Oltre mare nostrum: la porta del paradiso


di Emanuel Galea


“Cosa cerchi?”, domandava Casanova. “Cerco un attimo che valga una vita”. Profonda riflessione! Ognuno di noi ha la vita che gli ha riservato il destino e rincorre il paradiso che sogna. La porta per il Paradiso in provincia di Hunan, in Cina, affascina molti, sfidando la estenuante prova dei 99 tornanti per poi affrontare a pieni polmoni la salita di 999 scalini. Consapevoli dell’immane fatica, l’affrontano ugualmente perché sanno di essere ripagati, una volta arrivati in cima, dallo spettacolo della natura che gli offre il monte Tianmen.

Tutt’altra Porta del Paradiso attende il turista in visita allo splendido Duomo di Santa Maria a Firenze.
Al fianco di questo vi si trova il Battistero di San Giovanni. E’ un insieme d’opere d’arte e le tre porte sono dei veri capolavori, soprattutto una,  conosciuta come  “la porta del paradiso”. La porta apre su  una vasta  dimensione del tempo, oltrepassa lo  spazio  e si perde nei grandi  volumi. Il turista acculturato è soddisfatto e torna a casa graziato.
 
Un’altra porta ed un altro paradiso rincorre un certo turismo di massa, secondo un’indagine presentata al Premio Italia a Tavola  svoltosi a Firenze. Dice l’indagine che  il 75% dei turisti stranieri che scelgono l’Italia come destinazione turistica, secondo una ricerca sugli arrivi da 11 Paesi, tra i quali Usa, Cina, Messico e India, vedono nella penisola oltre il Mare Nostrum, la porta per un altro paradiso e cioè il parco divertimenti Gardaland, con tre milioni di turisti l’anno e la cucina italiana, che sia in trattoria o da uno chef stellato o alla visita di una cantina. Gli Uffizi di Firenze, i Musei vaticani e il Colosseo vengono dopo. La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri, scriveva Oscar Wilde e la gioventù africana questo lo ha ben capito e sembra decidere di realizzare i sogni propri.  Anche nei loro sogni c’è  la porta del paradiso oltre Mare Nostrum. Passata quella porta “troveranno ad accoglierli  il nuovo klondike, ricco di pagliuzze d’oro ,  lavoro facile ben retribuito, benessere, facili opportunità e, perché no, tanto svago, divertimento e tanti di quegli  “altri diritti”. Sono bene informati  seguendo certe  reti televisive italiane  ed incoraggiati da “agenzie” che lucrano sul loro migrare.
 
In Italia l’immigrazione tiene il banco da ormai diversi mesi e ognuno dice la sua. Il buonismo ad oltranza non manca e voci come quella di Saviano oppure di Manconi pretendono di imporsi su ogni ragionevole argomentazione. Per fortuna c’è  sempre una voce equilibrata come quella del Foglietto che scrive: “Mettete da parte la fuffa e concentratevi sulla ciccia”. Mi sento di condividere in pieno quanto ha scritto Claudio Cerasa il 5/7/2017.
 
Chi sono questi giovani che attraversano il mediterraneo per venire in Italia? Da dove vengono? Cosa cercano? Cosa lasciano dietro di loro? Ha ragione il Foglietto, se non si conosce la ciccia,  si rischia di raccontare fuffa.Il continente africano è formato da 54 nazioni. Una trentina di queste hanno livelli di vita , più o meno, paragonabili a quelli occidentali. L’agricoltura è una dei settori economici  dell’Africa e impiega il 60% degli africani. Purtroppo le istituzioni finanziarie controllate dall'ONU non sono state impiegate per lo sviluppo e per questo non hanno dato i risultati sperati. Ci sono tante fattorie di piccola e media dimensione ma ci sono anche fattorie di larga dimensione molto spesso molto vaste, produttrici di  caffè, cotone, cacao, tè e gomma. Ultimamente si è visto un aumento nella produzione dei fiori.


Prima domanda: perché il giovane africano preferisce venire a raccogliere i pomodori in Italia e non contribuire a casa propria ad aumentare le produzioni locali? La produzione africana di minerali e petroli rappresenta la coefficiente più alta di ritorno finanziario per il paese. Il Continente africano è ricco di giacimenti
d’oro, rame, in grande quantità. Poi si trovano depositi di ferro,bauxite, carbone, titanio e ancora oro e rame, tutti ancora da sfruttare.
 
