Maltempo, al via la corsa delle Regioni alla somma urgenza. Tagliente: “Necessario lavorare sulla prevenzione”

Le regioni chiedono al governo il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale per procedere con somma urgenza.

Le richieste inviate al Dipartimento della Protezione Civile da Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Lazio, Sardegna, Calabria, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Trentino Alto Adige saranno trasmesse a breve a palazzo Chigi.

Intanto proseguono le polemiche sulla mancanza di adeguati piani di prevenzione per una tutela e cura del territorio.

In molti si sono chiesti cosa stiano aspettando gli organi di competenza, ad attuare piani di prevenzione adeguati per un territorio martoriato, da anni, da questi fenomeni.

Secondo l’esperto Claudio Rafanelli “abbiamo dimenticato la nostra cultura contadina per sostituirla con una cultura industriale, in cui la cura del territorio passa in secondo piano”

Proprio in questi giorni, tante città italiane si sono trovate impreparate e distrutte dal violento maltempo, che imperversa sull’Italia”

Per cercare di comprendere cosa si può fare per ridurre il rischio di tragedie umane causate dal maltempo e dall’incuria dell’uomo l’Osservatore d’italia ha fatto il ponto con il prefetto Francesco Tagliente che da prefetto di Pisa ha affrontato anche le criticità emerse per il maltempo, coordinando una collaudata macchina della Protezione Civile, verso il superamento della varie fasi emergenziali determinate dal dissesto idrogeologico, nell’esondazione dell’Ozzeri del novembre 2012 e nella grave frana sull’A11 dell’aprile 2013, ma soprattutto nella gestione dell’emergenza della piena dell’Arno del febbraio 2014 con straripamenti seguiti da danni e paura per le comunità della provincia di Pisa.

Ecco il suo pensiero, sintetizzato in punti:

Servono interventi sul piano urbanistico, sulle reti fognarie e un monitoraggio costante degli argini dei fiumi e dei torrenti con il mondo del volontariato e con la tecnologia più avanzata. 

I cambiamenti climatici e meteo estremo sono le sfide globali più grandi che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi anni. Cosa si può fare? Per vincere la sfida ai cambiamenti climatici ognuno può dare il suo contributo.

Intanto bisogna rispettare i programmi e i trattati internazionali per le politiche ambientali (kioto, Parigi) e comunque puntare alla prevenzione su più binari.

In cima alla lista degli interventi, come priorità assoluta, vedo l’educazione del cittadino al rispetto del bene comune e la pulizia delle strade. Talvolta le fognature non ricevono perché intasate da fogliame e rifiuti abbandonati.

Sul piano urbanistico è indispensabile un vincolo assoluto di non edificabilità vicino ai bacini ed il contestuale ripristino dei luoghi ove sono accertati gli abusi. Molte volte invece si aspetta il condono che mortifica chi invece rispetta la norma di legge. (Costruire sopra i canali è stata la disfatta di Genova)

Visto quanto sta accadendo sarebbe opportuno iniziare a pensare a una nuova pianificazione e progettazione per l’urbanizzazione primaria dei centri abitati, sovradimensionare i sottoservizi quali le reti fognarie

Bisogna cominciare a valutare l’opportunità di edificare su zone già edificate (demolizione del vecchio) ovvero consumo di nuovo suolo pari a zero. Sarebbe opportuno consentire di demolire e ricostruire ma in molti casi questo processo è bloccato dalle norme statali che fanno capo ai beni culturali.

E’ urgente una adeguata opera di bonifica e pianificazione idraulica incidendo di più negli interventi di prevenzione in tutti i settori. Per assicurare un corretto equilibrio idraulico è indispensabile dragare i fiumi, soprattutto alla foce, e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori come i canali e i fossi di scolo del territorio

Bisogna prevenire il rischio idraulico ripensando al pericolo derivante dai vincoli delle normative vigenti, che di fatto rendono difficile lo scavo degli alvei dei fossi e dei canali e oneroso lo smaltimento dei fanghi di escavazione, con rischio serio per tutta la popolazione.

In passato i materiali risultanti dall’escavazione venivano depositati lungo le fasce limitrofe al corso del canale. Con l’entrata in vigore dei nuovi vincoli questa attività non è più possibile: i fanghi, devono essere trattati tutti come rifiuti, e spesso come rifiuti speciali. Ne consegue che un’attività che prima veniva eseguita come manutenzione ordinaria, adesso deve essere trattata come straordinaria, con conseguente complicazione operativa ed aumento esponenziale dei costi, sia per le analisi che per l’adozione di soluzioni tecniche per lo stoccaggio. Oggi per pulire i canali e i fossi i costi sono altissimi. I “fanghi di dragaggio”, dopo le analisi chimico-fisiche nella maggior parte dei casi sono classificati come rifiuto e talvolta speciale dovrebbero essere conferiti in discarica, con un alto costo, mediamente mille euro al metro, per il trasporto e lo smaltimento.

Il dragaggio dei canali e dei fossi è fondamentale perché evita gli allagamenti: in caso di evento meteorico superiore alla media o addirittura eccezionale, l’aver effettuato correttamente la pulizia significa la difesa di tutti i cittadini.

Bisogna rendere più agevoli i lavori di dragaggio e tornare ad avere la rete di canali, efficiente e in grado di garantire la sicurezza.

Gli argini dei fiumi e dei torrenti andrebbero monitorati, in particolare in prossimità dei centri abitati. Non è pensabile farlo in fase critica durante la piena. Sarebbe utile ispezionarli facendo ricorso al mondo del volontariato e agli strumenti che la tecnologia oggi ci consente di poter disporre. Inoltre andrebbero dragati i fiumi soprattutto alla foce e ripensare alla manutenzione dei reticoli minori”.




Ghirelli è il nuovo presidente della Lega Pro. Le congratulazioni del prefetto Tagliente

L’elezione è avvenuta questa mattina nel corso dell’Assemblea elettiva delle società associate. Francesco Ghirelli prende il posto di Gabriele Gravina ora eletto alla guida della Figc. Ghirelli arriva alla presidenza della Lega Pro dopo aver ricoperto ruoli istituzionali ed imprenditoriali di alto rilievo: è stato, infatti, presidente della giunta regionale dell’Umbria, direttore generale del Perugia, amministratore delegato dell’Bari in Serie A, per quattro stagioni, Consigliere delegato della Lega Nazionale Professionisti, segretario della FIGC e del Comitato Organizzatore dei Campionati di pallavolo maschile in Italia ed infine direttore generale della Lega Pro.

L’assemblea ha eletto anche i due Vice Presidenti e i sei componenti del Consiglio Direttivo; I due Vice Presidenti eletti sono Cristiana Capotondi, attrice romana laureata in scienze della comunicazione e protagonista di alcuni film di successo tra cui “Notte prima degli esami” e “La mafia uccide solo d’estate” e Jacopo Tognon, avvocato civilista esperto di diritto sportivo e membro del Tas.

