GRECIA: VAROUFAKIS CONTRO I CREDITORI. "E' TERRORISMO"

di Angelo Barraco

Madrid – La Grecia si prepara al referendum ma Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco, punta il dito sui creditori internazionali  poichè ciò che stanno facendo con la Grecia ha un nome: terrorismo. Inoltre, afferma che ciò che Bruxelles e la troika vogliono oggi e' che vinca il si. Varoufakis si chiede: “Perche' ci costringono a chiudere le banche? Per incutere paura nella gente. E diffondere la paura si chiama "terrorismo”. Se i Greci voteranno si, il ministro ha ribadito che si dimetterà e ha aggiunto che se vinceranno i no, il premier Tsipras andrà a Bruxelles per raggiungere un accordo con i creditori. Il ministro ha aggiunto che l’Europa  ha bisogno di un accordo, la Grecia ne ha bisogno. Ha proseguito dicendo inoltre che “servono partiti come Syryza e Podemos, partiti critici verso il sistema ma al tempo stesso europeisti e democratici. Quelli che ci odiano ci vogliono dipingere come anti-europeisti ma non e' vero, non lo siamo”. I manifestanti che si sono suddivisi tra il “Si” e il “No” per l’accordo tra la Grecia e i creditori sono più di 40.000 e a scendere in piazza c’è anche Tsipras che durante la manifestazione ha lanciato un appello a votare “No” al referendum e ha sollecitato i greci a restare in Europa e a viverci con dignità. Invece Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio europeo, ha detto che “dovremo abituarci a convivere con paesi membri dell'Eurozona in bancarotta” e ha aggiunto che se la Grecia vota “Si”, “questo consentira' di aprire un capitolo nuovo nella negoziazione, probabilmente piu' promettente di prima” se invece il voto sara “No” ha aggiunto che “lo spazio di negoziazione ovviamente si ridurra”. 
 
Il discorso di Tsipras in piazza. "Oggi festeggiamo la democrazia, è una festa, una gioia una purificazione. Siamo già vincitori, la Grecia ha spedito il messaggio dell'orgoglio. No ai ricatti". Così il primo ministro greco Alexis Tsipras ha salutato la folla dei sostenitori del No a piazza Syntagma. "Vogliamo che l'Europa torni ai suoi valori". «Domenica – ha aggiunto – manderemo un messaggio di democrazia e dignità".

Tsipras e i creditori. Si chiede un accordo, uno sconto del 30% del debito ai creditori che rischiano di mettere alla porta dall’Europa la nazione. Oltre ad una riduzione del 30%, il presidente ha chiesto anche un periodo di moratoria per il pagamento degli interessi pari a 20 anni. Nel frattempo, PayPal ha sospeso i servizi di pagamento in Grecia a causa dei controlli sul capitale imposti a causa della grave crisi di liquidità. Lunedì le banche potranno riaprire ma avranno a disposizione soltanto pochi contanti da poter distribuire ai cittadini. Cinquanta euro a persona sarebbero disponibili secondo le stime dal prossimo lunedì.



GRECIA: TSIPRAS, "È UNA FESTA DELLA DEMOCRAZIA". MA L'EUROPA NON E' CONVINTA

di Christian Montagna

Atene – Il discorso di Tsipras in piazza: "Oggi festeggiamo la democrazia, è una festa, una gioia una purificazione. Siamo già vincitori, la Grecia ha spedito il messaggio dell'orgoglio. No ai ricatti". Così il primo ministro greco Alexis Tsipras ha salutato la folla dei sostenitori del No a piazza Syntagma. "Vogliamo che l'Europa torni ai suoi valori". «Domenica – ha aggiunto – manderemo un messaggio di democrazia e dignità".

Scarseggiano medicinali e materie prime, i turisti cancellano le prenotazioni, le banche ancora chiuse e file interminabili ai bancomat: sembra uno scenario di guerra quello descritto da chi in questi giorni ha visitato la Grecia. I media stanno diffondendo le immagini della povertà che comincia a palesarsi ovunque. Cittadini disperati, anziani senza pensioni e giovani che vedono improvvisamente cancellarsi davanti a sé il proprio futuro. Secondo un famoso costituzionalista greco, se dovesse trionfare il “no” al referendum, sarebbe una vera e propria catastrofe per la nazione; in caso contrario, il “si” potrebbe ancora dare una speranza di positività e miglioramento.


