GRILLO, ALTRI TRE ABBANDONI: MOVIMENTO 5 STELLE NEL CAOS

Redazione

Bufera pentastellata.Tre parlamentari del Movimento 5 stelle hanno annunciato le dimissioni. Si tratta dei senatori Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni e del deputato Cristian Iannuzzi che su Twitter ha scritto: "Oggi ho rassegnato dimissioni dal Parlamento con gli altri due portavoce di Latina. Il rispetto di principi e regole vale piu' di una poltrona". Intanto sale la protesta del Movimento 5 stelle nell'Aula della Camera dove e' iniziato l'esame del ddl di Stabilita'. A conclusione della votazione degli tabella al ddl di Bilancio cinque deputati di M5s hanno occupato i banchi del governo.
  "Ritengo il comportamento molto grave – ha detto il presidente di turno Roberto Giachetti riaprendo i lavori dopo una breve sospensione – e per questo espello i deputati". Gli esponenti del Movimento stanno utilizzando tutto il tempo a loro disposizione per illustrare i loro emendamenti.




RIFORME: RENZI E GRILLO SI INCONTRERANNO IN SETTIMANA

di Maurizio Costa


Dopo aver presentato i dieci punti con le proposte del Movimento 5 Stelle riguardo alle riforme, Matteo Renzi, definito il "bradipo" da Beppe Grillo, propone un incontro per giovedì o venerdì, "Va bene presso la Camera, va bene in streaming, fateci sapere" ha scritto il Pd sul proprio sito. L'incontro si svolgerà, bisognerà vedere se i grillini riusciranno a far valere le loro idee riguardo alla riforma del Senato prima che il premier chiuda la pratica.

"La legge elettorale per noi va approvata il prima possibile – si legge nella lettera dei democratici – Dunque, ragionevolmente, prima dell’entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale." Le proposte del Movimento sono molto interessanti, secondo i dem, che vorrebbe valutarle in un clima sereno e disteso, senza insulti.

Riguardo all'immunità parlamentare, inserita nel decreto e osteggiata dai grillini, la lettera del Pd non sembra essere molto chiara: "La vostra posizione è molto seria. Siamo pronti a discuterne, anche con gli altri partiti. Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l’arresto anche di nostri colleghi. Voi ci assicurate che per qualsiasi procedimento già in corso contro parlamentari del Movimento Cinque Stelle rinuncerete all’immunità? Per noi è molto importante capire se su questo tema fate sul serio o no." Un ritorno alla storia passata, che non farà piacere a Beppe Grillo.

Il M5S ha paura di essere messo da parte, a favore dell'intesa che Renzi ha stipulato con Berlusconi per la scrittura e l'approvazione delle riforme elettorali e costituzionali. Intanto, entro martedì sera alle ore 20, scade il termine per presentare gli emendamenti al Senato per le riforme, e mercoledì comincerà la votazione. 




LEGA NORD MATTEO SALVINI:"GRILLO CRIMINALIZZATO DA FORZA ITALIA HA AGEVOLATO PD"

Redazione

Ecco che il leader della Lega Nord Matteo Salvini strizza l'occhio a Grillo e lancia un'accusa a Forza Italia rea di aver "criminalizzato" il leader del Movimento Cinque Stelle. Di seguito le dichiarazioni di Matteo Salvini: «Della campagna elettorale di Forza Italia non mi è piaciuta la criminalizzazione di Grillo, che io non penso sia eversivo o sia Hitler, e di cui non mi interessa l'incidente stradale. Questa criminalizzazione ha aiutato certamente Renzi. E poi è sbagliata, perché nel voto al Movimento 5 stelle c'è tanta PASSIONE, tanta fiducia, alcune idee un po' confuse su certi temi, ma spero sia un patrimonio che ora non si disperda, perché ha portato partecipazione e interesse, sia in rete che in piazza.»




GRILLO E VESPA: SALTA IL PRIMO, PUNGE IL SECONDO

di Daniele Rizzo

Grillo torna in Rai ventuno anni dopo l’ultima volta, e lo fa rientrando dalla Porta (a Porta) principale, quella di Vespa. Sarà rimasto però deluso chi pensava che ci sarebbe stata un’intervista vera e propria; il leader del Movimento 5 Stelle ha tenuto un comizio elettorale per circa un ora, e a nulla sono valsi i pur numerosi tentativi del padrone di casa di riportare il confronto in una dimensione più giornalistica.

Il solito Grillo
Preso atto della situazione, a Vespa non è restato altro da fare che assecondare Grillo in tutto il suo soliloquio, disorganico e disorganizzato, tentando di frapporre al discorso dell’ex comico genovese qualche domanda qua e là. Il solito Grillo ha iniziato deridendo il pubblico, accusato di essere pagato da una società per partecipare a queste kermesse televisive senza poter intervenire; un po’ come il popolo italiano, ha continuato Grillo, che negli ultimi anni si è trovato ad essere spettatore non partecipe della situazione politica italiana. Da manuale poi le battute sugli altri esponenti politici: Monti “Rigor Montis”, Bersani “Gargamella”, Renzi “l’ebetino”, Berlusconi “museo che regala dentiere”; tutte battute ormai assodate da tempo.

"La prima forza politica del Paese"
Se con “flusso di coscienza” potessimo descrivere lo stile usato ieri sera da Grillo senza offendere nella memoria chi prima di lui ha fatto di questo un “vero” stile narrativo, allora potremmo certamente classificarlo come tale. Grillo ha cominciato il suo discorso chiarendo che le elezioni del 25 maggio saranno un banco di prova politico e che anche se il governo non si dimetterà, qualora dovesse andare male per il PD, loro andranno comunque al Quirinale a dire che Napolitano non li rappresenta e che le larghe intese non hanno funzionato. Alla questione posta da Vespa su con chi andranno eventualmente a governare, con chi faranno l’alleanza, Grillo ha poi risposto che loro non fanno alleanze, devono andare tutti a casa gli altri perché il Movimento 5 Stelle andrà a governare solo con i cittadini. A nulla sono valse le richieste di chiarimento da parte del conduttore che chiedeva praticamente come sarebbe stato possibile prendere la maggioranza dei seggi: Grillo ha insistito sul fatto che sono la prima forza del paese. Poi il leader pentastellato ha ricordato che, grazie a lui e al suo movimento, in Italia non si sono creati gruppi o partiti estremisti, come invece è successo in Finlandia, in Grecia con Alba Dorata o in Francia con Le Pen; il Movimento è stato in grado di convogliare tutte quelle forze “incattivite” in un progetto politico democratico. Su questo punto è arrivata la punzecchiatura di Vespa, che ha definito il Movimento talmente democratico e pluralistico che tutti quelli che la pensavano diversamente dal leader sono stati cacciati.

Reddito di cittadinanza
Decisamente corposa la parte del “comizio” dedicata alla questione del reddito di cittadinanza, un progetto per il quale servirebbero 19 miliardi, soldi che a detta di Grillo sarebbe possibile trovare tagliando i rimborsi elettorali, tagliando i rimborsi agli editori (inevitabile l’attacco alla stampa giudicata semilibera), alzando la tariffa sul gioco d’azzardo online e tagliando le spese militari. Proprio sulle spese militari è intervenuto Vespa, che ha ricordato come ci siano circa 6300 persone che lavorano sugli F-35 nell’ambito dell’Alta Tecnologia, posti di lavoro che non è possibile tagliare; e infatti Grillo ha risposto che queste persone sarebbero da spostare in altri settori dove l’Alta Tecnologia è più utile.

