Giorno della Memoria, Francesco Tagliente: “Celebro all’Altare della Patria”

Il prefetto Tagliente riflette sulla deportazione, la prigionia e le atroci sofferenze subite dagli oltre 650 mila militari italiani internati nei lager nazisti

Il 27 gennaio ricorre, e da 20 anni si celebra, il “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

“La Repubblica italiana – recita l’art 1 della legge 20 luglio 2000, n. 211 – riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

L’art 2 della stessa legge aggiunge che “In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in
modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Per questa ragione, il 27 gennaio, è diventato un giorno di importanza internazionale che ha come obiettivo quello di non dimenticare ciò che avvenne all’interno dei lager.

Anche nel 2020 in Italia non mancano le iniziative e gli eventi per dar memoria a ciò che avvenne in quel periodo. Il Comitato di Coordinamento per le iniziative in ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha previsto una serie di eventi, volti a diffondere la conoscenza della Shoah e degli altri crimini perpetrati dal nazifascismo prima e durante la seconda guerra mondiale.

“Tra gli italiani che hanno subìto la deportazione – scrive il prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – ci sono anche oltre seicentomila militari deportati e internati nei lager nazisti”.

“E’ una pagina rilevante, anche per i gesti eroici dei nostri soldati a lungo purtroppo trascurati benché fosse noto a tutti che dopo la proclamazione dell’Armistizio, l’8 settembre del 1943, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento – prosegue Tagliente- accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati prigionieri di guerra. In seguito cambiarono status
divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie delle Convenzioni di Ginevra), e infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, lavoratori civili, in modo da essere utilizzati come manodopera coatta senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti”.
“Tra quei deportati – dice il prefetto – c’era mio padre. Per celebrare il “Giorno della Memoria” e rendere omaggio a mio padre e agli altri militari catturati e deportati e detenuti nei lager fino alla fine della guerra, a contribuire a tenere viva la memoria del tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese. Sono andato all’Altare della Patria dove è stata dedicata una sala alla resistenza dei 650.000 militari internati, 60.000 dei quali non tornarono”.




Anzio, gli insigniti al merito della Repubblica celebrano del Giorno della Memoria

 

ANZIO (RM) – Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata in tutti i Paesi il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell'Olocausto. L'Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nel 2000. Cinque anni dopo, nel 2005, è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Sono passati 72 anni dall’orrore della Shoh e 17 anni da quando la Repubblica italiana, con la legge 20 luglio 2000, ha istituito il 27 gennaio "Giorno della Memoria" per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Con la stessa legge è stato disposto che in occasione del "Giorno della Memoria" siano organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.


Nell’ambito delle celebrazioni, l’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana (Ancri), organizza un Convegno sul tema “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Mai più!
L’evento patrocinato del Comune di Anzio e dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti (Aned), si terrà martedì 24 gennaio presso la Sala Consiliare del Comune, a Villa Corsini Sarsina di Anzio, con inizio alle ore 17.30.

Dopo l’intervento introduttivo del presidente dell’Ancri Tommaso Bove, prenderanno la parola Francesco Tagliente, già Questore di Roma e Prefetto di Pisa, figlio di un reduce della deportazione e Aldo Pavia, Vice Presidente dell’Associazione Ex Deportati. Il convegno sarà moderato dalla giornalista Katia Farina.
“L’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana, che ha sancito nel proprio Statuto il rispetto per l’uomo e delle sue idee, condizione, etnia o religione, con l’imperativo che nessuno potrà mai essere discriminato per le opinioni che manifesta – scrive sulla pagina FB il presidente Tommaso Bove – ha fortemente voluto questo Convegno, che non deve limitarsi all’indignazione e alla denuncia morale contro i crimini nazi-fascisti, seppure sentimenti naturali e condivisibili verso fatti gravi e disumani, ma perché contribuisca in maniera decisa alla “memoria” della Shoah, al ricordo di tutti coloro che, ebrei e non, sono stati uccisi, deportati ed imprigionati e di tutte quelle persone che, a rischio della loro stessa vita, si sono opposte alla ‘soluzione finale’ voluta dai nazisti. L’occasione della cerimonia – ha aggiunto il presidente Bove – non è solo quella di rendere un omaggio alle vittime, seppure dovuto, ma soprattutto una presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di ciò. Non è, quindi, solo la giusta pietà per i morti ad animarlo, quanto la consapevolezza di quel che è accaduto… e che non deve ripetersi mai più”

“Le motivazioni che stanno alla base dell’istituzione di questa ricorrenza – ha aggiunto il prefetto Tagliente nella veste di delegato nazionale per i rapporti istituzionali dell’ANCRI – devono essere tenute sempre ben presenti, nella consapevolezza della responsabilità che abbiamo, come comunità civile, di non dimenticare, neanche per un momento, la lezione che proviene dal passato e di doverla trasmettere ai giovani. Le esperienze vissute dai giovani di allora, raccontate ai ragazzi di oggi devono trasmettere loro questo

 

Video dedicato alla memoria di Donato Tagliente militare reduce di 4 guerre che per essersi rifiutato di collaborare con tedeschi e fu deportato nei Campi nazisti in Germania.




