GRECIA: UE INSISTE PER SCONGIURARE IL DEFAULT

di Cinzia Marchegiani

UE – La Grecia è dentro l’occhio del ciclone, che decreterà le sue sorti. L’Unione Europea sembra stia valutando ormai la possibilità di un default ellenico se non si concretizzeranno presto decisioni tra Atene e i suoi creditori. Il default è un evento dato ormai per scontato tanto che sul popolare dito di bookmaker, Paddy Power, si continuano ad accettare scommesse sull'uscita della Grecia dall'area euro, data ormai 11 a 10. Si parla ormai di guerra finanziaria innescata, tanto che la FMI si è alzato dal tavolo dei negoziati tenutosi ieri. L'UE ha lanciato un monito alla Grecia,  un chiaro ultimatum, il paese ha meno di 24 ore per presentare controproposte serie, e sembra dovranno includere necessariamente le riforme sulla pensione e aumento dell’IVA, mentre il premier greco Tsipras aveva messo condizioni ferree affinché non si toccassero i portafogli dei pensionati e dei consumatori.

Il governo tedesco secondo le anticipazioni del quotidiano tedesco Bild, starebbe avviando "consultazioni concrete" circa le misure da adottare nel caso di bancarotta di Atene. In poche parole, i tedeschi non escludono più uno scenario di default della Grecia. E iniziano a correre ai ripari. L'avvicinarsi delle prossime scadenze e le difficoltà a trovare un accordo, ha messo in azione anche gli altri funzionari dell'area euro che sembrano abbiano iniziato per la prima volta a prendere seriamente in considerazione l'ipotesi di un default del debito. Le discussioni, svolte in via ufficiale, tra i rappresentanti dei governi sono avvenute ieri a Bratislava.

A fine giugno, quando il 30 scadranno le quattro tranche di prestiti che Atene deve restituire all'Fmi, si prospettano tre scenari possibili, dove la meno probabile sembra essere proprio un'intesa di soldi in cambio di riforme tra i creditori internazionali e governo che consentirebbe però di rispettare le deadline. Un’altra possibilità potrebbe riguardare un'estensione ulteriore del programma di aiuti attuali, che scade questo mese, proprio quando la Grecia deve rimborsare al Fondo 1,6 miliardi. L’ultima, la più devastante, è il default delle finanze.

Lo scenario che l’UE sta studiando insieme alla Bce, riguarda invece l'eventuale introduzione di controlli di capitali in Grecia e anche l'eventualità di ricorrere a una svalutazione del debito. Secondo un sondaggio pubblicato dalla televisione tedesca il 70% dei tedeschi si oppone all'Unione europea di concedere nuove concessioni ad Atene.

Per questo motivo i funzionari europei stanno valutando seriamente un piano di emergenza da mettere in campo nel caso non si trovi un'intesa e la Germania si starebbe attrezzandosi per affrontare un'eventuale uscita della Grecia dall’unione monetaria (Grexit). L’ ultimatum di 24 ore al governo greco ha tempo fino a questa sera per presentare ai creditori nuove proposte ai fini di un accordo, senza il quale no arriverebbero 7,2 miliardi nelle casse elleniche, senza i quali però il 30 giugno è destinato al default. Sembra che tutto sarà deciso nella riunione in agenda il prossimo 18 giugno dell’Eurogruppo, dove saranno affrontati e valutati sia il passaggio irreversibile del Grexit, o un’estensione dell’attuale piano di salvataggio, anche se sembra ormai un epilogo già scritto.
Quello che la Troika non è riuscita a fare nel primo tempo, sembra che ci stia riuscendo con questa guerra finanziaria innescata, attaccando pensioni e scelte sovrane individuali in cambio di miliardi costruiti e stampati nelle banche mondiali e una sopravvivenza fittizia. I popoli si chiedono che senso abbia rispettare certi accordi, se per rientrare nelle clausole e impegni, la gente è affamata e rimane senza lavoro, senza tutela sociale e con la povertà dilagante. 




