Coronavirus e trasporti. Sindacati Atac chiedono maggiori tutele: RomaTpl e SAP di Guidonia nel mirino

Servono misure più
stringenti, come “ridurre il servizio e contingentare l’accesso dei passeggeri”.
All’indomani del nuovo decreto del Governo, che estende la “zona rossa” in tutt’Italia,
si leva la voce dei rappresentanti sindacali dei lavoratori Atac, che pongono all’Azienda e alle
Istituzioni precise condizioni. Sui mezzi pubblici è altissima la possibilità
di rimanere contagiati dal coronavirus, anche perché non ci sono specifiche disposizioni
in tutela dell’utenza. E preoccupa, e non poco, la situazione in RomaTPL, circola nel web un video che
apre infiniti interrogativi sulla pulizia dei mezzi, e nella società SAP-Autolinee, che gestisce il trasporto
pubblico nel Comune di Guidonia-Montecelio.

Qualcosa sembra
non quadrare, fatte le dovute analisi, se da un lato – e giustamente – si invitano
i cittadini a rimanere in casa e di stare a un metro dall’interlocutore, dall’altra
si permette all’utenza – ancora – di viaggiare su bus e treni al di sotto della
distanza di sicurezza. E di entrare in contatto col personale viaggiante. Chi
controlla? Certo, da stamattina sono cambiate le abitudini nella Capitale, come
nelle altre città italiane, l’affluenza sui mezzi è notevolmente diminuita, ma
non a sufficienza per scongiurare contatti ravvicinati. Specie nelle
metropolitane e ferrovie concesse.

Qui Atac – «Torniamo nuovamente sull’argomento», scrive la Segreteria del Consiglio di Azienda (CGIL, CISL, UIL e FAISA CISAL), «per proporre soluzioni alla luce delle ulteriori disposizioni ministeriali emanate nella serata di ieri [9 marzo ndr]. A nostro modo di vedere è necessaria una sostanziale riorganizzazione e rimodulazione del servizio in tutte le direzioni, delle attività lavorative e delle relative procedure da concordare con tutto il personale operativo».  Come la «riduzione del servizio intensificato serale e nei fine settimana», l’aumento delle «concedibilità di ferie», l’«accorpamenti di linee bus presso snodi capolinea ave previsti servizi igienici adeguati», e «blocco immediato del servizio sostitutivo della metro B». Chiedono inoltre una verifica e controllo sulle pulizie e sulle sanificazioni in tutti gli ambienti di lavoro, «che stante gli sforzi profusi, risultano di gran lunga insufficienti», la fornitura di guanti e delle mascherine nonché di «sterilizzare tutte le penalità previste dalla contrattazione di secondo livello a tutto il personale in regime di contenimento del contagio (ERA 1)». D’accordo, ma solo in parte, SLM Fast-Confsal: «Noi abbiamo chiesto», spiega il Segretario Renzo Coppini, «di regolamentare il servizio TPL sulle esigenze del pendolarismo lavorativo, con orario lunedì/venerdì e fino alle ore 20.00, chiudendolo nel week-end ma senza perdite economiche per i dipendenti». Per l’Organizzazione è importante limitare la capienza interna dei bus, «massimo 25 persone», di contingentare l’ingresso sui treni regionali e di ricorrere, per il potenziamento del servizio (laddove necessario) al coinvolgimento di tutto il personale delle società private di TPL e noleggio, «che a fronte dei divieti ministeriali è rimasto inoperoso».  E sono i macchinisti e capitreno delle concesse (Roma-Viterbo, Roma-Lido e Roma-Giardinetti) a essere maggiormente preoccupati: «per eseguire il cambio banco», dicono, «siamo costretti a passare in mezzo alle persone. Vogliamo le mascherine».

