MAFIA CAPITALE, SANTORI “CHIAREZZA SU RAPPORTO TRA REGIONE LAZIO E GALASSIA COOP 29 GIUGNO”

Redazione

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Roma – “Come dettagliato nell’interrogazione dal 2004 al 2010 la Regione Lazio ha sostenuto finanziariamente le cooperative incriminate, sino a contare nel bilancio 2013 alla voce Emergenza flussi migratori dal Nord Africa due milioni di euro alla Eriches 29, cooperativa  ricollegabile alla galassia della 29 Giugno di Buzzi. L’inchiesta Mafia Capitale deve scavare a fondo così da escludere qualsiasi eventuale coinvolgimento di coloro che in questi anni hanno ricoperto ruoli centrali nel panorama politico, locale e nazionale, amministrativo e in aziende pubbliche partecipate e controllare. Scardinare ogni sistema malato a danno dei pubblici servizi e dei cittadini deve essere l’obiettivo principale non solo della magistratura, ma anche di tutte quelle realtà estranee a corruzione e criminalità chiamate con verifiche e controlli a stabilire la verità” lo dichiara il consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori proponente di una interrogazione urgente in merito alle procedure di trasparenza e controlli su bandi e affidamenti diretti anche senza gare e sotto soglia nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale.

“Non è da sottovalutare inoltre quello che è accaduto tra il 2011 e il 2012 in Provincia di Roma, governata d’allora presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che con procedura negoziata senza un bando di gara, ha pagato interventi della Cooperativa 29 giugno per un totale di 408.611,12 euro. A seguito dell’inchiesta il Presidente della Regione Lazio Zingaretti ha prima sospeso e poi ritirato le procedure di esecuzione della gara regionale per servizio CUP occorrente alla Aziende Sanitarie Roma A, Roma B, Roma C, Roma D, Roma E, Roma F, Roma H, Latina, Frosinone, Rieti, AO Sant'Andrea, INMI Spallanzani, IFO, Policlinico Umberto I, Policlinico Tor Vergata” da 91 milioni di euro e disposto un'indagine per conoscere se società legate all'inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito. Con la nostra interrogazione puntiamo a verificare, oltre alle gare, tutti gli impegni di denaro della Regione a favore della “cooperativa 29 giugno” e le procedure legate alle altre gare regionali e agli appalti già assegnati negli ultimi anni.  E’ necessario verificare le procedure legate alle altre gare regionali e agli appalti già assegnati negli ultimi anni, non solo quelle assegnate a società riconducibili agli indagati dell’inchiesta ma anche a altri soggetti, specie se in presenza di vicende anomale, come sostituzioni di membri delle commissioni valutatrici o peculiari tempistiche nell’espletamento delle procedure e di farlo anche presso gli enti pubblici vigilati, le società partecipate, gli enti di diritto privato controllati. E’ nostra intenzione inoltre far consegnare alla Procura tutta la documentazione relativa agli stanziamenti a favore delle cooperative riconducibili al “gruppo 29 giugno” fatti dal Consiglio Regionale del Lazio  dai relativi organi dello stesso nel corso degli ultimi anni” conclude Santori.




