Visco e Boldrini, inadempienze: istituzioni latitanti e partiti allo sbando

Che sia più inadempiente il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco oppure la presidente (presidenta?) Laura Boldrini non è dato a noi deciderlo. Per stabilire le responsabilità del governatore se ne occuperà un’apposita commissione parlamentare. Sul suo rinnovo si è scatenato uno scontro politico, ma Visco è deciso ad affrontare la commissione e ha già presentato le carte del caso. Comprovare l’inadempienza della presidente (presidenta?) Laura Boldrini resta invece un compito meno macchinoso, senza scomodare costituzionalisti, giuristi e politologi. Qualcuno nel transatlantico mormora : “La Boldrini ha colpito ancora”, riferendosi, senza meno al voto di fiducia che ha concesso in occasione del Rosatellum. Le giustificazioni date allora dalla signora, sostenendo che nel passato già ci sono stati dei precedenti, non la giustifica. L’argomento della Boldrini non regge, perché quello che era irregolare ieri non potrà cambiare le regole di oggi.

Qual è il tema che sta aggiungendo confusione al già poco chiaro quadro politico? Questa settimana il PD ha presentato in Aula alla Camera una mozione di dubbia legittimità costituzionale. In una mozione con oscurità deliberata, uno stile sfuggente ed evasivo, mirante a non rinnovare l’incarico del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è stata convalidata e messa ai voti dalla presidente (presidenta?) Laura Boldrini. Evitiamo qualsiasi commento su chi c’era dietro quella mozione, sorvoliamo sui fini ultimi che muovevano gli ideatori della mozione, non entriamo in merito se Gentiloni sapeva o meno della mozione, facciamo finta di non immaginare l’eventuale coinvolgimento della sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel Governo, la signora Maria Elena Boschi, accantoniamo tutto questo anche se tutto questo è importantissimo.

 

Accantoniamo perché il problema qui è un altro, e l’unico che l’ha notato e dichiarato è stato Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio, oltre a tante altre alte cariche che aveva coperto nella sua lunga carriera governativa. Non sta nei diritti dei partiti presentare mozioni per il rinnovo o la nomina del governatore di Bankitalia. Non sta nei poteri della Camera discutere tale mozione. Sta invece negli obblighi della presidente, l’obbligo e la facoltà di respingere tale mozione. La signora Boldrini ha scelto di ignorare quanto le detta la legge. Come giustamente riportato nella “discussa” mozione: “L’articolo 19, comma 8, della Legge 28 dicembre 2005, n. 262 (Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari afferma che la nomina del governatore è disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Il procedimento si applica anche per la revoca del governatore”. La presidente (presidenta?) Boldrini questo articolo lo conosce e su questo non ci possono essere dubbi. Perché lo ha ignorato? Nessuno vuole minimamente pensare che l’alta carica di Montecitorio si sia assunta delle responsabilità che non le spettavano! Nessuno oserebbe mai pensare che abbia subito delle pressioni! Dunque?

 

Montecitorio ha scritto un’altra brutta pagina. Troppe pagine brutte per una sola legislazione! Le responsabilità di Visco emergeranno a conclusione dei lavori della Commissione parlamentare e solo allora si saprà in quale misura sono stati danneggiati i risparmiatori. Le inadempienze della presidenza della Camera sono invece una macchia d’inchiostro nero sulla Carta Costituzionale che offende le Istituzioni e mortifica la democrazia parlamentare.

Dietro l’angolo non s’intravede alcuna speranza, latitano le istituzioni ed i partiti sono allo sbando. La saggia voce del Colle non arriva nell’emiciclo tanto meno al segretario del partito di maggioranza lanciato ad alta velocità sul treno dei suoi desideri.

Emanuel Galea




Boldrini e la sua crociata fobica

 

di Emanuel Galea


L’ultima campagna a sostegno della galassia arcobaleno, in corso d’opera per iniziativa della  passionaria di Montecitorio, emulazione mal riuscita della comunista spagnola Dolores Ibarruri Gòmez, quest’ultima vera rivoluzionaria,  mi fa venire in mente il simpaticissimo film commedia del 1969 strutturato  in  episodi per la regia di Dino Riso e protagonista Nino Manfredi.

Gli episodi sono divertentissimi ad iniziare da quello della diva Ornella e il segreto di Ercole  l’impiegato alle Poste; il Guardone, un uomo molto miope; l’ultima vergine di Spoleto e  l’episodio della relazione extra coniugale di Maurizio. Tutti godibilissimi. L’episodio dell’Udienza a porte chiuse  forse è quella più divertente. La vicenda di un contadino che aveva  abusato della gallina di un’anziana donna e gli argomenti a sua discolpa davanti al giudice Di Lorenzo.


