VITERBO, DANNI ALLUVIONE: IL GOVERNO MODIFICA IN CORSO D'OPERA LE PROCEDURE PER L'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI

Redazione

Viterbo – “Grazie ad una normativa del Governo, rischiano di allungarsi ulteriormente i tempi di attuazione degli interventi per i danni causati dall’alluvione nel territorio della Tuscia. Infatti, mentre con la normativa precedente il soggetto attuatore era espressamente individuato nella Provincia di Viterbo, adesso tutte le competenze in materia di liquidazione sono state trasferite in capo alla Regione Lazio, fatto questo che inevitabilmente comporterà nuovi ritardi nell’erogazione delle risorse”.

E’ molto critico il giudizio del presidente della Provincia Marcello Meroi nei confronti del Decreto varato dal Governo che ha rimesso in discussione il percorso che era stato avviato da tempo per liquidare ai Comuni i danni causati dagli eventi alluvionali del 2012. In base alla vecchia normativa ora modificata, il Governo trasferiva i fondi alla Regione Lazio la quale poi a sua volta delegava la Provincia quale soggetto attuatore degli interventi in accordo con i Comuni danneggiati. La Provincia aveva già provveduto ad attivare presso la Banca d'Italia le relative coordinate per poter dare corso ai trasferimenti conseguenti”.

“Ci eravamo organizzati – spiega Meroi – per velocizzare al massimo le procedure non appena ci fossero stati trasferiti i soldi che, in verità, attendiamo dal novembre del 2012. Adesso, grazie alla decisione del Governo, che ha deciso di modificare la normativa e indicare quale soggetto delegato ai pagamenti la Regione Lazio, inevitabilmente i tempi si allungheranno perché in pratica bisognerà ripartire da zero. Si tratta di uno schiaffo in piena regola al territorio della Tuscia e ai Comuni che da tempo stanno attendendo lo stanziamento dei fondi promessi per poter finalmente risistemare le infrastrutture. 

Un provvedimento assurdo – attacca ancora Meroi – che cambia le regole in corso d’opera e che sembra più orientato a penalizzare che ad aiutare i Comuni gravemente danneggiati dagli eventi calamitosi di due anni fa. Mi chiedo che senso abbia tutto questo, visto che l’unico risultato concreto che si potrà ottenere da questa decisione, sarà appunto quello di rendere più complicato il trasferimento delle risorse. Il premier Renzi – aggiunge il presidente – parla sempre di semplificazione dell’apparato statale, ma qui si ha la netta sensazione che si faccia del tutto per complicare l’attività amministrativa, anziché migliorarla. C’è solo da sperare che i tempi non si allunghino all’infinito. Per quanto riguarda la Provincia – conclude Meroi – non ci resta che prendere atto dell’ennesimo scippo di competenze messo in atto dal Governo Renzi e rammaricarci del fatto che, nonostante il lavoro e gli sforzi profusi in tanti mesi di lavoro, gli impegni da tempo concordati ed assunti con i sindaci e con i cittadini della Tuscia dovranno attendere ancora altro tempo per essere mantenuti. Colpa questa di chi legifera senza senso, privo di qualsiasi conoscenza degli effetti reali che poi tali scelte producono sul territorio”.




VITERBO: 14 ESERCIZI COMMERCIALI HANNO RICEVUTO IL CERTIFICATO DI RESPONSABILITA' CONTRO IL GIOCO D'AZZARDO

Redazione

Viterbo – Si è svolta questa mattina a Palazzo Gentili la cerimonia di consegna dei Certificati di responsabilità sociale contro il gioco d’azzardo ai titolari degli esercizi commerciali che hanno detto no alle slot machine. E’ la terza volta che la Provincia di Viterbo e l’Asl assegnano questo riconoscimento alle attività che hanno scelto di non lucrare sul dramma delle famiglie, rinunciando ad incentivare il gioco all’interno dei propri locali. I certificati sono stati consegnasti dal presidente della Provincia Marcello Meroi, alla presenza della responsabile del Sert dell’Asl di Viterbo dott.ssa Anna Rita Giaccone.

