Immigrazione clandestina, traffico internazionale di droga, porto abusivo di arma da guerra: arrestate 13 persone tra l’Italia e l’Inghilterra

ROMA – Dalla prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Frascati stanno dando esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 18 soggetti (di cui 11 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 5 sottoposti all’obbligo di presentazione alla PG), ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata ad agevolare l’immigrazione clandestina, traffico internazionale di stupefacenti, porto abusivo di arma da guerra.

I Carabinieri di
Frascati hanno scoperto l’esistenza di un’organizzazione – formata in gran parte
da cittadini di etnia albanese – che gestiva il traffico di ingenti quantitativi
di marijuana provenienti dall’Albania e destinati al mercato della Capitale e di
un altro sodalizio criminale, collegato al primo, che aveva creato un vero e proprio “ponte” tra l’Italia e
l’Inghilterra per consentire a cittadini albanesidi raggiungere il
territorio britannico illegalmente. In tale ambito, grazie anche alla
collaborazione della polizia inglese, è stato possibile riscontrare la tesi
investigativa identificando una donna albanese che era giunta all’aeroporto di
Londra, utilizzando una carta d’identità intestata ad una cittadina italiana, e
il suo accompagnatore messo a disposizione dall’organizzazione.




Padova, controlli a tappeto: stretta su degrado e immigrazione clandestina

PADOVA – Dalle ore 19.00 del 20 alle ore 01,00 del 30 settembre, la Compagnia Carabinieri di Padova, ha predisposto un servizio coordinato a largo raggio finalizzato al controllo del territorio, al contrasto del degrado, dell’immigrazione clandestina, dello spaccio di sostanze stupefacenti e dei reati predatori, in particolare i furti.
Scopo primario del servizio era quello di andare a colpire e controllare tutte quelle aree in cui di solito sono soventi nascondersi persone che vivono nell’illegalità e, per cui in alcuni quartieri della città, come nella zona del centro e dell’Arcella si è passato al setaccio, ritrovi di fortuna, locali pubblici, sale giochi, internet point e phone center.
La massiccia presenza di miliari inoltre ha avuto anche il compito di non far sentire solo il cittadino che, seppur dinanzi ad una lieve flessione dei reati, necessita di maggiore sicurezza.
Per tale motivo è stato messo in campo un considerevole dispositivo: 9 mezzi e 24 Carabinieri.
Significativi i risultati conseguiti tra cui in particolare:
– 2 le persone arrestate;
– 4 quelle segnalate all’A.G. in stato di libertà per vari reati;
– 82 individui e 35 veicoli controllati;
– sequestrati complessivamente 17,6 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana e 3 del tipo eroina;
– 1 persona segnalata al Prefetto di Padova.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno:
– arrestato un cittadino algerino, irregolare, il quale dopo essere stato notato in atteggiamenti sospetti, al fine di sottrarsi al controllo dei militari reagiva con violenza opponendo una resistenza attiva nel tentativo di guadagnarsi la fuga. L’intervento congiunto di più pattuglie riusciva a bloccare lo straniero senza che nessuno dei coinvolti riportasse ferite. È stato quindi arrestato per resistenza e violenza a P.U.;
– denunciato in stato di libertà:
 un 17enne, di nazionalità marocchina, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo eroina;
 un tunisino, irregolare in Italia, poiché responsabile del furto di un telefono cellulare ai danni di rumeno;
 un cittadino nigeriano, poiché inottemperante al provvedimento di espulsione emesso dal Questore di abbandonare il territorio dello Stato Italiano;
 un marocchino, regolare, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti ai danni di un’anziana italiana, con la quale conviveva essendone il badante. Lo stesso così come disposto dal Procuratore della Repubblica di Turno della Procura della Repubblica di Padova, è stato sottoposto al provvedimento di urgenza di allontanamento dalla casa familiare.
I Carabinieri della Stazione di Padova Prato della Valle hanno arrestato un uomo nigeriano, poiché sorpreso in possesso ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana.
Inoltre una persona è stata segnalata alla Prefettura di Padova poiché assuntore di sostanze stupefacenti.