Tra i primi a congratularsi con Ghirelli è stato il prefetto Francesco Tagliente, padre storico dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, presente questa mattina a Firenze per l’assemblea elettiva della Lega Pro: “Le mie congratulazioni e gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente, Francesco Ghirelli, uno dei più esperti dirigenti calcistici italiani. Ghirelli ha rappresentato, per molti anni, il punto di riferimento del mondo del calcio per l’elaborazione della normativa antiviolenza e per la pianificazione e gestione delle misure organizzative per la sicurezza negli stadi”. Ha detto Tagliente a margine dell’Assemblea elettiva del numero 1 della Lega Pro.

Erano presenti tra gli altri Gabriele Gravina nuovo presidente della Federcalcio, Daniela Stradiotto presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, tre ex presidenti della Federcalcio Giancarlo Abete, Franco Carraro, Antonio Matarrese, Cosomo Sibilia, Gianni Rivera, Renzo Ulivieri, Vito Tisci , Gianni Grazioli, Antonio Di Sebastiano, Mauro Grimaldi vice presidente di Lega Pro e tantissime personalità del mondo del Calcio come Francesco Franchi.

Tutto il mondo del calcio, come mai avvenuto prima, si è riunito all’interno della lega Pro. Datante l’assemblea è stato data lettura di un messaggio augurale a Francesco Ghirelli da parte del presidente della Fifa Gianni Infantino.

Dopo i saluti introduttivi di Gabriele Gravina e di Mauro Grimaldi, ha preso la parola Francesco Ghirelli per illustrare il suo documento programmatico.

Ghirelli ha parlato delle strategie della Lega Pro e delle sfide del futuro soffermandosi su valori, sostenibilità, mission, obiettivi associativi, governance, giovani, brand, comunicazione e formazione. Ha parlato a tutto campo di una Lega dell’innovazione, che anticipa i cambiamenti incidendo su identità, regole, sostenibilità e formazione di una nuova generazione di dirigenti




Formello, focus sulla Sicurezza, con il Prefetto Francesco Tagliente e il Generale Tullio Del Sette

FORMELLO (RM) – Si sono conclusi, dopo tre giorni di impegno dal 28 al 30 settembre, specifici focus per incentivare la partecipazione alla vita pubblica. Uno spazio di condivisione delle competenze e di riflessione per contribuire alla definizione di nuove proposte programmatiche, affrontare e risolvere le criticità del nostro Paese.

Al centro del dibattito, nel prestigioso Palazzo Chigi di Formello: Sicurezza, beni confiscati alla mafia, lotta alla criminalità e all’usura; Economia sociale, sviluppo economico, start up; Cultura, spettacolo, turismo, politica dell’informazione; Sanità, welfare, servizi sociali; Famiglia, scuola, formazione; Enti locali, ambiente, territorio.

I lavori sono stati aperti con i saluti istituzionali del padrone di casa il Sindaco di Formello Gian Filippo Santi seguiti da quelli del Vice Presidente Consiglio regionale del Lazio Pino Cangemi, del Presidente della Fondazione Foedus Mario Baccini e dal Presidente Associazione Itaca 2.0 Gianni Sammarco.

Al focus sulla sicurezza, moderato dal giornalista Enrico Paoli ed introdotto da Rosario Vitarelli, sono intervenuti tra gli altri prefetto Francesco Tagliente, già questore di Roma, uno dei massimi esperti in teme di sicurezza e l’ex Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, ora presidente dell’Osservatorio Permanente sulla Sicurezza Eurispes.

Sono intervenuti anche il presidente dell’Associazione Nazionale dei Comandanti ed Ufficiali dei Corpi di Polizia Municipale Diego Porta, il Senatore componente del Copasir Claudio Fazzone e Don Antonio Coluccia, fondatore della comunità Opera Don Giustino Onlus, Beni confiscati alla Mafia.

Nel corso degli interventi è stato affrontato il tema dell’introduzione di norme finalizzate a rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla minaccia del terrorismo e al contrasto delle infiltrazioni criminali negli appalti pubblici, nonché al miglioramento del circuito informativo tra le Forze di polizia e l’Autorità giudiziaria e alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni criminali negli enti locali.

La riflessione sul tema sicurezza, approfondita anche a margine del dibattito, ha consentito di approfondire la conoscenza delle disposizioni contenute nel nuovo decreto legge, approvato in C.d.M. il 24 settembre.

Non sono mancati, infatti, i riferimenti alle misure per controllo, anche attraverso dispositivi elettronici, dell’ottemperanza al provvedimento di allontanamento dalla casa familiare; alle disposizioni in materia di esecuzione delle pene; alla estensione dell’ambito di esecuzione delle pene secondo le norme e con le modalità previste per i minorenni; alle prescrizioni in materia di contratto di noleggio di autoveicoli per finalità di prevenzione del terrorismo e a quelle in materia di accesso al CED interforze da parte del personale della polizia municipale; alla sperimentazione di armi ad impulsi elettrici da parte delle Polizie municipali; alla estensione dell’ambito di applicazione del DASPO per le manifestazioni sportive e dell’ambito di applicazione del DASPO urbano; alle disposizioni in materia di blocco stradale; alle sanzioni in materia di subappalti illeciti, al monitoraggio dei cantieri, alle disposizioni per migliorare la circolarità informativa e a quelle relative alla revoca della cittadinanza per coloro che abbiano riportato condanne definitive, per delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordinamento costituzionale.




Anguillara, l’ANCRI su progetto “Decoro delle Bandiere”: “Grande apprezzamento per la sensibilità istituzionale del vicesindaco Galea”

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – Se è concluso il sopralluogo dei rappresentanti dei vari organismi interessati alla pianificazione e gestione della cerimonia di consegna delle nuove Bandiere da parte dei vertici dell’ANCRI al Comune di Anguillara Sabazia.

L’evento avrà inizio alle ore 11.00 di venerdì 28 settembre nei Giardini dei Caduti di Anguillara, con i saluti delle Autorità e del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove. Al termine degli interventi e della formale consegna delle Bandiere, le Autorità e gli invitati si sposteranno a piedi presso il Palazzo Baronale Orsini, sede istituzionale del Comune, per assistere al momento in cui, mentre viene eseguito l’Inno Nazionale, il flag man del Comune fa fissare le Bandiere sulle aste dell’edificio del Comune.

A seguire tutti proseguiranno verso i Giardini del Torrione dove, dalle 12:00, il Commissario della Polizia di Stato in servizio presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Marco Valerio Cervellini, terrà un conferenza alle scolaresche di Anguillara sul tema “Tutela della sicurezza e della reputazione online sui social network”.

Con questa iniziativa la Giunta del Comune di Anguillara vuole tenere alti decoro e dignità del Tricolore, per questo ha aderito “Progetto decoro della Bandiera” proposto dall’Associazione Nazionale insigniti al Merito della Repubblica (ANCRI). Negli ultimi anni, infatti, è sempre più frequente notare (anche su edifici pubblici) la bandiera italiana strappata, lacerata, scolorita o sporca.

Il Progetto “Decoro della Bandiera” è finalizzato a garantire il prestigio del Tricolore, primo simbolo ufficiale identificativo della Repubblica italiana. L’ANCRI dà concreto sostegno agli Enti pubblici che non sono economicamente in grado di sostituire il Tricolore esposto, qualora versi in degrado. L’Associazione degli insigniti al Merito della Repubblica si è così resa disponibile a valutare espresse richieste da parte di organismi pubblici che non possono provvedere in proprio all’acquisto delle bandiere rovinate.

