato le foto dei camion che attraversavano la spiaggia di San Teodoro in direzione Isola Lunga e alcuni di questi prendevano fuoco in mare con la conseguenza di disperdere il carburante in un'area naturale protetta..
 
Il passaggio generava enormi solchi e gravi danni all’ecosistema marino poiché i camion in questione non erano idonei all’attraversamento e inoltre, faceva notare in maniera molto arguta l'avvocato Frazzitta, non è previsto nel codice della navigazione che un camion possa attraversare il mare, soprattutto una riserva naturale.
 
In seguito a quanto emerso e alla vicenda che stiamo seguendo con molta attenzione, abbiamo fatto un salto indietro ad agosto di quest’anno, quando abbiamo fatto il reportage presso l’Isola lunga. Ispezionando il territorio in quell’afoso pomeriggio siamo giunti nella zona centrale, precisamente in una costruzione edile, dove nel retro, poco visibili ai meno attenti abbiamo trovato e fotografato tre camion. Questi mezzi erano della stessa tipologia mostrataci in foto dai proprietari del lido.
 
Uno dei camion era sprovvisto di targa e un altro aveva una targa soltanto sul vetro anteriore, il terzo invece aveva le targhe posizionate in maniera regolare. In seguito ad alcune verifiche che abbiamo svolto abbiamo scoperto che i camion appartengono alla società Renda, che si occupa di trasporto. I camion sono alimentati a gasolio ergo altamente inquinanti per l’ecosistema dell’isola. Per quanto riguarda la presenza dei camion e di altri dettagli ne abbiamo parlato in un’accurata intervista fatta all’avvocato Frazzitta qui in basso. Da evidenziare infine che oltre ai camion c’erano mezzi che vengono normalmente utilizzati per asfaltare le strade. Come mai si trovano in una Riserva Naturale?
 
Intervista all’Avvocato Giacomo Frazzitta
 
E’ stata la Sosalt Srl a portare in aula di Tribunale la Signora Nizza?
No, a portare in aula di Tribunale la Signora Nizza è la Procura della Repubblica di Marsala per il reato di violenza privata e occupazione abusiva. E’ chiaro che tutto scaturisce da una denuncia dell’Avvocato Scimemi che lamentava che le altalene davano fastidio per i camion. Quindi praticamente queste altalene davano fastidio ai camion Euro1 anzi -1. Sul lido c’è stato un sequestro che è durato un paio d’anni, io sono riuscito a far dissequestrare l’anno scorso, quindi dal 2012 al 2014 sono stati chiusi. Io poi nel frattempo, in questo momento, stiamo preparando un’opposizione alla richiesta d’archiviazione e la Procura di Trapani ha svolto un lavoro eccellente di verifica di tutte le questioni amministrative che erano sospese a questo passaggio dei camion, rilevando che la salvaguardia dell’ambiente è stata in realtà dagli enti che avrebbero dovuto tutelarlo, ed è un fatto di una gravità inaudita, perché tra la salvaguardia dell’ambiente con –per esempio- gli studi geologici d’impatto di questo passaggio di camion, il ripristino del molo, tutte questo non veniva fatto dalla Sosalt, la Sosalt continuava a ricevere per ogni anno, un’eccezionale autorizzazione dall’ARPA che sarebbe l’ente regionale che si occupa di risorse ambientali e di tutela dell’ambiente e l’ARPA rilasciava eccezionalmente ogni anno questa autorizzazione a discapito di tutte le attività recettivo-turistiche che invece, nel momento in cui si  creava un’ostruzione elementare al passaggio dei camion venivano immediatamente revocate. Con una velocità e con un’attenzione da parte degli organismi di tutela dell’ambiente esagerata se messa a confronto con l’inosservanza plateale e macroscopica delle norme alla salvaguardia che invece venivano sottomesse alla volontà della Sosalt. Se noi pensiamo che il sequestro è cominciato con l’immobile. Nel 2011 la Capitaneria di Porto avevano riscontrato che c’erano questi giochi, queste attrezzature ludiche che potevano ostruire, contestualmente avveniva questo e contestualmente la Procura di Marsala richiedeva che venissero tolti questi mezzi e che anche si procedesse a consentire ai camion di passare, contestualmente la stessa Procura faceva un’indagine nel febbraio del 2011 poiché era stato rilevato che il punto di passaggio dal mare all’isola da parte dei camion era stato fatto con uno scivolo di cemento armato abusivo. 
 