Il prete "amico della Boldrini" indagato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina

 
 
di Roberto Ragone
 
 
Come volevasi dimostrare. Una piccola punta di iceberg spunta all’orizzonte, su quel Mussai Zerai, prete eritreo ‘amico dei clandestini’, ‘numero verde’ delle ONG, amico di Laura Boldrini. La quale signora presidenta della Camera dei deputati si esibisce in due pezzi sulla spiaggia di Castelporziano, la spiaggia dei presidenti della Repubblica italiana: purchè non ci faccia l’abitudine e non sia un funesto presagio per tutti noi. Avere una Boldrini come un Napolitano 2 sarebbe una vera catastrofe. Non per le persone, in sé degnissime, ma per le idee e le alleanze che esse esprimono, che non sempre sono in linea – anzi, mai – con le vere esigenze di questa nazione vituperata, distrutta, tradita, calpestata, svenduta, insultata, inquinata, trivellata, bruciata, derubata, corrotta e corruttrice suo malgrado, sottoposta alle più indegne dittature, più o meno striscianti, in mano alla peggior classe politica della sua memoria.
 
Insomma, quello che ipotizzavamo qualche giorno fa si è avverato, cioè un’indagine della magistratura italiana su di un personaggio che sulla carta dovrebbe godere di potenti protezioni, stanti le sue relazioni e la sua missione ‘umanitaria’. “Aiuto solo a salvare vite” si difende il sacerdote che collega i clandestini agli scafisti,  indagato dalla magistratura italiana; mentre si scopre che i poverissimi possono godere di un ‘prestito umanitario’ per racimolare il denaro che procuri loro un posto sul gommone di turno. Bisogna vedere quali sono i rapporti fra don Zerai e gli scafisti, o quelli che tali personaggi comandano e gestiscono. Lo scudo umanitario, sfruttato sia dalle ONG, che finalmente forse dovranno rispondere ad un regolamento, chiamato a discolpa ogni volta che si raccolgono ‘naufraghi’ nelle acque libiche, e che si sbarcano nei porti italiani, –  pur se la legge del mare parla dei porti più vicini,-  pare che sia tirato in ballo anche da questo prete intraprendente.
 
Angelo o diavolo? Purtroppo dietro tutta l’operazione esodo ci sono tanti, ma tanti soldi, per chiunque se ne voglia impicciare, a qualsiasi titolo, da Buzzi in su, o in giù, ed ogni sospetto è legittimo. ‘Rendere più della droga’, o degli appalti pubblici, prefigura una massa di decine, o centinaia di milioni di euro, che non si sa in che tasche vadano, visto che noi ne percepiamo solo un’ombra. Nel frattempo pare che il problema Tiziano Renzi, come previsto ampiamente, si avvii verso un’archiviazione, o qualcosa di simile, che comunque permetta l’impunità al papà di Renzi per le sue – presunte – mancanze. E questo riguarderà anche i danni collaterali, quelli che hanno coinvolto anche il generale Del Sette e il ministro dello Sport Lotti. Ma la notizia che riporta ‘Libero’ è decisamente contro ogni aspettativa: pare infatti che il libro ‘di Renzi’ sia un grande successo, di vendita, almeno, se non letterario, per cui abbiamo i nostri dubbi che sarà presentato al prossimo Premio Strega. Un libro che praticamente s’è scritto ‘da solo’, visto l’impegno che una tale impresa comporta, quando affrontata in prima persona, cosa di cui – ci perdoni don Matteo la franchezza – dubitiamo che abbia avuto il tempo, dati i suoi molteplici e quotidiani impegni predicatori, tutti tesi a creare in seno al ‘suo’ partito una controcorrente totalmente renziana, anche se ancora con la consistenza di un’ameba. Ancora più incomprensibile il consenso di pubblico che suscitano le ‘presentazioni’ di quel libro, che, un po’ come ‘Mein Kampf’, descrive, o dovrebbe farlo, l’ideologia renziana, posto che questo termine – ideologia –  non sia esagerato. Dopo un referendum perso 60 a 40, si presupponeva che gli Italiani tenessero conto della mancanza improvvisa di credibilità dell’ex premier: ma evidentemente ci meritiamo ciò che abbiamo. L’altra ipotesi è che i dati siano truccati, e che gli acquirenti del libro siano donne che tengono più alla dedica e al conseguente selfie, che al contenuto del libro stesso. Insomma, una maniera per conquistare un trofeo, seppur non proprio fresco e profumato, come un pesce dopo tre giorni. 



