NEMI – GENZANO, ABUSIVISMO SUL LAGO: IL MOVIMENTO 5 STELLE DENUNCIA SCARICHI ABUSIVI

dal Movimento Cinque Stelle Genzano di Roma

Nemi / Genzano (RM) – Decenni di lassismo, tolleranza di circostanza e menefreghismo, da parte delle varie amministrazioni comunali che si sono avvicendate al governo dei nostri paesi, hanno permesso che un patrimonio archeologico, naturalistico e paesaggistico venisse costantemente stuprato da gente senza un minimo di senso civico.

Parliamo del Lago di Nemi e delle sue "pentime", come vengono chiamati i bordi interni scoscesi del cratere vulcanico che è caratteristica anche del Lago di Albano, il quale non è da meno in fatto di degrado e abusivismo.

Proprio su queste pentime, che ricadono nel territorio dei comuni di Genzano e di Nemi, si perpetrano da anni abusi edilizi, appropriazioni indebite di terreni, sbancamenti di terreno, sversamenti di rifiuti di ogni genere, compresi materiali altamente pericolosi e scarichi fognari fai-da-te.

Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Genzano e gli amici di Nemi, ma anche diversi cittadini senza nessuna connotazione politica, denunciano inascoltati questi fatti.Abbiamo documentato con ampie rassegne fotografiche gli scempi, le pratiche abusive, le attività illecite, seguite solo in alcuni casi da sequestri, da parte delle autorità competenti, dell'aree incriminate. Ulteriore denuncia è stata fatta alla Polizia Locale, seguita da un sopralluogo sul posto, di scarichi fognari illegali a cielo aperto.

Le Amministrazioni, che dovrebbero tutelare il nostro territorio, non fanno nulla, l'impressione è che per non "scontentare" e "infastidire" alcuni compaesani si tenda a girarsi dall'altra parte, a tapparsi le orecchie e a far finta di non sapere.

Appaiono solo propagandistici i proclami contro questi abusi, di solito in prossimità delle elezioni, che successivamente restano tali: parole al vento.

A seguito di documenti che ci ha fornito un nostro concittadino molto sfiduciato e dopo una precisa ricerca cronologica di informazioni, atti ufficiali, riferimenti legislativi, tabella dei media locali sul tema, abbiamo preparato un dossier che è stato inviato ai nostri portavoce eletti consiglieri in Regione Lazio che hanno ritenuto interessanti e dettagliate le notizie ricevute tanto da procedere con una mozione e una interrogazione a risposta scritta per far valere il "potere sostitutivo" degli organi competenti regionali, che in caso di inerzia o inadempimento da parte degli enti locali, deve poter procedere d'ufficio al ripristino della legalità e alla rimozione degli abusi in tutta la conca del Lago.

Gli inadempimenti sono palesi, nonostante esistano delle notifiche verso alcuni proprietari di manufatti abusivi con ordine di demolizione, le ordinanze comunali non sono state eseguite.

Chiediamo pertanto alle amministrazioni dei Comuni di Genzano e di Nemi un sussulto di dignità e di autorevolezza che porti al ripristino della legalità e del decoro, che preveda una task force di controlli stringenti sul territorio con sopralluoghi congiunti dei VV.UU, Soprintendenza, Guardia Parco, ecc., per prevenire abusi, sversamenti illeciti di rifiuti pericolosi e per rivalutare l'enorme patrimonio comune rappresentato dal Lago e dal territorio circostante. Chiediamo infine, come previsto dalla legge, di rendere pubblico un resoconto dettagliato sulla totalità degli abusi che in questi anni sono stati scoperti. Ringraziamo i nostri portavoce del M5S eletti in Regione Lazio per il loro impegno a difesa del nostro territorio.

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CASTEL GANDOLFO, IL LAGO ALBANO NELLE MANI DELLA REGIONE… CHE SPERA IN UN FINANZIAMENTO EUROPEO

Angelo Parca

Castel Gandolfo (RM) – L‘emergenza delle acque del Lago Albano che continuano a restringersi e le mancate concessioni degli arenili del lungolago Albano di Castel Gandolfo ai gestori degli stabilimenti è stata appena discussa in Regione. 

Il Sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi, insieme al Vicesindaco Giacomo Moianetti e alla responsabile dell'ufficio tecnico comunale Silvia Giannuzzi hanno partecipato ad un importante incontro con Maurizio Venafro, capo di gabinetto del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Luigi Nazzaro, capo segreteria dell'assessore all'Ambiente Fabio Refrigeri, e Paolo Orneli, capo segreteria dell'assessore alle Attività produttive Guido Fabiani.

Sul passaggio della competenza sulle concessioni demaniali ci si è concentrati sul caos avvenuto lo scorso luglio quando in Regione le competenze sono passate dall’assessorato all’Ambiente a quello delle attività Produttive, bloccando, di fatto, l’iter di affidamento temporaneo delle spiagge di “Castello” agli ex gestori che hanno regolato le loro posizioni per poter riavere gli affidamenti tanto sofferti. Dal 2007 infatti, quando la Procura di Velletri ha disposto il sequestro di oltre quindici stabilimenti per opere abusive sul suolo demaniale, è iniziato il calvario per gli ex esercenti e anche il conseguente degrado degli arenili che si sono riempiti d’immondizia facendo registrare anche un calo di visitatori al Lago Albano. Monachesi si dice positiva: “Ho chiesto l’apertura di un tavolo permanente sul lago – ha annunciato – soprattutto per la criticità dell’abbassamento del livello delle acque.

La Regione si è impegnata a riattivare il lavoro immediatamente. Si è parlato del dissesto idrogeologico delle sue sponde e della necessità di manutenzione e di pulizia delle parti boscate e dei sentieri. Si è sollecitata l'istituzone di un Tavolo di Lavoro permanente sul lago, con interlocutori certi, per attuare le misure necessarie, e l'impegno a ricercare le somme necessarie”. Un allarme, quello del restringimento delle acque, ormai afono ma davvero preoccupante:  Legambiente parla di 50 centimetri di abbassamento dal 1980 al 1985, nel decennio successivo una discesa sino a meno 2 metri e infine, tra il 1995 e il 2005, si è raggiunta la soglia negativa di meno quattro metri rispetto al livello originario (le misure sono state prese prendendo come “0 idrometrico” l'incile del lago che si trova a 292 metri s.l.m. e tenendo presente che l'oscillazione media annuale dei laghi è di 10 metri). L’obiettivo della Regione è puntare sui finanziamenti europei, in quanto il Lago Albano è un sito di interesse comunitario. Recuperare un finanziamento in questa direzione permetterebbe di attuare il progetto di recupero delle acque che la stessa direzione ambientale della Regione aveva stilato un paio di anni fa. Di fatto il lago prima era imponente e adesso si restringe sempre di più e finirà con lo scomparire se nessuna delle istituzioni ci metterà mano.




CASTEL GANDOLFO, EMERGENZA LAGO ALBANO: NECESSARIO ISTITUIRE UN TAVOLO PERMANENTE SUL LAGO

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – Lunedì 14 Ottobre il Sindaco Milvia Monachesi, il Vicesindaco Giacomo Moianetti e la responsabile dell'Ufficio tecnico Silvia Giannuzzi hanno partecipato ad un importante incontro con Maurizio Venafro, Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Luigi Nazzaro, capo segreteria dell'Assessore all'Ambiente Fabio Refrigeri, e il Dr Paolo Orneli, capo segreteria dell'Assessore alle Attività produttive Guido Fabiani. Tema dell'incontro il lago e le sue problematiche. In particolare, il passaggio della competenza sulle concessioni demaniali da un assessorato all'altro avvenuto il 2 luglio scorso, sta bloccando il rilascio delle concessioni da ormai tre mesi, interrompendo un grande lavoro di regolamentazione avviato da oltre un anno e giunto quasi al termine. La Regione si è impegnata a riattivare il lavoro immediatamente. Si è parlato del più grande problema del lago, quello dell'abbassamento del livello delle sue acque, del dissesto idrogeologico delle sue sponde e della necessità di manutenzione e di pulizia delle parti boscate e dei sentieri. Si è sollecitata l'istituzone di un Tavolo di Lavoro permanente sul lago, con interlocutori certi, per attuare le misure necessarie, e l'impegno a ricercare le somme necessarie. 




CASTELLI ROMANI, PARCO: RITROVATO ORDIGNO BELLICO

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Redazione

Castelli Romani (RM) – I Guardiaparco del Parco dei Castelli Romani hanno rinvenuto un ordigno di grandi dimensioni, prelevato stamattina dagli Artificieri dell’Esercito.

Circa 120 kg di peso, 90 cm di lunghezza ed un potenziale distruttivo rilevante: sono queste le caratteristiche del residuato della Seconda guerra mondiale, rinvenuto nelle zone boscate tra Velletri e Rocca di Papa.

Il ritrovamento di residuati bellici è una costante nelle nostre zone, teatro della linea del fronte, e capita spesso di imbattersi in questi esemplari che, va sottolineato, contengono decine di chili di esplosivo.

E’ bene ricordare che si tratta di materiale pericoloso e chiunque abbia la ventura di trovare materiali bellici è tenuto ad avvertire con immediatezza le Forze dell’ordine. Il residuato bellico, insieme ad altri che si stanno recuperando al lago Albano, verrà fatti brillare in sicurezza dagli Artificieri.




VITERBO LAGO DI VICO, LA PROCURA INTERVIENE LADDOVE L'INERZIA REGNA. SEMBRA IL TRAILER DEL LAGO ALBANO

Chiara Rai

Puntando i riflettori sul lago di Vico (Viterbo), mi sembra quasi di vedere un possibile infausto epilogo che potrebbe scatenarsi sul lago Albano (Castel Gandolfo). Sono anni e anni che si parla di inquinamento e adesso la Magistratura marca stretto tutti, amministratori compresi. Stiamo devastando, distruggendo i nostri laghi che sono ad un passo dal decesso cronico. Si strumentalizzano politicamente le poche proposte valide, parlo di progetti redatti da esperti, che potrebbero salvare in calcio d'angolo la situazione. Si preferisce adagiare qualche fiore sul bacino lacustre e parlare sulle cronache di "funerale" annunciato. Anziché pensare ad altri business, gli amministratori dovrebbero assimilare come priorità la salvaguardia della salute dei cittadini che li hanno messi in poltrona, cercando, con le unghie tirate fuori in campagna elettorale, di tutelare il nostro patrimonio naturalistico. Questo dovrebbero fare gli amministratori prima di tutto, prima dei cittadini stessi, prima degli ambientalisti e soprattutto prima dei giornalisti. L’acqua del lago di Vico non è potabile e a confermarlo sono, tra gli altri, dalle università di Roma e di Viterbo, che asseriscono la contaminazione del bacino mediante prodotti chimici provenienti da attività agricole sulle sue sponde. Ciò ha portato alla proliferazione dell’alga rossa (problema che attanaglia anche il Lago Albano ai Castelli Romani). I 300 mila euro spesi in potabilizzatori dalla giunta Pdl guidata dall’ex primo cittadino di Caprarola Alessandro Cuzzoli non sono serviti ad arrestare il fenomeno dell’alga rossa e tantomeno la concentrazione di arsenico nell’acqua che oscilla intorno ai 12 microgrammi per litro (supera cioè i limiti consentiti dalla legge).
Adesso l’ex sindaco di Caprarola e consigliere provinciale Pdl Alessandro Cuzzoli e Massimo Sangiorgi primo cittadino di Ronciglione, sono iscritti sul registro degli indagati della Procura di Viterbo nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento del lago di Vico. L’ipotesi di reato nei confronti di questi signori è “disastro colposo, omissione di atti d’ufficio, distribuzione al consumo di acque contaminate”.  L’accusa del Pubblico Ministero Franco Pacifici, titolare del fascicolo, nei confronti dei due amministratori, il primo in carica fino al 2011 e il secondo fino al maggio scorso, è l’omissione di azioni e provvedimenti atti a ridurre il tasso di arsenico ma anche la proliferazione dell’alga rossa nel lago di Vico, dal quale (fatto grave) i due comuni traggono l’approvvigionamento idrico.

L’indagine della procura è iniziata circa un anno fa, a seguito di varie denunce presentate da diverse associazioni dei consumatori, dal Tribunale per i diritti del malato e da alcuni privati.

Secondo la Procura, inoltre, i due sindaci non avrebbero vigilato sulla quantità  di concimi usati dagli agricoltori nei vasti noccioleti che circondano il lago, ritenuti la principale causa della proliferazione dell’alga rossa, tossica per la salute.  Cosa si è fatto sostanzialmente? Si è eliminata radicalmente l’erba sotto le piante, rendendo i noccioleti distese di polvere irrorate di veleni.

Intanto il Pubblico Ministero Pacifici ha chiesto un incidente probatorio. Se il Gip accoglierà la richiesta, ci saranno dei periti incaricati di fare il punto sullo stato dell’inquinamento, accertarne le cause e indicare i provvedimenti che avrebbero dovuto essere adottati per prevenire lo stato di fatto.

Un’interrogazione alla Commissione Ue sulle problematiche ambientali del lago di Vico nel Lazio é stata presentata dal capodelegazione Idv al Parlamento europeo, Niccoló Rinaldi.

Inoltre, l’Associazione italiana medici per l'ambiente-Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) di Viterbo il primo agosto 2012 ha presentato al ministro della Salute e dell’Ambiente una nuova segnalazione – esposto , che segue a quella del 30 marzo 2010, in merito  al degrado ed inquinamento del lago di Vico e ai possibili rischi sanitari per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione. Nella segnalazione – esposto sono state richieste anche dettagliate  informazioni relative agli interventi finora realizzati.

Ecco il testo:
L’Associazione italiana medici per l’ambiente- Isde  (International Society of Doctors for the Environment – Italia) chiede di conoscere nel dettaglio gli interventi finora realizzati a tutela della salute delle persone e per la bonifica e la salvaguardia del lago di Vico come già richiesto nell’esposto – segnalazione del  30 Marzo 2010  (in allegato) al Ministro dell’Ambiente e al Ministro della Salute.
Il lago di Vico, come  noto,  è  un lago  vulcanico di grande bellezza e di importanza europea per il suo  particolarissimo ecosistema tanto che, già nel lontano 1982,veniva istituita la Riserva naturale regionale del lago di Vico (legge regionale del 28 settembre 1982 n. 47 e successiva legge regionale del 24 dicembre 2008 n. 24) che tra i vari compiti, avrebbe dovuto anche “ preservare l'equilibrio biologico del lago e l'effettiva potabilità delle sue acque”.
Come invece già  rappresentato nell’esposto – segnalazione  del 30 marzo 2010, il lago continua ad essere affetto da un gravissimo processo di eutrofizzazione con marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque; sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre; persistenti ed elevati  valori di arsenico nelle sue acque –  altro elemento tossico e cancerogeno di classe 1 secondo la classificazione Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro).
Le massicce fioriture  del  cianobatterio Plankthotrix rubescens, che nel corso degli ultimi anni si sono fatte sempre più frequenti ed intense, sono state favorite verosimilmente dall’uso ultradecennale di fertilizzanti e fitofarmaci nelle vaste aree coltivate a noccioleti in prossimità del lago, da scarichi fognari abusivi o non a norma, e da possibili attività illecite condotte all’interno della Riserva naturale.
Nel 2010 sono stati presentati dati allarmanti che hanno evidenziato la presenza di altre sostanze tossiche e cancerogene, di norma estranee alle acque del lago ( mercurio, idrocarburi policiclici aromatici – IPA), e nei suoi sedimenti sono state riscontrate alte concentrazioni di Arsenico, Cadmio e  Nichel ,sulla cui presenza e provenienza l’Isde di Viterbo ha più volte chiesto l’avvio di specifiche indagini.
Altro possibile elemento concausale, inquietante ed aggravante, è quello rappresentato dalla possibile azione  di inquinamento dovuta agli agenti contaminanti individuati nel sottosuolo del dismesso Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione, ubicato anch’esso in prossimità delle sponde del lago e in attesa di  una futura bonifica.
In questo contesto di costante e perdurante aggravamento del degrado e dell’ inquinamento dell’ecosistema lacustre vicano risulta di tutta evidenza e di fondamentale importanza la conoscenza della classificazione attuale delle acque del lago che  già nel  2004 erano definite di classe A2.
Il D. Lgs. 152/06  infatti individua tra le acque superficiali a specifica destinazione funzionale, le “acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile” e stabilisce che le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in base alle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche possedute, siano classificate dalle Regioni, nelle categorie A1, A2, A3 e sottoposte a specifici e particolari trattamenti prima della loro distribuzione ad uso potabile alle popolazioni.
Questo stesso Decreto legislativo impone che le acque dolci superficiali che presentano caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche qualitativamente inferiori ai valori limite imperativi della categoria A3 possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo nel caso in  cui non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano.
Studi e dati non controvertibili della Asl di Viterbo, dell’Arpa – Lazio, dell’Università della Tuscia, dell’Università di Roma “ La Sapienza”  e dell’Istituto Superiore di Sanità, fanno presumere realisticamente, in assenza di una risposta ufficiale dalla Regione Lazio, più volte sollecitata anche con interrogazioni parlamentari e regionali e dalla Prefettura di Viterbo, che l’attuale classificazione delle acque sia A3 o addirittura inferiore, il che dovrebbe imporre l’obbligo immediato di abbandonare la captazione delle acque del lago di Vico anche alla luce della persistente e comprovata inadeguatezza dei sistemi di potabilizzazione attualmente in uso.
In particolare gli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono riforniti  in misura preponderante da acque captate dal lago di Vico, e da anni si susseguono ordinanze di non potabilità che attestano il possibile rischio per la salute dei cittadini che possono essere esposti, e ormai da lungo periodo, alle sostanze tossiche e cancerogene presenti in esse ovvero: attraverso il loro uso per bevande, preparazioni alimentari, per fini igienico-sanitari e con il consumo di fauna ittica proveniente dal lago.
Numerose interrogazioni da parte di deputati, senatori, europarlamentari e consiglieri regionali , le ultime nel mese di luglio 2012,  hanno  condiviso e sostenuto la richiesta di interventi e le soluzioni proposte dalla nostra Associazione.
Anche il Commissario all'Ambiente dell'Unione Europea è  costantemente  informato di questa situazione ed è intervenuto richiamando al rispetto degli obblighi di legge in materia ambientale e sanitaria e delle norme comunitarie.
L’Isde di Viterbo, per responsabilità etica e scientifica, ribadisce ancora una volta ai ministri  in indirizzo, come da ormai cinque anni, le proprie proposte per una corretta gestione e soluzione di questa vicenda che abbia il risanamento del  lago di Vico e la salubrità delle sue acque ad uso potabile, come due obiettivi possibili, di eguale ed indissolubile importanza ed urgenza.
In sintesi:
–          abbandono immediato della captazione di acqua dal lago di Vico e contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per i cittadini, le scuole, gli esercizi pubblici e le industrie alimentari di Caprarola e Ronciglione;
–          costante monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre;
–          biomonitoraggio per sostanze inquinanti della flora, fauna lacustre  e delle aree circostanti;
–           installazione di impianti pilota per lo studio di una potabilizzazione extralacustre veramente efficace delle acque in relazione alle loro criticità;
–          ricerca  immediata di fonti idriche definitive e  alternative a quelle lacustri (costruzione di pozzi da dotare di dearsenificatori);
–          informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione;
–          inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini;
–          drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con graduale riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole;
–          controllo e verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago;
–          rapido avvio della bonifica del deposito militare Nbc di Ronciglione;
–          intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno della Riserva (in considerazione anche di un recente rogo che ha provocato la distruzione di oltre 60 ettari di bosco  e  la cui natura appare di possibile origine dolosa, come riportato dalla stampa locale).