All’incontro del 28 settembre, organizzato dal vice sindaco di Anguillara, Sara Galèa, parteciperanno anche il presidente dell’Associazione Tommaso Bove, il prefetto Francesco Tagliente, delegato nazionale ai rapporti istituzionali dell’Associazione, e il vice presidente organizzativo del Sodalizio, Domenico Garofalo.

La presidenza dell’ANCRI, ha espresso grande apprezzamento per la sensibilità istituzionale del vicesindaco Galèa a mantenere alta l’attenzione sui valori e i simboli della Repubblica richiamati nella nostra Carta Costituzionale




Premi “Books for peace 2018” e “Javier Valdez 2018”: Tutte le immagini della manifestazione

ROMA – Si è conclusa con grande successo la consegna dei Premi Javier Valdez al giornalismo d’inchiesta, alla letteratura sportiva e del II° concorso letterario “Books for Peace”, organizzato da importanti associazioni internazionali: la FUNVIC (Fundacao Universitaria Vida Crista – Brasil – membro UNESCO Bfuca – Wfuca), l’ANASPOL (Associazione Nazionale Agenti Sottufficiali Polizie Locali), l’Associazione Nazionale Giudici di Pace, il SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizie Locali).

La manifestazione organizzata a Roma, al Palazzo Cesi, in via della Conciliazione 51, è stata presentata da Alessandro Marchetti, Presidente dell’Anaspol e Antonio Imeneo, Presidente Funvic Europa,

“Bullismo, Violenza di genere, sulle donne, razzismo, come anche i tentativi di impedire la libertà di espressione, per difendere la quale vengono uccisi o arrestati decine di giornalisti nel mondo – hanno premesso i conduttori dell’evento Marchetti e Imeneo – possono essere sconfitte solo attraverso la cultura, eliminando le preconcettualità che le determinano.”

Ospiti d’onore, il prefetto Francesco Tagliente, la Maestra di cucina internazionale Sara Papa ed il prof. Francesco Langella, Responsabile della Formazione dell’Università pontificia salesiana.

La consegna dei premi è stata preceduta dalla nomina a “messaggero di pace” Funvic Europa della madrina dell’evento, Gessica Notaro, la 28enne di Rimini sfregiata con l’acido sotto casa dall’ex fidanzato. Gessica Notaro, ha avuto il coraggio di ricominciare e con la sua storia potrà dare la forza alle donne vittime di violenza.

Nunzia Alessandra Schilirò Vice Questore della Polizia di Stato, autrice del libro “Soli nella notte dell’anima. Come reagire alle molestie in casa, al lavoro, per strada;

Emilio Orlando, giornalista romano di cronaca nera de La Repubblica con il libro “Buoni assassini”,Il testo, edito da Bonfirraro, che disegna un sofisticato e al contempo crudo noir su uno dei casi di cronaca più controversi e scioccanti degli ultimi decenni, quello che portò alla barbara uccisione di Luca Varani, per mano di due personalità per molti versi ancora indecifrabili come quelle di Marco Prato e Manuel Foffo;

Raffaella Fanelli, di Estreme Conseguenze online, per il libro “La Verità del freddo” il libro intervista all’ex boss della Magliana Maurizio Abbatino

Laura Tangherlini giornalista e conduttrice di Rainews24 con il libro “Matrimonio siriano”, un reportage in parole e video sul dramma di un Paese che conosce profondamente, un diario di viaggio da un matrimonio e, soprattutto, una raccolta di voci e testimonianze dei tanti profughi – in maggioranza bambini e donne – incontrati nei campi in Turchia e Libano;

Antonella Palmieri per il Servizio giornalistico Tv “Ma quale accoglienza?” in onda su Agorà Estate Rai Tre;

Marilena Ferraro, giornalista e direttore di Sfera Magazine che con il libro ‘Orzo’, scritto insieme ad Angelo Perfetti, giornalista e direttore de’ Il Faro online, offre un bellissimo esempio dell’affetto e della fedeltà che lega da sempre il cane all’essere umano. Un racconto pieno d’amore, di un’amicizia tra due esseri diversi che non finisce con la vita.

Domingo Magliocca Maresciallo dei Carabinieri in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria di Procura della Repubblica, autore della pubblicazione “Il delitto di atti persecutori”

Alessandro Procopio, Funzionario della Polizia Locale di Roma Capitale per “La violenza sulle donne”

Monica Macchioni premiata per l’editoria con la sua casa editrice Male Edizioni

Susanna Marcellini di Radio Radio, Gabriele Orsi con il libro “A mani nude”, Fabrizio Pellegrini con “Una vita fuori. Racconti di un buttafuori”, Giovanni Esposito del CONI con “La responsabilità sociale delle organizzazioni sportive”, Daniele Poto con “Pelè la perla nera”

Tra gli altri premiati del Books for Peace 2018, ognuno per una specifica sezione ed argomento anche per Lia Tagliacozzo, con “La Shoah e il Giorno della Memoria”; Simona Novacco con “Guerra bambina”; Arsenio Siani, con “ Quello che le donne non dicono”, Messina Carboni con “L’abbraccio di un giorno felice” ; Antonella Tamiano con “ Come frammenti di stelle”; Francesco Greco con “L’ ultimo dei salvati”; Maria Teresa Infante con “Rosso sangue” e per l’arte pittorica Giada Ottone con il quadro “La Notifica”.

A consegnare i premi rappresentanti delle istituzioni come il prefetto Tagliente e firme del giornalismo nazionale, Cecilia Leo (Tagada-La7), Rita Cavallaro (Settimanale Giallo) e Beatrice Nencha (Libero)

Il prefetto Francesco Tagliente dopo aver consegnato i premi all’ex Miss Italia Gessica Notaro, al vice questore Nunzia Alessandra Schilirò, al Maresciallo dei Carabinieri Domingo Magliocca e al Funzionario della Polizia Locale di Roma Capitale Alessandro Procopio, ha tratteggiato i punti di forza della legge del 2009 e di quella del 2013 che hanno introdotto numerosi e importanti strumenti giuridici penali, procedurali e di prevenzione.

“Tutti strumenti giuridici importanti – ha chiarito Tagliente – ma non sufficienti, se non utilizzati congiuntamente alla professionalità e al sapere scientifico, da parte di tutti i rappresentanti delle istituzioni, Amministrazioni ed Enti, a vario titolo coinvolti nelle diverse fasi di prevenzione e repressione degli abusi”.




Premio Castel Gandolfo 2018 al King of Paparazzi” Rino Barillari, premia Pietro Lepore proprietario dello storico Harry’s Bar di via Veneto

CASTEL GANDOLFO (RM) – Tra i premiati, alla presenza del Ministro della difesa Elisabetta Trenta, il “prefetto di ferro dal cuore d’oro” Francesco Tagliente e la criminologa più amata della tv, Roberta Bruzzone.