GRECIA: SI CERCA L’ACCORDO CON I CREDITORI INTERNAZIONALI

di Cinzia Marchegiani

Grecia –
Grandi speranze e aspettative attendono il popolo ellenico. Sul piatto della bilancia  per la Grecia ci sono momenti decisivi, poiché sembra sempre più vicino l’accordo sugli obiettivi di avanzo per i prossimi anni con i creditori internazionali. Lo stesso premier Tsipras inviata al contempo i Paesi del Sud Europa, Italia compresa, ad appoggiare la posizione di Atene nel loro proprio interesse. Ma il premier greco percisa e ammonisce: “Basta che ci sia un atteggiamento positivo sulle proposte alternative al taglio delle pensioni o all'imposizione di misure recessive”.

Il premier ellenico, dopo quattro mesi di infruttuoso negoziato, auspica che dall'incontro messo in agenda domani tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, emergano discussioni di merito e la definizione di tempi chiari per un accordo sul programma di riforme che sblocchi gli aiuti finanziari necessari ad evitare il default del Paese e una probabile conseguente uscita dall'euro. Intanto è arrivata la nuova proposta di riforme che ha ricevuto Commissione UE da parte delle autorità greche che potrebbe sbloccare i nuovi finanziamenti ad Atene. Ma ll’opinione del leader di Syriza riguardo lo scetticismo manifestato da Ue, Bce e Fmi alle proposte avanzate dal governo greco in alternative ai tagli e a nuove strette fiscali é sintomo della resistenza a riconoscere il fallimento delle riforme operate negli ultimi cinque anni dalla Grecia. 

Tsipras, che tra l’altro esclude nuove elezioni, è consapevole che se la situazione dovesse evolvere nel modo non sperato, sarebbe l'inizio della fine della zona euro e porterebbe i mercati immediatamente a cercare la prossima vittima. Italia e Spagna sono anch’esse in una situazione economica critica e guardano con attenzione l’evolversi di questa trattativa Grecia-UE, poiché il suo fallimento innescherebbe reazioni a catena devastanti anche per i paesi membri del sud Europa. Ecco perché è fondamentale che questi governi diano appoggio alla posizione della Grecia soprattutto nel loro interesse, che lo stesso Tsipras si auspica. L’UE si dimostra cinica e impietosa che come un grande ciclone sta abbattendo tutela sociale e diritti universali, ottenuti con grande sacrificio e che da sempre sono alla guida dei paesi democratici.




IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: BULGARIA, GRECIA, TURCHIA DICONO BASTA

Siglato il 25 maggio 2015 l’accordo per l’istituzione di un centro di contatto e scambio informazioni doganale tra i tre paesi per fronteggiare e contrastare l’immigrazione clandestina, il terrorismo e il contrabbando che sarà attivo al posto di frontiera Kapitan-Andreevo

di Cinzia Marchegiani

Sofia (Bulgaria) – Firmato quest’oggi 25 maggio 2015 a Sofia, la bellissima capitale bulgara, un accordo per la creazione di un centro di scambio di informazioni in tempo reale tra Bulgaria, Turchia e Grecia. L’obiettivo primario dell’istituzione di questo Centro di frontiera è quello di contrastare l’immigrazione clandestina e il contrabbando.
Il ministro dell'Interno turco Sebahattin Ozturk alla cerimonia della firma ha dichiarato: “Grazie al centro di contatto, la polizia e le autorità doganali dei tre paesi sarebbero in grado di condividere le informazioni in tempo reale e reagire in modo adeguato contro l'immigrazione clandestina e il contrabbando e il terrorismo”.
Le incertezze a sud del confine con la Turchia hanno influenzato l’economia e la politica degli altri paesi. La stessa Turchia ha accolto 2 milioni di emigranti, 1.700.000 provenienti dalla Siria. “Questo centro di cooperazione tra corpi di polizia e doganali sarà attivo al posto di frontiera turco-bulgaro di Kapitan-Andreevo, – nel dettaglio schiarisce Rumiana Bachvarova, il Ministro dell’Interno bulgaro – dove si incontrano le frontiere dei tre Paesi”.

