MARINO, ELEZIONI: SFIDA TUTTA CELESTE TRA CIAMBERLANO E SILVAGNI

Redazione

Marino (RM) – "Ora la campagna elettorale che noi abbiamo aperto, presentando i nostri spunti programmatici quasi due mesi fa, ha un altro protagonista dato che finalmente anche il centrosinistra ha reso noto chi sarà il proprio candidato sindaco".
Con queste parole Fabio Silvagni, candidato sindaco della Coalizione dei Moderati commenta il risultato delle Primarie di centrosinistra a Marino.
"Mi auguro – riprende la nota – che quella tra me e Emanuele Ciamberlano possa essere una competizione leale fatta di confronto serrato tra programmi e una sfida corretta tra i candidati con i toni civili adatti a una realtà cittadina matura quale è la nostra Marino".




MARINO MALTEMPO: CROLLA MURO IN VIA GIULIO PASTORE

Redazione
Marino (RM) – Ancora dissesti a Marino in conseguenza delle abbondanti precipitazioni di questi ultimi giorni. A risentire in maniera forte della copiosità delle piogge, previste, secondo le ultime comunicazioni di allerta della Protezione Civile regionale, anche per le prossime 18/24 ore, è stata la centralissima via Giulio Pastore (nei pressi ospedale San Giuseppe) dove, nella mattinata di oggi sabato 1 febbraio, è crollato un muro di contenimento di una proprietà, posta a vallestrada, di circa 4 metri.

La struttura, realizzata all’interno in pietrame e all’esterno in muratura, nel cadere ha trascinato con sé anche un tratto del sedime stradale. Tempestivo l’intervento delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco per il primo intervento. Agli agenti della Polizia Locale il compito di chiudere la strada, nel suo tratto centrale per circa 40 metri, in corrispondenza di tre palazzine, lasciando percorribili dalle auto due semitratti oltre ad un piccolo passaggio pedonale. Presenti sul posto anche gli uomini del Corpo di Protezione Civile di Marino, giunti insieme alla Polizia Locale dopo un momento di confronto tecnico operativo con il vice sindaco Fabrizio De Santis. Quest’ultimo, in relazione a quanto accaduto anche in altri luoghi della città per le forti piogge, come il crollo del muro in via Spinabella, ha dichiarato lo stato di preallerta per la persistente criticità delle condizioni meteorologiche e convocato l’Unità di Crisi per attivare una prima serie di valutazioni in riferimento al fenomeno verificatosi, al momento circoscritto. Lunghe e importanti saranno le opere di ripristino del muro caduto, di competenza della proprietà privata.

Un ringraziamento alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco e alla Polizia Locale per l’immediatezza dell’intervento e la messa in sicurezza del tratto di strada, giunge da parte del vice sindaco Fabrizio De Santis unitamente all’assessore alla Sicurezza Mauro Catenacci.
 




MARINO LAZIALE, RIFIUTI E AMBIENTE: TUONA IL SEGRETARIO IDV MARCO COMANDINI

di Marco Comandini – Segretario Idv Marino Laziale

Marino Laziale (RM) – Dover intervenire e rispondere su temi ambientali e sulla nettezza urbana anche a chi diceva: ”che per la morfologia del territorio non poteva essere attuata la raccolta porta a porta”, mi prova imbarazzo e quasi offende la mia intelligenza, ma tant’è, proveremo ad argomentare anche a questi soggetti blateranti di querele e cause civili, (che aspetto ardentemente), evidentemente non potendo suffragare con dati le loro tesi. 

Iniziamo a dire che secondo noi, gli impianti aerobici, sono di gran lunga preferibili ai “digestori anerobici”, prima di tutto perché chiudono il ciclo dei rifiuti, non necessitando di discariche o termovalorizzatori. Impianti che sono già utilizzati e positivamente in altre città delle nostre dimensioni in modo efficace efficiente ed economico. Impianti che non hanno contrindicazioni a livello ambientale e sulla salute. Essendo tutto svolto in maniera naturale seguendo il ciclo vitale dei prodotti, nel nostro caso dell’umido. Impianti che generano terriccio, molto richiesto perché di gran qualità in agricoltura.
I digestori anaerobici invece producono un rifiuto: il digestato che va portato in discarica, quindi non chiude il ciclo dei rifiuti.

Le nostre critiche ai digestori anaerobici, partono da studi e da esperienze empiriche, le critiche da noi mosse non sono altro che quelle fatte da illustri studiosi della materia, come il Prof. Mario Corti, docente di zootecnia di montagna all'università di Milano , il quale afferma che:” La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu (Frazione Organica del rifiuto solido urbano) e – come succede già in alcuni paesi – dei fanghi di depurazione delle acque luride pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo”. Sempre il Prof. Corti e non un becero dipietrista continua dicendo: “…aumentano le probabilità che in entrata ci siano substrati contaminati e, in uscita, quelle di contaminare una grande varietà di terreni agricoli. È proprio vero che la società della tarda modernità è la società del rischio. Rischio come presupposto di profitto, rischio negato, rischio gestito da esperti di parte cointeressati al business con le agenzie governative a rimorchio”. …e continua ancora:  “Funghi, batteri, virus non sono inattivati completamente né dal trattamento di digestione anaerobia né dalla pastorizzazione. I virus sono in gran parte inattivati ma ve ne sono non pochi resistenti al calore. Tra questi gli adenovirus e il virus dell'epatite A (Gerba et al. 2001). Monteith et al. (1986) hanno verificato che gli enterovirus e i parvovirus bovini sono resistenti ai trattamenti anaerobi mesofili e che il trattamento termofilo aerobio è di gran lunga più sicuro di quello anaerobio per inattivare questi virus. Derbyshire et al. (1986) hanno evidenziato come il trattamento di digestione anaerobia distrugga solo maggior parte dei parvovirus suini”…quindi non tutti creando fattori di rischio anche per l’uomo.