Conduttrice e presentatrice della kermesse sarà la giornalista Chiara Rai direttore del quotidiano d’inchiesta L’Osservatore d’Italia e collaboratore del quotidiano Il Messaggero che, per la circostanza, sarà affiancata da Katia Domanico e Remo Bianchi.

https://youtu.be/kI05lvY7jVA

La giuria del Premio quest’anno ha ritenuto di assegnare il riconoscimento personalità di grande rilievo come il famoso e versatile fotografo della “Dolce Vita” Rino Barillari, incoronato solennemente nel 1988 “King of Paparazzi, con tanto di cerimonia ufficiale.

Con i suoi inconfondibili scatti, in circa 60 anni di carriera Rino Barillari ha immortalato Papi, Altezze reali, Capi di Stato, divi e divine. È autore di tanti di quegli scoop che è impossibile contarli.

Ha fotografato tutti da Richard Burton a Liz Taylor, da Frank Sinatra a Brigitte Bardot con Gunther Sachs; da Audrey Hepburn e Mel Ferrer a Peter O’Toole ubriaco.

Fanno parte del repertorio, l’acqua ghiacciata lanciata sulla sua testa dal parrucchiere di Claudia Schiffer e uno lo schiaffo ricevuto dall’astronauta Buzz Aldrin. Ha fatto a botte con Marlon Brando e karate con Aznavour.

Ha puntato l’obiettivo su Alberto Sordi, sui Beatles, Barbra Streisand, Al Pacino, Sylvester Stallone, Sofia Loren, Robert De Niro e tutte le star italiane. Ha immortalato tantissimi vertici istituzionali tra cui i Presidenti Peron e Obama.

Il King come reporter di Cronaca nera è anche testimone degli di Anni di piombo,

Rino Barillari ha nel suo carnet premi a non finire, mostre in tutto il mondo, libri, riconoscimenti alla carriera e una Laurea honoris causa in fotografia alla università di Xi’an, in Cina.

È anche Commendatore al Merito della Repubblica italiana e socio onorario dell’ANCRI, l’Associazione Nazionale degli insigniti al Merito della Repubblica

Il suo spirito è così combattivo, il suo amore per la professione è così forte, che ogni giorno il King continua ad andare a caccia di esclusive per Il Messaggero. E ogni giorno, o quasi, lo scoop arriva.

Il suo ironico grido di battaglia è’ La guerra è guerra, ma è un paparazzo con un cuore grande così. Lo riconoscono perfino le sue vittime. Simpatia e umanità, sesto senso per la notizia, ubiquità, abilità, lo rendono un acuto osservatore della realtà.

A consegnare il premio a Rino Barillari è stato chiamato Pietro Lepore titolare dell’Harry’s Bar di Via Veneto roccaforte della Dolce Vita.

E attesa anche la presenza del tenore Francesco Grollo

La giuria del Premio ha ritenuto di assegnare il “Premio Castel Gandolfo 2018” anche a Francesco Tagliente definito il “Questore e Prefetto di ferro dal cuore d’oro”, “Prefetto facilitatore” e “Sarto istituzionale”. Una vita dedicata al Servizio dei cittadini tenendo come filo conduttore i valori fondanti della Repubblica, il decoro e il contenimento dei costi di gestione. Antesignano della spending review nella pubblica amministrazione. Il suo approccio alla gestione della sicurezza e dei grandi eventi è stato ripreso anche dalla stampa estera. Ha messo al primo posto il servizio ai cittadini tenendo in cima alla scala dei valori la persona umana, rivolgendo una costante attenzione alle fragilità.




Legittima difesa, Tagliente: “Tenere distinti detenzione e porto d’armi dalla legittima difesa per la quale sono necessari correttivi sul piano normativo”

Di legittima difesa ci siamo più volte occupati su queste colonne, in special modo quando l’interpretazione del giudice risultava palesemente contro il sentire comune, anche se attinente alla legge. Difendersi, o meglio, essere costretti a farlo, in casa propria o nella propria attività commerciale, da un assalto micidiale, del quale è impossibile conoscere l’esatta portata; e doverlo fare decidendo in poche frazioni di secondo, avendo da una parte l’incolumità propria e quella della propria famiglia, e dall’altra la prospettiva di veder distrutta la propria vita, e tutto ciò che si è costruito nel corso degli anni, non è un fatto degno di un Paese che si proclama civile e democratico.

Purtroppo la storia più recente ci insegna che più volte questo è accaduto. Come anche è accaduto, e ancora accade, che persone anziane, prede più facili, vengano aggredite e il più delle volte uccise per pochi spiccioli, senza avere alcuna possibilità di difesa. Magari da chi il giorno dopo è già irreperibile, e non verrà mai punito. Il grande dilemma dell’uomo onesto è quindi quello di avere o no la possibilità di proteggersi adeguatamente, senza correre il rischio di soccombere, lui vittima, di fronte ad un aggressore, notturno o diurno. E di vedersi condannare in tribunale non solo ad una pena detentiva, ma anche ad un risarcimento che nella realtà dei fatti premia oltremodo e assurdamente un’attività delinquenziale; come se lo Stato dichiarasse che il buono della situazione è il rapinatore!

In questi giorni è successo che l’Associazione Nazionale Magistrati ha contestato la proposta di legge di Forza Italia, dichiarando che la legge oggi in vigore è ‘sufficiente’, e quindi che non occorrono correttivi. Vorremmo sapere cosa ne pensano gli onesti cittadini che hanno dovuto subire per anni un calvario giudiziario, assolti dopo anni di processi e di umiliazioni, e dopo l’esaurimento di ogni risorsa economica. Purtroppo nelle dichiarazioni dell’Associazione Nazionale Magistrati abbiamo ritrovato accenti che già ben conoscevamo, e che erano, all’epoca, giustificati da una precisa posizione politica. Parlare di ‘Far West’ e di ‘giustizia fai da te’ sono stilemi propri della vecchia amministrazione, e mal s’addicono ad un organismo autonomo come quello della Magistratura, che, notoriamente non ha il compito di far politica.

Personalmente riteniamo che i punti dolenti siano essenzialmente due: eliminare l’eccesso in legittima difesa – un evidente ossimoro, una contraddizione in termini: come fa la difesa ad essere legittima se vi è un eccesso? – soprattutto nel punto in cui s’invoca una proporzionalità della difesa nei confronti dell’offesa, in un momento che dobbiamo considerare di massima concitazione, e quindi l’assenza della capacità di giudicare con equilibrio. Non si capisce oltretutto da cosa e con cosa, e secondo quali parametri tale giudizio dovrebbe essere assunto. Il secondo punto è considerare l’aggressore come quello che è, un delinquente che con il suo atto rinuncia a tutti i diritti di una persona comune, mettendosi dalla parte del torto, e affronta il rischio di perdere la vita o l’incolumità fisica, senza la possibilità di ricevere risarcimenti in sede civile, né lui né i suoi parenti. Quanto all’armarsi con facilità, questo non è mai stato chiesto. Nel proposito abbiamo, questo è evidente, leggi sufficienti e atte allo scopo di evitare abusi. Lasciando da parte ogni altra elucubrazione tirata per i capelli.

Abbiamo raccolto, nel merito, il parere autorevole del Prefetto dottor Francesco Tagliente, una persona che ha sempre dimostrato equilibrio e grande competenza e autorevolezza negli argomenti inerenti la pubblica sicurezza. Ecco quanto ci ha dichiarato.

