L'Italia scende in campo contro l'Isis, Pinotti: "Pronti a fornire basi agli Usa"

Redazione

l'italia è pronta a fare la sua parte nella lotta all'Isis che sta conducendo la Libia grazie al grosso aiuto degli Usa che hanno iniziato i raid aerei su Sirte. "Il Governo italiano è pronto a valutare positivamente un'eventuale richiesta di uso delle basi e dello spazio aereo se fosse funzionale a una piu' rapida e efficace conclusione dell'operazione in corso" da parte degli Usa in Libia contro l'Isis. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, durante il question time alla Camera.

"Il Governo ritiene che il successo della lotta tesa alla eliminazione delle centrali terroristiche dell'ISIS in Libia sia di fondamentale importanza per la sicurezza non solo di quel Paese, ma anche dell'Europa e dell'Italia", ha affermato Pinotti. "Aggiungo che l'Italia è fin dall'inizio convintamente parte della lotta anti-Isis e con altrettanta determinazione – ha proseguito – sostiene come fondamentale il coinvolgimento diretto e attivo delle popolazioni e dei Governi locali nella lotta al terrorismo cui dare, su specifica richiesta, il necessario supporto. Tale richiesta di supporto emerge chiaramente dalle parole del Presidente Serraj che nell' affermare l'adesione della Libia alla Coalizione anti-Isis dichiara che 'tutte le Nazioni non devono lasciare i giovani libici combattere da soli questo nemico e al posto loro', reiterando inoltre il suo 'apprezzamento e considerazione per tutte le Nazioni che daranno supporto alla Libia in questa impresa'. Per tali ragioni, il Governo – ha sottolineato il ministro – mantiene aperta una linea di dialogo diretta e assidua sia con la controparte libica sia con gli alleati americani, per verificare lo sviluppo dell'operazione e le eventuali esigenze di supporto indiretto. In tale ottica, il Governo è pronto a considerare positivamente un eventuale utilizzo delle basi e degli spazi aerei nazionali a supporto dell'operazione, dovesse tale evenienza essere ritenuta funzionale ad una più efficace e rapida conclusione dell'azione in corso". "L'attività condotta dalle forze statunitensi – ha concluso il ministro – si sviluppa in piena coerenza con la Risoluzione delle Nazioni Unite n 2259 del 2015 e in esito a una specifica richiesta di supporto formulata dal legittimo Governo Libico per il contrasto all'Isis nell'area di Sirte. Come è noto, le Forze locali libiche – in particolare quelle che hanno riconosciuto il Governo di al-Sarraj – stanno combattendo una dura battaglia per contrastare l'Isis proprio nella regione di Sirte. È, tuttavia, un contrasto portato avanti fra grandi difficoltà e a caro prezzo, per i militari governativi e la popolazione civile, in particolare per la mancanza di capacità per l'identificazione dei bersagli militari e per il loro ingaggio di precisione".




