NEMI, LA VILLA DI CALIGOLA, IL SANTUARIO E IL MUSEO: UN POLO MUSEALE ARCHEOLOGICO NON VALORIZZATO E NON PROMOSSO

Redazione

Nemi – Un sito pieno di archeologia, tecnologie e in continua scoperta ma che però non è affatto valorizzato e promosso. I custodi di questo sito sono dei privati che organizzano visite guidate ed eventi a tema. Ne la soprintendenza e ne il Comune di Nemi incentivano la promozione di questo tesoro archeologico di inestimabile valore.

Le scoperte potrebbero avere un richiamo d'attenzione mondiale e invece non va in questo modo. siamo in Italia. Addirittura sta riaffiorando la villa dell'imperatore Caligola. Le nuove indagini consentono oggi di ricostruire nel dettaglio, attraverso le prove archeologiche, la storia e le fasi del santuario di Diana. L’ultima campagna ha messo in campo per la prima volta anche nuove tecnologie. Come rivela la Ghini a Il Messaggero l’intera area, infatti, è stata ispezionata con ricognizioni «a volo d’uccello» di un drone nelle ultime due settimane di settembre. Ma l'esito deve ancora essere conosciuto.


Nel 2003 è iniziata una collaborazione,ancora in corso, tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e l’Univer-sità degli Studi di Perugia per indagini archeologichenel santuario di Diana nemorense, sotto la direzionescientifica di Giuseppina Ghini, Filippo Coarelli ePaolo Braconi e il coordinamento della dottoressa Diosono.

Il grosso problema è la gestione dell'area archeologica presso la Valle del lago. L'unico a sfruttare queste bellezze è un privato la cui proprietà rimane attaccata all'area archeologica. I turisti non sono incentivati con visite o con navette gratuite che potrebbero essere messe a disposizione dal Comune per visitare questo straordinario rinvenimento. La villa di Caligola, il Santuario di Diana, Il museo delle Navi potrebbero rappresentare un polo museale archeologico di grande rilievo al livello nazionale e internazionale. Manca la promozione e la protezione di queste bellezze a cielo aperto. Il sito non è valorazzato. Ci sono progetti da qui ai prossimi cinque anni per far conoscere e vivere questa continua scoperta?




LANUVIO SCAVO ARCHEOLOGICO DEI PANTACCI: IN MOSTRA I REPERTI AL MUSEO CIVICO

Redazione
 
Lanuvio (RM) – Dalla fine di Dicembre 2012 è finalmente possibile ammirare all’interno del Museo Civico Lanuvino, Castelli Romani,parte dei reperti provenienti dal sito archeologico in località Pantanacci (attualmente ricadente tra il Comune di Lanuvio e quello di Genzano di Roma).  A seguito dell’intervento del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico della Guardia di Finanza, che nel Luglio del 2012 consentiva di interrompere uno scavo intrapreso da scavatori clandestini e di recuperare una gran mole di materiale archeologico destinato al mercato antiquario internazionale, si intraprendeva una tempestiva campagna di scavo sotto la direzione scientifica del Dott. Luca Attenni, del Prof. Fausto Zevi e, quale Responsabile unico del procedimento, della Dott.ssa Giuseppina Ghini, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.
Nei rigogliosi boschi dell'antico Ager Lanuvinus, non lontano dal celebre santuario di Giunone Sospita è stata dunque scoperta una stipe votiva, collocata in un antro naturale dalle cui pareti di fondo tutt'oggi sgorgano spontaneamente acque sorgive presumibilmente all’epoca ritenute terapeutiche e salutari, cornice che favorì lo sviluppo di un culto di divinità ad essa connesse.
Molti sono infatti i votivi anatomici (prevalentemente risalenti al IV – III secolo a. C.) riportati alla luce raffiguranti mani, piedi, gambe, braccia, figurine intere (maschili, femminili e infanti fasciati), busti con intestino, vesciche, mammelle, uteri, falli, vulve, orecchie, mascherine con occhi, teste maschili e femminili e soprattutto l'inedita tipologia dei cavi orali. 
Per confermare le ipotesi finora avanzate riguardo l’attinenza di tale materiale archeologico con il complesso sacrale di Giunone Sospita, è necessario attendere i risultati delle analisi chimiche. Da subito invece è emerso l’indubbio interesse archeologico della scoperta. Da qui l’urgenza dell’Amministrazione Comunale di offrire la possibilità di ammirare almeno parte del materiale ritrovato esponendolo in una vetrina dedicata all’interno del Museo Civico Lanuvino, con il testo didascalico riportato anche in lingua inglese (visto l’interesse dimostrato anche da studiosi e visitatori internazionali).
Si è aperta così la prima fase dell’allestimento previsto per tali importanti reperti, a cui farà seguito una seconda fase non prima però di alcuni interventi di modifica dei locali museali necessari ad accoglierli opportunamente, restituendo loro il giusto valore. " Un grande risultato per Lanuvio e il suo Museo, è quanto afferma il Delegato alla Cultura Alessandro De Santis, che pone l'accento sulle grandi potenzialità della vocazione storico archeologica del Paese che ha trovato a più riprese riconoscimenti illustri tra gli addetti ai lavori ed anche una importante visibilità mediatica a livello nazionale e internazionale".



