GENOVA ALLUVIONE: BEPPE GRILLO CONTESTATO NELLA SUA CITTA'

Redazione

Genova – Essere contestato nella sua città. Certo le persone esauste e messe in ginocchio da incapacità politica non stanno certo a mettere i tappeti rossi a chi arriva a fare passerelle e spettacoli. Non ci sono neppure gli occhi per piangere. Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle, e' stato contestato dagli 'angeli del fango', i volontari impegnati a spalare dal Museo di Storia Naturale, pesantemente danneggiato dall'alluvione del 9 ottobre scorso.

Poco prima, intervistato dalle telecamere della web tv del Corriere della Sera on line, aveva detto che "non sono qui per fare passerelle". Poi uno scambio con un'inviata Rai che intercetta il leader M5S a Genova: "Questo e' l'Iban per il soccorso a Genova. Mi dai duemila euro, i soldi la Rai li versa su quell'Iban personale e mi intervisti.Se no te ne vai a fare in culo".

Grillo gira in maxiscooter per le zone piu' duramente colpite: "Sono solissimo, perche' i parlamentari sono gia' distribuiti in giro a spazzare.Spalano merda in Parlamento figurati se hanno problemi con il fango qua", e' uno dei botta e risposta tra Grillo, cronisti e cittadini catturato dalle telecamere della tv di Corriere.it.
     "Che devo fare? Io ho mobilitato persone, mi sono preso i 'perche' non spali?'. Ci sto, se vi fa piacere prendervela con la politica – si batte le mani sul petto – io sono 'la politica'. Sfogatevi con me". A chi gli fa osservare che vorrebbe un corretto funzionamento delle istituzioni, ciascuna nel proprio ambito, il leader M5S ribatte: "Ma non lo fanno… E' la seconda volta che il Comune fa il Comune e la Regione fa la Regione. Poi non lo fanno e investono 7 mld nelle grandi opere".
  "Se devo scontare quello che non mi sento di avere fatto lo sconto. E' la mia citta', siete i miei concittadini", e' il refrain di Grillo che verso la fine della prima missione si scalda con i giovani che lo contestano piu' apertamente: "Ma vuoi che io abbia paura a spalare? Fai spalare Renzi. Siamo dalla stessa parte", grida mentre rimette in moto lo scooter e lascia a litigare alcuni 'angeli del fango' con parte degli attivisti che lo avevano accompagnato nel sopralluogo.

E' stata comunque una notte tranquilla, senza emergenze segnalate sul territorio cittadino genovese. Per la prima volta da molti giorni l'alba appare luminosa e il cielo sul capoluogo ligure parzialmente sgombero da nuvole. I vigili del fuoco hanno proseguito nella notte con i prosciugamenti dei fondi allagati nelle zone della Foce, di San Fruttuoso e del Quadrilatero. L'allerta meteo e' cessata a mezzanotte. Oggi scuole chiuse, per ordinanza prefettizia, per consentire al personale amministrativo di verificare la presenza di eventuali problemi di natura strutturale conseguente all'alluvione.
  Traffico cittadino e trasporti pubblici con ancora forti limitazioni.
  La Protezione Civile della Regione Liguria ha dichiarato cessato lo stato di allerta su tutto il territorio. Le ultime previsioni confermano lo spostamento della "struttura frontale" a Est della Liguria. Tuttavia, nella giornata di oggi e' prevista "una nuvolosita' variabile con parziali condizioni di instabilita' a cui potranno essere associati locali fenomeni temporaleschi, anche forti". Per la giornata di domani, mercoledi' 15 ottobre , "permangono ancora condizioni di instabilita' a cui, in un contesto di nuvolosita' tra variabile e diffusa, potranno essere associati temporali anche forti". E' quanto si legge in una nota.




GENOVA ALLUVIONE: PROCURA APRE INCHIESTA PER OMICIDIO E DISASTRO COLPOSO

 