Seconda domanda. Le istituzioni internazionali cosa stanno facendo, oltre distribuire contraccettivi,  per consegnare tutta questa ricchezza agli africani, sottraendola da mani colonizzatrici? Quanti altri anni dovremo aspettare per sentire il giovane africano gridare: L’Africa è nostra, difendiamola!  Il Sud Africa è ricco di aziende con rilevanza mondiale. La  South African Brewery (SAB) è attualmente il primo produttore mondiale di birra, proprietaria di molti marchi in Europa Asia e le Americhe (in Italia controlla la Peroni). Mondi è un altro gruppo tra i più importanti produttori mondiali di cellulosa, carta patinata per riviste e imballaggi in carta. Anche in Africa esiste il settore finanziario e  certe valute come  il rand sudafricano è riconosciuto internazionalmente. Il settore terziario, parliamo in primo luogo del turismo, sarebbe in espansione se non fosse per l’instabilità di certe zone.
 
Terza domanda: Perché il giovane africano anziché lasciarsi abbagliare dal miraggio di un paradiso oltre Mare Nostrum non focalizza le sue aspirazioni verso queste realtà del paese proprio?  Tentiamo noi una risposta  per il giovane africano. Siamo convinti che finché la maggior parte delle risorse minerarie, petrolio e materie prime non verranno sottratte alle grandi multinazionali estere, continuerà il mal contento per lo sfruttamento della forza lavoro indigena che a sua volta sfocia in forme violente di rivolta e guerriglia tra mafie locali  che poi, la nostra stampa ci descrive come teatri di guerra. E’ compito delle istituzioni internazionali provvedere a tutto ciò. Per l’amore dell’Africa auguriamo di  potere salutare  il giorno quando  la bella gioventù africana anziché fuggire, rimarrà  in campo decisa d’appropriarsi delle  conquiste sociali, politiche ed economiche che a lei  spettano di diritto.Se Macron può nazionalizzare i cantieri acquistati da Fincantieri con l’obiettivo, secondo  il  ministro dell’economia francese Bruno le Maire, di difendere gli interessi strategici del paese, non si capisce  perché le nazioni africane non possono nazionalizzare , per le stesse ragioni, le risorse minerarie, petrolio e materie prime detenute dalle  grandi multinazionali estere. Le tante sbandierate istituzioni internazionali se la sentono di sostenere, eventualmente, gli africani  in questa loro legittima rivendicazione? Anziché abbandonare la loro terra, scappando, questo dovrebbe essere l’obiettivo dei tanti migranti.

 




MARINA MILITARE: FINE MARE NOSTRUM DIPENDE DALLA POLITICA

Redazione

Senza troppi giri di parole, una dichiarazione che non lascia spazio ad equivoci. Il termine dell'operazione Mare Nostrum "dipende da decisioni che appartengono al livello politico". E' questo – precisa la Marina militare in una nota – che "di fatto si limita ad indicare" quanto detto ieri a Bruxelles durante la conferenza organizzata dal Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (ECRE) dall'ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante in capo della flotta navale italiana e quindi primo responsabile operativo di Mare Nostrum. Dichiarazioni che avevano subito innescato polemiche e dubbi sulla effettiva fine della missione.
  La Marina militare precisa inoltre di operare "in perfetta sintonia con il governo e in particolare con il ministero dell'Interno in ottemperanza alle direttive governative impartite" e che "le notizie riportate oggi sulle diverse testate giornalistiche riguardo il termine dell'operazione Mare Nostrum non riflettono il pensiero" della forza armata.




