Usa 2016, l'ultimo asso nella manica di Trump: FBI riapre il caso della email della Clinton

 

di Paolino Canzoneri

 

NEW YORK – Improvvisa inversione di tendenza nei sondaggi per la candidata dei Democratici Hillary Clinton a pochi giorni dalle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti. L'FBI ha reso noto in una lettera ai membri del Congresso che è in corso la riapertura delle indagini sulle famose mail della Clinton ai tempi del suo operato come segretaria di Stato per accertarne la presenza di materiale classificato. A dare la notizia quasi in tempo reale durante un comizio a Manchester nel New Hampshire, l'altro candidato dei Repubblicani Donald Trump unico rivale della Clinton per la corsa alla Casa Bianca. Comprensibile l'ovazione e il frastuono che ne è seguito fra i suoi sostenitori: "Una corruzione su una scala mai vista prima" – ha commentato il Tycoon fiero di aver uscito l'asso dalla manica: "Uno schema criminale nello studio ovale. Sono contento che l'FBI stia ponendo rimedio a tutti gli orribili errori fatti." Hillary Clinton in conferenza stampa nello stato dello Iowa, appresa la notizia della riapertura delle indagini ha prontamente commentato: "Il popolo americano merita i fatti al completo, immediatamente.

 

E'  imperativo che l'FBI spieghi. Il direttore dell’Fbi James Comey deve immediatamente fornire più informazioni al pubblico americano rispetto a quelle che ha mandato al Congresso. E’ incredibile assistere a qualcosa di questo tipo a soli undici giorni dalle elezioni… Siamo fiduciosi che quest’indagine non arriverà a nulla di diverso rispetto a quella chiusa dall’Fbi in luglio quando l'agenzia federale aveva chiuso l'inchiesta escludendo responsabilita penali a riguardo. Siamo a soltanto 11 giorni dalle elezioni nazonali forse più importanti della nostra vita e il voto è già in corso. Non aspetto altro che concentrarmi sulle sfide che stanno dinanzi agli americani per vincere l'8 novembre e lavorare con tutti gli americani per costruire un futuro migliore."Ancora troppo presto per comprendere l'impatto che questo nuovo scandalo potrà riservare a Hillary Clinton e tutto sommato questo "colpo basso" ha tutti i connotati per apparire come l'ultimo colpo sferzato da Trump poco prima del voto con una certa complicità o avallo del capo dell'FBI che aveva spiegato con una lettera ai dipendenti del bureau le motivazioni della comunicazione al Congresso dove ha reso nota la riapertura del caso della mail della Clinton.


Furiosi e increduli i democratici che hanno mostrato sdegno nel vedere come il direttore dell'FBI abbia voluto favorire i repubblicani in un momento delicatissimo e con un tempismo troppo difficile da ritenere casuale. In queste ultime ore la Clinton godeva di una certa supremazia nei sondaggi a causa delle ultime denunce sessiste di donne e attrici molestate dal Tycoon e qualora non dovesse emergere nulla di illecito, questa nuova e ultima riapertura del caso mail non dovrebe farle perdere troppi consensi nonostante quelle rese pubbliche in queste settimane rivelino un intreccio fra politica, affari e interessi della Clinton che certamente non la gioveranno.




USA 2016, Hillary Clinton: crescono timori complottistici

 

di Paolino Canzoneri

 

New York – Ieri domenica 11 Settembre durante la commemorazione annuale a Ground Zero per le vittime della strage delle due torri gemelle del 2001, la candidata democratica alle prossime elezioni presidenziali Hillary Clinton è stata improvvisamente sorretta dagli uomini del Secret Service a causa di un lieve malore e successivamente introdotta in una automobile e accompagnata fino all'appartamento della figlia a Chelsea in città dove fortunatamente si è ripresa e lasciando l'abitazione ha salutato i suoi sostenitori ed ha raggiunto serenamente e con le sue gambe la sua casa a Chappaqua nella contea di Westchester. Un lieve mancamento dovuto all'aria umida e ai 28° circa di temperatura che hanno accentuato i disturbi allergici e tosse protratta per oltre 4 minuti interminabili, segni evidenti di un lieve attacco di polmonite diagnosticatale dal suo medico nelle successive ore. Una infiammazione agli alveoli polmonari che non consentono la normale respirazione curabile con antibiotici e riposo proprio nelle fasi conclusive della campagna elettorale dove invece serve proprio uno sforzo finale, una energia supplementare che i candidati devono tirare fuori per convincere elettori titubanti di alcuni stati  a votare o cambiare preferenza.


