CONVEGNO CONSAP, FRANCESCO TAGLIENTE: "NECESSARIO PASSARE DALLA PREVENZIONE ALLA PREVISIONE DEI REATI"

Redazione

Roma – "Le nuove tecnologie strumento di prossimità fra forze di polizia e cittadini". Questo il tema di un convegno organizzato a Roma dalla Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, in collaborazione con l’Università Telematica Pegaso. Il confronto sul tema della sicurezza in città, moderato da Michele Cucuzza, è servito per analizzare il delicato tema dell'impatto delle nuove tecnologie nel contrasto al crimine, in considerazione del fatto che le pattuglie su strada realizzano solo una parte della sicurezza, che oggi viene affidata all'integrazione degli interventi della tecnologia e di tutte quelle strutture, che nel rispetto dei ruoli, hanno una funzione e danno un contributo al risultato finale.


In apertura del Convegno il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi, ha chiarito che "Da qualche anno si sono diffusi strumenti tramite i quali le forze dell'ordine possono monitorare le attività di controllo del territorio da parte dei malviventi andando a sottrarre loro le zone di caccia per renderli meno efficaci e più vulnerabili nel tempo. L'evoluzione tecnologica può favorire inoltre la partecipazione dei cittadini che possono diventare delle vere e proprie sentinelle della legalità.”


Al dibattito è stato arricchito da un intervento del prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma, uno dei massimi esperti di controllo del territorio per decenni a capo delle volanti e della Sala operativa della questura di Roma.
“Bisogna passare dalla prevenzione alla previsione dei reati, dalla sicurezza partecipata a quella civica.” Ha detto Tagliente. “Per migliorare il controllo del territorio e garantire i romani e ai turisti il diritto a vivere in sicurezza e agli operatori economici di poter lavorare e investire senza il timore di subire condizionamenti ambientali è indispensabile il supporto della tecnologia più evoluta. “Per rispondere meglio e più rapidamente alle esigenze dei cittadini – ha proseguito – l’attività delle Forze e i Corpi di Polizia va supportata con tecnologie intelligenti idonee a ridurre il carico di lavoro burocratico, aumentare i servizi operativi esterni nelle zone critiche e migliorare anche la percezione della sicurezza.” “I reati denunciati e le segnalazioni dei cittadini relative a situazioni di pericolo, di degrado urbano e di disagio sociale fette per via telematica o al tavolo del “Consiglio per la Sicurezza Urbana” – ha chiarito l’ex Questore i Roma – potranno orientare gli interventi degli operatori di polizia prioritari e, nello stesso tempo consentire di passare dalla prevenzione dei reati alla previsione degli stessi. Con la tecnologia si possono tutelare meglio sia la sicurezza che il decoro.”
Tagliente ha poi affrontato il tema della percezione della sicurezza.“Le informazioni di prossimità rese anche dai cittadini – ha detto- potranno essere importanti per in diverso approccio dei residenti ed esercenti che, sentendosi nelle condizioni di svolgere un ruolo di protagonista attivo della propria sicurezza, potranno percepire diversamente la sicurezza.” “Un esempio concreto – ha chiarito – è censiremo tutti i sistemi di videosorveglianza, pubblici e privati, che insistono sulle aree pubbliche, per consentire agli operatori di polizia di disporre di un’informazione completa e immediata sulla dislocazione delle telecamere attive, anche al fine di ridurre il carico di lavoro degli operatori stessi a beneficio della sicurezza generale. E’ importante portare a sistema tutte le informazioni disponibili per controllare il territorio e dare sicurezza come promuovere investimenti sulla video-analisi, che consentendo il riconoscimento di veicoli o persone ritenute a rischio per la sicurezza della città riescono ad agevolare la prevenzione e il contrasto di eventuali atti criminali. Parimenti è importante svilupperemo una “App” con la quale sia i cittadini che tutti i dipendenti del Campidoglio e delle imprese partecipate, in servizio nei quartieri, possano segnalare situazioni di degrado urbano e disagio sociale, per orientare i gli interventi degli operatori di polizia e degli altri organismi interessati.” “Determinante – ha concluso Tagliente- è anche illuminare bene i luoghi della città ritenuti più a rischio perché l’ambiente urbano determina il comportamento sociale.
Al convegno sono intervenuti tra gli altri il capogruppo della Lista Civica alla Regione Lazio, Michele Baldi, il Presidente della sezione romana del Sindacato Tabaccai Albino Bernocchi, il Direttore Generale di Federalberghi Roma e Lazio Tommaso Tanzilli, Antonino Annetta dell'Ordine dei Farmacisti di Roma, il dirigente sindacale della Consap Elia Lombardo ei l Segretario Nazionale Aggiunto, Sergio Scalzo.
 




COMUNALI ROMA: FOCUS SULLA SICUREZZA. PER GIACHETTI L'ASSO TAGLIENTE, INCOGNITA PER RAGGI

di Chiara Rai

La sicurezza di Roma è un tema fondamentale che dovrà essere affrontato con la massima competenza e serietà dal futuro sindaco di Roma. L'Osservatore d'Italia ha inteso fare un focus su questo fondamentale tema pubblicando i punti che Raggi e Giachetti intendono attuare sotto il profilo della sicurezza. Abbiamo chiesto a entrambi gli staff dei candidati sindaci di poterci inviare nel dettaglio i punti salienti che riguardano questo importantissimo tema. Dal Prefetto Francesco Tagliente, ex Questore di Roma, chiamato da Giachetti a far parte della Giunta come tecnico, ci è pervenuto del materiale che ben illustra cosa si intende realizzare per la sicurezza a Roma. Stessa cosa non può dirsi invece di Raggi in quanto sono state inviate dalla redazione de L'Osservatore d'Italia svariate mail di richiesta del programma nel dettaglio ma nonostante una gentile risposta telematica (inoltreremo la richiesta ecc…) non abbiamo ricevuto altro e, dato che i tempi stringono e il ballottaggio è alle porte, abbiamo intenzione di soddisfare i nostri lettori.


Ecco le proposte sulla Sicurezza e Decoro Urbano che compaiono sul sito web di Virginia Raggi. Per l’attuazione non sappiamo chi della squadra della pentastellata si occuperà del tema


Sicurezza urbana
Il principio di legalità è il cardine della convivenza civile ed è fondamento per la sicurezza della comunità urbana. Solo il rispetto delle norme che regolano la convivenza civile, da parte dei cittadini, residenti e ospiti, e da parte dell’’Amministrazione Capitolina consentirà di dare finalmente soluzione ai problemi che ancora gravano sulla città, per arrivare, finalmente, a godere di una città sicura, a cominciare dalle periferie. Le risorse attualmente in dotazione all’Amministrazione Capitolina per affrontare con forza ogni aspetto in cui si manifesta l’illegalità ed il degrado urbano nei singoli municipi sono male impiegate: l’approccio con piccoli interventi e senza continuità degli impieghi, rende sempre impunito e più forte il fenomeno da contrastare, accrescendo così la frustrazione dei cittadini e degli operatori capitolini. Occorre un maggiore coordinamento che dovrebbe essere svolto da un apposito ufficio del Campidoglio.

Approccio interforze
E’ da agevolare in tutte le sedi competenti una collaborazione interforze e interdisciplinare (forze di Polizia, ASL, INAIL, Polizia Locale) contro i fenomeni di illegalità che si verificano nel territorio comunale. Proprio sul piano della collaborazione tra diversi organi di controllo in una situazione di competenze distribuite si evidenzia la possibilità di fortissimi margini di miglioramento della situazione di diffuse insicurezza e illegalità. Tale approccio si sostanzierà nell'ambito dei lavori del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ove il Sindaco svolgerà un ruolo attivo e propositivo.

Regolamento di Polizia Urbana
Il Regolamento di Polizia Urbana disciplina attività e comportamenti dei cittadini con lo scopo di consentirne la civile convivenza e la tutela dell’ambiente, dei beni pubblici e del patrimonio artistico e storico della Città. E’ uno strumento normativo utile, che dovrà essere necessariamente aggiornato e implementato per uscire dalla logica distorta delle ordinanze sindacali estemporanee dettate dall’urgenza, anche mediante un approccio partecipato dalle medesimo Forze dell’Ordine.

Riorganizzazione del Corpo della Polizia Locale
La percezione non buona da parte dei cittadini riguardo l’efficienza della Polizia Locale trova riscontro nelle lacune organizzative dello stesso. Per sanare queste inefficienze non è più rinviabile una riorganizzazione del Corpo che provveda ad eliminare duplicazioni di strutture e frammentazione di competenze. Si rende necessario, quindi, rivedere funzioni e distribuzione territoriale in una rinnovata struttura organizzativa che consenta di rendere la Polizia Locale uno strumento importante per la tutela del cittadino e del territorio. Tale riorganizzazione non può prescindere da un confronto effettivo con le esigenze del Corpo stesso.

112, numero unico per le emergenze, realmente efficace sul territorio
Recentemente è stata data attuazione alla direttiva dell’Unione Europea per l’istituzione anche nella Provincia di Roma del Numero unico per le emergenze (N.U.E), il 112 europeo, un servizio attivo da decenni in molti altri paesi. È in fase di completamento il raccordo con la Polizia Locale come soggetto indispensabile per gli scopi del servizio. Infine, occorrerà dotare il territorio di una Centrale Operativa Unica realmente efficace.

