Grecia, forte terremoto di 6.0. Avvertito anche in Turchia e in Italia

Forte terremoto in Grecia: scossa di magnitudo 6.0 a largo dell’isola di Creta. Il sisma è stato registrato alle 8.23 a 74 chilometri a nordovest della città di Hania ad una profondità di 56 chilometri ed è stato avvertito fino alla Turchia e anche in Italia. Finora non sono stati segnalati danni o lesioni. Secondo quanto riferito, gli edifici sono stati evacuati.

Il terremoto è stato avvertito nel Peloponneso e nell’Attica. Ai giornali locali il sismologo Efthymios Lekkas ha dichiarato che il sisma di questa mattina non è legato al terribile terremoto che ha colpito ieri l’Albania e la Bosnia.

La scossa è stata avvertita anche in Puglia, in particolare in Salento e nel Lazio. Alcune telefonate di cittadini allarmati sono arrivate ai centralini dei vigili del fuoco, ma non si registrano né danni né sene di panico. Le province in cui si è sentita più nettamente la scossa sono quelle di Lecce, Brindisi e Taranto.




Grecia nell’inferno di fuoco, incendi alle porte di Atene: morti e feriti

ATENE – Sono almeno 54 le vittime dei devastanti incendi che interessano in queste ore la zona a nordest di Atene: lo riporta l’emittente greca Skai sul proprio sito, che cita – tra gli altri – un membro della Croce Rossa, Bill Andriopoulos. La situazione è drammatica: migliaia le persone evacuate, la località di Mati è incenerita. Il fumo denso ha raggiunto la capitale e si vede il Partenone avvolto da una nube fitta. Il governo greco ha chiesto aiuto all’Europa. Nel frattempo la Turchia, storicamente ‘rivale’ della Grecia, ha offerto aiuto nei soccorsi.

 

Il bilancio ufficiale è ancora di 24 vittime, scrive Skai sul proprio sito, ma secondo Andriopoulos 26 corpi sono stati trovati nella regione della Costa d’Argento, tra alcune case a 30 metri dalla spiaggia. La notizia, prosegue l’emittente, è stata confermata dal sindaco di Pikermi-Rafina, Evangelos Bournos, secondo il quale gli incendi hanno distrutto finora almeno 1.000 abitazioni nella zona. Almeno altre quattro persone risultano disperse. Si teme che alcuni, per fuggire alle fiamme, si siano tuffati in mare e siano morti annegati. La Grecia ha chiesto l’aiuto dell’Europa.

 

“Ho visto cadaveri, auto bruciate, mi sento fortunata ad essere viva. Mati non esiste nemmeno più come insediamento”. E’ la testimonianza di una donna sopravvissuta agli incendi alla tv greca Skai, ripresa dai media internazionali. Mati è una località turistica costiera nella regione di Rafina, a circa 40 km a nordest di Atene. Qui si conta il maggior numero di vittime, morte nelle loro case o nelle auto.

La Turchia ha offerto il suo supporto. “Siamo pronti ad aiutare”, ha detto il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu in una telefonata all’omologo greco Nikos Kotzias. Non è chiaro tuttavia se Atene accetterà l’offerta. I due Paesi, divisi da una storica rivalità e protagonisti anche di tensioni recenti, avevano in passato cooperato in caso di disastri naturali, come nella cosiddetta ‘diplomazia dei terremoti’ del 1999.

Nella vicina Mati la Guardia Costiera è stata costretta a intervenire per evacuare i turisti intrappolati sulla spiaggia. Un secondo incendio sta devastando le pinete in una zona a 50 chilometri a ovest di Atene. Il fumo denso, arrivato fin sulla capitale, ha costretto alla chiusura della principale autostrada di collegamento con il Peloponneso. Sul campo sono stati dislocati centinaia di vigili del fuoco e decine di mezzi. Sette aerei anti-incendio e quattro elicotteri cercano di circoscrivere i roghi dall’alto.

