ROMA CAPITALE: IGNAZIO MARINO SI E' DIMESSO DA SINDACO

di Ivan Galea

Roma – Ignazio Marino si è dimesso pochi istanti fa. Le dimisioni seguono quelle del vice sindaco Marco Causi e l'assessore ai Trasporti Stefano Esposito. Si è dimesso anche l'assessore al Turismo di Roma, Luigina Di Liegro. A quanto si apprende, sarebbe la terza a lasciare la giunta di Ignazio Marino. Anche Di Liegro era entrata in giunta con Causi, Esposito e Rossi Doria nell'ultimo rimpasto, quello che avrebbe dovuto aprire la "fase due" della giunta Marino.

E' stato costante, per tutta la mattinata è andato in scena il pressing del Pd per far dimettere il sindaco. Il sindaco resiste e il Pd sta studiando una exit strategy sulla vicenda e sul tavolo ci sarebbero anche le dimissioni in massa degli assessori Dem nel caso Marino non rassegnasse le dimissioni. Stessa richiesta anche da Sel.

Pd romano in fibrillazione per tentare una via di uscita all'impasse Campidoglio nel caso Marino non dovesse rassegnare le dimissioni. Oltre alla 'mozione di sfiducia' in Aula si valuta anche il ritiro in blocco degli assessori targati Pd. La seconda opzione però non porterebbe automaticamente ad un'uscita di scena di Marino. Nel caso in cui dal Pd arrivi la decisione di ritirare i suoi assessori questo sarebbe sicuramente un segnale politico forte che potrebbe tradursi o in un addio di Marino o anche solo in un maxi rimpasto. Per quanto riguarda la mozione di sfiducia questa non esiste tecnicamente nel regolamento del consiglio comunale e quindi si stanno studiando le forme con cui eventualmente presentare in aula questo 'atto di sfiducia'. Tra le ipotesi prese in considerazione anche le dimissioni in blocco dei consiglieri di maggioranza cui dovrebbero seguire quelle dell'opposizione.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino, secondo quanto si apprende, ha "resisto" fino all'ultimo. Il sindaco resta arroccato in trincea e ha promesso che pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma. Il sindaco rinuncerà anche alla carta di credito intestata al Comune. La volontà di pagare di tasca propria tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma è stata annunciata ieri durante la riunione di giunta che si è tenuta ieri nel pomeriggio. Successivamente, in una nota, ha ricordato di essere stato lui "a mettere on line tutti gli atti di cui si parla in queste ore. Dopo gli anni opachi e neri è la mia amministrazione ad aver portato trasparenza. Faccio questo gesto per i romani, non per chi mi attacca. Ma ora voglio che Roma guardi avanti, guardi all' impegno per il Giubileo, ai cambiamenti necessari perché i cittadini vivano meglio in una città più moderna e accogliente". "Guardo all'obiettivo giubilare, all'anno che si apre in anticipo l'8 dicembre e che si chiuderà a fine novembre del 2016. E' una sfida – ha aggiunto – che Roma, con lo sforzo di tutti i cittadini e con il concorso del governo, saprà vincere. Da due anni c'è il tentativo di sovvertire la scelta democratica dei cittadini. Io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno".

Di Battista, io non mi candido – "Io ho deciso di non candidarmi e non ho mai avuto questa ambizione, per correttezza e onestà devo finire il mio mandato in Parlamento e spero che a Roma si vada al voto al più presto". Così il deputato del M5s Alessandro Di Battista risponde a chi gli chiede se ci sarà una sua candidatura a sindaco di Roma.

Beppe Grillo su twitter, Marino dimettiti – "#marinodimettiti e Roma subito al voto!". Lo scrive Beppe Grillo sul suo profilo twitter dopo la conferenza stampa indetta a Montecitorio da deputati e consiglieri del M5s sulle spese di rappresentanza del sindaco.




ROMA CAPITALE, MARINO: "PRONTO ALLE DIMISSIONI"

di Maurizio Costa

Roma – Il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, esce fuori dalle stanze buie del Campidoglio e non riesce a trattenere la sua rabbia: "Domenica bloccherò la città" – ha dichiarato in un'intervista su Radio24 – "Le persone dovranno attrezzarsi: fortunati i politici che hanno le auto blu, loro potranno girare per Roma, mentre i cittadini no. I romani dovrebbero inseguire la politica con i forconi." Queste sono le dure parole del primo cittadino della Capitale, indignato per il blocco del decreto "Salva Roma" in Parlamento, che consentirebbe di colmare il disavanzo delle casse del Campidoglio di 816 milioni di euro.

La situazione della città è disastrosa e Marino non lo nasconde: "Se il mio compito deve essere licenziare 4mila dipendenti comunali, vendere l'Acea ai privati, liberalizzare trasporti e rifiuti e non fare opere di manutenzione in città, allora dovrà occuparsene un commissario liquidatore e io sarei pronto alle dimissioni." I soldi per tenere viva la città non ci sono: "Parliamoci chiaro" – ha aggiunto Marino – "Per marzo non ci saranno soldi per pagare i 25mila dipendenti del Comune, per il gasolio degli autobus, per tenere aperti asili nido e per organizzare la santificazione di due Papi, un eventi planetario."

Il Sindaco si sente abbandonato dalla politica statale (come qualsiasi italiano) e non si vergogna a chiedere aiuto a mani basse, sperando nella clemenza di Renzi o di Delrio: "Qui stiamo parlando della Capitale d'Italia; il Governo deve darci gli strumenti necessari per poter risanare la città." Marino afferma che non sta chiedendo soldi, ma che vuole solamente ricevere il "tesoro" dei romani che a loro deve essere restituito. Forse il Sindaco si perde un po' in questo discorso monetario: dice di non volere denaro ma poi afferma che la Capitale è in difficoltà anche perché sta ancora pagando i terreni espropriati per costruire il Villaggio Olimpico.

In conclusione Marino si sente rassicurato dal nuovo Governo: "Mi fido molto di Graziano Delrio e di Renzi, due uomini che sanno bene cosa voglia dire amministrare una città. Stiamo lavorando sul "Salva Roma" e non ci fermeremo."

Le parole del Sindaco hanno la durezza di quelle frasi dette solamente per alzare i toni e cercare di fare vittimismo. E' sempre facile puntare il dito sulle precedenti amministrazioni o sull'ostruzionismo della Lega (restìa a regalare soldi a "Roma ladrona"). Gli sprechi della Capitale sono centinaia di migliaia: dai maxistipendi all'assenteismo, e i modi per risanare la città, attraverso piccoli passi, ci sono. L'elemosina è l'ultimo atto di un uomo, o una città, sulla via del tramonto.