Lei ha chiesto al militare nel corso dell’udienza se fosse a conoscenza di un’indagine in merito alla costruzione di un illecito proprio sull’Isola, in merito a questa costruzione di un illecito citata in sede processuale volevo chiederle se si riferiva a qualcos’altro
No mi riferivo esclusivamente a questo e soprattutto la tempistica in cui ciò avveniva cioè mentre la Procura stessa interveniva per far passare i camion, allo stesso momento la Procura stessa era a conoscenza, attraverso dei sub che avevano fatto degli accertamenti il 17 febbraio 2011, era a conoscenza del fatto che c’era uno scivolo abusivo. Tutto questo mi sembra veramente incredibile perché se c’è uno scivolo abusivo e se dei camion passano attraverso il guado e cioè in una zona marina protetta è evidente che siamo di fronte ad una macroscopica violazione di tutte le norme, e tutto ciò ha determinato un vantaggio in questi anni per la Sosalt, perché è chiaro che la Sosalt in questa maniera risolveva mille problemi, non andava a fare il ripristino del molo. E’ chiaro che tutto questo veniva messo da parte per l’interesse della Sosalt a proseguire in questo percorso altamente inquinante. La Sosalt, vedendo le condizioni dell’Isola Lunga, perché non segnalava quelle condizioni all’autorità Giudiziaria.
 
Avvocato un’altra domanda, lei quando ha rivolto le domande al Militare ha parlato della Capitaneria di Porto; la Capitaneria di Porto che ruolo ha in questa vicenda?
La Capitaneria di Porto ha avuto un ruolo di gestione del traffico in mare da parte degli automezzi terrestri non anfibi e quindi regolamentava questa randagia. Per cui diciamo che c’è tutta una serie di inerzie, di trascuratezza, di disattenzione, in cui fa da contraltare una condotta di disciplina severa nell’attenzione dell’attività recettiva turistica condotta dalla Signora Nizza, cioè c’è questo bianco e nero che salta in evidenzia leggendo gli atti d’indagine che la Procura di Trapani ha adesso posto in discovery perché ha fatto la richiesta di archiviazione reputando non sussistente il reato di abuso d’ufficio nei confronti di tre dirigenti tra cui anche il dirigente dell’ARPA e un dirigente della Provincia regionale di Trapani. Però noi stiamo proponendo opposizione alla richiesta di archiviazione poiché reputiamo; uno ritenendo fondato l’illecito, la Procura di Trapani tuttavia ritiene non integrato il reato di abuso d’ufficio. L’interpretazione è errata per cui abbiamo proposto opposizione anche chiedendo non solo che si proceda al rinvio a giudizio nei confronti di chi ha commesso questi gravi reati, ma inoltre di valutare l’opportunità di fare un approfondimento ulteriore. Quindi diciamo che questo è il quadro in questo momento della vicenda che è in evoluzione in senso positivo, noi ci auguriamo che il gip che assumerà l’incarico di valutare la nostra opposizione alla richiesta di archiviazione ci dia ragione perché significherebbe che partirebbe un processo per abuso d’ufficio ma forse anche processi per reati più gravi, sempre contro la pubblica amministrazione e contro chi si è macchiato di questi abusi che hanno a loro volta causalmente determinato un grado d’inquinamento della zona marina protetta. 
 