Il governatore dell’Attica, che ieri ha proclamato lo stato di emergenza nella zona est e ovest, sta mettendo a disposizione bus e cisterne di acqua per aiutare a domare le fiamme. Migliaia le persone fuggite, decine le auto distrutte e le case incendiate. “Il fuoco infuria senza sosta, facciamo appello ai residenti di dirigersi verso Corinto per proteggere se stessi e i propri figli”, è il drammatico appello del vicesindaco di Megara, che sorge nei pressi di Kineta, dove le fiamme avanzano con maggiore velocità. “La gente piange, urla al telefono, mentre bruciano le auto parcheggiate e le sirene risuonano ovunque. L’aria è torrida, le fiamme sono vicine”, è la drammatica testimonianza di un cronista nei pressi di Rafina, non lontano da Penteli, epicentro dell’incendio.




Grecia: xenofobi di Alba Dorata attaccano campo rifugiati

 

di Paolino Canzoneri

 

CHIOS – Ignobile appuntamento con la becera bassezza dell'animo umano che non perde occasione di mostrare l'infame razzismo mostrato in un attacco violento e xenofobo nei confronti di un campo di rifugiati sull'isola Chios in Grecia. Un attacco violento con lancio di molotov, sassi e petardi contro 150 migranti rifugiati in quel campo e costretti a fuggire dalla guerra in Siria. Un inferno che non gli consente neanche un po di pace e serenità in terra ellenica. Nell'assalto un migrante è rimasto ferito alla testa per una sassata mentre tende e baracche sono state distrutte dalla furia animale di un gruppo di "gentaglia". Feriti anche due operatori umanitari impegnati nel sostegno e nella cura nel campo di Souda che ospita circa 4mila rifugiati. L'associazione Unchr con il suo operatore Roland Schoenbauer fa sapere di tendoni distrutti e denuncia che i gruppi assalitori patologicamente appartenenti alla destra xenofoba di Alba Dorata hanno lanciato contro un muro gli oggetti dei rifugiati. L'assalto sembra sia una rappresaglia per un episodio in cui sono stati coinvolti tre algerini e un iraniano che nella giornata di ieri avrebbero svaligiato un negozio di fuochi pirotecnici e lanciato petardi in giro per tutta l'isola. Il flusso enorme di fuggitivi dalla guerra in Siria (60% provenienti dalla Siria, 20% dall'Iraq, 10% dal Nord Africa e il resto 10% da altre località del mondo), ha trovato pronto sostegno dai volontari che in tempi stretti avevano eretto una tendopoli fuori da Souda e avevano anche richiesto alla Polizia locale sorveglianza ma non tutti i migranti avevano avuto un posto asciutto dove poter trascorrere la notte.




GRECIA: AL VIA LO SGOMBERO DEL CAMPO IDOMENI

di Angelo Barraco
 
Grecia – Il campo profughi di Idomeni è il più grande della Grecia. Si trova al confine con la Macedonia, è nato a febbraio e vi si rifugiano 8.400 persone, comprese donne e bambini. Ma il campo non garantisce nessun tipo di sicurezza per la salute di chi ci vive né tantomeno per i cittadini che vivono fuori, così la polizia, nella giornata di martedì, ha iniziato una graduale operazione di sgombero del campo profughi di Idomeni, non è stato consentito l’accesso ai giornalisti. Diversi autobus hanno portato circa 2.500 persone in strutture organizzate di accoglienza nel nord della Grecia. La Polizia ha informato i presenti di quanto stava accadendo e vi sono anche delle squadre antisommossa qualora qualcuno non volesse lasciare il campo. Giorgos Kyritsis, portavoce del servizio greco di coordinamento della crisi migratoria, ha riferito che si tratterà di un’evacuazione lenta e che si svolgerà con calma, non vi sarà dunque uno sgomberò messo in atto con la forza poiché vi sono numerose donne e bambini. Ha comunque preannunciato che lo smantellamento dell’area avverrà nell’arco di una settimana, massimo dieci giorni e ha aggiunto che “una cosa come Idomeni non può essere mantenuta, serve solo gli interessi dei trafficanti”.