L'accordo appena nato, dovrebbe garantire la migliore cooperazione tra i tre paesi che hanno affrontato gli stessi problemi globali – immigrazione, criminalità organizzata e terrorismo. L'immigrazione è un problema grave in tutta l'Europa, e questa parte della frontiera comune europea era estremamente importante, sensibile alla pressione possibile. Ioannis Panousis, ministro greco supplente di Citizen Protection, ha detto che gli sforzi congiunti e dei piani sarebbe rafforzare la resistenza contro le attività criminali e la migrazione illegale.

 




GRECIA: SI AGGRAVA LA SITUAZIONE

di Angelo Barraco
 
Si aggrava la situazione della Grecia, i negoziati con l’Europa non fanno passi avanti spingendo Bruxelles ad incalzare il Governo di Tsipras, il fondo monetario internazionale invece chiude l’ipotesi alla scadenza che ci sarà a maggio e lancia l’allarme liquidità. A confermare ciò è il ministro delle Finanze greco  Yanis Varoufakis che ha detto  che la Grecia “non sta giocando con l’uscita dall’euro”. Varoufakis spera di raggiungere un’intesa entro fine giugno e Varoufakis ha in programma di incontrare Obama per avere sostegno, tale incontro, probabilmente, avverrà a giugno. L’instabilità della Grecia ha un grave peso sui mercati di tutta Europa, la borsa ha chiuso con un indice negativo e i titoli greci volano a 26.18%. Jean Claude Juncker, portavoce del presidente della Commissione europea, ha detto: “Il lavoro prosegue ma non siamo soddisfatti del livello di progressi raggiunto finora” prosegue dicendo “il lavoro deve intensificarsi”. Anche se le speranze non le nutre più nessuno. Tsipras avrebbe richiesto al direttore generale Christine Lagarde un rinvio delle scadenze di maggio. Anche la commissione UE esprime insoddisfazioni sulla situazione tanto che l’ipotesi di un accordo per l’Eurogruppo a Riga, per il 24 aprile, diventa sempre più utopica. Se non dovesse esserci questo accorso, il paese non riceverebbe aiuti e rischierebbe il default a maggio quando scadranno i prestiti al Fondo monetario internazionale. L’allarme liquidità in Grecia si fa sentire e nelle casse pubbliche restano due miliardi che il governo utilizzerà per pagare a fine mese le pensioni e gli stipendi. Senza un imminente accorto con i creditori, Atene non avrebbe 950 milioni da dare al Fmi a maggio. Ma vediamo un po’ quando è cominciata la crisi in Grecia; sul finire del 2009 insorgono i timori di un debito sovrano tra gli investitori che hanno dubbi sulla capacità della Grecia nel rispettare gli obblighi di debito, ciò a causa della crescita del debito pubblico. Questa situazione ha portato ad una crisi di fiducia indicata da un allargamento dello spread. Il declassamento del debito publico greco, nell’aprile del 2010, ha creato allarme nei mercati finanziari. Nel maggio del 2010 i paesi dell’Eurozona e il Fondo Monetario hanno approvato un prestito di salvataggio per la Grecia da 110 miliardi di euro, che nasconde un parziale default della grecia. Nell’ottobre del 2011 i leader dell’Eurozona hanno deciso di offrire un altro prestito di 130 miliardi di euro per la Grecia. Nel febbraio del 2012 è stata attivata un’altra  condizione del piano di ristrutturazione del debito di tutti i titoli di stato greci. Il piano di salvataggio più recente è impostato per coprire tutte le esigenze finanziarie greche nei prossimi tre anni, 2012-2014, in teoria.