Ed ho citato solo alcune delle tante critiche rivolte ai “digestori anaerobici”. Se il centrodestra, o qualche consiglierucolo forzista, pensa di intimidirci, con minacce di querele o cause, è sulla cattiva strada, che ci intimidisca se puo’ con i contenuti, magari spiegandoci perché anche se fosse giusto per la nostra città ricorrere ad un “digestore anaerobico”, e per noi non lo è,  perché farne uno nuovo, quando ce n’è già uno a Velletri ed Ariccia che sono anche sovradimensionati. Che ci spieghino… “Cui Prodest”?

Oggi leggo dal candidato Silvagni, in un articolo online che il digestore anaerobico produce gas, gli ricordo che insieme al gas produce un rifiuto: il digestato cosa che omette sempre di dire, almeno a quanto leggo.
Sempre per la cronaca: che in mezzo ai pasti della mensa scolastica si sia ritrovato un bacarozzo, un pinguino o una figurina, non sposta i termini della questione, c’era qualcosa che non ci doveva essere. Mi vergognerei solo a ricordare un episodio come quello. E’ evidente che la supponenza e l’arroganza di questa destra è senza limiti.

 




LAZIO RIFIUTI: LA TERRA DEI FUOCHI SPENTI

 di Maria Lanciotti


La notizia

“Hanno arrestato Cerroni” il succo della novità ripresa e rilanciata in un baleno dai media giovedì 9 gennaio di prima mattina. Non si è fatta festa in piazza, non si celebra una notizia attesa da anni ed esplosa come si fosse trattato della scoperta del secolo. Non ci si mette l’anima in pace perché è stato ufficialmente annunciato che il cancro c’è, diffuso non si sa quanto e in fase terminale. Non è che non fosse evidente il marcio che si sta pappando da anni e anni territorio e cristiani. E tuttavia l’inerzia regna sovrana, mentre si sta facendo serenamente e acquiscentemente la fine dei sorci, annegati nelle fosse abusive.
 

Si dovrebbe fare una lunga serie di passi indietro
Si dovrebbe tornare a quelle parole di Giuda che pronunciò Piero Marrazzo in una bella serata di luglio del 2008 a Velletri, in piazza del Comune. L’allora governatore del Lazio, mentre garantiva, accoltellava. Gasava, per meglio dire. Superprotetto dalle forze dell’ordine come dentro a una cassaforte. Riverito e coccolato dai politici locali. Non tutti con la faccia pulita. E d’altro canto, salvo un gruppo di ragazzi che furono i primi a dare la sveglia, unitamente al Comitato Acqua Pubblica di Velletri che aveva lanciato l’allarme arsenico, l’ex conduttore di Mi manda Raitre godeva della simpatia del popolo italiano, di cui si era guadagnato la fiducia in tanti anni di servizio nel ruolo di angelo custode del cittadino e castigamatti per imbroglioni d’ogni risma. Un trampolino di lancio non da poco, per atterrare a tempo debito sull’ambita poltrona. E il 22 ottobre 2008, non più commissario straordinario per l’emergenza rifiuti fin dal precedente 30 giugno, firma l’ordinanza per l’avvio della costruzione dell’inceneritore di Albano Laziale, i cui lavori da parte del Co.E.MA sarebbero dovuti partire entro il 31 dicembre 2008, per non farsi scappare gli incentivi pubblici Cip6. In assenza dell’Autorizzazione Ambientale Integrata, ancora in istruttoria.
 

Ma è inutile rimestare nella piaga
Tornando al marcio che infesta le nostre zone, tanto per restare nei confini geografici e i relativi assetti, certo qualcosa si è mosso. Arresti e ordinanze di custodia cautelare, il Grande Vecchio messo in pantofole, sequestro di beni mobili e immobili, coperchi che saltano e si salvi chi può. E questi sono fatti e non chiacchiere. Ma non confortano. Siamo nei guai fino al collo e nessuno che sappia indicare come uscirne. Mentre c’è chi trema e chi trama. Vocine di palazzo che azzardano gorgheggi, silenzi eloquentissimi, musiche stonate. Se ne sono combinate troppe e troppo grosse in tanti anni di arruffamento e di arraffa-arraffa, e adesso si teme il conto dell’oste.


Anche la stampa appare disorientata
La stampa libera e quella vincolata. I legali del Grande Vecchio sanno a chi rivolgersi per emanare le loro note di difesa e di contrattacco o per intimare il silenzio, ma non sanno come far tacere chi ha mantenuto la bocca libera dal morso. E poi c’è la popolazione che si traccheggia fra una lunga dormita e un sussulto, mai veramente presa nelle spire di un problema che ci sta strangolando da decenni e di cui non ci si affatica a comprendere portata e dinamiche. Qualcun altro ci penserà, suggerisce la pigra coscienza, e si delega tutto a chi non aspetta altro che di avere via libera per perpetrare i suoi crimini.
 