MAFIA CAPITALE: MASSIMO CARMINATI DA ANNI DA ANNI IN AFFARI COL CLAN MANCUSO

Redazione

Roma – L'ex militante dei Nar, Massimo Carminati, "e' da anni in affari con il clan Mancuso di Limbadi". Il tribunale del riesame di Roma, nel confermare il carcere per Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, i calabresi di Gioia Tauro indicati dalla procura come il tramite tra il clan 'ndranghetista e Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa '29 giugno', fa proprio un passo dell'informativa dei carabinieri del Ros che attribuiscono a Carminati un ruolo decisivo nella costituzione della 'Santo Stefano – onlus', destinata a gestire l'appalto per la pulizia del mercato Esquilino, "a conferma del rapporto tra l'associazione mafiosa romana e il clan Mancuso che aveva gia' portato a proficui affari in Calabria". Rotolo e Ruggiero – scrivono i giudici – "nella veste di referenti della cosca Piromalli, risultano essere stati accreditati, su richiesta di Buzzi, presso la famiglia Mancuso la quale indica come proprio referente per le attivita' a Roma l'imprenditore Giovanni Campenni'". E stando al riesame, "l'accordo per i nuovi affari nella Capitale dell'associazione calabrese legata ai Mancuso e' stato esplicitamente approvato da Carminati", come emergerebbe da diverse intercettazioni telefoniche e ambientali.




MAFIA CAPITALE, MAGI (RADICALI): L'EMERGENZA CASA NON ESISTE

Redazione
Roma / Mafia Capitale
– “Nella Capitale l’emergenza abitativa non esiste. Ma, esattamente come l’emergenza nomadi, è stata creata e viene alimentata ad arte, anno dopo anno e consiliatura dopo consiliatura, esclusivamente a scopo di lucro”, lo ha dichiarato Riccardo Magi, Presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma, ospite oggi a L’Arena condotta da Massimo Giletti, in diretta su Raiuno. “Se infatti si facesse rispettare la legge, facendo uscire dalle case popolari chi non ne ha diritto perché ha un reddito troppo alto o ha altre case di proprietà, possiamo dire, documenti alla mano, che si azzererebbe immediatamente la graduatoria del 2010 ancora pendente”, ha spiegato Magi.

“Le violazioni di legge che sono dietro questa e le altre vicende emerse dall’inchiesta sulla Mafia capitale dimostrano che è saltato completamente il sistema di controlli interno all’Amministrazione comunale, rafforzato peraltro nel 2012 con modifiche legislative nazionali. Nessuno infatti – ha affermato Magi nel corso del programma –  sottolinea che oltre al livello di controllo e di indirizzo politico esistono organismi come il Segretario generale e la Ragioneria, oltre a tutti gli alti dirigenti chiamati a vigilare sulla regolarità di appalti e affidamenti dei servizi pubblici. E’ fondamentale capire se non hanno funzionato e perché. Eppure sarebbe bastato guardare i bilanci e i bandi per accorgersi delle enormi anomalie che noi Radicali abbiamo reso note e denunciato in ogni sede, dalla Procura, alla Corte dei Conti, all’Autorità anticorruzione e perfino alla Commissione europea, ben prima che scoppiasse lo scandalo.

La trasparenza è il miglior antidoto alla corruzione e alle clientele. Perché, allora, tutti i dati relativi alle gare pubbliche e agli affidamenti e ai contratti – ad esempio proprio quelli per l’emergenza abitativa – non sono pubblicati online, come prevede la legge? Abbiamo dovuto renderli noti noi Radicali, proprio come accaduto nel 2012, quando i consiglieri Radicali alla Regione Lazio decisero di pubblicare i bilanci dei gruppi consiliari permettendo così che venisse alla luce la razzia di soldi pubblici a opera di Fiorito&Co”, ricorda Riccardo Magi.

E’ necessario ripristinare il sistema di controllo e dare anche ai cittadini la possibilità di controllare i politici eletti, accantonando il meccanismo di selezione della classe dirigente che, attraverso il sistema feudale delle preferenze, falsa il gioco democratico. L’unica vera garanzia è rappresentata dal sistema uninominale che prevede regole chiare e semplici: un confronto tra programmi e biografie e un solo eletto che per cinque anni è sottoposto al controllo di 90 mila cittadini”, ha concluso il Presidente di Radicali Italiani.
 