Quello che a me fa venire in mente più che altro la campagna fobica della presidente,  è l’ultimo episodio di questo film, episodio che ha dato il nome al lungometraggio: “Vedo nudo” che racconta le vicende di un pubblicitario con il pallino del nudo.
Una fissazione? Un tic? Una fobia?


In uno dei miei ultimi tabella su questo giornale,
Montecitorio a.a.a. cercasi presidenza neutrale”, avevo scritto che  non si è mai immuni alle discutibili uscite della presidente Boldrini. Non ho dovuto aspettare mesi prima che la presidente, perseguendo la sua crociata  fobica, abbia istituito la “commissione sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio”, lavori cui la Camera ha terminato proprio in questi giorni. Terminati i lavori la commissione ha rilasciato una relazione che appresso commento. Quello che preoccupa è la natura degli interventi che tormentano la terza carica dello Stato. La faccenda è seria perché come disse Crispi, la presidenza della Camera deve essere garanzia di una magistratura neutra nella quale si concentri tutta l’autorità del parlamento.
 
La passionaria di Montecitorio  è partita lancia in resta per silenziare chiunque si azzardi disapprovare la gendercrazia ovvero sia l’omosessismo,  il gender theory e sua invasività. Nelle cronache delle crociate,  per  esempio nella  spedizione  popolare condotta da Pietro l’Eremita, troviamo traccia di “donne pudiche ed impudiche “ come racconta il cronista ne “I Crociati” di Johannes Lehmann. Lo storico Bahà ad-Din, per citare fonte araba,  riportando  le vicende di Acri da parte di Riccardo Cuor di Leone (1919), ricorda “ una combattente, una donna vestita di un manto verde, che non cessò di saettare con un arco di legno, si da ferire molti di noi….”. Ai giorni nostri  la “donna vestita di un manto verde”, anziché saettare con l’arco di legno, saetta con il lancio di commissioni fobiche. Il segretario di Norandino e di Saladino Imad ad-Din, altra fonte araba,  racconta di donne cavalieri,  con corazze ed elmi che si buttavano in  mischia  in mezzo alla battaglia, specialmente durante la terza crociata. Oggi, la nostra “donna cavaliere”si butta in mischia nei convegni ed assemblee politiche, corazzata dall’alta carica istituzionale. Nulla è cambiato da quel lontano 1200. Sono cambiate le crociate, non sono cambiate per niente le fobie. Sono molto evidenti nella relazione rilasciata dalla commissione istituita dalla presidente Boldrini le tante fobie di cui è vittima la proponente della commissione. Scorre nel provvedimento una vena di paura delle opinioni diverse dalle proprie.  Viene subdolamente istituito il principio del pensiero unico. Se ben si esamina il provvedimento  ci si imbatte in evidenti tracce della paura della libertà. Il relatore di quel provvedimento mostra segni accentuati di piacere nel ricercare situazioni che lo spaventano. Non c'è niente di nuovo sotto il sole, scriveva, il Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme. Non si possono criticare le crociate di ieri e osannare  quelle di oggi, crociate fatte a rimorchio delle  lobby arcobaleno. Nella “Gerusalemme liberata”  Torquato Tasso ci propone un’affascinante ed ardimentosa guerriera pronta a gettarsi in battaglia:
“… in su la torre altissima angolare
sovra tutti Clorinda eccelsa appare.
A costei la faretra e ‘l grave incarco
de l’acute quadrella al tergo pende.
Ella già ne le mani ha preso l’arco,
e già lo stral v’ha su la corde e ‘l tende;
e desiosa di ferire, al varco
la bella arciera i suoi nemici attende”[
 
Sia le fonti dalla letteratura occidentale che quella araba riportano ai nostri occhi lo zelo della nostra presidente Boldrini nel seguire la sua crociata fobica.  La proposta di legge potrebbe essere condensata nella 4° raccomandazione della relazione e cioè , per coloro che non si adeguano al pensiero unico:” prevedere  l’istituzione di un giurì che garantisca la correttezza dell’informazione e sollecitare l’ordine professionale e il sindacato dei giornalisti sul controllo della deontologia professionale .  Scomodando la “Cena delle beffe”direi che  chi non beve con me peste lo colga. Una delle raccomandazioni in quella proposta di legge all’esame della Camera è sul contrasto dell’omofobia e della transfobia. L’altra raccomandazione invita a sanzionare penalmente la campagna d’odio, insulti pubblici, diffamazione o minacce contro persone o gruppi.

 

A sentire  questa proposta di legge, l’Italia dovrebbe essere un campo di battaglia , incubatoio di odio contro trans, omosessuali e abietta intolleranza, minacce ed insulti che sfociano in continui delitti contro queste persone. Secondo questa proposta, la cronaca non dovrebbe raccontare altro che omosessuali e trans, barbaramente assassinati per la loro scelta di vita, fra l’altro del tutto cosa privata.