EMERGENZA MIGRANTI, FRONTEX: "PIÙ ARRIVI IN ITALIA CHE IN GRECIA"

Redazione

Il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato lo scorso aprile, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia. Lo ha reso noto Frontex. Gli arrivi in Grecia sono stati, secondo l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, circa 2700 (il 90% in meno rispetto al mese precedente) mentre quelli registrati nel Mediterraneo centrale sono stati 8370.

L'inversione di tendenza tra Grecia e Italia, precisa Frontex, si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa. La maggior parte dei migranti giunti in Italia sono di nazionalità eritrea, egiziana e nigeriana e – secondo quanto si legge nella nota di Frontex – "non ci sono segnali di un significato spostamento di migranti dalla rotta del Mediterraneo orientale", cioè quella passante per la Grecia. "C'è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche", ha commentato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri. Gli arrivi di aprile "sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull'isola di Lesbo durante i mesi di picco dell'ultimo anno". Secondo Frontex, a determinare questo calo sono stati diversi fattori, in primo luogo l'accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia. Ciò detto, i siriani continuano a essere la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia seguiti da pachistani, afghani e iracheni.

Mattarella, in Ue toni talvolta sconsiderati – "Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al contingente italiano della missione Unifil in Libano.

Mille migranti in arrivo in Sicilia e Calabria – Circa mille migranti sono in arrivo in Sicilia e Calabria. Nel porto commerciale di Augusta sta attraccando nave Peluso con a bordo 342 extracomunitari. A Catania è in arrivo nave Merikarhu con a bordo 250 migranti. Nave Rio Segura con 173 persone a bordo è in navigazione verso Palermo, dove l'arrivo è previsto alle 16. Nave Acquarius con 233 migranti a bordo è in navigazione verso Crotone, dove l'arrivo è previsto alle 14.

Brennero: Schaeuble, mostrare solidarietà a Italia – "I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all'Italia". Lo ha detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un'intervista all'Handelsblatt a proposito della crisi dei migranti. "L'Austria dovrebbe sostenere l'Italia, invece di stabilire al Brennero – una delle frontiere più intrise di significato emotivo d'Europa – nuovi controlli". 




GRECIA, EMERGENZA IMMIGRATI: CORPI IN MARE. AL CIMITERO DI LESBO NON C'È PIÙ POSTO

Redazione

Grecia – Un tempo nota soltanto come meta turistica o semmai, ai più raffinati, perché nel VI sec. A.C. vide fiorire il tiaso della poetessa Saffo, l'isola di Lesbo dall'inizio dell'estate ha acquisito una ben più triste notorietà: è il porto principale d'accesso all'Europa per migliaia di disperati che, dalle coste turche, tentano di arrivare in Europa. E adesso Lesbo si trova ad affrontare un'altra emergenza: le vittime di questo viaggio della speranza sono così numerose che sull'isola non c'è più posto per seppellirli. Sono quasi 500 le persone morte nel tentativo di attraversare l'Egeo dalla vicina Turchia, quest'anno; molti di loro sono morti proprio nello specchio di mare che separa Lesbo dalla Turchia. Almeno 80 le vittime solo nell'ultimo mese, e molti di loro sono bambini.
Gli ultimi due corpi, di una donna e due bambini, sono stati recuperati all'alba di mercoledì. E adesso le autorità locali ed ecclesiastiche hanno avvertito che il cimitero dell'isola è pieno, tanto che adesso non hanno altra scelta che custodire decine di corpi in un contenitore refrigerato. "Ci auguriamo che le autorità siano in grado di trovare una soluzione in fretta", dice Effi Latsoudi, membro di un gruppo di sostegno locale per migranti. Secondo il vescovo, Iakovos, potrebbero volerci anni per trovare un terreno costruire un nuovo cimitero negli spazi vicino all'ospedale dell'isola. Il sindaco di Lesbo, Spyros Galino, ha preannunciato che fara' presente il problema al premier Alexis Tsipras che oggi visita l'isola.  Un barca con 14 migranti a bordo è affondata nella notte vicino all'isola greca di Kos provocando la morte di due bambini: lo ha reso noto la Guardia Costiera greca. Il padre di uno dei bimbi morti è stato costretto a gettare in mare il corpo del figlio di sei anni – che risulta disperso – per salvare gli altri membri della sua famiglia