LANUVIO, SCAVI ARCHEOLOGICI: IL SINDACO STA ORGANIZZANDO UNA TASK FORCE TRA ENTI, PRIVATI E CITTADINI

Il Primo cittadino di Lanuvio Luigi Galieti, storico e appassionato di Lanuvio, sta seguendo direttamente sul posto l’andamento dei lavori ed ha garantito che la sua Giunta farà tutti gli sforzi  per riportare alla luce una bella pagina di storia lanuvina e romana.

 

Redazione

Nel territorio dell’antico ager Lanuvinus, in località Pantanacci (attualmente ricadente tra il Comune di Lanuvio e quello di Genzano di Roma), il Comune di Lanuvio con il suo Museo Civico (direttore Dott. Luca Attenni), il ministero per i Beni e le Attività Culturali del Lazio (funzionario Dott.ssa Giuseppina Ghini) e la I Università di Roma La Sapienza (referente scientifico Prof. Fausto Zevi) si sono occupati delle indagini archeologiche relative all’interessantissimo contesto di una inedita stipe votiva di età repubblicana. Il sito, già noto alla comunità scientifica e agli abitanti del luogo, è stato purtroppo oggetto di depredazioni sistematiche e scavi clandestini nel corso degli ultimi anni. Grazie all’efficiente intervento della Guardia di Finanza (sotto la direzione del Maggiore Massimo Rossi) è stato possibile cogliere in flagrante le azioni illegali in sito, recuperando abbondante materiale votivo, posto sotto sequestro. Data la situazione di emergenza legata ai ritrovamenti, unitamente all’indubbio interesse archeologico del sito, è stata tempestivamente intrapresa la prima campagna di scavo, finanziata dal Comune di Lanuvio, sotto la direzione scientifica del Dott. Luca Attenni, del Prof. Fausto Zevi e come R.U.P. della Dott.ssa Giuseppina Ghini. Il luogo oggetto delle indagini è relativo ad una stipe votiva legata probabilmente al culto delle acque che qui sgorgano tutt’oggi da fonti spontanee. Il sito è inserito in una cavità naturale ritoccata da interventi antropici già in età antica ed è interessato da una serie di cunicoli pertinenti alla canalizzazione delle acque. È ipotizzabile che tale contesto sacro fosse in connessione con il vicino santuario di Giunone Sospita. Il progetto ha presentato sin da subito diverse problematiche, principalmente legate a motivi di sicurezza data la presenza e il continuo afflusso di acqua e l’instabilità statica di alcuni punti del costone roccioso. Le metodologie di scavo si sono dunque dovute adattare al continuo evolversi del contesto archeologico unitamente alle esigenze di sicurezza. Durante lo scavo (prorogato da due a tre settimane) si è iniziato con la rimozione degli strati superficiali che limitavano anche l’ingresso all’antro. Nonostante si trattasse di livelli intaccati dagli scavi clandestini, sono stati rinvenuti numerosissimi materiali votivi, consistenti in ceramica e modelli anatomici in terracotta. L’orizzonte cronologico è attualmente orientato prevalentemente alla media età repubblicana (IV-III secolo a.C.). Le indagini archeologiche hanno permesso il recupero dei fondamentali dati scientifici pertinenti alle deposizioni primarie dei votivi e la basilare identificazione del percorso degli scavi clandestini, distinguendo i livelli intaccati da quelli integri. Futuri approfondimenti permetteranno di portare alla luce eventuali strati di deposizione sottostanti ancora totalmente inesplorati e di confermare le ipotesi interpretative fino ad ora avanzate riguardo l’intero sito. Presupposto basilare per questo intento è la realizzazione delle condizioni di messa in sicurezza dell’area di cantiere, che attualmente necessita di importanti interventi. Il sostegno di fondi pubblici e sponsor privati (tra i quali ci sono già state le prime adesioni al progetto) permetterebbe di portare avanti lo scavo nel sito della stipe in località Pantanacci, fornendo un importantissimo contributo scientifico data la rarità di simili contesti sacri nel panorama archeologico. Il Primo cittadino di Lanuvio Luigi Galieti, storico e appassionato di Lanuvio, sta seguendo direttamente sul posto l’andamento dei lavori ed ha garantito che la sua Giunta farà tutti gli sforzi  per riportare alla luce una bella pagina di storia di storia lanuvina e romana. A tal proposito il Sindaco Galieti sta organizzando una task force per mettere insieme enti, privati e cittadini al fine di raccogliere fondi per continuare e mettere in sicurezza lo scavo.