La ragione è un'altra;
si vuole imporre la  teoria del gender. Lo dimostra la stessa 3° raccomandazione della relazione che invita il legislatore a : ”Rafforzare il mandato dell’UNAR”. Su quest’ultimo evito qualsiasi commento, ricordando solamente al lettore che il direttore dell'Ufficio nazionale antidiscriminazione razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ,Francesco Spano,  ha  dovuto dimettersi dal suo incarico, dopo la denuncia delle Iene ,che questo ufficio avrebbe finanziato un'associazione dietro la quale si sarebbe occultato il business del sesso a pagamento. Ancora fresco nella  memoria di tutti gli italiani , il disgusto per lo scandalo delle “camere buie”.  In questo frangente l’italiano chiede sicurezza, pane e lavoro e fa volentieri a meno di presidenti con la sindrome delle fobie.
 




Montecitorio: a.a.a. cercasi presidenza neutrale


di Emanuel Galea

 

Al Forum di Quaderni Costituzionali, facendo alcune riflessioni sull’imparzialità del Presidente di Assemblea, il 28giugno 2011, Alessandro Capelli aveva posto due interrogativi : “E’ legittimo che il presidente di un’Assemblea parlamentare intervenga nel dibattito politico? Esiste o dovrebbe esistere un istituto costituzionale atto ad  imporre le dimissioni ad un Presidente di Assemblea Parlamentare che perde l’appoggio della maggioranza che lo ha eletto o più in generale che viene meno ai suoi obblighi istituzionali?” Sono gli stessi quesiti che tanti stanno ponendo a riguardo del presidente della Camera Boldrini, dopo la sua ennesima esternazione. L’occasione le si è presentata alla cerimonia del Ventaglio. “Rimandare lo Ius soli sarebbe un torto che come tutti i torti non porta bene”.

 

L’esternazione più grave, del sapore di un monito al governo è seguita dopo dicendo: “La cittadinanza è lo strumento principe dell’integrazione per antonomasia. Impedire a chi nasce in un paese di essere cittadino italiano è impedire l’integrazione che è strumento di sicurezza” e rincarando la dose ha concluso con quello che a tanti suona come una minaccia : “Senza dare a queste persone di sentirsi parte di una società, alimentiamo rabbia, risentimento, sentimento di esclusione.”


Non si è mai immuni alle discutibili uscite della presidente Boldrini. Su alcune ci si passa sopra come si è fatto sulla non molto datata polemica a riguardo dei monumenti fascisti. Alcuni cittadini convinti che le istituzioni, oltreché di sostanza, si nutrono anche del rispetto delle forme, obiettano alla sua partecipazione, martedì 14 febbraio scorso a Milano, all'incontro in cui l'ex sindaco Pisapia, ha presentato il suo progetto politico di un "Campo progressista" nel centro sinistra. La gente  teme che tale militanza politica potrebbe fare velo alla Presidente della Camera nell'esercizio delle sue funzioni. Non si deve mai dimenticare che “le istituzioni si nutrono di rispetto delle forme oltre che di sostanza”. In Camera ancora echeggiano  le proteste del M5s sulla  presentazione del DDL anti-femminicidio,  quelle sulla legge sull'omofobia e poi quelle nel dibattito sul Decreto IMU-Bankitalia, la volta che la Boldrini  applicò  la “ghigliottina”, strumento esistente nel regolamento del Senato ma mai applicato prima in Camera.


Sembra che Laura Boldrini si diverta a creare polemiche. Non ha mancato di fare parlare di se persino in occasione  della Festa della Repubblica,  il 2 giugno 2017.  La  Presidente della Camera, non ha applaudito al passaggio della Brigata Folgore e cercando di scrollarsi di dosso gli addebiti che le sono stati  mossi dalla stampa, se l’è cavata dicendo : "Bufale dei giornali di centrodestra” Sulla dovuta imparzialità del presidente dell’assemblea non trovo  meglio che citare il discorso del Presidente del Consiglio dei ministri i del Regno d’Italia, 1887-1891, Francesco Crispi, che a riguardo, in un discorso tenuto dallo scranno della presidenza diceva   : “…la presidenza della Camera deve essere una magistratura neutra nella quale si concentri tutta l’autorità del parlamento. Bisogna che alla suprema direzione dell’assemblea sia un uomo (o donna ndr) il quale  non appartenga a verun partito”. Diceva Alessandro Capelli al Forum di Quaderni Costituzionali che il Presidente dell’Assemblea parlamentare  bisogna sia percepito imparziale rispetto ai giochi partitici, il suo compito  principale è rappresentare la Camera che lo ha eletto. La neutralità del presidente  a lungo andare è venuta a perdere parte della sua autonomia fino ai tempi nostri, ahinoi, che sovente  è espressione della maggioranza. E’ necessario introdurre qualche forma di revoca al suo mandato?,domanda Alessandro Capelli. Dopo i fatti recenti e i numerosi incidenti del passato forse sarebbe il caso di correre ai ripari, e per dirla con le parole di Crispi, studiare una forma a garanzia di una magistratura neutra nella quale si concentri tutta l’autorità del parlamento.
 