GRECIA, TSIPRAS VINCE LE ELEZIONI:"DA DOMANI CON IL SORRISO"

Redazione

Ha vinto sbaragliando tutti. I greci vogliono Tsipras. Il leader di Nuova Democrazia Meimarakis ha ammesso la sconfitta alle elezioni politiche greche. Fonti del partito Syriza di Alexis Tsipras affermano di poter formare un Governo entro tre giorni. Con il 25% dei seggi scrutinati, il partito Syriza di Alexis Tsipras e' largamente in testa alle elezioni politiche greche con il 35,3% dei voti.
Nuova Democrazia e' seconda con il 28,1%. Syriza potrebbe contare su 144 seggi in un parlamento di 300 membri. Fonti del partito di Tsipras affermano di potare formare un Governo entro tre giorni.

Il premier uscente greco, Alexis Tsipras, ha votato nel seggio di Kypslei, il quartiere popolare di Atene in cui vive.
"Oggi la Grecia esercita il suo diritto democratico e decide del proprio futuro", ha dichiarato il leader di Syriza alla folla di giornalisti e sostenitori che lo ha circondato, "serve un governo forte con un mandato di quattro anni".

Tsipras si detto "ottimista" sull'esito del voto: "Domani inizia un nuovo giorno", ha assicurato, i greci "si prenderanno il futuro nelle loro mani" ed eleggeranno "un governo di lotta" che aprira' "una nuova era di riforme".
In mattinata hanno votato anche il presidente greco, Prokopis Pavlopoulos, e il leader di To Potami, Stavros Theodorakis.

"Stasera tutti i greci festeggeranno una nuova Grecia, da domani con il sorriso": e' la certezza espressa dal leader di Nuova democrazia, Vangelis Meimarakis, mentre votava in un seggio di Marousi, alla periferia di Atene. "E' un giorno di festa", ha dichiarato il leader dell'opposizione al governo Tsipras, "oggi non parlano i politici, ma i cittadini con il loro voto. I greci vogliono liberarsi dalle bugie".




GRECIA DOMANI AL VOTO: TSIPRAS SI GIOCA TUTTO

A. D. M.

Il leader di Syriza sembrava un leone: amato da tutti i greci difficilmente avremmo potuto immaginare che finisse come un felino graffiato da suoi che non è riuscito a gestire al meglio la crisi ellenica. La Grecia è chiamata domani alle urne per elezioni anticipate che rappresentano una sorta di referendum sull'operato del premier uscente di sinistra, Alexis Tsipras, e la sua sfida all'Ue fermatasi prima che lo strappo diventasse definitivo. Gli ultimi sondaggi confermano il grande equilibrio tra Syriza e Nuova democrazia: quattro danno avanti il partito di Tsipras, con uno scarto che va dallo 0,3% al 3,6%, ma altri indicano un testa a testa e due vedono in testa l'opposizione moderata guidata da Vangelis Meimarakis, con uno scarto tra lo 0,3% e l'1,4%. Anche i neonazisti di Alba dorata dovrebbero ottenere una rappresentanza in Parlamento superando la soglia di sbarramento del 3%: i sondaggi li danno al terzo posto con un dato che socilla tra il 5,6% e il 7,2%. I socialisti del Pasok sono dati al 5%. Dai rilevamenti emerge anche un 10% di indecisi che potrebbe spostare gli equilibri, cosi' come un astensionismo che potrebbe avvicinarsi al 40%

Secondo i media greci a fare la differenza potrebbe essere il voto di donne e giovani, proprio le categorie a cui venerdi' sera si e' rivolto Tsipras nel comizio finale a piazza Syntagma, ad Atene. Il premier uscente si e' detto fiducioso che la Grecia pronuncera' un nuovo no come quello del referendum di luglio sul piano di riforme dell'Ue, un "no alle politiche del passato", inviando "un messaggio chiave all'Europa" alle prese con la crisi economica e con quella dei migranti. "Vogliamo l'Europa della solidarieta' o quella della solidarieta' e della democrazia?", ha chiesto Tsipras affiancato dal leader dello spagnolo Podemos, Pablo Iglesias. Dopo le elezioni del 25 gennaio, che avevano proiettato Tsipras alla guida del governo, e il sofferto compromesso con l'Ue dopo la bocciatura nel referendum del piano di riforme chiesto dai creditori, Syriza si gioca una fetta importante del suo futuro politico. Meimarakis ha proposto un governo di "grande coalizione" Nd-Syriza dopo il voto. Uno scenario respinto come "innaturale" da Tsipras che semmai punta a un esecutivo allargato all'ala sinistra scissionista di Unita' popolare, il partito a cui ha promesso il proprio voto l'ex ministro delle Finanze di Syriza, Yanis Varoufakis.




GRECIA E CASAPOUND: ARRIVA LA SOLIDARIETA’ DALL'ITALIA CON 10 TONNELLATE DI AIUTI UMANITARI

 

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di Cinzia Marchegiani

Atene – La Grecia è una nazione allo stremo, colpita nella dignità da politiche che nulla hanno a che vedere con la nascita del sogno europeo. Chi pensa che sia solo frutto di giornalismo di quart’ordine basti conoscere lo stato di mal nutrimento dei bambini, tanto che è stato attivato uno studio inedito in questo scenario da terza guerra mondiale, dove le armi invisibili utilizzate non producono rumore, ma solo morti, povertà e isolamento.

Uno nuovo studio del dottor Anastasios Papadimitriou, autore senior dello Acta Paediatrica pubblicato ad agosto 2015 dimostra senza ombra di dubbio come i livelli di peso dei bambini greci è sceso durante la crisi economica, per un periodo di 2,5 anni, poco prima e durante i primi anni della crisi economica greca. Poiché questo studio ha coinciso con lo scoppio della crisi economica greca, la stessa analisi suggerisce che i cambiamenti possono essere correlati alle condizioni non ottimali che una percentuale significativa della popolazione greca vissuto in quel periodo. L’autore ha spiegato: "Se i nostri risultati sono stati verificati da altri studi, che suggerirebbero che le crisi economiche hanno un rapido effetto sfavorevole del peso della popolazione più vulnerabili, cioè i bambini". 

CasaPound Italia, sempre in trincea nell’aiutare chi vive in un mondo di stenti non solo in Italia, è andata ieri ad Atene in soccorso alla crisi, qui la povertà è arrivata nella pancia dei bambini, smilsi, deboli.

La campagna "Per Grecia con la Grecia" porta la solidarietà con 10 tonnellate di alimenti. Una delegazione guidata dal leader di Cpi Gianluca Iannone è partita alla volta di Atene per consegnare alla popolazione strozzata dalle banche e dalla crisi gli aiuti umanitari raccolti con la campagna "Per la Grecia, con la Grecia" avviata a luglio scorso che ha permesso di raccogliere circa dieci tonnellate di beni di prima necessità messe insieme grazie alla generosità degli italiani e all'impegno di tutte le sedi del movimento che hanno partecipato all'iniziativa. Gli aiuti sono stati distribuiti questa nella mattina di ieri dai militanti di CasaPound e di Alba Dorata, che, insieme, hanno accolto centinaia di cittadini in difficoltà nella sede centrale di Alba Dorata ad Atene. Un'iniziativa, quella della raccolta solidale, su cui da anni entrambi i movimenti sono in prima linea.