E RomaTPL? – I lavoratori del secondo vettore di TPL romano (privato) sono in attesa di ricevere il kit sanitario. La distribuzione doveva avvenire ieri, lunedì, come per i colleghi di Atac, ma è stata rimandata a oggi per «un ritardo del fornitore», ha spiegato la Società in serata, nell’incontro coi dipendenti. Durante il quale la stessa azienda ha evidenziato di aver provveduto a fare uscire un ordine di servizio per inibire l’apertura della porta anteriore e applicare una divisione removibile che garantisce la distanza di sicurezza tra gli autisti e passeggeri. Provvedimento esteso su tutto il parco mezzi. Ma è sulla pulizia e l’igienizzazione delle vetture che ci sarebbero dei coni d’ombra.

Una riprova il video – eclatante – girato questa mattina da un autista a bordo di un bus in servizio, il quale, per fugare ogni sospetto, sfrega fazzoletti di carta sulle parti plastiche della vettura, ritraendoli visibilmente sporchi. Un caso?

Il caso della SAP di Guidonia – «Restiamo perplessi dalla mancanza di qualsiasi informazioni proveniente sia dal Comune di Guidonia Montecelio sia da parte della società SAP Autolinee, gestore del servizio urbano locale». Attacca così il comunicato congiunto delle associazioni TrasportiAmo e Cesmot di questa mattina. «A preoccuparci maggiormente è il fatto che sui mezzi del trasporto urbano è ancora prevista la vendita a bordo dei titoli di viaggio da parte degli autisti, oltre al fatto che i mezzi sono prevalentemente a due porte e senza cabina isolata dal resto della vettura. Appare evidente che allo stato attuale personale ed utenza sono potenzialmente esposti al rischio di un eventuale contagio. Chiediamo con urgenza di sapere dal Sindaco Michel Barbet quali misure voglia mettere in atto a tutela di lavoratori ed utenti e se le vetture in servizio vengano sottoposte a sanificazione». Bocche cucite dal Comune, in continuo affanno per le continue emorragie in seno alla maggioranza. Dall’opposizione è il consigliere Claudio Zarro, Presidente del Gruppo Misto, a prendere parola e rincarare le dose: «considero prioritaria l’attenzione che l’associazione TrasportiAmo e il Cesmot prestano circa la mancata informazione del TPL locale di Guidonia Montecelio. Si chiede una maggiore informazione e attenzione, sia per i lavoratori della SAP, che per gli utenti della stessa». E, ancora: «non ci si può permettere superficialità nella gestione del TPL locale, alla luce della continua evoluzione dei casi di Covid 19 nel territorio regionale. La categoria degli Autoferrotranvieri e l’utenza tutta merita maggiore attenzione ed anche un’Amministrazione Comunale che richiami a questi principi di sicurezza. Ricordiamo che il Sindaco di una città è il primo responsabile della sicurezza e della sanità del suo territorio e dei cittadini che insistono sullo stesso».

I nastri apparsi su alcuni bus SAP

«Dopo il nostro allarme», riprendono all’unisono le associazioni, «abbiamo constatato che le misure in tutela autisti SAP sono all’insegna dell’artigianalità. In pratica su alcune vetture ci si è limitato a chiudere con del nastro bicolore la parte anteriore della vettura, mentre in un altro caso (vettura 137) non solo non vi era alcuna “barriera” e un passeggero sostava sulla piattaforma anteriore vicino ad autista. Chiediamo ad amministrazione comunale di verificare corretta applicazione normative e di sensibilizzare azienda SAP ed utenza nel rispetto delle misure di tutela».




Roma, autista aggredito e poi licenziato: l’associazione TrasportiAmo lancia la petizione online

Una petizione in sostegno alla causa di Federico Maruca (l’ex) autista di Autoservizi Troiani, parte del consorzio RomaTpl, rimasto vittima di una brutale aggressione durante il servizio, licenziato in tronco il 10 gennaio scorso “per giusta causa”.

Una tipica storiaccia italica, balzata agli onori della cronaca nazionale per singolarità e controversia. A lanciarla in rete, sulla piattaforma change.org, l’Associazione TrasportiAmo: “È un piccolo ma grande gesto per dimostrare la nostra solidarietà a Federico, che oltre al danno ha subito una grande beffa”.