Caro fratello musulmano e cara sorella Laura


di Emanuel Galea


Il 17 ottobre 2014, paillettes dorate ai piedi e velo bianco in testa, entrava nella grande Moschea di Roma, salutando in perfetto arabo la comunità islamica, rassicurando  tutti i presenti dicendo “L’Islam è pace, qui non ho paura”. Ma la presidente della Camera non ha paura neanche fuori della grande Moschea. Quello stuolo di poliziotti di scorta che le fanno cerchio intorno non sono altro che uno status symbol del personaggio che rappresenta.

Ma poi diciamolo pure, paura di chi? Paura di cosa? La Boldrini, in Moschea si sente tranquilla e, a sua volta l’Islam in Italia si sente come a casa propria. Sorella Laura perché insisti tanto che l’Islam è pace? Forse la religione di casa tua guerrafondaia? Le altre religioni non sono anch’esse portatrici di pace? La pace, in qualsiasi religione dovrebbe essere insita e non certamente una straordinarietà da sbandierare. Tanto per fare chiarezza iniziamo con il dire che i musulmani rappresentano il 30 percento della popolazione straniera residente in Italia. Nel deplorevole vuoto normativo, stando a quanto riporta il sito internet “www.arab.it” in Italia ci sarebbero 205 tra Moschee e centri islamici. Di questi solamente 10 sono registrati come Moschee, gli altri spaziano tra centri culturali ed associazioni varie. Si apprende dalla grande stampa che la Qatar Charity avrebbe stanziato 25 milioni per costruire 43 Moschee in Italia. Caro fratello musulmano e cara sorella Laura, va benissimo che l’Islam è pace ma l’Arabia Saudita, Egitto, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Yemen, pure questi appartenenti all’Islam che è pace, hanno chiuso i rapporti diplomatici con il Qatar accusandolo di finanziare il terrorismo islamico facendo indirettamente foraggiare organizzazioni vicine ad al Qaeda che di pace non ha neanche il minimo odore. Ecco perché un serio approfondimento sulle Moschee, finanziate dal Qatar sarebbe molto utile, per poter condividere la tranquillità della Boldrini, ovviamente senza velarci e toglierci i calzari. E’ bello vivere senza le paure e non basta dire “io non ho paura”, non è un argomento perché a parità di argomentazioni si può ribattere “molti altri la paura ce l’hanno”.


Proprio in questi giorni si parla di finanza islamica in Italia e già si discute su banche islamiche sul territorio. Attenzione, non si parla di banche appartenenti a una specifica nazione come sarebbe logico, si parla di banca della religione islamica. Fratello musulmano in Italia tu vi stai come se stessi a casa tua e sorella Laura non ha paura. Ognuno di noi si sforza invano di dimenticare gli attentati dell'11 settembre 2001, macabro teatro di quattro attacchi suicidi che troncarono la vita di 2996 persone lasciando gravi ferite in altre e oltre 6.000 persone.
Forse dobbiamo nel frattempo rallegrarci, e questo lo chiediamo a chi “non ha paura” per la  neonata Costituente Islamica in Italia, senza nulla sapere al riguardo? Dobbiamo assimilare il vile attacco a Charlie Hebdò, assorbire a testa bassa gli atti disumani al Bataclan, a Parigi, Nizza, a Bruxelles, a Londra; esorcizzare i ricordi dei crudeli e bestiali attacchi al  festival di Ansbach, Wiirzburg, Monaco di Baviera e Reutlingen? Quella gioventù al festival di Ansbach o di Londra, come la cara Laura, non avevano paura. Quei ragazzi e ragazze, con tante speranze nel loro zaino non portavano esplosivi, caro fratello musulmano, anche loro credevano che tutto l’Islam è pace, stentavano a convincersi che al suo interno ci potevano essere tante mele marce. D’oggi in poi lo zaino a tracollo di un fratello musulmano che sosta innocentemente alla fermata della metropolitana, ci suscita cattivi pensieri. Le periferie, i sobborghi, le stazioni ferroviarie, i giardini e i parchi nazionali stanno gradatamente diventando dar al-islam, cioè “ spazio territoriale e politico soggetto alla legge islamica e abitato dalla umma (comunità). Non è più raro leggere di genitori musulmani rinviati a giudizio perché minacciano la figlia perché “occidentale”. Quanti altri anni si dovrà aspettare per l’integrazione? Allora ci sarà ancora l’italianità?