di Cinzia Marchegiani

Genova –  Il disastro dell’alluvione avvenuta a Genova ora lascia una città in balia di importanti decisioni e unn’immane tragedia che pretende risposte ai grandi interrogativi. "Un disastro annunciato, frutto di ritardi burocratici e di incuria. E, ancora una volta, a pagarne le durissime conseguenze sono cittadini e imprenditori". Il presidente pro tempore di Rete Imprese Italia, Giorgio Merletti, nell'esprimere solidarietà alla popolazione e agli imprenditori di Genova che hanno visto distrutti negozi, laboratori e officine, sottolinea le gravi responsabilità all'origine del disastro che ha colpito il capoluogo ligure. "Quanto avvenuto a Genova – sostiene Merletti – è solo un esempio di molte situazioni che riguardano la gestione del territorio italiano. Basti pensare che 5.569 Comuni, pari al 69% del totale, sono collocati in aree a rischio idrogeologico e che oltre un terzo (36,3%) presenta un livello di attenzione molto elevato (livello massimo) per il rischio di frane". Merletti nella visione di eviatre altri drammi chiede che si interva subito, con un piano nazionale finalizzato a mettere in sicurezza le aree a rischio e con interventi straordinari per sbloccare gli iter amministrativi, poiché la fragilità del  territorio deve essere considerata una priorità intorno alla quale concentrare risorse e investimenti che consentirebbero anche di creare occasioni di lavoro per molte aziende. Rete Imprese Italia chiede lo stato di calamità naturale e la sospensione del versamento dei tributi per le imprese dei Comuni colpiti. Una richiesta che possa essere espressa anche tramite una semplice autocertificazione dei danni subiti.

Su questo disastro a conti fatti annunciato ora la procura di Genova sta indagando per omicidio e disastro colposo, due inchieste che viaggiano parallelamente. Sotto l’occhio imperscrutabile dei magistrati sarà valutata la responsabilità delle attività degli organi amministrativi, in particolare la mancata allerta e la stessa gestione nonché il piano della protezione civile. Le opere finora fatte saranno studiate e soprattutto quelle che erano messe in agenda ma mai attuate, in questa direzione saranno determinati i rilievi fotografici aerei fatti dal nucleo aeronavale della guardia di finanza. Al vaglio soprattutto gli ultimi tre anni, partendo dal 2011 quando avvenne la prima alluvione, dove esiste una relazione dettagliata realizzata già tempo fa, da un pool di esperti.
Matteo Renzi avrà molto da chiarire anche lui ai magistrati di Genova, visto l’importante documento con cui il 5 agosto 2014 inviato a Palazzo Chigi con cui le ditte chiedevano di consentire l’immediato avvio delle opere per risolvere le criticità idrogeologiche del territorio dove si esponeva l’effettiva emergenza e priorità delle opere da effettuare: “Rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di veder riaccadere la tragedia del novembre 2011”
Quello che emerge è che solo due mesi fa, i legali delle ditte incaricate della messa in sicurezza del torrente Bisagno avevano avvisato il premier della necessità di avviare subito i lavori per evitare le esondazioni. Ci spieghi Matteo Renzi chi ha fatto lo scaricabarile!




GENOVA, ALLUVIONE: RENZI SMENTITO DA UN DOCUMENTO

di Cinzia Marchegiani

Genova 
– Sembra un film grottesco ma purtroppo non è neanche uno scherzo. Matteo Renzi dalla sua bacheca di Facebook, spiega la sua strategia per affrontare l’incubo che la città alluvionata sta affrontando ed esordisce con il titolo del suo monologo dal titolo, Genova e non solo! Poi parte in picchiata e lascia esterefatti tutti:”Adesso tutti a strapparsi le vesti, tutti a indossare la faccia contrita d'ordinanza. Ma diciamoci la verità: del dissesto bisogna occuparsi quando non ne parla nessuno, non quando ci sono i titoloni in prima pagina che tra poche ore saranno già dimenticati. I ragazzi che sorridono spazzando via il fango di Genova sono bellissimi e ci dimostrano che c'è una generazione di giovani che non è come viene raccontata in modo superficiale e banale. Ma non bastano. C'è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l'unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione. Di coordinare la protezione civile con un maggior ruolo del livello centrale come prevede la riforma costituzionale del titolo V. Si chiamano Sbloccaitalia, riforma della P.A., riforma costituzionale, riforma della giustizia, cantieri dell'unità di missione le priorità per l'Italia che vogliamo. C'è l'emergenza certo. Non manca e non mancherà il sostegno del Governo e penso innanzitutto a quei commercianti che hanno preso il mutuo per pagare i danni del 2011 e sono di nuovo da capo. Ci saranno forme di ristoro anche per i privati, è giusto e doveroso e urgente. Non voglio che si arrendano, noi stiamo concretamente dalla loro parte. E non semplicemente con le pacche sulle spalle. Ma se vogliamo essere seri, se vogliamo evitare le passerelle e le sfilate da campagna elettorale, l'unica soluzione è spendere nei prossimi mesi i due miliardi non spesi per i ritardi burocratici. E cambiare finalmente le cose: portare a termine le riforme che noi abbiamo proposto e contro cui altri stanno facendo ostruzionismo in parlamento. Basta scaricabarile: è il tempo del coraggio e nessuno può tirarsi indietro. Vedo i ragazzi che spalano il fango dalle strade e a loro va il mio grazie. Userò la stessa determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli. Potete esserne sicuri. E assicuro ai genovesi, che non si sono piegati e che si sono rimboccati le maniche per spalare via fango e detriti dal loro futuro, l'impegno economico del Governo fin dalla legge di stabilità cui stiamo lavorando in queste ore.”