Sono quattordici gli esercizi pubblici che hanno ricevuto l’importante riconoscimento per il loro impegno nella lotta contro la diffusione del gioco d’azzardo: sono il Bar Danilo a Tarquinia (in via Umberto I), il Bar Europa a Grotte S. Stefano (in via della Stazione), il Country Bar (Viterbo – via Mariano Romiti), l’Officina del Gusto (Viterbo – Largo Guglielmo Marconi, 2), la Caffetteria Casantini (Viterbo – via Cairoli, 27), la Caffetteria Coco (Viterbo – via Igino Garbini, 40 b-c-d), il Bar dell’Università (Viterbo – via San Camillo de Lellis), lo Chalet Porta Fiorentina (Viterbo – P.le Gramsci, 2), lo White Ristobar (Viterbo – p.zza delle erbe, 12), l’Antica Pasticceria Casantini (Viterbo – via Genova, 40), il Bar Caffetteria Break Time (Viterbo – via Genova, 41/43), il Caffè Cavour (Viterbo – via Cavour, 66), lo Strauss Caffè (Viterbo – Circonvallazione Ovest, 31), la Pasticceria Gobbattoni (Viterbo – via Marconi, 61/63).

    “La scelta fatta da questi imprenditori – ha spiegato il presidente Meroi – va premiata perché è una scelta di carattere etico, dettata dalla consapevolezza di rendere un grande servigio nella lotta ad una piaga sociale quale il gioco d’azzardo. C’è bisogno di una rete etica – ha aggiunto – che faccia comprendere anche a chi ancora non è sufficientemente sensibile, l’importanza di eliminare le slot dai locali pubblici, scoraggiando una pratica che ha purtroppo creato nella nostra provincia una vera e propria emergenza. Il fatto che il numero degli esercenti che hanno aderito all’iniziativa di Provincia e Asl è maggiore rispetto alle volte precedenti sta a dimostrare che l’inversione di tendenza è in atto e che si sta sviluppando, intorno al problema della dipendenza da gioco, una forte sensibilità sociale”.

    L’idea di rilasciare dei Certificati di responsabilità sociale a quelle attività commerciali che si sono liberate o che non hanno mai accettato l’istallazione nei propri spazi di apparecchiature elettroniche per il gioco d’azzardo, è scaturita dai frequentanti dei Gruppi di Mutuo-Aiuto, cioè da chi ha vissuto in prima persona questo dramma, con la volontà di impedire che altre persone ed altre famiglie possano precipitare nel tunnel della dipendenza.
       
Le persone che frequentano i gruppi Ama, non presenti alla conferenza per ovvie ragioni di privacy, hanno inviato un messaggio letto dal sociologo della Provincia Luca Piras; “Con questa iniziativa – hanno spiegato – vogliamo unire tutte le persone che si oppongono a questa tragedia che ha travolto noi e tantissime altre famiglie. Questi esercizi pubblici vanno premiati per la scelta di responsabilità sociale che hanno compiuto: hanno deciso di non guadagnare sul dramma e la disgrazia delle persone prese dalla dipendenza dalle slot. La gente deve sapere che c’è chi si oppone a questa follia delle macchinette mangiasoldi che ormai sono in ogni bar, in ogni tabaccheria, nelle pasticcerie, nelle pizzerie, dappertutto. I locali No-Slot stanno diventando sempre più numerosi e siamo sicuri che tante altre attività commerciali si candideranno per ricevere il certificato. I Gruppi di mutuo-aiuto che abbiamo frequentato ci hanno salvato dal nostro dramma personale, ma non basta perché tante persone, anche in questo momento, stanno distruggendo se stesse e le loro famiglie: è necessario che questa azione popolare si allarghi e sia sostenuta da tutti i cittadini sensibili e di buona volontà”.
   
Secondo una stima statistica del Sociologo Luca Piras sul territorio della provincia di Viterbo le persone affette dalla sindrome del gioco d’azzardo compulsivo (GAP) potrebbero essere circa 2800. Una cifra allarmante.
E’ dal 2010 che la Provincia e l’ASL di Viterbo hanno approntato uno specifico servizio congiunto per affrontare il problema: due Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, uno a Viterbo e uno a Tarquinia, per giocatori d’azzardo patologici e per il sostegno ai loro famigliari, condotti dalla dott.ssa Anna Rita Giaccone e dal dott. Luca Piras.: “Ultimamente – ha spiegato la dott.ssa Giaccone – il numero dei frequentanti è così aumentato che abbiamo dovuto sdoppiare il gruppo che si riunisce a Viterbo perché  divenuto troppo numeroso: ora abbiamo due gruppi distinti che si riuniscono contemporaneamente, ma in locali separati dello stesso centro diurno in via S. Giovanni Decollato, 4”
 




VITERBO: IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA RISPONDE ALLA LETTERA DEL MINISTRO DEGLI AFFARI REGIONALI

Redazione
Viterbo
– Il presidente della Provincia Marcello Meroi ha risposto alla missiva inviata a tutti i presidenti delle Province ancora in carica, dal Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie locali Maria Carmela Lanzetta.
Con la presente missiva, il Ministro ha invitato i presidenti delle Giunte provinciali a collaborare al processo di riordino previsto dalle legge 56/2014, continuando ad esercitare le funzioni di competenza durante la fase transitoria di attuazione della riforma, in attesa che tali funzioni vengano definitivamente trasferite all’Ente subentrante, per evitare possibili disagi ai cittadini.

