LORIS STIVAL: INDAGINI CONCLUSE. LA MADRE ACCUSATA DI OMICIDIO AGGRAVATO

di Angelo Barraco

Ragusa – E’ stata notificato l’avviso di conclusione sulle indagini per l’omicidio del piccolo Loris Stival, ucciso il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. Il provvedimento è stato già notificato dalle parti in causa e si ipotizza l’omicidio aggravato, l’avviso è stato già notificato alla madre del piccolo che secondo gli investigatori avrebbe ucciso il figlio strangolandolo con una fascetta di plastica e poi avrebbe gettato il corpicino in contrada Mulino Vecchio, nel canalone. Il 21 settembre scorso si è tenuta un’udienza riguardava il deposito della perizia sull’incidente probatorio delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza da impianti privati e pubblici che quel giorno hanno ripreso i vari passaggi e potrebbero far chiarezza su quanto successo. Il Giudice aveva scelto il perito è Luca Losio, la procura invece che aveva chiesto l’incidente procuratore aveva nominato Giovanni Tessitore, l’avvocato di Veronica Panarello invece ha scelto Pierdavide Scambi di Vicenza e Cristian Mendola di Catania, invece il padre di Loris insieme al suo legale hanno scelto Maurizio Scalone. Intanto un difetto di notifica a Veronica Panarello potrebbe produrre un rinvio dell’udienza per l’incidente probatorio sull’acquisizione delle immagini di videosorveglianza. 
 
 
Gli indagati per la morte del piccolo Loris sono ancora due: Il cacciatore e la madre. Orazio Fidone, il cacciatore che per primo trovò il cadavere del piccolo vicino al mulino e avvertì le forze dell’ordine. Lui è stato il primo a cadere sotto la lente d’ingrandimento del sospetto, sono state effettuate numerose perquisizioni presso la sua abitazione, è stato posto il sequestro anche alle sue autovetture che successivamente sono state dissequestrate. Veronica Panarello invece, la madre di Loris, si trova in cella dal 9 dicembre scorso e su di lei pende la pesante accusa di aver ucciso il figlio con delle fascette. Le fascette che avrebbe utilizzato la donna per uccidere il figlio sono state consegnate dalla stessa con la spiegazione che tale fascette fossero state richieste e utilizzate dalla maestra di Loris per dei lavori a scuola. A maggio inoltre era stata respinta la richiesta di scarcerazione. Nel mese di maggio di quest’anno la Corte di Cassazione ha deciso che Veronica doveva rimanere in carcere. Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Francesco Villardita e puntava alla scarcerazione della donna, ma è stato rigettato dalla I Sezione Penale della Corte di Cassazione, confermate dal Tribunale di Catania con l’ordinanza di rigetto del 3 gennaio. Il ricorso presentato dagli avvocati era costituito da 21 motivazioni che avrebbero dovuto far uscire dal carcere la donna. 
 
IL MOVENTE DEL DELITTO
Uno dei punti era l’assenza del movente del delitto, l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e l'illogicità dell'ordinanza del riesame. Nei punti è indicato un elemento che avrebbe potuto far uscire la donna dal carcere poiché l’orario della morte non sarebbe tra le 9 e le 10, come dichiarato dalla perizia della Procura, ma sarebbe da collocare ad un orario più postumo, e proprio in quell’ora la donna aveva un alibi. Questa circostanza era stata esposta durante una puntata di “Quarto Grado” in cui è stato detto che il definitivo esame autoptico effettuato sul piccolo Loris ha stabilito che il bimbo sarebbe morto tre o quatto minuti dopo essere caduto nel canale di scolo del “Mulino Vecchio” e di aver sbattuto il cranio.
  
Un’altra contestazione che viene fatta riguarda gli esiti delle immagini delle telecamere e secondo l’avvocato della donna il fatto che la macchina si dirigesse verso il canalone non può considerarsi un indizio di colpevolezza che può portare alla custodia in carcere della donna. L’accusa sostenuta dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota si basa sulle presunte bugie dette dalla donne, poiché sostiene di aver accompagnato il figlio a scuola, ma le videocamere del paese non la inquadrano, altro elemento sono le fascette consegnate alla maestra che risultano compatibili con il laccio usato per strangolare Loris. La ricostruzione ha retto al vaglio del Gip e ha portato al fermo avvenuto il 12 dicembre. Ma un altro elemento che nel mese di maggio ha suscitato forte motivo di discussione sul caso è stato il definitivo esame autoptico che ha stabilito che il piccolo sarebbe morto tre o quattro minuti dopo essere caduto nel canale di scolo del “Mulino Vecchio” e di aver sbattuto il cranio. Questo dettaglio è di estrema importanza ai fini investigativi perché cambierebbe radicalmente la posizione di Veronica, infatti l’ora della morte di Loris si collocherebbe intorno alle ore 9.00, proprio questo dettaglio farebbe cadere l’accusa di omicidio contro Veronica poiché i video di Santa Croce Camerina dimostrano che Veronica alle 9.00 si trovava presso la sua abitazione. Si è parlato tanto anche dello zainetto di Loris, è stato tanto cercato ma non è stato trovato. 



LORIS ANDREA OMICIDIO: RIFLETTORI SULLA MADRE, FASCETTE UTILIZZATE PER LEGARE ANCHE I POLSI DEL BIMBO

Redazione

Ragusa – Lo scenario che si profila è sempre più inquietante. Tornano protagoniste in maniera drammatica le fascette di plastica da elettricista nel caso dell'omicidio di Andrea Loris Stival. Sarebbero state utilizzate, infatti, secondo indiscrezioni, anche per legare i polsi del bimbo di otto anni, probabilmente prima che fosse ucciso. Nel corso dell'autopsia, sarebbero stati individuati graffi compatibili con i segni lasciati sul collo dalla fascetta usata per strangolare la piccola vittima. Un altro dettaglio, inoltre, metterebbe in dubbio la versione della madre. Un video, come gia' noto, immortala la Polo nera della donna a circa 50 metri dall'area di Mulino vecchio, dove e' stato recuperato il cadavere di Loris e dove la vettura non si sarebbe dovuta trovare secondo la ricostruzione della mamma: la macchina, questo il dato nuovo, impiegherebbe nove minuti per attraversare l'area, molto piu' del tempo necessario.

E' stato calcolato che ci vogliono tre minuti per attraversare la zona del vecchio mulino, nel segmento compreso tra una telecamera e quella successiva. Ci sarebbe quindi un buco di sei minuti. Una sosta prolungata delle cui ragioni chiedono conto ora gli investigatori alla mamma di Loris, Veronica Panarello, che oggi in un sfogo da casa ha ribadito la sua innocenza; con il legale Francesco Villardita a sostenere ancora che la donna su cui si addensano parecchie domande, non e' indagata, ma e' parte offesa. Sono proseguitre per tutta la giornata le ricerche anche dello zainetto di Loris. Dalla base di Catania si e' messo in volo un elicottero dei carabinieri. Il dispiegamento di forze, del resto, rimane imponente e per gli inquirenti non e' lontani dalla svolta.