E’ una nuova giornata di tensione quella che sta per finire in Grecia: in attesa del referendum di domenica, gli scontri in piazza ad Atene si susseguono numerosi. Gli agenti hanno caricato i manifestanti e hanno lanciato granate stordenti. Molti dei dimostranti coinvolti negli scontri , circa trecento in tutto, erano vestiti di nero e indossavano caschi.


Juncker da Bruxelles. E’ una sfida quella che lancia il presidente della Commissione Ue a Tsipras, convinto del fatto che i “no” potrebbero ulteriormente indebolire la situazione in Grecia. Varoufakis, ministro delle finanze greco, si ritiene invece fiducioso in un accordo tra Grecia e i suoi creditori. Nella Ue, intanto, si fa sentire anche la voce del primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel secondo cui “il referendum greco di domenica avrà delle conseguenze" ma "noi vogliamo tenere la Grecia nell'eurozona". Inoltre, c’è anche chi come Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, si scaglia contro il presidente accusandolo di essere un "imprevedibile manipolatore”. Le borse europee stanno per chiudere negativamente la seduta, anche se chiudono la settimana senza segni di panico.


Tsipras e i creditori. Si chiede un accordo, uno sconto del 30% del debito ai creditori che rischiano di mettere alla porta dall’Europa la nazione. Oltre ad una riduzione del 30%, il presidente ha chiesto anche un periodo di moratoria per il pagamento degli interessi pari a 20 anni. Nel frattempo, PayPal ha sospeso i servizi di pagamento in Grecia a causa dei controlli sul capitale imposti a causa della grave crisi di liquidità. Lunedì le banche potranno riaprire ma avranno a disposizione soltanto pochi contanti da poter distribuire ai cittadini. Cinquanta euro a persona sarebbero disponibili secondo le stime dal prossimo lunedì.


Dall’ Italia. L'ex premier Silvio Berlusconi osserva che per l'Europa è "assurdo pensare di rinunciare alla Grecia, un Paese "alla radice della nostra civiltà che ci ha regalati Omero, Socrate, Platone. E’ tutto per la nostra società”. Giungono inoltre manifestazioni di solidarietà anche dal popolo italiano: in particolare, a Napoli, una manifestazione ha sottolineato la vicinanza al popolo greco in questo momento così drammatico.




GRECIA REFERENDUM: I SI' SUPERANO I NO E IL 74% VUOLE EURO, SOLO 15% DRACMA

Redazione

Quando mancano ormai solo poche ore dal sondaggio voluto dal governo Tsipras, in teoria sull'ultima proposta di aiuti avanzata dall'Eurogruppo alla Grecia, crescono i si', al 44,8% e arretrano al 43,4% i no. E' quanto emerge da un sondaggio pubblicato stamane dal quiotidiano Ethnos secondo il quale, ancor piu' significativamente, la netta maggioranza dei greci, il 74% vuole restare nell'Eurozoan mentre solo il 15 vuole tornare alla dracma.

Parlando all'emittente Ant1, Tsipras ha spiegato che con la vittoria del 'no' ci sarà una "soluzione sostenibile" per la Grecia. "Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il 'no', migliore sarà l'accordo", ha detto. In caso contrario, se vincesse il 'sì' il premier greco ha spiegato che avvierà "le procedure previste dalla Costituzione" per fare in modo che la proposta delle istituzioni (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) diventi legge. In questo scenario, Tsipras ha detto che non metterà la sua "poltrona" al di sopra gli "interessi della nazione", suggerendo che potrebbe dimettersi.

Un terzo piano di salvataggio della Grecia, nei prossimi tre anni, costerebbe 50 miliardi di euro. E' la previsione del Fondo Monetario Internazionale. Mentre Standard & Poor's calcola che l'eventuale uscita della Grecia dalla zona euro 'costerebbe' all'Italia 11 miliardi di maggiori tassi di interesse sul debito. Intanto, il ministro delle Finanze Greco, Yanis Varoufakis, è pronto a lasciare in caso di vittoria dei 'sì' al programma dei creditori internazionali. Ma il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, davanti al suo Parlamento avverte Atene: se i greci voteranno 'no' sarà "incredibilmente difficile" mettere in piedi un nuovo salvataggio. Un avvertimento, neanche tanto velato, sulle possibili conseguenze del voto di domenica. Intanto, è giallo sui sondaggi: la società Gpo ha smentito di aver fatto il rilevamento pubblicato online dal quotidiano 'Kathimerini' in cui si dava in vantaggio i 'sì'. Dall'Italia Renzi è sicuro che lunedì la Grecia tornerà a trattare. E Visco rassicura: siamo in grado di far fronte alle turbolenze