“Premetto che il tema delle armi è delicato e complesso anche per gli addetti ai lavori e che bisogna tenere distinti la detenzione e porto d’armi dalla legittima difesa. Condivido la preoccupazione del presidente dell’Anm Francesco Minisci per il “rischio giustizia fai da te” e che la legge attualmente operativa “è sufficientemente chiara e copre tutte le evenienze che si possono verificare”; ma questo solo per quanto attiene al porto d’armi e alla detenzione. E’ necessario evitare il rischio di apertura alla possibilità indiscriminata di acquistare le armi. Diverso è il discorso per la legittima difesa. Condivido che bisogna garantire al cittadino che si difende in casa propria di non avere strascichi giudiziari. Bisogna far sì che chi si è difeso legittimamente non debba essere vittima due volte. Se si avverte più paura e voglia di armarsi; se siamo arrivati al punto che il 39% degli italiani, quasi uno su 4, è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale, bisogna riflettere e prendere seriamente in considerazione una diversa politica della sicurezza per tentare di prevenire il pericolo della soluzione “fai-da-te” facendo ricorso alle armi e alle ronde. La notizia di tanti italiani messi sotto indagine per aver sparato contro il bandito entrato in casa loro o nella loro azienda, potrebbe aver contribuito ad indebolire la fiducia nelle Istituzioni e alimentato la voglia di armarsi. La gente riflette sul caso di Ermes Mattielli, colto da infarto dopo essere stato condannato a 5 anni per aver sparato a due ladri e a risarcirli, come riflette sul caso dell’oste di Casaletto Lodigiano, Mario Cattaneo, a processo per eccesso di legittima difesa. Devono far riflettere le dichiarazioni di Franco Birolo, il tabaccaio che uccise un ladro entrato nel suo negozio per legittima difesa, condannato a due anni e 8 mesi e a un risarcimento, poi assolto in appello per legittima difesa. Deve far riflettere l’annuncio di quel negoziante che ha deciso di mettere in vendita la tabaccheria per fare fronte a tutte le spese subite in questi sei anni di odissea. Se non consentiamo a chi è aggredito in casa di potersi difendere e di poter reagire legittimamente all’aggressione rischiamo di trovarci nella impossibilità di gestire la rabbia con risvolti imprevedibili per la sicurezza. Io sono convinto che sia necessario intervenire sul piano normativo per garantire la certezza della legittimità nell’uso delle armi a quei cittadini che si vedono costretti a difendersi quando la loro incolumità o quella dei propri cari è in pericolo”.

Da parte nostra non possiamo far altro che essere d’accordo con il Prefetto Tagliente, che ringraziamo per la sua disponibilità. Non si può sempre considerare in malafede un cittadino, quando si devono stabilire delle regole, senza che l’organismo legiferante sia a sua volta in malafede. Ci auguriamo che questa proposta di legge trivi presto una sua via equilibrata e giusta, e che tutti possiamo, letteralmente, dormire sonni più tranquilli.

Roberto Ragone




Sicurezza, insicurezza, armi e ronde. Tagliente: “Possedere un arma non può mai essere considerata una soluzione; semmai un extrema ratio”

“Voglia di armarsi? Bisogna prendere seriamente in considerazione una diversa politica della sicurezza per tentare di prevenire il pericolo della soluzione “fai-da-te” con ricorso alle armi e alle ronde”. A scriverlo il Prefetto Francesco Tagliente sulla sua bacheca Facebook. Tagliente, già questore di Roma, traccia un’analisi su una politica di gestione della sicurezza sulla falsa riga dell'”armiamoci e partiamo”. Vediamo cosa ha detto Tagliente.

“Siamo davvero in presenza di meno fatti delittuosi? Secondo il rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia, realizzato dal Censis i reati denunciati sono in calo del 10% e gli omicidi, le rapine e i furti si sono ridotti rispettivamente del 43,9%, del 37,6% e del 13,9%

Sicuramente si avverte più paura e voglia di armarsi. E’ lo stesso rapporto sulla sicurezza del Censis a sottolineare che i cittadini hanno paura e vogliono ricorrere alle armi per potersi difendere: in 4,5 milioni di case ci sono pistole o fucili, mentre, in un anno, le licenze per porto d’armi sono aumentate del 13,8%. Ma questi dati potrebbero continuare a crescere visto che il 39% degli italiani, quasi uno su 4, è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale.
La sicurezza, l’insicurezza, le armi, le ronde sono stati i temi al centro della trasmissione del 28 giugno de La Vita in Diretta Estate su RaiUno condotta da Ingrid Mucitelli e Gianluca Semprini.

 

https://www.facebook.com/100008693537338/videos/1883899631909803/

Quello che sapevamo e che ci è stato amplificato negli ultimi giorni, impone di prendere seriamente in considerazione una diversa politica della sicurezza per tentare di gestire il pericolo della soluzione “fai-da-te”, facendo ricorso alle armi e alle ronde.

Deve far riflettere il servizio ”tornano le ronde”? realizzato da Lorenzo Lo Bossoli, con interviste ai cittadini della Borghesiana dove i residenti si organizzano con il controllo del vicinato valutando la possibilità di realizzare dei turni di ronde notturne.

Devono far riflettere le dichiarazioni in diretta da Franco Birolo, il tabaccaio che uccise un ladro entrato nel suo negozio per legittima difesa, condannato a due anni e 8 mesi e a un risarcimento, poi assolto in appello per legittima difesa. Deve far riflettere l’annuncio di quel negoziante che ha deciso di mettere in vendita la tabaccheria per fare fronte a tutte le spese subite in questi sei anni di odissea.
Se vogliamo gestire questa percezione di crisi della sicurezza è necessario impegnare tutti gli anelli della catena della sicurezza a fare meglio e di più con spirito di coesione interistituzionale, e far sapere alla gente i risultati conseguiti.

Le Forze di Polizia fanno la loro parte (Lo stesso rapporto Censis mette in evidenza che le Forze dell’ordine godono di una grande fiducia da parte degli italiani) investigando e assicurando alla giustizia gli autori dei delitti che chi stessi operanti, i familiari delle vittime di quei criminali e tantissimi altri cittadini, non vorrebbero rivedere fuori dal carcere. E’ necessario impegnarsi sul piano politico, giudiziario e diplomatico per garantire la certezza della necessaria integrale esecuzione della condanna, la certezza della esecuzione dei provvedimenti di espulsione e ogni possibile iniziativa sul piano delle convenzioni multilaterali e accordi bilaterali per l’esecuzione della pena nel Paese di origine del condannato.
Non c è dubbio che la priorità oggi sia quella di far crescere nei cittadini la percezione della sicurezza. Per far questo occorre intervenire sul rapporto di fiducia tra questi e le istituzioni chiamate a vario titolo a concorrere nella correzione ambientale, strutturale e sociale. Non è un caso che, da anni, le forze dell’ordine siano in cima alla scala di fiducia dei cittadini. Loro ci sono sempre ogni giorno 24 ore su 24.
Quando una condanna arriva dopo anni o viene cancellata, se i luoghi che ci circondano sono degradati, quando un giovante non trova lavoro, si avverte l’assenza delle istituzioni.