L’expo di Milano
Immancabile la critica all’Esposizione Universale del prossimo anno a Milano. L’EXPO secondo Grillo andrebbe chiuso perché è una rapina, una truffa, uno spreco di soldi. Dice di essere andato con 40 deputati grillini dentro i cantieri dell’EXPO ed aver trovato il nulla, solo opere infrastrutturali; e ancora terreni che dopo l’esposizione passeranno dalla destinazione agricola a quella edificabile, un’autostrada a 15 corsie che da Milano porta a Monza (neanche a Los Angeles); e poi imprese colluse con la mafia e Cantone, il supercommissario designato da Renzi, che arriva quando tutti gli appalti sono stati già assegnati. Insomma un Grillo scatenato che non ha risparmiato niente e nessuno.

L'appello ai votanti
Tanti quindi gli argomenti toccati, e riportarli tutti è anche molto complicato visti i voli pindarici che hanno accompagnato il discorso del leader a cinque stelle. Comunque la chiusura della pseudo-intervista non poteva che essere un appello al voto, e così è stato. “La rivoluzione nostra” ha intimato Grillo “è inserire nei posti giusti una persona onesta; un onesto poi si circonda di onestà”, per questo motivo “premiate le persone; io non sono candidato, non ho guadagnato nulla…il nostro è un movimento di comunità”.
Se l’appello di Grillo abbia colpito nel segno o sia caduto nel vuoto lo scopriremo tra cinque giorni; intanto resta un dubbio: le elezioni europee saranno veramente un banco di prova politico?




BERLUSCONI: ERANO I TEMPI DEL GIAGUARO!

di Angelo Parca

Non so, questo Silvio Berlusconi in Tv prorio non mi convince. Ha perso la grinta è meno imprevedibile e più pacato. E’ meno Cav. Sì pare proprio che rinunciando al titolo avesse rinunciato ad un’armatura. Lo smalto e l’ironia di quando ha spolverato la sedia a Travaglio sembra un lontano ricordo. Adesso c’è un vecchietto di 77 anni che, volenti o nolenti, ha fatto un pezzo di storia della politica italiana ed ha finito la sua carriera ai servizi sociali. Il suo tempo è terminato. Purtroppo, quello che spaventa è che all’orizzonte non c’è nulla di nuovo e tutto il vecchio che avanza è pronto a fagocitarsi i “buoni” propositi di Matteo Renzi, una matricola al Governo, cui presto faranno capire che bisogna chinare il capo.

Del resto il fiorentino lo ha detto che o gli fanno fare ciò che vuole o torna da dove è venuto. Forse già rimpiange la fascia da primo cittadino, certo fare il capo del Governo è altra storia perché certi parassiti in poltrona sono difficili da scrostare via. A dare la notizia al premier che non passerà nulla al sentato riguardo la riforma dello stesso è proprio l’ex senatore Silvio, sì proprio lui, il pregiudicato che aspetta giustizia dall’Europa.

E se da un lato in maniera se vogliamo paranoica, nostalgica e autolesionista si prende coscienza di quanto Silvio sia ormai giunto al capolinea, dall’altro non rimangono che poche stringate riflessioni con un contorno di zero idee e zero carisma e zero democrazia.

Angelino Alfano dovrebbe tornare a fare il proprio mestiere. Non piace alla massa e non sarà in grado di cavalcare l’onda senza aggrapparsi ad una tavola da surf più grande del suo salvagente: quello che gli tirò Letta quando Silvio sperò fino all’ultimo di non aver perso il suo fido delfino.

Su Renzi è già detto, l’unica speranza è che riesca a far saltare il sistema. La domanda è: fino a che punto vuole che salti?

Poi c’è Grillo che aldilà dei buonissimi prpositi e impegno civico dei militanti Cinque Stelle che ci credono, dovrebbe iniziare davvero ad “uscire dal blog” cercando fuori quella democrazia che ben poco è riuscito a conseguire dentro il web, nella cosidetta rete. Ho paura che la rivoluzione che tanto sbandiera si possa rivelare come una grande bolla di sapone: quando scoppia non rimane nulla, tranne che le speranze infrante degli italiani e dei militanti che l’hanno seguito. Vorrei tanto sbagliarmi. Grillo comunque prenderà consensi alle Europee.

giorgia Meloni non sarà una forza politica capace di camminare con le proprie gambe. Idem Ncd. Forza Italia darà ancora un discreto risultato, ben lontano dagli anni d’oro perché ormai non ci crede quasi più nessuno. Renzi rimarrà ancora in piedi con una buona scia di fans. Fino a quando non lo decideranno loro… loro chi? I Matusa. 




GRILLO E IL SUO TWITTER AL VITRIOLO PER IL SINDACO PIZZAROTTI

Redazione

Probabilmente lo vovleva "fare fuori da tempo", ma con il suo twitter al vitriolo lo ha steso ko al sindaco Pizzarotti. Ennesima rottura tra gli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Al centro delle polemiche, questa volta, è finito il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, attaccato su Twitter da Beppe Grillo per aver organizzato un incontro con i sindaci e i candidati sindaci M5s senza il via libera del comico. "L'incontro non è stato in alcun modo concordato con lo staff, né con me", ha scritto Grillo. "Se fare rete non va bene, fate voi", ha replicato Pizzarotti.

Grillo fa riferimento all'iniziativa di Federico Pizzarotti che sulla sua pagina Facebook aveva annunciato per "il prossimo 15 marzo" un incontro con "gli attivisti che si preparano alla campagna elettorale per le elezioni amministrative". Evidentemente, la riunione non è piaciuta allo staff del M5S che ne ha preso le distanze. Proprio Pizzarotti, la scorsa settimana, commentando le espulsioni dei senatori "dissidenti" aveva lasciato trapelare qualche perplessità: "Lasciano l'amaro in bocca", aveva detto ai cronisti.Favia: "E' nella black list di Grillo da tempo" – "Pizzarotti è nella black list di Beppe Grillo da tempo, ancora non lo hanno espulso solo perché hanno paura che a toccarlo esploda la scissione del Movimento". Così l'ex M5s Giovanni Favia, ora consigliere regionale indipendente dopo l'espulsione, commenta la vicenda.




RENZI FAGOCITATO DALL'EX COMICO

Grillo è riuscito a far passare, nella stragrande maggioranza degli utenti, l’idea che Renzi fosse un “giovane vecchio” mentre il neo presidente del Consiglio implorava un minuto di attenzione che non gli è stato affatto concesso

 

di Chiara Rai

Il nostro commento lascerà di stucco sicuramente i lettori che già pensano di conoscere le nostre sfumature alle critiche che rivolgeremo alla diretta streaming delle consultazioni tra Renzi e Grillo. Il dato di fatto è che Renzi è stato completamente fagocitato da Grillo come uno scolaro che si presenta impreparato all’interrogazione dell’anno. Se avessi scommesso avrei perso, perché già mi immaginavo un Renzi brillante che partiva in quinta pronto a prendere per i fondelli l’ex comico genovese che invece, con grande sorpresa, ha conquistato la scena e anche una bella carovana di consensi. Non bisognava giocare in difesa ma partire in attacco e restarvi fino alla fine della diretta.

Grillo è riuscito a far passare, nella stragrande maggioranza degli utenti, l’idea che Renzi fosse un “giovane vecchio” mentre il neo presidente del Consiglio implorava un minuto di attenzione che non gli è stato affatto concesso perché Grillo nella figura del “dittatore” ci sguazza bene, ci ha costruito la suo promo contro il giovinotto già sporco di retaggi e vecchie manovre, tra banchieri e grandi imprenditori che avrebbe alle spalle. Poco efficace la battuta renziana “esci da questo blog!”.

La verità è che Grillo si è preso sfacciatamente la scena e l’ha sostenuta trattando da povero novellino di età avanzata l’ex sindaco di Firenze che secondo Grillo sarebbe dovuto rimanere a fare il sindaco perché eletto sindaco dal popolo che invece non lo ha scelto come presidente del Consiglio.