Teatro del grave episodio, avvenuto nell’ottobre 2017, la linea periferica 055, che mette in collegamento il capolinea della Metro C Pantano con Ponte di Nona, passando per Finocchio, l’Osa, Castelverde e Lunghezza.

È importante quanto tristemente nota, insieme allo 051, 056 e il 20 di Atac, tanto per rimanere nel territorio del Municipio VI, per gli atti di violenza perpetrati nei confronti dei conducenti. “Non può passare questo tipo di concetto – riprende l’Associazione -, sarebbe un incredibile precedente. Licenziato perché infortunato durante lo svolgimento del lavoro? Assurdo, e poi in che modo”.

Quella sera voleva calmare i bollenti spiriti, e proteggere la vettura e i passeggeri

Ma la risposta dell’uomo in stato di ebbrezza, infastidito dai rimproveri del conducente, si è tramutata in violenza estrema. In pochi attimi Federico è stato raggiunto da calci e pugni, sferrati ripetutamente, e sfibrato da una serie di bottigliate, assestate sulla testa. Non ha avuto neanche il tempo di respirare o cercare di difendersi, tanto era l’impeto nevrotico dell’aggressore. Era una maschera di sangue, sfinito e debilitato.

Dai primi accertamenti sanitari emerge un trauma facciale, che compromette
la funzionalità dell’occhio sinistro. È l’inizio dell’odissea. “Mesi in
ospedale, aspettativa, infortunio INAIL e ferie forzate”, recita la petizione. “Poi
la terribile notizia – prosegue – quella che non si aspettava davvero. Alle
visite mediche risulta inidoneo alla guida dei bus e la società, incredibile,
che percepisce corrispettivi da Roma Capitale, invece di ricollocarlo in altre
mansioni, come giusto che fosse, lo ha sbattuto fuori”. È il 10 gennaio, una
data indelebile, un altro primato, negativo, registrato nel flebile mercato del
lavoro, reso ancora più amaro dal fatto che Autoservizi Troiani ha sempre
negato il collegamento tra l’aggressione, subita durante l’espletamento del
servizio, e il danno cagionato all’occhio. “Non mi sono fatto male in casa”, tuona
Federico, “mi è stata riconosciuta un’invalidità del 25% ma io voglio lavorare”.

Appena pubblicata, la petizione è iniziata a correre, tanti i commenti di
sdegno rilasciati, a corredo delle condivisioni. “Questo licenziamento è uno
schifo”, scrive Michele, mentre Anna aggiunge: “trovo assurdo che un
ragazzo che lavora dopo essere stato picchiato e mandato in ospedale venga
licenziato”. “È semplicemente vergognoso”, commenta Mario, “non tutelare un dipendente infortunato durante lo
svolgimento del proprio lavoro! Condizione aberrante d’insicurezza e non tutela
di chi svolge le proprie mansioni”. E Marco
sottolinea: “Com’era la storia del privato che funziona? TPL è l’esempio
didattico di come il pubblico, Atac, può non funzionare e sappiamo bene che non
c’entra con la natura della proprietà, ma il privato è quanto di peggio possa
capitare su un bene comune come il trasporto pubblico, che non deve fare utili
ma migliorare e rendere possibile la vita delle persone. Se esistesse un
sindacato, e se i tranvieri fossero degni della loro storia domani Roma
rimarrebbe a piedi”. L’attacco è forte, giustamente, dato il tema trattato. “Ecco
che significa lavorare per un azienda privata”, affonda Paola, “il settore trasporti di Roma deve tornare ad essere gestito
dal Comune”.

Pesante le reazioni politiche. “È un paradosso”, afferma il consigliere
regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio
Ghera
, “la sindaca Raggi ha il compito di fare di tutto per salvaguardare
il posto di lavoro di chi ha subito un’aggressione mentre cercava di difendere
gli utenti del trasporto pubblico”. D’accordo i consiglieri comunali del PD Giovanni Zannola e Ilaria Piccolo: “Roma non può accettare questa grave ingiustizia, è
inaccettabile che un lavoratore intervenuto per difendere passeggeri del bus da
un’aggressione, da un uomo violento, oltre ad aver subito una menomazione
fisica, ci rimetta la salute e il posto di lavoro. Presenteremo una mozione
urgente affinché il Comune prenda provvedimenti per salvaguardare il posto di
lavoro. Contro una decisione ingiusta e crudele esprimiamo tutta la solidarietà
alla vittima dell’aggressione”. “Il Campidoglio faccia fino in fondo la propria
parte e chieda con autorevolezza il reintegro immediato”, dichiara la
consigliera Svetlana Celli,
capogruppo di RomaTornaRoma in Assemblea Capitolina. “Siamo certi che non siano
necessarie azioni legali, che mi sento per prima di voler sostenere, ma che
siano sufficienti piuttosto il buon senso e la volontà delle istituzioni”.

“Non possiamo entrare nelle dinamiche del rapporto di lavoro tra
un’azienda privata e un suo dipendente”, scrive l’assessore alla mobilità Pietro Calabrese, “ma non rimarremo in
silenzio di fronte a quella che appare un’ingiustizia. Ci auguriamo che il buon
senso conduca a una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti e che
consenta a un padre di famiglia di continuare a svolgere il suo lavoro e poter
mantenere la sua famiglia”. Per quanto ci riguarda cercheremo, nel rispetto
delle regole e delle normative, di fargli sentire la nostra costante vicinanza
umana oltre che verificare tutte le strade previste dalla legge”.

Risposta ritenuta insufficiente dalla SLM-Fast-Confsal
Roma e Lazio, sindacato al quale Federico è iscritto. “Pretendiamo che
l’assessorato si faccia carico della situazione e prenda provvedimenti contro
queste società”, chiosa il Segretario Provinciale Daniel Di Martino, “dove non esiste né trasparenza né trattamento
equo tra i lavoratori. Troviamo inaccettabile che un conducente, dopo aver
subito una aggressione durante il turno di lavoro oltre ad aver subito dei
danni fisici permanenti venga licenziato perché non si ha voglia di trovare
altra collocazione all’interno dell’azienda”. “Bisogna cambiare le regole nella
gestione del tpl”, rincara il Segretario Regionale Renzo Coppini, “le società come Troiani srl hanno finanziamenti
pubblici ma non sono soggette alle regole delle società pubbliche, trasparenza,
imparzialità e pubblicità, nella gestione del personale, nel pagamento degli
stipendi, dei fondi pensioni, delle cessioni del quinto, nelle assunzioni,
negli avanzamenti di carriera, nell’orario di lavoro. Nella RomaTpl e Consorzio
Cotri, quando gli è servito hanno passato il personale da una società all’altra
da un giorno all’altro, sono migliaia i casi, ora per tutelare un autista
aggredito in servizio non ci sono possibilità. Chi non ha rispetto per la
persona non può continuare a gestire il Tpl con i soldi pubblici”.

“Chiediamo la massima condivisione della petizione”, commenta infine TrasportiAmo, “proprio per sensibilizzare l’intervento dei Campidoglio. Occorre far sentire la nostra indignazione. Al riguardo c’è un grande precedente che risale al 2015, quando l’ex-assessore ai trasporti Stefano Esposito intervenne su Atac e fece reintegrare un autista, ingiustamente allontanato. RomaTpl e il Cotri percepiscono corrispettivi pubblici, pertanto sarebbe fuori luogo fare delle distinzioni. Sarebbe un’altra ingiustizia. Firmate, #noistiamoconfederico”. https://www.change.org/p/virginia-raggi-revoca-licenziamento-autista-romatpl-aggredito-iostoconfederico




RomaTPL, la Fast-Confal denuncia: “Stipendi in ritardo, criticità vetture”.

