MARINO, OCCUPAZIONE OSPEDALE: I LAVORATORI CONFIDANO NELL’ INTERVENTO DI NICOLA ZINGARETTI

Redazione

Marino (RM) – I cittadini, a ragione, reclamano attenzione e garanzie per la sanità pubblica. Iniziative di lotta dei lavoratori e denunce sullo stato precario del “bene ospedale” sono stati addidati in questi giorni da varie forze, tra cui Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Lista Onorati, Rinnovamento Democratico e la Lista Civica S.Maria delle Mole. “Per questo ha ragione il Partito Democratico. Non serve urlare all’emergenza per cercare “una toppa”.  – Dichiarano in una nota dal Partito dei Comunisti Italiani di Marino – Non occorre riaprire una nuova campagna elettorale (come sembra stia facendo con le proprie dichiarazioni il consigliere regionale Adriano Palozzi. L’ha fatto dai gradini della Basilica di San Barnaba e col ricevimento della Polverini discesa dall’elicottero già abbondamente per il Pronto Soccorso, che, appunto non c’è!). – La nota prosegue – Occorre invece indicare soluzioni amministrative, e scelte di metodo democratico per la programmazione futura. E’ saggio, e doveroso, visto anche il silenzio assordante del Comune, che noi come rappresentanti della sinistra storica sul territorio, adottiamo misure politiche di protesta e di proposta. L’occupazione dei lavoratori e degli operatori sanitari sono un segno fortissimo della necessità nei confronti di un intervento di Nicola Zingaretti in quanto Commissario alla sanità del Lazio. La garanzia nel medio periodo, poi, come suggerisce il PD, affinchè l’indirizzo di funzionalità della struttura ospedaliera resti a disposizione della collettività che usufruisce, nel comune e in un bacino di riferimento anche più ampio, dei servizi e dei diritti dello stato sociale. Infine, politicamente, ricordiamo che a nostro parere ciò che può contraddistinguere un percorso democratico e di condivisione per la futura programmazione sanitaria nel Lazio, quindi anche nei Castelli romani e a Marino, passa da due capisaldi: il superamento del Commissariamento della sanità, e la partecipazione trasparente alla creazione e formazione del nuovo piano sanitario regionale. Per questi motivi saremo sabato parte attiva negli incontri proposti dal PD di Marino.

IL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA DI MARINO ESPRIME VICINANZA ALLA LOTTA DEI LAVORATORI DELL’OSPEDALE SAN GIUSEPPE DI MARINO. 

“La situazione di degrado che si verrà ad aggravare nel nostro Comune – dichiarano in una nota da Prc – per la chiusura del nosocomio è uno dei moltissimi casi nel Lazio e in Italia dovuti ad una cattiva gestione della sanità e alla serie di tagli lineari che i Governi che si sono succeduti negli ultimi due anni hanno operato a danno del bene pubblico e per favorire il profitto privato. – La nota prosegue – Più volte abbiamo denunciato il piano bipartisan a livello nazionale di smantellamento della sanità pubblica e le mancate promesse che l’amministrazione di Marino non ha saputo mantenere negli anni se non limitarsi ad una loro rispolverata a ridosso delle tornate elettorali: oggi che i reparti di Pediatria, Nipiologia, Ostetricia e Ginecologia vengono chiusi non possiamo assistere silenziosi al disfacimento di un servizio che rappresenta il fondamento del welfare pubblico, il diritto ad una sanità libera e gratuita per tutti. Ma l’indignazione non può restare solo su carta i giusti appelli all’amministrazione comunale, alla giunta regionale o a qualche altro piano alto del Governo non sono più sufficienti: la protesta dei lavoratori dell’Ospedale a Marino deve essere supportata non solo da quei partiti, come il nostro, che si battono per un’Italia in cui sia garantita uguale istruzione, uguali cure ed uguali opportunità a tutti i cittadini ma è il momento anche che la cittadinanza marinese si dia una scossa e partecipi alla lotta per la difesa del suo Ospedale. – La nota conclude – Non arriverà nessun intervento dalle alte sfere se non partirà una protesta estesa e condivisa da gran parte della popolazione marinese: se non scendiamo ora in piazza a protestare quando l’Ospedale avrà chiuso i battenti sarà troppo tardi.