Sicurezza Stradale
La perdita di numerose vite umane nel territorio di Roma Capitale è un tragico ed evitabile risultato dovuto principalmente al comportamento scorretto degli utenti della strada e alla pessima qualità di strade e segnaletica. È necessario provvedere a una efficace formazione e sensibilizzazione dei giovani riguardo ai comportamenti errati e all’impiego delle nuove tecnologie come strumento di deterrenza e prevenzione dei comportamenti scorretti.Completerà il quadro un maggior controllo stradale.

Piano Comunale per l’affermazione della cultura della legalità

Investire con continuità proprio sulle giovani generazioni per affermare il principio condiviso del rispetto dei beni pubblici: occorre infatti colmare la deformazione culturale che determina il disprezzo e l’incuria dei luoghi pubblici e, al tempo stesso, promuovere azioni che migliorino il decoro urbano, la vivibilità degli spazi comuni, il benessere di tutti i cittadini.

Legalità nella gestione e uso del patrimonio immobiliare pubblico
Non può essere più ignorato un ambito nel quale si rileva un’illegalità tollerata da parte dell’amministrazione capitolina quale è il caso delle occupazioni di beni immobili e spazi pubblici. Per raggiungere l’obiettivo di una piena affermazione della legalità nella gestione di tali beni, occorre necessariamente considerare le diverse tipologie di occupazioni e le motivazioni che l’hanno indotte, per individuare percorsi differenziati ed efficaci per il ripristino di una piena legalità, comunque tutti improntati sull’evidenza pubblica delle procedure valorizzando, al contempo, le esperienze di solidarietà sociale già intraprese.

LE TRE PRIORITÀ

● Efficace coordinamento delle politiche per la sicurezza

● Riorganizzazione del Corpo della Polizia Locale

● 112, numero unico per le emergenze efficace sul territorio

 

 

Ecco le proposte sulla Sicurezza e Decoro Urbano di Roberto Giachetti. Per l’attuazione ha voluto nella sua squadra come tecnico l’ex Questore di Roma Francesco Tagliente

#I problemi della criminalità a Roma sono noti.
Inutile negare che Roma abbia diversi problemi di sicurezza. Chi ci vive li conosce bene, a cominciare dal degrado urbano, l’illegalità diffusa, l’abusivismo, la microcriminalità, la corruzione e salendo la scala della pericolosità arriviamo fino a mafie e criminalità organizzata. Ogni reato rappresenta una grave ferita per chi lo subisce, ma è anche un colpo alla vivibilità cittadina, all’offerta turistica, all’economia cittadina.
Giustamente i romani rivendicano il diritto a vivere in sicurezza così come gli operatori economici chiedono di poter lavorare e investire senza il timore di subire condizionamenti ambientali. Ma strettamente connesso al tema della sicurezza urbana, c’è quello del decoro perché l’ambiente determina il comportamento sociale. Un idoneo sistema di illuminazione di una zona critica è già un deterrente forte per alcune forme di reato e incide sulla percezione della sicurezza. Ecco perché sono convinto che accanto alle politiche di prevenzione da sviluppare con le Forze di Polizia e i Vigili Urbani sia necessario un uso intelligente delle tecnologie esistenti e un loro potenziamento, oltre che un maggiore coinvolgimento dei cittadini. Ma un piano del genere non avrebbe la giusta efficacia senza interventi strutturali sul decoro urbano.


#Rispetto delle competenze e coesione fra le Istituzioni

Per una saggia politica di prevenzione è necessario tenere distinti Ordine Pubblico, Sicurezza Pubblica e Sicurezza Urbana, ma una gestione di successo non è possibile se non si punta ad una coesione fra le Istituzioni. Eventuali e possibili incomprensioni tra organismi governativi e comunali vanno superate alla radice, rispettando i confini delle proprie attribuzioni, senza cedere alla tentazione di sottrarre spazi di competenza a chi ne ha titolo. Un esempio classico è la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, per reprimere i reati e colpire i colpevoli ci sono la Magistratura, vari Organismi interforze, e le Forze di Polizia. Quel che può fare il Comune e mettere a disposizione le informazioni e concentrare l’attenzione sulla prevenzione della corruzione e sulla sicurezza urbana. Ecco perché ritengo importante:


#un Desk anticorruzione e antimafia

Il Sindaco dovrebbe istituire un organo collegiale, un “Desk anticorruzione e antimafia” che metta a fattore comune tutte le conoscenze delle varie articolazioni interessate del Comune sviluppando azioni congiunte, per prevenire le possibili infiltrazioni della criminalità nei vari settori dell’Amministrazione capitolina ma anche in quelli commerciali ed imprenditoriali ritenuti sensibili, attraverso il continuo monitoraggio degli appalti e delle licenze pubbliche (tenendo conto dei subentri e delle volture).

#Più Forze di Polizia e Vigili Urbani nelle aree critiche
Do per scontata l’esigenza di tendere al ripianamento degli organici delle Forze e dei Corpi di Polizia e di mantenere a Roma le Forze impegnate per la sicurezza Giubileo. Ma non basta, bisogna pensare anche a recuperare e razionalizzare risorse che abbiamo ora da destinare al controllo operativo, soprattutto delle periferie, riorganizzando alcuni settori di attività di supporto.

Alcuni esempi:


#riorganizzane e valorizzazione del Corpo dei Vigili Urbani
Penso, per esempio, ad una generale riorganizzane e valorizzazione del Corpo dei Vigili Urbani, rilanciando l'attività operativa esterna, ma penso anche che vada soprattutto riorganizzata la Centrale operativa del Corpo, convogliando su di essa tutto il flusso delle comunicazioni in modo da poter monitorare tutte le criticità del territorio e coordinare gli interventi immediati. Un lavoro che va oltre la gestione dell’emergenza per allargarsi alla mappatura delle criticità ed alla programmazione delle attività amministrative.”
 

#‎Tecnologie‬ per una città sicura.
Vanno censiti tutti i sistemi di videosorveglianza, pubblici e privati, che insistono sulle aree pubbliche, per consentire agli operatori di polizia di sapere sempre dove sono dislocate le telecamere attive, in questo modo non solo si aumenta la capacità di controllo ma si alleggerisce pure il carico di lavoro degli operatori stessi, a beneficio della sicurezza generale. Tutte le informazioni disponibili vanno comunque messe a sistema e vanno promossi investimenti sulla video-analisi, per agevolare il riconoscimento di veicoli o persone ritenute a rischio per la sicurezza della città.

#Consiglio per la Sicurezza Urbana: Partenariato territoriale
Il controllo a distanza non può però bastare. Servono un maggiore coinvolgimento dei cittadini e interventi strutturali sul decoro urbano. Penso ad una “App” con la quale tutti, dai cittadini, ai dipendenti del Campidoglio e delle imprese partecipate, in servizio nei quartieri, possano segnalare situazioni di degrado urbano e disagio sociale, per orientare gli interventi prioritari. E ovvio inoltre che per conoscere a fondo le problematiche della città ed individuare le cause di situazioni devianti o di quelle che determinino semplici percezioni d’insicurezza bisogna andare nelle aree periferiche o ritenute a rischio, dove l’occhio e le orecchie dei rappresentanti delle istituzioni e dell’Amministrazione, non riescono ad arrivare. Parlo del partenariato territoriale con incontri presso i Municipi e a livello Capitolino.

#Attenzione alle fragilità
Le Istituzioni hanno il dovere di promuovere tutte le iniziative possibili per garantire il diritto alla sicurezza a cittadini, turisti ed operatori economici e a rivolgere particolare attenzione a chi si trova in una condizione di fragilità. Penso ai bambini, agli anziani, e alle donne e a chiunque possa trovarsi in situazioni di difficoltà.

#Sicurezza dei plessi Scolastici e più illuminazione dei parchi pubblici
Ecco perché serve un programma di potenziamento dell’illuminazione pubblica nei luoghi della città a rischio o anche solo dove si concentrano i soggetti più deboli, è quindi necessario garantire maggiore sicurezza nei parchi pubblici e nei plessi scolastici, favorendo la polifunzionalità, anche nelle ore serali.

#‎Servizio‬ di ascolto e sostegno antiusura e antiracket.
Sono soggetti deboli anche quelle categorie sociali che versano in una condizione di sofferenza economica “incolpevole”. Commercianti, imprenditori, cittadini colpiti dalla crisi che non possono permettersi di rivolgersi ad un avvocato o ad un commercialista, con il rischio concreto di cadere in mano ad usurai o, ancora peggio, in quelle pericolose situazioni di solitudine e scoraggiamento, che in alcuni casi sfociano in tragedie familiari. Tutti questi soggetti vanno ascoltati, sostenuti, consigliati. Va rilanciato il ruolo degli Sportelli territoriali di ascolto e per i casi più complessi va attivato un “Servizio di ascolto e sostegno” che metta insieme una rete volontaria di competenze e professionalità in ogni settore utile. Un servizio che combatta anche le piaghe del racket e dell’usura nella piccola imprenditoria, perché la crisi economica in cui versano persone, famiglie, operatori ed imprese, ha effetti negativi sulle forze sociali ed economiche, e favorisce i circuiti dell’illegalità alimentando disagio scoraggiamento, con esiti anche tragici.