Se la ride sotto i baffi o meglio sotto il ciuffo dell'ipotetico parrucchino il candidato repubblicano Donald J. Trump presente alla commemorazione a pochi passi dalla contendente alla corsa per la Casa Bianca durante la lunga e angosciante lettura di ogni singolo nome e cognome delle vittime della tragedia, che vede la sua popolarità e il suo consenso in leggera rimonta in vista del primo vero confronto televisivo previsto per il prossimo 26 Settembre. La Clinton al momento ha annullato i prossimi comizi previsti per i prossimi giorni e questo imprevisto fomenta ancora di più teorie complottistiche da parte anche del sindaco repubblicano Rudolph Giuliani relative ad una ipotetica inadeguatezza alla carica di Presidente degli Stati Uniti a causa di una malattia non specificata e nascosta già evidenziata  durante un recente comizio della Clinton per il Labor Day dove fastidiosi colpi di tosse hanno disturbato e interrotto piu volte il suo comizio. La pronta frase spiritosa per giustificare questa tosse è stata "Sono allergica a Trump.." e la conseguente risata dei presenti può aver sviato la cosa ma il mancamento di ieri, seppur di lieve portata, pone interrogativi seri che dovranno al più presto essere chiariti perchè ma se si paventa un complotto lo si deve ipotizzare sia nel caso che la Clinton nasconda una sua patologia grave e sia nel caso che Trump possa aver progettato di "agevolare" la patologia della sua contendente ma tutto questa sembrerebbe una trama di un film Hollywoodiano..magari non troppo.




L'FBI INTERROGA HILLARY CLINTON SULL'EMAILGATE

Redazione

L'Fbi interroga Hillary Clinton nell'ambito delle indagini sull'emailgate. Un interrogatorio di tre ore e mezzo per cercare di raccogliere ulteriori informazioni sul server email privato usato da Hillary quando era Segretario di Stato. ''Il segretario Clinton si e' offerta volontariamente a essere interrogata. E' soddisfatta di aver avuto l'opportunita' di aiutare il Dipartimento di Giustizia a mettere fine'' alle indagini in corso, afferma lo staff della campagna di Hillary.

L'incontro segue le polemiche scoppiate dopo il faccia a faccia fra l'ex presidente Bill Clinton e il ministro della Difesa americano, Loretta Lynch. Lynch e' stata costretta a fare mea culpa per un incontro che ''comprensibilmente'' ha alimentato dubbi sulle indagini: ''accettero qualsiasi conclusione a cui giungera' l'Fbi'' ha messo in evidenza Lych che, con la sua autorita', potrebbe scavalcare qualsiasi raccomandazione dell'agenzia federale. Donald Trump non si è lasciato sfuggire l'occasione per attaccare Hillary, definendo l'incontro fra Bill Clinton e Lynch come un esempio di politica corrotta. Nelle ultime ore Trump ha anche inviato ai suoi sostenitori una email dal titolo 'I fatti sul server segreto di Clinton', che include tabella sulle email classificate che sono state invitate o conservate nel server .




USA ELEZIONI, DOPO BREXIT: HILLARY CLINTON VOLA NEI SONDAGGI


Redazione

Usa – Hillary Clinton avanti a Donald Trump. La candidata dei democratici aumenta il suo vantaggio staccando il rivale repubblicano. Oltre il 50% degli americani avrebbe l’intenzione di votare Clinton alle presidenziali di Novembre. La Brexit e il possibile effetto domino dell'ondata populista che ha travolto il Regno Unito spaventano Hillary Clinton. Ma per ora, in vista delle presidenziali americane di novembre, è lei a volare nei sondaggi, con Donald Trump che sprofonda accumulando uno svantaggio a doppia cifra. La conferma – dopo i dati di Reuters e Ipsos – arriva da un'altra rilevazione, quella realizzata da Washington Post e Abc, che dà la Clinton avanti di 12 punti. E dire che solo un mese fa i numeri parlavano di un clamoroso sorpasso del tycoon. Hillary comunque resta cauta, anche perché altri sondaggi – vedi quello di Wall Street Journal e Nbc – parlano di un distacco su Trump più ridotto, di soli 5 punti. Per molti osservatori è comunque ancora troppo presto per capire quale sarà l'effettivo impatto del referendum britannico sulla campagna elettorale statunitense.

