Marocco, terremoto magnitudo 7.0: il bilancio di morti e feriti si aggiorna di minuto in minuto

Forte scossa di terremoto – magnitudo 7 della scala Richter – nella regione di Marrakech, in Marocco. Al momento si contano 632 morti e 322 feriti.

Il primo bilancio è stato fatto dal ministro dell’Interno marocchino. I sismografi hanno registrato la scossa alle 23.11 di venerdì 8 settembre. L’epicentro è stato localizzato al centro del paese, a 16 chilometri del villaggio Tata N’Yaaqoub, nel municipio di Ighil, 72 chilometri a sud-ovest di Marrakech. La scossa però è stata sentita lungo tutta la dorsale dell’Atlante, a Merzouga, una delle porte del deserto, Taroudant, Essaouira e Agadir e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca, fino a Rabat. Il movimento ondulatorio è durato circa 30 secondi. Ingenti i danni materiali. Sono state mobilitate le forze dell’ordine, la protezione civile e il personale medico e paramedico per predisporre un eventuale piano di emergenza.

“Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oggi a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha appreso con dolore il tragico bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Marocco”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. “Meloni – si spiega – ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza”.

Il bilancio del sisma si aggiorna di minuto in minuto, man mano che arrivano i dati dalle città e soprattutto dalle località di montagna vicine all’epicentro. I paesi che punteggiano l’Atlante sono molto poveri, spesso non hanno collegamento internet e le case sono costruite con il caratteristico muro a pisé, realizzato in paglia, fango e sassi. Grande paura soprattutto nella medina di Marrakech, dove le parti più fragili delle mura che circondano il centro storico sono crollate. Hanno ceduto alcune abitazioni, nella piazza Jamaa el Fna è crollato il minareto di una piccola moschea vicino allo storico ‘Café de France’.

Si segnalano danni nella kasbah di Marrakech e crolli di abitazioni nella zona a nord est. In città nuova ci sono crepe nel campanile della chiesa cattolica di Gueliz. Crolli di facciate a Essaouira, sull’Oceano atlantico e a Ouarzazate, nel centro Sud. In migliaia si sono riversati per le strade della città nuova di Marrakech e nei vicoli della medina, in preda al panico. Elettricità e collegamento internet sono mancati a lungo. Il centralino dell’ambasciata italiana a Rabat ha ricevuto numerose chiamate soprattutto da parte di turisti che chiedono di rientrare a casa. Al momento gli aeroporti sono chiusi e riapriranno sabato mattina.

“Estremamente addolorato per la perdita di vite umane a causa del terremoto in Marocco”. Prima di accogliere i leader al G20 di New Delhi, il primo ministro indiano Narendra Modi con un tweet ha espresso vicinanza al Paese nordafricano colpito dal sisma. “In quest’ora tragica, i miei pensieri vanno al popolo del Marocco – ha aggiunto -. Condoglianze a coloro che hanno perso i loro cari. Possa chi è rimasto ferito riprendersi al più presto. L’India è pronta a offrire tutta l’assistenza possibile al Marocco in questo momento difficile”.




Marocco, bimbo caduto in un pozzo. Al Jazouli: “Lo tireremo fuori oggi”

In Marocco i soccorritori sono entrati nel tunnel scavato per estrarre il piccolo Rayan dal pozzo in cui è caduto quasi cento ore fa. Nel tunnel è entrata anche una squadra di medici, pronti a prestare il primo soccorso al bimbo di 5 anni, di cui si ignorano al momento le condizioni di salute.

Sul posto è presente anche un elicottero della gendarmeria reale marocchina, pronto a trasportare il bambino in ospedale.

“Rayan è vivo, lo tireremo fuori oggi”.

L’annuncio arriva dal direttore delle operazioni di soccorso, l’ingegnere Mourad Al Jazouli. Sono passate da poco le 17.30 e tutto è pronto per il finale di questa corsa ad ostacoli e contro il tempo per salvare il piccolo, caduto in un pozzo martedì scorso.

