TARQUINIA (VT), NIENTE PERMESSO AL M5S DI RIPRENDERE IL CONSIGLIO COMUNALE.

Redazione

Tarquinia (VT) – «Giusto non concedere il permesso al Movimento 5 Stelle di Tarquinia di riprendere il consiglio comunale. Un movimento, che si definisce della società civile e che chiede trasparenza, non può precludere ai giornalisti di fare domande ai suoi esponenti. La trasparenza non può essere a senso unico». Lo ha affermato il consigliere comunale del Partito Democratico Marco Gentili, nell’assemblea di martedì 26 marzo. «Al consigliere Cesare Celletti e al Movimento 5 Stelle faccio presente che la richiesta di riprendere i consigli va contro lo scenario politico da loro sbandierato. – ha dichiarato il consigliere Gentili – La trasparenza non può essere usata solo quando fa comodo. Il movimento non può rifiutare il confronto con i giornalisti. Grazie anche a loro, infatti, oggi sappiamo che il Movimento 5 Stelle ha uno statuto costituito a Genova fra Beppe Grillo, Enrico Grillo, suo nipote, ed Enrico Maria Nadasi, il commercialista. Grillo e suo nipote sono presidente e vice presidente della medesima associazione. Un’associazione denominata Movimento 5 Stelle che, all’articolo 5 dell’atto costitutivo, afferma: “Il Patrimonio dell’associazione è costituito dalla quota annuale versata dagli associati. Dai contributi volontari di persone fisiche, enti pubblici o privati. Da sovvenzioni dello stato, delle regioni ed enti sovrazionali”. Ma gli esponenti del Movimento 5 Stelle non sono contrari ai finanziamenti pubblici per i partiti? Ebbene esiste un atto registrato a Genova, il 18 dicembre 2012, che mette nero su bianco la grandissima ipocrisia politica di Grillo. Senza dimenticare il “nepotismo”. Ci sono tanti giornalisti precari a tre euro lordi a pezzo e prendono come gli operatori dei call center o dei grandi magazzini. L’atteggiamento del Movimento 5 Stelle, oltre a essere inaccettabile, è antidemocratico. Grillo deve cambiare strategia politica, perché non siamo stupidi. Inizi a confrontarsi sui nostri 8 punti e si assuma la responsabilità di dire sì o no davanti al Paese. Mi limito qui, perché potrei continuare con lo stipendio dei “cari” onorevoli del Movimento 5 Stelle. Sono dunque favorevole al divieto di filmare i consigli comunali, sebbene questa cosa mi costi moltissimo, proprio perché già molto tempo fa feci la proposta di riprendere presentato la medesima proposta». «La democrazia non deve essere a senso unico. Il Movimento 5 Stelle pretende di filmare il consiglio comunale e poi si rifiuta di parlare con i giornalisti, considerandoli alla stregua di “appestati”, di confrontarsi con le altre forze politiche e con tutti quelli che pongono domande o sollevano dubbi legittimi». Lo ha dichiarato il sindaco Mauro Mazzola, in apertura dell’assemblea di martedì 26 marzo, per spiegare il divieto di riprendere lo svolgimento dell’assise. «A parte la presenza dei militanti del movimento, sempre più esigua da dopo le elezioni, la mancata autorizzazione a filmare è un atto dovuto nei confronti di chi ha un modo tutto suo di concepire la democrazia. – ha detto il primo cittadino – Il movimento esige infatti chiarezza e trasparenza dagli altri ma non per sé. Evita sistematicamente ogni confronto con l’esterno e con chi al suo interno ha opinioni diverse dal leader, il comico Beppe Grillo, che ogni giorno getta fango addosso sugli altri e contro le Istituzioni. Tale arroganza è inaccettabile. Hanno eletto deputati e senatori: ora mostrino di che pasta sono fatti e si assumano le loro responsabilità. Il Paese non ha bisogno di uno stato di “guerra” politica permanente, ma di risposte rapide e concrete. È comunque nostra intenzione per il futuro filmare i consigli e di creare sul sito istituziona le del Comune un archivio di video consultabile da tutti i cittadini».