In attesa di un cortese ed urgente riscontro alle questioni in oggetto, si inviano distinti saluti,

dottoressa Antonella Litta
referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde
 (International Society of Doctors for the Environment – Italia)

ALTRI tabella:

28/08/2012 CASTEL GANDOLFO, IL LAGO ALBANO HA I GIORNI CONTATI. TOC TOC… REGIONE? MA I SOLDI LI HAI DATI?
02/08/2012 CASTEL GANDOLFO LAGO ALBANO, LA STANGATA DI LEGAMBIENTE: INQUINATI DUE PUNTI SU TRE


 




CASTEL GANDOLFO, IL LAGO ALBANO HA I GIORNI CONTATI. TOC TOC… REGIONE? MA I SOLDI LI HAI DATI?

Chiara Rai

Riaperta dopo cinque giorni dalla frana la cosiddetta via Panoramica di Castel Gandolfo (Castelli Romani), strada provinciale Lago Olimpico cautelativamente chiusa a causa di alcuni massi caduti dal costone circostante, provocata dal grosso incendio di origine dolosa, divampato mercoledì scorso. Il rovo ha difatti impegnato sul posto un elicottero regionale e un Canadair del Coau. A terra ben cinque autobotti della Protezione Civile della Regione Lazio e sette squadre di volontari, Vigili del Fuoco, uomini della Forestale e due squadre di Guardiaparco. Nelle ultime ore dunque, dopo la verifica di stabilità del costone operata dalla Provincia, la strategica strada che collega la via dei Laghi con il lungolago castellano e di conseguenza con il centro di Castel Gandolfo è nuovamente fruibile. A darne notizia è il vicesindaco Giacomo Moianetti il quale conferma che la via Panoramica è stata aperta al traffico già ieri mattina. Si tratta però, di una situazione pressoché tamponata perché di fatto l’intera messa in sicurezza di tutti i costoni del lago Albano, ricadenti nel Comune gandolfino, non è ancora avvenuta e il sindaco Milvia Monachesi si dice molto preoccupata: “Doveva arrivare dalla Regione almeno il 10 per cento dei circa 5 milioni di euro che servono per iniziare i lavori – dice il primo cittadino Monachesi – invece è ancora tutto fermo e il lago versa in una situazione preoccupante”. Meglio dire una situazione allarmante, perché come spiega il sindaco, oltre al problema dei costoni c’è anche il livello del lago che si abbassa ogni anno sempre di più: iniziando da 50 centimetri di abbassamento dal 1980 al 1985, nel decennio successivo una discesa sino a meno 2 metri e infine, tra il 1995 e il 2005, si è raggiunta la soglia negativa di meno quattro metri rispetto al livello originario. A raccogliere queste cifre è Legambiente Lazio in una nota del 2010 dove viene evidenziato, oltre alla necessità di ripristino della sicurezza e del decoro,  anche il fatto che i 4 metri di abbassamento delle acque corrispondono a circa 21 milioni di metri cubi di acqua in meno; questo significa che occorerebbe oltre un decennio per riportare il livello alla normalità, ben inteso che il ripristino si attesterebbe a 5 mila metri cubi di acqua al giorno. La causa principale dell’abbassamento sarebbe dovuto ai continui emungimenti: nell'area sono circa trentamila le utenze idriche autorizzate, mentre si stima che quelle abusive siano almeno altrettante. Nei mesi scorsi è stato messo in rilievo un progetto redatto dell’ingegner Luigi Caporicci e dell’Architetto Elisabetta Cicerchia che potrebbe risolvere il problema del livello facendo portare l’acqua al lago dal mare tramite gli emissari preesistenti.

tabella PRECEDENTI:

12/07/2012 LAGO ALBANO, MARCO MATTEI E' INTERVENUTO… SUBITO CON 5O MILA EURO
04/07/2012 CASTEL GANDOLFO, IL SANTO PADRE SI AFFACCIA SUL DEGRADO… REGIONE TOC TOC… SERVE UNA BONIFICA… SUBITO!



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