GRECIA, RISCHIO DEFAULT: TSIPRAS CHIEDE AIUTI MA MERKEL LI NEGA

di Christian Montagna

Grecia –
Sono passate poche ore dall’ora X in cui si sarebbe concretizzato il default tecnico: Atene entro la mezzanotte doveva versare al Fmi la rata da 1, 6 miliardi di euro di prestiti, pena il default tecnico. Si affannano oggi le trattative last minute tra Bruxelles e Atene . Tsipras chiede aiuti ma l’Eurogruppo fa orecchie da mercante e non si cura delle richieste additandole ormai troppo in ritardo.


Angela Merkel. La prima ad aver rinunciato è stata proprio la cancelliera tedesca A. Merkel sostenendo che “Berlino non prenderà in considerazione l'ipotesi di un terzo salvataggio per la Grecia, come proposto da Atene, prima dell'esito del referendum di domenica prossima". Le trattative last minute per tentare il salvataggio della Grecia erano state avviate dal Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker che si era da subito detto disponibile a convocare un Eurogruppo di emergenza per stanziare nuovi aiuti, a patto che Tsipras avesse fatto campagna per il sì al referendum. E’ slittata alle 17.30 la teleconferenza dell'Eurogruppo per discutere la richiesta di Tsipras per negoziare un terzo salvataggio.


Tsipras e Renzi. Ha sentito anche il premier Matteo Renzi al telefono Tsipras avanzando la richiesta di un programma di aiuti biennali dell Esm. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha convocato in teleconferenza i ministri delle Finanze europei per discutere la nuova proposta di Atene.


Il Fmi replica. Il pagamento della Grecia che era oggi in scadenza non è arrivato: la conferma ufficiale arriva dall'Fmi, che sottolinea come ora Atene non potrà ricevere nuovi finanziamenti fino a che non avrà pagato gli arretrati. L’ Eurogruppo dunque non potrà rilasciare finanziamenti alla Grecia che possano consentire ad Atene di evitare il default tecnico.


Barack Obama. Anche il presidente Usa è intervenuto incoraggiando entrambe le parti a trovare nuovi negoziati affinchè il tutto possa risolversi nel migliore dei modi. Secondo Obama la crisi "non determinerà forti shock nel sistema Usa", mentre "potrebbe avere significativi effetti sui tassi di crescita europei”.




GRECIA: SI RIAPRONO I DIALOGHI TRA JUNCKER E TSIPRAS

di Angelo Barraco
 
Grecia – Jean Claude Kuncker, presidente della Commissione europea, ha dato al premier Alexis Tsipras un ultima possibilità per scongiurare il fallimento di Atene. La proposta contiene una soluzione per il debito, in cambio del sostegno del governo al sì per il referendum sul nuovo piano. Il governo greco ha risposto all’offerta con una controproposta nella quale si chiede l’avvio di un programma di salvataggio dell’Esm della durata di ben due anni. Questa è l’ultima occasione, poiché proprio oggi scade il termine per il rimborso di 1,7 miliardi all’Fmi che Atene non vuole rispettare e che a mezzanotte anche il programma di aiuti della troika terminerà. Nelle ultime ore sembra essersi riaperto il dialogo Juncker-Tsipras. La Merkel dichiara che “Naturalmente anche dopo mezzanotte non taglieremo fili del dialogo, o non saremmo l'Unione europea. La porta resta aperta, ma questa è l'unica cosa che posso dire al momento”. 
 
Intanto dal fronte italiano Matteo Renzi assicura che l’Italia non rischia il “contagio” e in un’intervista fatta al Sole 24 Ore afferma che "L'Italia e' gia' fuori dalla linea del fuoco. Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali, l'economia sta tornando alla crescita e l'ombrello della Bce ci mette al riparo: tre caratteristiche che rendono questa crisi diversa da quella di quattro anni fa”. Parla della situazione della Grecia e del referendum del 5 luglio e con parole forti dice che se la Grecia dovesse abbandonare l’euro, tornerà alla dracma e sarebbe un dramma innanzitutto per i greci, ma a questo punto devono decidere loro: i leader europei rispettino il volere di Atene, senza impicciarsi. Ha aggiunto che “Decidera' il loro popolo. Democrazia e' una parola inventata ad Atene: Bruxelles la deve rispettare. Dal canto loro i greci devono avere chiare le conseguenze della loro scelta”.
 