Crimini e criminali
Perché di questo si tratta, di crimini e di criminali. Il Grande Vecchio da solo non poteva fare tanti danni. Anche se a lui questo piace pensare e far credere. Si è fatto da solo, ma non ha fatto tutto da solo. Ora aspetta al calduccio di riscuotere il grosso credito che vanta nei confronti dell’Ama, per cattiva gestione dell’Azienda e clientelismi appurati. E non è dato sapere come si metteranno le cose con gli altri suoi debitori, fra cui qualche castellano con la fascia tricolore. Perché questo è stato sempre il metodo suo e della sua squadra: lavorare e far lavorare di frodo. E in tanti, in troppi, hanno abboccato. E adesso stanno stretti nel suo pugno e nelle maglie della Magistratura. Che si spera ardentemente proceda nella sua inchiesta senza incagliarsi in secche preordinate.
Intanto si ricompone ai vertici il nuovo assetto
Nello stesso giorno in cui è stata diffusa la notizia degli arresti, sono stati presentati in Campidoglio i nuovi vertici dell’Ama. Senza por tempo in mezzo, tutto coordinato. Subentrano alla guida dell’Azienda Municipale Ambiente di Roma le due dirigenti Rita Caldarozzi e Carolina Cirillo e il nuovo Amministratore delegato, Ivan Strozzi. Un nome che incute rispetto. Si vedrà. Ora dovrebbe partire sul serio la raccolta differenziata. Se non parte stavolta, mettiamoci pure una pietra sopra. E intanto mettiamo le mani al portafoglio: tocca alla cittadinanza riempire i buchi finanziari prodotti da una gestione assassina dei cosiddetti rifiuti. Ma non si chiamano rifiuti: si chiamano risorse, se si vuole.
 

Una domanda si pone
Non si può evitare di porre una domanda a chi è tenuto a dare una risposta.
Chi risarcirà le vittime di questa sporca guerra non dichiarata, chi ridarà loro gli anni spesi in tante battaglie che sembravano perdute in partenza, attaccati sempre ad un filo di speranza senza farsi sommergere mai dalla disperazione. Chi risarcirà studi interrotti, progetti rimandati o annullati, salute compromessa, lutti in famiglia? Ma per questo tipo di conti è ancora presto. Si sta ancora sulla breccia, all’erta più che mai: i colpi di coda di certi pesci grossi, di certi squali insaziabili, non vanno mai sottovalutati. I Movimenti contro discariche e inceneritori questo lo sanno bene, tanti anni di lotta hanno fatto scuola. Perciò, visiera abbassata e pronti ad ogni evenienza.
 

Giunta Comunale di Albano Laziale e sindaci di bacino
La lunga inchiesta condotta dal NOE che ha portato per ora all’arresto di sette persone fra cui il Grande Vecchio e Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio, riguarda in buona misura la discarica di Roncigliano e l’inceneritore dei Castelli Romani, nel comune di Albano Laziale. Luca Andreassi, consigliere delegato ai rifiuti, in una nota stilata con tutto comodo esterna il dubbio che forse esistono “falle enormi nel sistema di gestione dei rifiuti della Regione Lazio”. È già un passo avanti, e chissà quanto gli sarà costato. E teme di dover imbracciare la ramazza per ripulire le strade di Albano. O Cerroni o monnezza la sua ristretta visuale, ma ognuno ha i suoi limiti. Più che altro Andreassi sembra vagare in un deserto. Mentre il sindaco Nicola Marini, caduto dalle nuvole, così esprime la sua meraviglia: “Da quanto apprendiamo sembrerebbe che le accuse siano molto gravi e che riguarderebbero anche la discarica presente nel nostro territorio”. E auspica che si muova la raccolta differenziata “rinunciando definitivamente alla politica del passato basata su discariche e inceneritori”. La Giunta Marini forse dovrà vedersela col Grande Vecchio, che adesso penserà solo a riscuotere enormi crediti, bussando forse anche ad altri palazzi castellani.
Degli altri sindaci di bacino non ci giunge voce, forse stanno ponderando. Non hanno mai creduto sul serio di poter bloccare il Sistema Cerroni attraverso manifestazioni di piazza, ma facevano diligentemente la loro comparsa o mandavano i loro rappresentanti per rilasciare dichiarazioni standard. Sempre molto affaticati, per non dire riottosi, quasi sentendosi presi per la collottola. Però all’ultimo corteo, nell’ottobre del 2013, c’erano quasi tutti, perché era imponente ed esuberante, non una passeggiata di rito. E dunque non si poteva mancare, per dovere istituzionale.
 

Roma Capitale e Città del Vaticano
Alla discarica di Roncigliano, oltre ai rifiuti di Fiumicino e Ciampino, arriva parte della spazzatura indifferenziata di Roma Capitale e della Citta del Vaticano. Il Sindaco Marino sulla vicenda ha detto la sua alla maniera di Pilato, del tipo: “Ci sono stati degli arresti ma non ho informazioni privilegiate. Quello che credo sia importante é rendere il Comune in ogni sua area strategica una casa di vetro dove legalità e trasparenza sono al primo posto”. Mentre Papa Francesco non sembra occuparsi affatto di queste miserie umane, per quanto dimostri grande attenzione ai problemi terreni e concreti, in ambiti anche lontani da San Pietro. Ma avrà i suoi santi motivi per astenersi dall’entrare in argomento, anche se una sua parola di vicinanza molto potrebbe essere di conforto non solo per gli abitanti di Roncigliano e dei Castelli Romani, che si stanno saturando i polmoni anche con i miasmi della Città del Vaticano, meta di pellegrinaggio da tutto il mondo e quindi molto produttiva in fatto di monnezza, ma anche per tutta quella gente che sta subendo un lento avvelenamento di massa in un ambiente disastrato e irrecuperabile come per esempio in Campania, nella “Terra dei fuochi”. Qui da noi non ardono fuochi, l’inferno si trova sottoterra e sta tutto corrompendo senza rimedio. E questo non è un mistero per nessuno. Eppure si continua a bluffare, tirando in ballo un’emergenza rifiuti pianificata a tavolino.
 