GRECIA: TSIPRAS RIMBORSA 485 MILIONI DI EURO A UE

di Maurizio Costa

Atene – Il governo greco rispetta le scadenze e paga un debito di 485 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Fino all'ultimo momento ci sono stati dei dubbi sulla possibilità che la Grecia avesse pagato la cifra, ma alla fine, nell'ultimo giorno possibile, Tsipras rimborsa all'Europa i soldi che aveva ricevuto.

A riferirlo è una fonte del ministero delle Finanze greco, presieduto da Yanis Varoufakis: "Il pagamento è stato registrato e sarà effettuato in giornata" ha rivelato una fonte ufficiale. Intanto, la Grecia continua a pensare ad un Piano di riforme che porterà quasi 7 miliardi di euro nelle casse elleniche, ma l'Europa, se non avrà certezza, non rispetterà i patti. La Grecia dovrà comunque continuare a pagare queste tranche anche per non indurire i rapporti con l'ex Troika, formata da Fmi, Commissione europea e Banca Centrale Europea.

Rapporti con PutinAlexis Tsipras ha visitato la Russia e ha incontrato il presidente Vladimir Putin per cercare di trovare un'intesa riguardo ad alcuni punti caldi della politica e dell'economia greca. L'embargo effettuato da Ue e Russia, che non permette l'interscambio di merci tra le due parti, continuerà ad essere effettuato anche nei confronti della Grecia. Putin, dopo l'invasione dell'Ucraina, è stato colpito dell'Ue, che ha proibito agli stati membri di esportare in Russia. Dal canto suo, il Cremlino ha vietato alle proprie aziende di esportare in Europa. Si vociferava di una possibile eccezione della Russia per la Grecia, ma Putin ha detto che "non si possono fare eccezioni per un solo paese europeo".

Secondo il presidente russo, la Grecia non ha chiesto aiuti economici alla Russia, ma nel giro di intese potrebbero nascere dei nodi importanti. Il Cremlino, infatti, potrebbe collegare la Grecia con il gasdotto russo-turco 'Turkish Stream', che potrebbe essere portato anche in territorio ellenico. Questa mossa strutturale, secondo Putin, porterebbe milioni di euro nelle casse greche, soldi che potrebbero essere utilizzati per risanare il debito verso l'ex Troika.

"Non è una questione di aiuto – ha aggiunto Putin – ma di cooperazione, compresa quella finanziaria, legata a grandi progetti concreti". Da questo pseudo-accordo potrebbero nascere anche dei prestiti da parte della Russia per far respirare le casse greche. Inoltre, potrebbero nascere delle joint venture, accordi tra aziende, di export tra Atene e Mosca, di fragole, kiwi o pesche, che potrebbero rappresentare il 40% del fatturato delle esportazioni greche.

Ricordiamo che la Russia era il partner economico preferito dalla Grecia, che ha scambiato con Mosca 9,3 miliardi di euro nel 2013. Questo accordo potrebbe destabilizzare gli equilibri europei e portare l'Ue a rivedere le proprie idee di risanamento del debito. 




GRECIA, L'EUROGRUPPO GELA I FINANZIAMENTI: CI VOGLIONO RIFORME PIÙ CORPOSE

di Maurizio Costa

Bruxelles – Già sono state gettate al vento due settimane e la Grecia è ancora in attesa dei soldi dell'Europa. Dopo aver presentato il piano di riforme, la Grecia vede allontanarsi ancora di più l'obiettivo, visto che l'Eurogruppo non ha accettato interamente le riforme di Tsipras, reputate poco incisive.

Non c'è tempo da perdere e ogni settimana che passa le casse di Atene si svuotano sempre di più. Il quantitative esasing, il piano presentato da Mario Draghi per l'acquisto dei titoli di stato dei paesi europei, non sarà attivo in Grecia, che quindi non riceverà denaro liquido dall'Europa, che compra concretamente i titoli, e non potrà reinserire denaro nell'economia statale.

Jeroen Dijsselbloem, il presidente dell'Eurogruppo, ha dichiarato che "mercoledì riprenderanno i negoziati con le istituzioni, cercando una conclusione rapida e di successo". La 'troika' agirà da Bruxelles, ma allo stesso tempo i rappresentanti saranno anche ad Atene. Abbiamo concordato che non c'è tempo da perdere".

La Grecia dovrà provvedere ad aumentare le riforme del piano da presentare all'Eurogruppo. I sette punti scritti da Tsipras e Varoufakis non sono ammissibili, troppo pochi per uscire dalla crisi. Non bastano le idee di dare soldi ai poveri o di inserire telecamere sui turisti per diminuire l'evasione fiscale di bar e ristoranti. "Abbiamo detto che sosterremo la Grecia se prosegue sul cammino delle riforme – ha commentato Dijsselbloem -, ma il confronto sulle riforme deve ripartire al più presto possibile, stiamo perdendo troppo tempo, l'estensione degli aiuti è solo per 4 mesi e abbiamo già perso due settimane".

La Grecia non ha più soldi, ma intanto continua a pagare i debiti europei: entro marzo Tsipras dovrà sborsare 1,5 miliardi di euro, in varie tranche. Intanto Taipras vuole inserire gli scontrini-lotteria per aumentare il numero di ricevute fiscali e la richiesta dei cittadini dello scontrino per partecipare alla lotteria.




GRECIA, GELATA DELL'EUROGRUPPO: LA LISTA DELLE RIFORME NON E' COMPLETA

di Alberto De Marchis

Sembrava quasi fatta eppure la gelata dell'Eurogruppo è arrivata sonante per il compagno Varoufakis che sembra non piacere a Bruxelles. E' stato lo stesso Varoufakis che nella mattinata ha alzato la cresta, parlando di un Atene che non avrebbe più chiesto prestiti e di un referendum sull'euro poi smentito: non era "sull'euro". Adesso il ministro delle Finanze elleniche deve attututire lo schiaffo. La lista di riforme che la Grecia ha inviato all'Ue "non e' completa" e per essere attuata richiedera' "tempi lunghi". Cosi' il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, ha risposto a una lettera ricevuta venerdi' dal nuovo governo di centrosinistra di Atene. "Questo documento sara' utile nel processo di identificare la lista di misure di riforme – ha scritto Dijsselbloem – ma le proposte hanno bisogno di un ulteriore discussione". Una 'gelata' che arriva alla vigilia della riunione che si terra' domani a Bruxelles. Motivo forse anche per cui Alexis Tsipras ha chiamato oggi il presidente della Bce Mario Draghi confermando il rispetto dell'Eurotower e chiedendogli di non sottostare a pressioni politiche. Inizialmente Dijsselbloem, aveva ieri risposto "in maniera positiva" alla lettera inviatagli dal ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, che aveva chiesto di iniziare immediatamente i colloqui tecnici con i creditori (Ue, Bce e Fmi) sulla base delle sette riforme proposte nella missiva. Lo afferma un portavoce del governo greco. "Dijsselbloem ha spedito una lettera ieri notte per rispondere al ministro delle Finanze Varoufakis", fa sapere il portavoce, "ha riposto in maniera positiva al ministro greco, sottolineando la necessita' che i negoziati continuino nella sede del gruppo di lavoro dell'Eurogruppo e tra i team tecnici in modo da applicare la decisione del 20 febbraio. In tale data i ministri delle Finanze dell'area euro avevano acconsentito a estendere di quattro mesi il piano di aiuti ad Atene alla condizione che il governo Tsipras gli sottoponesse una lista di riforme economiche e che quest'ultima venisse valutato positivamente dai creditori. La prima tranche di riforme proposte sara' sul tavolo dell'Eurogruppo di lunedi' prossimo. Insomma si tratta di un vero e proprio terremoto ellenico.
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GERMANIA, APPROVATO DAL PARLAMENTO IL PIANO D'AIUTI ALLA GRECIA

di Maurizio Costa

Berlino – Il Bundestag ha approvato con una larga maggioranza il Piano di aiuti che la Grecia ha deciso di prolungare per altri quattro mesi. In questo modo, il neo-premier greco, Alexis Tsipras, potrà accedere ai soldi europei per riformare il paese ellenico, cercando di raggiungere anche il pareggio di bilancio.

