Guerra in Medio Oriente, Italia pronta a partecipare a eventuale forza Onu a Gaza

“I nostri militari sono apprezzati ovunque per la loro capacità militare ma anche politica di essere capaci di confrontarsi e rapportarsi con la popolazione civile.

Ecco perché l’Italia è disponibile eventualmente, se dovesse esserci dopo il conflitto una presenza Onu nella Striscia di Gaza, a inviare con comando arabo – il più giusto – donne e uomini che indossano l’uniforme del nostro Paese“. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Beirut.

“Sosteniamo con grande impegno la proposta di allargare la distanza tra Hezbollah e Israele, sosteniamo la proposta statunitense di allontanare il confine di circa 7-8 chilometri per evitare qualsiasi tensione”. Lo ha detto Tajani parlando con i giornalisti a Beirut della Linea Blu, la zona di interposizione tra i due Paesi in cui è impegnata la missione Unifil, anche con un contingente italiano.

Non c’è alcuna svolta nelle trattative per un accordo con Hamas sul rilascio di ostaggi in cambio di una tregua temporanea. “Le informazioni di progressi nei negoziati e di una svolta – ha detto una fonte israeliana riferendosi con tutta probabilità a media internazionali che parlano di una tregua di 30 giorni – non sono corrette e restano ancora molte distanze”. “E’ tutto molto complicato e c’è un continuo inasprimento delle posizioni di Hamas. Nessuno – ha concluso – deve essere ingannato, ci vorrà molto tempo”.

Intanto secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, il bilancio delle vittime della guerra nella Striscia è di 25.700 morti.

Inizierà oggi da Israele e proseguirà nei territori palestinesi, in Qatar e in Turchia il viaggio in Medio Oriente del ministro degli Esteri britannico David Cameron. Lo rende noto Londra. Cameron terrà “colloqui ad alto livello” con i leader regionali per porre fine a quella che ha descritto come una situazione “disperata” a Gaza, spiega un comunicato del ministero degli Esteri britannico. Cameron concentrerà le discussioni sull’invio di maggiori aiuti a Gaza, sul rilascio di più ostaggi e sul raggiungimento di un “cessate il fuoco sostenibile e permanente”. Il ministro degli Esteri britannico incontrerà il premier Benjamin Netanyahu e il suo omologo israeliano Israel Katz per parlare degli aiuti umanitari e delle vittime civili nella Striscia, precisa Londra. Cameron incontrerà anche il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas per ribadire il sostegno del Regno Unito alla soluzione dei due stati “in modo che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace”, si legge nella dichiarazione. 

Intanto l’esercito di Israele ha affermato ieri sera di aver ucciso oltre 100 miliziani di Hamas nelle ultime 24 ore durante i combattimenti in corso nell’area ovest di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.  “Le truppe sul terreno stanno continuando la loro missione con determinazione”, hanno affermato le Forze di difesa israeliane (Idf) dopo che un’esplosione ha ucciso 21 loro soldati in quello che è stato l’episodio più mortale per l’operazione di terra israeliana nella Striscia.
“Le nostre forze – ha spiegato in conferenza stampa il portavoce delle Idf, Daniel Hagari – stanno continuando un’ampia offensiva contro Khan Yunis ovest, una delle principali roccaforti di Hamas. Questa è un’area complessa, densamente popolata, e molti terroristi ci si nascondono, anche in siti sensibili”. 




Guerra, bozza Onu che prevede 2lunghe pause umanitarie”: Trattativa fra Hamas e Fatah sul futuro di Gaza

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede ‘pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi’ a Gaza.

E’ quanto si legge nella bozza finale della risoluzione Onu che sarà votata tra circa mezz’ora secondo quanto riferito dalla Bbc che ne ha preso visione. Il testo è frutto di un compromesso tra Emirati arabi e Stati Uniti per fare sì che questi ultimi si astengano dal voto e la risoluzione passi. Da settimane Washington si dichiara contraria ad un cessate il fuoco ma favorevole a tregue umanitarie che permettano di far entrare gli aiuti a Gaza. Nel testo si chiede anche il rilascio immediato di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas.

La risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, al voto oggi, ribadisce la richiesta di “una soluzione a due Stati, con la Striscia di Gaza come parte di uno stato palestinese”, riferisce la Bbc che ha preso visione della bozza. Chiede alle “parti in conflitto a Gaza di rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale, in materia di protezione dei civili”, si legge sempre nella bozza. Nel testo si chiede inoltre a tutte le parti di “astenersi dal privare la popolazione civile nella Striscia di Gaza dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria indispensabili alla loro sopravvivenza”.  

Haniyeh moltiplica i contatti su treagua e ostaggi

  Haniyeh è arrivato al Cairo per  colloqui con funzionari egiziani nell’ambito dei negoziati per una nuova tregua che consenta il rilascio di ostaggi. Lo riporta la Bbc. L’Egitto sta mediando con il Qatar sulla questione. ll ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha avuto un incontro a Doha, in Qatar, con lo stesso  Haniyeh, che ha sottolineato che “la Resistenza è ancora potente e coerente nonostante il
considerevole volume di attacchi terrestri e marittimi da parte del regime sionista e gli attacchi aerei contro la popolazione di Gaza dopo 75 giorni”, riferisce Irna.

