Roma, ri-occupazione via Paisiello: pc che “scottano” nell’ex sede di Francesco Storace

ROMA – Nell’immobile di via Paisiello, ex sede del Giornale d’Italia e de La Destra di Francesco Storace, attualmente occupato da Forza Nuova e Roma ai Romani sono stati trovati dei pc dove sembrerebbe vi sia molto materiale che scotta. A raccontarlo in una video intervista è Giuliano Castellino, responsabile di Roma ai Romani.

Giuliano ci accoglie in via Paisiello 40, ai Parioli per comunicarci i motivi dell’occupazione: “Questa sede è aperta a tutti tranne ad Alemanno, Storace e Buonasorte che hanno tradito chi continua a credere negli ideali di giustizia sociale”. Castellino spiega che nel 2012, quando occuparono la sede di via Paisiello per la prima volta, pensavano che Storace potesse essere “un buon rappresentante” della loro battaglia: “Abbiamo creduto in Storace – racconta –  ma poi senza dire niente a noi che avevamo occupato l’immobile dandolo in gestione proprio a lui ha messo la sede del Giornale d’Italia, non ha pagato neppure i dipendenti che lavoravano qui, è andato a braccetto con Alemanno. Dentro questa sede c’era pure una stanza riservata a due rappresentanti della Lega Nord! Troppi inciuci! Ci ha deluso!”. E in merito alle “incongruenze pesanti” e i pc che “scottano” Castellino ha detto che vanno chiarite molte questioni e che i computer ora si trovano in mano ai loro commercialisti: “Sul film ‘Sangue Sparso’ (ndr. Ribattezzato ‘Soldi Sparsi’ da un nostro articolo del gennaio del 2014) vogliamo vederci chiaro perché ha preso diversi finanziamenti pubblici e da un’analisi superficiale mi risulta che ci sono delle grosse incongruenze ma prima di parlare dico che ci sono i nostri commercialisti che stanno facendo tutte le verifiche del caso”.

“Sangue Sparso”, girato nell’estate del 2011, vede come autrice Emma Moriconi, sposata con Roberto Buonasorte. Questo film ha tentato di raccontare una storia che ripercorre la strage di Acca Larentia del 1978, fino ad arrivare all’uccisione di Paolo Di Nella del 1983. Ma l’opera di Moriconi, per paradosso, non ha raccolto i godimento tra i “camerata”, ha riscosso molte critiche. E per altro, il film, non è finito in tutti i cinema come promesso dall’autrice ma è stato proiettato in qualche sala e per pochissimo tempo sebbene sia un’opera che ha beneficiato di un finanziamento del Ministero ai Beni culturali di circa 150 mila euro. Il bello è che secondo quanto detto da Moriconi a L’Osservatore d’Italia nel 2014, gli attori che vi hanno partecipato non hanno percepito alcun compenso. Del film hanno scritto: “Sangue sparso, alla faccia del patrocinio del ministero dei Beni Culturali e dei finanziamenti pubblici, è un film senza rigore storico-scientifico”. E ancora  viene definito “una sbilenca sequela di sketch tra principianti di osservanza storaciana, immagini per lo più statiche, alcuni notissimi protagonisti di quegli anni raffigurati con attori improbabili. L’alto e scolpito Nanni De Angelis diventa basso e tracagnotto e lo si vede passeggiare con un Ciavardini con….pancetta”.

I particolari però si possono ascoltare nella video intervista che ha rilasciato Castellino a L’Osservatore d’Italia. Una domanda che si è posto Giuliano mette ancora più curiosità: “Perché Alleanza Nazionale dava i soldi a chi ha occupato questa sede con un atto di forza?”. E la memoria va subito allo scandalo della casa di Montecarlo: forse tante accortezze per evitare un bis?

 




Forza Nuova, ri-occupazione di via Paisiello: le dichiarazioni di Giuliano Castellino a L’Osservatore d’Italia

ROMA – Nell’immobile di via Paisiello, ex sede del Giornale d’Italia e de La Destra di Storace, attualmente occupato da Forza Nuova e Roma ai Romani sono stati trovati dei pc dove sembrerebbe vi sia molto materiale che scotta. A raccontarlo in una video intervista è Giuliano Castellino, responsabile di Roma ai Romani.

