ROMA,GAY PRIDE 2014: UNA PARATA PER OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI LGBT

di Christian Montagna

Roma / Gay Pride 2014 – Nella serenità di una soleggiata giornata di Giugno, si è svolta lo scorso sabato pomeriggio la parata del Gay Pride per il riconoscimento dei diritti lgbt (lesbiche, gay,bisessuali,transessuali). Dopo venti anni, l'ultimo in ordine di tempo fu Francesco Rutelli,ad aprire la parata è tornato un primo cittadino: Ignazio Marino sindaco di Roma armato di tricolore ha dato il via alla manifestazione.Con lui la sua giunta di quindici presidenti di municipio. "Ci vediamo fuori" è lo slogan di quest'anno perché è proprio fuori che si vogliono sfidare i pregiudizi, a volto scoperto. Dopo anni e anni di discussioni e discriminazioni, ahimè, il governo italiano non è stato ancora in grado di produrre una legge contro l'omofobia. Una vergogna. Siamo diventati lo zimbello d'Europa anche per questo.Quest' anno però a Roma, una promessa è stata fatta: una volta approvato il bilancio si darà finalmente il via libera al registro delle unioni civili. Parola di sindaco. Premesso che è inconcepibile il fatto che ancora si debba lottare per avere garantiti diritti fondamentali, mi chiedo perplesso, chi siamo noi per decidere sulla vita degli altri? Per quale arcano motivo un istituzione o un personaggio della scena politica del momento dovrebbero vietare l'unione di due persone che si amano?Non si fa altro che giudicare in base ad una natura diversa, come se qualcuno potesse essere in grado di stabilire quale sia quella giusta. Ieri, alla parata, c'erano anche moltissimi eterosessuali accompagnati da numerosi bambini. Duecento mila persone in totale che chiedevano a gran voce la caduta di una società troppo bigotta. E con i colori della bandiera della pace, la capitale si è tinta di rainbow. Associazioni che da anni si battono nel campo come Arcigay, Circolo Mario Mieli,Famiglie arcobaleno, Genitori di omosessuali, erano tutte lí a combattere per un unico obiettivo. Quando si parla di duecento mila presenze, mi spiace, ma non si tratta più di una minoranza. Gli obiettivi da raggiungere sono ancora lontanissimi ma è giunta l'ora che il sistema cambi. Che si cominci ad insegnare nelle scuole la tolleranza e l' accettazione nei confronti di chi in realtà di diverso non ha un bel nulla. Sin da piccoli ci hanno sempre detto di amarsi l'un l'altro perché figli di uno stesso Dio, beh, è giunta l'ora di cominciare a farlo,seriamente.