NEMI SCAVI ARCHEOLOGICI IL DIRETTORE DEL MUSEO DELLE NAVI RISPONDE AL COMITATO INSIEME PER NEMI

[ALLEGATA LA EMAIL RICEVUTA DALL'UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI NEMI]

 

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo:

"Gentile Redazione, per la seconda volta in pochi giorni vengo chiamata in causa e quindi mi trovo a dover rispondere a dichiarazioni di diversa natura su quanto avviene al  lago di Nemi. Nei giorni 4 e 5 settembre uu.ss. sono stati pubblicati due tabella riguardanti la campagna di scavi che dal 3 settembre si è avviata al Santuario di Diana; mentre il primo articolo riportava sostanzialmente, in forma abbreviata, quanto pubblicato anche su "Il Tempo" del 5 settembre a firma di Chiara Rai, a cui ho fornito direttamente i dati, nel secondo venivano espressi dubbi e preoccupazioni da parte di Laura Borgognoni, rappresentante del Comitato "Insieme per Nemi" su quanto avviene nella zona del lago. Vorrei in primo luogo rassicurare sia la Signora Borgognoni sia il Comitato sul fatto che gli scavi che si stanno conducendo al Santuario di Diana rientrano in una serie di campagne di indagini che la Soprintendenza conduce nell'area dal 1989 e che dal 2003 vede la collaborazione dell'Istituto Uomo e Territorio dell'Università di Perugia, diretto fino al 2009 dal Prof. Filippo Coarelli (studioso che non ha bisogno di presentazioni) e attualmente dal suo successore Prof. Paolo Braconi. Sul terreno operano, sotto la  guida della Dott.ssa Francesca Diosono della stessa Università, studenti che provengono non solo da Perugia, ma anche da altre Università europee e americane. Da vari anni il Comune di Nemi agevola il gruppo degli archeologi per gli aspetti logistici, mettendo a disposizione una foresteria. I risultati di tali scavi sono stati pubblicati su riviste scientifiche e sugli Atti dei Convegni annuali della Soprintendenza per i Beni Archeologici del lazio ("Lazio e Sabina");  ogni anno, alla fine delle campagne di indagini, se ne è data comunicazione con apposite conferenze al Palazzo Ruspoli e, ultimamente, al Museo delle Navi Romane.Inoltre chiunque voglia visitare gli scavi durante le attività può usufruire di spiegazioni e delucidazioni dagli stessi archeologi, che hanno sempre dimostrato la massima disponibilità. Anche quest'anno, a conclusione dei lavori, che termineranno a fine settembre (per un disguido su "Il Tempo" e sulla vostra rivista è stata riportata la data del 28 ottobre) il 29 settembre, in occasione delle "Giornate della Cultura" al Museo delle Navi verranno esposti i risultati dell'ultima campagna di scavi. Per quanto riguarda la tutela del bacino, la Soprintendenza continua, nonostante numerose difficoltà logistiche,  la propria attività di controllo, che in questi anni ha notevolmente contenuto il dilagare di abusi edilizi e la cementificazione del territorio.Sarà gradita e utile  la collaborazione di comitati locali e di quanti hanno a cuore la salvaguardia di quest'area finora quasi incontaminata dei Castelli Romani. Invitiamo chiunque abbia interesse alle attività scientifiche realizzate e in corso di realizzazione al Santuario di Diana a contattare il Museo delle Navi Romane al numero telefonico 06 9398040.
IL DIRETTORE DEL MUSEO DELLE NAVI ROMANE DI NEMI
Dott.ssa Giuseppina Ghini"