Questo il testo della lettera:

“Gentile Ministro
Anche il sottoscritto, presidente della Provincia di Viterbo e nel contempo presidente dell’Upi Lazio, ha letto con sconcerto la nota da Lei inviata a tutti noi presidenti, con la quale ci invita a garantire l’erogazione dei servizi in attesa di portare a compimento la piena attuazione della legge n.56 del 2014.
Una legge che, come Lei ben sa, l’Upi ha contestato sotto vari e diversi profili, confortata in questo anche dai giudizi negativi espressi dalla Corte dei Conti, che ha messo in evidenza come, l’abolizione delle province italiane e il trasferimento di funzioni e competenze ad altri livelli, comporti un consistente aggravio di costi a carico dello Stato. Altro che il risparmio tanto sbandierato dal suo predecessore, ministro Graziano Delrio, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio!
Sorvoliamo su questo ed entriamo nel dettaglio della Sua lettera.
In poche parole Lei ci chiede di fare “miracoli”, prerogativa questa che, fino ad oggi, eravamo convinti fosse riservata unicamente alle sfere celesti. Evidentemente ci siamo sbagliati e dovremo attrezzarci di conseguenza. Non sarà particolarmente difficile, dal momento che, in questi ultimi anni, le nostre Amministrazioni hanno dovuto compiere salti mortali per garantire servizi ai cittadini facendo quadrare i bilanci. Lei ci invita ad assicurare collaborazione al Governo nella fase transitoria di attuazione della riforma e su questo può stare tranquilla, il nostro impegno sarà totale.
Mi permetta però di evidenziare come questa collaborazione non possa in alcun modo essere a senso unico. Infatti, nelle scorse settimane il Parlamento, su invito del Suo Governo, ha approvato il disegno di legge 66 che ha comportato un ulteriore drastico taglio agli enti locali, rendendo ancora più insostenibili i vincoli del patto di stabilità per Comuni e Province. Certo, avete aumentato le buste paga di 80 euro, ma a quale prezzo? Al prezzo di costringere gli enti locali ad alzare le tasse. Un capolavoro, non c’è che dire! Con una mano lo Stato dà e con l’altra riprende, come in un perfetto gioco di prestigio.
Non si offenda signor Ministro se mi permetto di definire la Sua lettera inutile in primo luogo ed inopportuna in secondo.
Inutile, in quanto ciò che ci chiede lo garantiamo quotidianamente, con enormi difficoltà e costringendo i nostri uffici a raschiare il fondo del barile, nel tentativo di recuperare anche un solo centesimo che possa tornare utile a sistemare le strade provinciali, a mettere in sicurezza gli edifici scolastici assicurando agli studenti e agli insegnanti degli istituti superiori di svolgere le attività in condizioni dignitose, a garantire il mantenimento in servizio del personale precario, la cui presenza è diventata indispensabile nella pianta organica dell’Ente per assicurare proprio l’espletamento di detti servizi. Ci siamo ridotti a dover assicurare il minimo indispensabile, come nel caso appunto dell’edilizia scolastica visto che è per noi impossibile operare interventi straordinari, come la costruzione di nuovi edifici, di cui ci sarebbe invece urgente bisogno. Quando si è verificata un’emergenza sul nostro territorio siamo immediatamente intervenuti, nonostante il più delle volte non avessimo neanche un euro a disposizione; eppure siamo riusciti a fare miracoli, ma di miracoli non si può abusare.
Ecco perché definisco inutile la Sua lettera, nel momento in cui ci invita a fare ciò che facciamo quotidianamente.
Inutile dunque, ma anche inopportuna, perché non si può chiedere ad una persona di correre nel momento in cui le vengono amputate le gambe. Il timore di dover gestire il caos che si potrebbe venire a creare con l’attuazione della riforma, La spinge a richiedere un impegno da parte nostra, privandoci però degli strumenti necessari per operare.
Infine mi consenta un’ultima considerazione; gli eventuali disagi che potrebbero venirsi a presentare durante la fase transitoria di attuazione della riforma, non può certamente essere addebitata alle Province, ma unicamente ai governi, il vostro e quelli che vi hanno preceduto, che nel maldestro tentativo di soddisfare un’opinione pubblica legittimamente indignata per i costi eccessivi della politica, si sono accaniti sulle Province con proposte di riforma anticostituzionali, confuse, pasticciate, prive di qualsiasi criterio logico che non fosse la demagogia a buon mercato. Anche la riforma che andrete ad applicare non è priva di contraddizioni, ed è fondata su presupposti sbagliati; l’abolizione delle Province o la loro trasformazione in enti di secondo livello, a conti fatti non comporterà alcun significativo risparmio nei bilanci dello Stato ma al contrario, oltre ad aumentare i costi, priverà il territorio di un ente intermedio essenziale a garantire servizi di primaria importanza.
Gentile Ministro, in Italia purtroppo le conseguenze negative di tante scelte demagogiche compiute negli anni si sono sempre viste in seguito e, ci auguriamo, non debba accadere così anche con la riforma delle Province, sebbene già si registrino le prime avvisaglie confermate anche dalla Sua discutibilissima missiva.
Ad ogni modo, stia tranquilla, da parte nostra non mancherà l’impegno richiesto. Anche perché, chi le scrive, così come i colleghi ancora in carica, ha il privilegio e l’onore di essere stato eletto dai cittadini e di non sedere su questa poltrona per nomina, o in seguito a scelte compiute con i riti della vecchia politica”.