MARE NOSTRUM VA IN PENSIONE, ARRIVA TRITON

Redazione

"Individueremo una data per il Consiglio dei ministri" che chiudera' l'esperienza di Mare Nostrum. "Di certo, sara' entro il primo novembre, data dell'entrata in funzione dell'operazione Triton", coordinata a livello Europeo da Frontex. Lo ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margine della sua informativa alla Camera dei Deputati. Oltre all'Italia sono 19 i paesi europei che hanno aderito all'operazione Triton, che avverra' sotto il coordinamento di Frontex e che prendera' il posto di Mare Nostrum, operazione invece tutta e sola italiana, ha annunciato Alfano durante l'informativa urgente alla Camera sulla questione immigrati. Il dato sui 19 Stati che si sono aggiunti all'Italia e' stato pero' subito contestato in aula – non appena partita la serie di interventi dei gruppi – dal deputato Manlio Di Stefano, del Movimento 5 Stelle, che ha parlato invece di 8 nazioni (oltre all'Italia) e detto che il direttore di Frontex ha appena smentito lo stesso ministro a proposito della conclusione di Mare Nostrum, ovvero Frontex affianchera' l'operazione partita un anno fa. E anche Laura Ravetto (FI) ha parlato di soli 8 Stati aderenti all'operazione. Nel corso dell'informativa il titolare del Viminale ha ricordato che sin dall'inizio l'operazione Mare Nostrum era "emergenziale e a tempo, transitoria, e da qui nasce l'inadeguatezza di questa operazione a fronteggiare il carattere strutturale, assunto dal flusso migratorio a causa di conflitti etnici, religiosi e politici". In proposito ha detto che i flussi migratori verso l'Europa hanno avuto una forte crescita "con le primavere arabe, con la situazione politica in Libia, con i conflitti in Siria e Iraq e per le crisi nell'area sub-sahariana". Quindi ha sottolineato che "si sta per realizzare un'operazione alle frontiere europee che non ha precedenti per partecipazione", riferendo che alcuni Stati hanno dato disponibilita' con assetti aerei, altri con assetti navali, altri ancora fornendo personale e chi con esperti.
  Alfano ha detto che ora si e' nella fase del piano operativo che l'agenzia sta mettendo a punto "sulla scorta di disponibilita' offerte: 3 milioni di euro al mese, e' stimata l'operazione, meno di un terzo di quanto e' costata Mare Nostrum". Alfano ha aggiunto inoltre che l'operazione Triton avra' compiti diversi da Mare Nostrum: i suoi obiettivi saranno contrastare l'immigrazione irregolare e l'attivita' di traffico di esseri umani. L'operazione avra' come linea operativa le 30 miglia dalle coste italiane, e le imbarcazioni intercettate potranno essere distrutte per impedirne il possibile reimpiego.
  Alfano ha precisato che al termine di Mare Nostrum non e' che l'Italia cessera' di fare operazioni di ricerca e salvataggio, "ma non si potranno avere due linee di difesa sulle nostre frontiere, una piu' avanzata verso la costa nordafricana e una sul confine di Schengen, e per questo Mare Nostrum sara' chiusa".




TRITON: CECILIA MALMSTRÖM CONFERMA CHE L’OPERAZIONE NON SOSTITUISCE MARE NOSTRUM

di Cinzia Marchegiani


Bruxelles– A decorrere dal 1 novembre 2014,  il Frontex ha coordinato un'operazione congiunta  denominata Triton che  inizierà la sua attività nel Mediterraneo centrale a sostegno degli sforzi italiani. I dettagli di Triton, tra cui l'area operativa e le risorse necessarie, sono stati concordati tra Frontex e l'Italia, sulla base delle richieste formulate dalle autorità italiane.
A parlare e mettere i puntini sulle “i” sul funzionamento dell’operazione Triton è il commissario europeo Cecilia Malmström, con una dichiarazione inequivocabile oggi 7 ottobre 2014:” Con il suo funzionamento Mare Nostrum, l'Italia ha fatto un lavoro formidabile per aiutare migliaia e migliaia di rifugiati che hanno rischiato la loro vita cercando di attraversare il Mediterraneo in vasi traballanti. È chiaro che l'operazione Triton non può e non sostituire Mare Nostrum. Il futuro del Mare Nostrum rimane in ogni caso una decisione italiana. Triton non influenzerà le responsabilità degli Stati membri nel controllo della loro parte delle frontiere esterne dell'UE, e dei loro obblighi nei confronti della ricerca e soccorso di persone in difficoltà. Sono fiducioso che l'Italia continuerà ad adempiere ai propri obblighi europei e internazionali e la Commissione europea è pronta a continuare a fornire assistenza europea a tali iniziative.” Il commissario Malmström spiega che per avere successo, questi sforzi in mare devono essere integrati da altre misure, gli stati europei ora devono dare piena attuazione del sistema europeo comune di asilo, e che sarà fatto un serio sforzo per stabilire un programma veramente europeo per il reinsediamento dei rifugiati:”Le sfide che l'Unione europea si trova ad affrontare richiede tutti gli Stati membri di assumersi la responsabilità, e offrire protezione a chi ne ha bisogno."

