FROSINONE: FRODE FISCALE DA 42 MILIONI DI EURO

Redazione

Frosinone – Frodi fiscali dal 2006 al 2013 e costituzione di depositi milionari presso istituti di credito della Repubblica di San Marino con la complicità di funzionari bancari italiani.

E' quanto scoperto dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone nel corso di un'operazione, durata oltre un anno, che ha riguardato due professionisti ciociari esercenti attività professionale connessa al settore edile ed immobiliare, i quali avevano illecitamente trasferito ingenti capitali presso istituti bancari sammarinesi.

L'indagine, svolta in collaborazione tra le Fiamme Gialle di Frosinone e la locale Procura della Repubblica, si è avvalsa delle risultanze di rogatorie internazionali con il Tribunale Commissariale della Repubblica del Titano.

I 2 soggetti investigati, professionisti di età compresa tra 50 e 56 anni, entrambi ciociari, hanno frodato il fisco, a partire dal 2006, per ingenti importi, pari ad oltre 42 milioni di euro e, avvalendosi della collaborazione di altri 4 soggetti, funzionari di banca ed intermediari finanziari, hanno costituito fondi all'estero per circa 36 milioni di euro.

Entrambi i professionisti sono stati denunciati per frode fiscale ed i soggetti che hanno cooperato con essi sono indagati per abusivo esercizio di attività finanziaria e riciclaggio, in quanto attraverso sofisticate operazioni bancarie hanno trasformato l'originaria provvista, derivante dal "nero" dell'attività professionale, in apparenti depositi personali presso banche estere e, quindi, al riparo dall'occhio del fisco italiano.

I proventi dell'evasione perpetrata in territorio ciociaro, prima di approdare a San Marino, subivano alcuni passaggi presso istituti bancari nazionali, ove avvenivano vere e proprie operazioni di riciclaggio.

Le indagini delle Fiamme Gialle, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Frosinone, proseguono per verificare se altri soggetti si sono avvalsi di tale meccanismo fraudolento e, soprattutto, per recuperare a tassazione l'intero "bottino" indebitamente trasferito oltre confine.




FROSINONE, SCOPERTA FRODE FISCALE PER OLTRE 60 MILIONI DI EURO

Redazione

Aveva creato un meccanismo ingegnoso e proficuo per non pagare le tasse e, addirittura, anche per compensare i suoi debiti verso lo Stato con falsi crediti IVA. Per questa ragione un cinquantaquatrenne di Frosinone, titolare di aziende operanti nel settore dell'autotrasporto e facchinaggio, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Frosinone, su ordine del G.I.P. del Tribunale del capoluogo ciociaro. Le indagini, condotte dal Nucleo Polizia Tributaria di Frosinone e coordinate dalla Procura della Repubblica di Frosinone, hanno portato alla scoperta di numerose società, tutte gestite dall'indagato, spesso facendo ricorso a prestanomi, che utilizzavano fatture per operazioni inesistenti emesse da altre società che non svolgevano alcuna attività economica, ma che si preoccupavano esclusivamente di emettere fatture false (cd. "cartiere"), sempre gestite dallo stesso soggetto e prive di qualsiasi mezzo, bene o dipendente idoneo ad effettuare trasporti o qualsiasi altro servizio. Una volta ottenuto un credito IVA soddisfacente e l'abbattimento di tutti i ricavi (grazie ai costi fittizi delle fatture false), anche queste società emettevano fatture false a beneficio di nuove società, sempre riferibili allo stesso soggetto, che potevano così vantare crediti IVA ed annullare i debiti tributari. A questo punto scattavano le operazioni di distruzione di ogni traccia di tali società fasulle: i prestanome che le amministravano per conto dell'indagato ricevevano da egli l'ordine di ritirare la documentazione dal commercialista e di incendiarla. Infine la messa in sicurezza dei proventi illecitamente conseguiti: l'indagato, appena avviate le attività ispettive delle fiamme gialle nei suoi confronti, aveva costituito, unitamente alla moglie, un fondo patrimoniale, cui aveva conferito numerosi beni immobili, al fine di sottrarli ad eventuali azioni di recupero da parte dello Stato. L'indagine, nata a seguito di una verifica fiscale nei confronti di una delle società coinvolte, ha consentito di ricostruire tutti i flussi economici illeciti e di quantificare la frode fiscale in oltre 60 milioni di euro di imponibili sottratti a tassazione, violazioni all'IVA per circa 20 milioni di euro ed IRAP evasa per oltre 2,5 milioni di euro. Contestualmente all'arresto, i militari del Nucleo Polizia Tributaria di Frosinone hanno sottoposto a sequestro i beni dell'imprenditore, tra cui villini di pregio a Frosinone e Fondi (LT), auto di lusso e conti correnti per ammontare complessivo pari a circa 4 milioni di euro.
 




FROSINONE, GUARDIA DI FINANZA SCOPRE INGEGNOSA FRODE FISCALE

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Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Frosinone ha portato alla luce una frode fiscale perpetrata da una cooperativa di trasporti, realizzata attraverso l’indicazione nella dichiarazione dei redditi di costi non veritieri derivanti da fatture per operazioni inesistenti emesse da una società romana.
Le fiamme gialle ciociare, nel corso di una complessa ed articolata attività di verifica fiscale svolta nei confronti di una cooperativa operante nel settore del trasporto di merci su strada, con sede nel capoluogo, hanno scoperto un ingegnoso meccanismo di utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti ed indebite compensazioni d’imposta, riuscendo a recuperare a tassazione circa 25 milioni di euro ai fini delle imposte sui redditi, a constatare violazioni all’IVA per circa 5 milioni di euro e violazioni all’IRAP per circa 1 milione di euro. Sono state accertate,  inoltre,   responsabilità penali nei confronti del legale rappresentante della cooperativa, deferito alla competente Autorità Giudiziaria per  reati tributari previsti dal D.Lgs.  74/2000 (evasione fiscale e utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti).

L’attività di Polizia Economico-Finanziaria ha consentito di appurare che l’amministratore della cooperativa verificata, con l’intento di rendere quanto più redditizia possibile l’attività, aumentando fittiziamente i costi di gestione,  ha fatto ricorso a vari “accorgimenti” e “stratagemmi” di natura contabile che gli hanno consentito di ottenere rilevanti vantaggi di natura fiscale in capo alla medesima cooperativa. Nello specifico, è stato rilevato che la cooperativa in trattazione, per evadere le imposte sui redditi e l’IVA, abbatteva i ricavi mediante la contabilizzazione di costi fittizi derivanti da fatture totalmente false emesse da una cooperativa di Roma, che ha avuto la funzione di vera e propria cartiera: tale termine, infatti, è utilizzato per indicare le imprese che esistono solo sotto il profilo formale e non sostanziale, in quanto, di fatto, non operano sul mercato per assoluta mancanza della struttura operativa idonea a produrre, fruire o prestare i relativi beni e servizi.

Tali imprese fungono esclusivamente quale strumento delle organizzazioni dedite alle frodi fiscali e si limitano all’emissione di fatture false per operazioni inesistenti al fine di generare costi fittizi ed I.V.A. a credito, a favore delle società destinatarie delle fatture stesse, nel caso di specie la cooperativa di Frosinone.
Nell’ambito dell’attività investigativa, inoltre, è stato rilevato che la cooperativa verificata aveva a sua volta emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti di altre società con sedi a Frosinone, il cui operato è tuttora al vaglio degli inquirenti.