Si può disquisire su tutto. Le modalità di Renzi, sebbene sia indubbio che rappresenta una novità ciclonica tutta da mettere alla prova, non hanno avuto l’effetot che invece ha sortito il Grande Urlatore. Non bisogna parlare di lavoro ma di reddito di ognuno, i tagli delle indennità, il risparmio energetico, reinventarsi la propria attività, insomma il genovese trituratore mediatico ha detto tutto e niente e ha dettato legge. “Non sono venuto qui per ascoltare” e il controcanto di un pietoso “Beppe, Bepp.., Be..” di Matteo che continuava a dargli del tu rilanciando una carta completamente prevaricata dall’asso di Grillo. Il rottamatore ha fatto proprio la figura del pugile suonato. Speriamo che questo scenario non si ripeta in altre sedi e in altre occasioni. Altrimenti, povero popolo di pecoroni!




RENZI BUTTA GIU' LE CARTE E VANNO IN ONDA LE TELENOVELAS

di Chiara Rai

Renzi ha preparato la ricetta a pochi giorni dall’elezione a segretario Pd. Modello spagnolo, Mattarellum corretto e doppio turno di coalizione come per i sindaci. Il primo piace tanto a Silvio e alla sua ciurma mentre ad Angelino e Letta piace il modello sindaco d'Italia.

I movimenti sono strani, ma direi non troppo complicati da decifrare. Letta e Alfano fanno finta di nulla mentre Renzi, Berlusconi e pentastellati, dal canto loro, spingono sull’acceleratore per andare a elezioni anticipate. Non ci vuole uno stratega per capire che il Cavaliere disarcionato fa il filo a Renzi per comprensibile convenienza e che sul modello spagnolo proposto dal sindaco di Firenze potrebbero trovare quell’intesa sfiorata più volte ma sempre smentita.

Pur di andare al voto si fa fronte comune col nemico amico e poi ognuno a casa a propria, almeno per salvare l’apparenza. Perché la verità è che siamo di fronte all’ennesima corsa per la potrona dove chi vi siede sopra non si scrosta facilmente.

Una corsa che se ne infischia dell'oceano di crisi in cui gli italiani stanno affogando. E intanto vanno in scena le telenovelas: Angelino avrebbe rotto il suo paradisiaco amore per l'ex premier per restare in vetta ma a questa storiella più di qualche italiano comune mortale non ci ha creduto. Pur di non lasciare i consensi a Grillo si sono separati ma al momento buono potrebbero fare muro e tornare alla ribalta.

Una manovra che se la facesse Casini o quel che rimane di Fini perderebbero completamente la faccia promiscua e non solo loro ma anche chi di plastiche, mandati e prese per i fondelli ne sa qualcosa.

Il comico genovese non sa più come reagire perché vede Renzi come un pericoloso antagonista ed in realtà lo è perché non produce solo slogan ma oggi ha fatto parlare tutti i giornali per la prontezza di riflessi.

Due titani che vorrebbero profumare di acqua di colonia di neonato in fasce si trovano spiazzati e, come già detto, sono due facce della stessa medaglia: incandidabili tutti e due, che sparano cartucce finché possono.




ARMIAMOCI E PARTITE

Angelo Parca

La conoscete la storia di al lupo, al lupo? Con qualche ritocchino potrebbe chiamarsi al grillo, al grillo! Si quel grillo che conosciamo noi ne ha combinata un’altra. D'altronde non lo si può biasimare, lui è golpista, è tsunami, è un ex comico. Lui si diverte ad invitare tutti in piazza e poi a non presentarsi mettendo su una scusa. I suoi militanti c’erano però. Aspettavano il loro leader, davano informazioni: “non verrà in camper”.  Emozionati con le bandiere colorate, sicuri che da lì a pochi minuti sarebbe arrivato il loro leader. Invece il grillo ancora in viaggio ha cinguettato una posticipazione del golpe pentastellato a domenica. E ancora molti grillini rimangono fermamente convinti di protestare per una giusta causa, convinti che l’aver chiesto aiuto a Napolitano dopo le pietose scene susseguitesi fosse un vero e proprio golpe. Quando il presidente potrà essere eletto dal popolo e qualcosa non andrà per il verso giusto allora sì che si potrà urlare al golpe! Eppure i militanti, almeno fino alle dieci di sera, poco meno, come degli automi hanno continuato a ripetere Rodotà, Rodotà, Rodotà…. ma se non ha i numeri che la si smetta di rendersi ridicoli. Con tutto il rispetto per la persona di Rodotà che pur ha compreso una possibile distorta strumentalizzazione della propria figura, Napolitano è attualmente il presidente della Repubblica condiviso a larga maggioranza. Non c’è stato nessun inciucio, ne Prodi e neppure Marini. I Cinque Stelle sono rimasti chiusi su loro stessi in preda ad un io smisurato. Ma urlare al golpe piace anche quando si rimane da soli a farlo, con un pugno di critiche in mano, pronti a dire ancora una volta no, in nome di quella comprensibile umana fatica scaturita da una nera crisi. Una crisi che solo il Grillo
sa cavalcare.
 




MILENA FA L'ESCA E RODOTĂ€ IL PESCATO

Angelo Parca

La Gabanelli è l’esca e Rodotà il pescato che potrebbe essere condiviso da Cinque Stelle e Pd. Il gioco non solo si fa duro ma appare sopraffino. La Gabbanelli Presidente della Repubblica è un’utopia. Noi l’abbiamo sempre detto che una donna al Colle è quel che ci vorrebbe in questo momento ma la Gabbanelli sarebbe il non plus ultra. Proprio per questo non verrà eletta. I politicanti, ma più gli stessi colleghi giornalisti, dai salotti televisivi hanno detto in poche parole che non è all’altezza. L’hanno bocciata.  Solo qualche onesto ha sottolineato che non è “affidabile” nel senso più buono del termine. In pratica Milena è un personaggio poco moderato forse per i gusti dei grandi elettori. Un’esca  appetibile per poi tirare fuori Rodotà, lui è un politico all’ ”altezza” perché è pur sempre politico. La pasta non è acqua. Comunque dinamiche di un Grillo a parte, Rodotà è un buon elemento, ricordiamo che nel 1992 presiede in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro l'ultima seduta del Parlamento convocato per l'elezione del capo dello Stato.  Scalfaro, Presidente della Camera e candidato al Quirinale, preferì lasciare a Rodotà la presidenza, in vista della sua elezione. Al termine della legislatura, durata appena due anni, Rodotà decide però di non ricandidarsi, preferendo tornare all'insegnamento universitario. Dal 1983 al 1994 è stato membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Nel 1989 è stato eletto al Parlamento europeo. Insomma è un personaggio conosciuto che ha continuato la sua escalation: è stato il primo Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali e dulcis in fundo nel 2010 ha presentato all'Internet Governance Forum una proposta per portare in commissione Affari Costituzionali l'adozione dell'articolo 21bis: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”. Ecco che Rodotà rappresenterebbe il dialogo muto tra Cinque Stelle e Partito Democratico che però dovrebbe auto lesionarsi e mettere da parte il loro papabile figliol Prodi. Intanto il tempo perso, ma ormai è andata come si dice, il Fondo Monetario internazionale mette il dito nella piaga: Il pil continuerà ad essere negativo anche nel 2013 (-1,5% dopo il -2,4% del 2012) e il segno meno si vedrà, di sfumatura, solo nel 2014 (+0,5%). Ci sarà un peggioramento della disoccupazione che salirà al 12% nel 2013, rispetto al 10,6% del 2012. L'andamento al rialzo del livello di disoccupazione peraltro coinvolgerà tutti i paesi europei, con la Francia che dovrebbe passare dal 10,2% dello scorso anno all'11,2% del 2013 mentre la Grecia dovrebbe affiancare la Spagna con un 27% nell'anno in corso (26% nel 2014). Migliorano per l’Italia invece le stime sul deficit che nel 2013 sarà pari al 2,6% del Pil mentre il debito sale al 130,6% del Pil dal 127,0% del 2012. Gli economisti dicono chiaro e tondo che sulla crescita del nostro Paese incide anche «l'incertezza politica» che ostacola gli investimenti.




UN’ITALIA SENZA CRISI

Chiara Rai

Mentre la politica si scorna, s’incontra e scontra senza proporre nulla di concreto la mente viaggia verso l’Italia di cui si vorrebbe parlare nel futuro. Un’Italia risollevata dalla crisi grazie ad una semplice ricetta prodotta con investimenti mirati alla ricerca, alla formazione e allo sviluppo e alla salvaguardia dell’Ambiente. Sembrano parole aliene per noi, una dimensione extraterrestre eppure altri Paesi hanno già dato il buon esempio in tal senso.

Grazie ad una politica di investimenti nei settori di ricerca, formazione e istruzione arricchita da un programma per facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, grazie alla riduzione dell’imposta del reddito e la rivisitazione, razionalizzazione e laddove necessario potenziamento dell’offerta sanitaria e grazie soprattutto ad una enorme offerta culturale, l’Italia volerebbe ai primi posti in Europa come produttori di benessere e di una politica economica mirata e brillante. Basterebbe drasticamente tagliare i costi della politica e tutti benefit che si sono talmente moltiplicati da soffocarci come sanguisughe. Togliendo la scorta e l’auto blu a Prodi, i festini a Fiorito, le case a Scajola e a Ceppalopoli, quanti posti di lavoro nella formazione, ricerca, cultura avremmo rimediato? Caserme dismesse, palazzi, beni dello Stato in abbandono con all’interno macchinari nuovi di zecca: quanti posti di lavoro riusciremmo a creare? Il problema è che si è rinunciato a ciò che misura la nostra civiltà. La cultura, a mio parere, misura la nostra civiltà e noi siamo riusciti quasi ad ucciderla.

Abbiamo un patrimonio culturale, archeologico e naturalistico che tutto il mondo ci invidia e non riusciamo a comprendere che basterebbe utilizzarlo come volano, basterebbe tornare all’opera, a teatro, valorizzare le scuole e restituire la dignità agli insegnanti. Sì perché oltre alla rumorosissima ed evidente crisi economica stiamo vivendo una silente e assassina crisi dell’istruzione. La democrazia per essere tale deve cibarsi d’istruzione e di cultura umanistica. E infine “last but not least”, bisognerebbe, almeno in questo frangente cogliere la crisi come l’opportunità di tornare alle radici per un “ritorno all’etica dei consumi”, così come scritto sullo studio del Cermes dell’università Bocconi il quale suggerisce una perfetta ricetta: mettersi nelle sapienti mani di una donna.

Ecco, forse una donna al Colle in questo momento sarebbe risolutiva come, nella Chiesa ad esempio, lo è stato Papa Francesco che ha portato quella giusta dose di umiltà, semplicità e reale comprensione della condizione di povertà che chiede il popolo sia esso credente o no. Sarebbe un passo avanti ad esempio iniziare dalle piccole cose, dai piccoli cambiamenti per arrivare ai grandi. Ci si può appassionare alla pratica del bookcrossing: si scambiano libri, si fa circolare la cultura. Negli Stati Uniti, migliaia di persone attraverso internet condividono, scambiano, rimettono in circolo beni e competenze. Si chiama Consumo collaborativo, a chiamarlo così sono stati Rachel Botsman e Roo Rogers nel loro libro. What’s mine is yours e, secondo il Times, è una delle dieci idee che cambierà il mondo. Questo poteva essere una modalità anticrisi che avrebbe potuto adottare il buon Grillo amante del web e dell’”estero”, la stampa estera. Così, proprio leggendo i giornali d’oltreoceano avrebbe potuto carpire, riprodurre e proporre agli italiani. La mente ha viaggiato verso un’Italia che può essere costruita solo se venissero messi da parte gli interessi personali in favore del vero, reale “bene del Paese”.