Poi Renzi ha parlato dell’Italia e della sua situazione: “Le clausole di salvaguardia non scatteranno. Certo, non sara' semplice, ma noi siamo quelli che le tasse le abbassano, non le alzano. Nel 2016 scommetto su un'ulteriore riduzione del carico fiscale, ma ancora e' presto per discuterne, ne parleremo a settembre”.



GRECIA: "SE L'EURO FALLISCE, L'EUROPA FALLISCE"

di Angelo Barraco
 
Grecia – In merito alla situazione europea, dopo il fallimento delle trattative per il salvataggio della Grecia, la cancelliera tedesca Angela Markel ha detto che “L'Europa e' piu' forte di qualche anno fa. La Grecia ha ricevuto un'offerta generosa” e ha continuato dicendo che “ci sono regole e principi sulle quali la moneta unica è costruita, se il governo greco dopo il referendum vorra' proseguire le trattative non diremo no” ha aggiunto inoltre che “Se l'euro fallisce, l'Europa fallisce”. Come ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, l'uscita della Grecia dall'Euro non e' mai stata un'opzione e il “gioco” che sta facendo Tsipras di essere da solo contro gli altri 18 paesi dell’unione non a nessuno né tantomeno alla Grecia. Il presidente ha detto che l’Europa funzione se lavora per l'interesse comune e non se e' teatro di scontri fra interessi nazionali. Intanto, le banche in Grecia restano chiuse fino al 7 Luglio.

Aaa cercasi soluzioni. Ma il pressing per riaprire i colloqui fra i creditori e la Grecia è sempre più forte. L'interessamento giunge da ogni parte: oggi i presidenti francese e americano, Francois Hollande e Barack Obama hanno "convenuto di unire i loro sforzi per favorire una ripresa delle discussioni" sulla crisi greca, dopo una conversazione telefonica. L'obiettivo è quello di unire i propri sforzi a favore di una ripresa delle discussioni e assicurare una stabilità alla Grecia. Anche la Cina preme affinché la Grecia rimanga nell'Eurozona. Lo ha riferito il premier cinese Li Kequiang durante la sua visita a Bruxelles.
 
I partner dell’Unione europea hanno accolto la decisione di Alexis Tsipras di affidare al giudizio del popolo il verdetto sul piano proposto dall’Eurogruppo e dal Consiglio europeo, per conto dei creditori (Ue, Bce, Fmi). E’ Arrivato invece il no dell’eurogruppo sull’ultima richiesta di Atene, la settimana di proroga degli aiuti che avrebbero consentito ai greci di arrivare al referendum senza la paura e il rischio che vi sia la chiusura delle banche e del fallimento del Paese. L’eurogruppo ha respinto tale richiesta e la ragione è stata spiegata da Michel Spin, il ministro delle finanze francese che ha detto che “Non si può estendere un programma quando il Paese dice che non lo vuole e indice un referendum sul programma stesso: è una contraddizione di cui tutti ci siamo resi conto”.
 
L’ Eurogruppo si è riunito dopo una breve sospensione e senza la delegazione greca ha discusso della possibilità del fallimento della Grecia. A tale incontro hanno partecipato anche Mario Draghi per la Bce e Christine Lagarde per il Fondo monetario internazionale. Alla fine di questa tanto attesa riunione è stato diffuso un comunicato che afferma che l’Eurozona ha gli strumenti per far fronte alle conseguenze della fine dei programmi di aiuta alla Grecia che avrà la sua scadenza martedì. Il comunicato afferma che: “Gli Stati dell'Eurozona intendono fare un pieno uso di tutti gli strumenti disponibili per preservare l'integrità e stabilità dell'Eurozona. Questo completerà tutte le azioni che la Banca centrale europea può fare in piena indipendenza e in linea con il suo mandato". “Quanto ai fondi salvastati Efsf e Esm, restano i forti strumenti con il nostro pieno sostegno che sono sempre stati” , viene anche sottolineato che la fine dell'accordo finanziario dell'Efsf con la Grecia, senza la prospettiva immediata di un successivo accordo, richiederà misure da parte delle autorità greche, con l'assistenza tecnica delle istituzioni, per salvaguardare la stabilità del sistema finanziario greco. L'Eurogruppo controllerà da vicino la situazione economica e finanziaria in Grecia e rimane pronto a riunirsi per prendere le decisioni appropriate se necessario, nell'interesse della Grecia come paese dell'Eurozona e conclude il comunicato con la frase “restiamo pronti ad assistere e sostenere la Grecia e il popolo greco se richiesto, in seguito alla fine dell'accordo con l'Efsf”. 
 