Nell'entourage della famiglia Clinton, riportano alcuni media americani, serpeggia comunque una certa preoccupazione. Hillary, ma anche l'ex presidente Bill, teme di non riuscire a intercettare quella rabbia sempre più profonda che anima l'elettorato americano, così come accade in Europa. E si fa strada il dubbio che non possa più bastare il messaggio finora portato avanti dall'ex segretario di Stato, volto a privilegiare la stabilità e i cambiamenti graduali rispetto al rischio caos dei cambi radicali invocati da Trump. In quest'ottica sarà fondamentale la scelta del candidato vicepresidente. E soprattutto il lavoro sempre più intenso che Hillary sta portando avanti con la progressista Elizabeth Warren e con lo stesso Bernie Sanders, per costruire un'agenda in grado di intercettare gran parte di quell'elettorato scontento che anche a sinistra è tentato dal non votare la Clinton.

Intanto Trump, nonostante parli di 'parallelismi' tra Brexit ed elezioni americane, continua a vivere il suo momento più nero da quando è iniziata la campagna elettorale. Non è solo il crollo nei sondaggi. Il Washington Post spiega il 'mese orribile' del tycoon con un diffuso e crescente disagio dell'elettorato americano nei confronti di Trump, anche di parte dell'elettorato conservatore (circa un terzo) che non condivide la sua retorica incendiaria. A non piacere alla maggioranza degli americani anche il modo in cui il tycoon gestisce temi delicati di politica economica o estera mischiandoli con i suoi affari personali. Vedi l'esultanza per la Brexit mentre era in Scozia per inaugurare un suo golf club. Così circa due americani su tre affermano che Trump non è idoneo a guidare il Paese, 'non qualificato' per fare il presidente. Sempre due su tre non condividono le affermazioni del tycoon su donne, minoranze e musulmani. E non pochi lo definiscono "razzista", in riferimento soprattutto alle affermazioni sui messicani.




USA 2016: HILLARY CLINTON VITTORIA SCHIACCIANTE IN CALIFORNIA, "NOMINATION STORICA"

Redazione

Hillary continua a fare il pieno di consensi. Con l'inattesa vittoria schiacciante che si profila in California, lo stato più popoloso, ricco e culturalmente influente degli Usa, e il bersaglio piu' grosso (con i suoi 475 delegati) di questo ultimo super tuesday delle presidenziali, Hillary suggella trionfalmente la conquista di una storica nomination, la prima di una donna nei 240 anni della democrazia americana.

La Clinton ha dato una convincente dimostrazione di forza e di superiorita' nel Golden State (con il 39% dei voti scrutinati guida 60,1% a 38,0%) seppellendo definitivamente le velleità di Bernie Sanders di un ribaltone alla convention di luglio, con un cambiamento di fronte dei superdelegati. Hillary ha vinto non solo in California ma anche in tre degli altri cinque Stati chiamati al voto (New Jersey, New Mexico e South Dakota) cedendo a Sanders solo il Montana e il North Dakota (caucus). Un finale di partita che non lascia adito a dubbi, tanto che gia' in serata il presidente Barack Obama, ormai prossimo a dare il suo endorsement al suo ex segretario di stato, ha telefonato ad entrambi per unire ora il partito. Giovedi' vedra' Sanders, che però questa sera, pur ribadendo di voler impedire l'elezione di Donald Trump, ha annunciato che la sua lotta continuera' sino alle ultime primarie a Washington Dc e poi alla convention.

Al Brooklyn Navy Yard di New York, i fan dell'ex first lady sono andati in delirio e lei ha sprizzato felicità e orgoglio, tendendo nuovamente la mano al senatore del Vermont e attaccando il suo futuro rivale Donald Trump. "Grazie a tutti, abbiamo raggiunto una pietra miliare, e' la prima volta nella storia della nostra nazione che una donna sara' la candidata di un partito importante", ha esordito "La vittoria di questa notte non e' di una persona sola, appartiene a generazioni di donne e di uomini che si sono battuti e si sono sacrificati e hanno reso possibile questo momento", ha proseguito. Poi si e' complimenta con Bernie "per la sua straordinaria campagna", per aver portato al voto milioni di nuovi elettori, soprattutto giovani, per "il dibattito vigoroso sulle ineguaglianze". Ma l'ex first lady ha sferrato anche un nuovo attacco al "divisivo" Trump, "caratterialmente inadatto a fare il presidente e il commander in chief". Ma il tycoon ha gia' dato fuoco alle polveri del futuro duello.