Roma, ri-occupazione via Paisiello: pc che “scottano” nell’ex sede di Francesco Storace

 

 




ROMA, ELEZIONI: FRANCESCO STORACE UFFICIALIZZA LA SUA CANDIDATURA E RIUNISCE LA DESTRA ROMANA

Red Politica

Roma – Parte ufficialmente la campagna elettorale per Storace sindaco di Roma. La scelta politica di scendere in campo verrà spiegata a partire dalle 10 di domenica 6 marzo al teatro Quirino di Roma direttamente dal leader de La Destra che ufficializzerà la sua candidatura a primo cittadino della Capitale. “Al posto delle primarie hanno inventato le cazzarie – ha dichiarato Storace riferendosi alla scelta di candidare Bertolaso alla poltrona di sindaco –  per sostenere il candidato – Bertolaso ndr. – che parla di legalità mentre è a processo per reati gravissimi. Se fossero venuti come me – ha detto Storace – nelle case di Tor Vergata come nei bar di Torpignattara; nello stradone di Montespaccato come nei palazzi Ater di Casal Monastero; nei residence della Romanina come negli incontri con gli ambulanti si sarebbero accorti che di quello che decidono i partiti e le loro corti al popolo non gliene frega nulla e che il sindaco i cittadini della Capitale se lo sceglieranno da soli: è il motivo per cui al ballottaggio arriverò io e dopo le elezioni toccherà a me il governo di Roma”.

Per quanto riguarda la scelta di Forza Italia e Fratelli d'Italia in merito alla candidatura di Bertolaso il leader del Carroccio ha chiarito che per il momento Noi con Salvini non ha nessun candidato fino a quando non si esprimeranno i romani ai gazebo del 19 e del 20 marzo. "Se sceglieranno Bertolaso bene, – ha detto Salvini – se no seguiremo altre vie. Bertolaso – ha sottolineato Salvini – non è il mio candidato a meno che non me lo impongano i cittadini ai gazebo".
 




SCANDALO AUTOSTRADA ROMA LATINA, FRANCESCO STORACE: "CURIOSO CHE CI SI SVEGLI 12 ANNI DOPO"

 

"Marrazzo, in carica dal maggio 2005 approvò col suo consiglio regionale la legge a ottobre 2006, diciassette mesi dopo l'insediamento e a inizio legislatura. Ma lui e i suoi assessori vengono prosciolti".

 

Redazione

Roma – "Nella mia vita mi sono ogni tanto imbattuto in qualche magistrato. Nei casi più gravi – Laziogate e poi finanziamenti alla ricerca – è finita, dopo tanti anni ogni volta, con assoluzioni e proscioglimenti. L'unica "condanna", nel caso Napolitano. Potrei accontentarmi. Ora tocca alla procura della Corte dei Conti, che si è convinta di un danno erariale di 19 milioni di euro, al quale dovrei contribuire per il risarcimento anche io, se dovessi esserne giudicato corresponsabile". Lo afferma, in una nota, Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra "in merito all'inchiesta della procura della Corte dei Conti del Lazio sulla vicenda della costruzione dell'autostrada Roma-Latina". "La vicenda – prosegue Storace – riguarda l'autostrada Roma-Latina, che la mia amministrazione voleva realizzare come da programma elettorale e con i finanziamenti deliberati allo scopo dallo Stato attraverso il Cipe. Per il magistrato che sostiene l'accusa contabile, si tratta di un'operazione scandalosa 'come il Mosè. Se fosse vero, prima considerazione, ci sarebbero state mazzette e arresti. Nulla di tutto questo. Ci fu solo la scelta politica di realizzare una autostrada per far viaggiare meglio merci e persone. Se non fu realizzata va chiesto a chi si è fermato dopo: anche perché è difficile aprire un'autostrada in due anni e mezzo. Se una scelta politica è danno erariale – aggiunge Storace – mi chiedo per analogia a chi va chiesto il conto dei miliardi che buttiamo – salvastati incluso, salvaGrecia compreso – per restare in Europa. Ed è talmente limpida la nostra posizione che persino l'amministrazione che venne dopo di noi, quella Marrazzo, varò una leggina chiesta dall'Europa sanando le spese per la progettazione dell'opera in questione. Il magistrato ci rimprovera di non aver fatto noi quella legge. A febbraio 2004 l'Europa avviò la procedura di infrazione. Col mandato a scadenza aprile 2005 in dodici mesi a fine legislatura non fu possibile. Tanto è vero che Marrazzo, in carica dal maggio 2005 approvò col suo consiglio regionale la legge a ottobre 2006, diciassette mesi dopo l'insediamento e a inizio legislatura. Ma lui e i suoi assessori vengono prosciolti. Con un dettaglio: la determina per finanziare la progettazione – spiega ancora Storace – venne firmata quando io avevo appena lasciato la regione. I soldi li spese Marrazzo, ma dovrei pagare io? Pazienza, aspetteremo la sentenza che porrà la parola fine con lo stesso atteggiamento rispettoso della magistratura e fiducioso della giustizia che ci ha caratterizzato in diverse altre vicende di vita. Anche se sul banco dei chiamati a rispondere non ci sono il governo che finanziò l'opera e l'amministrazione successiva che quei soldi li spese, sanando il tutto con la leggina. In fondo, quelli di Mafia capitale, che di soldi ne hanno buttati davvero a iosa – ora si parla di un'indagine per le assunzioni del valore di 340 milioni di euro – stanno peggio. Giornalisti compresi. Trovo solo molto curioso – conclude Storace – che ci si svegli la bellezza di dodici anni dopo".