L'ITALIA UMANA E IMPRENDITORIALE COLPITA A DACCA, UN ABOMINIO SENZA FINE

di Paolino Canzoneri

Eppure questa volta sembra diverso. L'ennesima strage per mano delle solite cellule isolate jihidaiste dell'isis ancora una volta scopre un mondo impreparato a poche ore dall'assalto all'aeroporto di Istanbul, nel Bangla Desh precisamente nella città di Dacca all'Hotel Artisan Bakey in un quartiere prevalentemente diplomatico e ritenuto sicuro; un nuovo assalto ha mietuto 29 vittime fra cui 10 italiani, dicasi dieci perchè una vittima era incinta, colti di sopresa mentre stavano cenando tranquillamente. Si sente nell'aria un forte disagio, una sensazione d'essere colpiti in prima persona senza nessuno scrupolo; sono stati trucidati civili che rappresentavano l'ingegno imprenditoriale italiano per ragioni cosi lontane dalle nostre comprensioni anche religiose vissute da noi in un modo totalmente diverso. La matassa appare troppo ingarbugliata, lo si percepisce anche dai visi incupiti e sguardi persi di una Italia che si sveglia fragile e vulnerabile costretta suo malgrado a sforzarsi per l'ennesima volta a inghiottire l'ennesimo boccone amaro nella disperata necessità umana di andare avanti. Le certezze sono poche e questi gruppi organizzati di musulmani jihdaisti colpiscono in modo sparso e improvviso contro gli stati "infedeli" fra cui Francia e Regno Unito che con intensi borbandamenti nelle loro postazioni strategiche in alcune zone della Siria, sembra che ne stiano provocando una evidente arretramento del Califfato nella sua corsa all'espansione territoriale. I punti di forza di queste scellerate e medievali forze omicide trovano vantaggi impressionanti dalla scarsa cooperazione delle varie intelligence dei paesi europei e non solo, la mancanza di seria cooperazione scambio e condivisione di informazioni vitali riducono l'efficenza dei risultati nonostante molti focolai e molti giovani pronti all'azione sono scoperti e tratti in arresto prima di compiere le loro azioni di sangue. Eppure pochi mesi fa una notizia eclatante aveva fatto il giro del mondo poichè giornali e televisioni parlavano dell'incredibile ritrovamento di un database con centinaia e centinaia di nomi di iscritti all'organizzazione, luoghi di addestramento jihdaista e caratteristiche varie con indirizzi di ogni tipo; notizia che lasciava sperare in una palese inversione di tendenza con arresti che invece non si sono decuplicati come ci si poteva e doveva aspettare. La notizia, sparita dai giornali e dai telegiornali, sembra essersi rivelata una notizia falsa, poichè nessuna conferma è emersa. Ulteriore aggravante l'assoluta mancanza di una gerarchia nella religione musulmana, l'assenza di un esponente autoritario che rappresenti come per il Santo Padre nella religione cattolica, una voce assoluta che prenda le distanze da atti cosi terribili con scomuniche plateali cosi come risulta intollerabile la mancanza di piazze traboccanti di fedeli islamici contrari alle interpretazioni sanguinarie jihdaiste che dovrebbero mostrare e manifestare fortemente il loro dissenso e sdegno per il fraintendimento dei fondamenti della loro religione e che proprio per questa inaccettabile silente omertà dai contorni sempre più simili ad un pericolosa e vergognosa complicità che non farà altro che fomentare ancora di più l'indifferenza e diffidenza verso altre culture orientali. Le ragioni storiche del loro odio verso l'occidente reo di aver sterminato centinaia e centinaia di musulmani durante le crociate dall'anno 1000 per quasi trecento anni finalizzate più nel saccheggiamento che nella reale indottrinamento religioso non può rappresentare una ragione valida per un tracotante odio tramandato per tutti i secoli fino ad oggi. A perderci sarà sempre l'essere umano cosi debole nelle fragilità della propria mente facilmente manipolabile, capace di soprendente genialità nelle scoperte scentifiche ma anche ingegnoso e infame in trame diaboliche d'assoluto abominio. Ad Adele, Marco, Claudia, Nadia, Vincenzo, Maria, Christian, Claudio, Simona e la sua creatura in grembo, ognuno da una regione diversa d'Italia cosi come a tutte le vittime fino ad oggi resta per noi un debito nei loro confronti, un dovere assoluto di riuscire a concretizzare soluzioni efficaci lontane da frasi di rito impregnate di retorica arrogante e presuntuosa. Serve una decisa e fitta collaborazione fra le forze di intelligence degli stati, lo scambio e la condivisione di informazioni e la riduzione sempre più aspra di rapporti commerciali nonchè l'azzeramento di qualsiasi fornitura di armi potrà decretare un arresto importante del fenomeno senza che l'aggressione militare resti la classica affrettata risposta guidata più dalla rabbia che da una coscente e razionale soluzione ad un dramma apparentemente senza fine.




ITALIA-SPAGNA: ECCO I DETTAGLI SULLA PARTITA

di Angelo Barraco

Roma – Tutto pronto per il quarto match degli Europei di calcio 2016, che vedrà l’Italia del ct Antonio Conte giocare contro la Spagna alle ore 18.00. Una sfida importante per gli azzurri poiché decreterà, in caso di vittoria, il loro ingresso agli ottavi di finale. Conte si è pronunciato così in merito al match che giocheranno con la Spagna “Se vogliamo vincere con la Spagna e compiere una vera e propria impresa, dobbiamo andare al di la' del prevedibile e pensabile, fare cose straordinarie”. E aggiunge “I miei giocatori sono capaci di fare questo, e anche altro”. La vittoria è attesa dagli azzurri, è voluta e questo Conte lo sottolinea con fermezza sottolineando il concetto di squadra “La gara la dobbiamo vincere tutti insieme nella fase offensiva, , è quando abbiamo palla che dobbiamo fare male alla Spagna. Stiano attenti, gli iberici: in fase possesso possiamo devastare chiunque. Sento parlare di Morata, Nolito, del loro attacco: ma pensiamo anche alla nostra fase offensiva. Abbiamo un'organizzazione difensiva, ma anche offensiva. La Spagna stia attenta a noi. Anche perché  io non voglio tornare a casa. E lo stesso vale per tutti gli azzurri: l'Italia qui non è vittima sacrificale. E' una sfida impari, ma il bello della vita e' lavorare per sovvertire questo tipo di pronostici”. La sfida contro la Spagna è molto temuta poiché non viene battuta dall’Italia dal 1994. La formazione che il Ct schiererà in campo  seguirà quasi sicuramente il classico schema 3-5-2. Conte ha sottolineato “E' la finale di quattro anni fa e per una delle due squadre non ci sarà un domani all'europeo. Non dovremo avere recriminazioni, dovremo avere dato tutto: se poi l'avversario si dimostra più forte saremo i primi ad applaudire”. L’Italia agli Europeri ha collezionato ottimi risultati. Il primo match contro il Belgio, svoltosi in data 13 giugno, è finito 2-0 per gli azzurri. La svolta è avvenuta quanto Giaccherini ha preso al balzo uno splendido lancio di Bonucci al 32’.Vi sono state ottime occasioni sprecate come quella di Pellè con un colpo di testa a seguito di un assist di Parolo, la palla ha sfiorato il palo. Anche il Belgio ha condotto una buona partita, Lukaku ha sbagliato un gol, ma al 47’ Pellè rincuora gli italiani con un secondo gol.  La seconda partita degli azzurri si è svolta il 17 giugno: Italia-Svezia  ed è finita 1-0 per l’Italia. La Svezia di Ibrahmovic è stata sconfitta con un clamoroso gol di Eder al 43’, ma vi è stata anche un’occasione persa come il colpo di testa di Parolo. In merito alla partita contro la Svezia, Eder ha riferito “Abbiamo meritato questa vittoria. Sono felice per tutti il gruppo, il merito è di tutti”. Il 22 giugno si è giocata invece la partita contro l’Irlanda, questa volta la partita è stata vinta dall’Irlanda 1-0 con gol di Brady. 



EMERGENZA MIGRANTI, FRONTEX: "PIÙ ARRIVI IN ITALIA CHE IN GRECIA"

Redazione

Il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato lo scorso aprile, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia. Lo ha reso noto Frontex. Gli arrivi in Grecia sono stati, secondo l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, circa 2700 (il 90% in meno rispetto al mese precedente) mentre quelli registrati nel Mediterraneo centrale sono stati 8370.

L'inversione di tendenza tra Grecia e Italia, precisa Frontex, si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa. La maggior parte dei migranti giunti in Italia sono di nazionalità eritrea, egiziana e nigeriana e – secondo quanto si legge nella nota di Frontex – "non ci sono segnali di un significato spostamento di migranti dalla rotta del Mediterraneo orientale", cioè quella passante per la Grecia. "C'è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche", ha commentato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri. Gli arrivi di aprile "sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull'isola di Lesbo durante i mesi di picco dell'ultimo anno". Secondo Frontex, a determinare questo calo sono stati diversi fattori, in primo luogo l'accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia. Ciò detto, i siriani continuano a essere la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia seguiti da pachistani, afghani e iracheni.

Mattarella, in Ue toni talvolta sconsiderati – "Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al contingente italiano della missione Unifil in Libano.

Mille migranti in arrivo in Sicilia e Calabria – Circa mille migranti sono in arrivo in Sicilia e Calabria. Nel porto commerciale di Augusta sta attraccando nave Peluso con a bordo 342 extracomunitari. A Catania è in arrivo nave Merikarhu con a bordo 250 migranti. Nave Rio Segura con 173 persone a bordo è in navigazione verso Palermo, dove l'arrivo è previsto alle 16. Nave Acquarius con 233 migranti a bordo è in navigazione verso Crotone, dove l'arrivo è previsto alle 14.

Brennero: Schaeuble, mostrare solidarietà a Italia – "I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all'Italia". Lo ha detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un'intervista all'Handelsblatt a proposito della crisi dei migranti. "L'Austria dovrebbe sostenere l'Italia, invece di stabilire al Brennero – una delle frontiere più intrise di significato emotivo d'Europa – nuovi controlli". 




TENSIONI ITALIA-EGITTO SU CASO REGENI, GENTILONI: "PRESTO NUOVE MISURE"

di Angelo Barraco
 
Roma – E’ rientrato in Italia Maurizio Massari, l’ambasciatore italiano, che è stato richiamato dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per consultazioni in merito alla morte di Giulio Regeni e alle indagini. Giunto in Italia non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Paolo Gentiloni, in merito al richiamo per le consultazioni di Massari in seguito alle indagini che hanno portato al nulla di fatto ha detto “Non c'è da parte nostra una rinuncia a chiedere che venga assicurata la verità, come è doveroso che sia. C'è la decisione, visto che il livello di collaborazione si è rivelato insufficiente, di prendere delle misure che diano questo segnale di insoddisfazione in modo proporzionato e senza scatenare guerre mondiali. Nei prossimi giorni valuteremo le misure da prendere”. Dal fronte egiziano arrivano invece dei segnali diretti contro l’Italia. Nel corso di una trasmissione televisiva in una tv privata, il portavoce del ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abou Zeid è intervenuto telefonicamente, asserendo che in Italia “alcuni dossier, come il caso Regeni, vengono sfruttati per questioni interne”. Ha aggiunto inoltre che “Le indagini investigative nel mondo si fanno molto spesso basandosi sui tabulati, sulle intercettazioni. Se non ci fosse il traffico di celle telefoniche, buona parte delle indagini che si fanno anche nei Paesi più attaccati alla privacy non si farebbero. Io rispetto gli argomenti dei governi con cui abbiamo a che fare però bisogna giudicare con buon senso, e il buon senso dice che nelle indagini si usano questi strumenti. Dalle Alpi alle Piramidi”. Gentiloni ha fatto inoltre sapere che il richiamo dell’ambasciatore Massari è stato soltanto il primo passo e nei prossimi giorni saranno prese nuove misure. Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry si è detto irritato “per l'orientamento politico che l'Italia comincia a prendere nel trattare il dossier”. Per Il Cairo, la convocazione di Massari si contrasta con la collaborazione auspicata. Gentiloni dal canto suo precisa “Ricordo sempre gli aggettivi che ho usato in Parlamento e cioè che adotteremo misure immediate e proporzionali. Questo ci siamo impegnati a fare e questo faremo”. 
 
Tale rientro è dovuto al Vertice tra Italia ed Egitto che si è tenuto pochi giorni fa sul caso Regeni. Il vertice durato due giorni è da ritenersi un totale fallimento, poiché le risposte che l’Italia e la famiglia Regeni aspettavano da tanto tempo non sono arrivate. Ciò che è pervenuto all’Italia in merito alla terribile morte del ricercatore è un dossier di circa trenta pagine, ma tali documenti erano stati consegnati un mese fa. All’interno delle 30 pagine non vi era una spiegazione plausibile in merito al ritrovamento dei documenti. Matteo Renzi e Gentiloni, a seguito del’incontro, chiedono verità in merito alla vicenda Regeni e il Premier sottolinea su Twitter “Dopo esito incontri magistrati a Roma, Italia ha deciso formalmente di richiamare per consultazioni l'ambasciatore #veritàpergiulioregeni”. I genitori di Giulio hanno riferito “siamo certi che le nostre istituzioni e tutti coloro che stanno combattendo al nostro fianco questa battaglia di giustizia, non si fermeranno”. Il Procuratore Giuseppe Pignatore ha elencato in una nota le richieste che non hanno trovato risposta, ma con tale nota non ha chiuso la porta. Nella nota si parla della “Collaborazione” mediante “scambio di atti d’indagine” e la “determinazione” dei paesi “nell'individuare e assicurare alla giustizia i responsabili di quanto accaduto, chiunque essi siano”. La vicenda prosegue con il tiro alla fune, da un lato l’Italia che chiede i documenti sulla vicenda e dall’altro lato l’Egitto che prende tempo. Tornando ai documenti e alla riunione Italia-Egitto, gli italiani avevano portato una mezza dozzina di traduttori in modo tale da accelerare i tempi e mettersi prontamente a lavoro sui documenti in arabo. Ma il dossier non era corposo e voluminoso come si prospettava e come si vociferava. Una fonte racconta “Altro che duemila pagine Non c'è stato neanche bisogno di utilizzare tutti i traduttori poiché abbiamo avuto a disposizione pochissime carte, molte delle quali, tra l'altro, già le conoscevamo”. La Procura di Roma ha spiegato che “Sono stati consegnati i tabulati telefonici delle utenze egiziane in uso a due amici italiani di Giulio Regeni presenti a Il Cairo nel gennaio scorso, la relazione di sopralluogo, con allegate foto del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, una nota ove si riferisce che gli organizzatori della riunione sindacale tenuta a Il Cairo l'11 dicembre 2015, cui ha partecipato Giulio Regeni, hanno comunicato che non sono state effettuate registrazioni video ufficiali dell'incontro”. Gli inquirenti italiani non hanno ricevuto nemmeno le registrazioni delle videocamere di sorveglianza fatte a Dokki, la zone in cui Giulio è sparito, non hanno ricevuto il verbale completo dell’autopsia e nemmeno i tabulati delle persone che avevano indicato gli investigatori italiani e che erano vicine al ricercatore. Nessuna testimonianza è giunta agli italiani, nemmeno quella dell’autista che ha rinvenuto il cadavere e nemmeno quelle dei vicini. Manca soprattutto un elemento fondamentale che avrebbe potuto far luce su molti aspetti di questa torbida storia, mancano i tabulati telefonici che agganciano la cella di Dokki. Pignatone scrive “In relazione alla richiesta del traffico di celle presentata ancora una volta dalla Procura di Roma l'autorità giudiziaria egiziana ha comunicato che consegnerà i risultati al termine dei loro accertamenti, che sono ancora in corso. La procura ha insistito insistito perché la consegna avvenga in tempi brevissimi sottolineando l'importanza di tale accertamento da compiersi con le attrezzatura all'avanguardia disponibili in Italia”. Tramite quei dati si può risalire all’autore materiale del delitto. Un altro punto su cui il mistero persiste, riguarda i documenti. Una vicenda tutta da chiarire poiché risulta che “non vi sono elementi del coinvolgimento diretto della banda criminale nelle torture e nella morte” di Giulio Regeni.



CASO REGENI: SCONTRO ITALIA – EGITTO

A.B.
 
Roma – La morte di Giulio Regeni è ancora tutta da chiarire, ma la mancanza di collaborazione tra Italia ed Egitto rende il tutto decisamente più difficile. L’Italia ha detto sin da subito che pretende la verità in merito alla morte del giovane ricercatore e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto in aula del Senato, in merito alla posizione dell’Italia “Ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo” aggiungendo inoltre che “non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell'Italia.  Se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate”. Ma l’Egitto sembra non aver gradito questa reazione dell’Italia e il ministro degli Esteri egiziano, in seguito a quanto dichiarato da Gentiloni in Senato, ha dichiarato che gli avvertimenti fatti dall’Italia fatto dal ministro degli Esteri italiano “Complicano la situazione”. 
 
Le novità dei giorni scorsi. Giulio Regeni era seguito dagli 007 egiziani che lo pedinavano per i suoi rapporti con lavoratori e sindacalisti. Questa l'ultima clamorosa novita' sulla vicenda del giovane ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio scorso e trovato cadavere il 3 febbraio sulla strada che collega il Cairo con Alessandria d'Egitto. Fonti della sicurezza egiziana citate dal quotidiano "al Akhbar", sostengono che il ministero dell'Interno avrebbe preparato un dossier completo sullo scenario nel quale e' avvenuto il delitto. La notizia del pedinamento, se confermata, proverebbe il coinvolgimento degli apparati statali del Cairo nella vicenda. Gli inquirenti egiziani, secondo il giornale, avrebbero preparato un dossier "completo" su Regeni, contenente tutti i suoi spostamenti e gli incontri tenuti prima della sua scomparsa. Nel rapporto che una delegazione della sicurezza egiziana "consegnera' il 5 aprile al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ci sono anche i risultati di indagini compiute dagli inquirenti egiziani sugli incontri del giovane ricercatore con lavoratori e sindacalisti al Cairo", si legge su "al Akhbar". Lo stesso giorno il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, riferira' alla Camera sugli sviluppi del caso. 
 
Il giornale egiziano sottolinea come il rapporto contenga "molti documenti e informazioni importanti" tra cui "foto" e "tutte le indagini su Regeni dal suo arrivo al Cairo fino alla sua scomparsa", oltre ai suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati sui quali conduceva ricerche e studi. Nel dossier vi sarebbero anche le dichiarazioni dettagliate degli amici, dei testimoni e gli ultimi spostamenti di Regeni al Cairo, oltre alle dichiarazioni dei suoi vicini di casa. La documentazione conterrebbe anche dettagli sull'uccisione dei membri della banda che aveva con se' i documenti di Regeni. Intanto oggi in Procura a Roma, si e' svolto un vertice tra il pm Sergio Colaiocco e il 'pool' investigativo di Ros e Sco rientrato l'altro giorno dalla lunga trasferta al Cairo dove ha seguito le indagini sulla morte di Regeni. L'incontro, organizzato in vista dell'appuntamento del 5 aprile quando nella sede della Criminalpol sull'Anagnina i nostri investigatori si confronteranno con una delegazione della sicurezza egiziana, e' servito per relazionare il magistrato di quanto fatto al Cairo e fare il punto delle indagini. In attesa di conoscere quello che la controparte egiziana vorra' consegnare martedi' prossimo, pm e investigatori hanno convenuto sulla necessita' e sull'importanza di acquisire, tra i tanti atti piu' volte richiesti all'Egitto, i tabulati telefonici riconducibili al cellulare di Regeni (che non e' mai stato ritrovato) e ad una decina di persone che possono aver avuto contatti o frequentazioni con il ricercatore nei giorni che hanno preceduto la sua scomparsa.



ITALIA NELLA MORSA DEL FREDDO: ARRIVA IL GELO E LA NEVE NEL FINE SETTIMANA

Redazione

Mancano pochi giorni e l'Italia entrerà in un periodo gelido e localmente nevoso fino in pianura. Venti gelidi, dapprima di Tramontana e poi di Grecale faranno irruzione sulle nostre regioni, causando un repentino calo termico a partire dal Nord e verso il resto d'Italia. L'ingresso impetuoso delle correnti gelide creerà un centro depressionario sui mari meridionali che sabato portera' maltempo sulle regioni adriatiche, al Sud e in Sicilia. La neve, che scendera' inizialmente sopra i 500/700 metri, raggiungerà, nella notte tra sabato e domenica, le coste di Abruzzo, Molise e Marche. Neve che cadra' sopra i 400 metri in Sicilia e Calabria, localmente fin sulle coste del Messinese e Reggino.

Domenica neve su Gargano, Barese, Pescarese, Teramano, Teatino, Campobassano fin sulle coste. Sole splendente al Nord e sul resto del Centro. Temperature in forte diminuzione con valori notturni che scenderanno fino a 6-7 gradi sotto lo zero sulla Pianura Padana, ma anche sul Lazio e Toscana, come a Roma tra domenica e lunedi' 18. Alpi che toccheranno i -25 gradi con giornate di ghiaccio. Per martedì 19 gennaio è atteso l'arrivo di una perturbazione che potrebbe portare nevicate diffuse fino in pianura su gran parte d'Italia, a partire dal Nord e verso il Centro-Sud, con neve fino a Firenze e alle porte di Roma. Il freddo continuera' anche nei giorni successivi per poi abbandonare l'Italia gradualmente dal 22-23 gennaio, quando l'alta pressione delle Azzorre dovrebbe riconquistare il nostro Paese




IN ITALIA CALO RECORD DI ABITANTI: -150 MILA NEL 2015. SIMILE A GRANDE GUERRA ED "EPIDEMIA SPAGNOLA"

Redazione

In Italia nel 2015 sono spariti nel nulla gli abitanti di una citta' di medie dimensioni. Gli esperti stimano infatti un calo record della popolazione residente nel nostro Paese, pari a circa 150mila persone in meno. Colpa di un saldo naturale (ossia il rapporto tra nati e morti) sempre piu' in deficit e di un calo del supporto migratorio. E' l'allarme lanciato da Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia all'Universita' di Milano Bicocca, sul portale Neodemos, sito di riferimento per queste tematiche. Un crollo simile, avverte l'esperto, non si era mai verificato in un secolo: per ritrovare un saldo negativo di questi livelli bisogna tornare ai tempi della Prima Guerra mondiale.

In un editoriale dal significativo titolo "Abbiamo avuto 150mila invitati in meno al banchetto di capodanno?", Blangiardo tira le somme: "se e' vero che il 2014 era passato alla storia sia per il primato della piu' bassa natalita' dai tempi dell'Unita' Nazionale, sia per aver registrato un saldo naturale che solo nel biennio 1917-1918 aveva raggiunto punte cosi' negative (le morti del 2014 hanno sorpassato le corrispondenti nascite per ben 96 mila unita') – scrive -le stime per il 2015 sembra debbano riservarci nuove e non meno importanti sorprese". I nuovi nati infatti si fermano a quota 489 mila, mentre i decessi hanno subito una brusca impennata, tale da accreditare l'ipotesi di un altro record: quello della piu' alta crescita del numero di morti in un anno non perturbato da eventi bellici. Risultato, un divario stimabile in 170-180 mila unita'. Mentre gli immigrati immettono meno forze fresche degli anni scorsi, appena 20-30mila unita', contro le 200-300mila di qualche anno fa. Risutato, circa 150mila italiani in meno. "Occorre risalire al triennio 1916-1918 – avverte il demografo – per trovare – sommando le drammatiche conseguenze della Grande Guerra agli effetti non meno letali dell'epidemia "spagnola" – un calo di dimensioni quasi comparabili".




L'ITALIA STA USCENDO DALLA CRISI. I NUMERI FANNO BEN SPERARE

Redazione

"L'economia italiana sta uscendo dalla crisi: i numeri sono incoraggianti" sia in termini di "crescita, che di occupazione, che di redditi delle famiglie". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un videointervento nel convegno EY a Capri, aggiungendo che c'è "ancora qualche fatica" per i "problemi accumulati nel tempo". "Le nuove tecnologie hanno un carattere pervasivo e cambiano radicalmente il modo di fare economia e di produrre ricchezza: lo Stato deve fare un salto adeguato a questa sfida. Mi piacerebbe uno Stato 4.0, o per essere più precisi, una p.a. 4.0". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un videointervento nel corso del convegno EY 'Digitalexlacrescita'. "Non a caso – ha aggiunto – la riforma della p.a. è uno dei punti centrali strategia governo ed è in fase di implementazione". "In questa idea di p.a. 4.0 – ha proseguito il ministro – è chiaro che le tecnologie dell'informazione sono centrali, perché devono semplificare la vita dei cittadini, ma anche lo Stato deve essere più snello ed efficiente e anche più remunerativo per chi ci lavora: bisogna trovare una sintesi fra quello che vuole l'industria, quello di cui ha bisogno il cittadino, quello che lo Stato può offrire". Il governo, quindi, "si impegna a fare tutti gli sforzi possibili per una crescita più forte, lo Stato può aiutare dando strumenti fiscali e regolatori, che a volte potrebbero essere fatti meglio: ma – ha detto rivolgendosi alla platea di addetti ai lavori – abbiamo bisogno del vostro aiuto, che le imprese ci dicano cosa serve in termini di misure specifiche". Per questo, ha concluso, "mi auguro un dialogo crescente tra il governo e il mondo delle imprese affinché quello che il governo mette a disposizione delle imprese con le sue risorse, che sono per altro limitate, abbia il massimo impatto sulla crescita




ITALIA SEMPRE IN EMERGENZA, ARRIVANO ALTRI 795 IMMIGRATI

di Angelo Barraco

“Siamo tolleranti e civili, noi italiani, nei confronti di tutti i diversi. Neri, rossi, gialli. Specie quando si trovano lontano, a distanza telescopica da noi” diceva Indro Montanelli. E noi italiani siamo certamente così, ospitali e accoglienti ma il problema principale di tutto ciò è nel modo in cui viene compiuto questo altruismo e gli interessi che ne maturano. L’esodo non si ferma, nella giornata di ieri circa 795 migranti sono stati soccorsi nelle coste libiche nel corso di sette operazioni di salvataggio coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera. Il viaggio intrapreso dai migranti era iniziato a bordo di un gommone fatiscente ed erano diretti verso l’Italia. All’operazione di salvataggio hanno partecipato Guardia Costiera, Marina Militare, Medici senza Frontiere. Ma come accennato poc’anzi il problema di ospitare è anche negli interessi di chi lo fa. Un paese che ospita un numero così cospicuo di immigrati ed è privo di strutture per fare ciò sicuramente fa insorgere dubbi poiché ormai anche quelle strutture in precedenza non adibite all’ospitalità degli immigrati adesso accolgono e di certo l’interesse non è esclusivamente per altruismo o compassione. Ogni immigrato è uguale a 40 euro circa per chi ospita e i fondi europei fanno comodo agli italiani, come fa comodo non dare loro immediatamente il permesso per poter andare via dall’Italia poiché andrebbero tutti via e ci perderebbero in molti.  




IMMIGRAZIONE: ARRESTATO UN ITALIANO PER TRASPORTO ILLEGALE DI 33 SIRIANI

Redazione

E’ stato arrestato dalla polizia ungherese nei pressi del lago Balaton un 52enne italiano per il trasporto illegale di 33 siriani. Lo rende noto il portavoce della polizia della contea di Veszprem, secondo il quale tra i 33 siriani ci sono anche due donne. Il veicolo con i migranti, secondo quanto si apprende, era diretto in Germania.


Intanto, non si arresta l’ondata di migranti che cerca di raggiungere le frontiere. In Austria, circa 12.000 migranti sono arrivati nelle ultime 24 ore nella località di frontiera austriaca di Nickelsdorf, al confine con l'Ungheria, e la polizia ha chiuso una autostrada, la A4, "per ragioni di sicurezza". Tra la mezzanotte e le 6 sono arrivate 3.670 e circa 8.000 nella giornata di giovedi'. La A4, nella provincia orientale di Burgenland, e' rimasta chiusa in entrambe le direzioni per 90 minuti. Successivamente e' stata riaperta soltanto nella direzione verso l'Ungheria. Il direttore della polizia regionale del Burgenland, Hans Peter Doskozil, ha denunciato che i servizi di assistenza sono giunti "al limite delle loro possibilita'".


Ban Ki Moon chiede all'Europa di aprire i suoi confini. Il segretario generale dell’Onu, in un’intervista a La Stampa ha ribadito: "Elogio la leadership e la solidarietà mostrata dagli europei, ma, nello stesso tempo, vista la gravità e la scala della crisi, mi aspetto che facciano di più per proteggere chi fugge dalla guerra. Bisogna ricordare che nel passato anche i popoli europei sono stati beneficiati dalle migrazioni, alla ricerca di libertà e opportunità migliori. Ora che sono diventati l'economia più grande e ricca del mondo, speriamo che mostrino la loro solidarietà globale e una leadership compassionevole. Perciò sollecito i leader europei ad aprire i confini e dare la necessaria assistenza umanitaria per salvare queste vite, mostrando compassione".


Orgoglio italiano. Il premier Renzi, in merito all’accoglienza ha ribadito: "Siamo fieri e orgogliosi del modo con il quale in Austria, in Germania, e altrove, i nostri connazionali europei, i nostri fratelli europei, hanno accolto i fratelli rifugiati. Noi lo stiamo facendo da mesi ormai". Lo scrive su 'Repubblica' il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Occorre , per il premier, "superare Dublino. Giusto che gli hotspot siano gestiti a livello europeo, ma cio' sara' possibile solo se ogni paese accogliera' un certo numero di ospiti (quote) e i rimpatri per chi non ha diritto di asilo veranno organizzati dalle Ue e non dai singoli Stati".

Infine, Renzi prosegue: "L'Italia ha sottovalutato il peso delle proprie iniziative in Libia e Siria. Non basta cacciare un dittatore o bombardare un nemico se poi non si vince la sfida educativa, culturale, economica in quei Paesi e, dunque, la sfida politica. In Medio Oriente, certo. Ma anche in Libia, ad esempio. Occorre maggiore attenzione all'Africa. L'Europa si e' concentrata negli ultimi anni molto sull'allargamento a est, ottenendo risultati altalenanti. Personalmente credo che oggi sia un dovere morale proseguire nell'allargamento, cominciando da Serbia e Albania. Ma e' anche arrivato per l'Europa il momento di fare un focus sul Mediterraneo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (cooperazione internazionale, aiuti allo sviluppo, moral suasion) a cominciare dal prossimo summit di Malta dell'11 e 12 novembre tra i Paesi della Ue e africani”.