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MARINO, OCCUPAZIONE OSPEDALE: COMANDINI (IDV) SCRIVE ALL'ASSESSORE ALLA SALUTE REMO PISANI

Marco Comandini – Coordinatore Idv Marino

 

Marino (RM) – Lettera aperta all’Assessore alla salute Remo Pisani

E .p.c.:

Ai cittadini di Marino

Ai consiglieri comunali di maggioranza e minoranza

Agli Assessori Comunali

Ai Segretari dei partito di maggioranza e minoranza a movimenti ed associazioni.

 

Oggetto: Ospedale San Giuseppe di Marino.

 

Più volte abbiamo sollevato come IDV il problema dell’ospedale San Giuseppe e del suo ridimensionamento, della possibile chiusura che vorremmo scongiurare in ogni modo. I nostri timori di chiusura di interi reparti ed ancor peggio di quelli ristrutturati costati circa 7 milioni di euro, sono divenuti realtà. E la preoccupazione è che nonostante gli annunci, non saranno più riaperti. Un danno incalcolabile per i nostri concittadini e per i lavoratori trasferiti tra Frascati Genzano di Roma ed Anzio.

Avv. Pisani essendo lei Assessore alla sanità, le chiediamo di volersi adoperare per convocare ed al più presto un consiglio comunale aperto a tutti, coinvolgendo i responsabili della Asl RomaH e dell’ospedale, i sindacati, e la rappresentanza regionale.

Questo Le chiediamo come cittadini e come responsabili politici che hanno a cuore la nostra città.

Marino 25.06.2013

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CASTELLI ROMANI, RICOVERO ASSISTENZIALE: VIA LIBERA DELLA REGIONE A 280 POSTI

Redazione

Castelli Romani – Un provvedimento che mette fine a uno stato di provvisorietà amministrativa che durava da anni per cinque strutture , tutte nella provincia di Roma: quattro nell’area dei Castelli romani e una nella zona di Subiaco. 

Nel comprensorio castellano  si trovano la  Rsa IL TETTO con 40 posti assistenza residenziale a Marino, la Rsa FONDAZIONE TURATI con 60 posti residenziali a Zagarolo,  IL PIGNETO con 40 posti  residenziali, a Velletri, e  la SACRO CUORE 40 con posti a Lanuvio.  

La Rsa  ICILIO GIORGIO MANCINI è quella più grande: ha 90 posti Assistenza residenziale di "Mantenimento A", più 10 posti semiresidenziali, e si trova in località Altipiani di Arcinazzo, nell’area del Sublacense. 

In totale si tratta di 270 posti di assistenza residenziale e di 10 in semi residenziale. 

Insieme a questi decreti Nicola Zingaretti ne ha firmati altri 16 relativi a strutture ambulatoriali ed importanti cliniche attive sul territorio, come la casa di Cura S. Anna di Pomezia che ha oltre 100 posti letto. 

Dal giorno della sua nomina a Commissario per la sanità, il presidente Zingaretti ha firmato 164 decreti. Di questi 113  riguardano gli accreditamenti definitivi, quindi circa il 70%. 

“Inizia il percorso di messa in sicurezza e costruzione della sanità del territorio. Sul versante della residenze per anziani non autosufficienti – ha spiegato Zingaretti – abbiamo molto da fare. In base ai dati, e considerando anche le riconversioni in corso, mancano ancora circa 3000 posti. La carenza di questo tipo di strutture impatta con i bisogni degli anziani e di quelle famiglie che non possono e non riescono con i ritmi di vita attuali, a gestire un genitore non autosufficiente e in condizioni di estrema fragilità. In questo settore si è perso troppo tempo ed occorre recuperare in fretta”.




MARINO, OSPEDALE: DISPERATA OCCUPAZIONE DEL NOSOCOMIO

Redazione

Marino (RM) – Una delegazione dei lavoratori della Uil Fpl della Roma H, nella giornata di  Lunedi 24 Giugno, hanno occupato l’ultimo piano dell’Ospedale di Marino. A comunicarlo sono il Segretario Responsabile della Uil Fpl di Roma Sandro Bernardini ed il Responsabile territoriale dell’Asl Roma H della Uil Fpl Dante Armati. 

 L’intenzione sembra quella di chiudere l’Ospedale di Marino. Hanno già disattivato i reparti di  Pediatria, Nipiologia, Ostetricia e Ginecologia, e il DH dell’interruzione volontaria di gravidanza; la motivazione è la mancanza di personale da sostituire per il periodo delle ferie estive negli altri Ospedali dell’Asl Roma H. Per questo è stato utilizzato il personale dell’Ospedale di Marino in servizio presso questi reparti  per distribuirli negli altri ospedali della Roma H.

 A nostro avviso – prosegue Armati – le motivazioni sono anche altre, ossia non  hanno voluto o potuto spendere 12.000 euro per assumere a tempo determinato un Ginecologo e 2 Pediatri all’Ospedale di Marino che avrebbe garantito l’efficienza e l’apertura di questi reparti; e questo a fronte dei 7 milioni di euro circa, spesi per la messa a norma ed in sicurezza dell’Ospedale e per ristrutturare questi reparti consegnati il primo giugno del 2013 e disattivati di fatto il 13 Giugno 2013. 

Mercoledì mattina incontreremo il Direttore Sanitario dell’Asl Roma H, insieme a Cgil e Cisl, per discutere di questa problematica e per sapere le sorti future dell’Ospedale Marino.

Chiediamo che la Regione Lazio intervenga direttamente su questa vicenda  – commenta Bernardini – per salvaguardare sia i lavoratori di questo prezioso Ospedale, sia i circa 175.000 utenti privati di queste specialità e costretti a “migrare” verso l’Ospedale di Genzano o il Policlinico Casilino.

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CIAMPINO: L'AEROPORTO CAMBIA VESTE…DA MILITARE A CIVILE

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Pierluigi Adami – comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino

Ciampino (RM) – Il 10 giugno è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto ministeriale, a firma dei ministri della difesa, infrastrutture e economia del governo Monti, che ha trasformato l'aeroporto di Ciampino da militare a civile.

Questo è un altro passo dello sciagurato piano di sviluppo dell'aeroporto di Ciampino, anch'esso firmato dal governo Monti, il quale prevede di portare il traffico dagli attuali 50.000 movimenti aerei annui a oltre 70.000 nel 2020, ignorando le decisioni della Conferenza dei Servizi del 2010, la quale ha stabilito che l'aeroporto produce già oggi un inquinamento acustico ampiamente fuori dai limiti di legge.

Ignorando che le misure ufficiali dell'ARPA Lazio testimoniano continui sforamenti dei livelli acustici e violazioni delle procedure antirumore.

La stessa ARPA, nello studio ambientale CRISTAL aveva stimato, a livello indicativo, in 60 movimenti aerei al giorno – circa 22.000 all'anno – il massimo tollerabile per rimanere nei limiti di legge.

Ignorando le analisi epidemiologiche SERA e SAMBA, fatte dal Dipartimento Epidemiologico Regionale e dalle ASL, rispettivamente sugli adulti di Ciampino e Marino e sui bambini delle stesse aree, che denunciano come l'inquinamento prodotto stia già oggi danneggiando la salute di adulti e bambini delle aree colpite, dove vivono almeno 14.500 abitanti, e delle aree del territorio circostante sorvolate a bassa quota – Cinecittà e Marino – dove ne vivono almeno 250mila.

Ignorando anche la potenziale pericolosità di questo aeroporto, troppo vicino alle case dove abitano migliaia di persone, con una pista corta e chiuso in mezzo ai territori fittamente urbanizzati di Ciampino, Roma e Marino.

Tanto che l'8 giugno il volo Wizz Air, Bucarest – Ciampino, arrivato con un carrello guasto, è andato ad atterrare in emergenza a Fiumicino, dove le piste sono lunghe il doppio e non ci sono case vicino alla pista.

La trasformazione in aeroporto civile permetterà a Enac e al gestore AdR di "liberare" vasti spazi, attualmente utilizzati dall'aeronautica militare, per dedicarli all'aumento dei voli.

Noi non chiediamo la luna, chiediamo allo Stato di rispettare le leggi dello Stato. Chiediamo ai ministri dei Trasporti e dell'Ambiente, alla Regione Lazio, alla Provincia di Roma, ai comuni di Roma, Ciampino e Marino, e alla stessa Enac – che hanno votato le decisioni della Conferenza dei Servizi del 2010 – di imporre a AdR di presentare, alla scadenza di legge del 1 luglio, il piano di abbattimento del rumore che non può che avvenire attraverso una drastica e urgente riduzione dei voli.