ROMA, IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: 7 NIGERIANI IN MANETTE

Redazione Cronache

Roma – Associazione a delinquere finalizzata al reclutamento, all’induzione ed allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, nonché procurato aborto in persona non consenziente e rapina.
Sono questi i reati di cui dovranno rispondere a vario titolo i 7 cittadini nigeriani arrestati dagli della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Roma.
Le indagini hanno consentito di smantellare una complessa organizzazione criminale, interamente composta da persone di etnia nigeriana, attive nello sfruttamento della prostituzione di giovani donne – loro connazionali – fatte giungere appositamente in Italia attraverso la classica rotta Nigeria-Libia-Sicilia.
L’attività – coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal G.I.P. del Tribunale di Roma, a carico dei 7 cittadini nigeriani.
Nel corso delle indagini, condotte dalla 2^ Sezione della Squadra Mobile – Criminalità straniera ed extracomunitaria – si è accertato come tale organizzazione criminale annoverasse esponenti in Nigeria, in Libia ed in Italia e come in particolare, nella madre patria, venisse curata la fase del reclutamento delle ragazze tramite raggiri, anche con la compiacenza delle famiglie di origine, prospettando ad esse facili guadagni nel Belpaese.
In Libia, i referenti del sodalizio criminale curavano l’organizzazione dei viaggi delle ragazze, sia nel tratto dalla Nigeria alla Libia, con pullman o autoveicoli, sia per ciò che concerne la traversata del canale di Sicilia, con destinazione Lampedusa, Pozzallo, oppure semplicemente alla ricerca di un intervento delle squadre di soccorso in mare aperto.
Tutta l’attività, consentita dalla connivenza tra i cittadini nigeriani arrestati ed alcuni appartenenti ad organizzazioni criminali libiche, che operando sul proprio territorio curavano in esclusiva la predisposizione delle imbarcazioni destinate alle traversate, permetteva ai referenti nigeriani di limitarsi a curare la raccolta e l’accoglienza delle ragazze nelle c.d. “connection house” fungendo di fatto da mediatori con i trafficanti libici.
Gli sviluppi investigativi dell’indagine, scaturita dalla dettagliata denuncia di una ragazza nigeriana, vittima dell’organizzazione criminale in parola, ha evidenziato come, nell’aprile del 2013, le veniva offerta la possibilità, da parte di una donna nigeriana a capo del sodalizio criminoso, di raggiungere Roma per trovare lavoro.
La giovane, convinta a partire con questa falsa promessa, veniva dapprima consegnata ad un uomo nigeriano che l’accompagnava attraverso il continente africano sino a raggiungere le coste libiche, per poi imbarcarsi, dopo un periodo di attesa in una “connection house” in compagnia di altre ragazze sempre reclutate dalla medesima organizzazione, su di un barcone che trasportava circa 70 clandestini, giungendo sulle coste siciliane nei pressi di Lampedusa.
Prima di partire per l’Europa, la vittima veniva sottoposta ad un rito Woodoo, da parte dei parenti della sua sfruttatrice in quanto i vari riti magici delle tribù nigeriane (quali woodoo, jiujiu, ecc…) non rivestono solamente una mera valenza simbolica ma, nell’ottica di chi lo subisce, assume il valore di legame coercitivo con la persona alla quale, attraverso quel rito, viene fatta la promessa di lealtà e di restituzione di denaro. Questa coercizione psichica prescinde dal luogo dove si trova la persona assoggettata, la quale ha coscienza del fatto che, fin quando non avrà mantenuto la promessa (o saldato il debito), la sua anima ed il suo corpo saranno di “proprietà” della persona a cui la promessa è stata fatta.
Una volta giunta a Roma, la giovane nigeriana, dopo essere stata sistemata in un appartamento di viale Alessandrino, veniva costretta a prostituirsi dalla sua sfruttatrice che originariamente le aveva proposto il viaggio a Roma, attraverso varie minacce, ricordandole il rito woodoo alla quale era stata sottoposta nel suo paese d’origine. Addirittura, nel corso delle investigazioni, si è accertato come la “Maman” abbia costretto la denunciante ad abortire con un cocktail di farmaci ed alcool perché rimasta accidentalmente incinta di un cliente, abbandonandola in strada prima di essere soccorsa da personale del 118 e ricevere le cure del caso presso il Policlinico “Tor Vergata”.
Le ragazze sfruttate, circa una decina, venivano costrette a prostituirsi nella zona nord dell’hinterland romano, lungo le strade consolari Salaria, Flaminia e sulla via Palmiro Togliatti.
Tutti gli arrestati, ad eccezione di uno già in carcere a Civitavecchia, sono stati associati presso la locale Casa Circondariale di Rebibbia.




IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: BULGARIA, GRECIA, TURCHIA DICONO BASTA

Siglato il 25 maggio 2015 l’accordo per l’istituzione di un centro di contatto e scambio informazioni doganale tra i tre paesi per fronteggiare e contrastare l’immigrazione clandestina, il terrorismo e il contrabbando che sarà attivo al posto di frontiera Kapitan-Andreevo

di Cinzia Marchegiani

Sofia (Bulgaria) – Firmato quest’oggi 25 maggio 2015 a Sofia, la bellissima capitale bulgara, un accordo per la creazione di un centro di scambio di informazioni in tempo reale tra Bulgaria, Turchia e Grecia. L’obiettivo primario dell’istituzione di questo Centro di frontiera è quello di contrastare l’immigrazione clandestina e il contrabbando.
Il ministro dell'Interno turco Sebahattin Ozturk alla cerimonia della firma ha dichiarato: “Grazie al centro di contatto, la polizia e le autorità doganali dei tre paesi sarebbero in grado di condividere le informazioni in tempo reale e reagire in modo adeguato contro l'immigrazione clandestina e il contrabbando e il terrorismo”.
Le incertezze a sud del confine con la Turchia hanno influenzato l’economia e la politica degli altri paesi. La stessa Turchia ha accolto 2 milioni di emigranti, 1.700.000 provenienti dalla Siria. “Questo centro di cooperazione tra corpi di polizia e doganali sarà attivo al posto di frontiera turco-bulgaro di Kapitan-Andreevo, – nel dettaglio schiarisce Rumiana Bachvarova, il Ministro dell’Interno bulgaro – dove si incontrano le frontiere dei tre Paesi”.

L'accordo appena nato, dovrebbe garantire la migliore cooperazione tra i tre paesi che hanno affrontato gli stessi problemi globali – immigrazione, criminalità organizzata e terrorismo. L'immigrazione è un problema grave in tutta l'Europa, e questa parte della frontiera comune europea era estremamente importante, sensibile alla pressione possibile. Ioannis Panousis, ministro greco supplente di Citizen Protection, ha detto che gli sforzi congiunti e dei piani sarebbe rafforzare la resistenza contro le attività criminali e la migrazione illegale.