Precisiamo che:

Nell'articolo de L'osservatore laziale del 4 settembre intitolato "NEMI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SCAVI ARCHEOLOGICI."  veniva indicata la data di fine lavori del 28 ottobre come da comunicato stampa inviatoci dall'ufficio stampa del Comune di Nemi.

Si specifica anche che L'osservatore laziale è un quotidiano e non una rivista.

[ALLEGATA LA EMAIL RICEVUTA DALL'UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI NEMI]

tabella PRECEDENTI:

05/09/2012 NEMI, CAMPAGNA SCAVI ARCHEOLOGICI, IL COMITATO “INSIEME PER NEMI”: “URGE UN GIRO DI VITE”
04/09/2012 NEMI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SCAVI ARCHEOLOGICI.




NEMI, CAMPAGNA SCAVI ARCHEOLOGICI, IL COMITATO “INSIEME PER NEMI”: “URGE UN GIRO DI VITE”

Borgognoni: "A nostro parere, si rinnova l'occasione per effettuare, da parte del Comune, della Sovrintendenza e della Direzione del Museo delle Navi, un doveroso giro di vite, nella vigilanza di quello che accade in queste aree che rivestono importanza planetaria"

 

Angelo Parca

Non si è fatto attendere l’interevento del Comitato "Insieme per Nemi" in merito alla notizia dell’inizio della campagna di scavi archeologici al Tempio di Diana. Oltre al risvolto positivo della notizia ci sono anche delle preoccupazioni e un appello alla vigilanza riguardo possibili interventi e manipolazioni che potrebbero deturpare il patrimonio archeologico della valle del lago di Nemi. “Le Accademie Scandinave (di Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia) per oltre cinque anni, dalla fine degli anni novanta, – dice Laura Borgognoni membro del Comitato Insieme per Nemi – effettuarono una straordinaria campagna di scavi in località Santa Maria, riguardante il complesso archeologico della immensa villa voluta da Cesare, ampliata da Caligola e ristrutturata da Adriano. Successivamente, dopo il 2005, nella prospiciente area del Tempio di Diana, gli archeologici dell'Università di Perugia, e sempre di intesa con la Sovrintendenza, hanno iniziato a loro volta, una campagna annuale di approfondimento e mappatura del giacimento che occupa l'area nord-est del cratere del lago. Apprendiamo che anche quest'anno, uno stuolo di archeologici e studenti si è messo all'opera, ospitato, come da sempre, dal Comune di Nemi. A nostro parere, si rinnova l'occasione per effettuare, da parte del Comune, della Sovrintendenza e della Direzione del Museo delle Navi, un doveroso giro di vite, nella vigilanza di quello che accade in queste aree che rivestono importanza planetaria e che purtroppo sono conosciute ed apprezzate più dagli stranieri che dagli italiani. Invitiamo il Sindaco Bertucci, nella sua qualità di responsabile dell'Area di Sorveglianza, e la Dott.ssa Ghini, nella qualità di responsabile scientifico del Patrimonio Archeologico del Territorio di Nemi, a non consentire interventi e manipolazioni di ogni sorta, – conclude Borgognoni – da parte di chiunque non abbia veste scientifica ne' autorizzazione amministrativa.”

tabella PRECEDENTI:

04/09/2012 NEMI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SCAVI ARCHEOLOGICI.


 




NEMI, AL VIA LA CAMPAGNA DI SCAVI ARCHEOLOGICI.

Comunicati stampa del Comune di Nemi: L'osservatore laziale è stato tolto dalla "punizione" e reinserito tra i destinatari dei comunicati stampa Istituzionali

 

Redazione

Dopo mesi il Comune di Nemi ha deciso di toglierci dal castigo e inviarci nuovamente i comunicati stampa.