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MARINO, CEMENTIFICAZIONE DIVINO AMORE: REVOCARE SUBITO GLI ATTI DELLA POLVERINI

Redazione

Marino (RM) – "No alla cementificazione del Divino Amore", lo dice a gran voce il Pd di Marino tramite la segretaria Franca Silvani. Ecco la nota: 

Come Partito Democratico di Marino abbiamo oggi inviato ai Consiglieri del PD del Lazio, al Presidente della Regione Lazio Zingaretti ed al Presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori una proposta di mozione per chiedere che vengano revocati gli atti adottati dalla Giunta Polverini sul Divino Amore.

Un altro scempio edilizio che non è sopportabile. Dopo la devastante gestione della variante generale al PRG, il duo Palozzi-Polverini vuole mettere le mani in una delle aree più pregiate a ridosso dell'Appia Antica.

Ora basta, non è più sopportabile che si continui a devastare un territorio importante come l’Agro Romano sommergendolo di  cemento e di asfalto! Si continua in questa folle corsa alla edificazione!

Il centro sinistra ed il Partito Democratico hanno un’altra visione del territorio rispetto alla Destra ed è per questo che occorre dimostrare con i fatti questa differenza. Questo non significa zero sviluppo ma al contrario significa tornare a far vivere i propri territori riqualificando l’edilizia esistente e sviluppando le vocazioni locali. E’ questo il metodo per creare nuova occupazione e lavoro.

Chiediamo inoltre alla Regione Lazio e al Presidente Nicola Zingaretti di valutare con attenzione anche le 16 varianti urbanistiche adottate e fortunatamente non ancora approvate che, tutte insieme, rappresentano una ulteriore e non meno devastante azione di aggressione al territorio.

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CASTELLI ROMANI, VITIVINICOLTURA: PRESENTATO IL LIBRO-PROVOCAZIONE DI GIULIO SANTARELLI

Maurizio Aversa 

Castelli Romani – Giustamente Sandro Caracci, già presidente del  Parco dei Castelli romani, intervenendo alla presentazione del libro di Giulio Santarelli “La viticoltura a Roma e nei Castelli Romani – Origini, Sviluppo, Declino e Idee per la Rinascita” edito per i tipi di Pieraldo Editore, che si è svolta a Marino sabato 15 giugno presso il Museo Civico Mastroianni di Marino, ha consigliato la lettura, la riflessione ed ha auspicato l’adozione di comportamenti coerenti (da parte di amministratori e dalla classe dirigente della società marinese e castellana) con alcune indicazioni sulla difesa ambientale che emergono dal libro stesso.

E’ importante questa  indicazione di Caracci perché è uno degli interventi non in scaletta, svolti a ruota libera durante il pomeriggio marinese che ha messo insieme decine di persone che hanno ascoltato tesi proprie dell’autore; approfondimenti linguistici, filosofici e sinottici insiti nel libro stesso svolti dal prof. Franco Campegiani che ama declinarsi filosofo e vignaiolo; spiegazioni e illustrazioni del dott. Gaetano Ciolfi, direttore dell’Istituto Sperimentale per l'Enologia S.O.P. di Velletri. L'esposizione che è stata guidata, come un padrone di casa ospitante da Armando Lauri, sodale culturale e politico, oltre che amico personale di Giulio Santarelli, ha consentito a tutti di presentare aspetti e approfondimenti del testo in presentazione. Noi abbiamo partecipato con attenzione e attivamente, anche alla degustazione dell’ottimo “moscato rosato” servito fresco della cantina Castel De Paolis, l’azienda di Giulio Santarelli che dagli anni ottanta ha curato nella nascita, nella cura, nella ricerca di innovazioni che riconducono alle radici.