Il tunnel è stato completato intorno alle 13.30 il tunnel. Intanto la polizia ha disposto un cordone di sicurezza attorno al pozzo dove si trova Rayan, perché l’elicottero di soccorso possa atterrare. La folla scandisce ‘Allah ou akbar’, in attesa di vedere il piccolo. E si diffonde la notizia dell’arresto della donna che nei giorni scorsi aveva creato un finto profilo Twitter e aveva comunicato la falsa notizia della morte di Rayan. La polizia giudiziaria l’ha rintracciata e arrestata in meno di 12 ore.

Gli abitanti del posto si sono fatti carico di ospitare i numerosi volontari che sono arrivati a Tamrout nella speranza di poter essere utili. Le preghiere per Rayan risuonano ogni giorno nelle 60 mila moschee del Marocco. Poi c’è anche chi specula sulla tragedia. Una pagina Facebook è stata creata a nome del padre di Rayanche in realtà non ha nemmeno un telefono cellulare. E c’è chi approfittando dell’onda di emozione suscitata dal caso ha creato magliette che si vendono a 16,68€, spedizione inclusa.




Marocco – Spagna – Italia, smantellato traffico droga destinato a Roma Centro: contatti con la camorra

ROMA – Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nelle province di Roma, Frosinone e Torino, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per 10 persone, 7 di origine marocchina, un algerino, un italiano ed un albanese che avevano dato vita ad un traffico internazionale di droga, prevalentemente hashish, importata dal Marocco, tramite la Spagna, e quindi distribuita nelle principali piazze di spaccio romane, ma anche in altre province italiane.

L’operazione, convenzionalmente denominata “NADIR 2”, è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia e con il fondamentale contributo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.).

Il gruppo criminale trattava consistenti quantitativi di sostanza stupefacente, hashish, marijuana e cocaina, adottando raffinate tattiche sia per occultare la droga, utilizzando “autovetture deposito” parcheggiate in luoghi strategici sia per lo spaccio, sotterrando quantitativi di media rilevanza in parchi e aiuole, per poi prelevarne le singole dosi in modo tale da ridurre il “danno” in caso di intervento delle forze dell’ordine.

Le cessioni agli acquirenti finali, effettuate dai pusher dell’organizzazione, erano dedicate soprattutto ai consumatori delle zone della movida al Pigneto; San Lorenzo; Trastevere; Campo de’ Fiori; Lungotevere, ma anche alle tradizionali piazze di spaccio nei quartieri di Tor Bella Monaca, Centocelle, Borghesiana e Alessandrina.

Nella gestione dello spaccio a San Lorenzo, nel giugno 2016,  gli indagati cittadini marocchini, dopo una violenta rissa, misero in fuga una banda di pusher tunisini che volevano insediarsi nella “loro” piazza di spaccio. Altrettanto violenta era la disciplina esercitata nel gruppo nei confronti di chi sbagliava che subiva interrogatori da parte dei capi, violenze fisiche per ogni supposta  infedeltà o mancanza di cautela nella gestione dei propri compiti. L’indagine dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro ha consentito di accertare responsabilità nei confronti di 28 persone che sono state indagate, di eseguire ulteriori 38 arresti in flagranza per spaccio nonché il sequestro sull’intero territorio italiano di complessivi 16 KG. di hashish, 4 KG. di marijuana e 7 KG. di cocaina. Sempre nel corso delle indagini, sono stati individuati rapporti di alcuni indagati con esponenti di spicco del clan camorristico “Polverino-Orlando” di Marano di Napoli, giunti a Roma per vari summit; sono stati inoltre arrestati, in Spagna, 2 pericolosi latitanti, colpiti da ordini di cattura internazionali per reati connessi agli stupefacenti, uno dei quali, italiano, trovato in possesso di circa 200 kg di hashish e 3 kg di cocaina presso la sua villa-bunker in Andalusia.