Laghi Albano e Bolsena: presentati i dati Legambiente

 

di Marco Staffiero

 

Ancora una volta i dati presentati  da Legambiente durante la Fiera Ecomondo di Rimini mettono in evidenza l’alto grado di inquinamento delle acque dei nostri laghi. Nel Lazio sono stati monitorati il Lago di Bolsena (VT) e il Lago di Albano (Rm), la presenza di microplastiche è stata individuata in tutti i campioni prelevati. Lo studio sulla qualità delle acque è stato effettuato durante l’edizione 2016 di Goletta dei Laghi (il primo importante studio sulla presenza di microplastiche nei laghi italiani), grazie alla  collaborazione tra Legambiente, ENEA, l'Università Ca' Foscari di Venezia e ARPA Umbria.

Le microplastiche sono le particelle di plastica con dimensione minore a 5 millimetri e tra i due laghi laziali il primato di presenza spetta al Lago di Bolsena con 26.829 particelle su chilometro quadrato, nel Lago Albano c’è invece una media di 3.892 particelle su chilometro quadrato, la minore quantità di microplastiche individuate tra tutti i laghi campionati in Italia.“In tutti i campioni prelevati nei laghi del Lazio monitorati è emersa la presenza di microplastiche – commenta Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio – e questo importante studio, primo del genere a livello nazionale, conferma che il problema dei rifiuti dispersi in acqua diventa di dimensioni sempre maggiori, derivate principalmente dalla cattiva gestione dei rifiuti che resta la principale causa del fenomeno. C’è bisogno assolutamente di avviare dinamiche formative, educative e di gestione di un sano e virtuoso ciclo dei rifiuti per mettervi un freno, visto peraltro che è la plastica la quasi totalità di ciò che lo studio ha individuato, pertanto tutto materiale potenzialmente riciclabile”.
 
Insieme alla densità di particelle, sono state fatte anche analisi sulla loro forma e ipotesi sulle fonti: i frammenti costituiscono il 70% di tutte le particelle e sono presenti in tutti i laghi, e nei laghi laziali spicca la presenza dei frammenti a forma di foglio (7,2%) le cui fonti principali si possono individuare nella disgregazione dei rifiuti di maggiori dimensioni. Le microplastiche possono avere origine primaria (pellets da pre-produzione, fibre tessili o microsfere abrasive) o secondaria se derivano dalla disgregazione di rifiuti più grandi da parte degli agenti fisici. Sono sempre più presenti nell'ambiente, disperse negli ecosistemi marini e terrestri ma si tratta di un inquinamento di difficile quantificazione e impossibile da rimuovere totalmente: è per questo che la conoscenza del problema e la prevenzione sono necessarie.
 
Sono stati condotti molti studi sulla presenza e la dispersione delle microplastiche nell'ambiente marino (fin dagli anni '70) ma solo negli ultimi anni sta crescendo la consapevolezza che anche le acque dolci non sono immuni da questo problema. I rischi e pericoli delle microplastiche coinvolgono l’indigestione da parte di pesci ma anche crostacei, molluschi bivalvi (ostriche e cozze) e uccelli. Questo si verifica non solo nel mare ma anche per gli ecosistemi di acqua dolce, compresa avifauna lacustre organismi limnetici e ittiofauna. L’ingestione porta anche ad una sensazione di falsa sazietà, che porta gli organismi a non nutrirsi, o al soffocamento, soprattutto per gli organismi filtratori. Bioaccumulo nella catena trofica fino ai grandi predatori e agli organismi che mangiamo anche noi.  Tossicità a causa dell'adsorbimento e dell'accumulo di sostanze inquinanti presenti nell'ambiente ma anche tossicità a causa dei diversi additivi contenuti già nella plastica. Invasione di specie sessili aliene, inquinanti xeno biotici e virus, che viaggiano con i frammenti.  Nei laghi del Lazio le analisi sono state svolte con il supporto dell’associazione Lago di Bolsena e del Parco Regionale dei Castelli Romani.



LAGO BOLSENA: RITROVAMENTO ALTRO AEREO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Redazione

Bolsena (VT) – Si comunica che il giorno 29 c.m. è stato rinvenuto nelle acque del lago di Bolsena, un aereo della seconda guerra mondiale.

Ancora una volta l’ass. Scuola sub del lago di Bolsena, dopo il successo ottenuto con il progetto: “Search and Recovery Boeing B-17 Flying Fortress crashed into lake Bolsena”, che ha portato al ritrovamento dei resti dell’aereo, al recupero della Torretta giroscopica inferiore e alla realizzazione presso il Museo Territoriale  della nuova ” Sezione Testimonianze e Relitti dal lago di Bolsena”, ha continuato a indagare su altri aerei e relitti dispersi all’interno del  bacino lacuale.

Seguendo i racconti di alcuni testimoni oculari e le informazioni ricevute dai Vigili del Fuoco Sommozzatori, la nostra Associazione è venuta a conoscenza della presunta presenza di un aereo in prossimità dell’isola Martana.

Abbiamo dunque cominciato a scandagliare una zona molto ampia e ancora una volta è risultato vitale per la localizzazione, il supporto dato da un pescatore  professionale  Biagio Puri di Bolsena che con la segnalazione di impigliamento di lenze ed ami atti alla pesca delle anguille, ci ha permesso di circoscrivere l’area di ricerca. Successivamente per mezzo di una telecamera subacquea e di un sistema video di superficie si è provveduto ad una prima ispezione visiva.

Tale prospezione necessitava però un’analisi più approfondita perciò il 29 c.m.  è iniziata una lunga giornata di lavoro in acqua, con il ritrovo presso il porto di Bolsena dove erano presenti come supporto alle nostre ricerche il Sindaco Ing. Paolo Equitani e l’assessore al turismo Andrea di Sorte.

Lo staff  subacqueo e di assistenza  è stato organizzato nei minimi dettagli con la partecipazione dell’Argentariodivers con Simone Nicolini e tre suoi istruttori, Alessandro Rancely subacqueo esperto in immersioni profonde, la Protezione civile di Bolsena, Massimiliano Bellacima vice Presidente della Scuola sub del lago di Bolsena.

Dopo un briefing, raggiunto il  punto di immersione, per essere sicuri abbiamo calato di nuovo la telecamera subacquea e successivamente pedagnato il relitto  da indagare.  L’aereo presumibilmente della seconda guerra mondiale, è adagiato su un fondale limoso a 117,5 metri di profondità. Lo stesso si trova con la parte anteriore conficcata nel sedimento e con la parte posteriore verso l’alto con un elevazione di circa sette metri. La parte superiore risulta fortemente danneggiata probabilmente da un’esplosione. Scendendo in mezzo a grovigli di cavi si intravedono due sedili appaiati, collocando la tipologia di velivolo tipo biposto o caccia.

Nella parte centrale è visibile una cloche con il manico rosso. Le ali completamente intatte , sono arrotondate sugli angoli e presentano degli emblemi ancora da capire e una croce Balcanica bianca con bordi neri. Questo importante particolare fa pensare che si tratti di un aereo di nazionalità tedesca.

L’ispezione visiva da noi eseguita ha fatto rilevare che non sono presenti resti umani e residui bellici.

Questa straordinaria immersione è stata resa possibile grazie alla sinergia del Centro Ricerche della SSB, per il ritrovamento ,del Comune di Bolsena della Protezione Civile ,che ci ha messo a disposizione il suo capiente gommone.

L’Argentariodivers di Simone Nicolini con tre istruttori che hanno svolto il compito di assistenza subacquea e di superficie, ha fornito tutti i gas necessari contenuti in più di venticinque bombole con miscele respiratorie per l’immersione e di emergenza come Trimix ,Nitrox e Ossigeno.

L’Xdive ci ha permesso di illuminare in profondità con la nuova serie di lampade subacquee a led per l’esplorazione e le videoriprese.

La Santi per le robustissime mute stagne i sottomuta e i riscaldatori elettrici. L’immersione è stata molto impegnativa e prevedeva tre subacquei profondisti, tre di assistenza in acqua da 40 mt in su, venti bombole di emergenza collocate su una stazione decompressiva, cinque persone di assistenza di superficie.

Data la notevole profondità, raggiunta sono stati utilizzati dei moderni sistemi di respirazione i Rebreather (sistemi che riciclano il gas espirato ed allungano notevolmente l’autonomia). In profondità sono state utilizzate miscele con alto tenore di elio per tenere lontano la pericolosa narcosi da azoto ed essere operativi a più di cento metri, al buio e con una temperatura dell’acqua di sette gradi.

Sono stati  necessari 197minuti di decompressione prima di uscire dall’acqua, per un tempo di fondo di soli tredici minuti.

Il ritrovamento è stato tempestivamente segnalato alla Stazione dei Carabinieri, ai quali probabilmente verrà chiesta la partecipazione ,per ulteriori ricerche ,del supporto del  nucleo Sommozzatori, parteciperanno anche in un operazione congiunta i Vigili del Fuoco Sommozzatori di  Viterbo

L’intento della nostra associazione, tramite i nostri  storici Vittorio Gradoli  e Mario di Sorte ,è quello di arrivare alla difficile identificazione di questo aereo e non per ultimo capire chi era il suo equipaggio, svolgendo così come è avvenuto per l’aereo Boeing B-17 o Fortezza Volante, un’opera umanitaria per i caduti in guerra durante il secondo conflitto mondiale




VITERBO, CRISI PESCA: LA PROVINCIA INCONTRA I PESCATORI DEL LAGO DI BOLSENA

Redazione

Viterbo – L’assessore alla Provincia di Viterbo con delega alla Caccia e Pesca, Cesare Costa ha incontrato una delegazione dei pescatori di Marta. Sul tavolo c’erano tutte le problematiche relative a un settore che, come molti altri nel Paese, sta attraversando un periodo di crisi. Per i pescatori del lago di Bolsena si è trattato della giusta occasione per presentare alla Provincia le problematiche che stanno attraversando, e per mettere sul tavolo delle possibili soluzioni che, se adottate, potrebbero dare una boccata d’ossigeno al comparto .

In sostanza è stato chiesto a palazzo Gentili di dare la possibilità agli imprenditori ittici di incrementare la pesca, ciò attraverso vari accorgimenti. In primis è stata chiesta la possibilità di aumentare il numero di reti Martavelli a disposizione di ogni pescatore per praticare la pesca al latterino, passando dalle attuali due a tre  o anche quattro unità. Inoltre è stato chiesto di rivedere il regolamento in vigore, cercando di protrarre il periodo di pesca di quindici giorni e di modificare le distanze di competenza sul lago.
 
“Sono tutte richieste che dovranno essere attentamente esaminate – ha detto l’assessore Cesare Costa – e la Provincia è attenta alle problematiche esposte dai pescatori per trovare una soluzione; anche perché vogliamo salvaguardare quella che è diventata ormai una tradizione, soprattutto visto il periodo particolare che sta attraversando l’economia locale. Ci siamo, quindi,  presi l’impegno di verificare da subito la possibilità di realizzazione delle istanze,  quindi gli uffici si metteranno a lavoro per analizzare gli aspetti normativi e capire se c’è la possibilità di accogliere queste richieste. Entro la prima metà di aprile ci incontreremo di nuovo con i pescatori per dare loro delle risposte”.
 




BOLSENA LAGO, LA POLIZIA PROVINCIALE SALVA DUE TURISTI

Redazione

La motovedetta della Polizia provinciale che opera sul lago di Bolsena, ha effettuato con successo un intervento di salvataggio, soccorrendo e riportando a riva due turisti milanesi. I due, un uomo di 44 anni e la sua compagna, a bordo di una canoa gonfiabile, si erano allontanati di circa due km dalla spiaggia di Capodimonte in direzione dell’Isola Bisentina. A causa del forte vento di libeccio che soffiava in quel momento, hanno avuto notevoli difficoltà a tornare a riva, spinti dalla corrente contraria, fatto questo che ha reso indispensabile l’intervento della Polizia provinciale. Con la motovedetta di servizio, gli agenti hanno raggiunto i due turisti che sono stati fatti salire a bordo e ricondotti sulla spiaggia. Non è il primo intervento che dall’inizio dell’estate la Polizia provinciale effettua sul lago di Bolsena, anche nelle scorse settimane si sono verificate circostanze analoghe che hanno obbligato gli agenti ad intervenire per scongiurare situazioni di pericolo.La Provincia di Viterbo ha voluto quest’anno intensificare i controlli con l’obiettivo di garantire un’estate sicura. La Polizia provinciale, oltre a svolgere attività di controllo, di assistenza e soccorso ai bagnanti, a tale proposito, ha provveduto già da tempo a diffondere un opuscolo, invitando tutti gli utenti e i turisti a rispettare alcune norme comportamentali in materia di sicurezza. Fra queste c’è soprattutto l’invito a non allontanarsi con materassini o mezzi gonfiabili quando soffia vento da riva, con il rischio di essere trascinati dalla corrente al largo ed avere serie difficoltà a rientrare. Norme volte a scongiurare comportamenti il più delle volte causati da una scarsa conoscenza delle reali situazioni di pericolo in cui si può incorrere immergendosi in acqua dopo aver mangiato, o come in questo caso, allontanandosi dalla riva in presenza di condizioni atmosferiche sfavorevoli.