Perché, come dice Campegiani, “le radici, sono quanto di più moderno e innovativo, in agricoltura come nelle cose della vita”. Abbiamo ascoltato, dalla voce dell’autore, raccontare – col suo “modo fiume” di essere marinese appassionato nelle cose che affronta – di una analisi, di un convincimento, di una provocazione. Per conto nostro, proviamo a “leggere” quanto da egli proposto in vario modo. L’analisi, ad esempio, soprattutto nei richiami autobiografici, non sempre ci sembrano collimare con la realtà effettuale. Che, invece, viene descritta, a grandi linee per quello che è stata. E’ un “giallo” questo volume. Un giallo di pregio. Ad esempio ha il pregio e il mistero che accompagna ogni narrativa piena di suspence, di inserirci in un ambiente noto, ma presentato come in penombra. Una quotidianità tattile di cui si è smarrita l’avvertenza, la consapevolezza dell’esistenza stessa. Infatti, come è nei gialli classici, concentrando l’attenzione sui “protagonisti” apparenti, anche perché poi è lì che si cela l’assassino (o è un complotto con più delittuosi colpevoli?), non si tiene in giusto conto un substrato umano, una base di “humus” dove innestare colture e culture, che poi daranno corpo al mondo esistente. Infatti, assurto a protagonista il produttore, l’artigiano della vite (l’artista della vite, direbbe Campegiani),va  individuato il movente. Niente di eccezionale: come in tutti i gialli, o sono passioni personali o sono soldi. E qui il movente è proprio il denaro, come sottolinea Santarelli, citando Vandana Shiva, che viene osannato a wall street perché “da denaro produce denaro”; ma poi dimentica –il mondo occidentale. L’occidente capitalistico- che per apprezzare la vita, le cose vive che si rinnovano nella propria stagionalità, occorre tornare alla terra e ai suoi frutti. Alla triade completa, il protagonista-vittima, il movente-denaro, non resta che la folla di assassini: la classe dirigente che nei decenni ha sposato il liberismo, il capitalismo predatore (e qui il libro, forse anche per comodità di relazione argomentale spazia poco e si rivolge solo alla speculazione edilizia, al consumo di suolo). Sarebbe un po’ complicato, e dovrebbe assolvere un po’ troppo sbrigativamente anche se stesso e i propri ruoli (pubblici) passati, Giulio Santarelli, se dovesse approfondire l’analisi sul capitalismo, sulle classi dirigenti del Paese Italia, anche forgiate (comprese le derivazioni attuali che giustamente ora denuncia) dalla parte politica a cui egli stesso ha contribuito a dare corso.

Sarebbe complicato a tal punto che dovrebbe invocare, in estremo tentativo onnicomprensivo dell’analisi, della soggettivazione e delle conclusioni a cui giunge oggi, un istituto comportamentale ad egli sconosciuto: dovrebbe invocare e praticare l’autocritica costruttiva. Cosa che assolutamente non fa. Non è nelle sue corde. Non è nel “personaggio” che interpreta ed è. Non vuole neppure prendere in cosiderazione. Tanto è vero che sfugge. Anzi rifugge, in un artificio, che quasi potrebbe “offendere” l’ospite filosofo che lo sta accompagnando nella bella descrizione analitica della realtà mutata. Infatti, Santarelli sentenzia che “sono finite le ideologie”! Aggiunge che la dimostrazione di ciò è che mentre prima – e qui c’è un rimando alla crisi che dal 2008 devasta il capitalismo – c’era la lotta di classe e gli operai ora l’unica parvenza di lotta di classe è il benessere ecosostenibile che i cittadini (di città) reclamano nella loro vita quotidiana. E qui, addirittura, sposa ed indica il motivo – questo della ecosostenibilità semplificata – ha trovato coerenza del proprio agire politico nel sostenere le posizioni politiche dell’amministratore Renzi. Ecco, in tutto ciò, fino ad ora sono restati fuori – e lo sono anche nel libro – i lavoratori della terra, i braccianti, i part time, i senza diritti, gli sfruttati, che hanno reso possibile l’applicazione di quelle intuizioni che il “produttore Santarelli” è stato capace di scovare. Grazie, come deferente ricorda egli stesso, alla “supervisione di idee e scelte” indicate dal prof. Attilio Scienza, enologo numero uno al mondo. Ecco tutto ciò, senza chi “scacchia”, chi “innesta”, chi “raccoglie”, chi “trasporta”, chi mette le proprie braccia al servizio quotidiano della vigna, avrebbe come risultato, probabilmente la stessa qualità che è stata eccellentemente trovata dalle intuizioni e capacità di Santarelli e della sua azienda, ma sarebbe – se curata da egli solamente e dalla famiglia – 100 volte, mille volte, minore nei numeri. Per questo è “normale”, se non si coglie questa “immediata sensibilità di classe e di situazione di sfruttamento oggettivo nella catena di produzione anche nei beni della terra”, che poi si giunga sbrigativamente a sentenziare sulla fine delle ideologie. Perché, chiederemmo all’autore, l’insieme del sistema di idee che egli propone circa l’ecosostenibilità, circa una visione di futuro (nel ridare programmazione e potere ordinatore) anche nell’economia locale e globale, non è essa stessa una proposta “ideologica”? Perché, incalzeremmo, quando preoccupato e speranzoso propone di chiedere alle classi produttive agricole (magnifico l’esempio di Ciolfi circa il consumo di suolo e di acqua nel parallelo tra l’espianto di vite e l’innesto di coltivazioni di kiwi) di rinunciare al “guadagno facile” e di perseguire un giusto guadagno, ma che assicuri il futuro di tutti, non pone un quesito ideologico? Non propone, in ultima istanza una critica al capitalismo predatore? Oppure vuole iscriversi nella schiera, fatta di illusionisti o illusi che pensano ad un “capitalismo buono”? Che si, il sistema porta a sfruttare, ma solo a piccole dosi! Per questo, l’apprezzabile fatica intellettuale va premiata nella sua “novità”, che, essenzialmente, consiste nell’aver prodotto sistemicamente una raccolta (secondo la ricerca dell’autore è dal 1939 che non veniva svolto un libro simile) che partendo dalle caratteristiche fisiche, geologiche, geoclimatiche, morfologiche del territorio su cui insiste il nostro interesse (Marino e i Castelli romani) lo mette sotto gli occhi del lettore e lo arricchisce via, via. Della storia e della cultura che nei secoli, dal punto di vista della vite e “degli stili di vita” come sottolinea Campegiani, che sono la condizione e il risultato del prodotto agricolo finale, nel nostro caso la vite.