Wolfgang Schäuble, ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato che "la Grecia ha accettato senza riserve di realizzare il programma. Noi tedeschi – ha proseguito il ministro – dobbiamo fare di tutto per far sì che l'Ue resti insieme. Il nostro futuro, e in particolare quello della Germania, può essere buono solamente in un'Europa unita".

Non tutta la Germani sarebbe favorevole ad aiutare la Grecia. Secondo il quotidiano tedesco 'Bild', solamente un cittadino su cinque sarebbe d'accordo ad aiutare il paese di Tsipras. La verità è che non è solamente la Germania a poter decidere le soluzioni politiche ed economiche dell'Eurogruppo.

Il ministro Schäuble ha così concluso: "Il voto di oggi serve a dare più tempo alla Grecia per realizzare il suo programma. Se la Grecia volesse cambiare il Piano, sarebbe la troika a decidere e ad approvare, seguita dall'Eurogruppo".

Intanto, in Grecia, durante una manifestazione di militanti di estrema sinistra che hanno contestato la debolezza di Tsipras davanti all'Europa, una cinquantina di persone hanno lanciato molotov e altri oggetti contro la polizia, reparto Delta, che però non ha reagito secondo le ultime disposizioni del governo greco.




GRECIA: TSIPRAS PRESENTA A UE IL PIANO DI RIFORME DA 7 MILIARDI

di Maurizio Costa

Atene – Alexis Tsipras è pronto a presentare all'Ue il Piano di riforme che permetterà alla Grecia di continuare il programma europeo e di ricevere i fondi comunitari per altri quattro mesi. Entro la mezzanotte di oggi, il premier ellenico dovrà inviare all'Eurogruppo la lettera contenente gli interventi che caratterizzeranno la Grecia per i prossimi mesi.

Il Piano dovrà essere approvato anche dal Parlamento europeo, ma sembra che i presupposti per trovare un punto d'incontro ci siano tutti. Secondo alcune indiscrezioni del quotidiano tedesco 'Bild', Tsipras avrebbe già stilato i temi fondamentali del suo intervento per risanare il debito greco: il primo ministro greco dovrebbe riuscire a recuperare 7,3 miliardi di euro.

I punti – Tsipras, insieme al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, avrebbe intenzione di aumentare le tasse sui più ricchi (2,5 miliardi di euro), mentre 1,5 miliardi dovrebbero provenire dal contrasto del contrabbando di benzina e 800 milioni da quello delle sigarette. Altri 2,5 miliardi potrebbero essere recuperati attraverso un Piano di rientro delle tasse arretrate non pagate, che potrebbero essere rateizzate e agevolate per i greci più poveri.

Il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, ha affermato che “il Piano greco deve essere ambizioso ma anche finanziariamente realista. Non si tratta di imporre l’austerità alla Grecia, ma è anche necessario rispettare gli impegni, perché il precedente premier aveva assunto impegni non a suo nome ma a nome dello Stato greco”.

Intanto, Alexis Tsipras deve anche combattere il fronte interno greco che si scaglia contro il suo operato. Dagli accordi di Salonicco del partito di Syriza, Tsipras avrebbe dovuto cercare di contrastare la 'troika', evitando di scendere a patti con l'Europa. Questo è stato anche il punto fondamentale della sua campagna elettorale e della sua vittoria. Adesso, forse pressato dal gigante Europa, il premier ellenico non ha potuto fare altro che venire incontro alle scelte continentali, rinviando e riproponendo il programma europeo. Anche l'eroe della Resistenza greca, Manolis Glezos, che da ragazzo strappò la bandiera nazista dal Partenone, si è scagliato contro Tsipras, affermando che “non ci può essere un patto tra un tiranno e uno schiavo. Chiedo scusa al popolo greco”.

