GRECIA NEGOZIATI: TSIPRAS NON SI PIEGA E' FUMATA NERA

 

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Nessun accordo nei negoziati del fine settimana tra il Presidente Tsipras e i creditori internazionali. Lo spettro del grande default ha fatto crollare le borse. La Merkel annuncia che non si farà ricattare, il FMI chiede il taglio dlle pensioni e l'aumento dell'IVA che farà necesariamente impoverire ancora di più il popolo ellenico

di Cinzia Marchegiani

Atene – L'UE aveva lanciato un monito alla Grecia, un chiaro ultimatum, il paese aveva meno di 24 ore per presentare controproposte serie, che dovevano includere necessariamente le riforme sulla pensione e aumento dell’IVA, mentre il premier greco Tsipras aveva messo condizioni ferree affinché non si toccassero i portafogli dei pensionati e dei consumatori.
Nel frattempo il governo tedesco avrebbe avviato consultazioni concrete circa le misure da adottare nel caso di bancarotta di Atene.

A fine giugno, quando il 30 scadranno le quattro tranche di prestiti che Atene deve restituire all'Fmi, si prospettano tre scenari possibili, dove la meno probabile sembra essere proprio un'intesa di soldi in cambio di riforme tra i creditori internazionali e governo che consentirebbe però di rispettare le deadline. Un’altra possibilità potrebbe riguardare un'estensione ulteriore del programma di aiuti attuali, che scade questo mese, proprio quando la Grecia deve rimborsare al Fondo 1,6 miliardi. L’ultima, la più devastante, è il default delle finanze.

FUMATA NERA, PER ORA NESSUN ACCORDO SOSTENIBILE
Il fine settimana ha visto un tesissimo braccio di ferro fra la Grecia e i creditori internazionali assieme all’UE, che ha prodotto una grande fumata nera, poiché le trattative messe sul piatto e i colloqui allacciati per trovare un accordo bilaterale non hanno trovato alcun compromesso tangibile e ora l’ultimo appuntamento utile è la riunione dell’Eurogruppo in agenda il 18 giugno 2015. I delegati di Atene a Bruxelles devono per ora attendere l’ultima chance messa a loro a disposizione, una soluzione che possa allontanare lo spettro del default o addirittura del Grexit, ovvero l’uscita definitiva della Grecia dall’unione monetaria europea.
Ma la Germania sembra non si voglia far “ricattare” per trovare un accordo sul salvataggio della Grecia, la proprio posizione ferrea è stata chiarita dal ministro dell’economia tedesco e vice-cancelliere Sigmar Gabriel, in una intervista al canale tedesco Ard, aggiungendo che «la pazienza dell’Europa sta finendo», e avverte che il presidente ellenico Tsipras deve portare avanti le stesse riforme che il precedente governo di Samaras si era impegnato a fare, se vuole arrivare ad un accordo, che non sarà benevolo solo perché vi è lo spettro del Grexit, ribadendo che sono disponibili ad accettare qualsiasi cosa. Altrettanto deciso il presidente Tsipras che ha tenuto la stessa linea, quella di non accettare la riduzione delle pensioni e dei salari e contemporaneamente gli aumenti, necessariamente conseguenza dei tassi dell’Iva richiesti, dei prezzi di prodotti di prima necessità, come quelli dell’elettricità. Ma queste clausole il Fondo Monetario Internazionale le impone per ottenere i tagli per l’1% del Pil, che corrisponderebbero a 1800 milioni di euro e in cambio le nuove entrate che si otterrebbero con l’aumento dell’IVA.

CROLLO DELLE BORSE
Lo spettro del default ha fatto crollare l'indice ellenico che cede di oltre cinque punti. Incidono anche le aspettative di un aumento dell'inflazione sul rialzo del debito sovrano, che vedono gli investitori a cedere titoli di Stato alla ricerca di assetti più remunerativi.
Inevitabile quindi il crollo delle borse, Milano Piazza Affari cede l'1,7%, peggio degli altri mercati, Francoforte arretra di un punto percentuale, Parigi lima lo 0,9% e Londra lo 0,6%.

Una situazione grottesca e d grande impasse…tutto rimane sospeso, il governo Tsipras rimane fermo sulle sue posizioni definendo "irrazionali" le richieste dei creditori, soprattutto in termini di tagli alle pensioni e di avanzo primario, mentre la Germania non vuole essere ricattata dal governo di Atene, il destino del popolo ellenico è ora rimandato dall’esito del vertice di giovedì prossimo, dove l’Eurogruppo dibatteranno il presente e il futuro di un popolo già alla fame, di cui si chiedono però altri tagli e imposte oltre la loro sostenibilità,…per Tsipras è come firmare per la morte del proprio paese.