Il ferro di Roma e i giorni della verità
Le indagini del NOE intanto vanno avanti, scavando soprattutto nei rapporti del Gruppo Cerroni con la politica. Sull’altro fronte, i legali preparano il piano di difesa per i sette arrestati, tutti ai domiciliari. Domani, martedì 14 gennaio, dovrebbero apparire dinanzi al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Rando, manager e fedelissimo di Cerroni, e Giuseppe Sicignano, direttore della discarica di Roncigliano, nel comune di Albano Laziale. Mercoledì 15 sarà la volta del Grande Vecchio e di Bruno Landi, suo alter ego. Giovedì interrogatori per Raniero De Filippis, funzionario pubblico, l’imprenditore Pietro Giovi e Luca Fegatelli, il dirigente regionale accusato tra l’altro di aver tentato d’inquinare le indagini del Noe di Roma. L’ordinanza del Gip prevede anche il confronto con Piero Marrazzo, accusato di falso e abuso d'ufficio. Peccato, proprio adesso che l’ex governatore del Lazio, dopo esperienze di trans e cocaina e purificazione in ospitali monasteri, si era rifatto una verginità, una nuova giovane compagna dopo la separazione dalla pazientissima signora Serdoz, e si era ripresentato come rinato in Tv. Perché costui non si trova in galera da quel dì, uno si domanda. E forse la risposta stavolta verrà. Intanto le acque (nere) si agitano per gli arresti del Grande Vecchio e Company. Dice la sua Renata Polverini – succeduta a Marrazzo dimissionario alla Regione – ma si ripete invano, parole trite; dice la sua Francesco Storace – vicepresidente del Consiglio regionale ed ex governatore del Lazio – in difesa di Nicola Zingaretti “lasciato solo di fronte al ‘cerronismo’” e recrimina sul silenzio di Alemanno, Veltroni e Rutelli e anche di molta parte della destra, mentre vede in fibrillazione il centrosinistra per le eventuali rivelazioni del Grande Vecchio. Dice la sua Marco Vincenzi, capogruppo Pd alla Regione, ribattendo che tutto è stato fatto presto e bene, fino alla chiusura di Malagrotta.


In tutto questo non si accenna minimamente da parte di nessuno a quello che si deve aspettare un povero cittadino di questa terra dei fuochi spenti, dove il marciume genera marciume e fra collusi e collisi tutti sembrano avere a che fare con il Grande Vecchio, che si aspetta pure di venir santificato a suo tempo.




MARINO: SEL E PDCI LANCIANO UNA PETIZIONE DI MASSA CONTRO LA RIFORMA FORNERO

Redazione
Marino (RM)
– Mirko Laurenti e Maurizio Aversa, in rappresentanza di Sinistra Ecologia e Libertà e del Partito dei Comunisti Italiani, lanciano da Marino la Petizione popolare contro la Riforma Fornero così come illustrata nei contenuti dagli autoconvocati delle RSU che a Milano in questi giorni si sono incontrati da tutta Italia per rimettere al centro delle priorità del Paese la questione lavoro e la questione economica e sociale. Soprattutto dal punto di vista di come trasferire risorse dai ricchi e dai patrimoni per un nuovo modello di sviluppo si tagliano le tutele , si nega un futuro ai giovani e si rinvia il diritto alla pensione per i lavoratori più anziani. “Noi ci battiamo esattamente per l’opposto di questo. Va ribaltata la visione e la risposta” sottolineano Aversa e Laurenti, invitando “i giovani, i lavoratori, i compagni e le compagne a sottoscrivere la Petizione che viene definita un momento di lotta concreta per giungere ad una proposta alternativa reale da portare in Parlamento, da imporre al Governo.” “Nei prossimi giorni – concludono i due esponenti locali di Sel e Pdci – saremo fra voi a chiedere la firma sulla petizione e comunicheremo luogo e data di eventuali punti raccolta e di una assemblea pubblica”.

Milano, 20 Dicembre “contro la riforma Fornero delle pensioni”. L’assemblea esprime forte preoccupazione per la situazione economica, sociale e occupazionale del Paese.  La violenta ricaduta della crisi sul mondo del lavoro riduce la garanzia di un reddito dignitoso per le lavoratici, i lavoratori e i pensionati, mentre già oggi milioni di cittadini privi di lavoro e di qualsiasi reddito vivono in condizioni drammatiche.

La riforma delle pensioni attuata dal governo Monti e dall'allora Ministro Fornero ha aggravato questa situazione, soprattutto per le fasce più deboli della società. La disoccupazione ai massimi storici e la precarietà cronica privano intere generazioni di un futuro autosufficiente. Il taglio degli ammortizzatori sociali contribuisce ad aumentare la sofferenza dei lavoratori espulsi anzitempo dal circuito del lavoro, spesso rappresentati e aiutati, anche dalle tante associazioni e gruppi nati e presenti su tali temi.