L'operazione Mare Nostrum è spiegata nei dettagli da una nota sul sito dell’UE, definita come operazione in corso in prossimità della costa libica con mezzi navali italiani. L'UE ha sostenuto l'operazione finanziariamente 1,8 milioni di  euro le azioni di emergenza nell'ambito del Fondo per le frontiere esterne. L’assistenza per l'Italia è stato fornito attraverso le due operazioni Frontex coordinate Hermes and Aeneas e le operazioni congiunte coordinate da Frontex Hermes ha, in una forma o l'altra e con poche interruzioni, andata avanti per diversi anni. L'Italia ha agito come unico Stato ospitante. Questa operazione congiunta è in corso in prossimità della costa italiana per il controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea con un budget annuale per il 2014 di circa 5 milioni di euro. Conformemente alla richiesta del paese ospitante, mare attività sostenute nel funzionamento provengono da Italia (Guardia Costiera e / o Guardia di Finanza); altri Stati membri contribuiscono con una sorveglianza di aeromobili e ospiti ufficiali sulla terra per aiutare con lo screening / debriefing.
Frontex ha inoltre coordinato Enea un'operazione congiunta con l'Italia come Stato ospitante. Questa operazione concentrata principalmente sui flussi migratori provenienti da Egitto e Turchia (via Grecia) per l'Italia.
Triton conta sulle risorse umane e tecniche messe a disposizione dagli Stati membri partecipanti. In questa direzione Frontex ha lanciato un invito agli Stati membri per i contributi di cui due velivoli ad ala fissa di sorveglianza, tre pattugliatori, così come sette squadre di agenti distaccati per debriefing / raccolta di intelligence e le finalità di screening / identificazione. Inoltre le attività italiane faranno parte dell'operazione.
Un costo esorbitante, il budget mensile è stimato intorno a 2.900.000 euro al mese. Per finanziare il lancio e la prima fase dell'operazione, i fondi sono stati riassegnati dal Fondo Sicurezza interna e all'interno del bilancio di Frontex. L’aumento del bilancio Frontex 2015 deve essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, al fine di finanziare l'operazione con la stessa intensità nel lungo periodo. Come per tutte le operazioni Frontex, Triton opererà nel pieno rispetto degli obblighi internazionali e comunitari, tra cui il rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento che esclude spalle push.
Triton è destinato a sostenere gli sforzi italiani, e non sostituisce o sostituire gli obblighi italiani nel monitoraggio e rilevamento delle frontiere esterne di Schengen e nel garantire il pieno rispetto della UE e degli obblighi internazionali, in particolare quando si tratta di ricerca e soccorso in mare. Essa implica che l'Italia dovrà continuare a fare continui sforzi notevoli con mezzi nazionali, pienamente coordinati con l'operazione Frontex, per gestire la situazione.
Tutti gli Stati membri potrebbero utilizzare per il supporto operativo, vale a dire i costi di gestione delle loro operazioni di controllo delle frontiere, fino al 40% delle risorse disponibili per i loro programmi nazionali nell'ambito del nuovo Fondo Sicurezza. Nel caso di Italia, tenendo conto che oltre 156.000.000 di euro sono assegnati in Italia, più di 62.500.000 di euro potrebbe essere assegnato al supporto operativo nell'ambito del suo programma nazionale per il periodo 2014-2020.

Gli Italiani guradano e si stupiscono come i fondi per emergenze umanitarie siano sempre diponibili, ma non per le emergenze nazionali dei paesi membri. Una discriminazione che sta sempre più esasperando chi sta cominciando a vivere nella povertà nel proprio paese, senza assistenza e senza più diritti…dovrebbero spiegarlo a quegli italiani che avevano occupato palazzi abbandonati e fatiscenti e sfrattati per strada.