Caro fratello musulmano, sei fortunato ad avere trovato un‘Europa che simpatizza con te rinnegando le sue radici etiche e culturali. Ti ha spianato il letto, ti ha messo sui suoi comodi bordi, aspettando che il cadavere dell’infedele liberi lo spazio per accomodarti meglio. Intanto, cara sorella Laura continua pure a non avere paura.
 




Post referendum: Laura Boldrini e l'effetto indotto dalla sconfitta di Renzi

 

di Roberto Ragone

Pareva che la presidenta della camera Laura Boldrini, come riportato da alcuni quotidiani, avesse avuto una reazione negativa nei confronti del risultato della consultazione referendaria, dichiarando la propria disapprovazione.. “Sono davvero disgustata dal risultato elettorale, una vera delusione. Il popolo Italiano, sempre più razzista e disfattista, non merita che continuiamo a perdere tempo e risorse per migliorare questo paese. Se questi sono gli Italiani da rappresentare, io me ne vergogno e quindi abbandono la politica per sempre.” Tutto questo è risultato falso, opera di persone dotate di una fantasia poco civile, tese solo a screditare sul web il nome della presidente della Camera.

 

Pur riportate da più giornali, infatti, le frasi della signora Boldrini sono subito apparse non in linea con il personaggio. Infatti, pur mostrando a volte lati molto decisi del suo carattere  e delle sue manifestazioni, Laura Boldrini non ha mai tradito i suoi principi democratici, appassionandosi a tal punto al suo ruolo di garante della democrazia parlamentare, da riprendere, a volte aspramente, i ‘ragazzacci’ del movimento Cinquestelle, sottoposti a volte alla ‘ghigliottina’. È noto altresì l’impegno femminista della presidenta della camera, che sfocia a volte, per troppa passione, in manifestazioni sempre lodevoli sotto il profilo civile, ancorchè poco comprensibili al grosso pubblico. Questo è forse il motivo che ha creato l’equivoco che ha potuto attribuire alla signora Boldrini frasi che ha smentito categoricamente di aver mai pronunciato, per cui è doverosa da parte nostra una precisa smentita. È comprensibile il disappunto di un personaggio di spicco della nostra politica come Laura Boldrini di fronte alla sconfitta di cui è rimasto vittima il presidente del consiglio: dobbiamo tuttavia riportare, per dovere di cronaca, che le sue espressioni hanno riguardato soltanto l’esito altamente democratico della volontà dei cittadini, con toni positivi. La democrazia è senz’altro un bene prezioso per ogni nazione, aggiungiamo noi, e preservarlo da derive non democratiche è un privilegio, come riconosciuto anche dalla signora Laura Boldrini nelle sue interviste successive allo spoglio elettorale.




LAURA BOLDRINI LANCIA CAMPAGNA CESSIONI SOVRANITA’ CON UN "TWEET SHOCK"

di Cinzia Marchegiani

Un sabato italiano qualunque sta svegliando dal torpore gli italiani che come San Tommaso, non credono, se non vedono. Laura Boldrini, il Presidente della Camera del Parlamento italiano con il seguente tweet shock riporta tutti sull’attenti: “Nel processo costruzione #Europa resistenze a cedere quote sovranita’. Ma traguardo va raggiunto o prevarranno disgregazione e populismo."
Immediate le contestazioni forti, soprattutto di chi conosce il valore e il potere della Costituzione Italiana, così l’Avv Marco Mori interviene in merito richiama gli tabella della legge italiana: “Ribadisco per l’ennesima volta che la cessione di sovranità, costituzionalmente vietata ex art. 1 e 11 Cost., comporta la cancellazione della personalità giuridica dello Stato e costituisce un atto ostile contro di esso perseguibile ex art. 243 c.p. Invito dunque i Magistrati a procedere in tal senso.”
E’ da menzionare anche la missiva del 3 novembre 2014 con cui l’Associazione “Caino non tocchi mai più abele” ha posto all’attenzione del Consiglio e della Commissione Europea la questione dell’illegittima cessione della sovranità nazionale più volte sostenuta dallo scrivente e portata avanti con azioni sia civili che penali in collaborazione con “Salviamo gli Italiani“. Gli stessi pubblicano la replica dell’ufficio informazioni con il pubblico del Consiglio Europeo, nella sua semplicità, che ha lasciato di stucco in quanto ha confermato che i Trattati costituiscono “cessioni” di sovranità e che BCE tutela solamente la stabilità finanziaria.