Lei chiede al Militare come avveniva il trasporto del sale e il Militare ha risposto che il trasporto del sale era autorizzato dall’ex provincia. Esiste questa autorizzazione?
Certo che esiste, era un’autorizzazione che in alcuni anni veniva meno, rimanendo quella dell’ARPA, poi alcuni anni c’era quella dell’ARPA, quella della Provincia Regionale e quella della Capitaneria, poi alcuni anni c’era quella dell’ARPA e quella della Capitaneria, insomma i pareri e le autorizzazioni e i provvedimenti di regolamentazione di questi trasporti in ogni caso erano sempre, o abusivi evidentemente o mancanti addirittura di tutto. La cosa che mi stupisce è che la Procura della Repubblica di Marsala imbastisce il secondo provvedimento contro Nizza, il primo era per tentata estorsione addirittura nei confronti del marito e sono stati assolti tutti e ha subito pure sei mesi di carcerazione nel 2008 il Signor De Vita e poi assolto. Quindi se la Procura, non intendo necessariamente questa Procura ma in generale i sostituti che si sono succeduti dal 2008 ad oggi, all’analisi di questa vicenda, diciamo che i sostituti hanno avuto poca attenzione all’analisi di questi atti per cui direi hanno avuto, direi, una disattenzione. E’ chiaro che avranno avuto le loro ragioni ma se avessero preso tutta la documentazione acquisita dalla procura di Trapani forse ne sarebbe uscito un quadro differente sul trasporto di questi automezzi perché in ogni caso sia la prima volta che la seconda i procedimenti erano occupazione abusiva, per estorsione e oggi per violenza privata cioè sempre riconducibili al trasporto dei camion.
 
Avvocato ma allo stato attuale i camion possono stare sull’Isola Lunga?
I camion non possono stare sull’isola, c’è un problema proprio di abbandono di carcasse quindi credo sia una responsabilità non indifferente. C’è un reato penale grave, carcasse abbandonate addirittura in una zona marina protetta, dovrebbero indignarsi tutti di questo, ma continuano a guardare semplicemente se l’ombrellone della Signora Nizza è messo dritto o è messo storto.
 
Quindi a prescindere dal fatto se l’isola sia di un privato o meno un camion li non può starci
Certo, neppure a casa nostra può stare un camion abbandonato con perdita di olio, di idrocarburi o di altro. Non esiste. Tu non puoi a casa tua inquinare il tuo pezzo di terreno. La norma sull’inquinamento è particolarmente restrittiva, le norme attuali sono particolarmente restrittive, quelle varate ultimamente. Siamo dinnanzi ad una condizione che seppur in un ambiente privato è comunque reato, a maggior ragione se l’ambiente privato è inserito in un contesto di area protetta.



MARSALA, LIDO LE TORRI DI SAN TEODORO: NUOVI SVILUPPI

 
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di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – L'articolo de L'Osservatore d'Italia che ha sollevato il caso del lido Le Torri di San Teodoro a Marsala non è passato certamente inosservato, infatti una moltitudine di persone hanno fatto sapere di aver vissuto una situazione simile a quella descritta sul servizio. E sembrerebbe che la nostra inchiesta abbia scosso gli umori anche della politica;
 
Le segnalazioni in merito sono tante e il lido Le Torri è ora al centro dell’interrogazione parlamentare all’Ars del M5S, prima tra tutte la deputata Cinquestelle Valentina Palmeri. Ciò che chiede la parlamentare è di svolgere accertamenti in merito a quanto accaduto e verificare se vi siano realmente catene che impediscono l’accesso.
 
Noi de L’Osservatore d’Italia abbiamo chiaramente visto le catene che chiudevano l’accesso alla spiaggia e documentato, con tanto di registrazione, un signore che ci imponeva di non sostare su quel luogo. 
 