MAFIA CAPITALE: CONFINDUSTRIA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

Redazione

 Roma – Continua a restare sulle cronace lo scandalo di mafia capitale.  Confindustria si costituira' parte civile nel procedimento penale avviato dalla procura di Roma nell'ambito dell'indagine su Mafia Capitale. Ad annunciarlo e' stata Antonello Montante, delegato di Confindustria per la legalita', annuncio arrivato proprio in occasione del seminario del Centro studi dedicato alla lotta alla corruzione. "Tutelare la reputazione delle imprese e la leale concorrenza sul mercato e ribadire cosi' l'impegno di Confindustria per il rispetto dei valori cruciali di legalita' e correttezza nei rapporti economici" e' l'obiettivo che ci si prefigge con questa mossa.
  Che ha registrato apprezzamenti nel mondo della politica e delle istituzioni. A cominciare dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che a margione dello stesso convegno ha parlato di "fatto importante e nuovo rispetto ad un atteggiamento un po' di rassegnazione; un segnale della volonta' di contribuire ad un riscatto. La buona politica, come la pubblica amministrazione – ha fatto notare – subiscono il danno da questo tipo di vicende, cosi' come anche l'impresa che rispetta le regole credo che sia la prima danneggiata". E il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha espresso a sua volta "sincero apprezzamento per la decisione di Confindustria di costituirsi parte civile nel procedimento avviato dalla Procura di Roma contro la cupola criminale che operava della Capitale. Sono davvero orgoglioso di poter contare su una realta', come quella delle imprese, che coraggiosamente decide di opporsi a ogni legame tra affari e criminalita'". A sua volta il ministero dello Sviluppo economico ha in calendario una serie di "ispezioni straordinarie mirate" nel mondo delle cooperative, come ha annunciato la titolare del dicastero, Federica Guidi, durante il question time alla Camera. Guidi, rispondendo alla interrogazione di alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle, ha premesso che "l'inchiesta pone in evidenza la duplice necessita' di valorizzare gli strumenti di controllo esistenti e di rivisitare in generale i controlli pubblici. Nel caso specifico del mondo cooperativo nazionale, ha aggiunto Guidi, "il primo livello di controllo spetta alle associazioni stesse" mentre il controllo ministeriale e' di tipo ispettivo o a campione. "Il Mise si e' attivato per riscostruire una mappa societa' cooperative – ha continuato – e dopo questi approfondimenti si fara' corso ad un programma mirato di ispezioni straordinarie" in collaborazione con il Comune di Roma. "E' necessario – ha concluso – rafforzare i poteri ispettivi e le procedure coordinate, organizzando una vigilanza per portare il controllo dove e' necessario, al fine di prevenire prima di reprimere. Il Mise si fara' parte attiva a partire dal confronto con le istituzioni e con le associazioni nazionali cooperative per combattere il fenomeno delle false cooperative". Sempre oggi il sindaco Marino ha consegnato al presidente dell'Autorita' nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, una 'black list' di circa 120 appalti e procedure sospette attivati dal Campidoglio negli ultimi anni. Gli appalti in questione riguardano soprattutto i settori di gestione del verde pubblico, sociale ed emergenza abitativa. Cantone ha chiesto inoltre – ha riferito Marino – di individuare quelle aree "dove noi riteniamo possa esserci qualunque tipo di allarme", in particolare "partendo dall'area strategica del sociale che e' una delle principali dell'inchiesta". E dai dati emerge che nel sociale nel periodo 2007-2013 "c'e' stato un aumento statisticamente significativo – ha detto Marino – delle procedure condotte su base negoziale, con affidamenti diretti, invece che con bandi di gara pubblici". Sul fronte dell'inchiesta, da registrare che da questa mattina il tribunale del riesame e' impegnato a valutare i ricorsi presentati dai difensori di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno arrestato per associazione di tipo mafioso, e da quelli di altre 16 persone finite in manette. Buzzi, che ha preso la parola davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini, ha voluto precisare di aver "incontrato per la prima volta Massimo Carminati nel 2012" e di "non aver commesso con lui alcun illecito". Intanto Carminati nel carcere di Tolmezzo non puo' leggere giornali e allora ha chiesto di poter leggere dei libri. In cella e' da solo, in regime di alta sicurezza, in isolamento giudiziario e non puo' socializzare con altri detenuti.