Oggi i grandi temi sono l’immigrazione e la sicurezza. Sono settori complessi su cui bisogna lavorare in sinergia sul quotidiano facendo sì che le leggi siano rispettate ed i cittadini ne percepiscano l’efficacia nella loro vita di tutti i giorni.

Possedere un arma non può mai essere considerata una soluzione; semmai un extrema ratio. È questo che viene insegnato ai giovani poliziotti e appartenenti alle forze dell’ordine all’inizio del loro addestramento. A temere la loro stessa arma, a sapere che una volta estratta, una pistola crea un pericolo per se e per gli altri. Ogni poliziotto avverte, anche al poligono, il senso del timore e del rispetto della pistola, anche se è la sua compagna a di tutti i giorni e sa che quell’addestramento gli serve per evitare i rischi che essa comporta. Tutto questo non lo si può delegare ai semplici cittadini né si può consentire loro di farsi coinvolgere in un idea di maggiore sicurezza che nessun arma, in mani non competenti, può dare”.




112 NUE pronto in 5 secondi? È una realtà o una speranza ?

Delle due l’una o le inchieste de L’Osservatore d’Italia hanno promosso la rimodulazione delle procedure del 112 Nue o le istituzioni forniscono una versione da riscontrare.

Nel corso della trasmissione “La Vita in Diretta Estate” di ieri sera 20 giugno, condotta da Gianluca Semprini e Ingrid Muccitelli, si è parlato anche del funzionamento e del “Numero Unico delle chiamate di emergenza 112 NUE”.

In studio, tra gli altri, Alberto Zoli Direttore Generale dell’Azienda regionale emergenza urgenza della Regione Lombardia, Carlo Bui presidente del comitato per l’innovazione del settore ICT della Pubblica Sicurezza e responsabile dell’attuazione del progetto “Numero Unico delle chiamate di emergenza 112 NUE”, Mario Giosuè Balzanelli, Presidente nazionale della Società Italiana Sistemi 118 (SIS118).

Dagli studi Rai di Bari era in collegamento il Prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma, per oltre 40 anni impegnato nei diversi ruoli a potenziare le installazioni necessarie per garantire ai cittadini una pronta accessibilità al centralino di soccorso pubblico e ad assicurare la massima disponibilità degli operatori con una riposta il più rispondente possibile alle aspettative della gente. Nel 2010 Tagliente da Questore di Roma era riuscito a far ridurre i tempi di risposta al 113, in media, da 46 a 6 secondi.

In studio anche la giornalista Valentina Ruggiu che ha ripetuto in trasmissione la denuncia dell’inutile attesa di un’ambulanza ad Albano Laziale mentre il padre moriva.

Alberto Zoli e Carlo Bui si sono dichiarati soddisfatti del funzionamento del nuovo 112. In particolare Alberto Zoli sulle denunce di disservizi e la presenza in studio della figlia di un uomo deceduto dopo vari vani tentativi di richiesta di soccorso, ha dichiarato che i cittadini che si rivolgono al 112 NUE ottengono risposta mediamente entro 5 secondi.

“Ci hanno messo la faccia. Ora sappiamo chi sono i responsabili del funzionamento del 112. Mi sarei aspettato comunque un po’ più di umiltà di fronte ai gravi fatti accaduti e denunciati” scrive Tagliente sulla pagina FB dove ha postato il suo intervento nella parte conclusiva della trasmissione.

Tagliente nel corso del suo intervento ha premesso che per oltre 40 anni si è occupato di gestione del soccorso pubblico nei vari ruoli; che Firenze è stato concesso il Fiorino d’oro, la massima onorificenza della città, alla sovrintendente Manuela Bigoni, addetta al 113, per aver salvato la vita di 18 persone che avevano tentato il suicidio; che la gente chiede di essere garantita nel diritto alla vivibilità in sicurezza e le istituzioni hanno il dovere di promuovere tutte le iniziative per garantire accessibilità.

Sul tema l’osservatore d’Italia ha portato avanti una campagna di sensibilizzazione con decine di articoli raccogliendo testimonianze e denunce, anche da parte delle organizzazioni sindacali di polizia, vigili del fuoco e del 118, sulle mancate o tardive risposte alle richieste di soccorso.

La dichiarazione fatta alla Vita in Diretta Estate dal Direttore Generale dell’Azienda regionale emergenza urgenza della Regione Lombardia, farebbe pensare che le inchieste de “L’Osservatore” siano servite a far apportare dei correttivi per ridurre i disagi.

Se fosse vero che entro 5 secondi dalla chiamata il cittadino che si rivolge al 112 NUE può contare sull’invio di un equipaggio di polizia, carabinieri, vigili del Fuoco o ambulanza, sarebbe un grande passo avanti sulla sicurezza e in particolare sulla percezione della sicurezza. E’ di tutta evidenza l’importanza che un cittadino sappia che se dovesse trovarsi in una condizione di pericolo può contare su strutture accessibili pronti ad intervenire.

I rappresentanti delle istituzioni devono fare attenzione alle promesse, perché se poi non vengono mantenute possono originare reazioni imprevedibili.

Il Numero Unico per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento è uno dei pilastri fondamentali per la sicurezza delle città oltre che termometro dei rapporti d’integrazione sociale.

Se il cittadino sa che chiamando il numero di emergenza lo trova libero, gli operatori rispondono subito e sono professionali, al momento in cui avverte una situazione di disagio o di pericolo, non esiterà a chiamare mettendo in condizione le forze di polizia o i mezzi di soccorso di sapere e di intervenire. Viceversa se ha avuto precedenti esperienze negative – dirette o anche per sentito dire – sarà orientato a non chiamare, alimentando così il numero oscuro dei reati e la speranza di impunità dei potenziali autori dei reati. Peraltro, tempi e qualità delle risposte al numero di soccorso pubblico e pronto intervento possono falsare o consentire una lettura distorta dello stato di sicurezza delle città.

Rispondendo in ritardo si ricevono meno telefonate e si conoscono meno i reati realmente accaduti con una forbice sempre più ampia tra sicurezza reale è percepita.

Per far capire meglio l’importanza di questo “Servizio”, Tagliente nel corso dei vari interventi fatti sul tema lo ha paragonato, con una immagine figurata, ad un dispositivo di regolazione del flusso, come un rubinetto che ha la funzione di alimentare o scoraggiare (con l’apertura o chiusura della valvola) le segnalazioni di reato da parte dei cittadini e, di conseguenza, permettere di attivare gli operatori di polizia deputati al pronto intervento (volanti o gazzelle) ed a seguire l’attività degli organi investigativi (Squadra mobile, Digos ed omologhi Uffici dei Carabinieri) e della stessa Magistratura.

Sul Numero Unico delle chiamate di emergenza l’Italia vanta una straordinaria storia di modello di riferimento

L’Italia è stato il primo paese al mondo ad aver attivato il numero di telefono unico 113.

Dal 1969 i cittadini italiani hanno avuto la possibilità di potersi avvalere di un numero unico nazionale per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento gestito da persone dotate da un spiccato senso dello Stato, fortemente motivate, con una spiccata sensibilità e professionalità.

