Alitalia Maintenance Systems: quel progetto che può salvare un’eccellenza

C’è un progetto che potrebbe camminare parallelo al rilancio di Alitalia (tanto atteso) e che prevede la creazione di un polo manutentivo in grado di mettere a regime nei prossimi cinque anni migliaia di lavoratori.

Questa è la proiezione futura sulla quale si sta cercando di lavorare alacremente

Il segretario nazionale Ugl Trasporto aereo Francesco Alfonsi, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino sono in prima linea nella discussione in tempi (quelli attuali) apparentemente “morti” ma fondamentali per un comparto che potrebbe essere il fiore all’occhiello in materia di trasporti.

L’intervista a Francesco Alfonsi Segretario Nazionale UGL Trasporto Aereo
L’intervista a Esterino Montino sindaco di Fiumicino

La situazione è in bilico tra l’attesa e il desiderio di partire con un progetto che risolleverebbe le sorti della compagnia di bandiera e del comparto della manutenzione. Durante la trasmissione giornalistica web tv Officina Stampa sono stati diversi gli interventi del sindacato e delle istituzioni che lasciano ben pensare a un futuro più certo per Alitalia e Ams.

Nella discussione si è inserito anche l’onorevole Emiliano Minnucci, attuale consigliere regionale del Pd che da sempre è stato a fianco dei lavoratori anche se purtroppo la spinta da parte dei vertici regionali sarebbe venuta a mancare, almeno così ha riferito durante Officina Stampa l’ex lavoratore Ams Fabio Ceccalupo.

L’intervista a Emiliano Minnucci Consigliere regionale Pd
L’intervista a Fabio Ceccalupo Segreteria provinciale di Roma UGL Trasporto Aereo

Qual’è la situazione attuale?

Il videoservizio sulla situazione degli ex lavoratori Alitalia Maintenance Systems trasmesso a Officina Stampa del 9/5/2019

Circa 100 famiglie si trovano senza nessuna fonte di reddito. Si tratta degli ex dipendenti di Alitalia Maintenance Systems (Ams) che dallo scorso 14 aprile hanno visto terminare l’erogazione degli ammortizzatori sociali in attesa di essere ricollocati e, beffa oltre al danno, non possono accedere al reddito di cittadinanza in quanto avendo percepito il fondo di solidarietà del trasporto aereo nel corso del 2018 oggi si trovano “fuori parametri”.

La società era stata creata da Alitalia per esternalizzare l’attività di manutenzione e revisione dei propri motori ma il 30 settembre del 2015 arriva il fallimento. Un’azienda, l’AMS, che, al momento della costituzione, occupava oltre 400 tecnici specializzati già dipendenti di Alitalia.

Gli asset aziendali della ex Alitalia Maintenance Systems sono stati poi acquistati, a seguito di asta pubblica, dalla International Aerospace Group (Iag), che, nel maggio del 2016, aveva formalizzato la previsione di un sostanziale rilancio degli investimenti dell’attività aziendale.

Una vicenda, quella di queste 100 famiglie che lo scorso 1 marzo aveva visto presentare un’interrogazione da parte del capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio Francesco Lollobrigida e del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli al ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, dove si chiedeva quali urgenti iniziative intenda assumere il Governo per evitare le gravi ed immediate conseguenze economiche per gli ex lavoratori di Ams e le loro famiglie e quali iniziative, in prospettiva, intendano intraprendere, anche alla luce delle trattative per la costituzione della nuova Alitalia e della possibile reinternalizzazione di funzioni centrali, quali la manutenzione e se sia prevista quella dei motori, per ricollocare adeguatamente questi ex dipendenti di un’azienda pubblica, con elevata capacità professionale, che chiedono unicamente la possibilità di lavorare e di essere reimmessi nel ciclo produttivo del Paese.

Domande alle quali ad oggi non è stata ancora data una risposta. Eppure lo stesso Alessandro Di Battista in un video girato a Fiumicino nel dicembre del 2015 presso quella che era l’officina di AMS affermava che: “Un ministero serio dello Sviluppo Economico deve però mantenere il lavoro e la sicurezza di determinati lavori qui in Italia”. Di Battista, dunque, dopo il fallimento di Alitalia Maintenance System, affermava nel video che “Oggi il Governo con un intervento forte, appunto del ministro dello Sviluppo Economico, si potrebbe garantire a questa azienda – AMS Ndr. – a questi lavoratori, a tutto l’indotto – Di Battista fa riferimento a tutte le aziende legate ad AMS per la riparazione dei motori degli aerei Ndr. – potrebbe essere garantito un futuro”.

Parole, quelle di Alessandro Di Battista rimaste in sospeso e che ora pesano come macigni soprattutto nei confronti del suo collega Di Maio.




ALITALIA MAINTENANCE SYSTEMS: È MOBILITÀ PER TUTTI I LAVORATORI

di Alessandro Ranieri

Roma – Nella giornata di domenica presso la Regione Lazio si è chiusa una pagina triste e dolorosa per Alitalia Maintenance Systems e i suoi lavoratori a causa del mancato accordo fra la Curatela dell’azienda, fallita il 30 settembre scorso, e le OO.SS., tutti i lavoratori andranno in mobilità.