Ieri sera abbiamo ricevuto un comunicato stampa dal Comune di Nemi che “fato” vuole tratta del sito archeologico Tempio di Diana, che di recente è stato oggetto di nostro interesse. Per dovere di cronaca, di seguito pubblichiamo il comunicato, ma preghiamo i nostri lettori di tenere bene a mente i nomi che spiccano nel comunicato.


Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comune di Nemi


"É iniziata oggi, e proseguirà fino al 28 ottobre prossimo, la campagna di scavo, ricerca e valorizzazione del Santuario di Diana Nemorense, ad opera della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Perugia. Alloggi e altre risorse di tipo logistico, sono stati messi a disposizione dal Comune di Nemi per i 28 archeologi dell'Istituto Uomo e Territorio che si occuperanno dello scavo, coordinati dal Prof. Paolo Braconi, direttore dell'istituto stesso, e dalla Dott.ssa Francesca Diosono. "Siamo lieti di ospitare questi valenti ricercatori  giacché porteranno avanti un'opera che s'inserisce nel progetto di valorizzazione dell'inestimabile patrimonio storico, archeologico e culturale di tutta la Valle del Lago, opera in cui quest'amministrazione é costantemente impegnata" ha dichiarato il Sindaco Alberto Bertucci. Si tratta di un'iniziativa importante non solo poiché si avvia in concomitanza con la ricorrenza del millenario dalla nascita di Caligola, della cui villa sono presenti dei resti nell'area in questione, ma anche perché ha lo scopo di fare ll punto della situazione nel sito archeologico: "Gli inglesi avevano già scavato in questo stesso sito nell'800, in assenza peró delle tecnologie che si hanno a disposizione oggi, grazie alle quali avremo un quadro piú chiaro e completo" ha spiegato la Dott.ssa Giuseppina Ghini, direttore del Museo delle Navi Romane di Nemi."

tabella INTERESSANTI:

24/06/2012 LAZIO, GIOVANNI LIBANORI (UDC) E LA SINDROME DEL "CONIGLIO MANNARO"


 




NEMI SITO TEMPIO DI DIANA, CI MANCAVA IL "RALLY ARCHEOLOGICO". QUATTRO GIORNI E PARTE L'ESPOSTO DE L'OSSERVATORE LAZIALE

Chiara Rai

Diverso materiale, che riguarda il signor Gino De Sanctis e le sue peripezie a ridosso del pregiato sito archeologico del Tempio di Diana, è giunto alla nostra redazione. Non intendiamo pubblicare tutto perché altrimenti rischieremmo di ridicolizzare una situazione gravissima. Soltanto, ci meravigliamo del fatto che finora a parte le diverse comunicazioni dei nostri lettori e la nota del Direttore degli scavi archeologici e del Museo delle Navi di Nemi Giuseppina Ghini, nessun altro abbia rotto questo vergognoso silenzio. Se siamo arrivati al punto che ognuno può fare ciò che vuole con dei reperti archeologici che rappresentano la nostra storia e le nostre radici, penso, allora perché non insegnare ai nostri figli a considerare un patrimonio inestimabile e collettivo come fosse un proprio giocattolo? E perché non insegnargli a fare il rally sul Tempio oppure direttamente al Colosseo? Tanto, nel primo caso è già successo e il soggetto è sempre lo stesso. Proprio così. Ci sono foto del 30 maggio 2010 che riguardano l’inaugurazione del nuovo club degli appassionati del fuoristrada che si è tenuto presso “l’agriturismo Il giardino di Diana”. Sia ben inteso che nella pubblicizzazione dell’evento sul web è proprio specificato che l’azienda De Sanctis è “immersa in un'oasi naturale di grande valore storico, parte integrante del parco dei Castelli Romani e posizionato a poche centinaia di metri dal Lago di Nemi”. Domanda: ma in un oasi naturale di grande valore storico e archeologico come questa si può passare a pochissimi metri da un sito archeologico con la jeep, facendo rally e salti su di un terreno smosso ad hoc per l’occasione? Senza voler entrare nel merito di altre presunte azioni, secondo noi, ai confini con la liceità (come ad esempio tutta la gente che ha mangiato nell’azienda attrezzata come un ristorante: e gli scarichi? La cucina? Tutto a norma? (Altri ristoranti hanno chiuso nei dintorni per problemi simili) facciamo parlare le foto (cliccando sulla prima foto e posizionandosi sulla freccia a destra si possono scorrere tutte). Sono numerose le jeep posteggiate nell’area archeologica. Diversi modelli sfrecciano a due passi dalle rovine. Facendo presente che non abbiamo nulla contro i jeepers, anzi è una gran bella passione, ci permettiamo interrogarci su fatto raccapricciante: ma è normale tutto questo? Mancano esattamente quattro giorni alla presentazione del nostro esposto alla Procura della Repubblica e di materiale raccolto ne abbiamo in abbondanza. 