"Questa sera chiudiamo un capitolo di Storia e ne apriamo un altro", ha esordito vantando a suo modo anche lui un merito storico per aver raccolto un numero record di voti nelle primarie repubblicane. Poi si e' lanciato a testa bassa contro i "fallimenti" di Obama, contro gli "errori" di Hillary, "estensione dei disastri di Obama", colei che ha "trasformato il dipartimento di stato nel suo hedge fund privato". E contro i Clinton, che hanno "trasformato la politica dell'arricchimento personale in una forma d'arte per se stessi". Il tycoon ha promesso altre accuse contro l'ex coppia presidenziale lunedì prossimo ma per ora appare in difficolta'. Anche se stasera ha vinto i sei stati con percentuali sopra il 67%, nel partito sta crescendo la protesta per le sue dichiarazioni contro il giudice messicano dell'inchiesta contro la sua universita', unico vero ostacolo nella sua corsa alla Casa Bianca. Commenti definiti "razzismo da manuale" dallo speaker della Camera Paul Ryan, che sta facendo acrobazie per non spaccare il partito. Ma alcuni governatori e senatori gia' hanno annunciato che non voteranno piu' per il magnate.




USA, ELEZIONI: HILLARY CLINTON PRIMA DONNA IN CORSA PER LA CASA BIANCA

Redazione
 
Washington – La corsa alla Casa Bianca prosegue inesorabile e sono rimasti in pista Hillary Clinton e Donald Trump. Una sfida all’ultimo voto che vede due figure carismatiche, diverse ma che riescono a catturare l’attenzione dei tanti americani che devono decidere chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti.
 
In merito alla figura dell’ex first lady Hillary Clinton, la Associated Press ha fatto sapere che vi sono tutti i numeri che permettono ad essa di conquistare la nomination democratica poiché ha superato i 2.383 tra delegati e superdelegati che la voteranno nella convention che avrà luogo a Filadelfia a fine luglio. L’ex first lady riferisce che “E' un momento storico senza precedenti" poiché si tratta della prima donna nella storia degli USA ad ottenere una nomination e quindi a partecipare alle elezioni generali. Mentre la famiglia Clinton gioisce per tali obiettivi raggiunti, Barnie Sanders riferisce “E' spiacevole vedere come i media stiano ignorando la richiesta della commissione nazionale del partito democratico di aspettare questa estate per la conta dei superdelegati". Per Hillary Clinton si tratta di un traguardo importante raggiunto poiché 8 anni fa ha dovuto concedere la vittoria a Barack Obama, ma adesso per lei le cose sono cambiate. E Trump? Sembra che l’America lo ami e lo odi allo stesso tempo, c’è chi fa campagne pro e campagne contro e chi lo reputa una “minaccia”. Sanders invece si appresta a svolgere l’ultima campagna elettorale della sua carriera, tutto dipende dall’esito del voto in California. Se va a favore della Clinton allora per lui è politicamente finita. 



HILLARY CLINTON VINCE IN NEVADA, TRUMP IN SOUTH CAROLINA

Red. Politica

Usa – Sarà una guerra all'ultimo voto tra lady Clinton e il grande contestatore affatto simpatico a Papa Francesco. Nonostante la 'scomunica' del Papa per il muro contro gli immigrati, il magnate Donald Trump vince nettamente con oltre il 30% le primarie in South Carolina dopo il successo in New Hampshire, confermandosi il front runner da battere nella corsa per la nomination alla Casa Bianca. Lascia invece l'ex governatore della Florida Jeb Bush, dopo un risultato deludente sotto il 10%: ora i suoi voti potrebbero confluire sul giovane senatore Marco Rubio, suo ex delfino, che al 99% dei voti scrutinati supera di un soffio il collega ultra conservatore Ted Cruz in un testa a testa (22,5% a 22,3%) che comunque lo accredita come candidato dell'establishment del partito in funzione anti Trump. Sul fronte democratico, specularmente, e' Hillary Clinton a consolidare la leadership mettendo a segno nei caucus del Nevada una importante vittoria (52,6% a 47,3%, con l'88,5% dei voti scrutinati) dopo la pesante battuta d'arresto inflittale dallo sfidante da sinistra Bernie Sanders.