I dati in borsa. Calo Piazza Affari dopo 2 ore di scambi (Ftse Mib -3,21% a 23.036 punti), con 8 titoli congelati sui 40 nel listino principale, Mps (-7,45% teorico), Mediaset (-4,86% teorico), Bper (-4,85% teorico), UnipolSai (-4,7% teorico), Azimut (-4,68% teorico), Prysmian (-4,46% teorico) e Atlantia (-4,37% teorico), Bpm (-4,58%), Intesa (-4,14%) e Unicredit (-4,41%).  L’uscita di Atene dall’Eurozona spaventa i mercati e la Borsa di Tokyo che termina gli scambi con un il 2,88%. L’indice Nikkei raggiunge quasi 600 punti ed è a quota 20.109,95 a ridosso dei minimi intraday. L’indice Nikkey, con il timore del default del debito greco, accusa la perdita più pesante del 2015. La Grecia deve rimborsare 1,6 miliardi di euro all’Fmi entro domani. La probabilità dell’uscita dall’eurozone della Grecia ha fatto salire il valore dell’Oro dall’1,1% a 1188,23 dollari riprendendosi dal ribasso della scorsa settimana. 



GRECIA: L'USCITA DALL'EUROZONA SPAVENTA I MERCATI

di Angelo Barraco
 
Grecia – I partner dell’Unione europea hanno accolto la decisione di Alexis Tsipras di affidare al giudizio del popolo il verdetto sul piano proposto dall’Eurogruppo e dal Consiglio europeo, per conto dei creditori (Ue, Bce, Fmi). E’ Arrivato invece il no dell’eurogruppo sull’ultima richiesta di Atene, la settimana di proroga degli aiuti che avrebbero consentito ai greci di arrivare al referendum senza la paura e il rischio che vi sia la chiusura delle banche e del fallimento del Paese. L’eurogruppo ha respinto tale richiesta e la ragione è stata spiegata da Michel Spin, il ministro delle finanze francese che ha detto che “Non si può estendere un programma quando il Paese dice che non lo vuole e indice un referendum sul programma stesso: è una contraddizione di cui tutti ci siamo resi conto”.
 
 
L'Eurogruppo si riunisce.L’ Eurogruppo si è riunito dopo una breve sospensione e senza la delegazione greca ha discusso della possibilità del fallimento della Grecia. A tale incontro hanno partecipato anche Mario Draghi per la Bce e Christine Lagarde per il Fondo monetario internazionale. Alla fine di questa tanto attesa riunione è stato diffuso un comunicato che afferma che l’Eurozona ha gli strumenti per far fronte alle conseguenze della fine dei programmi di aiuta alla Grecia che avrà la sua scadenza martedì. Il comunicato afferma che: “Gli Stati dell'Eurozona intendono fare un pieno uso di tutti gli strumenti disponibili per preservare l'integrità e stabilità dell'Eurozona. Questo completerà tutte le azioni che la Banca centrale europea può fare in piena indipendenza e in linea con il suo mandato". “Quanto ai fondi salvastati Efsf e Esm, restano i forti strumenti con il nostro pieno sostegno che sono sempre stati” , viene anche sottolineato che la fine dell'accordo finanziario dell'Efsf con la Grecia, senza la prospettiva immediata di un successivo accordo, richiederà misure da parte delle autorità greche, con l'assistenza tecnica delle istituzioni, per salvaguardare la stabilità del sistema finanziario greco. L'Eurogruppo controllerà da vicino la situazione economica e finanziaria in Grecia e rimane pronto a riunirsi per prendere le decisioni appropriate se necessario, nell'interesse della Grecia come paese dell'Eurozona e conclude il comunicato con la frase “restiamo pronti ad assistere e sostenere la Grecia e il popolo greco se richiesto, in seguito alla fine dell'accordo con l'Efsf”. 
 