GIORNO DELLA MEMORIA: INTERVISTA A FRANCESCO TAGLIENTE

Redazione

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
Questo è il testo integrale della legge del 20 luglio 2000 in cui viene istituito il Giorno della Memoria.
Agenparl, per non dimenticare ma soprattutto per far riflettere, intende ricordarlo con una intervista a Francesco Tagliente, già Questore di Roma e Prefetto di Pisa, figlio di Donato Tagliente, militare che dopo l'8 settembre per essersi rifiutato di collaborare con i tedeschi, fu deportato nei campi nazisti in Germania.

D. cosa raccontava suo padre della deportazione e dei Campi nazisti?

R. Intanto consentitemi un ringraziamento preliminare per questa iniziativa di voler dedicare uno spazio a questa giornata. E’ importantissimo che la storia non venga mai dimenticata perché il sacrificio degli “eroi” della Patria che hanno scritto la storia d’Italia continui a servire d’insegnamento per i giovani di domani.
Mio padre, come molti reduci della deportazione, non amava parlare di quegli anni sottoposto a privazioni di ogni sorta, non voleva farci conoscere il terribile e lungo dolore della fame, di stenti e di inenarrabili sofferenze fisiche e soprattutto morali.Posso dire che sono rimasto toccato dagli anni dedicati al servizio della Patria e sottratti ai propri affetti. Quasi 11 anni trascorsi tra campagne di guerra e deportazione nazista. Due frasi poi, apposte sul suo foglio matricolare, sintetizzano il periodo forse più duro e terribile di quegli anni: 9 settembre 1943: “catturato dalle truppe tedesche e condotto in Germania”
6 settembre 1945 “Rientrato in Italia”
Dopo la proclamazione dell’Armistizio, l’8 settembre del 1943, i nostri soldati vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere deportati nei campi di lavoro in Germania.
Mio padre di fronte a quella difficile scelta, decise di non venire meno ai suoi doveri, nella consapevolezza che solo così la sua Patria un giorno avrebbe riacquistato la propria dignità di Nazione libera.
Rifiutando l’arruolamento nelle file dell’esercito tedesco, venne fatto “prigioniero” e internato in un campo di concentramento in condizioni di vita disumane e sottoposto a privazioni di ogni sorta.
 

D. Dott Tagliente che cosa le ha trasmesso suo padre?
R. Tornando alla domanda, mio padre, ha trasmesso, a me e ai miei fratelli, principalmente dei valori morali che ritengo importanti come l’amore per la nostra Patria, la più completa dedizione ad essa, senza compromessi e a costo di rimetterci la propria vita nel corso di 4 campagne di guerra campagne di guerra in Libia, Albania, Grecia e Sicilia e due anni nei campi nazisti. Da mio padre abbiamo imparato a coltivare il rispetto, la dignità e la consapevolezza di cosa significa servire, amare, difendere il proprio Paese.

 




RICORDARE OGGI PER NON DIMENTICARE DOMANI

Emanuel Galea

La giovane ragazza ebrea, morta nel 1945 nel lager di Berger-Belsen teneva a tramandare il ricordo delle atrocità subite dalle vittime dell’Olocausto, così da poter lasciare alle generazioni future un messaggio di speranza nella bontà dell’animo umano.
Per tutto il territorio, in diverse forme e diverse solennità in silenzio, la gente si raccoglie e con la memoria ritorna indietro a rivisitare luoghi , momenti e persone care ed il pensiero non può non soffermarsi su quei milioni e milioni di ebrei sterminati dalla furia dell'odio nazista.Sarebbe riduttivo limitare le commemorazioni alle sole vittime dell’Olocausto. I morti sono morti, senza razza, senza età, senza religione. La memoria va alle vittime dei Laogai, campi di concentramento cinesi, dove milioni di persone sono costrette ai lavori forzati. Pochi ci pensano a questi martiri del progresso. Ricordiamo anche  i milioni e milioni di vittime che si sono spente nell’arcipelago Gulag nell'era Staliniana. Non sfuggirono alle torture del campo connazionali italiani. Oggi li ricordiamo tutti per non dimenticarli domani.
Sfugge a molti dedicare un pensiero in questo giorno della memoria alle decine di cristiani che ogni giorno sono eliminati. Non si risparmiano ne donne, ne bambini. Due milioni di cristiani uccisi solo in Sudan e di cui nessuno parla. Si calcola che nel mondo un cristiano viene ucciso ogni  cinque minuti per causa della sua fede. Delle vittime dell’Olocausto, del gulag, dei Laogai e della furia degli estremisti islamici facciamo un unico pensiero, un'unica memoria. Ricordiamoci di loro oggi per per non dimenticarli domani.