Reggio Calabria: sequestrati 216 KG di cocaina purissima per un valore di 650 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – E’ di appena un paio di giorni fa la notizia dell’ultimo sequestro di oltre due quintali di cocaina nel porto di Gioia Tauro, ma la dura lotta al narcotraffico internazionale non accenna a pause o a cali di tensione, neanche per effetto del legittimo sentimento di appagamento dovuto alla consapevolezza dei grandi risultati ottenuti nelle ultime settimane.

Gli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane, sotto la continua spinta propulsiva della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, hanno così intercettato un nuovo ed ingente carico di cocaina.

Questa volta, nascosti tra sacchi contenenti gomma in granuli, provenienti dal Sud America, sono stati rinvenuti ben 10 borsoni contenenti 200 panetti di cocaina purissima, pari a 216 Kg della letale sostanza.

Il risultato è frutto della collaudata sinergia delle istituzioni a presidio del sedime portuale, oramai consolidatasi mediante la predisposizione di piani di intervento complementari, che mirano a contenere le manifestazioni di grave pericolo per la collettività conseguenti all’immissione nel mercato illegale delle sostanze stupefacenti.

Pericoli che si manifestano non solo negli effetti più immediati e deleteri, quali quelli connessi all’uso delle sostanze stupefacenti, ma anche in quelli, più subdoli, sotterranei e forse ancor più devastanti, legati al reinvestimento nell’economia legale degli enormi capitali illecitamente lucrati dalle mafie che gestiscono i grandi traffici di droga.

Basti infatti pensare che, mentre all’origine un Kg di foglie di coca viene venduto dal coltivatore ad appena 78 centesimi di Euro, lo stesso quantitativo di cocaina, una volta definitivamente raffinato, ha un costo di 1.800 Euro per il produttore, il quale riesce a cederlo ai grossisti americani o europei tra i 25.000 ed i 30.000 Euro; considerando che la cocaina può essere tagliata fino ad aumentarne il peso di ben quattro volte e che al minuto spaccio un grammo di sostanza è ceduto per circa 100 Euro, è facile immaginare quanto siano imponenti i volumi di denaro incamerati da chi gestisce il traffico.

Denari che, una volta reinvestiti e riciclati, sono in grado di inquinare pesantemente i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza, sottraendo opportunità di lavoro alle imprese che rispettano le regole.

Dall’inizio dell’anno, in questo senso, il sequestro di quasi 1.600 kg di cocaina, ha permesso di infliggere alla ‘ndrangheta rilevantissime perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni: la droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, raggiunte le piazze di spaccio, avrebbe infatti fruttato oltre 650 milioni di euro (€. 650.000.000,00).




Foggia, Guardia di Finanza. Operazione baby pusher: in manette 6 persone

FOGGIA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, in prima mattinata, hanno dato esecuzione a 3 provvedimenti di custodia cautelare in carcere e notificato 3 obblighi di dimora nei confronti di sei persone tutte ritenute responsabili dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti a soggetti in giovanissima età.

L’indagine, convenzionalmente denominata “BABY PUSHER”, ha preso spunto da un’autonoma attività di monitoraggio dei luoghi di abituale aggregazione dei ragazzi, con particolare riferimento alle scuole e ai vari locali della città di Lucera.

I riscontri acquisiti dalle Fiamme Gialle della locale Tenenza sono stati immediatamente partecipati alla Procura della Repubblica di Foggia che ha assunto la direzione delle indagini rivelatesi, da subito, articolate e complesse per l’elevato numero di ragazzi, spesso minorenni, interessati dal consumo di sostanze stupefacenti di ogni tipologia, e per le tecniche elusive usate da giovanissimi spacciatori che, adottando un linguaggio criptato, evitavano i controlli delle Forze dell’Ordine.

In alcuni casi è emerso che i soggetti coinvolti, da semplici assuntori anche di gruppo, con il passare del tempo, si sono trasformati in spacciatori o in procacciatori di clienti, creando una fitta rete di acquirenti tra i loro coetanei, anche al fine di autofinanziare l’acquisto di ulteriori partite di stupefacenti.

La prima fase dell’attività operativa, iniziata nel 2016, ha portato all’arresto, in flagranza di reato, di due, spacciatori S.L. di anni 22 e S.M. di anni 23, nonché al sequestro, complessivo, di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente tra marijuana, hashish e cocaina.

Nel corso delle investigazioni sono stati registrati oltre 250 episodi di spaccio.

Il G.I.P. presso il Tribunale di Foggia, in accoglimento della proposta avanzata dalla locale Procura della Repubblica – che ha condiviso in pieno le risultanze investigative acquisite dai Finanzieri della Tenenza di Lucera – ha disposto l’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di:

  • A.T. di anni 48, C.G. e M.A. entrambi di anni 20, attinti da ordinanza di custodia cautelare in carcere ed associati presso la casa circondariale di Foggia;
  • F.A., di anni 23, A.S. di anni 21 e B.B. di anni 19, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora.

Nel corso di ulteriori perquisizioni domiciliari, eseguite in data odierna, nell’abitazione di A.T. sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 50 dosi di cocaina, pronte per essere spacciate.

L’operazione di servizio testimonia ancora una volta la costante attenzione che le Fiamme Gialle pongono per il contrasto dell’attività di spaccio delle sostanze stupefacenti al fine di arginare il fenomeno ed incidere costantemente sui canali di distribuzione verso un mercato che registra, purtroppo, un costante aumento di giovani consumatori.




Bari, bloccato motoryacht: sequestro record di marijuana

BARI – Il dispositivo di sorveglianza aeronavale delle Fiamme Gialle, che pattuglia senza sosta le acque del basso Adriatico, ha intercettato, nella notte appena trascorsa, un’imbarcazione sospetta che dirigeva verso le coste pugliesi.

Gli assetti aeronavali della Guardia di Finanza, impegnati anche nell’operazione “TRITON 2017” dell’Agenzia FRONTEX, venivano indirizzati verso l’obiettivo insospettiti per la rotta di navigazione tenuta dal natante e in particolare per la sua linea di galleggiamento molto bassa, segno di un carico atipico.

Alla vista delle unità della Guardia di Finanza, i trafficanti tentavano di darsi alla fuga verso il largo, nonostante l’alt intimato dagli uomini delle Fiamme Gialle a bordo di mezzi navali in forza al Gruppo Aeronavale di Taranto ed ai Reparti Operativi Aeronavali di Bari e Termoli.

Poco dopo, l’imbarcazione fuggitiva veniva fermata e abbordata al largo di Vieste (FG ).

I finanzieri, saliti a bordo, accertavano la presenza di numerosi involucri tipicamente utilizzati per trasportare la marijuana ed individuavano i tre scafisti.

Il mezzo utilizzato per l’illecito traffico, un motoryacht di colore bianco, lungo 17 metri circa, battente bandiera statunitense, veniva successivamente portato a gli ormeggi della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Manfredonia e sottoposto a sequestro.

Gli scafisti, M.F. di 54 anni, V.E. 28 anni e M.E. di 26 anni, tutti albanesi, venivano arrestati per detenzione e traffico internazionale di stupefacenti e posti a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

La marijuana sequestrata dai finanzieri, confezionata in 185 colli di varie dimensioni, del peso complessivo di 3.992  chilogrammi, al mercato clandestino avr ebbe fruttato al dettaglio circa 40 milioni di euro.

Sono in corso mirati approfondimenti investigativi a cura del Comando Provinciale di Foggia, al fine di individuare gli ulteriori componenti dell’organizzazione criminale.

Attivata anche in questa circostanza la ormai stabile collaborazione operativa ed investigativa con le Autorità di polizia albanesi, tramite il Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza di stanza a Durazzo.

La perfetta sinergia tra la componente aeronavale del Corpo, compresi gli assetti del Comando Operativo Aeronavale di Pomezia che coordina le operazioni Frontex in Italia, ed i R eparti operativi pugliesi, sta consentendo, grazie a i proficui rapporti di collaborazione esistenti con le Procure della Regione, di contrastare efficacemente i sodalizi criminali che gestiscono i traffici illeciti via mare.

Infatti, dall’inizio dell’anno 2017, sono circa 28 le tonnellate di marijuana trasportata via mare sequestrate, 35 gli scafisti arrestati e 20 i natanti sottratti alle organizzazioni criminali dalla Guardia di Finanza in Puglia; ben oltre le 22 tonnellate sequestrate, nell’intero anno 2016, sempre dalle Fiamme Gialle pugliesi.

