MARO': CORAGGIO AI FUCILIERI DELLA MARINA MILITARE. LATORRE E' VICINO A GIRONE

di Angelo Parca

«Inondiamo» la bacheca Facebook del fuciliere barese Salvatore Girone di «un cuore, un bacio, una bandiera dell'Italia oppure un 'mi piacè e facciamogli sentire il nostro affetto e supporto». A lanciare la proposta su Facebook è Massimiliano Latorre, riferendosi all'altro marò, attualmente trattenuto in India, insieme a lui accusato di avere ucciso due pescatori indiani nel corso di un'operazione antipirateria. «È un Leone ma è anche un uomo – scrive Latorre – Dai tutti insieme. Son sicuro che saremo in tanti». Quattro giorni fa l'Italia ha attivato l'arbitrato internazionale sul caso dei fucilieri di Marina

 

Attivato l'arbitrato internazionale. L'Italia ha attivato l'arbitrato internazionale sul caso dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione, che il Parlamento aveva sollecitato, e' stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l'India e di fronte alla impossibilita' di pervenire a una soluzione della controversia. L'Italia chiedera' immediatamente l'applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in patria di Girone nelle more dell'iter della procedura arbitrale. Da parte italiana, vi sara' un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull'immunita'. Obiettivo – si legge in una nota della farnesina – e' la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due maro' ai quali il governo rinnova la sua vicinanza. Il governo, nelle ore precedenti l'attivazione dell'arbitrato ha informato della decisione i presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato e della Camera dei Deputati. 

 

"Bene governo su arbitrato". "Esprimiamo apprezzamento per la decisione del Governo di attivare, come richiesto da tempo dal Parlamento, la procedura dell'arbitrato internazionale per la risoluzione con l'India della vicenda dei Fucilieri di Marina, attivazione della quale eravamo stati informati nelle ore precedenti". Lo scrivono, in una nota, i presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato, Fabrizio Cicchitto, Elio Vito, Pier Ferdinando Casini e Nicola Latorre. "Ora e' il momento dell'unita' delle Istituzioni e del Paese per vedere finalmente affermati, secondo le norme del diritto nazionale ed internazionale, l'innocenza e i diritti dei Maro' e dell'Italia, dopo oltre tre anni di ingiusta detenzione.A Massimiliano Latorre e Salvatore Girone rinnoviamo a nome nostro personale e delle intere Commissioni che rappresentiamo, i sentimenti di vicinanza e solidarieta' che abbiamo piu' volte manifestato", aggiungono.

 

 

Slitta ancora il caso marò dinanzi alla Corte Suprema indiana: la prossima udienza sul caso, fissata al 7 luglio, slittera' probabilmente al 14. La Corte, massima istanza giudiziaria indiana, deve decidere sul ricorso presentato da Massimiliano Latorre e Salvatore Girone contro l'impiego della polizia investigativa Nia nel processo a loro carico per la morte di due pescatori indiani. A fine aprile, la Corte Suprema indiana aveva deciso di rinviare a dopo il primo luglio -dopo oltre due mesi di vacanze estive- l'esame di tutte le cause pendenti, oltre una ventina inclusa quella dei due
maro'. Cio' malgrado gli stessi giudici indiani nell'udienza del 9 aprile aveva stigmatizzato le tattiche -da loro definite, dilatorie- della difesa italiana per rinviare l'inizio del processo. L'udienza adesso sara' proprio alla vigilia della scadenza, il 15 luglio, dei tre mesi concessi a Latorre per proseguire in Italia le cure dopo l'ictus che lo ha colpito nell'agosto 2014 e l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso. Intanto, il 7 luglio e' prevista l'udienza dinanzi al Tribunale speciale di New Delhi, che si deve occupare del processo; ma l'inizio del procedimento penale finora e' sempre stato rinviato proprio in attesa che si pronunci la Corte suprema sul merito del ricorso presentato dai due fucilieri