L’associazione "Salviamo li Italiani", spiega in realtà cosa è permesso dalla legge:” La Corte Costituzionale, con sentenza n. 238/2014, ha ribadito la superiorità dei principi fondamentali e dei diritti inviolabili dell’uomo sul diritto internazionale. Tra tali diritti fondamentali sono ovviamente ricompresi gli artt. 1, 5 ed 11 Cost.
In particolare, ai sensi dell’art. 1 Cost., la sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti e nelle forme proprie del modello costituzionale. Questi limiti, fermo il riconoscimento dell’unità della Repubblica e del decentramento amministrativo di cui all’art. 5 Cost. (principio opposto all’accentramento di sovranità verso Bruxelles), sono sanciti nell’art. 11 Costituzione.Detta norma consente esclusivamente, in condizioni di parità con le altre nazioni, alla mere LIMITAZIONI di sovranità volte all’adesione ad ordinamenti sovranazionali che promuovano la pace e la giustizia tra i popoli. Fermo il vincolo di scopo e le condizioni di reciprocità, è in ogni caso chiarissimo che, come indicato nella lettera pubblicata, i Trattati UE costituiscono CESSIONI vietate di sovranità. Infatti l’Italia non si è limitata a contenere il proprio potere d’imperio ma ne ha ceduto l’esercizio a soggetti terzi a titolo definitivo.
Cedere la sovranità, esattamente come avverrebbe in caso di un’occupazione militare, significa necessariamente cancellare la personalità giuridica della nazione e sottoporre la stessa a “vincoli esterni” di carattere permanente che, nello specifico dei Trattati UE, riguardano anche le politiche monetarie ed economiche. Dette politiche sono oggi dirette alla stabilità finanziaria, come dichiarato nella missiva pubblicata, e non già al sostegno dell’economia reale e dell’occupazione.
Per questo “Salviamo gli Italiani” ha promosso un’azione civile la cui prima udienza si celebrerà a gennaio per fare si che la Corte Costituzionale possa finalmente dichiarare fuori legge la ratifica dei Trattati UE le cui regole hanno portato il paese in una violenta recessione dai costi sociali immani. La vittoria è alla nostra portata, sosteneteci iscrivendovi alla nostra associazione! 




AL PRESIDENTE DELLA CAMERA LA COSTITUZIONE ASSEGNA COMPITI PRECISI. CHI LO DICE A LAURA BOLDRINI?

Emanuel Galea

Roma – Quella di presidente della Camera dei Deputati è la carica, terza in importanza, dopo quella del Senato e quella più alta della Repubblica.

Dal 16 marzo 2013 per la XVII Legislatura, questo ruolo viene coperto dalla signora Laura Boldrini. Fino a questa data la signora fu nota solamente alla ristretta cerchia del suo partito di appartenenza e cioè Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola. Pochi avevano sentito parlare di lei prima di allora.

Dal 1989 e per i successivi 14 anni è stata alle Nazioni Unite, portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati. Dicevamo innanzi che in Italia pochi avevano sentito parlare di lei e non è da meravigliarsi perché la cosa è anche reciproca.

La stessa Boldrini, terminato il suo soggiorno impegnativo all'estero, ultimamente  ha dichiarato candidamente "Non pensavo che in Italia ci fossero così tanti poveri" ("Servizio Pubblico" dell'11 aprile 2013 )

Anche lei, poverina, non conosceva il suo paese. Sarà stato per i suoi gravosi impegni, sarà stato per notizie a lei non pervenute, rimane il fatto che gli italiani ignoravano la sua esistenza e lei ignorava lo stato di cose del suo paese e della sua gente.

Chiusa la parentesi, la signora fu proiettata sul terzo scranno più importante delle istituzioni. Digiuna e impreparata? Qualche personaggio aveva fatto il suo nome per il Colle. Ma il pericolo è stato felicemente scampato. 

La Costituzione affida al Presidente il ruolo principale di provvedere al corretto funzionamento della Camera dei deputati. Al presidente spetta garantire l'applicazione del regolamento e provvedere al buon andamento delle strutture amministrative della Camera. Il Presidente rappresenta la Camera ed in aula giudica della ricevibilità dei testi, mantiene l'ordine e dirige la discussione. La Scelta della Commissione permanente cui fare esaminare i progetti di legge presentati alla Camera, spetta parimenti al Presidente (salva opposizione di un capogruppo o di un decimo dei deputati, che rimette all'Aula la decisione).

Qualità indispensabile di un buon presidente è la sua imparzialità nella conduzione ed aggiungo: Il suo apparire anche tale nel seguire i dettami che la Costituzione imporrebbe Subentrando al posto vacante lasciato,a malincuore da Gianfranco Fini, ci si augurava di non dover più assistere ad esternazioni pubbliche esprimendo giudizi su politiche e temi specialmente quando questi sono oggetto di discussione in Aula. 

Ahimè, speranze deluse. La Boldrini, con le sue esternazioni ed attivismo, sta superando Fini, tanto è, che qualcuno augura la fine di questa legislatura solamente per vedere conclusa l'esperienza della Boldrini quale presidente. 