MARE NOSTRUM ADDIO: DA FINE NOVEMBRE ARRIVA FRONTEX PLUS

di Angelo Parca

Prima bisognava prestare soccorso e ora, sentendo le parole del ministro Alfano sembra più che ci si debba proteggere con l’ausilio della Ue che si sostiutirà ai compiti finora espletati dall'Italia. Insomma una sorta di "Mare Vostrum". "Il nostro obiettivo è avviare Frontex Plus e poi ritirare Mare Nostrum" ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano dopo il vertice con il commissario Ue Cecilia Malmstroem sull'emergenza sbarchi.

 "Mare Nostrum è nata come operazione di emergenza e a tempo. Se vi è il presidio del Mediterraneo da parte dell'Ue, come abbiamo sempre chiesto, e quel presidio è più forte di come lo era il giorno della tragedia di Lampedusa nell'ottobre scorso, quella protezione della frontiera marittima sarà più solida che in passato e questa è l'operazione Frontex Plus" ha spiegato il ministro dell'Interno. 

Ma cerchiamo di saperne di più. Frontex Plus non sarà operativo fino alla fine di novembre di fatto fara' passare la responsabilità del controllo delle frontiere direttamente sull'Unione europea. Il ministro, nello spiegare le differenze tra Mare Nostrum e la futura missione Frontex Plus, ha precisato che quest'ultima operera' "nei limiti delle acque territoriali di Schengen". Il campo di operativita' di Mare Nostrum e' invece al momento esteso anche al di fuori delle acque territoriali di Schengen, fino al limite della frontiera libica. Angelino Alfano ha tenuto a sottolineare che con il lancio di Frontex Plus e la graduale dismissione di Mare Nostrum, si verifichera' "un completo capovolgimento di prospettiva e di competenze" visto che "l'Europa tornera' protagonista nel Mediterraneo." Alfano ha sottolineato poi che le due operazioni sono distinte e con compiti diversi e ha poi precisato che la sostituzione di Mare Nostrum con Frontex Plus "non significa un abbandono della frontiera" visto che l'Italia restera' responsabile dei suoi confini, eppure tuttavia "la competenza su Frontex Plus sara' dell'Europa" e non dell'Italia.




MARE NOSTRUM: MINACCIA TUBERCOLOSI

di Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm)

Le notizie provenienti sulla missione “Mare nostrum” sono allarmanti.
La positività ai test “Mantoux” e poi “Quantiferon” riscontrata su alcuni operatori ivi impegnati attesta uno stato di malattia concreto di taluni militari e poliziotti che non era stato rilevato prima delle operazioni di soccorso. Conseguentemente, i vertici della Marina potrebbero risultare responsabili nei confronti dei soggetti ammalati e ora sottoposti a terapia farmacologica per scongiurare il conclamarsi della malattia. Da quel che è dato sapere, i vertici militari non hanno messo in atto – o comunque lo hanno fatto in modo adeguato e con estremo ritardo – le necessarie cautele e protezioni del personale dai possibili rischi virali e biologici.
Per questi motivi, rinnovo la mia richiesta alle autorità sanitarie e giudiziarie competenti di accertare, se già non lo abbiano fatto, le eventuali responsabilità dei vertici militari e del Ministero dell'Interno, ma anche del Ministro della salute, per la mancata valutazione dei rischi di contagio cui sembrano essere stati esposti i militari e i poliziotti impegnati nelle operazioni di soccorso.

La possibile responsabilità giuridica di coloro che dispongono l'impiego del personale nelle attività di soccorso si basa anche sul parere giuridico espresso dall'avvocato Giorgio Carta nel corso di una intervista rilasciata ieri a Radio Radicale, che ha illustrato la soggezione del … datore di lavoro ad un preciso obbligo di protezione del proprio dipendente. Visto l’acclarato pericolo di contagio, quanto meno, va riconosciuto ai militari ed ai poliziotti il diritto di rifiutarsi di prestare servizio o di eseguire gli ordini dei loro superiori laddove il datore di lavoro non abbia assicurato tutte le possibili e adeguate cautele, informazioni e mezzi di prevenzione e protezione per scongiurare i rischio di contagi o danni alla salute nelle operazioni di soccorso, assistenza e identificazione dei migranti perché in tale caso il concreto, o possibile, rischio di subire danni alla salute opera come scriminate nell'eventuale configurazione del reato di disobbedienza o insubordinazione. Ai militari della Marina e ai poliziotti dico: “ragazzi, quando tornate dalle vostre famiglie fate in modo di condividere con loro la vostra esperienza umanitaria e non le malattie che potreste contrarre per non aver preteso da chi vi comanda il rispetto della legge e della vostra salute.”

Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere regionale del Lazio e membro della commissione Salute Fabrizio Santori, che in un comunicato esterna preoccupazione per i rischi tubercolosi per uomini e donne delle forze dell'ordine e per connazionali impegnati in Mare Nostrum."Non è solo l'operazione Mare Nostrum che mette a rischio molti dei nostri connazionali. L'esposizione a pericoli sanitari di ogni tipo, da parte degli uomini e delle donne in divisa, che sono lasciati dallo Stato e da Roma Capitale allo sbando, senza strumenti e abbigliamento protettivo, è quotidiana e costante e, in ultima analisi, mette a rischio la salute di tutti i cittadini", così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e membro della commissione Salute, nell’appellarsi al ministro Lorenzin e al Presidente Zingaretti in merito alla questione posta da alcune associazioni, dal sindacato della polizia locale Ospol e da diversi cittadini.
"L'ordinanza del sindaco Marino criticata dall'Ospol, è un atto grave ma quello che maggiormente ci preoccupa è l’impossibilità di reperire il Test di Mantoux che non vorremmo faccia parte di un sistema più ampio frutto di un’artefatta campagna tesa a tenere bassa l’attenzione sul fenomeno della Tubercolosi Tbc. Crediamo che, pur senza allarmismi, la salute e la serenità dei connazionali vada tutelata più di ogni altro interesse. In tal senso attendiamo anche un intervento del ministro della Difesa. Il bando di concorso VFP per le Forze Armate prevede una serie di analisi, una tra queste il fondamentale Test di Mantoux che Wikipedia definisce come un test economico e facile da effettuare, ma la realtà è purtroppo ben diversa”, prosegue Santori. “Il test, che prevede due sedute, l'inoculazione e la successiva osservazione, è tra i più cari e al momento risulta reperibile solo attraverso le strutture pubbliche. I dubbi permangono e sono ragionevoli visti gli ultimi gravi casi di Tbc riscontrati tra gli immigrati e i funzionari pubblici, in particolare quelli appartenenti alle Forze Armate". conclude Santori.

 




MARE NOSTRUM: SOCCORSI 5 MILA PROFUGHI, ALTRI 30 MORTI

Redazione

Le navi della Marina Militare inserite nel dispositivo aeronavale interforze Mare Nostrum sono state impegnate per tutto il fine settimana prestando soccorso ad oltre 5000 migranti.

La fregata Grecale con a bordo 566 e la corvetta Chimera con 353 migranti arriveranno in giornata nel porto di Pozzallo. Nel pomeriggio di ieri durante le operazioni di soccorso e di ispezione ad un barcone venivano rinvenute circa 30 salme stivate nella zona prodiera dell’imbarcazione. Il personale medico intervenuto sul posto ha dichiarato che le cause della morte sono da attribuire a probabile asfissia e annegamento e ne sconsigliavano il prelievo a causa degli spazi angusti. Una volta ultimate le operazioni di soccorso ai migranti, il barcone è stato rimorchiato da Nave Grecale e attualmente dirige verso il porto di Pozzallo dove arriverà in giornata.

La nave anfibia San Giorgio con a bordo 1170 migranti arriverà in giornata nel porto di Taranto.

Il pattugliatore d’altura Dattilo della Capitaneria di Porto con a bordo 1096 migranti arriverà in giornata nel porto di Augusta.

La rifornitrice Etna con a bordo 1044 migranti arriverà nella giornata di domani nel porto di Salerno.

Il pattugliatore Orione con a bordo 396 migranti e il mercantile Mare Atlantic con a bordo 235 migranti arriveranno in giornata nel porto di Messina. La motovedetta della Capitaneria di Porto 906 Corsi con a bordo 341 migranti arriverà a Porto Empedocle in giornata.

Il mercantile City of Beirut con a bordo 105 migranti e il mercantile Ticky con a bordo 190 migranti arriveranno nel porto di Trapani in giornata.