GRECIA: LA BCE DICE STOP AI FINANZIAMENTI

di Alberto De Marchis

La BCE gela la Grecia a pochi giorni dalle elezioni di Tsipras, che ha vinto grazie alla sua politica di antiausterità, annunciando che non permetterà alle banche greche di continuare ad utilizzare i suoi titoli di stato quale garanzia per approvvigionarsi di nuova liquidità.

E' stato categorico dunque, al proposito, il direttivo dell'Eurotower che già concesse questa possibilità alla Grecia con una deroga nel 2010. La stessa Bce spiega che quella deroga permetteva che i titoli pubblici greci fossero utilizzati nelle operazioni di politica monetaria dell'Eurosistema nonostante la Grecia non avesse più un rating al livello d'investimento, ma speculativo. Questa concessione era stata rilasciata in virtù della permanenza della Grecia all'interno del programma di risanamento della Ue.

Un progetto che pare definitivamente sfumato perché il presidente Bce Mario Draghi su questo punto è stato lapidario giudicando sostanzialmente negativa la nuova linea anti – troika impressa dal governo. E che i bond grechi non siano più garanzia per ottenere liquidità lo si è deciso subitp dopo gli incontri di Tsipras alla Ue e del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. Il ministro il quale, in un'intervista alla radio pubblica tedesca Ard, ha chiesto ai partner europei "tempo fino a maggio per poter elaborare i nostri suggerimenti per una soluzione" della complessa trattativa sulla rinegoziazione del debito ellenico. Eppure in un'altra intervista al quotidiano 'Die Zeit', Varoufakis ha invece affermato che "la Germania non deve fidarsi della Grecia ma ascoltarla". Promettendo di non aumentare l'indebitamento del paese, il ministro ha definito il piano di assistenza della troika "un errore enorme" e ha invocato un "piano Merkel", sulla scia del piano Marshall, che "unisca i popoli europei e diventi una meravigliosa eredita' per il paese tedesco". Varoufakis ha poi rilanciato la proposta di un "prestito ponte" della Bce e ha confermato che non intende chiedere un 'haircut', ovvero una riduzione del valore nominale del debito". Il ministro ellenico ha inoltre rivelato di aver contattato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, per chiedergli di aiutarlo a elaborare un programma di riforme che vada nella direzione di una maggiore equita' fiscale e della lotta alla corruzione. Il braccio di ferro tra Grecia è iniziato e la prima doccia dalla Bce non è tardata ad arrivare.
 




TSIPRAS RIVOLUZIONA LA POLIZIA GRECA: BASTA PISTOLE E MANGANELLI AI CORTEI

di Maurizio Costa

Atene – Dopo anni di scontri, manganellate e molotov durante le manifestazioni politiche, Tsipras, che ha vissuto sul campo le ingiustizie della polizia durante i cortei, ha deciso di dare una svolta e ha rivoluzionato la polizia greca. Basta pistole nelle fondine durante le manifestazioni e basta ai cordoni intimidatori. Da adesso in poi ci saranno solo cortei pacifici.

La prova del nove è arrivata sabato, quando due manifestazioni diverse, una degli estremisti di destra di Alba Dorata e l'altra degli antifascisti, si sono svolte nel centro di Atene. Fino a qualche mese fa, si sarebbero scatenate rivolte contro la polizia, lanci di molotov e cariche delle forze dell'ordine. Questa volta non è successo nulla.

I due schieramenti non sono mai entrati in contatto e la polizia ha chiuso alcune vie usando solamente un nastro di plastica e facendo parlare un solo poliziotto con i manifestanti, evitando cordoni e cariche preventive. Le transenne di ferro sono state eliminate e pochissimi poliziotti vigilavano su Vassilis Sofias, la via delle ambasciate.

Le forze dell'ordine erano disarmate, senza maschere anti-gas e senza caschi. L'atteggiamento pacifico dei poliziotti ha tranquillizzato anche i manifestanti, che, a parte qualche spinta innocua, non ha mostrato segni di aggressività.

I manifestanti hanno anche imbrattato qualche camionetta della polizia, ma le forze dell'ordine hanno lasciato fare e non hanno punito nessuno per questi atti così leggeri.