Il ledea Iannone spiega: "CasaPound ogni settimana distribuisce aiuti agli italiani, ma oggi ha voluto portare il suo sostegno alla Grecia. Questa è la vera Europa della solidarietà, popoli fratelli che fanno fronte comune per uscire dalla speculazione e dalla crisi, non certo quella a cui si richiamano senza costrutto Renzi, Merkel e Hollande. La Grecia, dopo essere stata derubata e ridotta alla fame da Bce e Fondo monetario, ora, come l'Italia, si trova costretta ad affrontare un'invasione come mai si era vista prima: Ma Italia e Grecia sono due nazioni sorelle e non si lasceranno mettere all'angolo da chi ritiene di poterle ridurre a terre di conquista". E Iannone ricorda…."Questa è la vera Europa della solidarietà".




GRECIA: SI DIMETTE IL SEGRETARIO DI SYRIZA

di Angelo Barraco

Atene –  Il segretario di Syriza Tasos Koronakis, considerato uno dei più stretti collaboratori di Tsipras, si è dimesso dopo aver espresso la sua opposizione alla linea ufficiale del partito. Koronakis Ha scritto una lettera di dimissioni in cui mette in discussione la decisione di andare alle elezioni  senza discutere e ignorare le dicesioni del Comitato Centrale. Koronakis Nella lettera scrive anche che le decisioni prese di recente non stanno rafforzando il partito ma al contrario, lo stanno indebolendo. Si è rivolto inoltre a Panagiotis Lafazanis e a coloro che stanno nell’ala radicale che lo hanno lasciato per formare “Unione Popolare” dicendo “sembravano pronti a questo scontro, spesso con comportamenti disdicevoli per il nostro partito, ed in ultima analisi a finalizzare la rottura”.

La Grecia ha deluso le aspettative di tutti coloro che sostenevano il temerario Tsipras che, sembrava, lottare con le unghie e con i denti per il suo paese e per il suo popolo e prometteva per il futuro una crescita e un vigore. Ma come è finita questa bella favola che abbiamo ascoltato, che ci ha tenuti con il fiato sospeso per molto tempo e che ci ha coinvolti? Tsipras ha svenduto il paese e ha annunciao le dimissioni. Tale decisione è stata presa alla scadenza del rimborso che la Grecia dovrà versare alla Banca Centrale Europea di 3,2 milioni di euro; dov’è finito il coraggioso Tsipras di qualche mese fa? Il paese adesso è in mano alla Merkel.




GRECIA: TSIPRAS SVENDE IL SUO PAESE E POI SI DIMETTE. A SETTEMBRE ELEZIONI ANTICIPATE

Non ha fatto tempo a ratificare l’accordo per il terzo pacchetto di salvataggio per ricevere gli aiuti finanziari da parte dei creditori internazionali, che la tv greca ha comunicato che Alexis Tsipras ha deciso di dimettersi, d’altronde sembra che ben 35 deputati abbiano votato contro l’adozione dell’ennesimo salvataggio che ha innescato invero la privatizzazione dei gioielli statali della Grecia

di Cinzia Marchegiani

Atene (Grecia) – Tsipras prima svende il suo paese e poi annuncia dimissioni. I mal di pancia interni al partito hanno preso forma e l’ipotesi di elezioni anticipate ora si son fatte concrete. La decisione è stata presa alla scadenza del rimborso che la Grecia dovrà versare alla Banca Centrale Europea di ben 3,2 miliardi di euro. L’uomo del cambiamento non ha fatto tempo a ratificare l’accordo per il terzo pacchetto di salvataggio per ricevere gli aiuti finanziari da parte dei creditori internazionali, che la tv greca ha comunicato che Alexis Tsipras ha deciso di dimettersi, d’altronde sembra che ben 35 deputati abbiano votato contro l’adozione dell’ennesimo salvataggio che ha innescato invero la privatizzazione dei gioielli statali della Grecia, disattendendo su tutti i fronti quelle promesse fatte ai suoi elettori. Anche se il piano firmato con la Troika era stato già tessuto dai suoi predecessori, Tsipras ha ratificato la privatizzazioni per 50 miliardi di euro. Infatti era stato istituito il Fondo di sviluppo dei beni della Repubblica ellenica, con cui si erano selezionati i migliori beni su cui gli investitori avrebbero potuto mettere le mani, tra cui appunto 22 infrastrutture pubbliche quali porti, aereoporti e autostrade e società di gestione acqua, energia elettrica e di gas naturale.