"Forse la mafia si e' insediata e ha fatto il salto di qualita' con Alemanno ma e' innegabile che ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta". Cosi' il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, si e' rivolto al sindaco di Roma Ignazio Marino, ricevuto oggi in audizione. "Il dato di fatto e' che nessuno della mia amministrazione e' indagato per associazione mafiosa", ha replicato Marino, ricordando che "l'assessore Ozzimo e il presidente dell'Assemblea capitolina, che si sono dimessi, sono indagati per corruzione". Ma "chi e' indagato per corruzione in un'inchiesta per mafia e' comunque un interlocutore e forse il terminale o l'arma impropria che viene utilizzata", ha ribattuto Bindi




MAFIA CAPITALE: BUZZI PRENDE LE DISTANZE DA CARMINATI

Redazione

Roma – Il tribunale del riesame, da questa mattina, e' impegnato a valutare i ricorsi presentati dai difensori di Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, arrestato per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'inchiesta su 'Mafia Capitale', e da quelli di altre 16 persone finite in manette. Buzzi, che ha preso la parola davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini, ha voluto precisare di aver "incontrato per la prima volta Massimo Carminati (l'ex estremista dei Nar, ndr) nel 2012" e di "non aver commesso con lui alcun illecito". Per Buzzi, che ha preso le distanze, "anche ideologiche", dall'ambiente che ruota attorno alla figura di Carminati, "qui non e' questione di 'Mondo di mezzo' (dal nome dell'operazione del Ros che ha eseguito gli arresti, ndr) ma di destra e di sinistra. Io ho vinto appalti gia' quando in Campisoglio il sindaco era Francesco Rutelli", ha precisato. In una memoria il suo difensore, l'avvocato Alessandro Diddi, che tutela gli interessi di altri rappresentanti della '29 giugno', precisa che "Buzzi e' un imprenditore che nel tempo ha saputo creare una struttura di cooperative di lavoro attraverso le quali non solo ha dato lavoro e speranza a tanti detenuti, ex detenuti ed a persone disagiate, ma ha anche creato tantissime occasioni di lavoro che non possono essere certamente considerate espressione di metodo mafioso o di attivita' illecita".
All'esame del tribunale ci sono anche le posizioni di Matteo Calvio, Agostino Gaglianone, Giovanni De Carlo, Riccardo Mancini, Giuseppe Mogliani, Carlo Pucci, Mario Schina, Alessandra Garrone, Emanuela Bugitti, Carlo Maria Guarany, Paolo Di Ninno, Claudio Caldarelli, Raniero Lucci, Patrizia Caracuzzi, Sergio Menichelli e Giovanni Fiscon.




MAFIA CAPITALE: VIA LIBERA AI COMMISSARI PREFETTIZI

Redazione

Roma – Al via l'indagine dei commissari prefettizi incaricati di accedere agli atti del Comune di Roma per verificare la regolarita' di appalti e delibere. La commissione d'indagine nominata dal Prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro, delegato dal ministro Alfano a seguito dell'inchiesta su Mafia Capitale, e' da questa mattina in Campidoglio, e ha iniziato il proprio lavoro dal segretariato generale per avere una panoramica della macchina amministrativa che sara' oggetto dell'attivita' di controllo. "Chi vuole che questa giunta cada – ha intanto ribadito il sindaco Ignazio Marino – vuole che vinca la mafia, mentre io voglio che vincano i romani perbene. Il centrodestra ha governato nei passati 5 anni e ha fatto affari con gli eredi della banda della Magliana, unendosi a quella politica malata che nelle ultime settimane chiedeva di farmi cadere perche' altrimenti gli affari erano finiti". E sulle nuove norme contro la corruzione, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiarito che "saranno valutate dal Parlamento, e potranno essere rafforzate". In ogni caso, secondo il Guardasigilli, "la partita decisiva si gioca sul fronte della prevenzione. Agire su prevenzione e trasparenza e' un antidoto fondamentale contro la corruzione". Mentre secondo il presidente dell'Autorita' anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha definito "una rivoluzione copernicana" il decreto legislativo sulla trasparenza nella pubblica amministrazione "l'unico modo per intervenire sul malaffare e' mettere in campo norme per responsabilizzare la P.A.". Infine, la proposta di modifica del codice antimafia, presentata alla Camera dal presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, prevede di estendere ai reati di corruzione le norme antimafia con il sequestro dei beni. Una norma che "si incrocera' in Parlamento con quella del Governo".