Della stessa visione economica di scala per determinare come si sono compiuti salti – positivi e negativi – nell’uso del suolo su cui prospera, o prosperava questa attività vitivinicola. Così vengono ricordati l’inarrestabile espansione dell’urbanizzazione, sia da Roma verso i Castelli, che degli stessi centri castellani che hanno ampliato o replicato in forma “moderna e disordinata” se stessi più  a valle. Questa descrizione, fa indicare all’autore, che ormai occorre prendere atto di dover ricorrere ad uno spartiacque. Per questo ha buon gioco, con la coincidenza delle scelte dei cittadini degli ultimissimi anni e mesi operati nelle urne, nel reclamare, nell’indicare, che il consumo di suolo agricolo ormai deve essere pari a zero. Lo ha proclamato Nicola Zingaretti, neo presidente della Regione Lazio; lo ha confermato – indicando proprio l’Agro romano, come livello di attenzione e applicazione prioritaria – il neosindaco di Roma Ignazio Marino. Insieme a questo zero consumo di suolo, il produttore Santarelli, il “contadino” Santarelli, tiene ad indicare, e racconta episodi di una battaglia in corso, che la ricerca e l’innovazione devono riportare (vale per i disciplinari Doc e Docg) ad abbandonare (gradualmente) l’uso dei vitigni “quantitativi” come la malvasia e riportare in primo piano vitigni come il cannellino.

La visione di un ruolo dei Castelli Romani che sulla coltura e sulla cultura del vino sia in grado di innestare politiche attive di turismo programmato – magari non solo quello delle gite fuoriporta come riproposto dall’autore – deve passare, e non potrebbe essere altrimenti, sottolinea Santarelli, dalla salvaguardia e dal totale rispetto ordinatore che devono avere le norme, europee e italiana e regionali, della protezione paesaggistica, della protezione paesistica, della precipuità dei Parchi dell’Appia Antica e dei Castelli romani. Sarà possibile questo? E’ chiaro che occorre, nella concomitanza della crisi sistemica del capitalismo in corso, e nella risposta di governo locale che indica cambiamento; preoccuparsi che in tutta l’area castellana, siano questi temi e questa visione a prevalere. Buttando fuori dal governo locale (ad esempio nelle consultazioni che sono programmate per il prossimo anno) quelle compagini amministrative – per lo più di centrodestra, ma non solo – che in questi anni invece di essere state all’avanguardia nella difesa dell’agricoltura e dell’ecosistema castellano, ne hanno utilizzato lo “charme da marketing” per depredare, per arricchire pochi e impoverire molti, come è in uso all’edilizia speculativa, come è in uso al capitalismo imperante. Per fermarsi al solo esempio di Marino, come pure l’autore fa, queste giunte ultime che hanno scelto di non tenere conto delle leggi di salvaguardia e di tutela, che hanno scelto di basare “fasullamente e in modo miope” un richiamato “sviluppo” edilizio per distribuire reddito al Paese, in realtà hanno rovinato una parte di patrimonio naturale. Aggredito parti importanti di arre agricole. Impoverito artigiani e lavoratori che ora non vedono sbocchi. Al contrario, come sottolineano e riconoscono ormai operatori nazionali e internazionali del settore, sindacati di categoria imprenditori della filiera edilizia, un diverso modo di creare sviluppo dall’edilizia c’è: è la rigenerazione e la grande ristrutturazione da operare nell’immobiliare esistente, nei centri storici e urbani già realizzati, senza mangiare altro suolo, altra storia, altro ambiente, altra cultura. Quindi, l’ultima parola spetta non alle amministrazioni e alla classe dirigente che sta passando ( o che apparentemente è ancora in auge), ma ai cittadini che – anche utilizzando questo utile strumento quale è il libro “La viticoltura a Roma e nei Castelli Romani – Origini, Sviluppo, Declino e Idee per la Rinascita” – potrà scegliere nelle prossime consultazioni elettorali se accettare supinamente uno scivolo verso il baratro, oppure tentare una vera e propria rivoluzionaria riscossa di cambiamento.