tabella PRECEDENTI:

13/08/2012 NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO
12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA

 




NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO

[LETTERA DE L'OSSERVATORE LAZIALE INVIATA AL COMUNE DI NEMI IL 13 AGOSTO 2012]

 

Chiara Rai

Un altro passo messo in atto da L’osservatore laziale che intende andare fino in fondo allo scempio che si sta consumando presso la valle del lago di Nemi dove si trova un meraviglioso sito archeologico e dove a ridosso di quest’ultimo c’è l’azienda del signor Gino De Sanctis, finita nell’occhio del ciclone grazie ad un video dove lo stesso De Sanctis si “autodenucia” dichiarando di aver tagliato dei basoli romani, spostati e sistemati a piacimento per farne un invitante vialetto privato. Ebbene, dopo le dichiarazioni della Responsabile dell’area archeologica e Direttrice del museo delle Navi di Nemi Giuseppina Ghini, L’osservatore laziale ha ritenuto doveroso scrivere al Comune di Nemi per chiedere agli attuali amministratori se siano state fatte o meno verifiche in merito e, altresì, se siano stati presi dei provvedimenti nei confronti del signor Gino De Sanctis il quale, stando alle dichiarazioni della Ghini, avrebbe addirittura realizzato dei manufatti abusivi nella sua proprietà. La redazione de L’osservatore laziale intende ribadire con forza che questo caso non interessa soltanto Nemi ma l’intero Lazio e l’intera penisola per non voler andare oltre in quanto viene leso un patrimonio archeologico inestimabile e vengono profondamente “graffiate” le nostre radici culturali e il nostro vivere civile. Di seguito si riporta il testo della posta certificata inviata agli amministratori del Comune di Nemi e alleghiamo la copia della lettera.

Spettabile
Comune di Nemi

                               
All’attenzione del  Sindaco Sig. BERTUCCI Alberto

All’attenzione del Responsabile del Servizio di Vigilanza con il potere di adottare atti di natura tecnica gestionale Sig. BERTUCCI Alberto

All’attenzione del Consigliere con delega al Contenzioso, Bilancio, Ufficio Stampa e Relazioni Esterne Sig. LIBANORI Giovanni  

All’attenzione del Consigliere con delega al Turismo, Cultura, Gemellaggi, Urbanistica Sig.ra PALAZZI Edy

E PER CONOSCENZA

All’attenzione del Consigliere di opposizione del Comune di Nemi Sig.ra COCCHI Cinzia

All’attenzione del Consigliere di opposizione del Comune di Nemi Sig.ra OSMARI Stefania

All’attenzione del Segretario Comunale Dr. GALLUCCIO Vincenzo

Alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio All’attenzione del  Dr.ssa GHINI Giuseppina

All’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani All’attenzione del Commissario Straordinario Sig. ORCIUOLI Matteo Mauro e del Direttore Sig. GIUNTARELLI Paolo

Alla Legione Carabinieri Lazio Compagnia di Velletri all’attenzione del Maggiore PIRAS Marco

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri all’attenzione del  Sostituto Procuratore Dr. TRAVAGLINI Giuseppe