 




SAN RAFFAELE SPA: 262 LICENZIAMENTI NELLE STRUTTURE LAZIALI

Redazione

Regione Lazio – Lo scorso 27 maggio le sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Roma e del Lazio hanno ricevuto la comunicazione da parte del Gruppo San Raffaele SpA, dell’avvio delle procedure di licenziamento collettivo di 262 lavoratrici e lavoratori ai sensi della L. 223/91.
I licenziamenti vengono motivati da parte del Gruppo con il mancato riconoscimento di alcune attività nelle strutture di Cassino (30 PL medicina), Montecompatri (60 PL Psichiatria), IRCCS Pisana (Riabilitazione ex art. 26 in regime semiresidenziale e ambulatoriale), Villa Buon Respiro – Viterbo (mancata autorizzazione e accreditamento 95 posti residenziali, 35 semiresidenziali, 100 trattamenti ambulatoriali).

I sindacati hanno quindi avviato in data 10 giugno l’esame congiunto previsto dall’art. 4 comma 3 delle legge 223/91 richiedendo di acquisire altra documentazione relativa al personale eventualmente inquadrato con rapporti di lavoro atipici come le prestazioni libero professionali, tempi determinati, ecc.. I sindacati aldilà del merito delle motivazioni sostenute dal Gruppo San Raffaele, hanno rilevato come tutte le prestazioni attualmente non riconosciute derivano dalla riconversione attuata dal Gruppo in applicazione del DCA 62/2011, decreto attualmente vigente che non può essere in parte attuato ed in parte disatteso, a meno che non intervengano atti formali a chiarimento. E’ stato quindi richiesto un urgente incontro congiunto al fine di scongiurare gravi conseguenze assistenziali e occupazionali nei diversi territori sopra richiamati”.