In Sud Carolina i primi exit poll e le prime proiezioni avevano visto il vulcanico candidato anti establishment volare subito intorno al 35%, sopra gli ultimi sondaggi, con un ampio margine di vantaggio – intorno ai 12-13 punti – sugli immediati inseguitori. Un trionfo confermato anche dallo scrutinio ormai quasi ultimato: 32,5%. Pur dicendosi soddisfatto del risultato, Cruz vede pero' allontanarsi la possibilita' di essere l'alternativa 'religiosa' al piu' laico Trump come candidato anti establishment, mentre Rubio diventa l'unica carta dei vertici del partito per contrastare il tycoon. Non a caso negli ultimi giorni ha collezionato il maggior numero di endorsement dai dirigenti Gop, sfruttando in particolare l''effetto Haley', la dinamica ed emergente governatrice repubblicana del Sud Carolina che ha fatto campagna per lui e che potrebbe correre in ticket per la vice presidenza. "Ora la corsa e' a tre, ma la nomination la vincero' io", ha assicurato cominciando a corteggiare gli elettori di Bush e a proporsi come campione di una nuova generazione di conservatori pronta a guidare l'America nel XXI secolo. Se Jeb si ritira dopo un magro 7,8%, il governatore dell'Ohio John Kasich, fermo a 7,6%, intende proseguire, come pure il chirurgo in pensione Ben Carson, ultimo con 7,2%. Le primarie del Sud Carolina restano dominate dal ciclone Trump, che sembra essersi addirittura avvantaggiato dallo scontro con il pontefice in uno Stato dove i cattolici sono una minoranza e dominano i fondamentalisti protestanti (evangelici), decisamente ostili a questo Papa progressista e timorosi dell'ingerenza Vaticana, come ai tempi del primo candidato cattolico per la Casa Bianca, John Kennedy. Tanto che dopo la vittoria ha rilanciato la sfida, promettendo che il muro ci sara' e sara' anche piu' alto e sara' il Messico a pagare per costruirlo. "E mi prendero' anche i voti di Bush", ha assicurato comparendo davanti ai suoi fan insieme alla moglie e alla figlia. Il miliardario continua a raccogliere migliaia di fan ai suoi raduni e a "bucare" sui media con le sue bordate provocatorie, coagulando la rabbia e la frustrazione dell'elettorato repubblicano. Anche oggi ne ha lanciate due delle sue. Prima contro Obama per non aver partecipato ai funerali del giudice ultra conservatore della corte suprema Antonin Scalia: "mi chiedo se avrebbe partecipato se fossero stati in una moschea", ha twittato, facendo riferimento alla recente, prima visita del presidente in una moschea americana. Poi contro l'Islam, quando ha raccontato che il leggendario generale Usa John Pershing avrebbe fermato gli attacchi dei musulmani nelle Filippine all'inizio del Novecento sparando contro di loro proiettili immersi nel sangue dei maiali, animale che i musulmani e altri gruppi religiosi considerano impuri




USA 2016: HILLARY CLINTON FAVOREVOLE ALLA PENA DI MORTE

Redazione

Lei che corre per la Casa Bianca non si tira indietro anzi, è favorevole alla pena di morte. Sono divisi anche sulla pena di morte Hillary Clinton e Bernie Sanders, nel duello tv in New Hampshire: l'ex segretario di Stato la ritiene una "punizione adeguata" per "un certo numero di crimini molto limitato e particolarmente efferati", anche se si dice "profondamente in disaccordo con il modo in cui molti stati la stanno attuando", mentre il senatore 'socialista' ritiene che lo Stato non dovrebbe essere "parte di un omicidio".