ROMA, MAFIA CAPITALE: CHI DIFENDE I LAVORATORI DELLE COOPERATIVE COINVOLTE?

Redazione

Roma – “Oltre al disgusto provato da tutti i cittadini che abbiano un minimo di coscienza civile, di fronte alle vicende del cosiddetto ‘Mondo di mezzo’, in tutta questa melma balza agli occhi un elemento di cui nessuno parla: l’assordante silenzio dei sindacati che non spendono una parola per i lavoratori della 29 Giugno e di Eriches 29”.Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “L’incredibile ragnatela di connivenze, corruzione e spregiudicatezza degli esponenti di ‘Mafia capitale’, ha creato una inevitabile situazione di incertezza tra i dipendenti delle cooperative, lavoratori beffati due volte: traditi dai vertici e messi in difficoltà per la conservazione del posto di lavoro. Chi li difende? Non certamente i sindacati, che scendono in piazza a difendere soltanto i garantiti, infischiandosene dei più fragili, interessati soltanto a conquistare quel poco di visibilità o magari spartendosi posizioni di privilegio nella pubblica amministrazione. AssoTutela, nell’esprimere totale solidarietà al mondo sano della cooperazione, perché siamo sicuri che ancora sia la parte preponderante, si schiera a fianco di tutti coloro che sono stati duramente provati da questa vicenda. Saremo attenti alla evoluzione dell’inchiesta e pronti a tutelare i dipendenti che dovessero trovarsi in difficoltà”.




MARINA MILITARE E MAFIA CAPITALE: ARRESTATI UFFICIALI DI MARINA

Redazione

Roma – E' localizzato a Roma "il cuore pulsante della consorteria criminale e del piano delittuoso", che chiama in causa sei persone accusate dal pm Mario Palazzi di aver fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata al falso, alla truffa e alla frode ai danni della Marina Militare, attestando falsamente l'avvenuta consegna di ingenti quantitativi di prodotti petroliferi in realta' mai avvenuta.

Il gip Alessandro Arturi, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare, scrive che "Roma e' sede delle due societa' Abac Petroli e Global Chemical Broker nonche' luogo di residenza dei rappresentanti legali delle stesse, Massimo Perazza e Andrea D'Aloja (per i quali il provvedimento restrittivo deve essere ancora eseguito, ndr), "ai quali va indiscutibilmente riconosciuto un ruolo essenziale e primario di promotori e organizzatori". "A Roma – evidenzia ancora il gip – "hanno sede gli uffici ministeriali che hanno emanato gli ordini di fornitura e i titoli di pagamento delle fatture emesse dalla O.W. Supply, sulla scorta della falsa documentazione".

Che la Capitale "sia il centro logistico di formazione dell'accordo associativo, nonche' luogo geografico e strategico di organizzazione delle iniziative illecite del sodalizio, e' testimoniato anche dai numerosi soggiorni di Mario Leto e Sebastiano Distefano (i due della Marina Militare arrestati, ndr) trascorsi nelle medesime strutture alberghiere (Atahotel Villa Pamphili e Visconti Palace Hotel), in epoca successiva alla conclusione del contratto firmato nell'ottobre del 2011 e concomitante con la serie di fittizie forniture".