Tale ultimo importante risultato conferma l’efficacia con cui il Corpo assolve alle sue funzioni esclusive di Forza di Polizia deputata alla “sicurezza del mare”.




Firenze, bancarotta fraudolenta: imprenditore in manette

FIRENZE – Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Firenze e della Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Guardia di Finanza presso la locale Procura della Repubblica hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale e reale disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Firenze – dott.ssa Anna D. Liguori – su richiesta del Sost. Proc. D.ssa Christine von Borries, nei confronti di un imprenditore fiorentino (P.A. di anni 50, residente a S. Casciano Val di Pesa) e di un commercialista ( D.T.A. di anni 53 , residente a Impruneta). I

l menzionato imprenditore, al quale è stato notificato un provvedimento di arresti domiciliari, è risultato essere responsabile del reato di bancarotta fraudolenta in concorso con il predetto professionista, destinatario quest’ultimo della misura interdittiva della sospensione temporanea dall’esercizio dell’attività professionale.

Nel contempo sono stati sottoposti a sequestro preventivo 2 appartamenti, siti rispettivamente in Firenze e Scandicci, nella disponibilità dell’imprenditore per un valore complessivo di oltre € 380 .000.

Il provvedimento giudiziario eseguito stamane dalle Fiamme Gialle fiorentine trae origine da un’attività di indagine che ha riguardato il fallimento di 2 società, rispettivamente con sede in Firenze e ad Impruneta, operanti nel settore immobiliare.

Le attività investigative hanno fatto emergere, in particolare, che l’imprenditore fiorentino aveva pianificato, con l’aiuto del suo commercialista di fiducia, un articolato sistema criminoso che consisteva nella creazione di diverse società collegate tra loro (una sorta di scatole cinesi) le quali venivano costantemente “alleggerite” delle ricchezze, degli utili e degli assets per poi farle fallire con grave nocumento per i creditori.

Inoltre, l’imprenditore fiorentino ha distrutto o occultato gran parte della contabilità di alcune società coinvolte nel sistema criminoso allo scopo di rendere ancora più difficoltosa la ricostruzione del ciclo societario in danno dei creditori.

L’attività fraudolenta di P. A. ha portato alla sottrazione del pagamento di imposte dirette ed IVA per oltre € 380.000 (somma oggetto dell’odierno sequestro preventivo).

Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti odierni sono state eseguite anche diverse perquisizioni locali.




Operazione Pegaso – Accertata evasione fiscale di oltre 1,8 milioni di euro

Comando Provinciale Pordenone

Nell’ambito di attività finalizzate al contrasto dell’evasione fiscale nei confronti di soggetti percettori di redditi di lavoro autonomo, la Guardia di Finanza di Pordenone ha posto sotto la lente di ingrandimento l’attività libero professionale, condotta da alcuni medici specialistici, relativa al rilascio di certificazioni per la guida di autoveicoli.

Tali specifiche prestazioni sono state verificate in quanto, oltre a prestarsi a fenomeni evasivi, coinvolgono una vasta platea di soggetti che – con cadenza variabile da due a dieci anni – deve sottoporsi a visite mediche per ricevere l’idoneità psico – fisica per il rinnovo delle abilitazioni di giuda.

L’attuale disciplina normativa prevede, in caso di primo conseguimento della patente, che i certificati di idoneità siano trasmessi dai professionisti del settore in formato cartaceo alla Motorizzazione Civile Provinciale che riversa poi i dati nel sistema informatico del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, invece, per le visite mediche di rinnovo delle patenti di guida, la procedura impone ai medici di trasmettere telematicamente, all’Ufficio Centrale Operativo del citato Ministero, i dati dei certificati rilasciati.

Nel corso di una accurata pianificazione delle attività ispettive è stata quindi acquisita, da parte della Guardia di Finanza di Pordenone (su supporto digitale) la documentazione di oltre 119.000 posizioni afferenti prestazioni rese, in un quinquennio, da medici operanti nella Provincia a favore di altrettante persone che rich iedevano il rilascio/rinnovo della patente di guida.

Dette evidenze informative massive sono state poi confrontate con le posizioni reddituali dichiarate dai professioni sti certificatori all’Amministrazione Finanziaria ed è stato quindi rilevato che le prestazioni mediche perfezionate ( da un costo medio unitario di circa 25,00 euro) erano state, in 71. 564 episodi (pari al 60 % dell e prestazioni complessive), rese in evasione di imposta ossia senza il rilascio di alcun documento fiscale.