#Campi Rom
Una città come Roma deve reagire e contrastare tutte le forme di degrado, comprese quelle rappresentate dai Campi Rom e dalle baraccopoli abusive, ma deve anche combattere l’emarginazione sociale e diminuire le differenze. Roberto Giachetti ha detto che nel suo primo mandato andranno chiusi 3 dei 10 campi ufficiali della città. Nel frattempo, in attesa della chiusura, servono interventi immediati congiunti di assistenza e di sicurezza. Partendo dai campi più critici (dove spesso vengono bruciati plastica e rifiuti) si deve procedere con la politica del doppio binario: attenzione nei confronti di chi ha bisogno di essere assistito e controlli e interventi rigorosi nei confronti di chi delinque e non ha diritto all’assistenza. Per procedere in questo senso bisogna che la Polizia Municipale, supportata dai servizi sociali, sia messa nelle condizioni di fare i controlli, anche dentro i camp,i e di far rispettare i regolamenti.
L’AMA deve assicurare un continuo prelievo di rifiuti dai campi tenendoli puliti. Alle istituzioni governative va richiesto uno specifico intervento in materia di prevenzione e contrasto dei reati ambientali. Sono necessarie, però, anche delle verifiche patrimoniali (partite iva, movimenti bancari, catasto, pra). Chi non ha i requisiti soggettivi richiesti dovrà cercarsi un percorso autonomo e uscire dai campi.

#Linea diretta per far scattare l’intervento dei vigili del fuoco e i dei vigili urbani.
Il lavoro di sorveglianza e pulizia di Vigili e Ama va integrato da un Servizio per i cittadini che vivono intorno ai campi. Se riscontrano delle anomalie devono poter chiamare una linea diretta e far scattare l’intervento dei vigili del fuoco e dei vigili urbani.

#Osservatorio provinciale sui furti di rame
Collegato a questo servizio serve anche un osservatorio apposito per prevenire i roghi di mucchi di plastica nei campi e contrastare più efficacemente i furti di rame, che hanno impatti negativi sull’erogazione di servizi essenziali, come l’illuminazione cittadina, il trasporto, l'energia e le telecomunicazioni. Va promossa quindi l’istituzione di un 'Osservatorio provinciale sui furti di rame al fine di condividere informazioni e adottare strategie mirate e più efficaci, con il contributo di tutti i soggetti, pubblici e privati: Amm.ne comunale, Forze e Corpi di Polizia, Ufficio delle Dogane, ENEL, ACEA Ferrovie, Anie, Telecom.

#Gioco d'azzardo patologico: verso una Roma No Slot.
La ludopatia rovina vite e famiglie. Va gestita l’emergenza gioco d'azzardo patologico che affligge anche i giovani e giovanissimi. Serve un regolamento che, recependo la legge 5/2013 della Regione Lazio, preveda limitazioni per il posizionamento di slot machines e sale giochi in prossimità di luoghi sensibili, come scuole e ospedali, e che introduca limitazioni orarie, ma va pure rilanciata una campagna di comunicazione e sensibilizzazione diretta ai soggetti più fragili e vietati i messaggi pubblicitari che promuovono il gioco d'azzardo. Servono, infine, incentivi per le attività commerciali che rimuovano le slot machine o le videolottery già installate o per quelle che si impegneranno a non introdurle nelle proprie aree.

#Movida responsabile
Le conseguenze della movida non sono più un problema stagionale ma una condizione oramai costante in diversi quartieri. Lo strumento dell’ordinanza non ha risolto i problemi e va superato con un nuovo regolamento di polizia urbana per gestire meglio le limitazioni orarie; diffondere campagne informative; stabilire presidi e controlli sul territorio. Inoltre, vanno rafforzate l’illuminazione e i servizi di pulizia e raccolta dei rifiuti, con progetti di raccolta del vetro in collaborazione con gli esercenti. Vanno poi rese più stringenti le regole già esistenti: verifiche fiscali sulla vendita di alcolici, controlli sulla vendita da asporto – già vietata dopo mezzanotte – e sull’inquinamento acustico. Perché la vita serale e notturna sia compatibile con il sonno dei residenti.
#Prostituzione
Il problema è rimasto irrisolto, come dimostrano le proteste dei cittadini. Per tenere lontano dai centri abitati la prostituzione di strada è necessario intervenire sia con i servizi antiprostituzione interforze mirati sia con la creazione di aree a tolleranza zero, mettendo in campo, ove possibile, anche un’illuminazione idonea e nuovi sistemi di videosorveglianza intelligente.

Biografia professionale di Francesco Tagliente, già Questore di Roma

Tagliente per oltre 40 anni si è occupato di controllo del territorio, ordine e sicurezza pubblica a Roma.
Dal 1986, per 9 anni consecutivi, al vertice della Squadra Volante e della Sala Operativa della Questura assicura il controllo del territorio e il pronto intervento
Dal 1995 ricopre l’incarico di Capo di Gabinetto di quattro diversi Questori di Roma.
Nel 2000, dall’Ufficio per il Giubileo, segue gli aspetti concernenti la sicurezza e la mobilità nazionale in occasione della “Giornata Mondiale della Gioventù.
Al termine dell’impegno per il Giubileo assume la direzione dell’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero dell’Interno.
Nel 2006 coordina a livello nazionale della sicurezza delle Olimpiadi Invernali di Torino
Nello stesso 2006 viene nominato Questore di Firenze
Dal mese di agosto 2010 a giugno 2012 ricopre l’incarico di Questore di Roma. Durante questi due anni elabora e dà attuazione ad un progetto finalizzato a garantire ai cittadini il diritto di “essere e sentirsi sicuri”.

Tra i progetti figurano:
Progetto “113 Pronto in sei secondi”
Progetto “Controllo del Territorio”: Il generale riassetto del Reparto Volanti portò ad un potenziamento del 10% degli equipaggi impegnati sul territorio.
Progetto “Sala Operativa” e “Centro per la Gestione della Sicurezza dei Grandi Eventi”: Il sistema di comando e controllo, informatizzato nel 1993, è stato completamente riqualificato ed adeguato tenendo presenti anche possibili future esigenze della Capitale.
Progetto “Cittadini Virtuosi”: esaltato il senso civico di alcuni cittadini per essersi prontamente attivati in presenza di situazioni di pericolo o disagio evitando così possibili tragedie.
Progetto “Stadio sicuro con bambini sugli spalti”: La politica del “doppio binario”, ha consentito di azzerare incidenti e feriti, favorendo la presenza dei bambini sugli spalti anche in occasione di derby serali.
Progetto “Passaporti” sotto casa in sette giorni attraverso il decentramento delle procedure di accettazione e stampa dei passaporti presso i Commissariati
Partenariato Territoriale: Ha coinvolto le associazioni delle categorie economiche ed i rappresentanti di quartiere con periodiche riunioni presso i Commissariati.
Nel 2012 il Consiglio dei Ministri lo ha nominato Prefetto di Pisa.




ROMA, FRANCESCO TAGLIENTE: ECCO LA RICETTA PER LA SICUREZZA

Red. Politica

Roma – “Rilanceremo il partenariato, sia a livello capitolino che dei Municipi, con incontri tra l’Amministrazione, le Istituzioni, le categorie economiche, i rappresentanti della società civile di quartiere e le associazioni di volontariato. Il Consiglio per la Sicurezza Urbana sarà un Organo Collegiale Consultivo del Sindaco, per conoscere a fondo le problematiche della città ed individuare le cause di situazioni devianti o di quelle che determinino semplici percezioni d’insicurezza, per poi avviare iniziative di pertinenza comunale o interessare le Autorità competenti. A livello di Municipi proseguiremo l’esperienza avviata in fase sperimentale.”

Così il Prefetto Francesco Tagliente, ex Questore di Roma, chiamato da Giachetti a far parte della Giunta come tecnico, spiega nel dettaglio cosa si intende realizzare con il Consiglio per la Sicurezza Urbana che Roberto Giachetti ha previsto nel suo Programma. "Il Consiglio per la Sicurezza Urbana – chiarisce l'ex Questore – viene istituito per rispondere efficacemente all’esigenza di sicurezza dei cittadini. Servono nuove sinergie. E’ necessario intervenire per elevare gli standard di sicurezza e garantire a cittadini, operatori economici e turisti il diritto di essere e di sentirsi sicuri, in un contesto urbano e sociale in continua evoluzione come quello della Capitale. Nel territorio capitolino, – prosegue il prefetto Tagliente – all’abituale pressione demografica determinata da residenti, turisti, lavoratori pendolari, studenti e city users si sommano fattori dinamici, come eventi religiosi, culturali, sportivi, fieristici e manifestazioni, che quotidianamente si intrecciano con le dinamiche della vita di tutti i giorni. La crescente domanda di sicurezza registrata negli ultimi dieci anni, anche in proporzione all’incremento del benessere sociale, ha indotto la collettività a prestare maggiore attenzione alla qualità della vita".