Prima dell’Italia solo l’Inghilterra aveva attivato il numero unico 999 ma non a livello nazionale, perché era operativo solo a Londra.

Per anni il 113 è stato ritenuto il modello di riferimento mondiale per la gestione del soccorso pubblico. Centinaia di delegazioni estere hanno fatto visita alla Sala Operativa della Questura di Roma per conoscere la funzionalità del servizio.

Mentre il mondo si ispirava al modello italiano, i Governi pro tempore consentivano la proliferazione dei numeri per le richieste di pronto intervento 112, 114, 115, 117, 118, 1515, 1518, 1522, 1530, ,1525, 1544 arrivando a farsi sanzionare dai giudici dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea per le inadempienze sul corretto funzionamento del numero unico di emergenza europeo 112.

Nel 1976 dopo 8 anni dalla operatività del 113, numero telefonico unico per le richieste di soccorso pubblico italiano, anche l’Europa raccomanda l’uso del numero unico decidendo di istituirlo poi nel 1991, per tutta l’Unione Europea. La scelta cade sul 112.

Dopo 49 anni dalla sua istituzione il Governo e Parlamento hanno mandato in pensione lo storico 113 e con lui hanno mandato in pensione anche il 112 nazionale gestito dai carabinieri, 115 per le richieste di pronto intervento dei Vigili del Fuoco e il 118 utilizzato per la chiamata delle autoambulanze.

Negli ultimi tempi stavano assumendo toni preoccupanti le proteste per la gestione del nuovo numero unico di emergenza 112 Europeo anche da parte di molti sindacati.

I sindacati di polizia, dei vigili del fuoco e degli infermieri che da mesi denunciavano forti criticità del numero unico organizzato come un normale call center senza nessun appartenente ai corpi e alle amministrazioni coinvolte nelle emergenze.

L’obiettivo di tale unione di forze delle varie sigle sindacali di categoria, era, e sicuramente è ancora, attuare una soluzione che permette di avere un unico filtro alla richiesta di aiuto, in un contesto di risposta multidisciplinare.

Solo per citare alcuni casi, a Torino sei sigle sindacali si sono uniti in una conferenza stampa per contestare l’istituzione del numero unico 112 in tutta Italia. Si tratta dei sindacati SAP, SIAP e SIULP per le forze dell’ordine, NurSind per gli infermieri, CONAPO e FNS Cisl per i Vigili del Fuoco.

Secondo quanto ricostruito dall’annuncio, la CUR (centrale unica di risposta) è “Un moltiplicatore di inefficienze e sprechi che con l’introduzione di un passaggio in più ha allungato i tempi di risposta, secondo una strategia scellerata che ha di fatto moltiplicato le criticità e i rischi”.

E purtroppo ci sono esempi che dimostrano il disservizio.

“Secondo i sindacati l’introduzione di un passaggio in più, ha allungato i tempi di risposta mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. Il sindacato dei vigili del fuoco (Conapo) facendo riferimento alla morte di un bambino di 10 anni annegato a Bosio ha denunciato che la richiesta di intervento ai vigili del fuoco per salvare Leonardo Pecetto è arrivata con 15 minuti di ritardo. “Dai dati in nostro possesso – scrive il Conapo – i vigili del fuoco sono stati allertati ben 15 minuti dopo che la richiesta di soccorso è pervenuta al numero unico di soccorso 112”. A Roma Il messaggio di una signora, con il quale, la stessa, lamenta su Facebook di aver atteso 13 minuti per segnalare un incendio al numero di emergenza 112, ha alimentato centinaia di condivisioni con migliaia di like e commenti polemici molto pesanti sul funzionamento del nuovo 112 NUE.”

Il centralino del 112 NUe rappresenta uno dei principali termometri della percezione della sicurezza del cittadino, collocandosi tra i primi momenti di contatto con le persone che vivono un momento di disagio o di pericolo.




Cosenza, Tommaso Bove riconfermato presidente dell’associazione degli Insigniti al Merito della Repubblica

COSENZA – Si è conclusa con la riconferma del presidente Tommaso Bove e la determinazione del nuovo Ufficio di presidenza a proseguire, con sempre maggiore impegno, la promozione dei valori richiamati nella nostra carta Costituzionale il Raduno nazionale dell’Associazione degli insigniti al Merito della Repubblica italiana (ANCRI). L’assemblea generale dei soci ha eletto all’ufficio di presidenza nazionale Francesco Avena, Domenico Garofalo, Franco Graziano, Francesco Tagliente e Francesco Tudisco. Prima della conclusione dei lavori il presidente Bove ha presentato all’Assemblea generale la nuova squadra composta, oltre che dall’Ufficio di presidenza scelto dall’Assemblea, i delegati nazionali e il consiglio nazionale.

Nel corso dell’Assise è stato condiviso di arricchire l’Ancri di tre nuove deleghe: la sicurezza informatica, l’innovazione e la ricerca e la protezione civile

La sicurezza informatica è stata affidata a Marco Valerio Cervellini, Sostituto Commissario della Polizia di Stato in servizio presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, promotore delle campagne di sensibilizzazione sulla navigazione sicura dei minori e degli adulti, sulla rete internet.

La ricerca e Innovazione e stata affidata a un grande personalità del CNR, l’ing. Ottavio Zirilli, Ufficiale OMRI, Responsabile dell’Area della Ricerca del Consiglio Nazionale delle ricerche di Pisa
La protezione civile invece è stata affidata a un addetto Antonio CERRAI, Presidente provinciale della Croce Rossa di Pisa, anche lui insignito della Benemerenza di Ufficiale OMRI. È stata molto apprezzata l’attività del vulcanico Presidente della Sezione locale ufficiale Angelo Cosentino che coadiuvato dai cavalieri Pasquale Giardino, Armando Tocci, Giuseppe Miraglia e Giovanni De Lia, ha assicurato sia una attenta pianificazione dell’accoglienza degli associati provenienti da tutto il territorio nazionale e da altri paesi sia l’organizzazione dell’evento.

La cerimonia si è conclusa con una manifestazione molto partecipata anche da parte della società civile cosentina

Dopo la deposizione di una corona di alloro al Monumento dei caduti, cui ha fatto seguito una preghiera da parte del cappellano della Polizia di Stato Mons. Pier Maria Del Vecchio, è stato il momento degli interventi conclusivi nella bellissima cornice allestita in piazza dei Bruzi, antistante il Comune. Oltre alla presenza del Tricolore sorretto da un gruppo di ragazzi e del Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, erano presenti i sindaci Pietro Caracciolo del Comune Montalto Uffugo, Antonio Russo del Comune di Crosia, Mario Pizzino del Comune di Amantea, Armando Tocci del Comune di San Martino di Finita, Rosaria Amalia Capparelli del Comune di San Benedetto Ullano, Agostino Chiarello del Comune di Campana e Crea Nathalie Presidente del Consiglio Comunale del Comune di Mendicino.
Presente anche una rappresentanza delle scolaresche di Cosenza, dell’Associazione nazionale Carabinieri e dell’Associazione nazionale Polizia di Stato e i gonfaloni e labari dell’ANCRI e delle altre associazioni.