Torna alla ribalta la vertenza dei lavoratori della RomaTPL: “Stipendi in ritardo, malgrado
le promesse, vetture insufficienti per espletare il contratto di servizio. Chi
paga?”, ammonisce Renzo Coppini,
Segretario regionale del SLM-Fast
Confsal
. “Gli autisti in mezzo alla strada – attacca -, insultati e
aggrediti dall’utenza per i cronici disservizi, vessato ed umiliato dalla
società”.

La stoccata arriva all’indomani del mancato pagamento delle
retribuzioni di gennaio, che, al solito, dovevano essere corrisposte entro l’ultimo
giorno del mese, ovvero giovedì scorso. Ma oltre ai corrispettivi mancati, l’organizzazione
sindacale ha inviato una lettera al vetriolo (prot. 60/19/SR) indirizzata al Sindaco
Raggi
e all’Assessore Meleo,
alle associazioni dei consumatori (Codacons
e Federconsumatori) e al Comando della Polizia di Roma Capitale,
all’ITL e, infine, al Prefetto di Roma, sulle “criticità manutenzione parco vetture”. Che “malgrado
le ripetute note inviate alla Società e all’Amministrazione di Roma Capitale permangono
a tutt’oggi”.

Nel documento si denuncia “guasti ai
blocco-porte, vetri rotti o incrinati, impianti dell’aria calda non
funzionanti, ammortizzatori rigidi, arredi interni rumorosi” a titolo
esemplificativo, “come prontamente e doverosamente segnalato dagli Operatori
dell’esercizio. Tali anomalie pregiudicano il buon andamento del servizio con
conseguenti ricadute sulla sua qualità”.

Nella missiva inoltre, si torna a
sottolineare “l’uso discriminatorio delle contestazioni disciplinari, applicate,
sovente, al solo fine di dissuadere gli operatori dall’annotare le richiamate
anomalie, e nonostante siano altri e molteplici i rischi in cui incorrono
lavoratori e gli utenti”.

Motivazioni che hanno spinto il Segretario Coppini a “diffidare la Società a proseguire in tale atteggiamento, vessatorio e lesivo, e chiede ai responsabili in indirizzo ed ai responsabili dell’incolumità dei passeggeri un’immediata verifica in loco. Comportamenti simili non sono giustificabili, ancor più in prossimità dell’imminente scadenza del contratto e della messa a gara del servizio”. “Non si può continuare così – ha poi aggiunto -, la svolta decantata non si è vista. Roma tpl deve rispondere delle sue mancanze,
l’Amministrazione deve chiarire quale futuro dare ai lavoratori del Tpl privato di Roma, se lo meritano”.

Intanto si attendono gli esiti delle procedure di raffreddamento, aperte l’11 gennaio passato dalla Segreteria SLM Fast Confsal Provinciale di Roma, guidata da Giuliano Parmiani.




RomaTPL, arrivano gli stipendi, ma solo in parte. Nanni: “Assurdo. Lavoratori oggetto di turni massacranti”

Rientrata – o semplicemente
rimandata al prossimo mese? – la vertenza dei lavoratori della RomaTPL e, parte, delle Consorziate, che hanno finalmente
percepito l’agognato stipendio relativo a dicembre. Seppur lieta, la notizia di
certo non aiuta a risollevare le sorti della situazione, ormai arrivata a uno
sfinimento e drammaticità insanabili.

I pagamenti sono avvenuti nella giornata di ieri, 14 gennaio, e hanno riguardato tutto il personale della RomaTPL – che attendevano dal 31 dicembre – e quelli appartenenti a una sola società del consorzio, TROIANI. Infatti, restano ancora da saldare le retribuzioni agli autisti delle restanti consorziate, MEI e SAP, almeno stando alle indiscrezioni dell’ultima ora. Non si esclude che la questione si risolva in giornata, anche se aumentano di minuto in minuto gli scettici. A ragione veduta, ovviamente, considerato il trattamento riservato, e sistematico, a ogni scadenza mensile.