PREMESSO CHE

–    La sottoscritta, Maria Chiara Shanti Rai (Firma giornalistica Chiara Rai), in qualità di direttore responsabile del quotidiano online L’osservatore laziale (www.osservatorelaziale.it)  ha pubblicato in data 9 agosto 2012 a propria firma il seguente articolo “NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA” Link all’articolo http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=2417&arg=3&red=1  .
–    Che nel suindicato articolo veniva evidenziato il fatto che il signor Gino de Sanctis, titolare di un’azienda confinante con il sito archeologico del Tempio di Diana a Nemi, in un video pubblicato su youtube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=LXD1ArSP804 , illustrava chiaramente che dopo aver rinvenuto dei basoli romani, li spostava, tagliandoli e aggiustandoli a suo piacimento al fine di realizzare un vialetto nella sua azienda. Lo stesso De Sanctis, nel video, dichiarava di aver informato la soprintendente ai Beni Archeologici e che quest’ultima accoglieva con piacere la suddetta notizia. Tra l’altro il signor Gino De Sanctis, ha più volte dichiarato, recentemente anche sul quotidiano Il Messaggero, di essere il custode dei templi e di prendersi cura dei reperti che lo stesso tratta e pubblicizza (anche sul sito aziendale (www.ilgiardinodidiana.com) e nelle varie comunicazioni che circolano) come se fossero una sua esclusiva proprietà. A seguito dell’articolo suindicato, la dottoressa Giuseppina Ghini, chiamata in causa dal giornale, in qualità di Responsabile dell’area Archeologica e in qualità di Direttrice del Museo delle Navi di Nemi ha confermato il comportamento denunciato dalla nostra testata riferito al signor Gino de Sanctis, inviando alla nostra redazione le sue dichiarazioni riportate in un secondo articolo pubblicato in data 12 agosto intitolato “NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI” link all’articolo http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=2443&arg=3&red=1

TANTO PREMESSO SI CHIEDE AI DESTINATARI DELLA PRESENTE

Al fine di acquisire maggiori informazioni che verranno riportate nell’esposto che la testata L’osservatore laziale  ha intenzione di presentare alla Procura della Repubblica, si chiede di essere messi a conoscenza se codesto spettabile Ente, nelle persone del Sindaco Alberto Bertucci, Responsabile del Servizio di Vigilanza con il potere di adottare atti di natura tecnica gestionale, e del Vicesindaco e Consigliere con delega al Turismo, Cultura, Gemellaggi, Urbanistica Edy Palazzi, ha operato controlli a tutela del territorio e del Pubblico Patrimonio Archeologico della valle del lago di Nemi, anche riguardo le presunte strutture “abusive” citate con precisione dalla dottoressa Giuseppina Ghini, Responsabile dell’area Archeologica e Direttrice del Museo delle Navi di Nemi.
Infine si chiede a codesto spettabile Comune di Nemi, quali azioni, civili e/o penali, abbia intrapreso o intenda intraprendere nei confronti del signor Gino De Sanctis il quale ha ammesso (con testimonianza video) di aver tagliato e spostato dei reperti rinvenuti nella sua proprietà per farne un vialetto, producendo, così, un grave danno al Patrimonio Archeologico della collettività. E altresì rispetto alle presunte strutture abusive che avrebbe realizzato all’interno della sua proprietà, adiacente peraltro al sito Archeologico e ricadente nel Parco Regionale dei Castelli Romani.
Ringraziando per l’attenzione che vorrete prestare alla presente, rimaniamo in attesa del Vostro eventuale riscontro da inviarci in forma scritta al presente indirizzo di posta certificata (Pec)   Si fa espressamente presente che tra otto giorni a partire da oggi 13 agosto 2012, presenteremo esposto alla Procura della Repubblica di Velletri.
                            Scritto e inviato in data 13 Agosto 2012
Distinti saluti.
Maria Chiara Shanti Rai (Chiara Rai)
Direttore Responsabile de L’osservatore laziale

SI ALLEGANO:
1)    ARTICOLO PUBBLICATO IN DATA 9 AGOSTO 2012 INTITOLATO: “NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA”
2)    ARTICOLO PUBBLICATO IN DATA 12 AGOSTO 2012 INTITOLATO: “NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI”

tabella PRECEDENTI:

12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA


 




NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI

Chiara Rai

Finalmente una voce si e' levata da un  torpore e silenzio disdegnevole. Dopo aver pubblicato (siamo stati i primi e gli unici a farlo) sul nostro quotidiano un deplorevole video dove il signor Gino De Sanctis faceva vedere come, a due passi dal sito archeologico del Tempio di Diana, aveva tagliato e sistemato a suo piacimento realizzando un vialetto dei basoli antichi ritrovati, dice lui, nella sua azienda. Il signor De Sanctis affermava anche che la soprintendente aveva addirittura apprezzato il gesto. Per ben ricordare tutte le gesta di questo signore e' possibile visionare l'articolo precedente del 9 agosto "NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA". 