Tsipras ha rivoluzionato drasticamente il modo di trattare con i manifestanti, che, fino a qualche mese fa, era uno dei peggiori del vecchio continente. La forza verrà utilizzata solamente in caso di pericolo imminente o di violenza da parte dei manifestanti. Mai più scontri per le strade di Atene per fare della Grecia una vera democrazia. 




IL MINISTRO DELLE FINANZE GRECO: "NON ABBIAMO INTENZIONE DI COOPERARE CON LA MISSIONE DELLA TROIKA"

di Maurizio Costa

Atene – Il primo incontro tra il neo governo greco e l'Ue termina senza che le due parti convergano verso un'idea comune. Il muro contro muro è cominciato subito dalle prime battute. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha affermato che "le mosse unilaterali non sono la strada per andare avanti". La Grecia, quindi, non può decidere da sola quale sarà il suo futuro.

Alexis Tsipras, prima di essere eletto, aveva promesso che avrebbe rivisto gli accordi con l'Europa. Questo vuole significare: revisione del debito che la Grecia possiede nei confronti dell'istituzione continentale e rilancio dell'economia, anche al costo di distaccarsi, almeno informalmente, dalle idee economiche europee.

Dijsselbloem ha poi continuato: "Ignorare gli accordi non è la strada da seguire. Lo scopo della mia visita era spiegare le condizioni del nostro accordo. Vogliamo che la Grecia riguadagni l'indipendenza economica".

Il nuovo ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, dal canto suo, ha dichiarato che "vogliamo portare avanti riforme che rendano l'economia più competitiva con conti pubblici in equilibrio, ma non abbiamo intenzione di cooperare con la missione della troika". Un forte distacco, quindi, che pone le due parti a distanza notevole.

Alexis Tsipras vorrebbe ridurre dell'80% il debito che Atene detiene nei confronti dell'Europa, ma sembra che l'Eurogruppo non sia pienamente d'accordo, anzi. Il piano di salvataggio nei confronti della Grecia, che tocca quota 240 miliardi di euro, potrebbe essere rivisto o rimodulato. Inoltre, il ministro delle Finanze greco ha detto che la prossima tranche di prestiti europei, che sfiora i 7 miliardi di euro, non serve alla Grecia. 




GRECIA: OGGI SI VOTA

Redazione

Oggi il giorno del giudizio per i nostri amici greci. L'esito delle elezioni in Grecia certamente non passerà indifferente a Bruxelle, dove le ultime dichiarazioni di Tsipras pare non siano state gradite. Si sono aperti alle 7 locali (le 6 in Italia) i seggi per le elezioni legislative in Grecia, il cui risultato potrebbe avere cruciali ripercussioni politiche ed economiche su tutta l'Unione Europea. Le operazioni di voto si concluderanno alle 19 locali (le 18 in Italia), e poco dopo dovrebbero essere pubblicati i primi exit-poll. Le prime proiezioni saranno disponibili entro due ore dalla chiusura delle urne, verso le 20.30 italiane.Protagonista assoluto del voto è Alexis Tsipras, l'uomo che ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, Syriza, che è il superfavorito per la vittoria. Un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell'austerità debba finire. Lo stop ai sacrifici contiene però anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore di Nea Dimokratia Antonis Samaras, e i creditori internazionali. E ciò genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell'attuale fase politica. Una vittoria della sinistra, dicono, potrebbe mandare la Grecia al fallimento e farla uscire dall'Eurozona. Un'ipotesi che viene però smentita seccamente dallo stesso Tsipras (secondo il quale si può arrivare ad un accordo, dopo l'apertura mostrata dalla Bce per un acquisto "condizionato" dei titoli greci) ed è giudicata improbabile anche da molti altri leader d'Europa. In questo senso si è espresso anche Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse, che parlando al World Economic Forum di Davos ha osservato: "Non condivido l'ipotesi di uscita della Grecia dall'Ue e non penso che sia una buona ipotesi. Ma soprattutto non credo che questo accadrà. Noi siamo interessati sul possibile risultato delle elezioni in Grecia perché siamo sempre interessati ai risultati di un'elezione e tutti sappiamo che dobbiamo rispettare i risultati e il volere della gente della Grecia che deciderà il governo che vuole eleggere".
Gli ultimi sondaggi, pubblicati venerdì prima del silenzio elettorale, sono chiari: quello della societa' Mrb per Star TV vede Syriza al 31,2%, Nea Demokratia al 26%, Potami (centrosinistra) al 6,5%, Alba Dorata (estrema destra) al 5,5%, Kke (comunisti) al 4,5%, Pasok al 4%, Greci Indipendenti (centrodestra) al 3,2%, Kinima (centrosinistra) al 2,9% (la soglia per entrare in Parlamento e' il 3%). L'altra societa' di sondaggi, Gpo, segnala Syriza al 33,4%, ND 26,7%, Alba Dorata 5,1%, Pasok 5%, Potami 5%, Greci Indipendenti 3,5%. In tutti i sondaggi tuttavia Syriza non sembra poter conquistare abbastanza seggi (151 su 300) per poter governare da sola (nonostante il bonus che dà 50 seggi al partito di maggioranza relativa). Le alleanze sembrano dunque al momento inevitabili; ma due dei potenziali "papabili" sembrano in difficoltà: Kinima, dell'ex premier Giorgos Papandreou, sembra avere poche chance di entrare in Parlamento e il Pasok, partito dell'attuale vicepremier Evangelos Venizelos, formazione un tempo egemone in Grecia, lotta attorno al 4%.




GOVERNO, GOVERNISSIMO E I MESSAGGI DI NOE': LE STELLE NON LE ABBIAMO ANCORA TOCCATE

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Chiara Rai

Lo si era detto in piena campagna delle primarie Pd che si doveva invertire rotta a favore del cambiamento e facemmo un articolo incentrato sul “bischeraccio” di Renzi. [ Art. del 09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO… ]

Ma le avvisaglie del popolo vengono ascoltate soltanto a posteriori quando ormai la frittata è fatta e ci ritroviamo con un non governo, una patata bollente per Giorgio Napolitano che avrebbe sperato in un altro esito per poter lasciare la scena in un clima politico più sereno. Il voto di facciata del Pd è stato partorito ieri con un Bersani che adesso strilla al cambiamento quando qualche mese fa era impegnato a cambiare le regole per lasciare indietro Renzi. Il buon bischero che adesso se la ride sotto i baffi e che da gran signore ha preso sotto braccio Bersani mentre la zattera affonda. Ciò per accertarsi, a mio parere, che la vecchia politica tocchi i fondali più profondi.

Questo ultimo tentativo di sfidare Grillo con un programma radicale, Pierluigi, è in obbligo di farlo e pur di accattivarsi l’acquolina dell’ex comico ha iniziato a parlare delle coppie gay e della loro emergenziale esigenza di tutela giuridica. Questa stracciatella non è roba per gli italiani che votando il Movimento 5 Stelle hanno dato un chiaro messaggio ai parrucconi e parassiti politici.

Adesso chiunque provi ad avvicinarsi al timone capisce immediatamente che gli elettori hanno impostato il pilota automatico verso lo sfacelo. Questa ridicola storia che uscire dall’Europa è la nostra salvezza è la beffa oltre il danno che è già sotto gli occhi della collettività. Renzi ha detto che forse il vero problema è che c’è stata troppa poca Europa, ma questo è un concetto che andrebbe approfondito per essere realmente apprezzato. Se la Germania sale e noi scendiamo sarà mica perché l’Europa, i tedeschi, l’abbiano interpretata nella giusta maniera?

Invece no, poveri disgraziati in questo momento l’unico paragone che l’universo politico vorrebbe farci digerire è quello con la Grecia. Nulla togliendo a questo godibile popolo e paese, noi italiani pesiamo molto d più della Grecia nel piatto Europeo. Dunque stavolta, tocca riequilibrare i ruoli e farla finita di fare paragoni sbagliati.

Probabilmente lo scenario sarà questo: Grillo ci riporterà al voto ma senza riforma elettorale, Bersani colerà a picco, il Pdl galleggerà perché da buon “Noe”, Alfano, ha fatto appello alla “responsabilità e dialogo” indirizzando questi due termini ad un interlocutore che mai e poi mai potrà calarsi le braghe in favore di un governassimo. Renzi si prenderà la rivincita con gli arretrati e Berlusconi, allora, si troverà davanti un competitor di cui avere timore. Nessuno ha la palla di cristallo, tocca aspettare ma in merito ai risultati di Pierluigi, adesso siamo inutilmente contenti di asserire “lo avevamo detto”.

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09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO…

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