In uno di questi alberghi, poi, avrebbe alloggiato – secondo il gip – nel giugno 2013 anche Lars Bohn, il danese rappresentante legale della O.W.Supply: anche nei suoi confronti la misura cautelare deve essere ancora eseguita.




MAFIA CAPITALE: CARMINATI TRASFERITO NEL CARCERE DI TOLMEZZO

Redazione

Udine – Massimo Carminati, l'ex estremista nero arrestato per associazione di stampo mafioso nei giorni scorsi, e' stato trasferito presso il carcere di Tolmezzo. La conferma viene dal suo difensore, l'avvocato Giosue' Bruno Naso che cosi' commenta: "Prendiamo atto di questo trasferimento che inevitabilmente finisce per limitare il diritto di difesa perche' rende difficile il dialogo tra un indagato e il suo avvocato". Quello di Carminati, comunque, non e' stato l'unico trasferimento. Nei giorni scorsi, infatti, Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa 29 Giugno, era stato trasferito in un carcere della Sardegna. Su disposizione del Dap anche il manager Fabrizio Franco Testa e' stato portato nel carcere di Voghera.




RIETI, PERIFERIA MAFIA CAPITALE: CHI POSERA' LA PRIMA PIETRA DELLO SVINCOLO DI MICIGLIANO?

Redazione

Rieti – In questo momento, in cui tutti i riflettori sono accesi sulla collusione di politica e malaffare che ormai passa sopra le differenze tra destra e sinistra, forse è opportuno che si faccia una riflessione anche qui, alla periferia di “Mafia-Capitale”, su un apparato politico-decisionale sempre opaco, spesso sganciato non solo dalle norme di legge e procedure di garanzia ma anche dal comune sentire dei cittadini e che, in determinate situazioni, ha già mostrato possibili intrecci con quello malavitoso e di corruttela.

Ci riferiamo in primis all'ormai noto "caso", rigorosamente affrontato dall'inchiesta giornalistica di Enzo Angelini, dello Svincolo di Micigliano che, nonostante ci fosse un'alternativa più economica e meno impattante (l’intersezione a raso proposta dall'Ing. Aldo Riggio dell'Università Tor Vergata e dal Prof. Cecere dell'Università "La Sapienza"), nonostante alla Società appaltatrice fosse stato ritirato il certificato antimafia e un’ordinanza di ripristino dei luoghi della Soprintendenza (in allegato, datata 05/05/2010 e mai resa esecutiva dai Carabinieri di Antrodoco a cui era stato chiesto l'intervento per inadempienza del Comune di Micigliano) ne prevedesse la demolizione, vedrà comunque la luce nella sua nuova veste in rilevato (vedi foto), sommergendo proprio quei piloni del viadotto (il cosiddetto “ottovolante”) che andavano demoliti, continuando ad occultare l’Abbazia dei Santi Quirico e Giulitta (X sec.) e dimenticando le prescrizioni impartite nel 2004 dalla Regione Lazio, di “ottimizzare” lo svincolo “individuando il viadotto piuttosto che il rilevato”, e dell’Autorità di Bacino del Tevere, di "non restringere in alcun modo le attuali sezioni di deflusso del reticolo idrografico”.

Eppure alla fine l’ordinanza della Soprintendenza in modo alquanto “originale” viene presa in considerazione tanto che, nella Determina Dirigenziale dell’Area VIA della Regione Lazio del 12/05/2014 (allegata) finalizzata all'approvazione della Variante sostanziale, si legge: “L’intervento, in seguito all'apposizione del provvedimento di tutela da parte del MIBAC, ha subito modifiche sostanziali rispetto al progetto originario (…), sostituendo l’infrastruttura dello svincolo “su piani sfalsati” con una “rotatoria su rilevato” “. Peccato che il vincolo non è stato apposto in fase di realizzazione dello svincolo come si vuole far credere nella Determina e, comunque, nessuno ha mai chiarito perchè l'ANAS ha sospeso i lavori solo tre anni dopo (il 20/07/2012) l'avvio del procedimento di tutela da parte della Soprintendenza datato 07/04/2009 e un anno e mezzo dopo l'interrogazione parlamentare del 18/01/2011 della Zamparutti.

