Gorino: niente immigrati dopo le barricate

 

Andrea Barbi – Ivan Galea


GORINO (FE)
– Scoppia la rivolta a Gorino in provincia di Ferrara dopo che il Prefetto Michele Tortora ha imposto l’accoglienza per un gruppo di richiedenti asilo, si parla di circa una trentina di persone per una località che ne conta appena 600. Centinaia di abitanti di Goro e Gorino sono scesi in piazza per protestare contro la decisione d’imperio cui si è visto costretto l’ufficio territoriale del governo. Ma dopo i tumulti la decisione è stata ritirata: il prefetto di Ferrara è tornato sui suoi passi dopo le barricate antiprofughi, fatte dai residenti, che ieri hanno impedito l'arrivo di 12 donne profughe nel piccolo centro del Ferrarese


Una mobilitazione numerosa che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Le strade di accesso a Gorino sono rimaste bloccate da vere e proprie barricate fisiche: un muro di persone che blocca l’accesso anche con l’ausilio di bancali di legno. La situazione è stata tenuta sotto controllo dai carabinieri e dal personale della Digos

La struttura deputata ad ospitare gli stranieri è l’Ostello Bar “Amore-Natura”, ai cui titolari nel primo pomeriggio di ieri è stata notificata la requisizione parziale del piano superiore dell’edificio e delle camere (5 camere.) Un provvedimento che ha creato sconcerto non solo tra i gestori della struttura, ma appena la voce di è sparsa nel piccolo paesello della bassa ferrarese, anche tra tutti i cittadini che protestano per la mancanza di preavviso e per la prepotenza della decisione imposta dall’alto. Vista la grinta e la decisione che queste persone stanno dimostrando, si preannuncia una situazione davvero difficoltosa da gestire. A Ferrara, dalla prefettura si giustificano sostenendo che tutti i centri di accoglienza del capoluogo di provincia erano al collasso, quindi è stata una decisione improvvisa dettata dall’emergenza.

Dietrofront di Michele Tortora, prefetto di Ferrara, dopo le barricate antiprofughi, fatte dai residenti, che ieri hanno impedito l'arrivo di 12 donne profughe nel piccolo centro del Ferrarese. "Ha prevalso la tranquillità dell'ordine pubblico – dice Tortora – non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce. Il mio primo pensiero – prosegue il prefetto – dopo quello che è successo va alle 12 donne oggetto di contestazione. Non oso pensare a quello che hanno passato nella traversata del Mediterraneo, al viaggio in pullman fino a Bologna e poi fino a Gorino e posso immaginare cosa possono aver provato quando si sono trovate davanti quelle barricate. E' stato un episodio tristissimo. Mi avrebbe fatto piacere – ha aggiunto Tortora – che i cittadini di Gorino avessero visto di cosa si trattava, se avessero avuto cognizione dei termini del problema forse le cose sarebbero andare diversamente". A chi domanda se la decisione di abbandonare l'ipotesi di accogliere i profughi sia una sconfitta dello Stato, il prefetto risponde che "certo non è una vittoria". "La gestione di questi problemi – prosegue – va affrontata con buon senso e spirito di collaborazione da parte di tutti. Per questo rinnovo l'appello a istituzioni, enti locali, persone e associazioni ad aiutarci". Di fronte a chi gli chiedeva se la decisione di cedere alla protesta sia stata condivisa con il Viminale il prefetto ha risposto: "chiedetelo al Viminale".

Stigmatizza la vicenda il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell'Italia. "Non mi interessa se la protesta sia stata organizzata o meno – prosegue il titolare del Viminale – io sto a quello che vedo e quello che vedo è qualcosa che amareggia e che non è lo specchio dell'Italia". Il nostro paese, ha aggiunto, "sono i ragazzi di Napoli che aiutano i soccorritori sul molo quando arrivano i migranti, o il medico di Lampedusa Pietro Bartolo che non guarda a orari". Dopo la strage di Lampedusa, secondo il ministro, "l'Italia poteva scegliere se girarsi dall'altra parte o essere un paese coraggioso. E noi – ha concluso Alfano – abbiamo scelto di essere l'Italia della fatica e del coraggio. anche sapendo che così facendo si sarebbero persi voti".

Sostegno, invece, dalla Lega: "Grazie a chi ha manifestato la scorsa notte – dichiara il capogruppo leghista e segretario Lega Nord Ferrara Alan Fabbri – grazie a chi ha lottato per far vincere la democrazia e il buon senso. I cittadini di Gorino sono per noi i nuovi eroi della Resistenza contro la dittatura dell'accoglienza. Abbiamo sostenuto, e continueremo a farlo, in ogni sede e in ogni modo, la loro protesta. Se il prefetto e il Pd, con la complicità del presidente della Provincia Tagliani, si illudono di poter fare qualsiasi cosa sopra la testa dei cittadini si sbagliano di grosso. Lo abbiamo dimostrato a Gaibanella, lo abbiamo dimostrato a Gorino e continueremo a farlo. La Lega c'è. Chi ha passato la notte in trincea per difendere il proprio territorio e la democrazia dai nuovi despoti è un eroe – rimarca Fabbri -. La forza del popolo ha consentito di vincere la follia di prefetture che requisiscono locali per darli agli immigrati e di dare una lezione di stile a Tiziano Tagliani che, da presidente della Provincia, si comporta in modo complice: evidentemente pensa di assolvere al proprio dovere di promuovere il territorio del Delta del Po piazzando immigrati clandestini in ogni dove".