La parlamentare ha dichiarato inoltre che se è vero che viene imposto un divieto di sosta al lido, se viene imposto l’allontanamento e se l’allontanamento è attuato anche davanti al lido in acqua allora “si provveda urgentemente a sanzionare i gestori del lido Torre San Teodoro, in quanto il comportamento tenuto sarebbe infatti in palese contrasto con tutte le normative afferenti alle concessioni demaniali delle spiagge”.

E’ stata resa nota anche una dichiarazione da parte del Presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala, Ing. Gaspare Giacalone che ha riferito: “ In questi giorni molti dei nostri associati mi hanno contattato per prendere posizione nei riguardi del Lido a San Teodoro, dove, secondo alcuni, il gestore ha avuto numerosi diverbi con i turisti che hanno il piacere di raggiungere l’estremo lembo di mare che divide l’Isola Grande dalla terraferma.
Molti di noi si prodigano quotidianamente per fare arrivare qualche turista in più, raccogliendo la tassa di soggiorno, facendo sconti particolari, proponendo posti da visitare (molti di noi hanno invitato gli ospiti a raggiungere quel posto dove a piedi si può guadare quel tratto di mare e raggiungere la spiaggia “Tahiti”, come segnata nelle nostre cartine turistiche) per allungare di qualche giorno la permanenza. Tutto questo lavoro invisibile potrebbe venire meno per colpa di qualche operatore turistico poco incline al rispetto del turista: un bene molto prezioso, a cui Marsala non può assolutamente rinunciare. Che fare? Che dire? Come attivarsi? Bisogna attivare tutti i tipi di controlli e fare rispettare le leggi e i regolamenti: ricordo che recentemente in città per qualche metro di suolo pubblico in più ci sono state multe salate per i gestori, i quali devono, a poco a poco, capire che hanno in concessione un bene che è proprietà di tutti.”

Intanto sembra siano partiti i primi controlli da parte degli uomini della Capitaneria di Porto e dei Vigili Urbani che si sono recati presso il lido per effettuare delle verifiche.

 




MARSALA, LIDO LE TORRI DI SAN TEODORO: SCOPPIA IL CASO

 

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di Angelo Barraco

Marsala (TP) – Non c’è tregua per il lido Le Torri di San Teodoro, uno dei posti più belli di Marsala, situato in una punta estrema, spalmato in una lingua di mare che collega le isole e affianca le saline e meta di turismo da ogni parte del mondo. Il lido sembra essere diventato l'aula di un Tribunale dove va in scena la consueta arringa tra il bagnante e il gestore del lido. Questo luogo suggestivo si trova alla riserva dello stagnone e ogni turista è libero di raggiungere la suggestiva Isola Lunga.

Noi de L’Osservatore D’Italia ci trovavamo li in quel tratto di spiaggia dopo il lido vicino le alghe. Abbiamo messo le nostre cose sul muretto e siamo andati al mare. Al nostro rientro dal mare è sopraggiunto un signore che ci rimproverava affermando che eravamo a casa sua. L’uomo ha ribadito che la spiaggia era di sua proprietà e che non si poteva sostare sulla battigia ma soltanto transitare e che nemmeno i nostri zaini potevano stare appoggiati su quel muretto.Stupiti e increduli da tutto ciò ci siamo quindi recati all'ingresso della spiaggia del Lido Torre San Teodoro dove è presente un cartello che riporta svariati divieti, controlliamo se c’è il timbro del Comune, ma il cartello risulta privo da marchi, chiediamo quindi all'uomo dove fosse il timbro comunale, ma non ci arriva risposta. Altri cartelli pieni di divieti e privi del timbro comunale sono presenti molti metri prima dell'ingresso e a ridosso della spiaggia dove è presente anche una catena che chiude parte dell'accesso alla spiaggia. Incontriamo tanti altri turisti, soprattutto del nord Italia, scioccati dal comportamento dell'individuo che li aveva persino cacciati dall’acqua perché si trovavano nello spazio di mare dove l’uomo ha giochi, altalene ecc.