Le sue esternazioni non conoscono limiti. Ultimamente non è riuscita a rimanere imparziale su un tema di attualità e cioè sul finanziamento pubblico ai partiti. Il momento è delicato. In Camera ci sarà la discussione su questo argomento (si spera che il Governo di larghe intese la voglia fare seriamente). 

Il presidente Boldrini anziché essere ed apparire imparziale, che fa? Entra a "gamba tesa" nell'argomento e difende la tesi di Ugo Sposetti, insistendo che la “politica ha i suoi costi”, un ritornello che si ripete come un disco ogni volta che si tocca l'argomento. La Boldrini incorre anche lei nell'equivoco, forse per la troppo fretta di dire la sua, come l'ex tesoriere Pd e confonde “politica” con “partiti”.

Sono le strutture dei partiti, gli apparati burocratici, le organizzazioni elefantiache che costano. La cronaca spesso porta alla luce, poi, come effettivamente vengono utilizzati i fondi da questi “partiti”. Non è la prima volta che leggiamo di investimenti immobiliari, azioni, acquisti di gioielli, festini, viaggi e non solo mentre i “rimborsi”, un remake del famigerato finanziamento pubblico, camuffato, ribattezzato, dovevano essere utilizzati per fare “politica” non “propaganda per il proprio partito”. Dobbiamo ahimè prendere atto che anche il presidente Boldrini condivide il fatto che gli eletti dei partiti hanno scippato un referendum che aboliva “completamente” il finanziamento pubblico e l'attuale finanziamento denominato “rimborsi” è stato introdotto clandestinamente a dispetto della volontà dei cittadini.

In un precedente articolo ho illustrato l'idea di come alla “politica” devono essere riservati spazi gratuiti ove esercitare riunioni, usufruire di facilitazioni tariffarie per telefonate fino a un certo limite, avere facilitazione per la stampa di manifesti preventivamente autorizzati, avere spazi gratuiti per dibattiti su tv ed altro. In poche parole, la politica deve avere servizi gratuiti forniti dallo Stato. Mai però, secondo me, ed al contrario di quello che esterna la Boldrini, ci dovrebbe essere la corresponsione di denaro pubblico ai partiti,salva la contribuzione volontaria da parte di cittadini al proprio partito.

Se alla signora Laura Boldrini piace tanto dibattere su temi politici che stanno a cuore non solamente a lei ma a tanti cittadini, qualcuno dovrebbe spiegarle che il compito del presidente è quello e solo quello dettato dalla Costituzione. In questi momenti particolarmente critici della legislatura poi, saggezza vuole l'astenersi da qualsiasi improvvisazione e ogni forma di protagonismo. 




LE PRESIDENZIALI E IL GRANDE ASSENTE

Emanuel Galea

La Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha convocato il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, giovedì 18 aprile alle ore 10 per l'elezione del Presidente della Repubblica. Prima dell’elezione del presidente della Repubblica c’è da sciogliere il nodo degli onorevoli con doppi incarichi in quanto membri di una giunta regionale. Secondo il regolamento di Montecitorio, il problema dell’incandidabilità dovrebbe essere affrontato dalla giunta per le Elezioni, organo ancora non formato come le commissioni permanenti. La giunta per il regolamento ha però deciso la proroga della giunta provvisoria per le elezioni. Secondo Pino Pisicchio, la giunta avrà funzioni di mero accertamento, rispetto ai deputati incompatibili, che spontaneamente decideranno di dimettersi. La domanda sorge spontanea. Se qualcuno o forse anche più di uno, non dovesse decidere spontaneamente, e rimanendo nell’emiciclo di Montecitorio il giorno dell’avvio delle votazioni, forse rischierebbe di minare il plenum. Quanto saggia può essere la decisione della giunta del regolamento, mentre la Presidente Laura Boldrini già fissa data ed ora per l’inizio delle votazioni? Intanto Flavio Tosi, onor al merito, già si è dimesso da parlamentare. Nichi Vendola che fa? La solita pattuglia Radicale , questa volta pugliesi,  presentano ricorso contro chi ancora non ha scelto a quale delle due cariche rinunciare , o la carica di governatore / Consigliere regionale oppure quella di parlamentare. Roberto Cota dice di volerlo fare, vuol dire lasciare un incarico, ma non ha deciso ancora.  C’è chi ha contato 59 parlamentari con doppi incarichi e fra questi c’è chi arriva a tre e quattro. Il Caso più eclatante è quello di Domenico De Siano, attualmente deputato, consigliere regionale, consigliere provinciale di Napoli e consigliere comunale di Lacco Ameno, Comune sull’isola di Ischia di cui già è stato Sindaco. Nel Consiglio Pugliese siedono 4 del PD e 6 del Pdl che siedono contemporaneamente anche in Parlamento. I candidati già si sono messi in riga, da Prodi a Bonino, da Marini alla Finocchiaro,da Zagrebelsky a Strada e  via cantando. Il Parlamento è stato convocato. Quella che manca è proprio la “giunta per le elezioni” e non si può lasciare una cosa così importante, alla spontanea rinuncia del “doppista”  Sono stati impegnati i miglior cervelli, saggi/acceleratori/pompieri, chiamiamoli come vogliamo.  Come mai che nulla hanno avuto da raccomandare per questo caso specifico?La giunta per il regolamento, pare strano che, anziché regolamentarizzare, rinvia e proroga.  A te pare serio? A me no!
 