Oggi la sicurezza esplica un concetto avanzato, intimamente legato alle potenzialità di sviluppo economico della città. "Assicurare al tessuto urbano, finanziario, sociale e infrastrutturale – evidenzia Tagliente – un integrato e capillare sistema di sicurezza, contribuisce ad offrire alla Capitale importanti opportunità di progresso e la tutela dello straordinario patrimonio artistico, storico e architettonico.In questa prospettiva, – prosegue l'ex Questore – le attività del progetto puntano ad un incremento progressivo sia della sicurezza reale, legata all’effettivo tasso di criminalità e intesa come tutela dell’incolumità personale dei cittadini rispetto alla minaccia di essere vittime di un reato, sia della sicurezza percepita. Come noto la sensazione di sicurezza è determinata da molteplici variabili, tra cui il degrado urbano e ambientale del territorio in cui si vive o lavora, i comportamenti che violano le regole di civile convivenza e le conseguenze delle attuali trasformazioni sociali, culturali, relazionali, nonché la generale crisi dei valori".

Su tale percezione di sicurezza possono incidere anche la fiducia nelle Istituzioni, la visibile presenza sul territorio delle Forze e dei Corpi di Polizia e le cronache dei mass-media. Nonostante i dati statistici, – evidenzia il Prefetto Francesco Tagliente – comunicati dal Ministro dell’Interno e dal Questore di Roma, evidenzino che rispetto al passato c’è stata una generalizzata diminuzione dei reati, il senso d'insicurezza percepito dai cittadini rimane e, in alcuni casi, risulta superiore agli effettivi tassi di criminalità reale. Una tale condizione ha determinato un mutamento progressivo delle esigenze e delle istanze dei cittadini in materia di sicurezza, con la conseguente necessità di individuare strumenti e metodologie di intervento adeguati e sempre più rispondenti alle esigenze dei “city users”. Questo progetto si configura come un’evoluzione della precedente politica di sicurezza improntata sulla “vicinanza alla gente” e punta ad interventi di “coinvolgimento del cittadino”, per una maggiore partecipazione della popolazione alla macchina della sicurezza.Il cittadino, nel duplice ruolo di destinatario e protagonista della sicurezza, assume il valore di “partner” attivo nella difesa di questo importante diritto individuale e collettivo.
La sicurezza, da concetto generico e prerogativa dello Stato, diventa oggetto di una politica di tutela partecipata e diffusa sul territorio, in cui il cittadino è attore protagonista".

Il partenariato pone, dunque, al centro delle strategie di “partecipazione” le esigenze del cittadino e del territorio in cui vive. Si avvale delle collaborazioni e delle positive sinergie tra Forze dell’ordine, Enti locali, associazioni di categoria e cittadino. Si qualifica – prosegue ancora Tagliente – per l’azione sinergica, in grado di ottimizzare le risorse, esperienze, strumenti e competenze nel perseguimento di obiettivi comuni. Con tali presupposti, la condivisione degli intenti e il coordinamento delle azioni escono dai confini delle sedi tecniche degli addetti ai lavori, per investire tutti i soggetti portatori di esigenze, sul piano sociale e operativo.
Una maggiore partecipazione di tutti i partner alle politiche di sicurezza si traduce in positivi e concreti processi di confronto, conoscenza reciproca, concertazione, consapevolezza delle diversità e cooperazione strategica. Per orientare l’azione di Polizia alle specifiche esigenze del territorio diviene imprescindibile potenziare i canali informativi interni, facendo ricorso a esperienze maturate, al servizio di pronto intervento, a internet, alle segnalazioni e richieste dei cittadini. Dati da interfacciare con le fonti esterne, utili a quantificare l’incidenza dei reati non denunciati: sondaggi, statistiche, rilevamenti di osservatori, associazioni, istituzioni, etc. In ultimo, valorizzare i sistemi, interni ed esterni, di raccolta e analisi delle informazioni, razionalizzare i flussi informativi, ottimizzando l’analisi dei dati e predisponendo ricerche e approfondimenti sulle criticità evidenziate.In un momento in cui si registra una tendenziale carenza di risorse è necessario e doveroso ottimizzare le limitate risorse esistenti, pianificando e finalizzando con cura il loro impiego su specifici obiettivi, prevedendo tempi e fattibilità degli stessi ed eventuali istanze per acquisire maggiori risorse.

"Analizzate le esigenze della collettività e verificate le risorse disponibili, – illustra con dovizia di particolari il Prefetto Tagliente –  il progetto ha quindi previsto una programmazione degli interventi sulla sicurezza, che tenga conto della specificità delle esigenze e della tempistica necessaria alla loro risoluzione. Sia nella fase di progettazione sia in quella di valutazione dei risultati raggiunti, ciascuna strategia di intervento viene illustrata e sottoposta alla valutazione di tutti. Viene così favorito il processo di confronto e condivisione tra i vari livelli dell’organizzazione e gli uffici. Lo scopo è quello di evitare dubbi interpretativi nell’attuazione e, allo stesso tempo, la messa a fattor comune del patrimonio conoscitivo di ciascuno nell’ottica dell'ottimizzazione dei risultati.Questo metodo di lavoro esalta i momenti di incontro in cui possono emergere idee per l’individuazione di soluzioni e ulteriori contributi. Coinvolgere le diverse professionalità, a tutti i livelli, orienta tutti i partecipanti al risultato e al massimo sviluppo delle singole potenzialità. Il clima positivo e propositivo favorisce la collaborazione e la comunicazione, consentendo una migliore gestione delle criticità e una forte motivazione del personale per il raggiungimento degli obiettivi condivisi. In questa ottica può essere attuata anche una politica d'interventi nei diversi contesti, cosiddetta “a singhiozzo” e “a macchia di leopardo”. I servizi vengono, cioè, pianificati sulla base di una continua rimodulazione orientata alla variazione della tempistica e delle modalità d'intervento, sfruttando così anche “l’effetto sorpresa” e limitando il rischio della loro prevedibilità. Fattori ambientali e sociali come la tradizione criminale di un luogo, il senso civico di una comunità, l’incidenza dell’immigrazione clandestina, il sostegno all’integrazione e all’associazionismo solidale, il degrado urbano e socio-economico, sono solo alcuni aspetti meritevoli di attenzione. Il modulo organizzativo e di collaborazione è stato pensato per affrontare il concetto della sicurezza nella sua totalità, con particolare attenzione al controllo del territorio, alla prevenzione situazionale, alla vivibilità urbana, alla tutela delle vittime di reato e delle categorie più deboli. Per amplificare gli effetti degli interventi pianificati, finalizzati ad incrementare sia la sicurezza reale sia quella percepita, il progetto mira anche a orientare e incentivare il contatto fiduciario tra utente e Polizia Municipale.Questo obiettivo viene perseguito favorendo una migliore conoscenza dell’Istituzione, potenziando l’accessibilità agli uffici e ai servizi al pubblico.
Il progetto realizza, dunque, un più agevole accesso ai servizi, insieme alla garanzia di una continuità nel funzionamento degli uffici aperti al pubblico, ad una maggiore tempestività nella risposta alle esigenze degli utenti. Nella stessa direzione vertono anche la gestione personalizzata degli esposti e la semplificazione e standardizzazione delle procedure burocratiche. Sempre più rilevante attenzione viene poi assicurata allo sviluppo di una maggiore propensione all’ascolto da parte degli operatori, anche attraverso corsi di formazione e aggiornamento volti ad incrementare la professionalità e a migliorare l’approccio e il rapporto con l’utente.

Attività strategiche per comprendere le esigenze dei cittadini e migliorare la qualità del servizio erogato sono l’ascolto e la rilevazione costante del grado di soddisfazione degli utenti. Elevati standard di sicurezza corrispondono ad elevati livelli di soddisfazione, che possono così essere raggiunti rispondendo alle aspettative dei cittadini. Standard rilevanti, significativi, misurabili, monitorati, divulgati, comprensibili, verificabili e, per questo, più facilmente e diffusamente percepiti dagli utenti. Una sistematica e costante attività di comunicazione delle attività svolte e dei risultati ottenuti, anche attraverso mass media e internet, permette di informare dettagliatamente il cittadino sulle evoluzioni delle azioni di prevenzione e contrasto alle differenti forme d’illegalità. Investire sulla comunicazione per una corretta informazione, all’insegna della trasparenza sull’operato degli erogatori dei servizi, può accrescere la percezione di sicurezza nella popolazione.
Il riconoscimento e l’apprezzamento dei positivi effetti prodotti dalla nuova politica di prevenzione e contrasto dei reati, sempre più diffuso e trasversale alle varie componenti della società, produce un graduale cambiamento dei valori di riferimento e un rafforzamento della fiducia nell’operato dell’Amministrazione.
Nel dispositivo messo a punto, ruolo fondamentale riveste la fase di monitoraggio e stima dei risultati raggiunti nelle fasi intermedie di avanzamento del progetto. Il sistema di controllo permette l’attivazione immediata di accorgimenti correttivi, per migliorare l’efficacia delle strategie e l’impatto delle azioni di Polizia sul livello di sicurezza reale e percepita dai cittadini.

La validità delle modalità operative adottate e delle singole azioni, intraprese da operatori e soggetti coinvolti, possono essere costantemente valutate e adeguate alle trasformazioni delle esigenze di sicurezza e di disponibilità di risorse. Eventuali correttivi in itinere consentono una rimodulazione del progetto, agendo unicamente sulle iniziative rivelatesi inefficaci o inefficienti. Tale metodo – conclude il Prefetto Tagliente – permette una gestione del progetto in base all’adeguatezza delle azioni intraprese per il raggiungimento degli obiettivi desiderati, a fronte dell’elevato numero di variabili che agiscono dinamicamente sul territorio e nella società".