E poi, se la rotatoria era effettivamente la soluzione ottimale in termini di impatto, fruibilità e sicurezza stradale, come sembra emergere dalla Relazione d'accompagno alla Determina dell'Area VIA, perchè si è insistito tanto per il viadotto, oltretutto più costoso anche in termini di manutenzione ordinaria?

Il dato di fatto è che oggi ci ritroviamo una rotatoria convenzionale all'imbocco del tratto scorrevole della strada statale SS4, che era considerata strategica per ridurre i tempi di percorrenza da Rieti verso l'adriatico, forse più per evitare la demolizione dei piloni (cioè per aggirare l’ordinanza di ripristino dei luoghi) e per abbattere il costo dello smaltimento delle terre e rocce scavate in galleria, come sembra far notare anche il Movimento 5 stelle nella più recente interrogazione parlamentare di questa estate. 

Siamo curiosi di vedere chi avrà il coraggio di presenziare all'inaugurazione, insieme al presidente dell’Anas Pietro Ciucci (che nessuno al Ministero ha pensato mai di mettere in discussione); indimenticabile la foto alla cerimonia simbolica di posa della prima pietra a cui parteciparono, tra gli altri, l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, l’ex presidente della Provincia di Rieti e oggi deputato Fabio Melilli, il senatore Angelo Maria Cicolani, gli ex assessori del Comune di Rieti Felice Costini e Daniele Fabbro, il sindaco di Micigliano Francesco Nasponi.




MAFIA CAPITALE E NDRANGHETA: DUE NUOVI ARRESTI

Redazione

Due nuovi arresti nell'ambito dell'inchiesta mafia capitale. Questa mattina il Ros ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di Rotolo Rocco e Ruggiero Salvatore, entrambi indagati per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'operazione "Mondo di Mezzo". Contestualmente un ulteriore soggetto, indagato a piede libero e destinatario di informazione di garanzia, è stato sottoposto a perquisizione locale e personale. Secondo le accuse i due assicuravano il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla 'consorteria' romana e la 'ndrangheta. Gli interventi sono stati eseguiti nelle province di Roma, Latina e Vibo Valentia. Le indagini hanno documentato come gli indagati, organici all'organizzazione denominata Mafia Capitale, abbiano assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite da Buzzi Salvatore, sotto il controllo di Massimo Carminati, e la cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) consorteria di matrice 'ndranghetista egemone nel vibonese. In tale ambito, secondo le accuse, sono emersi gli interessi comuni dei due sodalizi mafiosi ed in particolare come, dal luglio 2014, Buzzi, con l'assenso di Carminati, avesse affidato la gestione dell'appalto per la pulizia del mercato Esquilino di Roma a Campenni' Giovanni, imprenditore di riferimento della citata cosca, mediante la creazione di una Onlus denominata Cooperativa Santo Stefano. Al riguardo, l'attivita' di indagine ha documentato come gia' nel 2009 i citati Rotolo e Ruggiero si fossero recati in Calabria, su richiesta del Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli, in relazione all'esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone. Gli elementi raccolti dalle indagini hanno quindi documentato come Ruggiero e Rotolo abbiano fornito uno stabile contributo alle attivita' di mafia capitale, avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con qualificati esponenti della 'ndrangheta, in un rapporto sinallagmatico tra le due organizzazioni mafiose che, a fronte della protezione offerta in Calabria alle cooperative controllate da Mafia Capitale, ha consentito l'inserimento della cosca Mancuso, rappresentata dal Campenni', nella gestione dell'appalto pubblico in Roma.