Belle, belle parole, un premier e uno statista lungimirante a leggere, ma a conti fatti, quelli che poi chiariscono la situazione reale sembra che non sia così. E a denunciare l’esatto contrario è Riccardo Fraccaro, Portavoce M5S alla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, che riporta un documento datato 5 agosto 2014 inviato a Palazzo Chigi con cui le ditte chiedevano di consentire l’immediato avvio delle opere per risolvere le criticità idrogeologiche del territorio: “Rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di veder riaccadere la tragedia del novembre 2011”, si faceva riferimento alle sei persone che morirono a causa delle piogge. Ed ora Fraccaro M5S accusa il Presidente del Consiglio di aver ignorato questo grido di allarme, le ditte non hanno ricevuto neppure uno straccio di risposta e puntualmente si è verificata l’ennesima catastrofe. La fotografia di Fraccaro lascia basiti, soprattutto anche dopo lo sfogo di Matteo Renzi sul social network:”Siamo di fronte ad un dissesto annunciato che poteva essere evitato, anzitutto ascoltando le istanze del territorio. Renzi si assuma le responsabilità politiche del disastro colposo che ha flagellato Genova: era stato informato dei rischi e non è intervenuto, aveva promesso 1,5 miliardi per la tutela del territorio e non ha stanziato un centesimo. Appena 2 mesi fa, i legali delle ditte incaricate della messa in sicurezza del torrente Bisagno avevano avvisato il premier della necessità di avviare subito i lavori per evitare le esondazioni.”

Renzi se ci sei batti un colpo…anzi un badile!




GENOVA ALLUVIONE: IN ARRIVO NUOVA PERTURBAZIONE

Redazione

Genova – Oltre ad un vagone di promesse e solite passerelle politiche si aspetta un'altra ondata di maltempo in un territorio già messo in ginocchio. Pioggia torrenziale viene annunciata nell'area di Isola del Cantone e nell'immediato entroterra del savonese. Per quanto riguarda Isola del Cantone, la polizia stradale raccomanda massima prudenza visti gli allagamenti gia' in atto. A Genova la notte e' trascorsa tranquilla, nonostante le decine di smottamenti e piccole frane che vengono segnalate in tutta la citta', in particolare nei quartieri collinari.

  Permane lo stato allerta '2', il massimo livello, fino alle 24.
  Uno smottamento grava sulla ferrovia Genova-Casella. I trasporti pubblici non sono garantiti con regolarita' a causa dell'allagamento avvenuto durante l'alluvione della rimessa della Foce e la chiusura delle strade nella zona di San Fruttuoso e Foce, sull'asse corso Sardegna – corso Torino e corso Sardegna – via Archimede – piazza delle Americhe. La pioggia e' attesa con apprensione a Genova, dove dovrebbe spostarsi la perturbazione in atto nel ponente. Per la giornata di oggi, quindi, in base alle previsioni Arpal, una forte convergenza dei venti meridionali (scirocco sul mar ligure di levante, grecale in rotazione da libeccio sul mar ligure di ponente), associata a forte instabilita' della colonna d'aria, divergenza in quota e aria fredda e secca in avvicinamento da Ovest, dovrebbe portare forti temporali.




GENOVA ALLUVIONE UN MORTO E GRAVI DANNI ALLA CITTA’, POLEMICHE PER L’ALLERTA TARDIVA

L’ASCOM di Genova apre un'unità di crisi per fornire alle imprese colpite una prima assistenza e per raccogliere le segnalazioni dei danni subiti, mentre La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo per la morte di Antonio Campanella, l'infermiere di 57 anni morto durante l'esondazione del Bisagno a Borgo Incrociati