   Haniyeh ha espresso apprezzamento alla Repubblica islamica per avere seguito attentamente gli sviluppi nella Striscia di Gaza e ha affermato che gli incontri avuti con Amiradbollahian in Qatar “sono importanti, in quanto mostrano sostegno per Gaza e alla Palestina”.

   Durante l’incontro, inoltre, ha sottolineato che Hamas è pronta per un cessate il fuoco duraturo ma che non lo negozierà finché Israele continua ad attaccare la Striscia di Gaza. “L’aggressione contro il popolo di Gaza da parte del regime sionista è senza precedenti”, ha detto il dirigente di Hamas.

Israele propone a Hamas una tregua per il rilascio di 40 ostaggi

 Israele ha presentato ad Hamas una proposta che prevede una pausa di una settimana nei combattimenti nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di 40 ostaggi: lo afferma Barak Ravid, analista di politica estera della Cnn, che cita due funzionari israeliani e un’altra fonte a
conoscenza della questione.

   Segnalata per la prima volta dal sito di notizie americano Axios, la proposta mira a far rilasciare donne, anziani e persone che necessitano di cure urgenti. L’accordo verrà presentato ad Hamas attraverso i mediatori del Qatar, ha detto Ravid.

   L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Michael Herzog, ha confermato alla Cnn che Israele è disposto a mettere una pausa nei combattimenti se ciò significa rilasciare il maggior numero possibile di ostaggi. 




Gaza, 27 tonnellate di aiuti umanitari dalla Russia

La Russia ha inviato altre 27 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza, con il carico che sarà consegnato attraverso l’Egitto: lo ha reso noto oggi il Ministero russo per le Emergenze (Emercom), citato dalla Ria Novosti. “L’aereo Il-76 di Emercom ha lasciato (la città russa di) Makhachkala per l’Egitto”, ha confermato il ministero su Telegram. Gli aiuti umanitari saranno consegnati ai rappresentanti della Mezzaluna Rossa egiziana, che poi assicureranno il loro arrivo a Gaza. La consegna del carico è stata organizzata in seguito ad un decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin, e avrà luogo sotto la direzione del capo dell’Emercom, Alexander Kurenkov.

Aerei da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi contro le infrastrutture di Hamas, uccidendo tre comandanti di compagnia del movimento estremista palestinese, hanno riferito oggi le Forze di difesa israeliane (Idf). “Aerei da combattimento dell’Idf, diretti dall’intelligence militare e dell’Isa, hanno ucciso altri tre comandanti della compagnia di Hamas”, hanno scritto le Forze armate israeliane su Telegram.




Israele, è guerra con Hamas: 300mila soldati schierati vicino la striscia di Gaza

Almeno 30 persone sono morte nella notte in seguito agli attacchi israeliani su Gaza: lo fa sapere Hamas citata dai media.

Sono saliti a 950 i morti a Gaza con circa 5mila feriti, secondo il ministero della Sanità di Hamas nella Striscia. Centrati 450 obiettivi di Hamas e delle altre fazioni palestinesi. Solo a Beit Hanoun – ha detto il portavoce militare – nel nord della Striscia sono stati 80 gli obiettivi colpiti, comprese due banche usate da Hamas, un tunnel e due centri operativi.

Un edificio a Sderot, nei pressi del confine con Gaza, è stato colpito dai razzi lanciati dalla Striscia che sono ripresi nel sud di Israele: lo riferiscono i media secondo i quali i servizi di pronto soccorso non segnalano al momento vittime. 

Intanto l’amministrazione Biden si sta coordinando con altri paesi per un creare un corridoio che consenta ai civili di Gaza e agli americani che vogliono scappare dalla guerra di farlo: lo riporta Nbc citando alcune fonti, secondo le quali il corridoio sarebbe a sud di Gaza e condurrebbe in Egitto.

L’esercito israeliano afferma che circa 300.000 soldati sono attualmente di stanza vicino alla Striscia di Gaza per la guerra contro Hamas. “Quello che stiamo facendo in queste zone vicine alla Striscia è che abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300.000 in tutto”, ha spiegato oggi in un video pubblicato su X il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) Jonathan Conricus. “E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani”, ha aggiunto il tenente colonnello dell’Idf.




Gaza, sale il bilancio dei morti: in una settimana 192 palestinesi uccisi tra cui 58 bambini

Papa Francesco: “Preghiamo perché possano trovare la strada del dialogo e del perdono”

L’esercito israeliano ha sferrato nella notte decine di attacchi nella Striscia di Gaza: lo hanno riferito i media internazionali e testimoni nell’enclave palestinese, dove gruppi armati hanno lanciato razzi contro Israele. Decine di missili sono caduti in diversi punti dell’enclave palestinese.

In una breve dichiarazione, l’aviazione israeliana ha detto che i suoi “caccia” stavano colpendo “obiettivi terroristici” a Gaza. 

Basta violenze e tensioni, sia da parte palestinese che da parte israeliana. Lo ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken in una serie di telefonate compiute nelle ultime ore ai ministri degli esteri di Francia, Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Pakistan. Blinken ha sottolineato la necessità di un impegno comune per arrivare a un cessate il fuoco e per trovare le soluzioni in gradi di far ripartire il dialogo.

In una settimana di continui attacchi israeliani a Gaza 192 palestinesi sono rimasti uccisi. Di essi – precisa il ministero della sanità di Hamas – 58 erano bambini e 34 donne. I feriti sono al momento 1235. Il ministero aggiunge che sotto le macerie di edifici bombardati da Israele vi sono ancora morti e feriti. Alcuni media locali aggiungono che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 42 palestinesi. Si è trattato dunque della giornata più cruenta dall’inizio delle ostilità.

Prosegue intenso il lancio di razzi da Gaza verso tutto il sud di Israele. Non solo nelle comunità israeliane attorno alla Striscia ma anche a Beer Sheva all’inizio del Negev. Uno dei razzi ha centrato un veicolo ad Ashkelon – una delle città più bersagliate negli ultimi giorni insieme ad Ashdod – causando anche danni agli edifici vicini. 

“L’operazione a Gaza richiederà ancora tempo”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che Israele “ha il sostegno degli Usa”. “Continueremo quanto necessario – ha spiegato – per riportare la calma”. Netanyahu ha poi escluso che ci siano pressioni: “Non è vero. Ringrazio Biden e gli altri leader che ci sostengono”, ha detto.

Israeliani sono stati travolti da un’automobile guidata da un palestinese nel rione di Sheikh Jarrah a Gerualemme est. Lo ha detto la polizia. Secondo i media l’aggressore palestinese è stato “neutralizzato” e ci sono almeno sei feriti. Sheikh Jarrah è il quartiere dove nelle ultime settimane ci sono stati violenti scontri con la polizia per lo sfatto di alcune famiglie palestinesi.

“Quest’ultimo ciclo di violenza perpetua i cicli di morte, distruzione e disperazione e spinge più lontano ogni speranza di coesistenza e pace. L’Onu sta attivamente coinvolgendo tutte le parti verso un cessate il fuoco immediato”. Lo ha detto il segretario generale Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di Sicurezza su Israele e Gaza, definendo le attuali ostilità “assolutamente spaventose”. “I combattimenti devono fermarsi immediatamente. Razzi e mortai da una parte, bombardamenti aerei e di artiglieria dall’altra devono cessare – ha sottolineato – Mi appello a tutte le parti affinché prestino attenzione a questa richiesta”.

Intanto le squadre di soccorso sono ancora impegnate ad estrarre i corpi delle vittime del bombardamento della scorsa notte nella via al-Wahda di Gaza City, il ministero della sanità di Hamas ha pubblicato un bilancio provvisorio che parla di almeno 33 morti, fra cui 12 donne e 8 bambini. I feriti sono oltre 50. Anche se nelle ultime ore alcune persone sono state estratte in vita dalla macerie, il ministero della sanità prevede che il bilancio delle vittime possa salire ulteriormente. Israele non ha ancora fornito informazioni sui motivi che potrebbero aver reso necessario l’attacco. La Jihad islamica ha detto di voler “vendicare il sangue dei bambini uccisi”. Al tempo stesso Hamas ha ripreso a bombardare con intensità le località israeliane più vicine alla Striscia. 

Nella nottata sono stati 130 i razzi lanciati da Gaza su Israele, compresi quelli su Tel Aviv e nel centro del Paese. Il “pesante bombardamento” israeliano su Gaza City ha sfiorato l’edificio che ospita l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo riporta il direttore dell’ente Matthias Schmale” in un tweet. “Dio aiuti il popolo di #Gaza – scrive in un post – negli ultimi 45 minuti il bombardamento più pesante vicino al nostro edificio con gli uffici dell’ @UNRWA”.

L’esercito israeliano ha reso noto di avere colpito  l’abitazione del capo dell’ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar. L’esercito “ha attaccato le case di Yahya Sinwar e di suo fratello Muhammd, un attivista terrorista”, ha scritto l’esercito su Twitter, dove ha pubblicato un video che mostra una casa distrutta. L’esercito non ha specificato se al momento dell’attacco Sinwar si trovasse in casa. “Entrambi gli edifici – ha specificato l’esercito – erano utilizzati come infrastrutture militari da parte dell’organizzazione terroristica di Hamas”.

Ieri è stata abbattuta la torre dei media, l’edificio sede dell’Ap e di al-Jazeera, raid condannato dalla Casa Bianca.

“Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? In nome di Dio, faccio appello alla calma, e a chi ne ha la responsabilità di far cessare il frastuono delle armi, di percorrere l’avvio della pace, anche con l’aiuto della comunità internazionale”. E’ quanto ha detto papa Francesco alla recita del Regina Caeli in un appello sugli scontri in Terra Santa fra israeliani e palestinesi. “Preghiamo perché possano trovare la strada del dialogo e del perdono”, ha aggiunto il Pontefice.

“Devono cessare le violenze e tutti gli attacchi tra Israele e Palestina. I lanci di razzi vanno bloccati, sono inaccettabili. Troppi innocenti stanno perdendo la vita, vittime di un conflitto che va fermato immediatamente”. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ricordando che “martedì, anche su sollecitazione dell’Italia, è stato convocato un Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea straordinario”. “L’Ue – ha sottolineato Di Maio – deve prendere una posizione chiara e unitaria e lavorare per spingere le parti a sedersi al tavolo dei negoziati. Agiamo velocemente e in maniera sinergica”.

L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha convocato per martedì un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Ue, “in considerazione dell’escalation in corso tra Israele e Palestina e del numero inaccettabile di vittime civili”. “Ci coordineremo e discuteremo di come l’Ue può contribuire al meglio per porre fine all’attuale violenza”, ha scritto Borrell su Twitter.

Dall’inizio del conflitto da Gaza sono stati lanciati verso Israele 2.900 razzi, ma 450 di essi si sono rivelati difettosi e sono caduti all’interno della Striscia. Lo rende noto il portavoce militare israeliano. Le batterie Iron Dome hanno intercettato 1.150 razzi. Altri ancora sono caduti in zone aperte. Nelle ultime 24 ore, secondo il portavoce, Israele ha colpito a Gaza 90 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica.

L’ingresso al Monte del Tempio (Spianata delle Moschee per gli arabi, ndr) a Gerusalemme è stato di nuovo interdetto ai fedeli ebrei. Lo ha deciso la polizia israeliana – su ordine del governo – a causa della situazione con Gaza. Inoltre, due importanti rabbini ortodossi Haim Kaniewski e Gershon Edelstein -come riportano i siti ortodossi – hanno fatto appello ai ‘timorati’ “di non recarsi assolutamente al Muro del Pianto” malgrado stasera inizi la festa ebraica di Shavuot e ciò “per salvare le loro vite”.




Gaza, ancora attacchi aerei e lancio di razzi: sale a 126 il numero delle persone uccise dai raid israeliani

E’ sempre alta la tensione a Gaza, dove, dopo il dietrofront dell’esercito israeliano seguito all’annuncio di una operazione via terra, sono proseguiti anche questa notte gli attacchi aerei e il lancio di razzi.

Almeno 10 persone, tra cui 2 donne e 8 bambini, tutti membri della stessa famiglia Abu Hatab, sono stati uccisi la scorsa notte in un attacco israeliano nel campo profughi di Al-Shati nel nord della Striscia. Lo riferisce l’agenzia Maan secondo cui ad essere colpita è stata una casa di tre piani.

Il numero delle persone uccise dai raid israeliani a Gaza è salito a 126, tra cui 31 bambini e 20 donne: lo riferiscono le autorità sanitarie della Striscia, citate dal quotidiano Haaretz.

Secondo la stessa fonte, sono 950 i feriti nell’attacco, che in serata continuava, anche se con minore intensità. Anche i lanci di razzi da Gaza non si sono interrotti: le sirene anti-missili hanno suonato stasera a Be’er Sheva, nel sud di Israele.

I caccia israeliani hanno colpito durante la notte obiettivi nel centro di Gaza, ha detto l’esercito israeliano. L’aviazione israeliana ha colpito diversi siti nella Striscia durante la notte, mentre i razzi hanno nuovamente colpito lo Stato ebraico. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito un “ufficio operativo” di Hamas vicino al centro di Gaza City, con ulteriori attacchi notturni contro quelli che i militari hanno chiamato “siti di lancio sotterranei”. Le sirene di allarme anti-missile hanno suonato nelle prime ore del giorno in varie località del sud di Israele.

Ieri pioggia di fuoco sui tunnel di Hamas. Al quinto giorno di guerra con Gaza, Israele – nei più intensi bombardamenti finora condotti – ha puntato alla rete sotterranea dei miliziani costruita dopo lo scontro del 2014.

Alla vigilia del 15 maggio, data della ‘Nakba’ con cui i palestinesi ricordano la nascita dello Stato di Israele nel 1948 e il loro esodo, la Cisgiordania è stata teatro di nuovi scontri con l’esercito israeliano. Secondo fonti di Ramallah, i morti in incidenti avvenuti in varie località sono almeno dieci. A nord dimostranti libanesi si sono accalcati alla frontiera di Israele sconfinando per poi rientrare – incalzati dal fuoco di avvertimento dei tank israeliani – nel loro territorio. E anche in Giordania una folla di manifestanti si è radunata al confine con i Territori per manifestare solidarietà con “i fratelli palestinesi” al grido ‘Con lo spirito e il sangue, ti riscatteremo, o Aqsa’, in riferimento alla Moschea sulla Spianata a Gerusalemme.

Contro i tunnel di Gaza – luogo privilegiato dei comandi e delle trasmissioni di Hamas – si sono mosse l’aviazione (oltre 160 caccia), i tank e le forze di terra schierate lungo il confine. Insieme, in 40 minuti, con circa 450 colpi hanno centrato oltre 150 “obiettivi sotterranei” nel nord della Striscia, in particolare a Beit Lahiya. Non si sa al momento quanti miliziani siano rimasti uccisi nell’attacco, che in un primo momento era stato erroneamente annunciato dall’esercito ai media stranieri come l’ingresso delle truppe via terra a Gaza. “Avevo detto – ha ricordato il premier Benyamin Netanyahu – che avremmo colpito Hamas e gli altri gruppi terroristici con colpi significativi ed è quello che stiamo facendo. Ma non è ancora finita”. “I leader di Hamas – ha proseguito – pensano di poter scappare dalla nostra presa. Non possono scappare. Li raggiungeremo ovunque. Ci hanno attaccato nella nostra festa (Jerusalem Day), hanno attaccato la nostra capitale, hanno lanciato missili sulle nostre città e continueranno a pagare un presso pesante per questo”.

Da Ramallah, la presidenza di Abu Mazen ha lanciato un appello all’amministrazione Usa di Joe Biden ad intervenire “immediatamente e rapidamente per fermare l’aggressione israeliana prima che le cose vadano fuori controllo”. Il rais ha detto di ritenere “il governo israeliano pienamente responsabile di questa pericolosa escalation, di questa tensione e del sangue versato dal popolo palestinese”. La presidenza ha poi denunciato “le uccisioni brutali e programmate delle forze di occupazione israeliane contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”. Sulle città di Israele, in specie al sud, anche oggi è stato una continuo risuonare delle sirene di allarme – che ha costretto la popolazione costantemente nei rifugi – seguito da una massiccio barrage di missili e dall’arrivo di droni: le vittime ad oggi restano 6. L’esercito ha fatto sapere che solo nella notte i razzi lanciati sono stati oltre 200. Di questi, almeno 30 sono ricaduti nell’enclave palestinese. Il presidente francese Macron ha ribadito in un colloquio con Netanyahu il suo “irriducibile attaccamento alla sicurezza di Israele e il suo diritto a difendersi”. Ed ha espresso “preoccupazione per le popolazioni civili a Gaza”. 

Tre razzi sono stati lanciati stasera dal territorio siriano verso le alture del Golan. Uno, difettoso, è caduto in territorio siriano, e gli altri due nel sud del Golan, nelle vicinanze del villaggio agricolo israeliano di Ramat Magshimim. Sono esplosi in zone aperte e non hanno provocato danni. Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan.




Escalation combattimenti tra Israele e Hamas: colpiti 140 obiettivi militari a Gaza

Nottata di combattimenti fra Israele e Hamas a Gaza. Dalla Striscia, secondo il portavoce militare, sono stati lanciati ieri oltre 250 razzi verso lo Stato ebraico.

I lanci sono proseguiti anche stamane, con un attacco ad Ashkelon. L’aviazione israeliana ha colpito 140 obiettivi militari a Gaza. Fonti palestinesi riferiscono che si sono avuti almeno 20 morti e decine di feriti. Incidenti fra dimostranti palestinesi e la polizia israeliana si sono verificati a Gerusalemme est. Manifestazioni di protesta anche in località arabe di Israele. I combattimenti iniziati ieri fra Hamas ed Israele sono stati chiamati dall’esercito israeliano ‘Operazione Guardiano delle Mura’. Lo riferiscono i media locali secondo, cui i vertici militari presumono che proseguirà per diversi giorni. A Gaza le milizie palestinesi hanno allestito una sala comune di operazioni. Nei loro media i lanci di razzi verso Israele sono chiamati ‘Operazione Spada di Gerusalemme’. In un video diffuso sul web, l’ala militare di Hamas ha affermato: ‘Gerusalemme ha chiamato, Gaza ha risposto’.

La battaglia sulla Spianata delle Moschee si è trasformata in scontro aperto con Gaza dopo l’ultimatum di Hamas a Israele. Allo scadere dell’ora indicata, le 18, sono stati 150 i razzi lanciati da Gaza verso il territorio dello stato ebraico, riferiscono i media. E’ il nuovo bilancio reso noto dal portavoce militare. Di questi – ha aggiunto – decine sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. “Si è trattato di una risposta – ha rivendicato Hamas – all’aggressione e ai crimini contro la Città Santa e alle prevaricazioni contro il nostro popolo nel rione di Sheikh Jarrah e nella moschea al-Aqsa”.

Immediata la risposta di Israele che ha colpito a Gaza uccidendo, secondo il portavoce militare, tre miliziani. Mentre il ministero della Sanità di Hamas a Gaza ha parlato di 20 persone uccise nel nord della Striscia, fra cui 9 minorenni. L’esercito israeliano non ha confermato.

Tel Aviv e varie altre cittadine limitrofe, tra cui Rishon Lezion e Ramat Gan, hanno aperto i rifugi pubblici antimissile a causa dello scontro con Gaza e delle possibilità dell’arrivo di razzi. La decisione è stata presa alla luce delle recenti istruzioni dell’esercito.

L’esercito israeliano ha intrapreso “un’ondata di attacchi contro obiettivi terroristici nella Striscia di Gaza”, ha fatto sapere in serata il portavoce militare. Al tempo stesso hanno ripreso a suonare le sirene allarme antimissile ad Ashkelon e nelle zone israeliane attorno alla Striscia.

sono ripresi gli scontri tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana alla Porta di Damasco. Segnalati anche – secondo i media – tafferugli alla Spianata delle Moschee.

“Il significativo aumento della violenza nella Cisgiordania occupata, a Gerusalemme Est e a Gaza e dintorni, deve cessare immediatamente. Il lancio di razzi da Gaza contro le popolazioni civili in Israele è del tutto inaccettabile e alimenta dinamiche di escalation”. Così il portavoce del servizio di azione esterna della Ue. “Tutti i leader hanno la responsabilità di agire contro gli estremisti. Lo status quo dei luoghi sacri deve essere pienamente rispettato.- prosegue – Ribadiamo il nostro appello alle parti a impegnarsi per ridurre l’escalation. Occorre prevenire in via prioritaria ulteriori vittime civili”.

Saraya al-Quds, l’ala militare della Jihad islamica, ha rivendicato il lancio di 30 razzi verso Israele. Un suo portavoce ha aggiunto di aver anche sparato un razzo anticarro Kornet contro un “veicolo militare” israeliano che si trovava in prossimità della linea di demarcazione. In Israele è stato confermato il lancio del razzo “che però ha colpito un veicolo civile, e non militare”. Il conducente si è salvato. Al risuonare delle sirene per l’arrivo dei razzi, la polizia ha evacuato il Muro del Pianto.

Intanto l’amministrazione Biden ha espresso serie preoccupazioni per l’escalation delle violenze, ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaky, aggiungendo che gli Usa condannano i lanci di razzi sulla città. Anche il segretario di Stato americano Antony Blinken ha lanciato un appello a israeliani e palestinesi per una de-escalation della situazione.

“Hamas ha varcato una linea rossa” ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Israele colpirà con grande potenza, non tolleriamo attacchi al nostro territorio, alla nostra capitale, ai nostri cittadini e ai nostri soldati. Chi ci attacca pagherà un duro prezzo”. La battaglia in corso “per lo spirito di Gerusalemme” è “la lotta secolare tra tolleranza e intolleranza, fra violenza selvaggia e mantenimento di ordine e legge”, aveva detto in mattinata Netanyahu. “Elementi che ci vogliono espropriare dei nostri diritti, ci spingono periodicamente ad erigerci con una posizione forte come sta facendo adesso la polizia che appoggiamo. Solo la sovranità israeliana consente la libertà di culto per tutti”. “Le immagini dei mass media mondiali sono distorte e falsificano la situazione: la verità alla fine prevarrà”.

Hamas aveva dato tempo ad Israele “fino alle 18 (le 17 in Italia) per far uscire i suoi soldati e i suoi coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e di rilasciare chi è stato arrestato in questi giorni”, aveva detto il portavoce dell’ala militare di Hamas Abu Odeiba aggiungendo: “Siete stati avvertiti”. 

“Quanto avviene nella Moschea al-Aqsa è una vera strage e un crimine di guerra. Facciamo appello al nostro popolo affinchè scenda nelle strade ed affronti l’occupante”, affermava in mattinata sul sito di Hamas il suo portavoce Sami Abu Zuhri. “Questi crimini avranno conseguenze”. “Una aggressione criminale”, aveva scritto su Twitter l’esponente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Hussein al-Sheikh. “L’Anp – ha aggiunto – sta valutando tutte le possibilità per rispondere a questa aggressione criminale contro i luoghi santi e i residenti”.

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha “espresso la sua profonda preoccupazione per le continue violenze nella Gerusalemme est occupata, nonché per i possibili sgomberi di famiglie palestinesi dalle loro case nei quartieri di Sheikh Jarrah e Silwan“. In una nota del portavoce ha “esortato Israele a cessare le demolizioni e gli sfratti, in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario”. “Le autorità israeliane – si legge ancora nella nota – devono esercitare la massima moderazione e rispettare il diritto alla libertà di riunione pacifica”. “Tutti i leader hanno la responsabilità di agire contro gli estremisti e di pronunciarsi contro gli atti di violenza e istigazione”, prosegue la nota. Guterres ha esortato anche a “mantenere e rispettare lo status quo nei luoghi santi”, oltre a ribadire “il suo impegno, anche attraverso il Quartetto per il Medio Oriente, a sostenere palestinesi e israeliani nella risoluzione del conflitto sulla base delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e degli accordi bilaterali”.

Re Abdallah di Giordania in una telefonata con il presidente Abu Mazen ha condannato “le violazioni e le misure israeliane” sulla Spianata delle Moschee. Il monarca ha sottolineato che “devono cessare immediatamente le pericolose provocazioni contro gli abitanti di Gerusalemme”. Poco dopo il ministero degli Esteri giordano – ha riferito la Petra – ha convocato l’incaricato di affari israeliano ad Amman al quale è stata espressa “la condanna del governo giordano delle continue violazioni a danno della santa Moschea di Al-Aqsa, gli attacchi sulla Spianata ai fedeli e agli abitanti di Gerusalemme, specialmente a Sheikh Jarrah”.




GAZA: MARINA ISRAELE INTERCETTA NUOVA FLOTILLA FILO-PALESTINESE

Redazione

Gaza – I commandos della marina israeliani hanno intercettato 4 barche che fanno parte della terza cosiddetta "Flotilla per la pace" filo-palestinese dirette verso la Striscia di Gaza, per rompere il blocco navale "Dopo esser ricorsi a tutti i canali diplomatici il governo israeliano ha ordinato alla marina di fermare le imbarcazioni che sono state ripetutamente avvisate di cambiare rotta. I marinai sono quindi saliti a bordo delle imbarcazioni per ispezionarle senza ricorrere all'uso della forza. L'operazione si e' svolta senza incidenti", rendono noto le forze armate israeliane ricordando bene la catena di imperdonabili errori che il 31 maggio del 2010 causarono la morte di 9 persone (tutti turchi piu' un volontario con anche passaporto americano) a bordo della Navi Marmara, l'unita' piu' grande della prima Flotilla, ed il ferimento di 10 commandos israeliani. Le navi sono ora in direzione del porto isrelaino di Ashdod




IRAQ: CONTINUA LA FURIA DELLE MILIZIE JIHADISTE

di Daniele Rizzo

Sebbene l’attenzione dei media si sia rivolta al conflitto arabo-israeliano che sta martoriando Gaza in queste ore, in Iraq c’è una guerra civile che è ripresa e continua imperterrita ormai da diversi mesi. L’ISIS, che lo scorso 29 giugno ha proclamato la nascita dello Stato Islamico, continua infatti a mietere vittime nel nord dell’Iraq. La città più colpita è Mosul, ormai occupata stabilmente dalle milizie jihadiste che continuano a distruggere e fare barbarie del territorio iracheno.

Proprio a Mosul i sunniti hanno ormai preso il pieno controllo di ogni aspetto della città, tanto che hanno ordinato ai funzionari pubblici di interrompere i rifornimenti di cibo e bombole di gas a quelle poche minoranze ancora presenti sul territorio. Sciiti, curdi, cristiani sono infatti sempre più oggetto di ritorsioni e minacce da parte delle milizie invadenti, e in quest’ottica va vista anche l’opera di distruzione che stanno operando nei confronti di tutti quei centri culturali o archeologici che possono essere ricondotti ad altre culture religiose.

A fare per prima le spese di questa furia iconoclasta è stata la Moschea di Giona, simbolo di Mosul e punto di riferimento per il culto sunnita, sciita, ma anche cristiano, e quindi “luogo di apostasia” da distruggere. La moschea è stata fatta saltare in aria dopo che i fondamentalisti avevano costretto tutti i presenti ad uscire; hanno poi piazzato le bombe e invitato tutti ad assistere all’”esecuzione”. Come detto l’episodio è dunque da ricondurre alla volontà dei jihadisti di cacciare per sempre gli infedeli dal “proprio” stato, e di farlo colpendoli lì dove ogni uomo è più vulnerabile: nelle radici, nella cultura. A rischiare per la furia devastatrice dell’ISIS ci sono inoltre numerosi siti archeologici che raccontano di quando l’Iraq si chiamava Mesopotamia e vedeva nascere la civiltà tra le sponde dei suoi fiumi: il pericolo che tra pochi mesi non avremo più testimonianze di quell’epoca è concreto.

Intanto il resto del Mondo continua a prendere posizione. Mentre la Russia vende aerei da guerra allo stato iracheno e gli USA mandano i loro consiglieri in loco, in Giordania, Turchia e Qatar sarebbero sorti campi d’addestramento per volontari jihadisti che vogliono perorare la causa di al-Baghdadi (il califfo, leader dell’Isis). Inoltre, dopo la tragedia del volo MH17 (il volo della Malaysia Airlines abbattuto in Ucraina) Air France, Emirates e Klm hanno sospeso il sorvolo dell’Iraq, in attesa che venga appurata la presenza o meno di missili terra-aria in mano ai separatisti sunniti. Insomma la guerra in Iraq, sembra essere sfuggita al controllo delle grandi potenze mondiali, a cui ormai non resta altro da fare che aspettare il risultato delle consultazioni parlamentari del 12 agosto in Iraq, e sperare in un governo forte ed unitario che metta fine a questa guerra.




GAZA: BOMBARDATA SCUOLA ONU, MORTI 20 PALESTINESI

Redazione

Ancora una terribile pioggia di missili sui cieli di Gaza. Nuovi raid  e questa volta il bersaglio è stato bombardare una scuola dell'Onu, almeno 20 palestinesi sono morti. Secondo le fonti, colpi di carro armato contro il campo profughi di Jabaliya hanno colpito in pieno le stanze di due classi della scuola dell'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Numerosi civili palestinesi si erano rifugiati nell'edificio dopo essere stati avvertiti da Israele che il quartiere dove risiedevano sarebbe stato bombardato. Un'intera famiglia è stata sterminata in un raid aereo israeliano a Khan Yunis, nel sud della Striscia. "Obiettivi raggiunti, ora la politica decida se continuare" ha affermato l'esercito. Distrutte anche tre moschee tra la città di Gaza, Rafah ed il campo profughi di Shati.  Fuori uso per i raid anche l'unica centrale elettrica della città che rifornisce i due terzi del fabbisogno di Gaza. La Striscia è al buio, erano poche le zone dove c'era ancora l'elettricità. Fonti dell'Onu hanno accusato Hamas di nascondere armi e razzi all'interno delle scuole aperte dalla Nazioni Unite e hanno denunciato la violazione "della neutralità delle loro infrastrutture". Strage di bambini Sale così ad oltre 1.220 il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio dell'offensiva di Israele contro Hamas; una strage di bambini: l'ultimo bilancio dell'Ufficio per il Coordinamento degli Aiuti Umanitari dell'Onu parla di almeno 229 piccole vittime.  Tra i soldati israeliani i morti sono 53, il bilancio più pesante dopo quello registrato nella guerra del 2006 contro gli Hezbollah libanesi. L'Onu fa sapere che il numero dei rifugiati è arrivato a quota 200mila.  Si lavora alla tregua in Egitto L'Egitto sta attualmente cercando di formulare un accordo per un cessate il fuoco sulla guerra a Gaza, ma l'obiettivo ancora non sarebbe stato raggiunto. Ieri un esponente dell'Olp Yasser Abed Rabbo aveva detto che l'intesa era stata trovata. Immediata la smentita di Hamas. "Non abbiamo accettato la tregua". La prenderemo in considerazione, fa sapere il movimento islamista, "quando Israele si impegnerà a rispettarlo a sua volta, con garanzie internazionali". Kerry, Netanyahu ha chiesto aiuto a Usa  Israele vuole un cessate il fuoco che consenta di smantellare i tunnel. Lo afferma il segretario di stato, John Kerry, sottolineando di parlare con Benjamin Netanyhau "due, tre, quattro volte al giorno". E Netanyahu avrebbe chiesto agli Stati Uniti di aiutare a raggiungere una tregua. 




GAZA: COLPITO ANCHE UN OSPEDALE, SALE IL NUMERO DELLE VITTIME A 514 CON 3.150 FERITI

Redazione

Gaza – Un bagno di sangue disumano continua ad invadere le coscienze di tutti dalla lontana Gaza. Salgono a 514 le vittime e 3.150 i feriti palestinesi causati dall'offensiva israeliana a Gaza. Almeno 135 palestinesi hanno perso la vita domenica. Questa mattina sono stati ritrovati tra le macerie i cadaveri di 16 palestinesi uccisi vicino Khan Yunis. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha espresso la sua "grave preoccupazione davanti al numero crescente delle vittime", reiterando il suo appello per una "fine immediata delle ostilità". In una dichiarazione letta dal presidente del Consiglio, l'ambasciatore ruandese Eugène-Richard Gasana, i 15 paesi membri chiedono un "ritorno all'accordo di cessate il fuoco del novembre 2012" tra Israele e Hamas. Il Consiglio di sicurezza chiede inoltre "il rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili" e sottolinea "la necessità di migliorare la situazione umanitaria" nella Striscia di Gaza. Due commando che da Gaza hanno tentato di infiltrarsi nel sud di Israele sono stati fermati dalle forze israeliane. Dieci i “terroristi uccisi”. Il tentativo di infiltrazione – ha spiegato il portavoce militare – è avvenuto attraverso un tunnel nel nord di Gaza in direzione di Israele. L'aviazione – secondo le prime informazioni – ha colpito il primo commando, mentre il secondo ha lanciato un missile anti tank verso un veicolo militare. L'esercito ha aperto il fuoco e ucciso i miliziani. Sono ancora in corso perlustrazioni in tutta la zona: l'esercito ha dato disposizioni ai residenti dei kibbutz di Nir Am e Erez di restare nelle loro case.

 Intanto un piccolo ospedale situato nella zona centrale di Gaza è stato colpito da un razzo israeliano e sul posto ci sono, secondo fonti palestinesi, 4 morti e numerosi feriti. L'ospedale colpito e' quello dedicato ai 'Martiri di al-Aqsa' (l'ala militare di al-Fatah), costruito una decina di anni fa dall'Autorita' nazionale palestinese. Secondo testimoni il razzo ha colpito il piano superiore dell'edificio, provocando gravi danni. Il portavoce militare israeliano ha pubblicato oggi fotografie aeree che documenterebbero il lancio di razzi palestinesi dalle immediate vicinanze della Moschea Abu Yan (8 luglio, dell'ospedale Wafa (14 luglio), di un campo da giochi per bambini (14 luglio) e anche del cimitero al-Tuffah (13 luglio). "Stiamo insistendo perché si arrivi ad un cessate il fuoco almeno umanitario nelle prossime ore", ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini alla Farnesina. “C'è una proposta sul tavolo che prevede il cessate il fuoco immediato e l'apertura contestuale di negoziati, con elementi di immediata risposta alla crisi umanitaria, e la comunità tutta deve spingere in questa direzione". "Le immagini di Gaza sono insostenibili: il numero di vittime, dei feriti, compresi i bambini, ma anche il lancio indiscriminato dei razzi contro Israele, che deve finire". Mogherini, a margine di un incontro con il sindaco di New York Bill De Blasio a Roma, auspicando che "già dalle prossime ore ci sia una risposta positiva alle pressioni arabe, americane, europee, dell'Onu ed agli appelli del Papa".