ROMA, ELEZIONI 2016: GIACHETTI (PD) SI GIOCA "L'ASSO TAGLIENTE"

Red. Politica

Roma – "Insieme abbiamo gestito con successo situazioni complesse, compresa la pianificazione e la gestione dei grandi eventi, come il Giubileo del 2000, ospitati a Roma in quegli anni. Quando mi ha chiesto di lavorare, eventualmente, per la sicurezza della Città ho accettato con grande piacere di far parte della sua squadra come tecnico". Lo ha detto l'ex questore di Roma e Firenze ed ex Prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, indicato dal candidato sindaco di Roma Roberto Giachetti (Pd) come futuro assessore alla sicurezza. "A Roma – ha aggiunto – ci sono molte questioni da risolvere: la criminalità diffusa, l'abusivismo, il degrado e tante altre illegalità. Ogni reato è una grave ferita per chi lo subisce, per la vivibilità cittadina, per il turismo e per l'economia. Per ora mi limito a dire che è necessario fare sistema. Una delle condizioni per il successo della gestione della sicurezza, compresa quella urbana, è il rispetto dei confini delle attribuzioni. Se Roberto Giachetti sarà sindaco mi sentirò onorato di continuare a servire la città".

Francesco Tagliente per oltre 40 anni si è occupato di controllo del territorio, ordine e sicurezza pubblica a Roma. Dal 1986, per 9 anni consecutivi, al vertice della Squadra Volante e della Sala Operativa della Questura assicura il controllo del territorio e il pronto intervento Dal 1995 ricopre l’incarico di Capo di Gabinetto di quattro diversi Questori di Roma. Nel 2000, dall’Ufficio per il Giubileo, segue gli aspetti concernenti la sicurezza e la mobilità nazionale in occasione della “Giornata Mondiale della Gioventù.

Al termine dell’impegno per il Giubileo assume la direzione dell’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero dell’Interno. Nel 2006 coordina a livello nazionale della sicurezza delle Olimpiadi Invernali di Torino Nello stesso 2006 viene nominato Questore di Firenze Dal mese di agosto 2010 a giugno 2012 ricopre l’incarico di Questore di Roma. Durante questi due anni elabora e dà attuazione ad un progetto finalizzato a garantire ai cittadini il diritto di “essere e sentirsi sicuri”.

Tra i progetti figurano: Progetto “113 Pronto in sei secondi” Progetto “Controllo del Territorio”: Il generale riassetto del Reparto Volanti portò ad un potenziamento del 10% degli equipaggi impegnati sul territorio. Progetto “Sala Operativa” e “Centro per la Gestione della Sicurezza dei Grandi Eventi”: Il sistema di comando e controllo, informatizzato nel 1993, è stato completamente riqualificato ed adeguato tenendo presenti anche possibili future esigenze della Capitale. Progetto “Cittadini Virtuosi”: esaltato il senso civico di alcuni cittadini per essersi prontamente attivati in presenza di situazioni di pericolo o disagio evitando così possibili tragedie. Progetto “Stadio sicuro con bambini sugli spalti”: La politica del “doppio binario”, ha consentito di azzerare incidenti e feriti, favorendo la presenza dei bambini sugli spalti anche in occasione di derby serali. Progetto “Passaporti” sotto casa in sette giorni attraverso il decentramento delle procedure di accettazione e stampa dei passaporti presso i Commissariati Partenariato Territoriale: Ha coinvolto le associazioni delle categorie economiche ed i rappresentanti di quartiere con periodiche riunioni presso i Commissariati. Nel 2012 il Consiglio dei Ministri lo ha nominato Prefetto di Pisa.
 




SICUREZZA, NUOVE NOMINE DAL CDM: ECCO TUTTI I NOMI

Redazione

L'attuale capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa, sarà il prossimo direttore del Dis, il Dipartimento informazioni e sicurezza che coordina le due agenzie d'intelligence, l'Aisi, il servizio segreto interno, e l'Aise, il servizio segreto estero. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri. Pansa prende il posto dell'ambasciatore Giampiero Massolo.

Franco Gabrielli è il nuovo capo della Polizia. L'attuale prefetto di Roma prenderà il posto di Alessandro Pansa, che a giugno compie 65 anni. "Abbiamo scelto un metodo e fatto tutte le nomine tutte insieme, e inoltre abbiamo scelto di farle per solo due anni perché siamo persone serie e nel 2018 si voterà per eleggere un nuovo governo" che potrà rinnovare gli incarichi. "Noi pensiamo di vincere ma poiché siamo seri abbiamo dato un termine di due anni alle nomine".

"Si è svolto il Cisr, per la nomina dei dirigenti delle strutture di intelligence. Nelle settimane scorse ho letto una ridda di nomi che francamente non avevano riscontro come se io volessi mettere qualche amico a capo dei servizi: in un Paese civile e normale quando si tratta di fare le nomine degli alti vertici istituzionali si scelgono le personalità che hanno comprovata esperienza nei settori".

Il generale Giorgio Toschi è il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza. Toschi prenderà il posto del generale Saverio Capolupo, il cui mandato scade il prossimo 24 maggio.

Il generale dell'Esercito Carmine Masiello è il nuovo consigliere militare di palazzo Chigi. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del Cdm. "Era una nomina a cui tenevo molto – ha detto – Masiello ha molte esperienze internazionali e non solo, ed è uno stretto collaboratore del capo di stato maggiore della Difesa".

L'ammiraglio Valter Girardelli è il nuovo capo di stato maggiore della Marina Militare. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine del consiglio dei ministri. Girardelli, attuale capo di gabinetto del ministro della Difesa, prende il posto dell'ammiraglio De Giorgi, in scadenza di mandato dopo essere finito nel polverone dell'inchiesta di Potenza sul petrolio.

Il prefetto Francesco Tagliente ha espresso i propri complimenti al premier Matteo Renzi per le scelte effettuate e ha augurato buon lavoro al Prefetto Franco Gabrielli nuovo Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e al Generale Giorgio Toschi nuovo Comandante Generale della Guardia di Finanza.

Tagliente ha espresso i propri complimenti augurando buon lavoro anche al Prefetto Alessandro Pansa nominato alla guida del Dipartimento per le informazioni per la sicurezza. "Un grazie al Presidente del Consiglio per la scelta di tre vertici istituzionali, con altissimo senso dello Stato, che stimo moltissimo." Ha dichiarato sul proprio profilo Fb Francesco Tagliente, dove ha già ricevuto numerosissime condivisioni "like" per quanto dichiarato.

 




ROMA ELEZIONI, ECCO L'ASSO NELLA MANICA DI GIACHETTI: FRANCESCO TAGLIENTE

di Chiara Rai

Roma – Il grande asso nella manica di Giachetti si chiama Francesco Tagliente. A quanto pare l’ex questore di Roma, che vanta un curriculum d’eccezione avendo ricoperto le più alte cariche nell’ambito delle forze di Polizia, sarebbe al lavoro dietro le quinte nello staff del vicepresidente della Camera e candidato alle primarie Pd.

Francesco Tagliente rappresenta davvero il giusto profilo per risollevare le sorti della sicurezza capitolina per via della sua grande capacità di intrattenere i rapporti con le associazioni sul territorio, perché conosce a menadito Roma, perché è una persona stimata e trasversalmente “desiderata” tanto dalla destra quanto dalla sinistra e questo soltanto perché è un uomo d’integrità morale elevata, dal polso di ferro ma al contempo mosso da una straordinaria comprensione umana rispetto ai problemi del cittadino. Per fare un’esempio a Pisa, dove è stato Prefetto ha istituito addirittura uno sportello per le persone vittime della crisi: ancora oggi a Natale e feste comandate c’è tanta gente che gli scrive per ringraziarlo di avergli salvato la vita.

La certezza è che se Giachetti dovesse vincere le amministrative di Roma Tagliente sarebbe pronto a rivoluzionare la capitale. Basti pensare al grande progetto dell’anagrafe delle telecamere di videosorveglianza urbana attivata a Pisa nel 2013 quando fu progettata anche la fase due, quella della video-analisi per prevenire e contrastare eventuali atti terroristici, in attesa di attuarla non appena vi fossero state risorse economiche disponibili. Del resto lo stesso premier Matteo Renzi ha parlato all'Italian digital day della necessità "di 'taggare' i potenziali soggetti sospetti".

Francesco Tagliente era il prefetto di Pisa quando il progetto ebbe inizio.
Un progetto che riduce il carico di lavoro delle forze di polizia a beneficio della sicurezza generale, perché permette di disporre di un'informazione completa e immediata sulla dislocazione delle telecamere pubbliche e private censite. Tutti i dati concernenti le relative coordinate geografiche sono stati inseriti in una mappa geo-referenziata e raccolti in forma anonima, a disposizione esclusiva della prefettura e delle forze dell'ordine che possono verificare all'istante l'ubicazione delle telecamere, contattare i proprietari dell'impianto e farsi consegnare le registrazioni in breve tempo.

L'ex prefetto aveva già progettato a Pisa l'evoluzione del progetto con la quale sarebbe stato possibile, grazie a un software di ultima generazione, passare in rassegna milioni di fotogrammi e individuare veicoli e individui sospetti.
Questi sistemi possono consentire l'immediata identificazione per via telematica di tutti i volti dei potenziali terroristi, che appaiono in una telecamera, se preventivamente 'caricati' in una banca dati internazionale.

Insomma, altro che rivoluzione! Ma non è tutto. Dal mese di agosto 2010 a giugno 2012, Tagliente ha ricoperto l’incarico di Questore della Provincia di Roma. Durante questi due anni caratterizzati da forti tensioni sociali ha avuto il complesso e difficile compito di gestire le numerose manifestazioni di piazza che in molti casi sfociarono in guerriglia urbana.
Tagliente ha operato scelte operative di gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, coraggiose ma allo stesso tempo anche rischiose perché non sempre in linea con quanto gli veniva “consigliato” di fare.
Da Questore della Provincia di Roma ha anche elaborato e dato attuazione ad un progetto pluriennale finalizzato a garantire ai cittadini il diritto di “essere e sentirsi sicuri”, con interventi volti a favorire la pronta accessibilità ai servizi e agli Uffici di polizia e la qualità della risposta da parte degli operatori. Il progetto ha compreso anche interventi per coniugare le esigenze di spending review con quelle tese a migliorare le condizioni di sicurezza e di decoro degli ambienti di lavoro degli
operatori di Polizia.

Tra i risultati conseguiti nel biennio nei diversi settori interessati dal Progetto figurano:

Progetto “113 Pronto in sei secondi”
: Grazie al potenziamento delle installazioni ed al perfezionamento degli operatori, i tempi di risposta si riducono ad una media di 6 secondi.

Progetto “Controllo del Territorio”
: Il generale riassetto del Reparto Volanti ha portato ad un potenziamento del 10% degli equipaggi impegnati sul territorio.
 

Progetto “Sala Operativa” e “Centro per la Gestione della Sicurezza dei Grandi Eventi”: Il sistema di comando e controllo, informatizzato nel 1993, è stato completamente riqualificato ed adeguato tenendo presenti anche possibili future esigenze della Capitale.

Progetto “Cittadini Virtuosi”: È stato esaltato il senso civico di alcuni cittadini per essersi prontamente attivati, chiamando il 113, in presenza di situazioni di pericolo o disagio evitando così possibili tragedie.

Progetto “Stadio sicuro con bambini sugli spalti”: La politica del “doppio binario”, caratterizzata dall’attenzione per i tifosi e gli ultras rispettosi delle regole e dall’estremo rigore nei confronti degli autori degli illeciti, ha consentito di azzerare incidenti e feriti, favorendo la presenza dei bambini sugli spalti anche in occasione di derby serali.

Progetto DASPO: Attraverso il “riascolto” dei soggetti “daspati” da parte degli psicologi della Polizia di Stato, è stato valutato positivamente l’effetto rieducativo del provvedimento, tanto da ritenere in alcuni casi possibile la revoca o la riduzione della durata del divieto.
 

Progetto “Passaporti” sotto casa in sette giorni: Attraverso il decentramento delle procedure di accettazione e stampa dei passaporti presso i Commissariati è stato possibile ridurre a 7 giorni lavorativi (15 minuti per i casi di urgenza) i tempi di rilascio del documento per l’espatrio.
 

Progetto “Spending review”: L’impegno per il contenimento dei costi di gestione degli immobili in uso alla Questura di Roma ha consentito di prevedere un risparmio di circa 10.000.000,00 euro annui.
Partenariato Territoriale: L’attuazione della politica del partenariato ha coinvolto le associazioni delle categorie economiche ed i rappresentanti di quartiere con periodiche riunioni presso ciascuno dei 49 Commissariati.




GIORNO DELLA MEMORIA, DONATO TAGLIENTE: UN MILITARE ITALIANO CHE SI RIFIUTÒ DI COLLABORARE CON I TEDESCHI

Red. Interni

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.” Questo è il testo integrale della legge del 20 luglio 2000 n.211 in cui viene istituito il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio è un appuntamento che si rinnova di anno in anno per riflettere in modo approfondito sugli accadimenti del secondo conflitto mondiale, da collocarsi in un quadro storico complesso e sofferto, che ha comportato profondi turbamenti, grandi sofferenze e lutti.
In particolare, la tragedia si è consumata per il popolo ebraico, ma anche per i molti cittadini italiani, militari e civili, che furono deportati e internati in Germania, molti dei quali non fecero più ritorno in Patria.

La ricorrenza si celebra per non dimenticare e per far riflettere le giovani generazioni sulla immane tragedia che sconvolse il mondo intero, ma anche e soprattutto per far sì che analoghe catastrofi umanitarie non si ripetano mai più.
Il legislatore, per risarcire moralmente il sacrificio dei cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lagher nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale, nel 2006, ha istituito una apposita medaglia d’onore, quale riconoscimento simbolico. E’ oramai consuetudine che la consegna delle medaglie d’onore avvenga, ogni 27 gennaio, nel corso di una solenne cerimonia commemorativa presso la sede della Presidenza della Repubblica e presso tutte le Prefetture.


L’Osservatore d'Italia per non dimenticare ma soprattutto per far riflettere, intende ricordarlo con una intervista a un familiare di un reduce della deportazione, insignito della medaglia d’onore del Presidente della Repubblica.

Abbiamo voluto sentire il Prefetto Francesco Tagliente, figlio di Donato, militare che dopo l’8 settembre 1943, per essersi rifiutato di collaborare con i tedeschi, fu deportato nei campi nazisti in Germania.

D. Dott. Tagliente cosa raccontava suo padre della deportazione e dei Campi nazisti?
R. Mio padre, come molti reduci della deportazione, non amava parlare di quegli anni sottoposto a privazioni di ogni sorta, non voleva farci conoscere il terribile e lungo dolore della fame, di stenti e di inenarrabili sofferenze fisiche e soprattutto morali.
Tra i suoi ricordi del campo di concentramento – raccontati peraltro in famiglia solo negli ultimi anni di vita, sicuramente per non alimentare l’odio verso il popolo che lo aveva deportato e tenuto prigioniero – ricorrevano frequentemente due espressioni in lingua tedesca, rimastegli impresse: “Sie arbeiten mussen” e “Kartoffelscahalen” (“Bisogna lavorare” e “Bucce di patate”).
I suoi ricordi erano comunque legati a periodi di profonda sofferenza, non solo fisica, e alla fame, tanta fame fino al punto di rischiare la vita per andare a cercare negli scarti di cucina anche le bucce di patate.

D. Quanto tempo è rimasto nei campi nazisti?
Due frasi apposte sul suo foglio matricolare, sintetizzano l’arco temporale e il periodo forse più duro e terribile di quegli anni: 9 settembre 1943: “catturato dalle truppe tedesche e condotto in Germania” 6 settembre 1945 “Rientrato in Italia”. Complessivamente però, sono quasi 11 gli anni trascorsi tra campagne di guerra in Libia, Albania, Grecia e Sicilia e deportazione nazista. 11 lunghi anni sottratti ai propri affetti e dedicati silenziosamente al servizio della Patria.
D. Quale è stato il periodo più duro della deportazione di suo padre
R. Dopo la proclamazione dell’Armistizio, l’8 settembre del 1943, i nostri soldati vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere deportati nei campi di lavoro in Germania. Mio padre di fronte a quella difficile scelta, decise di non venire meno ai suoi doveri, nella consapevolezza che solo così la sua Patria un giorno avrebbe riacquistato la propria dignità di Nazione libera. Rifiutando l’arruolamento nelle file dell’esercito tedesco, venne fatto “prigioniero” e internato in un campo di concentramento in condizioni di vita disumane e sottoposto a privazioni di ogni sorta.
 D. Dott Tagliente che cosa le ha trasmesso suo padre?
R. Mio padre, ha trasmesso, a me e ai miei fratelli, principalmente dei valori morali che ritengo importanti come l’amore per la nostra Patria, la più completa dedizione ad essa, senza compromessi e a costo di rimetterci la propria vita nel corso di 4 campagne di guerra e due anni nei campi nazisti. Da mio padre abbiamo imparato a coltivare il rispetto, la dignità e la consapevolezza di cosa significa servire, amare, difendere il proprio Paese.
 




FRANCESCO TAGLIENTE: IL SIGNIFICATO DELLA BANDIERA E DELLA SCIARPA TRICOLORE PER LA POLIZIA

di Chiara Rai

Giovedì 7 gennaio è stata la Giornata Nazionale della Bandiera, anche se fu solo il 27 dicembre del 1947, con la promulgazione della nostra Carta Costituzionale, il giorno in cui il Tricolore venne fissato come Bandiera Nazionale.
In occasione di questa ricorrenza abbiamo chiesto al Prefetto Francesco Tagliente il significato del tricolore per gli operatori di polizia, e in particolare per i Funzionari della Polizia di Stato, custodi della sciarpa tricolore e delle prerogative di pubblica sicurezza che simboleggia per l’ordinamento.

Ecco la sua risposta.
“Il tricolore quale vessillo della Repubblica, simbolo e sintesi della Nazione, è presente in tutti i momenti del percorso professionale degli operatori della Polizia di stato.
E’ presente al momento del giuramento degli allievi Agenti, dei Sovrintendenti, degli Ispettori e dei Commissari; è presente nelle scuole e nei reparti inquadrati, dove ogni giorno si celebra la cerimonia dell’alzabandiera e dell’ammainabandiera. E’ esposta all’esterno degli edifici della Polizia di stato.
E’ presente nelle sedi istituzionali e negli uffici pubblici quale emblema dei valori della Patria. E’ presente nelle competizioni internazionali per testimoniare l’orgoglio della italianità.

La “Giornata nazionale della bandiera” ha un significato ancora più profondo per i Funzionari della Polizia di Stato, chiamati a custodire il simbolo tricolore che la Repubblica gli affida con la consegna in forma solenne della Sciarpa Tricolore.
La bandiera italiana, come testimonianza di tradizioni e continuità, nel corso degli anni continua ad orientare le generazioni dei Funzionari della Polizia di Stato, chiamati ad interpretare un compito tanto elevato quanto impegnativo.
Ancora oggi, le giornate dei frequentatori dei corsi di formazione presso la Scuola Superiore di Polizia iniziano con la solenne cerimonia dell’Alzabandiera. Ogni mattina, i Commissari rendono omaggio al simbolo della Nazione, ed a quello che diventerà il simbolo delle prerogative di Autorità di pubblica sicurezza che saranno chiamati ad esercitare.
A conclusione del primo anno di corso i Funzionari giurano fedeltà alla Repubblica, per garantire il rispetto della Costituzione e delle Leggi dello Stato. Anche in questo caso il Tricolore della Repubblica è testimone solenne dell’impegno che i nuovi Ufficiali di pubblica Sicurezza assumono nei confronti dello Stato.
Al termine del ciclo formativo, il momento che segna forse più di ogni altro la dignità professionale del Funzionario di Polizia è la consegna della Sciarpa Tricolore, sulla quale è impresso lo stemma della Repubblica italiana.

Risale al 20 marzo del 1864 la prima previsione normativa che faceva obbligo ai Funzionari di pubblica sicurezza di fregiarsi di un “nastro tricolore ad armacollo” ogni qual volta occorresse sciogliere una riunione o un assembramento ovvero fosse necessario impartire ordini e fare intimazioni in nome della legge.
Oggi quella stessa norma è attualizzata dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

La Sciarpa Tricolore rappresenta dunque il peculiare segno distintivo del Funzionario di Polizia, che dà immediata visibilità alla sua funzione e conferisce solennità all’esercizio delle sue attribuzioni, diretta espressione dell’Autorità dello Stato. Le responsabilità e le potestà istituzionali che la Sciarpa Tricolore sintetizza simbolicamente evocano la missione delicata e vitale del Funzionario di Polizia, chiamato a garantire il sereno ed ordinato svolgimento della convivenza civile, per la tutela delle libertà e dei diritti dei singoli, dei gruppi e per la salvaguardia delle Istituzioni. Nella quotidianità del lavoro la Bandiera fa da sfondo alle decisioni che i Funzionari di polizia devono assumere rispetto ai diversi scenari che sono chiamati ad affrontare.




PISA, TELECAMERE DI VIDEO SORVEGLIANZA URBANA E VIDEO ANALISI: UN PROGETTO INIZIATO COL PREFETTO FRANCESCO TAGLIENTE

Redazione

Pisa – "La prima fase del progetto dell'anagrafe delle telecamere di videosorveglianza urbana è stata attivata a Pisa nel 2013 quando fu progettata anche la fase due, quella della video-analisi per prevenire e contrastare eventuali atti terroristici, in attesa di attuarla non appena vi fossero state risorse economiche disponibili". Così in una nota l'ex prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, illustra l'importanza del sistema alla luce delle parole del premier Matteo Renzi all'Italian digital day sulla necessità "di 'taggare' i potenziali soggetti sospetti".

Francesco Tagliente era il prefetto di Pisa quando il progetto ebbe inizio: "Esso riduce il carico di lavoro delle forze di polizia a beneficio della sicurezza generale, perché permette di disporre di un'informazione completa e immediata sulla dislocazione delle telecamere pubbliche e private censite. Tutti i dati concernenti le relative coordinate geografiche sono stati inseriti in una mappa geo-referenziata e raccolti in forma anonima, a disposizione esclusiva della prefettura e delle forze dell'ordine che possono verificare all'istante l'ubicazione delle telecamere, contattare i proprietari dell'impianto e farsi consegnare le registrazioni in breve tempo".

L'ex prefetto ha sottolineato che: "a Pisa avevo già progettato l'evoluzione del progetto con la quale sarebbe stato possibile, grazie a un software di ultima generazione, passare in rassegna milioni di fotogrammi e individuare veicoli e individui sospetti". "Questi sistemi – conclude – possono consentire l'immediata identificazione per via telematica di tutti i volti dei potenziali terroristi, che appaiono in una telecamera, se preventivamente 'caricati' in una banca dati internazionale"




VITTIME DELLA CRISI: IL GRIDO DI DOLORE DI GIOVANNA TEMPERANZA

di Cinzia Marchegiani

Cecina (LI) – Toscana, terra meravigliosa di scorci d’autore, di vini pregiati, cucina e cultura semplicemente gemme preziose vanto storico che hanno lasciato un segno indelebile nella storia d’Italia. Certamente una cartolina d’arte della stupenda terra dei girasoli. In questo fazzoletto artistico esistono però storie che distruggono l’anima e che gettano grandi ombre su come la vita umana spesso abbia così poco valore, ci si dimentica in troppa fretta le disgrazie e la solitudine delle persone che affrontano la vita a muso duro, come diceva il nostro amato Pierangelo Bertoli.

Ecco il sottofondo musicale che accompagna questa pagina di denuncia immaginate di ascoltare le parole del cantautore di Sassuolo: “Canterò le mie canzoni per la strada ed affronterò la vita a muso duro un guerriero senza patria e senza spada con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.

La denuncia che l’Osservatore d’Italia vuole rivolgere alle Autorità competenti è la solitudine di Giovanna Temperanza, una donna straordinaria, che nonostante viva i suoi giorni nel più grande dolore e immensa solitudine, lotta aggrappandosi alla vita, la stessa che gli ha fatto conoscere il marito, e la stessa che glielo ha strappato troppo presto dalle sue braccia.

La storia. Giovanna Temperanza, è la vedova del buon mugnaio, la sua morte un anno fa aveva riempito le pagine dei giornali nazionali e locali, grandi titoli, grande vicinanze di affetto. Il suicidio di Roberto Mollisi si è consumato nel più stretto silenzio, lontano da occhi indiscreti, una dignità violata la sua, come quella di tanti italiani che sentendosi abbandonati da tutte le istituzioni, devono affrontare una crisi economica che ti uccide materialmente la forza e il presente. Roberto Mollisi era stato sfiancato da quella “economia”, parola fredda di cui tutti i politici si riempiono la bocca, grandi annunci di riprese, ma vuoti come sempre e soprattutto lontani dalle concrete necessità di chi cerca di non essere di peso a nessuno.

Il suicidio di Roberto ha agghiacciato il paesino di Ripabella, un gesto per molti incomprensibile, pieno di tanta amarezza per chi poteva ma non ha fatto nulla. L’Osservatore d’Italia aveva fatto conoscere alla società perbenista questa storia tragica, drammatica che aveva colpito sua moglie, Giovanna Temperanza. Una vita dura la sua e quella di suo marito fatta sempre di grandi sacrifici nella loro azienda a conduzione famigliare, un ristorante, “Il Viandante” che era la loro passione, tra i fornelli, i sapori mediterranei e una battaglia per non essere fagocitati dalla crisi economica.

Ma il destino infame ha travolto Giovanna e con lei la sua vita per sempre. Roberto Mollisi era suo marito, conosciuto dopo la notizia della sua morte come il “buon mugnaio”. Il 3 novembre 2014 Roberto si era ucciso nel suo ristorante a Riparbella, un Comune di circa 1.600 abitanti in provincia di Pisa a causa di quella morsa di quella crisi che ti prende e ti trascina in vortice che non riesci più a gestire, che ti fagocita volontà, futuro e presente.

Giovanna e la sua battaglia. Da allora Giovanna ha provato mandare avanti la sua attività, una forza indomita la sua, quasi scritta nel suo DNA, ma rimanere aperti per 30/40 euro al giorno d’incasso sarebbe stata una follia illogica. Giovanna è una donna tenace, un dolore trafitto nel suo petto la accompagna sempre, ma la forza e l’amore per questa vita è come una guida per lei.

Contatta telefonicamente ci dice:  “So che la vita è dura, una vera tragedia, ma è talmente bella e basterebbe davvero poco affinché si possa cambiare e stare bene”. La sua una denuncia contro tutte le istituzioni, latenti, silenziose, piene di burocrazia. La sua voce non tentenna aldilà del telefono, è arrabbiata, furente con le istituzioni.

Giovanna e la sua nuova vita e un'altra battaglia. Giovanna ci spiega che ora vive a Cecina, ha lasciato tutto alle sue spalle, troppo dolore quei luoghi, quei profumi, ogni cosa il ricordo di un dramma feroce. Nella sua casa di Ripabella dormiva ormai sul divano: “Qui a Cecina sono lontano – ci racconta Giovanna – da quei ricordi ossessivi che ogni giorno mi riempivano le mie giornate. Cerco di sopravvivere, di dare un segnale alle tante persone che con dignità stanno lottando in questa crisi economica che spezza gambe e famiglie. Molte non raccontano nulla, la dignità è una cosa seria, di cui si nutre lo Stato. Ci sono famiglie che dormono in macchina – prosegue Giovanna – è una situazione ormai insopportabile. Il mio è un grido d’aiuto, noi italiani si muore tutti di fame!”