MARINO, EMERGENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE ALLA SCUOLA MASSIMO D'AZEGLIO

Redazione

Marino (RM) – “Premettendo che in Italia gli studenti con disabilità motorie o sensoriali sono circa 145.000, e che pertanto quello delle barriere architettoniche nelle scuole e negli edifici pubblici costituiscono un problema che riguarda tutti noi sia per dovere civico sia per il gran numero delle persone interessate, e che per questo sono state varate più leggi a partire dall’art.3 della Costituzione (principio di uguaglianza) per arrivare alla L.118/1971 (accessibilità nelle scuole) o alla L.19/89 e relativo D.M.236/89, al D.P.R. 503/1996 e poi al D.P.R. 380/2001. – Dichiara in una nota Marco Comandini segretario Idv a Marino – 

La nota dolente – prosegue Comandini – per il nostro comune, arriva dalla scuola M.D’azeglio nel Comune di Marino, dove per via delle barriere architettoniche che impediscono ad una bambina su carrozzina di raggiungere la mensa scolastica al pari degli altri studenti, l’alunna rimane costretta a mangiare in classe già da un paio di settimane trovandosi penalizzata e discriminata oltremisura, situazione questa che segue quella dell’anno passato che è durata per circa 6 mesi!!!! Sottolineiamo che il percorso esterno per lei, condizioni metereologiche a parte, rimane troppo “disagevole” per via dei sampietrini!!!

Nonostante sia stato sollecitato il Comune, da quasi due anni su tale situazione, tutto rimane fermo!!! Sono solo state fatte promesse… mai mantenute, duole constatare che dopo una lettera aperta mandata ai giornali da una cittadina da moltissimo tempo, non si sia mossa paglia. -Il segretario Idv conclude la nota – Di soluzioni per superare quegli “odiosi” gradini all’orizzonte ancora non se ne vedono. Chiediamo quindi e fortemente di risolvere il problema di queste barriere architettoniche in generale ed in particolare in questo caso, per una situazione deprecabile, che vogliamo evidenziare ritenendola gravissima, aspettiamo quindi comunicazioni da parte dei soggetti preposti”.




MARINO: ESCE PER ANDARE A GIOCARE ALLE SLOT MACHINE LASCIANDO IL FIGLIO DI 18 MESI SOLO IN CASA.

Redazione

Marino (RM) – Ha lasciato il figlio solo in casa – un bimbo di 18 mesi –  per andare a giocare alle slot-machine.

La donna, una 31enne cittadina rumena, è stata denunciata dalla Polizia per il reato di abbandono di minore.

L’episodio è accaduto nel primo pomeriggio del 24 maggio a Marino, presso un’abitazione di via delle Valli, quando i vicini, sentendo il pianto ininterrotto di un bambino, hanno avvertito le Forze dell’Ordine.

Sul posto sono giunti immediatamente gli agenti del Commissariato di Marino; data la situazione d’urgenza – il pianto del bambino si udiva anche in strada – hanno forzato la porta d’ingresso e con l’ausilio dei Vigili del Fuoco sono riusciti ad entrare.

Il bimbo si trovava sul letto in lacrime; controllato e visitato da personale del 118 – appositamente in precedenza allertato – è stato trovato in buone condizioni di salute.