Hillary Clinton si difende dalle accuse di aver usato un server privato per mail legate alla sua attivita' di segretario di Stato non solo ribadendo di non aver mai ricevuto messaggi classificati, ma sottolineando che anche alcuni suoi predecessori ricevettero informazioni su account personali di email, come emerso oggi a proposito di Colin Powell e di alcuni consiglieri di Condoleezza Rize durante la presidenza del repubblicano George W Bush. L'occasione le viene fornita da una domanda dei conduttori del duello tv con Bernie Sanders.

"La classe media ha salvato Wall Street quando e' stato necessario, ora e' arrivato il momento che Wall Street aiuti la middle class": il senatore del Vermont Bernie Sanders va all'attacco del cuore economico americano nel duello tv con Hillary Clinton, a pochi giorni dalla primarie del New Hampshire, che lo vedono ampiamente favorito dai sondaggi. Wall Street dovrebbe pagare anche per ridurre i costi dei college, dice Sanders, accusando un Paese dominato dalle corporation, dalle banche, dai ricchi. E poi insiste sulla sua riforma sanitaria per tutti, perche' sia un diritto e non un privilegio




BARACK OBAMA? MEGLIO HILLARY CLINTON

Un sondaggio della Cnn/Orc International non ha dubbi, il 64% degli intervistati preferisce Hillary Clinton, l’ex segretario si Stato. Polemiche in casa, non solo sul fronte Russo sul nuovo intervento che il Presidente degli Stati uniti vorrebbe portare a favore degli avversari armati di Bashar Al-Assad in Siria,

di Cinzia Marchegiani

Washington (USA) – Barack Obama sembra non godere un’ottima forma ultimamente. La sua politica interna e anche estera è sotto una gigantesca lente d’ingrandimento. Solo qualche mese fa era stato pubblicato un sondaggio della Cnn/Orc International che fotografava la fiducia degli americani al minimo storico per Obama. Il 64% degli intervistati preferiva Hillary Clinton, l’ex segretario di Stato, attribuendo alla ormai first lady la capacità di un vero leader determinato e risolutivo per affrontare e gestire le nuove crisi. A portare altre grane in casa dei democratici è la sentenza ormai storica con cui la Corte Suprema ha emesso il verdetto di inammissibilità delle nomine che Obama a interim per alte posizioni di governo che Obama ha conseguito senza aver richiesto l’approvazione del Senato.
Un processo lento e inesorabile sembra avvolgere in una spirale negativa il Presidente Barack Obama, forse perché ha disatteso quel grande sogno americano che doveva portare a compimento. Proprio in questi giorni al Consiglio di Sicurezza Nazionale degli stati uniti è ritornato sul fronte siriano, e sembra determinato a far approvare uno fondo di 500 milioni di dollari, secondo le agenzie estere, per le apparecchiature e poter istruire i militari dell’opposizione siriana, convinto che occorre aiutare glia avversari armati di Bashar Al Assad, in modo da amplificarne l’appoggio alla branca moderata.

Atteggiamento e iniziativa molto discussa in casa americana che ha fatto subito sollevare molti dubbi, poiché si potrebbe avere il rischi che le stesse armi e attrezzature possano cadere nelle mani degli islamici radicali, ma Obama afferma che tali timori sono infondati. Si legge che la US National del Consiglio di Sicurezza per evitare tale disastro, questo appoggio verrebbe fornito solo in assoluta certezza che vadano in mano dell’opposizione siriana.
Anche sul fronte russo si sono sollevati i dubbi su questo pacchetto generoso di fondi da canalizzare sul fronte siriano, l'inviato diplomatico della Russia, Vitaly Churkin delle Nazioni Unite sostiene che un fondo così cospicuo dovrebbe essere speso per qualcosa di più utile, invece di mettere altra benzina sul fuoco nel conflitto siriano, sarebbe invece opportuno trovare un’altra soluzione politica.
Anche a giugno un altro sondaggio sulla popolarità di Barack Obama segna il decadimento della popolarità e fiducia nella sua politica estera, che sembra causare i problemi interni del paese oltreoceano come l’assistenza sanitaria per gli stessi veterani e inficiare sull’accordo per lo scambio dei prigionieri talebani in Afganistan.
Barack Obama deve valutare bene questa inaspettata impopolarità…presto l’Osservatore d’Italia dedicherà un panoramica sulle aspettative dei grandi imprenditori americani che sembrano non vedere di buon occhio la politica estera di Obama soprattutto sul fronte crisi Ucraina-Russia.