Istituzioni e una burocrazia inutile. Una lotta senza speranza. Giovanna ci spiega che la sua pensione di 470,00 euro non le bastano per pagare l’affitto: ”Si vive con grande difficoltà ogni giorno, neanche si pensa più a mangiare”. Giovanna spiega la difficoltà ad accedere alle agevolazioni. Ha fatto richiesta al Comune di appartenenza per un alloggio, ma il bando, spiega Giovanna, per gli italiani esce fra poco, poi occorreranno due anni per assegnarli e chissà dove sarà nel 2017 o 2018. Questa è l’Italia delle emergenze.

Giovanna ci tiene a spiegare che non chiede l’elemosina: “Io voglio lavorare, essere utile, ho tanto da insegnare. Non voglio la luna e non voglio essere un peso, ma un valore per la società. Si può ancora fare tanto, basterebbe davvero poco per risollevare la vita e la dignità delle persone, non siamo animali!”

Giovanna ricorda il Prefetto Francesco Tagliente con una grande stima e affetto: “La sera della tragica notizia si presentò assieme ad una volante dei Carabinieri per darmi il supporto. Persona di grande umanità, arrivato in un momento agghiacciante della mia vita. Non era dovuta la sua visita, ma si è subito precitato da me”. Il prefetto Francesco Tagliente, a settembre del 2013 istituì proprio a Pisa il servizio di ascolto e sostegno per prevenire tragedie familiari di persone, famiglie ed imprese che versano in situazioni di disagio originate dalla crisi economica.

Una denuncia quella di Giovanna crudele, che mette al muro queste istituzioni che non sono in grado di creare un cordone di emergenza per chi ha contribuito al benessere di questo Paese per tantissimi anni. Persone trattate come fantasmi, violati nei loro diritti. Ma Giovanna è una donna straordinaria, vuole dimostrare che la vita seppur ti piega e ti fa cadere, ci si può rialzare e rialzare tante volte, basterebbe una mano, seppur minuta per affrontare la vita: “Si cammina da soli, siamo fatti di acciaio e sentimenti, un motore invincibile ed eppure basterebbe davvero poco”.

L’Osservatore d’Italia lancia questa appello alle istituzioni, alle tante persone generose che in Italia hanno dimostrato che per cambiare basta poco. Giovanna vuole anche sollevare questo grido come monito, come segnale per le tante famiglie che per vergogna non ce la fanno a chiedere aiuto. Non si può accettare un degrado che viola i diritti sancita dalla nostra Carta Costituzionale.

Tante foto di una vita sono state pubblicata da Giovanna sul suo profilo di Facebook, parlano di amore, famiglia, lavoro, gli stessi valori su cui si fonda il nostro Paese. Immagini che fanno male, colpiscono. Tra le tante quella del loro matrimonio e quella più poetica e forse profetica, la foto di suo marito Roberto, pensieroso e solitario accanto ad un ulivo centenario. Così ci piace salutarti oggi Roberto, ad un anno quasi dalla tua morte, chiedendo scusa a nome di chi questa Italia dovrebbe difenderla sempre.

Giovanna Temperanza un ciclone di vita e forza. La sua grande denuncia ci confessa, quella di essere stata fagocitata dalla solitudine: “Non si può vivere come un fantasma”. Queste parole devono far riflettere e devono sollevare non solo indignazione, ma atti concreti.




FRASCATI: IL LIBRO DI CAMILLO SCOYNI FA DA APRIPISTA AL “FESTIVAL DEL GIALLO”


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Redazione

Frascati (RM) – Successo di presenze per la presentazione del libro del giornalista RAI Camillo Scoyni alla sala degli Specchi presso il Comune di Frascati. Il racconto, presentato dalla giornalista de Il Tempo e direttore de L’Osservatore d’Italia Chiara Rai e dal giornalista RAI de La Vita in Diretta Lorenzo Lo Basso, ha suscitato interesse e complimenti. All’evento di venerdì 23 ottobre hanno partecipato diversi illustri ospiti primo fra tutti il già Questore di Firenze e Roma, Prefetto Francesco Tagliente.

Presenti anche le forze dell’ordine e la dottoressa Candida Mucci, dirigente della Polizia Criminale ma anche il comandante dei Carabinieri della Compagnia di Frascati il Capitano Melissa Sipala oltre al sostituto Commissario Emanuela Surace della Polizia di Stato di Frascati.

Il motivo della presenza consistente delle forze dell’ordine è stato dovuto anche al fatto che il racconto di Scoyni ha come protagonista principale un dirigente della polizia di Stato che inizierà una caccia sfrenata a un serial killer autore di una strage in una gioielleria di via Marco Antonio Colonna a Roma.

“Sono molto entusiasta – ha commentato l’autore del libro Camillo Scoyni – per il grande consenso e partecipazione che ho trovato nella splendida città di Frascati”. La presentazione del libro è servita come spunto all’amministrazione del Sindaco Alessandro Spalletta, che ha personalmente dato il benvenuto agli ospiti, per dare vita ad una serie di eventi all’interno di una rassegna di giallo promossa e ideata dal consigliere di maggioranza con delega alla Cultura el Comune di Frascati Francesca Neroni grazie al prezioso contributo del responsabile della comunicazione del Comune Massimiliano Bianconcini.

Molto interessante l’intervento del Prefetto Francesco Tagliente il quale ha anche approfondito il tema delle investigazioni e strumenti che vengono utilizzati dalle Forze dell’Ordine: “Camillo Scoyni, autore del romanzo “Il male sulle scarpe”- ha commentato Tagliente –  fotografa la scena del crimine: i corpi senza vita del titolare e dei dipendenti vengono ritrovati dagli uomini dei Vigili del Fuoco. Emerge subito un particolare raccapricciante: l’assassino, prima di uccidere a sangue freddo il proprietario, gli ha versato in bocca dell’oro fuso, rifacendosi a un episodio della Bibbia. Aggiunge che sulla scena del delitto compaiono biglietti con oscure profezie sull’ira di Dio e sull’imminente catarsi del mondo, accanto a complicate formule fisiche. Camillo Scoyni scrivendo il giallo “Il male sulle scarpe” vola alto e si proietta nel futuro, forse consapevole che quando ci troviamo di fronte a un omicidio caratterizzato da efferatezza, violenza eccessiva, impeto e apparente assenza di una motivazione, può essere utile una analisi del profilo criminale.

Per la ricerca degli indizi, delle tracce e dei testimoni silenziosi dell’iter criminale e per capire il rapporto tra la vittima, l’aggressore e l’ambiente, per il giornalista-scrittore, sembra essere importante guardare il luogo del crimine, dal punto di vista logico-comportamentale-investigativo.

Tornando alla domanda sugli strumenti di investigazione nelle indagini sugli omicidi – prosegue il Prefetto –  premetto che le attuali metodologie di azione degli organi investigativi sono in linea con il progresso tecnologico ed in grado di reggere il confronto con una criminalità sempre più agguerrita e spesso dotata di mezzi sofisticati. Confermo che in ogni attività investigativa condotta su delitti gravi come l’omicidio, gioca un ruolo importante l’osservazione specializzata della scena del crimine: il sopralluogo. Aggiungo che la ricostruzione della dinamica di un omicidio può essere fatta attraverso il contestuale utilizzo di specifiche metodologie fisiche, informatiche e meccaniche.

Spesso le indagini per un omicidio richiedono particolari strumenti di investigazione come gli accertamenti chimici di tipo comparativo su reperti; l’analisi merceologica di fibre, vernici, inchiostri, nastri adesivi e materie plastiche in genere; le indagini elettroniche su telecamere, bancomat, carte di credito, internet, telepass e telefonate con il cellulare, sms o altri messaggi elettronici; le intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche; la rilevazione delle impronte digitali; la rilevazione delle “impronte digitali genetiche” (il DNA) che sono equiparate a quelle reali, che ci sono sulla punta delle dita”.

La "carta d'identità" genetica è importantissima nelle situazioni che necessitano della identificazione certa di un individuo. La molecola del DNA offre quei connotati di unicità determinanti per l’identificazione di un individuo.  Nelle indagini per omicidio con armi da fuoco non si può prescindere dagli accertamenti balistici. Uno strumento prezioso per scandagliare il terreno e di analizzare eventuali anomalie è il georadar. Prezioso anche l’utilizzo dei cani molecolari: cani addestrati a rintracciare particolari combinazioni di molecole”.

Non sono mancati ospiti di prestigio quali il già sindaco di Albano Laziale per due mandati e assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei, il coordinatore di Noi con Salvini per i Castelli Romani Fabio D’Andrea, il coordinatore Noi con Salvini per Castel Gandolfo Giampiero Tofani,  il consigliere comunale di Albano Matteo Mauro Orciuoli, il consigliere comunale di Albano Pina Guglielmino, Simone Carabella già candidato sindaco di Albano Laziale, Paolo Toppi già consigliere della Cotral, il dirigente regionale Tommaso Mascherucci.