I turisti amareggiati vanno via, ma c’è chi ricorda il passato di questo lido che era stato posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Marsala. Il tutto è iniziato con una nota presentata nel gennaio del 2011 dalla società SOSALT s.p.a. che è l’affittuaria delle saline che si lamentava delle difficoltà di attraversamento del tratto di mare tra San Teodoro e l’Isola Lunga. La concessionaria del lido O. N., impediva il transito dei mezzi con le altalene posizionate in acqua e i giochi. Il lido, dopo una serie di vicissitudini era stato chiuso e con esso anche il ristorante.

Il consigliere comunale Daniele Duccio: "Pensare di sviluppare il turismo con questi atteggiamenti è assolutamente improbabile". "E' estremamente grave che dei titolari di strutture balneari confondino il fatto di essere concessionari di un'area con l'esserne padroni. – Commenta il consigliere comunale Daniele Nuccio sul proprio profilo Fb – Questo è un'atteggiamento – prosegue il consigliere – che non può essere tollerato minimamente. Personalmente (per il ruolo che mi è stato assegnato) mi riservo di andare a trovare tutta la documentazione relativa al caso. Pensare di sviluppare il turismo con questi atteggiamenti è assolutamente improbabile. Le vicissitudini relative alla storia di questo lido sono innumerevoli, se però si leggono le recensioni su "TripAdvisor" e si scopre che tutti i commenti cominciano con "Carissimo!", "Evitatelo!", Non ci andate!", "Scandaloso", "Un paradiso in mano a sciacalli!", ecco che quanto sopra detto comincia a rendere un pò meglio l'idea. Invito ufficialmente la titolare dello stabilimento Sig.ra Ombretta Nizza – conclude Daniele Nuccio – a fornire opportune spiegazioni pubblicamente. Temo che la misura sia colma."

Il Movimento 5 Stelle di Marsala ha scritto al sindaco e al Comandante della Polizia Municipale sollecitando controlli sul caso in questione.

Cosa dice la legge in merito. La normativa (art. 11 comma 2 lettera d Legge 15 dicembre 2011 n. 217) dice: “fermo restando, in assoluto, il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione, disciplinare le ipotesi di costituzione del titolo di uso o di utilizzo delle aree del demanio marittimo”  La legge recita chiaramente che i concessionari devono riconoscere e garantire il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione a tutti, anche a chi non è cliente.




MARSALA, SPIAGGIA DI SAN TEODORO: "LA SPIAGGIA E' NOSTRA E DOVETE ANDARE VIA"

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di Angelo Barraco

Marsala (TP) – “Noi eravamo stupiti da tutto ciò e abbiamo chiesto spiegazioni, ma l’uomo ha ribadito che la spiaggia era di sua proprietà e che non si poteva sostare sulla spiaggia ma soltanto transitare e che nemmeno i nostri zaini su quel muretto potevano stare. Stupiti e increduli da tutto ciò ci rechiamo a Lido Torre San Teodoro all’ingresso della spiaggia dove c’era un cartello con dei divieti, andiamo a controllare se c’era il timbro comunale che ne confermava la veridicità, ma non c’era nessun timbro, chiediamo all'uomo dove fosse il timbro comunale ma non ci arriva risposta. Allora incontriamo tanti altri turisti, del nord Italia, di altre parti della Sicilia che erano scioccati dal comportamento dell’uomo che li aveva persino cacciati dall’acqua perché si trovavano nello spazio d’acqua dove l’uomo teneva giochi, altalene ecc. Inoltre c'era un altro cartello uguale di divieti molti metri prima dell'ingresso, uno a ridosso della spiaggia dove vi era anche una catena che chiudeva anche parte dell'accesso alla spiaggia.  Noi che facciamo? Decidiamo di ritornare sullo stesso punto dove ci trovavamo all’inizio ed ecco che cosa è successo. (Guardare il video allegato)

Approfondiremo l'argomento nelle sedi competenti.

Ha collaborato: David Sciacca