La crisi nel nostro Paese è affrontata nel peggiore dei modi possibili: invece di trasferire risorse dai ricchi e dai patrimoni per un nuovo modello di sviluppo si tagliano le tutele , si nega un futuro ai giovani e si rinvia il diritto alla pensione per i lavoratori più anziani. Il prelievo fiscale non ha rispettato il dettato costituzionale che prevede una imposizione fiscale progressiva in rapporto alla capacità contributiva ma ha colpito prevalentemente lavoratori e pensionati. Queste risorse ingiustamente prelevate non sono state peraltro indirizzate per creare occupazione ma per salvare gli speculatori finanziari, banche in testa. Sul fronte previdenziale non c’è la volontà di risanare fondi pensionistici in dissesto le cui passività gravano sui parasubordinati e sui lavoratori dipendenti. Mentre lo Stato non si assume l’onere derivante dal fatto che per decenni non ha versato i contributi per i propri dipendenti scegliendo di scaricare le passività dell’Inpdap sull’Inps . Queste scelte mettono a rischio i conti della previdenza e se non corrette possono essere strumentalizzate ancora una volta contro lavoratori e pensionati. L’assemblea si impegna a una mobilitazione collettiva e unitaria su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di aprire un confronto con tutte le parti politiche e sociali, al fine di arrivare all'abrogazione e superamento dell'attuale sistema previdenziale per una profonda riforma equa e sostenibile della previdenza e dell’assistenza sociale.

L’assemblea invita le organizzazioni sindacali ad aprire una vertenza generale con il governo sulla base di una piattaforma preventivamente sottoposta all’approvazione dei lavoratori. L’assemblea ritiene indispensabile che si avvii una fase di contatti e incontri nel territorio tra le RSU dei posti di lavoro pubblici e privati, allargando la partecipazione e condivisione a tutti i soggetti interessati a dare contributi fattivi e unitari alla comune battaglia per una riforma del sistema previdenziale italiano. Si propone di avviare una fase di assemblee territoriali da concludersi con una nuova assemblea nazionale da tenersi alla fine del mese di febbraio e nella quale valutare tutti i contributi e decidere, tenendo conto dell’estensione del movimento e dei suoi risultati , una grande manifestazione nazionale. L’assemblea decide di lanciare una petizione di massa sugli obiettivi a base della autoconvocazione sulla quale raccogliere adesioni nei luoghi di lavoro e nel territorio. La gestione di questa fase viene affidata ad un Coordinamento volontario aperto alla partecipazione libera dei rappresentanti delle Rsu la cui prima riunione si terrà a Bologna il 10 gennaio. L’assemblea nazionale delle Rsu contro la riforma Fornero tenutasi a Milano, autoconvocata da 150 Rsu contro la riforma Fornero , approva l’appello posto a base della autoconvocazione che diventa parte integrante di questa risoluzioni e assume il dibattito e contributi.

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CIAMPINO, PENDOLARIA: GLI AMMINISTRATORI DI CIAMPINO, MARINO, CASTEL GANDOLFO, ALBANO E VELLETRI SUL TRENO

Redazione

Ciampino (RM) –  Si è svolta ieri mattina l'iniziativa di Legambiente a tutela dei pendolari della Regione Lazio, alla quale ha aderito anche l'Amministrazione comunale.

Alle ore 9,18, infatti, gli amministratori locali delle Città di Ciampino, Marino, Castel Gandolfo, Albano e Velletri, hanno effettuato un viaggio in treno, insieme ai rappresentanti locali di Legambiente e ai pendolari, raggiungendo la Capitale.

“La campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione di oggi vuole porre in evidenza quanto sia sempre più angoscioso il viaggio di moltissime persone che, per motivi di studio, lavoro o semplicemente per necessità, sono costretti ogni giorno a spostarsi in treno”. – ha dichiarato il Vice Sindaco di Ciampino, Carlo Verini. “La stazione di Ciampino è uno dei nodi ferroviari strategici della Regione e, dunque, vive di riflesso tutte le problematiche, ahimè note all'Amministazione e ai cittadini, delle linee ferroviarie che la interessano”.

“Come rappresentanti delle amministrazioni dei Comuni castellani intendiamo chiedere all’Assessore Regionale alla Mobilità Civita l’istituzione di un Osservatorio Regionale sul pendolarismo, con tutti i soggetti coinvolti nel servizio del trasporto ferroviario regionale, aperto ai Comuni e alle associazioni dei pendolari. – ha dichiarato Guglielmo Abbondati, Assessore all'Ambiente del Comune di Ciampino, che ha preso parte all'iniziativa odierna. “Il contratto di servizio regionale con Trenitalia scade alla fine del 2014 e l’anno prossimo deve essere l’occasione per verificare i livelli e la qualità del servizio nei territori della Regione. Per questo è necessario coinvolgere i Comuni che sono le amministrazioni più prossime ai cittadini, troppe volte costretti, in quanto pendolari, a subire pesanti disagi quotidiani. Promuovere una mobilità sostenibile significa innanzitutto rafforzare un’offerta qualificata ed efficiente dei sistemi di trasporto pubblico collettivo”.