“Situazione devastante, è necessario intervenire ad ogni livello per salvaguardare posti di lavoro e prestazioni assistenziali” – Dichiara il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi riguardo i licenziamenti a Villa Buon Respiro – Con profondo sconcerto sono venuto a conoscenza della lettera inviata dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori del gruppo San Raffaele ai prefetti di Roma, Viterbo e Frosinone, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, – prosegue Meroi – al presidente e all’amministratore delegato del gruppo San Raffaele in merito al paventato licenziamento di 262 lavoratori e lavoratrici impiegate nella varie strutture del Lazio. Una notizia che francamente mi lascia esterrefatto, soprattutto perché non molte settimane fa dalla Regione erano giunte notizie rassicuranti in merito al riconoscimento e accreditamento di tutti i servizi erogati dalle strutture del gruppo”. Il presidente Meroi preoccupato per il futuro della casa di cura Villa Buon Respiro interessata dai tagli ha altresì dichiarato: “L’attuazione dei licenziamenti collettivi annunciati produrrebbe effetti devastanti dal punto di vista occupazionale e socio sanitario, aumentando drasticamente il numero dei disoccupati nella Tuscia e nel Lazio e penalizzando inevitabilmente la qualità dell’assistenza e dei servizi assicurati fino ad oggi con straordinaria professionalità su un’ampia fascia d’utenza e su soggetti affetti da particolari patologie. Non posso quindi che raccogliere il grido d’allarme dei sindacati e chiedere al prefetto di Viterbo Antonella Scolamiero, che fino ad oggi ha sempre dimostrato un’attenzione ed una sensibilità straordinarie sui problemi occupazionali della Tuscia, di attivarsi come richiesto dalle organizzazioni presso la Regione, affinché con il buon senso, il dialogo e la collaborazione istituzionale si possano appianare le divergenze e scongiurare i licenziamenti. Un invito che ovviamente non posso non rivolgere anche al presidente Zingaretti, che conosco essere persona seria e concreta, con l’auspicio che pur in un contesto finanziario difficile per tutti, possa in qualche maniera venire incontro alle esigenze e alle necessità evidenziate, tutelando i livelli occupazionali. La Tuscia e il Lazio non possono permettersi né la perdita di altri posti di lavoro, né tanto meno la riduzione o la sospensione di servizi sanitari essenziali al territorio. Per quanto riguarda la Provincia di Viterbo – conclude Meroi – torno a ribadire la disponibilità a collaborare nelle forme e nei modi che potranno rivelarsi utili a trovare le migliori soluzioni”.
 




VITERBO, IMPIANTO TRATTAMENTO RIFIUTI CASALE BUSSI: SOSPESO IL CONFERIMENTO A CAUSA DI INCENDIO

Redazione
Viterbo
– “Fino a mercoledì 4 giugno non sarà possibile conferire i rifiuti presso l’impianto di trattamento meccanico e biologico di Casale Bussi a causa dell’incendio divampato questa notte in alcuni locali, fatto questo che comporterà la realizzazione da parte della società Ecologia Viterbo degli interventi di ripristino temporaneo della struttura e degli impianti. Per i camion carichi di rifiuti giunti stamattina all’ingresso dei cancelli, è stato consentito comunque di scaricare”.
 Lo ha reso noto il presidente della Provincia Marcello Meroi, che nella mattinata ha provveduto a sottoscrivere la relativa ordinanza, notificata a tutti i Comuni interessati al conferimento nell'impianto viterbese.  I tecnici dell’ente, con in testa il dirigente del settore Ambiente Flaminia Tosini e l’ingegner Antonello Riccardi, sono stati presenti alle operazioni di spegnimento dell’incendio da parte dei Vigili del Fuoco, presente anche il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini, ed hanno seguito e gestito direttamente la problematica inerente il conferimento dei rifiuti arrivati nella mattinata.
 “Non c’è dubbio che il blocco temporaneo del conferimento – ha aggiunto Meroi – comporterà disagi, ma fortunatamente in considerazione del lunedì festivo, riguarderà soltanto la giornata di martedì. La Provincia naturalmente – conclude – seguirà l’evolversi della situazione, ringraziando nel frattempo i Vigili del Fuoco per il pronto intervento che ha consentito di limitare l’entità dei danni”.
 




VITERBO, VILLA BUON RESPIRO: PERICOLO CHIUSURA SCONGIURATO

Redazione

Viterbo – “Accolgo con grande soddisfazione la notizia dell’avvenuto accordo sottoscritto oggi dalla Regione Lazio, l’Asl di Viterbo e il gruppo San Raffaele spa, che ha di fatto scongiurato la chiusura del centro di riabilitazione Villa Buon Respiro. Va letta positivamente soprattutto la decisione di riconoscere il valore e l’importanza delle micro strutture, quelle che sul territorio garantiscono efficienza, professionalità e prestazioni adeguate; in poche parole la buona sanità”.

E’ il commento del presidente della Provincia Marcello Meroi che nelle scorse settimane aveva raccolto il grido d’allarme lanciato, con una lettera al Prefetto, dal presidente della casa di cura Carlo Trivelli, sollecitando la Regione Lazio ad attivarsi per riconoscere l’accreditamento totale di tutti i servizi erogati dal centro, scongiurando così la sospensione delle attività.