Dario Nanni

Nell’agone politico, mentre in
Campidoglio maggioranza e opposizioni dormono sogni tranquilli, si leva la voce
di Dario Nanni, il Coordinatore di
Roma e Provincia di Italia in Comune:
“Pur comprendendo il difficile quadro di equilibri ai quali dover far fronte”, recita
la nota, “è assurdo che a pagare sia l’ultimo anello della catena ossia i
lavoratori: autisti, ausiliari e impiegati che nonostante tutte le difficoltà
cercano di garantire quotidianamente il servizio di trasporto pubblico locale
nelle zone più periferiche della città”. “Personale spesso oggetto di turni e
richieste massacranti”, aggiunge, “e ai quali non sempre vengono garantiti gli
stessi diritti di altri lavoratori. Mi auguro che già nelle prossime ore si
proceda al pagamento degli stipendi anche perché se questo non avverrà ci rivolgeremo
al Prefetto affinché verifichi ritardi e responsabilità”.

Bordata che fa da corredo alle
procedure di raffreddamento avviate
in ordine sparso dalle Segreterie Sindacali, dall’USB ai Confederali
passando per SLM-Fast Confsal. Le
quali, ognuna per conto proprio, potrebbero sfociare in scioperi massicci,
qualora non saranno risolte le criticità denunciate. Che sono molteplici, e per
lo più reiterate nel tempo. Oltre ai ritardi nei pagamenti, ormai strutturati, c’è
da sbrogliare la questione della “disciplina” che sarebbe utilizzata, secondo
le Segreterie, in maniera “repressiva”, il pagamento dell’ERG e del Fondo Priamo
per esempio, e infine, tanto per gradire, le manutenzioni del parco vetture. Un
insieme di cose difficili da risolvere in prima battuta.

David Nicodemi




Roma, continua l’agonia dei lavoratori della RomaTPL: i sindacati: “Uno scempio”

ROMA – “Non più parole, ma solo parolacce”. È granitico il commento di Claudio De Francesco della Faisa-Sicel, intervenuto con una sull’annosa vertenza che vede di nuovo protagonisti il personale della RomaTPL: “Uno scempio”, prosegue, “e pensare che questa Amministrazione aveva promesso ai lavoratori l’internalizzazione”. Impegni, quelli assunti dai pentastellati capitolini, trite e ritrite, che si sono sciolti come la neve al sole.

Nelle
ultime ore la vicenda si è ulteriormente aggravata, infatti, come anticipato
nei giorni scorsi dalle colonne de L’Osservatore,
ai lavoratori della società romana si sono sommati, da ieri (10 gennaio), quelli
del Consorzio Cotri, socio
paritetico della RomaTPL. Altri 800 dipendenti circa, spalmati nelle rimesse
degli azionisti, rimasti al pari dei colleghi a bocca asciutta per quanto
concerne le spettanze di dicembre (ormai ampiamente superato).

Silenzio
assoluto dal Comune secondo i diretti interessati, che esprimono “sdegno” e “delusione”
nei confronti di chi, nel MoVimento romano, aveva sposato la causa durante la campagna
elettorale, paventando soluzioni rapide e indolore, che poi sono sistematicamente
cadute nel dimenticatoio. Anzi, in realtà qualcosa è successo, e, specificatamente,
a maggio dello scorso anno, quando, in piena crisi aziendale, l’ennesima, il
Campidoglio, con un blitz nell’Assemblea Capitolina, ha concesso la proroga del
servizio a RomaTPL fino a gennaio 2020, infilandola tra le pieghe della quinta
variazione di bilancio.