 




MARINO, CHIUSURA OSPEDALE: CHE ZINGARETTI ROMPA IL SILENZIO SUL FUTURO DEL NOSOCOMIO

di Adriano Palozzi – consigliere regionale di Forza Italia

Stamane ho presentato una interrogazione a risposta scritta in merito al destino dell’ospedale San Giuseppe di Marino. Insistenti voci di stampa infatti vorrebbero lo storico nosocomio, polo di eccellenza dei Castelli Romani e della provincia sud di Roma, inserito nella lista delle 175 strutture sanitarie che il ministero della Salute vorrebbe chiudere, perché considerate piccole ed inutili. Questo provvedimento, rivolto agli ospedali con meno di 120 posti letto, potrebbe divenire esecutivo non appena Governo e Regioni daranno il via libera. Chiedo quindi a Nicola Zingaretti di uscire dal suo profondo silenzio, di capire che la sanità non è fatta solo di numeri ma prima di tutto di persone, e prendere urgentemente posizione sulla vicenda smentendo categoricamente i gossip che vorrebbero la chiusura del nosocomio San Giuseppe di Marino. Che, lo ricordo, vanta 115 posti letto, cinque sale operatorie altamente tecnologiche e un reparto di ginecologia completamente ristrutturato, e negli scorsi mesi è stato protagonista di una serie di interventi infrastrutturali milionari, che consentono adesso al presidio castellano di poter accogliere fino a 400 degenti. Numeri notevoli che la dicono lunga sull’importanza del nostro ospedale. Il presidente della Regione Lazio dunque ci dica se le voci di rischio chiusura corrispondono al vero e, in caso di risposta positiva, quali atti intende adottare per evitare la dismissione del nosocomio di Marino al fine di tutelare il fondamentale diritto alla salute dei cittadini, residenti ai Castelli Romani e nel territorio a sud di Roma.

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10/12/2013 MARINO, OSPEDALE A RISCHIO CHIUSURA: APPELLO ALLA LORENZIN



MARINO: RIAPRE VIA DEI LAGHI

M.C.

Marino – A causa di una frana al chilometro 6+500 la via dei Laghi è rimasta chiusa per più di tre settimane. Dopo giorni di lamentele e traffico congestionato per le piccole vie di Marino, finalmente oggi, venerdì 13  dicembre 2013 dovrebbe riaprire la via in entrambi i sensi di marcia. La messa in sicurezza del costone franato è andata per il meglio e sembra che la situazione sia sotto controllo. Il lavoro di installazione di griglie metalliche con successivo riempimento con dei sassi protettivi è risultato molto complicato a causa della presenza di un fabbricato nelle vicinanze, ma tutto è andato a buon fine. In linea di massima verso le 12 la strada sarà percorribile in entrambi i sensi di marcia.
Due settimane fa l’Osservatore d'Italia aveva contattato l’ingegnere della Provincia di Roma, Andrea Ruggeri, che aveva dichiarato come termine ultimo dei lavori addirittura il 31 dicembre. Le cose sembrano essere andate per il meglio
 




MARINO, IDV: "ALLARME SCUOLE. SITUAZIONI AGGHIACCIANTI, TRA SCARAFAGGI E SORCI"

di Marco Comandini coordinatore Idv Marino Membro dell'esecutivo regionale

Marino (RM) – Nelle scuole di Marino si stanno verificando situazioni a dir poco allarmanti frutto di evidente trascuratezza e lassismo. L’episodio più ripugnante riguarda lo scarafaggio trovato tra le verdure nella mensa della scuola “Verdi”, l’amministrazione lo bolla come caso isolato, noi crediamo invece che vadano riviste le procedure, e se ce ne siano, accertate le responsabilità, non è davvero possibile che uno scarafaggio lungo centimetri possa non essere visto nel precottura, cottura e sporzionamento.  E’ disgustoso e vergognoso.

Alla scuola “Silvestri” invece le mamme lamentano da un mese circa la presenza sui banchi della scuola di escrementi di topo, fatto testimoniato anche con foto, non risulta che ad oggi la scuola sia stata chiusa per una disinfestazione, ma viene solo fatta l’ordinaria pulizia. Una situazione paradossale, un amministrazione efficiente avrebbe e di corsa chiuso la scuola ed urgentemente proceduto a ristabilire le normale condizioni di sicurezza sanitaria ed igienica. Parliamo di topi nella scuola.

Alla “D’Azeglio” risulta poi l’ascensore non funzionante, ricordiamo il problema di bambini disabili costretti a non poter mangiare nelle mense insieme agli altri. Pisani aveva preso precisi impegni anche su un Radio privata, che mi sembrano ad oggi disattesi. Ma di questo personalmente non avevo dubbi.

Vi è poi il problema del Radon, affrontato sempre in modo superficiale e non con soluzioni definitive dall’amministrazione, insomma sempre a rincorrere l’emergenza, siamo diventati la città in cui si fanno mille convegni ed incontri sul tema ma dove poi non si prendono mai soluzioni drastiche e definitive.

Una riflessione va poi anche a chi nella scuola ci lavora, costretto a farlo in queste situazioni, gravi, a chi ogni giorno lo fa con passione trovandosi spesso ad aver a che fare con un muro di gomma, a questi, ma anche ai genitori ed ai ragazzi non possiamo che essere solidali con loro.
Pero’ in compenso è arrivato il Natale, ed interrompendo la didattica i ragazzi sono stati omaggiati delle penne di Spiderman, in classico stile elettoral-festizio, ci saremmo “augurati” invece che l’amministrazione avesse sanato le problematiche gravi che ho evidenziato pocanzi e magari avesse regalato qualche cartuccia di toner, evitando alle famiglie di sborsar euro per acquistare cartucce di tasca loro.