CARCERI AL COLLASSO: APPELLO A BOLDRINI E GRASSO

Redazione

Il Garante dei detenuti Angiolo Marroni ha scritto ai neo presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, ringraziandoli per aver voluto riportare “la drammatica situazione del sistema carcerario italiano al centro dell’agenda politica nazionale”. Entrambi i neo eletti presidenti di Camera e Senato nei loro , discorsi di insediamento avevano ricordato la difficile situazione che si vive nelle carceri italiane.  “Nel felicitarmi per la Vostra elezione – ha scritto Marroni – sento il dovere di ringraziarVi per le belle e partecipate parole relative ai detenuti, le cui condizioni di vita, in ragione in primo luogo del sovraffollamento, ma non solo, sono intollerabili per un Paese civile, come più volte ribadito anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nella mia funzione istituzionale di Garante dei detenuti della Regione Lazio, sono ovviamente a Vostra disposizione con
spirito di collaborazione riferito a queste difficili ed annose problematiche”.

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CONTO ALLA ROVESCIA

Chiara Rai

Avevamo preannunciato che Bersani, dopo i vani tentativi di corteggiare Grillo e poi Monti, avrebbe candidato due dei suoi alle due Camere del Parlamento ma non certo Finocchiaro, altrimenti sarebbe stata protagonista indiscussa e testa autonoma e pensante che avrebbe offuscato il leader del Pd.

Dunque  l'ex procuratore Antimafia Pietro Grasso è il nuovo presidente del Senato e Laura Boldrini candidata nelle liste di Sel ed ex portavoce dei rifugiati politici dell’Onu è il nuovo presidente della Camera. Adesso manca il Capo del Governo e può iniziare il conto alla rovescia per le nuove elezioni. Nessuno le vuole ma è l'inevitabile destino. Senato e Camera. Due bei nomi, nulla da eccepire. Sicuramente delle scelte che per la loro caratura, trascorso e credibilità aprono ancora una volta ad una possibile condivisione d’intenti col Movimento Cinque Stelle. La stessa Boldrini, donna di una certa età, paladina della tutela dei diritti dei più deboli, portavoce delle persone “normali” veste a pennello gli abiti del mediatore in questo rovente clima politico.

Queste due nomine possono essere intese come vincenti o al contrario disfattrici. E’ pur vero che i grillini al Senato pare abbiano trasferito qualche voto a Grasso, quando la competizione con Schifani si era fatta più intensa. Il bicchiere mezzo pieno consiste nel fatto che è stata eletta la terza donna, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti, presidente della Camera nella storia Repubblicana e che Grasso è il simbolo dell'anticorruzione e della giustizia. Il bicchiere mezzo vuoto è di quattro commensali a tavola, il pasto è servito soltanto per il primo arrivato. Al momento della sua presa di scranno della Boldrino, gli unici a rimanere seduti sono stati i deputati Pdl e devo dire che non hanno fatto una bella figura. La scelta di Boldrini non solo giustifica quella volontà di rinnovamento chiesta dai militanti ed elettori Pd ma anche quella apertura al dialogo con i grillini: “Stiamo iniziando un viaggio insieme e io con cura e umiltà”. Cura e umiltà due parole che sentiamo spesso negli ultimi tempi.

Ancora una volta si dovrebbero prendere ad esempio le parole di quello splendido uomo di Papa Francesco: “sogno una Chiesa povera e per i poveri”. E noi italiani sogniamo un Parlamento equo che tuteli i diritti degli Italiani e sia esempio di buonsenso. Adesso iniziano a capirlo anche i politici, ma come Francesco si è sbrigato a pagare il conto dei suoi pernottamenti, ci si aspetta che i neo deputati non si sbrodolino di privilegi e inizino a lavorare nell’umiltà e con umiltà. Lo scenario idilliaco appena descritto in realtà ha delle spigolosità pericolosissime: Berlusconi, Monti e Cinque Stelle non permetteranno un Governo a senso unico. Adesso dovrebbe entrare in gioco un termine che l’avidità di potere ha prosciugato del suo significato: Responsabilità. Ma purtroppo il suicidio è stato preannunciato in tutte le salse e questo Governo ha i mesi contati.