Prima degli interventi la presentatrice Antonietta Cozza ha presentato Marco Voleri, cantante lirico che con la sua bella e potente voce tenorile, accompagnato dalla Banda musicale dell’Associazione Polizia di Stato, ha intonato con forza, il Canto degli Italiani.

A seguire sono intervenuti il presidente Tommaso Bove, il prefetto Francesco Tagliente

Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha chiuso gli interventi manifestando piena condivisione per la mission e la vision dell’ANCRI che pone al centro delle proprie attività la persona umana e gli altri valori che discendono dalla nostra Carta Costituzionale.

Particolarmente toccante è stato intervento del prefetto Francesco Tagliente, delegato ai rapporti istituzionali dell’ANCRI, che riassumendo la missione dei Benemeriti della Repubblica ha anticipato l’evento organizzato dall’ANCRI il 9 maggio alla Questura di Roma per celebrare la giornata delle vittime del terrorismo.




Roma, il Prefetto Francesco Tagliente relatore alla presentazione del libro sul Papa emerito

ROMA – Presentata a Roma la pubblicazione “Benedetto XVI, L’Arte è una porta verso l’infinito. Teologia estetica per un nuovo rinascimento” scritta dal Monsignor Jean Marie Gervais. L’opera si presenta come un manuale d’arte con l’intervento dell’artista Bruno Ceccobelli che per l’occasione ha realizzato dieci tavole inedite che nascono da altrettanti interventi del Pontefice emerito sull’arte e sulla via pulchritudinis.

La prefazione è stata curata dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per lo stato Città del Vaticano, Arciprete della Basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro.

E’ arricchita da dieci Tavole inedite dell’artista Bruno Ceccobelli, che illustrano il volume, e dal saggio critico del professor Mariano Apa, che ha commentato ciascuna tavola e il lavoro dell’artista nel panorama dell’arte contemporanea.

La pubblicazione di Monsignor Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, esponente della Penitenzieria Apostolica, nasce come omaggio al Papa emerito, dall’Associazione culturale Tota Pulchra. Associazione fondata nel 2016, dallo stesso Monsignor Gervais, proprio per onorare la bellezza dell’arte, in quanto manifestazione della Luce Divina nelle potenzialità dell’uomo, e per questo, mettere gli artisti in condizione di esprimere la propria arte, fornendo mezzi e luoghi appropriati. Gli artisti, infatti, attraverso le opere del loro ingegno, possono aiutare tutti a scoprire la bellezza del creato” legami proprio naturali tra fede e arte, in quanto finestra spalancata sull’immaginazione, e quindi sull’Infinito.

Con il coordinamento di Valerio Monda e Luca Alberto di Laudo, rispettivamente primo e secondo assistente dell’Associazione “Tota Pulchra si è sviluppato un interessante dibattito, con l’autore Monsignor Gervais e con la criminologa Imma Giuliani e il prefetto Francesco Tagliente.

“L’invito alla presentazione di una pubblicazione che esalta le meraviglie artistiche che ornano da secoli il Vaticano e i rapporti che hanno legato i Papi della storia agli artisti – ha scritto il Prefetto Francesco Tagliente sulla pagina FB – ha risvegliato la mia curiosità verso l’estetica e l’arte sacra e fatto riflettere sul mio legame con l’arte e gli artisti.

L’Osservatore d’Italia ha intervistato il prefetto Tagliente, noto per aver promosso varie iniziative per valorizzare opere monumentali

In tanti gli riconoscono l’impegno per il decoro degli ambienti architettonici del Palazzo Bonifacio sede della Questura di Firenze e del Palazzo San Vitale sede della Questura di Roma e per ultimo del Palazzo Medici sede della Prefettura di Pisa. Peraltro nella città della Torre il suo impegno per il recupero del patrimonio architettonico e monumentale, è stato documentato con quattro pubblicazioni.

Prefetto come nasce il suo interesse per l’arte?

Una delle ragioni del mio continuo interesse per l’arte è certamente da ricercare, a margine del mio percorso professionale, nella curiosità di cercare di capire la varietà dei linguaggi e la sua dialettica, nel percorso di ricerca e di confronto. Quella curiosità che spinge l’uomo alla conoscenza, a prendersi cure, a non disinteressarsi del mondo circostante, a meravigliarsi di tutte le possibili manifestazioni.

Una curiosità che si è trasformata in una passione. Come si è stata alimentata?

Una particolare passione per le opere pittoriche è stata alimentata da un’innata esigenza di arricchire il mio patrimonio culturale, cogliendo ogni possibile occasione per frequentare ambienti diversi dal mio mondo professionale, per scoprire l’altra parte dell’uomo, quella più luminosa, dove, come dice William Blake, “l’immaginazione non è uno stato mentale: è l’essenza umana stessa. Per anni, con frequenza quasi giornaliera, al mattino presto mi fermavo lungo il percorso casa-ufficio con gli artigiani del laboratorio del corniciaio e gallerista Onorato Mancini, in piazza Nicosia a Roma. Lì incontravo tanti artisti con i quali mi soffermavo a parlare, per capirne la sensibilità.

Ma c’è stato qualcosa in particolare che ha fatto scattare questa molla? Da che cosa è stato colpito?

Spesso ho riflettuto di fronte a un’opera sul mistero dell’arte. Mi ha colpito in passato, guardando “Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo?” di Paul Gauguin, la grande sofferenza fisica e psicologica che il dipinto mi trasmetteva. La morte della figlia, le incomprensioni che la sua pittura aveva incontrato, spinsero Gauguin a scrivere il proprio testamento spirituale, lasciando, attraverso il simbolismo del colore, il suo forte messaggio sullo svolgimento della vita dell’uomo.

Che ruolo ha esercitato l’arte nel suo percorso professionale?

L’arte può rappresentare la via della liberazione emotiva dell’individuo, il mezzo per superare, oggettivandolo anche il dolore. Io penso anzi sono convinto che l’arte nasce dalla parte più profonda dell’artista. Essa rappresenta come afferma Schopenhauer, la “conoscenza libera e disinteressata”, “sottrae l’individuo alla catena infinita dei bisogni e dei desideri quotidiani, offrendogli un appagamento immobile….

Ha frequentato degli artisti?

Si, li ho frequentati e mi sono arricchito della conoscenza di Remo Branca, Giorgio De Pasquale, Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Sigfrido Oliva, Salvatore Provino e altri artisti come Sergio Lombardo: mi hanno consentito di avvicinandomi all’arte della grafica, all’incisione, alla serigrafia, alla litografia e alla xilografia riuscendo a capirne e a riconoscerne la differenza, fino a seguire la lavorazione delle lastre per incisione al torchio a casa del Maestro Renzo Vespignani. Frequentando la casa del Maestro, animata dalla compagna Rossana Mataloni, ho trascorso ore piacevolissime ascoltando racconti e discutendo di arte.

Parla come se fosse stato molto coinvolto dalle opere del Maestro Renzo Vespignani?

Si e ripensando alle sue opere, mi soffermo spesso a pensare come attraverso la bellezza dell’arte, l’uomo dia un senso alla realtà e alla propria esistenza, a come con l’arte trasmetta messaggi, quando non riesca a comunicare agli altri gli aspetti più profondi del proprio io.

Grazie