La situazione è molto tesa ed entro qualche ora sarà tutto più chiaro, ma Tsipras sembra reggere bene il colpo, sebbene le pressioni interne ed esterne siano molto forti.




GRECIA, TSIPRAS CHIEDE ESTENSIONE DEL PROGRAMMA D'AIUTO

di Maurizio Costa

Atene – Alexis Tsipras, dopo aver sempre respinto le richieste di un allungamento del programma europeo, accetta gli aiuti dell'Ue. La lettera arrivata a Bruxelles dal governo greco annuncia la decisione, chiedendo, però, di revisionare le misure economiche. Da un lato la Grecia promette, dall'altro i suoi creditori accettano una maggiore flessibilità.

Tsipras, infatti, chiedendo un allungamento di sei mesi del Master Financial Assistance Facility Agreement, richiede un prestito all'Ue, che, però, dovrà essere coperto dalle promesse del governo ellenico. La Grecia dovrà cercare di risanare il debito pubblico, abbattendo la corruzione e l'evasione fiscale. Tra l'altro, Tsipras dovrà anche accettare il monitoraggio dei conti da parte delle istituzioni internazionali, definendo il memorandum e aggiustando il quadro di riferimento.

Tsipras, quindi, accetta le richieste dell'Ue. Domani, i ministri delle Finanze dei paesi europei si riuniranno in un nuovo Eurogruppo, provando a decidere e ad analizzare la lettera e le proposte della Grecia. “Confermo che la Commissione europea e l'Eurogruppo hanno ricevuto stamani la richiesta del governo greco” ha detto il portavoce dell'esecutivo comunitario Margaritis Schinas. Secondo Jean Claude Juncker “è un segno positivo che spiana la strada ad un compromesso ragionevole nell'interesse di tutta l'Eurozona”.

Intanto, la Germania afferma che non è d'accordo con la decisione della Grecia. Il portavoce del ministero della Finanze tedesco, Martin Jaeger, ha dichiarato che “la lettera di Atene non contiene alcuna proposta sostanziale di soluzione”. Quindi la Germania rifiuta il programma che la Grecia vorrebbe attuare, creando un muro contro muro quasi insanabile.

In un primo momento, Tsipras aveva promesso che non avrebbe mai accettato l'allungamento del programma comunitario. I suoi elettori lo hanno votato anche per questo. Adesso, però, cerca di andare incontro all'Unione Europea ma guardando anche agli interessi della Grecia, cercando di fare nuove riforme per poi distaccarsi piano piano dal piano di aiuti europeo.




GRECIA, PAVLOPOULOS È IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

di Maurizio Costa

Atene – Prokopis Pavlopoulos è il nuovo presidente della Repubblica greca. L'avvocato prenderà il posto di Karolos Papoulias. Il nuovo presidente è stato premier ellenico ma anche un parlamentare di Nea Dimokratia, partito di destra. Da qualche tempo, Pavlopoulos è passato al partito di Alexis Tsipras ed è stato eletto con 233 voti favorevoli su 300, superando di molto la soglia minima di 180 voti.

Pavlopoulos è stato ministro degli Interni dal 2004 al 2009, quando governava Nea Dimokratia di Costas Karamanlis. Dopo questa esperienza è passato a Syriza. Pavlopoulos è un conservatore ma molto aperto alle idee europee, tema caldo in questo periodo in Grecia.

Il nuovo presidente della Repubblica è nato a Kalamata, nel Peloponneso, diventando avvocato prima e professore dopo. Dal 2006 è entrato nella politica, prima con il partito di destra di Nea Dimokratia e poi con Tsipras. Questa scelta potrebbe portare la Grecia verso idee più europeiste, sebbene Tsipras si avvicini di nuovo alla destra ellenica, dopo aver stretto alleanza con Anel, partito fondamentalmente omofobo e xenofobo.