di Cinzia Marchegiani

Genova – Un alluvione sospetta e un’allerta due,  il massimo livello di attenzione per la Liguria, emanato dopo 12 ore dall'inizio dei grandi temporali e l'esondazione dei torrenti. Queste sono le prime analisi emerse da una tragedia che forse poteva essere contenuta. Un morto e danni alla città, scuole chiuse e palazzine evacuate. La sera di giovedì 10 ottobre 2014, tra le 22 e le 23 sono caduti 150 millimetri d'acqua su un terreno ormai saturo e dopo le ore di angoscia sono iniziate le polemiche. Perché non è stato emanato subito l'Allerta 2? L'associazione Confcommercio rende pubbliche le risposte dell’Assessore Regionale alla protezione civile, Raffaela Paita :”l'allerta meteo per l'alluvione di Genova non è stata data perché le valutazioni dell'Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l'allarme". E il sindaco di Genova Marco Doria conferma: "c'è un sistema di protezione civile, di cui fa parte anche il Comune, per il quale spetta al Comune mettere in atto le procedure previste dai diversi livelli di allerta. Ma stiamo ai fatti: l'allerta non è stata emanata". La Procura intanto ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo per la morte di Antonio Campanella, l'infermiere di 57 anni morto durante l'esondazione del Bisagno a Borgo Incrociati.
E proprio in seguito ai drammatici eventi alluvionali che hanno colpito Genova, il suo entroterra e il Tigullio, l’associazione Ascom Genova ha aperto un'unità di crisi per fornire alle imprese colpite una prima assistenza e per raccogliere le segnalazioni dei danni subiti. Nonostante la sede dell'Ascom sia stata anch'essa gravemente colpita, gli uffici sono operativi e aperti al pubblico. Congiuntamente a Confartigianato, CNA, Confesercenti e Coldiretti Ascom Genova ha sollecitato la richiesta dello stato di emergenza e la conseguente sospensione di tutte le scadenze di pagamento per le imprese ubicate nelle aree disastrate. L'Associazione Confcommercio dichiara:"La situazione e le nostre imprese sono allo stremo. Non è più possibile che il nostro territorio e la città di Genova, dopo la terza alluvione in 4 anni, possano accettare l'ulteriore rinvio di interventi strutturali volti alla messa in sicurezza di tutte quelle zone da troppo tempo ormai note per essere a rischio idrogeologico. A puro titolo esemplificativo di una lunga lista di interventi citiamo lo scolmatore del Bisagno, di cui si parla e si discute da 40 anni ma che nonostante le morti umane e le imprese spazzate via dall'acqua e dal fango, continua ad essere una chimera. Occorre una volta per tutte che Governo ed istituzioni facciano la loro parte per uscire da un immobilismo che ancora una volta ha condannato questa città all'ennesima, prevedibile ed evitabile tragedia. Purtroppo è un orrendo film che abbiamo già visto, cambiano i registi ma la trama è sempre schifosa.” L’Ascom riporta le centinaia di telefonate che hanno ricevuto soltanto nella giornata odierna, e tutte hanno un filo conduttore, quello della pazienza che è finita, perché l'orgoglio e la capacità di rialzarsi della sua gente questa volta a Genova non bastano più. La rabbia è a livelli di guardia e se quando cesserà la pioggia non si avranno risposte immediate e concrete il rischio è – avvisa l’ASCOM – che dilaghi quanto un’alluvione:”Le istituzioni hanno il dovere di risarcire queste imprese. E' il minimo indennizzo per come le stesse istituzioni non sono state in grado di affrontare e prevenire queste emergenze. Lasciamo dunque da parte le cabine di regia, l'imprevedibilità del fenomeno atmosferico eccezionale, i tweet e i classici giri auto promozionali tra i commercianti che hanno perso il negozio che avevano appena fatto in tempo a ricostruire dopo due anni di lavoro. Un primo passo concreto è la cancellazione e la sospensione dell'enorme e ingiustificato carico fiscale a cui sono sottoposte le aziende colpite. E' ora di guardare un film diverso, l'alternativa è spegnere il televisore".

Nel frattempo oggi il sindaco di Genova, Marco Doria in un giro di ispezione viene accusato dai suoi stessi cittadini, di un totale abbandono di controllo sul territorio, come la pulizia dei tombini, altri ancora ricordano come la gente sia rovinata, mentre le tasse prelevate con la nuova Tasi vengono inviate a Roma.

E ora si indagherà proprio su quell’allerta mai emanata che lo stesso Sindaco Doria riconosce non essere mai partita perché le valutazioni dell'Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l'allarme. Genova quanto ancora dovrà pagare con i sacrifici umani e ingenti danni all’economia? E ora la stessa alluvione diventa alquanto sospetta. L’Ascom nel proprio comunicato fa riferimento nel caso di Genova ai temporali che i meteorologi definiscono autorigeneranti, e che non danno tregua per la propria incessante attività. Eppure sui siti specifici viene spiegato che si può sapere bene in anticipo cosa succederà se dovesse verificarsi un forte temporale autorigenerante in una certa zona, e prevedere con una certa accuratezza i movimenti delle masse d’aria per sapere se c’è il rischio che un fenomeno del genere possa accadere (anche se non siamo ancora abbastanza precisi da dire con certezza se e dove capiterà). Temporali che diventano una morsa letale se vi si somma la componente determinante  antropologica, come piani urbanistici troppo aggressivi sul territorio, incuria, mancanza di preparazione e soprattutto piani di allerta.