La Curatela, da parte sua, ha constatato la mancanza di qualsiasi continuità aziendale che potesse consentire una richiesta di sospensione del lavoro su base volontaria, e così pure la Regione Lazio, che ha negato ogni proroga agli ammortizzatori sociali concessi tre mesi fa e che scadevano proprio il 14 aprile.
Né la Regione, né la Curatela fallimentare aziendale hanno acconsentito a una proroga degli interventi di sostegno, almeno in attesa dell’esito del bando di gara internazionale per l’acquisto dell’azienda, segno che nemmeno loro credono alla possibilità che un qualche acquirente possa farsi avanti.
Il futuro che si apre ora per i 240 lavoratori non è dei più rosei: 12 o 18 mesi di mobilità, a seconda dell’anzianità, e poi?

Dopo la “bufala” di Panmed, che per lungo tempo ha fatto credere di essere interessata, salvo poi defilarsi nel momento in cui doveva concretizzare il suo impegno, dopo le ripetute richieste dei sindacati di un interessamento a livello istituzionale, dopo gli appelli dei sindacati ad Alitalia-Etihad, al MISE, alla Regione Lazio, si è quindi conclusa  una pagina veramente amara e dura da digerire per tutti i lavoratori e tutti quelli che hanno seguito queste vicende.

Dopo il lungo incontro in Regione, durato tutto il pomeriggio, all’uscita si potevano vedere le facce scure e le espressioni stanche dei tanti lavoratori che hanno creduto fino in fondo di salvare, non tanto il loro posto di lavoro, ma l’azienda per cui per tanti anni hanno lavorato e per cui provavano un senso di appartenenza, che sentivano come propria. "E invece sembra essere andato tutto in fumo, – commentano i lavoratori – decenni di passione per il proprio lavoro, – proseguono – di formazione e di miglioramenti continui da parte di tutti gli addetti come ingegneri, impiegati e tecnici aeronautici è stato tutto vanificato nell’indifferenza generale.

Un sentimento di delusione, di amarezza e di rabbia è quello che prevale in questo triste momento, come quello dei rappresentanti sindacali, di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti ed Ugl Trasporto Aereo, che affermano: “Quello che fa più male, al di là dell’esito della vicenda è l’indifferenza delle Istituzioni, che hanno trattato, per mesi e mesi la vicenda come se fosse una qualsiasi pratica burocratica. Come lavoratori siamo molto rammaricati che il Presidente del Consiglio sia andato a visitare molte aziende tra cui ultimamente due eccellenze di Pomezia, che stia promuovendo il Made in Italy nel Mondo, e purtuttavia non sia venuto a visitare la nostra azienda, che pure era una eccellenza nel campo della revisione e manutenzione dei motori aeronautici. Si dice di promuovere il Made in Italy e l’imprenditorialità italiana e poi i motori dell’Alitalia-Etihad vengono mandati in Israele. Comunque non ci diamo per vinti e non consideriamo chiusa qui la vicenda: come OO.SS. torneremo a chiedere un tavolo urgente per fare ripartire questa azienda, un tempo fiore all’occhiello dell’Alitalia e dell’industria aeronautica italiana, anche in vista dell’esito del bando internazionale che scadrà il 5  maggio”.
 




ALITALIA MAINTENANCE SYSTEMS: ASPETTANDO LA TRANSAZIONE… LAVORATORI ALLA FAME

di Simonetta D'Onofrio

I lavoratori di Alitalia Maintenance Systems stanno attraversando un momento delicato dove la loro professionalità e il loro impegno rischiano di essere dispersi per colpe, amministrative, indipendenti dalla loro volontà.

Alitalia Maintenance Systems è un'azienda, specializzata nella manutenzione del settore aeronautico, che una volta era il fiore all’occhiello della compagnia di bandiera, quando portava alto il nome dell’Italia in volo per il mondo.

I lavoratori Alitalia Maintenance Systems si trovano ora all’interno di una situazione che, se non si svolgesse alle spalle di decine di famiglie, potrebbe definirsi grottesca.

I FATTI:
Da alcuni mesi, in seguito alla richiesta di fallimento, la società è in concordato, con la speranza di una soluzione, grazie a un accordo firmato con Panmed, la società giordana che ha manifestato l’interesse per l’acquisizione della Alitalia Maintenance Systems (interesse sembra riconfermato di recente), ed è in attesa che i creditori accettino il concordato stabilito dal Tribunale.

Quando la luce sembra vedersi all’orizzonte, ecco che alcuni aspetti collaterali della vicenda, ma non meno importanti, minano la tranquillità dei lavoratori, allontanando ulteriormente l’uscita dal tunnel. Dal mese di settembre 2014 i lavoratori non percepiscono i rimborsi integrativi dello stipendio da parte di FSTA (Fondo speciale per il trasporto aereo), che permetteva loro di riuscire a superare questo periodo di difficoltà.

Come ci ha confermato Fabio Ceccalupo, dell’UGL trasporto aereo, “I lavoratori interessati non percepiscono più l’integrazione del fondo da circa sei mesi, e dal 15 gennaio scorso è terminata anche la cassa integrazione. Tutto ciò per lavoratori che non percepiscono stipendi d’oro, così come qualche organo d’informazione ha riportato. Qui si parla di lavoratori con stipendi normali, lontani certo dalle cifre che vengono lette su alcuni giornali”.

Nel mese di aprile i creditori di AMS dovranno recarsi in tribunale per firmare, in caso di accettazione, il concordato. I lavoratori che sono attualmente senza cassa integrazione e senza il contributo salariale del fondo FSTA non possono attendere oltre.