 
I dati in borsa. Calo Piazza Affari dopo 2 ore di scambi (Ftse Mib -3,21% a 23.036 punti), con 8 titoli congelati sui 40 nel listino principale, Mps (-7,45% teorico), Mediaset (-4,86% teorico), Bper (-4,85% teorico), UnipolSai (-4,7% teorico), Azimut (-4,68% teorico), Prysmian (-4,46% teorico) e Atlantia (-4,37% teorico), Bpm (-4,58%), Intesa (-4,14%) e Unicredit (-4,41%).  L’uscita di Atene dall’Eurozona spaventa i mercati e la Borsa di Tokyo che termina gli scambi con un il 2,88%. L’indice Nikkei raggiunge quasi 600 punti ed è a quota 20.109,95 a ridosso dei minimi intraday. L’indice Nikkey, con il timore del default del debito greco, accusa la perdita più pesante del 2015. La Grecia deve rimborsare 1,6 miliardi di euro all’Fmi entro domani. La probabilità dell’uscita dall’eurozone della Grecia ha fatto salire il valore dell’Oro dall’1,1% a 1188,23 dollari riprendendosi dal ribasso della scorsa settimana. 



48 ORE AL DEFAULT DELLA GRECIA: IL PARLAMENTO AUTORIZZA IL REFERENDUM CHIESTO DA TSIPRAS

di Angelo Parca

A 48 ore dall'ormai probabile default della Grecia e quindi la sua uscita dall'euro, il Parlamento ellenico ha approvato la richiesta del premier Alexis Tsipras di effettuare un referendum domenica prossima 5 luglio per ottenere l'avallo popolare a respingere l'ultima offerta avanzata dai creditori, Ue-Bce-Fmi e Esm.Con i deputati della sinistra radicale di Syriza hanno votato a favore del referendum quelli di estrema destra della formazione filo-nazista Alba Dorata. Contro la consultazioni i filo-europei di centro-destra di Nea Dimokratia, i socialisti del Pasok, i centristi di To Potami e i comunisti del KKE. 

L'uscita della Grecia dall'Euro non e' mai stata tanto vicina, ma proprio nel giorno in cui e' saltato il tavolo del negoziato fra Atene e le istituzioni (l'ex troika ovvero Ue, Bce e Fmi oltre all'Esm) e l'Eurogruppo si e' riunito per la prima volta senza un suo membro, i paesi della moneta unica ribadiscono che gli strumenti di cui si sono dotati negli ultimi anni permetteranno di combattere il rischio contagio e di evitare il peggio. "La Grecia fa ancora parte dell'Euro", e' stato ripetuto ieri sera a Bruxelles dai partner e dalle istituzioni, e anche il rischio di un default non e' imminente. Infatti il governo ha potuto pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e se martedi', come e' probabile, non potra' pagare il suo debito da 1,6 miliardi con il Fmi, si trovera' in una situazione di arretrato, o al massimo di default ma solo nei confronti de Fondo. In ogni caso, ci si aspetta per lunedi' "una giornata molto difficile" per i mercati finanziari e le banche elleniche

Il ministro Jannis Varoufakis ha lasciato Bruxelles dopo aver spiegato che alla Grecia serviva un'estensione del programma per poter dare l'ultima parola al popolo, richiesta respinta dai partner perche' "ingiusta", come ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. "Gli Stati dell'Eurozona intendono fare un pieno uso di tutti gli strumenti disponibili per preservare l'integrita' e stabilita' dell'Eurozona. Questo completera' tutte le azioni che la Banca centrale europea puo' fare in piena indipendenza e in linea con il suo mandato", si legge nel comunicato firmato dall'Eurogruppo -1, come e' stato chiamato nel formato senza Grecia. Gia' nelle prossime ore e' infatti in programma la riunione del Consiglio dei governatori della Bce, pronto a prendere provvedimenti prima dell'apertura dei mercati e delle banche, lunedi'. Nonostante la "delusione" espressa da molti esponenti delle istituzioni per una decisione, quella sul referendum, annunciata da Tsipras quando in realta' "le posizioni erano molto vicine" e un accordo era "a portata di mano", qualcuno considera la riapertura del negoziato ancora possibile: in particolare "la Francia e' disponibile oggi, domani e dopodomani, come lo e' sempre stato, a mediare fra Grecia e istituzioni per trovare una soluzione solida e serena per la Grecia", secondo il ministro francese Michel Sapin. Anche Pier Carlo Padoan ha sottolineato che "Atene non e' uscita dall'Euro: in questo momento c'e' una situazione di crisi" con "scadenze di pagamento imminenti che vedremo se si potranno rispettare o meno" ma "adesso osserveremo con attenzione gli eventi dei prossimi giorni" e "la palla e' nelle mani delle autorita' greche che stanno in questo momento discutendo se tenere o no un referendum". 