“Le Scriventi denunciano il mancato pagamento delle retribuzioni nella Società RomaTpl, le criticità inerenti la scarsa manutenzione dei mezzi, l’aumento delle aggressioni fisiche e verbali nei confronti dei conducenti e l’utilizzo improprio della disciplina”. Recita il documento di CGIL, CISL e UIL.  “Inoltre si aggiungono”, prosegue, “la mancata regolarizzazione dei versamenti al Fondo Complementare diCategoria “Priamo”, la mancata copertura economica delle cessioni del quinto dello stipendio, la decisione unilaterale di disdetta dell’accordo denominato “E.R.G.” (Elemento retributivo Giovani) e del contributo regionale dei 306,00 € annui, accordo sindacale del 09/03/2004 non più erogato dall’anno 2009 ad oggi. Per quanto sopra, le scriventi aprono le procedure di raffreddano e conciliazione nella Società”. Come aveva fatto l’USB il giorno prima.

David Nicodemi




RomaTPL ancora non paga. Comune silente, Sindacati all’attacco

ROMA – Incassato il via libera al concordato preventivo di Atac da parte della maggioranza dei creditori (circa il 50%), l’Amministrazione Comunale ora potrà, finalmente, tornare a occuparsi dei 1000 lavoratori della RomaTPL, ancora fermi al palo, in attesa di ricevere la busta paga relativa a dicembre. Che doveva essere erogata, nel rispetto del Contratto Nazionale, entro il 31 passato.

C’è da dire che stavolta la vertenza sia,
considerati gli sviluppi degli ultimi mesi, più complessa di quanto si possa
immaginare, se letta con piglio oggettivo nella sua complessità. Poiché si
inserisce nel complicato Risiko del
trasporto pubblico locale romano, dove si gioca una partita da un miliardo di
euro, tra il salvataggio dell’Azienda Capitolina e l’affidamento dei 30milioni
di chilometri delle linee periferiche, e dove è necessario mantenere saldi gli equilibri.

Può sembrare ardito l’accostamento delle cose,
ma non va dimenticato che la RomaTPL è uno dei principali debitori di Atac,
insieme al Consorzio Metrebus (FS e Cotral), pertanto vien facile pensare che, in questa ottica, il
Comune abbia, nella fase antecedente all’approvazione del concordato, allentato
la presa al fine di avere nell’Assemblea dei creditori pure il consenso del
secondo gestore di TPL a Roma. Che, paradossalmente, malgrado le sue lacune, tiene
ancora in mano il banco.

Ma nelle supposizioni, ipotesi o semplice
equazione di un puzzle macchinoso, emerge, prepotentemente, il dramma che
stanno di nuovo vivendo gli autisti, ausiliari e amministrativi di quella
Società. Che oltre a subire questo, lamentano da tempo i metodi repressivi che sarebbero
stati adottati dal Capo del Movimento dall’inizio del suo mandato, circa un
anno fa, in RomaTPL e in COTRI, socio paritetico. Lo ha denunciato, come le altre sigle in
passato, l’Organizzazione Sindacale USB, nel documento inviato il 7 gennaio, ai vertici del
Campidoglio e al Prefetto di Roma, col quale ha aperto ufficialmente le
“procedure di raffreddamento e di conciliazione”. Si parla di “metodi
coercitivi e discriminatori” come “blocco dei cambi turno e pressioni nei
confronti dei lavoratori che denunciano malattia, guasti, Legge 104 ect.” e
della mancata “possibilità dei lavoratori di fruire delle ferie maturate”. Ma
non basta. L’USB sottolinea, “l’inserimento dello straordinario nei turni senza
l’autorizzazione dell’OdE” e un “uso eccessivo della repressione disciplinare”.
“Vista la gara”, incalza Claudio
De Francesco
del SICEL, “al peggio non
c’è mai fine”.

L’inciso infiamma la diatriba e mette, di conseguenza, in
guardia anche i dipendenti dello stesso COTRI. I quali, preso atto dei
trascorsi, rischiano anch’essi lo slittamento delle spettanze di dicembre, alla
stregua dei colleghi della RomaTPL, le quali, secondo gli accordi, dovrebbero
essere corrisposte entro il 10 di ogni mese.

David Nicodemi