BREXIT: LA GRAN BRETAGNA È FUORI DALL'EUROPA

Red. Economia & Finanza

"Ci siamo ripresi il Paese, questa è una vittoria della gente vera, della gente normale, della gente dignitosa". Così Nigel Farage, leader del Partito indipendentista Ukip, commenta i dati ancora parziali che danno in vantaggio la Brexit. E a chi gli chiede se il premier David Cameron deve dimettersi, risponde: "Immediatamente"."Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell'indipendenza per il nostro Paese. E' l'alba di un Regno Unito indipendente". Lo ha detto il leader euroscettico dell'Ukip Nigel Farage, dando per scontata una vittoria del Leave. "E' arrivato il momento di liberarci da Bruxelles", ha aggiunto. Il partito laburista sta lavorando sul presupposto che al referendum sulla Brexit vincerà il 'Leave'. Lo ha spiegato una fonte del partito, come riferisce il Guardian. In caso di uscita del Regno Unito dall'Ue, Jeremy Corbyn dovrebbe chiedere al premier David Cameron di dimettersi, ma ai piani alti del Labour si ritiene che sarebbe inutile, perché lo stesso Cameron potrebbe annunciare le sue dimissioni spontaneamente.

Il Regno Unito spaccato in due dal referendum – ll 'Leave' vince in Galles conquistando 854.572 voti contro le 772.347 preferenze date al 'remain'. In Scozia, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il 'Remain' con 1.661.191 voti contro i 1.018.322 andati al 'Leave' a fronte di un'affluenza del 67,2%: Glasgow, la grande città portuale scozzese, vota al 66,6% per Remain, contro il 33,4% di Leave e Edimburgo, vota a favore della permanenza nell'Unione Europea con una percentuale del 74,4% contro il 25,6% di Leave. In Irlanda del Nord, nel referendum sulla Brexit, ha vinto il 'Remain' con 440.437 voti contro i 349.442 andati al 'Leave' a fronte di un'affluenza del 62,9%.

Contraria alla Ue la maggioritaria Inghilterra (esclusa quasi tutta Londra) con quasi il 60% di voti pro-Brexit. A Manchester fronte filo-Ue con un 60% di suffragi per Remain. Nella città industriale di Sunderland, sulla costa del nord-est dell'Inghilterra, Leave ha vinto con 82.394 voti (61,3%) contro i 51.930 voti (38,7%) per Remain. A Newcastle, città nel nord-est dell'Inghilterra, il 'Remain' ha vinto, ma di misura: 50,7% contro il 49,3% dei voti per il 'Leave', con uno scarto di appena 2.000 voti in una città in cui hanno votato in 129 mila. Gibilterra ha scelto il Remain con una percentuale del 95,9% e un 4,1% per il Leave. L'affluenza alle urne nel territorio a sud della Spagna è dell'84%. Leave ha vinto anche a Swindon , nella contea del Wiltshire, nel ricco sud-ovest dell'Inghilterra, con una percentuale del 55% contro il 45% di Remain. Oxford non tradisce l'Europa: la celebre città universitaria inglese porta in dote il 70,3% dei suoi voti al fronte di Remain nel referendum britannico sull'Ue contro il 29,7 di Leave. Anche Cambridge, dopo Oxford, vota in favore del fronte filo-Ue di Remain con oltre il 74% dei suffragi. La città di Liverpool, nel nord-ovest dell'Inghilterra che diede i natali ai Beatles, ha votato per il Remain, che ha vinto col 58% dei voti contro il 42% dei Leave.

Il voto a Londra – Il 'Remain' a Londra è al 69% mentre il 'Leave' si ferma al 31%. E la scelta di restare in Europa, ad esempio, prevale nell'aristocratico quartiere di Hammersmith & Fulham, dove il 'Remain' trionfa al 70% mentre il 'Leave' si ferma al 30% mentre in due quartieri popolari dell'East End di Londra, Barking e Dagenham, compresi in una stessa circoscrizione, hanno segnato la vittoria al Leave con una proporzione del 62% contro il 38%. A Watford, sobborgo nel nord-est di Londra, il Leave ha vinto per soli 252 voti rispetto ai 23.167 del Remain mentre a Islington, nel collegio blindato del leader del Labour, Jeremy Corbyn, Remain si attesta attorno al 66% dei voti. l voto nel municipio della City of London è per il 75% per il Remain contro il 25% per il Leave. Remain ha vinto con il 78% contro il 22% a Hackney, popoloso quartiere nell'East End

Salvini "Ora tocca a Noi" Esulta il leader del Caroccio Matteo Salvini che sui social ha dichiarato "ora finalmente cambierà l'Europa, ora tocca a noi".




LA GRAN BRETAGNA SAREBBE PRONTA A USCIRE DALL'UE

di Maurizio Costa

ROMA – Il Consiglio Europeo, formato da tutti i Capi di Stato dei Paesi membri, ha nominato Jean-Claude Juncker Presidente della Commissione Europea. La maggioranza è stata schiacciante: tutti hanno votato a favore dell'ex premier lussemburghese eccetto la Gran Bretagna e l'Ungheria. Adesso la palla passerà al Parlamento Europeo, che il 16 luglio deciderà se confermare Juncker oppure no.

Fronte britannico – Il premier David Cameron, dopo la votazione del Consiglio, ha scritto su Twitter: "Ho detto ai leader dell'UE che potrebbero rimpiangere per tutta la vita il nuovo processo di scelta del Presidente della Commissione. Starò sempre dalla parte degli interessi del Regno Unito." Parole molto dure, che fanno capire che la Gran Bretagna non ci sta e presto potrebbe cambiare tutto.

Stampa inglese – Secondo le testate britanniche, Cameron avrebbe aperto un vero e proprio fronte di guerra contro l'UE, che potrebbe portare addirittura all'uscita della Gran Bretagna dall'Europa. Una scelta drastica, che però rispecchierebbe il pensiero del premier. La presidenza di Juncker potrebbe rivelarsi un gran disastro, anche perché è la prima volta nella storia che il Consiglio Europeo prende una decisione così importante senza il placet di uno degli Stati membri più importanti.

La presa in giro – Anche i tedeschi vogliono intervenire a difesa di Juncker: la stampa germanica ha paragonato David Cameron a Wayne Rooney, calciatore della Nazionale inglese, uscito prematuramente dalla competizione mondiale di calcio, proprio come Cameron, che si troverà fuori dal giro dell'Europa se dovesse continuare questo ostruzionismo.

Già lo scorso anno il premier britannico aveva proposto un referendum per uscire dall'Europa. Questa volta farà sul serio?