 

Samaras. "Il referendum del 5 luglio non decidera' sull'accordo. Il referendum potrebbe spingerci fuori dall'euro. In ballo c'e' il destino del nostro Paese nell'eurozona". Lo ha detto l'ex premier greco, Antonis Samaras, durante il dibattito parlamentare. Il Parlamento greco dovra' esprimere un voto per autorizzare o meno il referendum annunciato dal premier Tsipra

 

Grillo: "Tsipras si conmporta in maniera straordinaria. "Avevo dei dubbi su Tsipras, invece quell'uomo si sta comportando in maniera straordinaria, portando al popolo greco l'ultima parola". Lo ha detto Beppe Grillo a Ostia per la fiaccolata dell'onesta'.




GRECIA, TSIPRAS A MERKEL E HOLLANDE: "SOPRAVVIVEREMO"

Redazione

Grecia – "Il popolo greco sopravvivera'". E' quanto avrebbe dichiarato il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande, secondo quanto riferiscono alla Reuters fonti del governo di Atene. "Il valore sommo e' la democrazia", avrebbe aggiunto Tsipras.Secondo le stesse fonti, Tsipras ha sottolineato ai suoi interlocutori che «la democrazia è un valore basilare in Grecia e che il referendum si terrà qualsiasi cosa l'Eurogruppo decida». 

Le reazioni del ministro dell'Economia. «Oggi è un giorno triste per l'Europa». Così il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, si è rivolto ai giornalisti lasciando la sede della riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles. Gli altri 18 ministri delle Finanze dell'area euro hanno ripreso la riunione e discutono delle conseguenze del rifiuto della proposta dei creditori da parte della Grecia e le azioni da prendere per la stabilità dell'eurozona.




GRECIA, NEGOZIATI FALLITI: VERSO IL DEFAULT

Redazione

Atene – Il programma di aiuti internazionali alla Grecia finira' martedi' sera. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo constatando "con grande dispiacere" che i negoziati sono falliti.

La Grecia non partecipera' alla riunione dell'Eurogruppo, la riunione senza la Grecia, ha spiegato Dijsselbloem, servirà questa sera a "decidere che cosa fare" dopo che la Grecia ha deciso, respingendo la proposta delle istituzioni e indicendo un referendum, di interrompere unilateralmente il negoziato con i creditori.

Dijsselblom ha spiegato che i 18 ministri delle Finanze che si riuniscono per la prima volta senza la Grecia sono "determinati a fare tutto il necessario per garantire la stabilita' e la credibilita' dell'Eurozona: proprio di questo discutiamo ora".

La decisione dell'Eurogruppo di non accettare la richiesta di Atene di estendere il programma di aiuti per alcune settimane, in modo da consentire alla Grecia di tenere il referendum sulle proposte dei creditori, "danneggia la credibilita' dell'Eurogruppo e il danno potrebbe essere permanente". Lo ha dichiarato in conferenza stampa il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, al termine dell'Eurogruppo, che ha appena ripreso i lavori senza di lui.

"Ho spiegato ai colleghi dell'Eurozona perche' non potevamo accettare le proposte", ha aggiunto il ministro, "i termini dell'accordo erano recessivi, i numeri dei finanziamenti non tornavano e non c'erano elementi che suggerissero che il piano avrebbe posto fine alla crisi".
  Il mandato elettorale che ha ottenuto il governo Tsipras, con il 36% dei voti al partito Syriza, non basta a prendere una decisione importante come quella di accettare le condizioni proposte ad Atene dai suoi creditori: e' quello che il ministro delle Finanze Jannis Varoufakis ha spiegato ai partner dell'Eurogruppo chiedendo un'estensione del programma di aiuti fino al referendum. "Si trattava di pochi giorni poche settimane – ha spiegato Varoufakis – ma l'Eurogruppo ha deciso di respingere questa richiesta. Per una decisione del genere ci vuole come minimo il 51%, e questo e' il motivo del referendum".

Il rifiuto dell'Eurogruppo di concedere alla Grecia un'estensione del programma di aiuti per permettere al popolo greco di esprimersi sulla proposta di accordo e' grave e danneggia la credibilita' dell'Eurogruppo stesso. "Ho paura che questi danni saranno permanenti", ha aggiunto Varoufakis.




GRECIA NEGOZIATI: TSIPRAS NON SI PIEGA E' FUMATA NERA

 

LEGGI ANCHE: GRECIA: UE INSISTE PER SCONGIURARE IL DEFAULT

 

Nessun accordo nei negoziati del fine settimana tra il Presidente Tsipras e i creditori internazionali. Lo spettro del grande default ha fatto crollare le borse. La Merkel annuncia che non si farà ricattare, il FMI chiede il taglio dlle pensioni e l'aumento dell'IVA che farà necesariamente impoverire ancora di più il popolo ellenico

di Cinzia Marchegiani

Atene – L'UE aveva lanciato un monito alla Grecia, un chiaro ultimatum, il paese aveva meno di 24 ore per presentare controproposte serie, che dovevano includere necessariamente le riforme sulla pensione e aumento dell’IVA, mentre il premier greco Tsipras aveva messo condizioni ferree affinché non si toccassero i portafogli dei pensionati e dei consumatori.
Nel frattempo il governo tedesco avrebbe avviato consultazioni concrete circa le misure da adottare nel caso di bancarotta di Atene.

A fine giugno, quando il 30 scadranno le quattro tranche di prestiti che Atene deve restituire all'Fmi, si prospettano tre scenari possibili, dove la meno probabile sembra essere proprio un'intesa di soldi in cambio di riforme tra i creditori internazionali e governo che consentirebbe però di rispettare le deadline. Un’altra possibilità potrebbe riguardare un'estensione ulteriore del programma di aiuti attuali, che scade questo mese, proprio quando la Grecia deve rimborsare al Fondo 1,6 miliardi. L’ultima, la più devastante, è il default delle finanze.

FUMATA NERA, PER ORA NESSUN ACCORDO SOSTENIBILE
Il fine settimana ha visto un tesissimo braccio di ferro fra la Grecia e i creditori internazionali assieme all’UE, che ha prodotto una grande fumata nera, poiché le trattative messe sul piatto e i colloqui allacciati per trovare un accordo bilaterale non hanno trovato alcun compromesso tangibile e ora l’ultimo appuntamento utile è la riunione dell’Eurogruppo in agenda il 18 giugno 2015. I delegati di Atene a Bruxelles devono per ora attendere l’ultima chance messa a loro a disposizione, una soluzione che possa allontanare lo spettro del default o addirittura del Grexit, ovvero l’uscita definitiva della Grecia dall’unione monetaria europea.
Ma la Germania sembra non si voglia far “ricattare” per trovare un accordo sul salvataggio della Grecia, la proprio posizione ferrea è stata chiarita dal ministro dell’economia tedesco e vice-cancelliere Sigmar Gabriel, in una intervista al canale tedesco Ard, aggiungendo che «la pazienza dell’Europa sta finendo», e avverte che il presidente ellenico Tsipras deve portare avanti le stesse riforme che il precedente governo di Samaras si era impegnato a fare, se vuole arrivare ad un accordo, che non sarà benevolo solo perché vi è lo spettro del Grexit, ribadendo che sono disponibili ad accettare qualsiasi cosa. Altrettanto deciso il presidente Tsipras che ha tenuto la stessa linea, quella di non accettare la riduzione delle pensioni e dei salari e contemporaneamente gli aumenti, necessariamente conseguenza dei tassi dell’Iva richiesti, dei prezzi di prodotti di prima necessità, come quelli dell’elettricità. Ma queste clausole il Fondo Monetario Internazionale le impone per ottenere i tagli per l’1% del Pil, che corrisponderebbero a 1800 milioni di euro e in cambio le nuove entrate che si otterrebbero con l’aumento dell’IVA.

CROLLO DELLE BORSE
Lo spettro del default ha fatto crollare l'indice ellenico che cede di oltre cinque punti. Incidono anche le aspettative di un aumento dell'inflazione sul rialzo del debito sovrano, che vedono gli investitori a cedere titoli di Stato alla ricerca di assetti più remunerativi.
Inevitabile quindi il crollo delle borse, Milano Piazza Affari cede l'1,7%, peggio degli altri mercati, Francoforte arretra di un punto percentuale, Parigi lima lo 0,9% e Londra lo 0,6%.

Una situazione grottesca e d grande impasse…tutto rimane sospeso, il governo Tsipras rimane fermo sulle sue posizioni definendo "irrazionali" le richieste dei creditori, soprattutto in termini di tagli alle pensioni e di avanzo primario, mentre la Germania non vuole essere ricattata dal governo di Atene, il destino del popolo ellenico è ora rimandato dall’esito del vertice di giovedì prossimo, dove l’Eurogruppo dibatteranno il presente e il futuro di un popolo già alla fame, di cui si chiedono però altri tagli e imposte oltre la loro sostenibilità,…per Tsipras è come firmare per la morte del proprio paese.