“Fortunatamente – aggiunge Meroi – è prevalso il buon senso e questa è una notizia positiva per tutti. Per i pazienti del centro di riabilitazione affetti da patologie particolari che continueranno a ricevere assistenza e prestazioni eccellenti dai professionisti della struttura, per i lavoratori che vedranno tutelato il posto di lavoro e per il territorio che manterrà un punto dì eccellenza ed un fiore all’occhiello della sanità regionale. Il tutto grazie a quella positiva sinergia fra pubblico e privato che ha permesso a Villa Buon Respiro di raggiungere in tutti questi anni risultati straordinari”.

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VITERBO, NUOVO RISCHIO CHIUSURA VILLA BUON RESPIRO: IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA PRONTO A INTERVENIRE

Meroi: “Ho appreso con profondo sconcerto la notizia del nuovo rischio di chiusura per Villa Buon Respiro, come denunciato con apposita lettera al prefetto Antonella Scolamiero dal presidente della casa di cura Carlo Trivelli. Un’ipotesi che deve essere assolutamente scongiurata”.

 

Redazione

Viterbo – Secondo quanto denunciato dallo stesso Trivelli il centro di riabilitazione potrebbe sospendere tutte le attività a partire dal 10 maggio con conseguente perdita di un centinaio di posti di lavoro a causa del mancato accreditamento da parte della Regione Lazio. L’allarme di Trivelli fa seguito ad un incontro avuto con i dirigenti regionali e con l’Asl nel corso del quale, secondo quanto riferito dal presidente di Villa Buon Respiro nella lettera inviata al Prefetto, la Regione non si sarebbe assunta alcun impegno, concedendo al massimo un accreditamento parziale. Ciò nonostante da oltre un anno l’Asl viterbese abbia espresso al riguardo parere positivo per l’accreditamento definitivo di tutte le attività.

“Purtroppo Villa Buon Respiro non è nuova a situazioni di crisi come questa – ricorda Meroi – e già in passato, precisamente nel novembre del 2012, ci eravamo mobilitati per scongiurare la sospensione dei servizi assistenziali erogati dalla struttura. Villa Buon Respiro serve un’amplissima fascia di utenti e grazie all’alta professionalità dei suoi operatori, svolge attività riabilitative su patologie molto particolari. Il danno dunque sarebbe duplice e inciderebbe pesantemente, in primo luogo sugli ospiti della struttura e le loro famiglie che perderebbero un punto di eccellenza fondamentale nell’erogazione dei servizi assistenziali di cui necessitano; in secondo luogo rappresenterebbe un dramma dal punto di vista occupazionale, con la perdita di un numero elevato di posti di lavoro. Un danno che il territorio non può permettersi e che dobbiamo assolutamente scongiurare. Anche in considerazione degli innumerevoli sforzi che i lavoratori del centro hanno continuato a mettere in atto per non far venire meno l’efficienza dei servizi forniti, animati dall’amore per i pazienti e pur in condizioni economiche di notevole precarietà”.

Meroi si è detto disponibile, oggi come allora, a collaborare per la ricerca delle migliori soluzioni. “Sono certo che, come sempre avvenuto, per questa ed altre difficili vertenze che si sono presentate nella nostra provincia, il prefetto Scolamiero non mancherà di attivarsi rapidamente per individuare una via d’uscita. Per quanto riguarda la Provincia di Viterbo, sin da ora mi dichiaro disponibile a collaborare, nei modi e nelle forme che potranno rivelarsi più utili. Sono certo che alla fine, anche stavolta, prevarrà il buon senso da parte di tutti. Una soluzione condivisa – conclude Meroi – va necessariamente trovata, anche perché non è interesse di nessuno, tantomeno può esserlo della Regione Lazio, privare questo territorio di una struttura sanitaria di primissimo livello che, seppur privata, svolge un servizio pubblico con risultati eccellenti”.

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VITERBO, LA GUERRA DELLA MONNEZZA: STOP AI RIFIUTI DELLA PROVINCIA ROMANA A SEGUITO CHIUSURA CUPINORO

di Mario Vito Torosantucci

Viterbo – Il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi, unitamente all’assessore provinciale all’Ambiente Cesare Costa, ha incontrato l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio Michele Civita per discutere delle problematiche legate al conferimento dei rifiuti della provincia di Roma nella discarica di Monterazzano, in seguito alla chiusura del sito di Cupinoro.

“Nel corso dell’incontro – ha detto Meroi – abbiamo sollecitato Civita a fornire in tempi rapidi una risposta ufficiale alla diffida da noi inviata alla Regione, attraverso la quale abbiamo contestato il conferimento dei rifiuti extra Ato nella discarica di Viterbo. Attraverso la diffida stragiudiziale, avevamo messo in evidenza soprattutto il profilo d’illegittimità derivante dall’assenza dell’autorizzazione al conferimento da parte di un’autorità competente, la Regione stessa o in alternativa il commissario per l’emergenza rifiuti. A nostro giudizio infatti, il conferimento al di fuori dell’Ato di riferimento, non può concretizzarsi attraverso un semplice accordo fra i Comuni interessati e i responsabili della società Ecologia Viterbo come invece è avvenuto.

Altra contestazione da noi sollevata ha riguardato la mancata motivazione della criticità che ha portato al conferimento dei rifiuti romani in un Ato diverso da quello di competenza; in questo ambito abbiamo altresì evidenziato la presenza, oltre a Viterbo, di altri Ato di prossimità ai Comuni dell’area braccianese interessati dalla chiusura dell’impianto di Cupinoro. Pertanto, essendo la discarica di Monterazzano già pesantemente gravata dal conferimento dei rifiuti prodotti in provincia di Rieti, abbiamo invitato ancora una volta la Regione ad individuare siti alternativi per i Comuni romani in emergenza. Dalla Regione – prosegue Meroi – non abbiamo ricevuto alcuna risposta ai quesiti da noi posti in diffida, così come nessun chiarimento ci è stato fornito in relazione alla destinazione dei rifiuti da spazzamento, in seguito alla decisione di Ecologia Viterbo di non riceverli più nell’impianto di trattamento meccanico e biologico di Casale Bussi. Abbiamo sollecitato quindi l’assessore Civita a fornirci rapide risposte, anche per le vie brevi, senza necessariamente dover attendere il parere legale, anche in considerazione della collaborazione reciproca tra istituzioni che rappresentano il territorio”.

“Come Provincia – aggiunge ancora – abbiamo anche richiesto un chiarimento sul conferimento dei rifiuti romani sul nostro territorio, evidenziando come in questo modo si metta a repentaglio l’autonomia della discarica di Viterbo e si rischi di rendere vani tutti gli sforzi fatti in questi anni per incrementare al massimo la raccolta differenziata e per impedire la rapida saturazione degli invasi di Monterazzano. Siamo tornati a chiedere pertanto – conclude Meroi – dati certi sulla tempistica di conferimento e sulle volumetrie, auspicando che il nostro territorio la smetta di essere utilizzato, oggi e nel futuro, come una sorta di pattumiera nella quale riversare tutte le emergenze di Roma e provincia”.

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VITERBO: E' SCONTRO TRA PROVINCIA E MINISTERO DELL'INTERNO

 

“Anziché potenziare le strutture adibite al controllo ed alla sicurezza del territorio, continua un’operazione sistematica di smantellamento, che rischia di incrementare la diffusione dei reati”.

 

Redazione

Viterbo – Il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi boccia il piano di razionalizzazione dei presidi di sicurezza sul territorio predisposto dal Ministero dell’Interno, che per la provincia di Viterbo prevede la chiusura delle strutture della Polizia Ferroviaria e della Polizia Postale.

“Non si può razionalizzare sulla sicurezza dei cittadini – attacca Meroi – è inaccettabile che si vadano a colpire due presidi che in tutti questi anni si sono rivelati essenziali per la tutela della legalità sull’intero territorio provinciale. Con lo sviluppo della tecnologia sono notevolmente aumentati i crimini informatici che, pur non essendo direttamente percepibili dall’opinione pubblica, corrono su internet alla velocità del suono rendendo ancora più diffusi reati come la truffa, la contraffazione informatica, la calunnia, lo stalking e soprattutto la pedopornografia, fino ad oggi debitamente ed efficacemente contrastati grazie alla competenza ed alla professionalità degli agenti della Postale. Altrettanto indispensabile e prezioso si è rivelato il ruolo della Polizia Ferroviaria nelle stazioni, per prevenire e reprimere reati legati allo spaccio di droga o al trasporto illegale di merci, armi e quant’altro. Invece di potenziare l’attività di questi presidi incrementando il numero degli organici – attacca ancora il Presidente della Provincia – il Ministero dell’Interno non trova di meglio da fare che sopprimere anche quelle strutture che fino ad oggi hanno operato, pur fra mille difficoltà, con un’efficienza ed una professionalità straordinarie. La Provincia di Viterbo esprime netta contrarietà rispetto al piano di razionalizzazione predisposto dal Governo auspicando che possano prevalere la ragionevolezza ed il buon senso. Ci sono tanti altri settori – prosegue Meroi – in cui si può e si deve risparmiare. Quello della sicurezza è forse l’unico in cui non si dovrebbe mai badare a spese, investendo sempre più risorse per la prevenzione ed il contrasto alla criminalità. Purtroppo non esistono più zone franche o isole felici, e proprio la presenza dei presidi di polizia è oggi il deterrente migliore e più efficace capace di contenere la diffusione dei reati. Per questo – conclude – la Provincia sin da ora si dichiara solidale con le forze di polizia,  pronta a combattere al loro fianco in difesa della legalità”.
 




VITERBO RIFIUTI: IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA CHIEDE RISPOSTE SCRITTE ALLA REGIONE

Redazione

Viterbo – “Palazzo Gentili è sempre in attesa di notizie ufficiali sul conferimento dei rifiuti di Roma a Viterbo”. Il presidente della Provincia, Marcello Meroi interviene a seguito dell’incontro organizzato, la scorsa settimana, dal Partito Democratico nella Città dei Papi, in cui si è discusso della situazione attuale dei rifiuti nel Lazio e quindi dei conferimenti nella Tuscia, al quale ha preso parte anche l’assessore della Pisana, Michele Civita.

“L’assessore Civita – ha affermato Meroi – ha utilizzato il suo approdo a Viterbo, per ufficializzare il protrarsi del conferimento dei rifiuti romani a Viterbo. Vorrei ricordagli che la Provincia ha inviato una diffida ufficiale in cui si chiede di spiegare con certezza i tempi e le modalità dell’arrivo dell’immondizia nella nostra provincia, ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione”.

“Abbiamo capito – ha aggiunto Meroi – che si trattava di un incontro ufficiale, organizzato da un partito, a cui hanno preso parte anche rappresentanti delle istituzioni locali, ma l’ambito istituzionale è altra cosa. A noi serve scritto nero su bianco per ancora quanto tempo saremo costretti a ricevere i rifiuti romani, con quali modalità, ma soprattutto vogliamo delucidazioni sulla quantità. Credo che siano domande legittime, che chi è stato chiamato a difendere gli interessi del territorio debba porre, magari ottenendo anche una risposta. Meglio ancora se scritta”.
 




CAPRAROLA PROVINCIALE VALLE DI VICO: LA PROVINCIA SOLLECITA LA FINE DEI LAVORI

Redazione

Caprarola (VT) – Il presidente della Provincia, Marcello Meroi e l’assessore provinciale alla Viabilità, Carlo de Angelis, nella mattinata di giovedì hanno effettuato un sopralluogo sulla strada provinciale Valle di Vico, arteria chiusa da tempo per consentire al Comune di Caprarola di effettuare lavori di disboscamento. Insieme a loro i tecnici di palazzo Gentili e il primo cittadino del Comune di Caprarola, Eugenio Stelliferi.

Il sopralluogo è stata la giusta occasione, per il presidente e l’assessore, per verificare lo stato degli interventi e sollecitare la fine dei lavori per permettere così la riapertura della strada. “Una visita – ha affermato Meroi –  nata dalla necessità di verificare a che punto sia il taglio degli alberi, resosi necessario per ristabilire la sicurezza sulla Valle di Vico. Devo dire che è stato fatto un lavoro veramente eccellente. Al contempo ho sollecitato il Comune di Caprarola e la ditta appaltatrice ad abbreviare il più possibile i tempi di riconsegna, per far sì che si possa ristabilire la circolazione su una arteria di grande importanza per la viabilità della zona”.

Ma nell’incontro si è parlato anche di sicurezza: “Abbiamo colto l’occasione – ha aggiunto Meroi – anche per verificare alcune situazioni particolari che riguardano le banchine ancora da sistemare e dei guard-rail da sostituire. La Provincia si è resa disponibile a partecipare economicamente a questi interventi, fondamentali per ristabilire la sicurezza su tutta la strada”.

“La sicurezza viene prima di tutto – ha aggiunto l’assessore De Angelis – per questo è meglio attendere qualche giorno in più per la riapertura della provinciale, ma mettere a disposizione della collettività una arteria perfettamente percorribile. Ci scusiamo con i fruitori della strada per il disagio che è stato dato in questo periodo, ma gli interventi fatti erano urgenti e non più prorogabili”.