All’esito di tale monitoraggio sono state quindi avviate specifiche attività ispettive nei confronti dei tredici medici specialistici residenti nel pordenonese, nei confronti dei quali sono stati complessivamente constatati oltre 1,8 milioni di euro di redditi non dichiarati da sottoporre a tassazione sia ai fini IRPEF (imposta nazionale) che ai fini IRAP (imposta destinata alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia).

Tenuto conto delle inequivocabili evidenze probatorie comprovanti le condotte fiscalmente evasive, ben undici dei richiamati tredici professionisti sottoposti ad attività ispettive (accettando integralmente i rilievi formulati nel corso delle verifiche) contestualmente alla loro conclusione, hanno immediatamente richiesto all’Amministrazione Finanziaria di definire la propria posizione, versando quanto non dichiarato.

Tale iniziativa di “compliance” (che si inserisce nell’ambito degli strumenti deflattivi del contenzioso tributario) ha consentito, pertanto, di chiudere immediatamente l’attività accertativa consentendo all’Amministrazione Pubblica un immediato recupero delle imposte in precedenza evase.




Cosenza, sigilli a palazzina: immigrati pagavano per vivere tra i rifiuti

COSENZA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza ha scoperto un fabbricato concesso in locazione a 15 persone di nazionalità Bengalese, venditori ambulanti; fra queste: 5 maggiorenni e 2 minorenni, tutti “immigrati clandestini”.

 

Cento (100,00 ) euro mensili a persona: a tanto ammontava il canone richiesto dai locatori e pagato dagli stranieri . Cumuli di spazzatura, stanze sporche – prive di pavimenti e di mobili, ivi compresi i letti, cucina alimentata (pericolosamente) mediante bombola a gas e con stoviglie ed accessori in pessime condizioni, bagni e docce (queste ultime poste all’esterno della palazzina) fatiscenti ed in comune: questo lo scenario che è apparso agli occhi dei Finanzieri della Compagnia di Paola, in servizio d’istituto in materia di controllo economico – finanziario del territorio e lotta alla contraffazione.

I Finanzieri hanno anche richiesto un qualificato intervento sul posto di un Ispettore dell’A.S.P. di Cosenza, il quale ha effettuato un sopralluogo confermando le “ precarie ” condizioni igienico – sanitarie dei locali affittati ai Bengalesi, risultati incompatibili con le “ normali condizioni di vita ”.

I cittadini extra – comunitari, che dormivano per terra, sono stati acco mpagnati presso la caserma delle Fiamme Gialle, per essere identificati compiutamente mediante rilievi foto – dattiloscopici, così individuando, all’esito delle predette attività, anche i 7 cittadini stranieri privi di titolo di soggiorno.

 

Complessivamente, al termine delle indagini sono stati denunciati alla Procura della Repubblica:

  • 2 soggetti locatori, per il reato di “ Favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato ”, con conseguente sequestro (ai fini della confisca) degli immobili aventi una superficie di oltre 700 mq , disposto dal G.I.P. dott.ssa Rosamaria Mesiti, su richiesta del la dott.ssa Anna Chiara Fasano , Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Paola, diretta del dott. Pierpaolo Bruni;
  • 5 clandestini , per il reato di “ Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato ”;
  • 3 stranieri identificati e 2 ignoti fuggitivi, per i reati di “ Detenzione per la vendita di prodotti industriali recanti marchi contraffatti ” e “ Ricettazione ”, ai quali sono stati sequestrati n. 409 beni di note case di moda, recanti marchi contraffatti (fra scarpe, borse, borsellini ed occhiali da sole ).

I canoni di locazione percepiti “ in nero ”, nel tempo saranno calcolati e sottoposti a tassazione.

Prosegue l’attività da parte della Guardia di Finanza calabrese a tutela dei cittadini, degli imprenditori, dei professionisti onesti e degli stranieri regolarmente presenti nel territorio dello Stato.




Reggio Calabria: sequestrati oltre 50 kg di cocaina purissima

REGGIO CALABRIA – Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – hanno individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima nel porto gioiese.

Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container che trasportava sacchi di carbone proveniente da Asuncion (Paraguay) e destinato a d Haifa (Israele).

Nel complesso, sono stati eseguiti una serie di incroci documentali e controlli anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane su un congruo numero di contenitori, appositamente selezionati, che hanno consentito di porre a sequestro il rilevante carico di droga.

La cocaina sequ estrata, suddivisa in 49 panetti, per un totale di 52,700 kg, avrebbe fruttato, se messa in commercio, la bellezza di almeno 10 milioni di euro (per comprendere l’enorme quantitativo dello stupefacente tolto dalla circolazione sotto il coordinamento della DDA reggina, stiamo parlando di una striscia ininterrotta di circa 36 chilometri di cocaina).

Nel solo anno in corso, l’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, ha consentito di sequestrare oltre 1.141 chilogrammi d i cocaina purissima.




Roma, 6 proprietari immobili occultano redditi per oltre 12 milioni di euro

ROMA – Ammontano a oltre 12 milioni di euro i canoni di locazione non dichiarati relativi ai 789 unità immobiliari – tra appartamenti, box e locali commerciali – riconducibili a 6 proprietari.

E’ quanto appurato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma che, scandagliando le posizioni dei titolari di rilevanti proprietà immobiliari, si sono soffermate sui casi di evidente sproporzione fra gli immobili disponibili e i redditi dichiarati al Fisco.

Sono scattati così gli accertamenti, attraverso l’incrocio dei dati del catasto fabbricati, delle dichiarazioni dei redditi e delle utenze domestiche attive, volti a ricostruire le rendite delle varie unità immobiliari, ubicate in gran parte nella Capitale, pure oggetto, in diversi casi, di regolare contratto di locazione.

I controlli delle Fiamme Gialle del I Gruppo Roma, sfociati anche nell’esame dei movimenti sui conti correnti bancari, hanno portato alla scoperta, dal 2011 al 2015, di redditi non dichiarati ai fini delle imposte dirette per oltre 12 milioni di euro, con un’ imposta di oltre 4,5 milioni di euro, oltre che di imposta di registro per oltre 105.000 euro.

Dei 6 multiproprietari, 4 avevano presentato regolarmente la dichiarazione annuale, ma indicando importi di gran lunga inferiori a quelli effettivi, mentre 2 si erano completamente “dimenticati” di presentare le dichiarazioni dei redditi.

Avendo superato le soglie minime di punibilità previste dalla normativa penale – tributaria, 4 di essi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Roma per i reati di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi ovvero di presentazione di dichiarazione infedele.

L’attività rientra nel piano annuale di ispezioni predisposto dal Comando Provinciale di Roma, volto a contrastare l’evasione fiscale legata agli affitti “in nero”, soprattutto da parte dei titolari di rilevanti patrimoni immobiliari.




Torino: esercizio commerciale con 17 punti di videosorveglianza abusivi

TORINO – I “Baschi Verdi” del Gruppo di Torino , nel corso di un normale controllo per verificare la regolarità in materia di etichettatura e conformità dei prodotti, all’interno di un esercizio commerciale, sito nel quartiere di “ Porta Palazzo ” del capoluogo piemontese, hanno individuato numerosi “occhi elettronici” che vigilavano tutti i presenti.

Per controllare che l’impianto fosse dotato delle necessarie autorizzazioni per la videosorveglianza, previste dalla legge, i Finanzieri hanno richiesto la documentazione autorizzativa di cui, però, la titolare era sprovvista. 17 i punti di video ripresa abusivamente installati, alcuni dei quali abilmente occultati all’interno di oggetti di vario tipo e 2 i monitor posizionati nel locale.

L’imprenditrice cinese, L.J. di anni 35, titolare del negozio controllato, si è resa responsabile dell’installazione di un impianto di videoripresa non autorizzato; è emerso, infatti, che i dipendenti non avevano sottoscritto il consenso informato sulla privacy e che nessuna richiesta era stata inviata al competente ufficio dell’ Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Inoltre, all’interno del locale, nessun cartello segnaletico informa va gli avventori sulla presenza dell’impianto . L’intero sistema di video sorveglianza è stato sottoposto a sequestro e la titolare dell’azienda è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per violazione sia dello Statuto dei Lavoratori che del Testo Unico sulla Privacy; la commerciante dovrà, in breve tempo, regolarizzare l’impianto e richiedere le necessarie autorizzazioni. Inoltre, a carico della stes sa penderanno contestazioni di carattere amministrativo.

La normativa speciale , a garanzia della privacy, tutela i soggetti che necessitano di impianti di videosorveglianza per la loro sicurezza ma, nel contempo, deve garantire anche l’impossibilità di utilizzi impropri delle immagini di terze persone. L’intervento rientra nel più ampio quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza in collaborazione con il garante per la Tutela della Privacy di Roma.

Sul sito www.garanteprivacy.it infatti è possibile consultare la normativa specifica scaricando, per chi ne avesse la necessità, la modulistica relativa alla richiesta di autorizzazione per il trattamento dei dati riservati.




Piano di controlli estivi a tutela delle imprese regolari e dei consumatori

Comando Generale della Guardia di Finanza

Dal 1° luglio 2017:

  • oltre 11.000 interventi svolti, 240 al giorno. Individuati 460 venditori abusivi. Scoperta discoteca all’aperto spacciata per circolo ricreativo;
  • 1.450 i lavoratori non assunti o pagati con il sistema del “fuori busta”;
  • 370 i casi di affitti “in nero”, boom di “case pollaio” in Salento; –
  • sequestrati 12 milioni di prodotti contraffatti, con una media di 250 mila articoli tolti dal mercato ogni giorno. Investigazioni che partono dalle spiagge e arrivano a produttori, importatori e ai centri di smistamento e distribuzione della merce illecita;
  • 1.000 i distributori stradali controllati, 1 su 5 irregolare;
  • accertamenti sui trasferimenti di denaro tramite “money transfer”: identificati 900 soggetti.

Il Generale Giorgio Toschi: “Priorità alla lotta alla grande evasione e alla criminalità transnazionale, senza però abbassare la guardia sugli abusivi o sui ”.

“Un cancro, grande o piccolo che sia – ha aggiunto il Comandante della GdF – va comunque estirpato, per il bene del sistema economico del Paese”.

Roma – Lotta all’evasione fiscale, anche internazionale; agli sprechi di risorse pubbliche e alla corruzione; contrasto patrimoniale alle “mafie”; lotta ai traffici illeciti, anche via mare. “Alla tutela del “sistema-Paese” la Guardia di Finanza contribuisce non solo con grandi indagini di polizia economico-finanziaria – ha affermato il Comandante Generale delle Fiamme Gialle Giorgio Toschi – ma anche con quotidiane azioni di controllo che, nel periodo estivo, nelle zone di villeggiatura, hanno visto una netta intensificazione a vantaggio delle imprese regolari e a protezione dei cittadini e della parte sana della società”.

Anche quest’anno, infatti, la Guardia di Finanza ha messo in campo un piano straordinario di interventi, tuttora in corso di svolgimento, a tutela dell’economia legale nelle aree costiero – balneari, montane e nelle città d’arte a maggiore vocazione turistica: 11.300 i controlli effettuati dal 1° luglio fino alla prima settimana di agosto, con una media di 240 interventi al giorno.

Nel complesso, finora, sono stati individuati 460 venditori abusivi per la totale assenza di licenze e permessi previsti dalla normativa commerciale e di pubblica sicurezza. 1.600 gli esercenti che invece, seppur in regola con le autorizzazioni, non hanno comunicato al Fisco l’avvio delle attività o non hanno installato gli apparecchi per l’emissione dello scontrino, risultando, talvolta, anche evasori totali. Scoperto, in questo ambito, un finto circolo ricreativo che in realtà era una vera e propria discoteca, con cene a bordo piscina e feste private, tutto “esentasse”: oltre a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per gli enti “no profit”, evitavano anche di pagare l’affitto, pur utilizzando impianti sportivi di proprietà del Comune di Anzio, con un danno per le casse pubbliche di oltre 170.000 euro.

Sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle sono finiti anche i proprietari di seconde e terze case per gli affitti nelle località di villeggiatura: degli 811 interventi eseguiti uno su due è risultato irregolare, con 450 violazioni riscontrate. “Case pollaio”, inoltre, a Gallipoli, abitazioni senza i minimi requisiti igienico-sanitari, affittate “in nero” e riempite all’inverosimile di turisti, soprattutto ragazzi tra i 16 e i 28 anni disposti a dormire, pur di risparmiare qualche euro, come successo in un caso, in un deposito con bagno senza finestre né impianto di areazione.

Sono invece 1.450 i lavoratori “in nero” o irregolari scoperti da inizio estate. 268 di loro sono stranieri, 27 i minori, impiegati soprattutto nei campi agricoli. In Sicilia, in un’operazione “anti-caporalato” e contro lo sfruttamento della manodopera delle Fiamme Gialle di Siracusa, è stato applicato, tra le prime volte in assoluto, il “controllo giudiziario d’azienda”. Istituto, introdotto lo scorso anno, che prevede la nomina di uno o più amministratori da affiancare all’imprenditore nella gestione dell’attività.

Nella lotta ai “falsi” e ai prodotti pericolosi sono stati sequestrati 12 milioni di articoli contraffatti, con una media di 250 mila pezzi tolti dal mercato ogni giorno a tutela dei consumatori. Denunciati 920 responsabili e scoperti 7 opifici e depositi clandestini in cui venivano prodotte e stoccate le merci irregolari, destinate a rifornire i venditori abusivi. Le investigazioni sono partite dalle spiagge o dalle vie centrali delle località di villeggiatura e delle città d’arte per arrivare, ricostruendo a ritroso l’intera filiera del falso, fino ai produttori/importatori, ai centri di smistamento e di distribuzione della merce illecita e continueranno per tutta l’estate. A Napoli, seguendo le tracce raccolte sul territorio, le Fiamme Gialle hanno rinvenuto, su un camion, 23 mila paia di scarpe da ginnastica sulle quali erano stati applicati adesivi anonimi per nascondere il marchio contraffatto di una multinazionale leader mondiale nella commercializzazione di articoli sportivi.

Effettuati, inoltre, 635 interventi a contrasto del gioco e delle scommesse abusive: irregolare uno su tre; sequestrate 425 macchinette videopoker illegali, 93 punti di scommesse clandestine e verbalizzate 270 persone, delle quali 43 denunciate all’Autorità Giudiziaria. A Torino sono stati sequestrati apparecchi da gioco manomessi da un gruppo criminale che, attraverso un software, ne alterava il funzionamento in modo da erogare vincite di importo di gran lunga inferiore rispetto a quello spettante.

1.000 i distributori stradali di carburante controllati in tutto il territorio nazionale, uno su cinque irregolare: 256 le violazioni constatate, delle quali 113 riferite alla disciplina prezzi, con sanzioni amministrative a carico dei gestori degli impianti. Nelle ipotesi più gravi, 38 responsabili sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria, con il sequestro di 290 mila litri di prodotti petroliferi. Tra i casi di frode scoperti le classiche truffe nell’erogazione di carburante e miscelazioni abusive, oltre a immissioni in consumo in evasione d’accisa. A Messina è stato scoperto un commerciante che rivendeva carburante per l’agricoltura a imprese di trasporto non legittimate a beneficiare del particolare regime fiscale: a fronte di un prezzo di mercato mediamente di 1,35 euro al litro, pagavano appena 0,85 al litro, con un risparmio del 37% a danno del Fisco e sbaragliando pure la concorrenza degli operatori onesti del settore. Sequestrati 20 mila litri di gasolio agricolo, 5 serbatoi e un’autocisterna; 9 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria.

Controlli mirati, infine, nei confronti dei trasferimenti di denaro da un Paese all’altro allo scopo di prevenire l’utilizzo dei circuiti di pagamento alternativi ai canali bancari per finalità di riciclaggio di proventi illeciti o di finanziamento del terrorismo: 681 gli accertamenti eseguiti presso altrettanti sportelli di money transfer, che hanno permesso di identificare 900 soggetti, di cui 110 gravati da precedenti di polizia e oltre 510 di origine extra- comunitaria.




Contraffazione – Sequestrati oltre 4 milioni di pezzi

Comando Provinciale Venezia

Nel corso della stagione estiva migliaia sono i turisti, provenienti da tutto il mondo, presenti tra le calli ed i campi di Venezia, in una cornice unica, tra le più belle e suggestive del mondo.

In città, accanto ai commercianti e imprenditori che quotidianamente operano nella legalità, anche venditori abusivi senza scrupoli, intenti a vendere beni contraffatti.

Per questo motivo, dall’inizio dell’estate, i Finanzieri veneziani, in abiti civili, continuano nell’attività di controllo economico quotidiano del territorio, in particolare del centro storico lagunare e di tutto il litorale della Provincia di Venezia, che proseguirà con intensità rafforzata fino a tutto settembre, anche attraverso controlli straordinari periodici e attività investigative volte ad individuare e scardinare l’intera filiera che distribuisce in tutta Italia prodotti contraffatti e/o non sicuri.

Investigazioni che partono dalle spiagge o dalle vie centrali delle località di villeggiatura e delle città d’arte per arrivare, ricostruendo a ritroso il percorso, fino ai produttori/importatori, ai centri di smistamento e di distribuzione della merce illecita. Solo all’interno della città lagunare, durante tutto l’arco della giornata, viene dispiegata una forza complessiva di decine di militari, a rinforzo dei presidi del Corpo già stabilmente operanti in Riva degli Schiavoni e lungo Strada Nova, nonché in zona Calle Larga XXII Marzo.

Personale in uniforme, inoltre, si muove lungo i punti nevralgici di smistamento, stazionamento e passaggio degli abusivi, in prossimità della Stazione ferroviaria e nell’area monumentale di Piazza San Marco. Alle tradizionali borse, magliette, occhiali ed orologi contraffatti, si sono aggiunti negli ultimi tempi anche molti accessori per telefonia e per abbigliamento, giocattoli e teli per il mare, oltre alle palline antistress, freccette luminose e articoli vari, tutti privi dei requisiti previsti dal “Codice del Consumo”.

Per essere ammessi nel nostro mercato, i prodotti di importazione extra-europea devono sottostare ai severi standard di conformità comunitaria: utilizzo di sostanze non tossiche e comunque in quantità “sotto soglia” di nocività, delle quali il consumatore deve essere adeguatamente informato per questioni di tolleranza individuale, indicazione della provenienza effettiva, del produttore e dell’importatore, il quale si assume la responsabilità della sicurezza del prodotto, indicazioni in lingua italiana sul corretto utilizzo da parte del consumatore finale, qualità della componentistica degli apparecchi elettronici, robustezza meccanica dei giocattoli destinati ai bambini.

Dopo un attento lavoro di intelligence, nelle ultime settimane i finanzieri hanno eseguito lungo le spiagge di Chioggia, Sottomarina e sul lungomare di Jesolo, decine di interventi con il sequestro di borse, magliette, occhiali e orologi recanti marchio contraffatto e contestualmente di articoli privi dei requisiti di sicurezza e conformità richiesti dalla legge (“accessori per abbigliamento, giocattoli da spiaggia, teli mare, palline antistress, dardi luminosi), per un totale di circa 12.000 pezzi.

A Caorle, Bibione e nell’entroterra di Portogruaro e San Donà di Piave, infine, le pattuglie impiegate hanno eseguito specifiche attività preventive e di controllo del territorio, sottoponendo ad ispezione vari esercizi commerciali, con il sequestro di circa 22.000 articoli (soprattutto bigiotteria) privi delle indicazioni di legge previste dal Codice del Consumo.

A confermare la bontà della strategia operativa messa in campo dalle Fiamme gialle veneziane parlano i numeri: dall’inizio dell’anno oltre 4 milioni di prodotti illeciti sequestrati, 196 soggetti segnalati all’Autorità Giudiziaria e 220 soggetti segnalati all’Autorità amministrativa.

Da ultimo, nella giornata di ferragosto, sul litorale clodiense, in particolare a Sottomarina, nell’esecuzione di un’attività di controllo straordinario interforze del territorio, finalizzata a garantire la sicurezza pubblica e contrastare l’abusivismo commerciale, la contraffazione e l’immigrazione clandestina, sono stati complessivamente sequestrati ulteriori 1.664 articoli contraffatti, 2.857 articoli (di abbigliamento e chincaglieria) non sicuri per un valore di oltre 200 mila euro ed è stato arrestato dai Carabinieri un cittadino extracomunitario per lesioni personali e resistenza a Pubblico Ufficiale.

La costante ed intelligente attività di vigilanza delle Fiamme gialle punta ad assicurare non solo ai residenti una quotidianità accettabile ma anche ai turisti la migliore permanenza possibile in luoghi, quali la città di Venezia, che per le peculiarità urbanistiche e per l’inestimabile patrimonio artistico, è universalmente considerata un vero e proprio “museo a cielo aperto”, patrimonio dell’Umanità.