Ma Tsipras ha tradito tutti, e ora dope aver "svenduto" la Grecia sembra voglia dimettersi, e portare alle elezioni anticipate il paese che ora è in mano alla Merkel, e mamma Troika.

Il terzo pacchetto di salvataggio. Solo due giorni fa il Parlamento tedesco ha dato il via libera al piano di aiuti da 86 miliardi per la Grecia. lo stesso ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha definito questa scelta come “aiuti indispensabili”, verrebbe da chiedersi per chi. La Grecia così ha ricevuto il terzo piano di salvataggio della Grecia. L'approvazione del Bundestag è arrivata con 454 voti favorevoli, 113 contrari e 18 astensioni, mentre nel voto precedente del 17 luglio 2015, per decidere l’avvio dei negoziati sul terzo pacchetto di aiuti, 439 deputati avevano votato a favore mentre 119 si erano opposti, 40 gli astenuti. Tra le condizioni per il piano di salvataggio Tsipras ha dovuto accettare la creazione di un fondo di garanzia di 50 miliardi di euro di beni pubblici da privatizzare. Le prossime tappe riguardano il porto ateniese del Pireo e di quello di Salonicco, mentre entro le fine dell’anno sono attese offerte per l'operatore ferroviario greco Trainose e la società di materiale rotabile Rosco.

Nessuna garanzia. Il fatto più inquietante riguarda la forte incertezza che questo pacchetto di salvataggio rappresenti, lo stesso Schaeuble il ministro delle Finanze tedesco ha spiegato che dopo tutto quello che è successo nei mesi scorsi, non esiste alcuna garanzia che questa soluzione possa riuscire e ci sono sempre dei dubbi, ma considerando che il Parlamento greco ha già approvato la maggior parte delle misure di riforma concordate, sarebbe irresponsabile non cogliere l'opportunità per offrire alla Grecia una nuova possibilità per ricominciare.

La Germania risparmia 100 miliardi grazie alla crili elelnica. La Germania, intanto è l’unica che ha beneficiato della crisi ellenica secondo i calcoli effettuati da un istituto tedesco Leibniz IHW, la sofferenza greca gli ha fatto risparmiare più di 100 miliardi di euro in bilancio a partire dall'inizio della crisi greca del 2010, cioè più del 3% del suo PIL, grazie alle notizie negative sulla Grecia.

Tsipras va via e lascia la strada avviata alle privatizzazione dei gioielli di Stato, la prima tappa è stata la cessione di 14 aeroporti regionali alla società tedesca Fraport per 1,23 miliardi di euro, secondo quanto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ellenica. Si tratta della prima privatizzazione completata da quando Atene ha raggiunto l’accordo con i creditori sul terzo piano di salvataggio. I 14 aeroporti regionali le cui attività sono state rilevate dalla Fraport tedesca sono quelli di Salonicco, Corfù, Chania (Creta), Cefalonia, Zante, Aktion, Kavala, Rodi, Kos, Samos, Mytilini, Mykonos, Santorini e Skiathos. La privatizzazione degli aeroporti regionali greci era stata inclusa nel memorandum d’intesa che il governo di Atene ha concordato con i suoi creditori internazionali, al fine di ottenere un nuovo programma di salvataggio triennale del valore di circa 86 miliardi di euro. 

Una strategia pur troppo chiara, eppure c'è ancora chi crede nelle favole della solidarietà e della correttezza.