I poliziotti del Commissariato – coordinati dal dr. Valter Di Forti – si sono poi mesi alla ricerca dei genitori.

Dai primi accertamenti, anche ascoltando le testimonianze dei vicini, si è potuto apprendere che il padre – un operaio – come di consueto era al lavoro; mentre la madre, che dove prendersi cura del piccolo, era andata a giocare alle slot-machine in un locale poco distante da casa.

La donna pertanto appena rintracciata, è stata accompagnata preso gli Uffici di Polizia e denunciata per abbandono di minore.




MARINO, SFIORATA LA TRAGEDIA: CROLLANO PIETRE SU STRADA A FORTE SCORRIMENTO AUTOMOBILISTICO

Angelo Parca

Marino (RM) – Sfiorata la tragedia a Marino. Decine e decine di massi sono venuti giu’ lungo la parete di peperino che costeggia la strada del passaggio a livello dopo la stazione. Fortunatamente al momento del crollo non transitavano veicoli e pedoni lungo la strada. “Ci chiediamo cosa stia accadendo in quella zona dove ormai frequentemente, dalle pareti rocciose vengono giù interi blocchi – commenta Marco Comandini segretario Idv di Marino – ed a cosa sia dovuto tale fenomeno – prosegue il segretario Idv – se alle vibrazioni dei treni, se a condizioni atmosferiche particolari o altro ancora. Chiediamo al Comune di adoperarsi al più presto con tecnici specializzati per poter attuare le misure necessarie, perché solo per un pelo non si è sfiorata la tragedia.” Comandini denuncia inoltre la presenza dell’unica misura cautelativa consistente in alcune transenne poste a solo un metro dal luogo del crollo. “Una trovata davvero inutile – commenta il segretario – essendo tale distanza per l’altezza delle rocce insufficiente a per nulla di riparo”.  




MARINO, NONNA ANGELA HA COMPIUTO 101 ANNI

Redazione

Marino (RM) – C’era anche il consigliere comunale Umberto Minotti, il 9 maggio scorso, a fare gli auguri per i suoi 101 anni a nonna Angela Lo Bosco, portando a lei e alla sua famiglia il saluto e gli auguri da parte del vice sindaco Fabrizio De Santis, dell’Amministrazione comunale e della Città di Marino.
Festeggiata e coccolata dagli abbracci dei figli Lucia, Raffaella, Enzo e Franco, dei nipoti e pronipoti, Nonna Angela ha ricevuto in dono una pergamena con un pensiero a lei dedicato dal vice sindaco e dei fiori.

Classe 1912, originaria di Ruvo di Puglia, la signora Angela, un temperamento energico e battagliero, ha alle spalle una vita di lavoro e fatica vissuta all’insegna di valori importanti quali serietà, forza di carattere e austerità. Caratteristiche che, nonostante l’età, le danno ancora la capacità di essere attiva e presente.
«E’ diventata ormai una simpatica tradizione – dice il consigliere Minotti – fare gli auguri ai nostri concittadini che compiono o, come nonna Angela, hanno già brillantemente superato, la soglia dei 100 anni di età. E a Marino ce ne sono altri 10, dei quali 9 sono donne. E’ un appuntamento al quale l’Amministrazione non intende mancare. Per la preziosità dell’incontro, dal quale emergono sempre vitalità e ricchezza particolari in termini di emozione, commozione e umanità. Per i ricordi che emergono dai racconti di vite vissute all’insegna di fatica e lavoro. Come in questo caso, con Angela Lo Bosco che, con determinazione e forza positiva di reazione ad ogni contrarietà, ha dedicato la sua esistenza alla famiglia, all’amore per il marito Rocco Tambone, Carabiniere a Marino scomparso qualche anno fa, alla crescita e alla cura dei suoi figli. Sono testimonianze importanti, da tenere quali esempio di vita e conservare nel nostro cuore».

Testimone delle due grandi guerre che hanno segnato il secolo scorso, Angela Lo Bosco ha fatto della caparbietà la sua ragione di vita «tanto che – dicono i suoi figli – prende parte ad ogni discussione in casa e, come ha sempre fatto per una vita, nella quale ha pensato solo a tutti noi, da buon colonnello quale è sempre stata, vuole avere l’ultima parola».  Alla carissima Nonna Angela, ancora tanti auguri di Buon Compleanno!