Ma certo aspettarci un amministrazione efficiente diventa sempre più una chimera, ma del resto è evidente che sono moderati e pachidermici anche nelle decisioni più banali, ma comunque è Natale e siamo tutti più buoni, …buoni non ciechi.


 




MARINO, INSETTO NEL PIATTO DELLA MENSA SCUOLA "VERDI": L'INSETTO COLEOPTERA C'E' FINITO PER CASO, NON E' UN ABITUE'!

Angelo Parca

Marino (RM) – scarafaggio, bacarozzo o coleoptera o come diavolo lo si vuol definire, dentro la verdura destinata ai bambini della mensa della scuola "Verdi" è stato rinvenuto un insetto. Adesso, che l'amministrazione dica che la venuta dell'insetto sia stata accidentale fa sorridere. Questo in quanto non ci si dovrebbe troppo preoccupare ne della razza dell'insetto e neppure della frequenza delle sue visite alla scuola "Verdi" quanto piuttosto a fare in modo che non accada più. Come? Con controlli più serrati e gli esiti di quest'ultimi, piuttosto che essere spammati attraverso dei comunicati stampa, sarebbe più opportuno diramarli a chi di dovere. Detto questo pubblichiamo la nota congiunta del vicesindaco Silvagni e dell'assessore Arianna Esposito. Tant'è.

La nota:

 «Insetto dell’ordine Coleoptera, famiglia Carabidae. La sua presenza all’interno di un edificio è da considerarsi accidentale». E’ quanto dichiarato il 9 dicembre scorso dall’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, nel risultato dell’esame microscopico per l’identificazione di specie, eseguito sull’insetto rinvenuto nella mensa della scuola elementare «Giuseppe Verdi» di via Maroncelli, plesso scolastico annesso all’istituto comprensivo Santa Maria delle Mole.

«Non si tratta, quindi – affermano il vice sindaco Fabrizio De Santis di concerto con l’assessore alla Pubblica Istruzione Arianna Esposito – di insetto infestante quali blatte o scarafaggi, rinvenibili in presenza di scarse condizioni igieniche».

«Quanto appurato in seguito alle prove eseguite dall’Istituto Zooprofilattico su richiesta della Multiservizi dei Castelli di Marino che, in regime di autotutela, si è immediatamente attivata, fa infatti definitivamente chiarezza sulla spiacevole vicenda accaduta giovedì 5 dicembre scorso alla scuola Verdi. Evidenziando come l’insetto rinvenuto da una insegnante nella sua porzione di bieta sia un esemplare, completamente innocuo, rintracciabile soprattutto nei campi e nelle colture orticole che solitamente utilizza come riparo. Il motivo della sua presenza nella verdura servita giovedì a pranzo – continuano – è perciò da far risalire al momento della preparazione della verdura. La ditta fornitrice della bieta – fanno sapere i due amministratori – nella comunicazione ufficiale intercorsa con l’Amministrazione e la Multiservizi in seguito all’accaduto, ritiene che il corpo estraneo sia giunto nello stabilimento di produzione dalla campagna, insieme alla bieta poiché intrappolato tra le foglie e avviato quindi alla trasformazione insieme alle stesse».

Tale ipotesi, rimarcano De Santis ed Esposito, scusandosi ancora per quanto spiacevolmente accaduto, è acclarata dalla dichiarazione dell’azienda stessa nella quale viene affermato che «l’insetto può aver superato le fasi di desabbiatura e aeroseparazione attivate nello stabilimento per l’individuazione e l’allontanamento di corpi estranei, a causa del suo peso specifico paragonabile a quello delle foglie di bieta, bypassando la cernitrice ottica probabilmente perché nascosto tra due foglie, superando così anche il controllo manuale». Solo così, rimarca l’azienda produttrice nella comunicazione scritta acquisita dall’Amministrazione, gli insetti possono bypassare la selezione del prodotto da parte della strumentazione. «Considerando che – afferma ancora la ditta produttrice – nessun fornitore di impianti per la detectazione dei corpi estranei, garantisce il 100% del risultato».

A seguito dell’inconveniente, in ogni caso, a tutela degli alunni che usufruiscono del servizio mensa e della Multiservizi dei Castelli di Marino che lo gestisce l’Amministrazione, in attesa dei riscontri chiarificatori giunti oggi, ha previsto l’eliminazione momentanea dal menu giornaliero di bieta e spinaci già da lunedì 9 dicembre.

Sempre in regime di autotutela, fanno sapere ancora De Santis ed Esposito, è stato immediatamente sollecitato dalla Multiservizi dei Castelli di Marino anche l’intervento degli organi di controllo della Asl Rm H che, nel sopralluogo effettuato nel plesso del rinvenimento, non hanno riscontrato alcun tipo di irregolarità.

«Nonostante ciò – rimarcano – venerdì 6 dicembre scorso, in via preventiva la società di gestione del servizio mensa, ha anche predisposto un intervento di derattizzazione e disinfestazione contro insetti striscianti presso il centro cottura Repubblica di Santa Maria delle Mole».

