ROMA, FUNERALI DEL BOSS CASAMONICA: LO SCANDALO SI ALLARGA

Emergono retroscena sconcertanti che mettono al muro responsabilità di tutto l’apparato di sicurezza e controllo della capitale romana, Prefetto, Sindaco e Carabinieri

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Lo scandalo del funerale del “re dei Casamonica” si allarga e a macchia d’olio. Dai Caraibi il Sindaco Marino inviava la cartolina delle tre scimmiette, non vedo, non sento e non parlo. Il Prefetto Gabrielli, che si era dichiarato estraneo a qualsiasi informazione preventiva sul funerale Hollywoodiano nel cuore di Roma, è stato incaricato dal Ministro dell’interno (anche lui scandalizzato) di effettuare un’indagine e preparare una relazione da lasciare sulla scrivania. Queste sono le prime arringhe che i referenti istituzionali del governo e del comune hanno rilasciato al mondo intero.. e si, perché questo funerale, con tanto di cavalli e carrozza fatta venire da Napoli, petali lanciati sopra il cielo di Roma senza autorizzazione, alla faccia di qualsiasi controllo, è finito su tutti i giornali mondiali. Insomma tutte scandalizzate le istituzioni, mentre la comunità dei Casamonica rivendicano i propri diritti.

Imbarazzanti retroscena. Ma…ora si viene a scoprire che il presidente della prima sezione della Corte d’Appello aveva rilasciato un permesso “urgente” e trasmesso, come conviene di rito alla caserma dei carabinieri di Ciampino, ad Antonio Casamonica, detenuto agli arresti domiciliari e figlio del defunto Vittorio, a partecipare come giusto che sia, ai funerali presso la parrocchia di San Giovanni Bosco al quartiere Cinecittà di Roma. Insomma Prefettura e Carabinieri erano a conoscenza preventiva di questo evento. Stessa sorte avverrà per due nipoti di Vittorio Casamonica anch’essi ai domiciliari, questa volta il permesso viene inviato alla stazione dei Carabinieri di Tor Vergata.

Lo Scarica barile comincia a tentennare, anzi fa acqua da tutte le parti. Anche il vicepresidente della Federazione Nazionale imprese onoranze funebri spiega ai giornali che sono tenuti a informare l'ufficio comunale di polizia mortuaria del Comune di competenza fornendo indicazioni su luogo e orario di partenza del feretro, luogo e orario di celebrazione della cerimonia religiosa e sul luogo di sepoltura. Ovviamente è il Comune che una volta investito delle informazioni fa i suoi relativi accertamenti che deve valere per tutti, siano essi personaggi noti o meno noti.
E ciliegina sulla torta arriva anche l’arringa del parroco di San Giovanni Bosco che ha celebrato i funerali e lo fa tramite il sito web della chiesa dopo che si è trovato al centro di un’attenzione mediatica, ovviamente non ci sta a passare per il capro espiatorio, e spiegando che è un prete e non un poliziotto, tanto meno un giudice, non conosceva personalmente il nome del boss dei Casamonica “per me poteva essere il più lontano dei parenti” risponde ad una domanda che qui riportiamo: “Molti mi hanno rimproverato di non aver bloccato il funerale a un boss che ne ha combinate più che Bertoldo. Ma se era così fuori norma, perché mai era a piede libero? Hanno aspettato la sua morte sperando che lo… ‘arrestasse’ il parroco? Mio dovere è distribuire misericordia, m’insegna Papa Francesco. Ed è quello faccio”.


Il Parroco prova a far chiarezza anche sul caso Pergiorgio Welby, che etichetta non congruo con quello che è accaduto con il funerale. Ricordiamo che in quella occasione il Vicariato aveva invece impedito le esequie poiché reputava Piergiorgio Welby un uomo che era andato contro la dottrina cattolica, avendo chiesto l'interruzione della ventilazione che lo teneva in vita da anni. Così, per dare un colpo secco alle polemiche sollevate, sul sito il parroco scrive: “…In quel caso è intervenuto il Vicario del Papa, assumendosene la responsabilità e ordinando al parroco di non celebrare il funerale. Welby, se non vado errato, era non più considerato cattolico. A me nessuno ha detto nulla. Pregare per un morto, chiunque esso sia, non è proibito. Anche per Welby, del resto, i salesiani hanno pregato e molto e la chiesa è rimasta aperta tutto il giorno”, e con la massima “Parce sepulto, dicevano gli antichi romani (cfr Virgilio, Eneide III, 41), che pure non erano così teneri con chi rompeva loro le scatole. Oggi pare non sia più di moda. Pazienza!!!” si liquida dalle contestazioni.

E Marino? Dal suo blog fa sapere “I vivi hanno parlato con il corpo di un morto, quello di Vittorio Casamonica. Nessuno vuole negare una silenziosa pietà umana, proprio nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia ma, come bene ha detto don Luigi Ciotti, non possiamo permettere che il rito religioso sia strumentalizzato”. 

Dopo questi scarica barile delle responsabilità ai cittadini invece piacerebbe sapere quanto questa farsa deve andare avanti, questa offesa all’intelligenza delle persone che attonite vengono a conoscenza di questi retroscena. A Roma è stato celebrato il "funerale dell’onestà", con il reportage dettagliato sbattuto su tutte le prime pagine dei giornali anche del resto del mondo, che parla di una sciatteria unica. Roma, la capitale del mondo, inebriata dal profumo di mafia e di corruzione esiste anche una grande incompetenza, che si vuole ancora ostentare e dipingere con colori non idonei alle proprie responsabilità…
Una misera figura agli occhi del mondo intero, che ha fotografato l’oggettiva e insostenibile situazione ai pellegrini che dovrebbero presto arrivare sulle nostre strade e partecipare al Giubileo della Misericordia, mai un nome più appropriato poteva scegliere Papa Francesco.

Il Re Vittorio Casamonica ha squarciato una crepa insanabile e quel poco di credibile che ancora era rimasto in piedi dopo lo tsunami di Mafia Capitale. La comunità dei sinti si inalbera, e viste le incompetenze emerse loro hanno fatto tutto in regola. Così è se vi pare!




ROMA, FUNERALI DEL BOSS DI CASAMONICA: L’OLTRAGGIO ALLA CAPITALE FA IL GIRO DEL MONDO

Sei cavalli e una carrozza da Lucky Luciano una vera ostentazione del potere mafioso al centro di Roma  che ha concretamente dimostrato che nella capitale non esiste alcun controllo e sicurezza, mentre la politica va avanti a post elettorali twittati per assopire una ferita talmente profonda che neppure un ipotetico film “The Cafonal” riuscirebbe a raccontare nei minimi dettagli

di Cinzia Marchegiani

Roma – Un funerale in grande stile per il boss dei Casamonica ha risvegliato le coscienze assopite dei romani, ma nessuno sapeva nulla, il Sindaco è caduto dalle nuvole, la Polizia Municipale forse stava di guardia altrove, e ciliegina sulla torta neppure il Prefetto Gabrielli aveva avuto sentore di questo grande show Hollywoodiano consumato al centro di Roma, mica in periferia! "Di questa vicenda la Prefettura non aveva alcuna contezza. Ne chiederemo conto, per cercare di capire, al di là dei clamori, eventuali responsabilità"- ha specificato subito il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, commentando i funerali di Vittorio Casamonica che imbarazzato si giustifica: " Senza dubbio c'è stato un difetto di comunicazione, e questo lo dico senza voler fare processi, né mettere nessuno sul banco degli imputati. Dunque è opportuno capire i termini precisi di quanto avvenuto, senza sottovalutare, ma senza nemmeno farci trascinare dal clamore. Aspetto che gli uffici mi riferiscano e poi decideremo". Come dire.a Roma tutto può accadere evidentemente questo spettacolo macabro segna definitivamente lo stato effmero di controllo della Capiatle, figuriamoci per un eventuale attacco del Califfato, ma forse ci ha ripensato anche l’ISIS. 

Sfarso, lusso, petali di fiori dal cielo gettati da un elicottero, musica del padrino e manifesti che associano il "re dei Casamonica" a San Pietro e il Colosseo, ad incorniciare il “re di Roma” atteso nel regno dei cieli. Vittorio Casamonica ha avuto la sepoltura che la sua comunità gli aveva organizzato con ogni minimo dettaglio esaudito, la sua gente lo acclama, e Roma in silenzio ha chinato la testa, un rituale comune anche quando passa la Madonna sotto i terrazzi dei boss in Sicilia.

Oltraggio e disgusto. Roma ha subito ancora un oltraggio finito su tutti i giornali del mondo, descritto con la parola “Disgusto”. La capitale del malaffare e della corruzione che attende la decisione dello sciogliemnto del Comune ieri ha proclamato la disfatta, è stata stuprata ancora una volta, lesa nella sua dignità, e ironia della sorte il giorno dall’annuncio del maxi processo che partirà a novembre, il mese dei morti, che vede dietro ai banchi degli imputati ben 59 indagati, tra politici, imprenditori assieme al ras delle cooperative romane, e Massimo carminati, che sono rusciti grazie ai politici nostrani “made Rome”, a fare dei servizi dei accoglienza, manutenzione verde e gare e appalti pubblici, la fortunata gallina dalla uova d’oro. Zingaretti pure è in silenzio, per lui la Regione Lazio è andata in vacanza dopo il 4 giugno scorso, il giorno dopo che alla Pisana è stato consumato il suo “processo” nell’aula del Consiglio regionale perché Buzzi dal carcere sardo ha fatto il suo nome e quello di tanti altri, compreso quello del presidente del consiglio regionale Daniele Leodori, ma lui in aula dirà che nessuno della Regione Lazio è stato nominato. 

Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia interviene denunciando come sia allarmante che il funerale di un esponente del clan Casamonica, coinvolto in numerose inchieste sulla criminalità romana e su Mafia Capitale, si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso: “Quanto avvenuto oggi a Roma non è francamente accettabile. Sarà necessario accertare se tutto questo sia accaduto con o senza le dovute autorizzazioni. Preoccupa in ogni caso il clima di consenso che ha accompagnato una simile messa in scena, che dovrebbe fugare ogni dubbio sull'esistenza della mafia nella Capitale e raddoppiare l'impegno delle istituzioni a contrastarne la forza e la capacità di inquinare ampi settori della società e della pubblica amministrazione".
Per Zingaretti parlerà Matteo Orfini, presidente del PD, che si ricorda solo ora che a Roma c’è la Mafia: “ Mai più. Roma non può essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino”, mentre l’espressione del Mondo di Mezzo vede per ora le dietro sbarre i suoi compagni di partito.
Il Sindaco di Roma, non si capacita e afferma di aver contattato il Prefetto perché siano accertati i fatti: “È intollerabile che i funerali siano strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi” così commenta questa squallida storia che se fosse un film sulla fine di Roma avrebbe un titolo calzante, “The Cafonal”.

Poi un sussulto di orgoglio anche Zingaretti twitta: “Dal funerale di Vittorio Casamonica un messaggio terribile da combattere con tutte le nostre forze”, ancora attendiamo un commento sul maxi processo appena calendarizzato il 5 novembre 2015, che ha accorpato gli indagati due stagioni dell’inchiesta su Mafia Capitale, per la terza occorrerà attendere i verbali delle interrogazioni di Odeavaine, la gola profonda che mette paura a molti politici delle alte sfere del governo.

Anche il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano è stato buttato giù dalla sedia ed ha chiesto al prefetto Gabrielli una relazione dettagliata sulla vicenda, come si apprende da fonti del Viminale.

Sei cavalli e una carrozza da Lucky Luciano una vera ostentazione del potere mafioso al centro di Roma che ha concretamente dimostrato che nella capitale non esiste alcun controllo e sicurezza, mentre la politica va avanti a post elettorali twittati, per assopire una ferita talmente profonda che neppure un film The Cafonal" riuscirebbe a raccontare nei minimi dettagli.

 

CASAMONICA, CLEMENTE (VIGILI): AGENTI PRESENTI SOLO PER GARANTIRE SICUREZZA TRAFFICO

“Ieri mattina alle 10.00 il gruppo Tuscolano ha ricevuto la comunicazione di un grande ingorgo sulla via Tuscolana, fuori dal raccordo anulare ma in direzione centro città. A quel punto la sala operativa ha inviato una pattuglia per verificare le ragioni del blocco della circolazione. Gli agenti intervenuti hanno scoperto, in quel momento, che l’intralcio era dovuto alla presenza di un corteo funebre costituito da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto. Tutte al seguito del carro. Ciò avveniva all’altezza dello svincolo tra la via Tuscolana e il raccordo anulare. Per impedire che il blocco del traffico si estendesse anche al raccordo, i vigili hanno fatto accostare il corteo e regolato il tratto di carreggiata per far defluire la circolazione che nel frattempo si era intasata alle spalle della processione. Lo stesso corteo è stato quindi allontanato dalla via Tuscolana per evitare che si creassero ulteriori disagi in una zona della città densamente abitata e trafficata, facendolo transitare per piazza Quinto Curzio. Contemporaneamente, sono intervenute altre tre pattuglie in piazza don Bosco per impedire che le numerose auto che nel frattempo erano già convenute per la cerimonia funebre, bloccassero la circolazione e le linee di trasporto pubblico. Pertanto, l’attività della Polizia Locale di Roma Capitale nella vicenda del funerale di Vittorio Casamonica si è limitata alla sola garanzia della sicurezza della circolazione. In questo frangente, insieme ad AMA, gli agenti si sono preoccupati di sollecitare la pulizia della sede stradale ingombrata dai fiori lanciati dai partecipanti al corteo, che potevano mettere a repentaglio l’incolumità dei cittadini, specie di quanti si muovono sulle due ruote. Tutte queste informazioni sono contenute in una nota al prefetto di Roma, Franco Gabrielli, nell’ambito di una inchiesta che lui stesso ha attivato presso tutte le Forze di Polizia”. Così in una nota il Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente.