Palermo, Strage Borsellino e scorta: eventi e parole importanti per non dimenticare

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Il tempo passa inesorabile ma la memoria rimane sempre viva. Ogni capitolo della  storia di questa terra viene tramandato nelle generazioni future ed è proprio questo elemento prezioso che prova quanto la becera viltà mafiosa non sia stata in grado di prevedere e capire quanto le stragi e gli omicidi dei rappresentati delle istituzioni in campo si siano anche trasformate in clamorosi "autogol".
 
Ci si ritrova 25 anni dopo a commemorare le stragi con la stessa determinazione e con la stessa necessità di ricordare il sacrificio di questi protagonisti delle istituzioni senza che il quarto di secolo trascorso possa minimamente lasciare spazio ad una sorta di desistenza, di rinuncia a credere nelle parole di Falcone e Borsellino sicuri che il male mafioso, come ogni cosa, ha un decorso fino alla fine di se stesso. Il PM sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo ha sentenziato ieri in una conferenza dal titolo "In che stato è la mafia" un concetto che riassume la giusta interpretazione delle commemorazioni: "La Sicilia e Palermo non devono tornare indietro nella lotta alla mafia.
 
Il Paese ha il dovere di cercare tutta la verità sulle stragi del 92 e 93, sui tanti delitti eccellenti e su questioni relative al rapporto tra mafia e potere che meritano costante approfondimento. Sarebbe il miglior modo di ricordare il giudice Paolo Borsellino, gli agenti della scorta e tutte le altre vittime della lotta alla mafia. Oggi la ricerca della verità sulle stragi è rimasta sulle spalle di pochi magistrati e pochi investigatori".
 
Un dibattito pieno di elementi e di analisi che ha tracciato un bilancio e che, dalle parole del''ex magistrato Antonino Ingroia presente alla conferenza, ha messo in evidenza anche come si sia avviato un processo di revisionismo storico: "A 25 anni dalle stragi il bilancio della lotta alla mafia presenta tinte chiare e scure. Dopo importanti colpi inferti a Cosa nostra dalla Magistratura, massicce campagne di disinformazione stanno disorientando l'opinione pubblica consentendo l'avvio di un processo di revisionismo storico che sta cancellando le conquiste del passato. Basta osservare alcune sconcertati decisioni come quella della Cassazione sul caso Riina o quella europea sul caso Contrada. Sintomi di un unico male." Continua l'ex magistrato: "E nel frattempo la mafia alza la testa percependo come il vento stia cambiando".
 
All'Orto Botanico, all'interno della sala Lanza,  si è tenuto un importante convegno dal nome "L'eredità della Memoria" presenziato da elementi di spicco fra i quali Rita Borsellino, Nando Dalla Chiesa quale presidente onorario di Libera e docente di Sociologia all'Università di Milano; Salvatore Cusimano direttore di Rai Sicilia, Maria Tomarchio vice presidente del Centro studi "Paolo Borsellino" e docente di Pedagogia all'Università di Catania.
 
Le parole amare di Rita Borsellino sulla strage di Via D'amelio parlano di una verità che non vuole venire a galla: "Siamo al punto di partenza, sappiamo che c'è qualcuno che ci ha voluti prendere in giro. La verità c'è ma è come se non la volessero fare sapere". La presidentessa della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi parteciperà alle commemorazioni in via D'amelio prevista per domani, giorno della strage Borsellino e della scorta. Previste altre iniziative importanti in Prefettura, alla Caserma Lungaro e alla sera al Teatro Antico di Segesta verrà inscenato uno spettacolo teatrale dal titolo "Mafia: singolare, femminile". Alle 18 di oggi alla libreria Feltrinelli nel centro storico della capoluogo siciliano verranno presentate ufficialmente nuovi testi con importanti testimonianze.