«In virtù di quanto attestato dall’esame dall’Istituto Zooprofilattico, confortato dagli esiti positivi del sopralluogo effettuato da parte della Asl Rm H – aggiungono ancora il vice sindaco con l’assessore alla Pubblica Istruzione – risulta che quanto accaduto non è in alcun caso attribuibile alla mancanza di igiene o attenzione da parte degli operatori della Multiservizi, ma trattasi di un episodio occasionale. Comunque, per evitare che tali spiacevoli inconvenienti non abbiano a ripresentarsi, la Multiservizi ha predisposto un ulteriore servizio di controllo preventivo oltre a quelli già espletati in sede di sporzionamento».

«Il nostro compito di amministratori – concludono il vice sindaco De Santis e l’assessore Esposito – è e sarà sempre quello di operare con coscienza e responsabilità, vigilando e garantendo, con trasparenza, affinché fatti del genere non accadano più. E, nello stesso tempo, far sì che da uno spiacevole evento come questo, attraverso il confronto e il dialogo con gli organi deputati e con l’indispensabile collaborazione tra Genitori, Ente Locale, Multiservizi e Scuola, si ottenga sempre di più un servizio migliore a beneficio dei nostri ragazzi. Le strumentali e sterili polemiche le lasciamo agli altri».

A tale proposito Arianna Esposito informa che per il prossimo martedì 17 dicembre, alle ore 15, è stata convocata a Palazzo Colonna una riunione straordinaria del Comitato Mensa.

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MARINO, OSPEDALE A RISCHIO CHIUSURA: APPELLO ALLA LORENZIN

Redazione


Marino (RM) – “L’ospedale San Giuseppe di Marino è di nuovo sotto attacco. Stavolta a sparare la sentenza di morte definitiva è il Governo delle strette intese. Ormai vogliono chiuderlo davvero. C’è già l’elenco dei 175 ospedali di tutta Italia, tra i quali il nostro, che il ministro Lorenzin intende chiudere perché a suo dire piccolo e inefficiente. Come se, proprio lei che fu referente regionale del nostro partito nel Lazio, non sapesse come sull’ospedale di Marino siano state dette negli anni bugie su bugie e prese decisioni legate solo a scelte e simpatie politiche delle giunte regionali di sinistra. Giochetti squallidi che lei sottoscrive e aggrava con la direttiva appena diffusa. Serve una nuova mobilitazione di popolo, di tutte le forze politiche, dei responsabili politici delle forze regionali, penso in particolare al nostro consigliere regionale e ex sindaco Adriano Palozzi di Forza Italia ma anche al senatore del Pd, Bruno Astorre. Dopo la chiusura del pronto soccorso, mai più riaperto dal 1 luglio 2009, nonostante l’impegno forte e mai venuto meno dell’amministrazione comunale di Marino, arrivata grazie all’assessore alla Sanità, Remo Pisani in tutte le sedi, compresi Tar e Consiglio di Stato, la Regione Lazio non può fare quest’ennesima e ancor più grave violenza ai cittadini di Marino e dei Castelli Romani”. Con queste parole Fabio Silvagni, leader di Forza Italia a Marino e candidato sindaco della Coalizione dei Moderati interviene sulla nota del Ministero della Salute con la quale sono stati individuati 175 ospedali in tutta Italia in base all’unico criterio del numero di posti letto.

“L’ospedale San Giuseppe di Marino – prosegue Silvagni – oltre ad essere una struttura storica, polo di eccellenza in specializzazioni come la diabetologia e l’endocrinologia digestiva, dispone al momento di 115 posti letto, appena cinque in meno del limite stabilito dei 120, cinque sale operatorie altamente tecnologiche, un reparto di ginecologia completamente ristrutturato. E’ chiaro che il ministro Lorenzin e ancor di più il presidente Zingaretti non possono non sapere che negli ultimi anni il nosocomio ha beneficiato di investimenti per dodici milioni di euro, spesi proprio per mettere tutti i reparti in sicurezza. Parliamo di un ospedale che ha la capacità di ospitare oltre 400 degenti. Uscendo, però, dalla ridicola logica dei numeri, siccome è di diritto alla salute che si sta parlando non di matematica, sarebbe quanto mai il caso che il presidente della Regione Lazio intervenisse sulla scia del suo collega veneto, Luca Zaia che giusto ieri ha garantito che non sottrarrà valore e eccellenze alla sua regione solo in nome di qualche posto letto in meno”.

“Confidiamo che i nostri referenti politici regionali – aggiunge Silvagni – si adoperino al massimo per sensibilizzare in questo senso il presidente Zingaretti e la giunta regionale del Lazio. Da parte nostra stiano certi – conclude il candidato sindaco della Coalizione dei Moderati – che stavolta, trasversalmente, metteremo in pratica il modello di lotta che tutti assieme, popolo con popolo, che ci ha portato a vincere contro la prepotenza che sarebbe stata l’apertura di una discarica al Divino Amore perché il diritto alla salute non ha colore politico e va al di là delle singole appartenenze. Marino e i marinesi non perderanno il loro ospedale. Lo affermeremo con tutta la forza necessaria, in tutte le sedi, i palazzi e le piazze di Marino, dei Castelli, di Roma e del Lazio. Basta giocare a risiko sulla salute delle persone. Non permetteremo un passo in più a chicchessia nella direzione della chiusura dell’ospedale San Giuseppe. Lo tengano bene a mente”.