Storia commovente a Udine, imprenditore muore di tumore: a chi lascia la sua azienda?

UDINE – Un imprenditore friulano, Andrea Comand, 39 anni, di Mortegliano (Udine) morto in luglio per un tumore, ha disposto di lasciare ai cinque dipendenti l’officina di sua proprietà, da lui avviata nel 2011.
L’azienda – come ha riportato il quotidiano Messaggero Veneto – ha riaperto oggi, secondo il desiderio di Comand, con quelli che sono stati i suoi più stretti collaboratori. Nel corso dell’ultimo mese i dipendenti hanno acquisito le quote donate da Comand e l’intera proprietà dell’attività, che era chiusa da Ferragosto.
“Come sempre ci ha spiazzati – scrivono i cinque in un messaggio sul quotidiano – con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti impegnativi ma fatti sempre con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze. Lui non lo sa ma ci ha fatto anche un’ altra sorpresa che è quella di essere stati ‘adottati’ dalla sua splendida famiglia che ringraziamo tantissimo”.




CATANIA, MAFIA: SEQUESTRATI 26 MILIONI DI EURO AD IMPRENDITORE

di A.B.

Catania – I Carabinieri del Ros hanno sequestrato beni per un valore di 26 milioni di euro all’imprenditore Santo Massimino, che è ritenuto vicino alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano di Catania. Si tratta di ben sei aziende poste sotto sequestro, le aziende si occupano di edilizia e di energia rinnovabile. Il soggetto era stato arrestato durante un’operazione denominata “Iblis” e nel processo che ne è scaturito è stato condannato a 12 anni di reclusione.
 
E’ stato accusato di aver intrecciato contatti con l’allora capo provinciale di Cosa Nostra etnea, Enzo Aiello. Gli inquirenti ritengono che il soggetto avrebbe “posto e mantenuto le sue imprese nel mercato in violazione delle regole della libera concorrenza e dall'altro apportando un concreto contributo causale ai fini della conservazione, del rafforzamento e, comunque, della realizzazione anche parziale del programma criminoso di Cosa Nostra etnea”.
 
Spesso i beni confiscati a soggetti accusati per mafia vendono trasformati in opere nuove, l’esempio lampante è la villa del boss dei boss Totò Riina che è diventata la nuova caserma dei carabinieri a Palermo – Uditore  all’interno del complesso residenziale di Via Bernini. La villa è famosa per essere stata il covo di Totò Riina durante l’ultimo periodo della sua latitanza che terminò il 15 gennaio del 1993. L’ex villa del boss è una vera e propria oasi immersa nelle ville più lussuose di Palermo. Il boss aveva creato un’oasi con alberi e prato inglese e persino una piscina. E’ una struttura molto grande in una zona molto popolare della città. Ora tutto è riadattato alle esigenze dei militari.