Finalmente, dicevo, e' giunta alla nostra redazione una nota della dottoressa Giuseppina Ghini, la quale e' prontamente intervenuta sulla vergognosa questione, essendo stata da noi citata in qualità di responsabile dell'area in questione nonche’ direttrice del Museo delle Navi.

Prima di riportare integralmente la nota della dottoressa Ghini, in qualita' di direttore di questa indipendente testata, annuncio che presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica, avendo raccolto testimonianze e sollevato personalmente un fatto deplorevole che riguarda il nostro patrimonio archeologico, che fino a prova contraria e' pubblico e non puo' essere deturpato a proprio piacimento. In ultimo chiediamo a gran voce all'attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, il quale di recente con delibera numero 83 del 25 luglio ha assunto la responsabilita' del servizio di vigilanza con il potere di adottare atti di natura tecnica gestionale, di assumere una posizione in merito e di farci sapere se ha o meno fatto delle verifiche nel suo territorio al fine di salvaguardare e tutelare questo inestimabile patrimonio archeologico. Questa e' una vera e propria emergenza e va affrontata mettendo da parte amicizie, conoscenze, colori politici e bandiere.

Ecco la nota della dottoressa Giuseppina Ghini. Dichiarazioni che definisco "clamorose" fatte nei confronti del signore "custode" del tempio.

"Ho letto con vivo sconcerto il testo con le dichiarazioni del Sig. Gino De  Sanctis, proprietario e gestore del centro di apicoltura situato ali'nterno  dell'area del Santuario di Diana Nemorense, a poche decine di metri dal  tempio,  dove da diversi anni la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio  sta  conducendo scavi e ricerche, sotto la direzione di chi scrive e, dal 2003,  con  la collaborazione del Dipartimento Uomo e Territorio dell'Università di  Perugia, diretto fino ad alcuni anni fa dal Prof. Filippo Coarelli e  attualmente dal Prof. Paolo Braconi. Essendo stata citata come direttore  del  Museo delle Navi Romane e responsabile del territorio nemorense, ritengo  doveroso fare alcune precisazioni. Il Sig. De Sancits non è nuovo a dichiarazioni come quelle pubblicate, in  cui  asserisce di essere l'ultimo "custode" del Santuario (novello "rex  nemorensis")  e di essere altresì l'unico che realmente si occupi della manutenzione del  luogo sacro.  Peccato non menzioni il fatto che di recente ha realizzato, senza alcuna  autorizzazione, due maneggi per cavalli, una stalla e due manufatti per  l'accoglienza delle scolaresche e che in diverse occasioni ha organizzato  riunioni e feste sul podio del Tempio.  Si tratta, fortunatamente, di strutture solo poggiate sul terreno e la  strada  da lui menzionata in realtà era già nota e in parte visibile; tuttavia più  volte sollecitato dalla Soprintendenza- verbalmente e con comunicazioni  scritte- a rimuovere le suddette strutture, ha avuto reazioni a dir poco  discutibili, sostenendo che, essendo il proprietario dei terreni, non ha  bisogno di alcun permesso. Chiunque abbia anche scarse nozioni di legge, sa  al  contrario che se un'area archeologica è sottoposta a norme di tutela e  salvaguardia (come nel caso in questione), qualsiasi attività che comporti  un  intervento sul terreno, anche se solo di uso, va preventivamente  autorizzata  dagli organi competenti, ovvero dal Ministero per i Beni e le Attività  Culturali.  Ultimamente la Soprintendenza ha interessato anche gli Enti che operano  sul  territorio, in particolare il Comune di Nemi, affinchè contribuiscano con  un  loro intervento per un'azione più incisiva, volta alla tutela e alla  salvaguardia di questa importante testimonianza archeologica.
Ci auguriamo che la divulgazione data alle dichiarazioni del Sig. De  Sanctis,  che si commentano da sole, costituisca motivo di riflessione per quanti,  oltre  alla Soprintendenza, sono deputati al controllo e alla tutela del  territorio.     
Giuseppina Ghini"

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09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA