Bracciano: La Procura chiede il rinvio a giudizio per gli ex amministratori

Red. Cronaca


BRACCIANO (RM) – A 10 mesi dalla caduta della giunta Pd guidata dall’ex sindaco Giuliano Sala, si sono concluse le indagini della magistratura per presunti reati contro la Pubblica Amministrazione relativi il Comune di Bracciano.

Venti gli avvisi inviati agli indagati dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, tra i quali spiccano i nominativi dell'ex sindaco di Bracciano Giuliano Sala, l’ex vice sindaco Gianpiero Nardelli, l’ex presidente del Consiglio Comunale Maurizio Capparella, l’ex Segretario Comunale Roberto Signore, l’ex assessore ai Lavori Pubblici Remo Eufemi, il  capo area Lavori Pubblici Stefano Ravenda, l’ex capo area Urbanistica Luigi Di Matteo, il funzionario comunale addetto alla manutenzione delle aree pubbliche Luciano Ripanti, l’ex capo area Affari Generali Roberto Razzino, la capo area Ufficio Tributi Biancamaria Alberi.

Gli altri nominativi riguardano invece 10 imprenditori privati: Rinaldo Bernardini, Massimo Cenciotti, Raffaele Cardone, Pietro Lisii, Carlo Medici, Pierluigi Fiori, Marcello Lollobattista, Marco Spinaci, Orazio Scopetti, Guerino Di Domenico.

I numerosi reati contestati nei capi d’imputazione si aggiungono quelli tuttora in corso di accertamento e quelli oggetto di procedimenti e processi penali già avviati. Tra questi si fa riferimento alla violazione delle norme nel separare le funzioni politiche da quelle amministrative, la commistione di ruoli e  interessi pubblici con quelli privati, gli ingiusti vantaggi procurati nell’accelerazione di certe pratiche, la gestione del protocollo generale, la omissione di provvedimenti d’urgenza per garantire la sicurezza e sanità dell’acqua potabile pubblica, la mancata attivazione di procedimenti disciplinari per i dipendenti “fedeli” coinvolti in processi penali, bensì affidando loro particolari incarichi,  le indebite omissioni riguardanti gli abusi edilizi, la violazione delle norme sugli appalti e le procedure di alcune gare d’appalto, la turbativa d’asta, la fuga di notizie riservate mirate ad agevolare gli interessati, il dichiarato, seppure inesistente, stato d’urgenza per alcuni lavori pubblici.

I capi di imputazione, tra cui l’associazione per delinquere, avevano fatto scattare il 26 novembre scorso diversi blitz dei carabinieri sia presso la sede del Comune di Bracciano, ma anche negli uffici e nelle abitazioni di 17 persone. Il 30 novembre seguirono le dimissioni del sindaco e di dieci consiglieri della maggioranza, per cui saltò il Consiglio Comunale convocato d’urgenza che avrebbe dovuto approvare la “Variazione di assestamento generale del bilancio comunale di previsione dell’esercizio 2015”.  La conseguenza fu il commissariamento del Comune.

Questo quanto reso noto dall'associazione Salviamo Bracciano attraverso una nota.