LIBIA: "NO A UNA GUERRA SUICIDA"

Redazione

E' categorico sul tema della libia Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm).“Un intervento militare in Libia sarebbe un errore – dice – che il Paese non può permettersi. Ad essere un ostacolo alla demenziale ipotesi di un intervento armato sul suolo libico da parte delle forze armate italiane non sono solo per le passate vicende coloniali che i libici non hanno dimenticato, lo sono anche le condizioni economiche del nostro Paese, che è alle prese con una grave e malcelata crisi che ha fortemente ridotto i mezzi e le risorse economiche che sarebbero necessari per sopportare un simile impegno. E poi, è inutile far finta di non sapere che le nostre forze armate sono ridotte ai minimi termini per quanto riguarda il personale – che in media ha oltre 40 anni -, per la mancanza di un adeguato addestramento e per la cronica inefficienza degli armamenti disponibili. Renzi non si faccia ingannare dalla Ministra della difesa e da quei suoi generali che pur di essere impegnati in qualche guerra, o col miraggio di facili carriere, sono pronti a mandare allo sbaraglio i loro stessi uomini e donne. Renzi non dia ascolto agli starnazzamenti di quegli esponenti politici che dell'interventismo a tutti i costi ne fanno una ragione di opportunità personale e per le lobby degli armamenti perché alle ragioni "umanitarie" non serve una nuova missione di guerra per riparare agli effetti della fine del regime del leader libico Gheddafi, che oggi sono più che mai evidenti. La soluzione va intelligentemente ricercata in quei paesi e con quei governi del Medio Oriente e del Nord Africa ancora capaci di contribuire a ridare alla Libia e quindi a quell'aera quella stabilità che anche l'Italia, nel 2011, con la sua partecipazione alle azioni di guerra, ha compromesso irrimediabilmente.”.