SCANDALO AUTOSTRADA ROMA LATINA: LA CORTE DEI CONTI CHIEDE A FRANCESCO STORACE 19 MILIONI DI EURO

Redazione

Roma – Diciannove milioni di euro sperperati per l’autostrada Roma-Latina che non esiste. La Procura regionale del Lazio presso la Corte dei Conti ha chiesto, la condanna in solido per Francesco Storace ex presidente della Regione Lazio, del suo assessore ai Lavori pubblici Giulio Gargano, dei dirigenti regionali Raniero De Filippis, Raimondo Luigi Besson, Patrizio Cuccioletta e Bernardo Fabrizio, del presidente pro tempore di Acea Andrea Abodi e dei consiglieri Flavio De Luca, Aurelio Saitta e Roberto Sorrentino.

Il magistrato Rosa Francaviglia ha paragonato l’affare Roma-Latina a quello del Mose: “Usati gli stessi schemi illeciti del caso veneziano con una serie di condotte illecite e omissive tese a favorire il socio privato di Acea, che ha avuto l’incarico di progettazione grazie ad un affidamento diretto”. Il magistrato ha inoltre annunciato altri filoni d’inchiesta sull’opera che sarebbe dovuta costare 1,8 miliardi e per la quale non è stata posta neanche la prima pietra.

La Procura della Repubblica di Roma ha acceso quindi i riflettori sulla vicenda che vede coinvolti l’ex presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, l’allora assessore Giulio Gargano e una serie di dirigenti regionali: ad alcuni di loro per valutare se c'e' stata una condotta dolosa.

Nel mirino è finita la società Arcea, partecipata al 51% dalla Regione Lazio e creata nel maggio 2003, che commissionò al Consorzio 2050 la realizzazione di tutti gli elaborati progettuali tramite affidamento diretto. Secondo il magistrato della Corte dei Conti “la società venne costituita ad hoc per drenare risorse pubbliche attue a favorire il socio privato”.

Subito dopo la creazione della Arcea, l’Associazione nazionale costruttori edili presentò un esposto all’Autorità della concorrenza, all’Autorità sui lavori pubblici e alla Commissione europea. Dopo una serie di lodi arbitrali sono circa 140 i milioni richiesti per danno secondo il Pm che ha osservato come “lo scorso 5 luglio l’Autorità anticorruzione ha escluso la Roma Latina dalla lista delle infrastrutture strategiche da finanziare”.




LEGA NORD PER ROMA: FRANCESCO STORACE SI SCHIERA CON CLAUDIA BELLOCCHI (LN) CONTRO IL RICICLAGGIO POLITICO

Redazione

Roma – La politica romana si sta accorgendo della situazione ridicola che si sta palesando nella corsa al riciclaggio politico, ieri Francesco Storace a sorpresa sui social si schiera  al fianco della leghista Claudia Bellocchi che, proprio ieri, aveva dichiarato la sua estraneità come unica rappresentante della Lega Nord a Roma ai fatti avvenuti in Consiglio Comunale che hanno coinvolto ex esponenti del Nuovo Centrodestra che si palesano appartenenti ad una imprecisata Lega compiendo "pagliacciate" che con la vera Lega Nord non hanno nulla a che vedere.

Storace va in soccorso delle tesi della Bellocchi su Facebook e Twitter, palesando anche lui sdegno per tali comportamenti che sta vedendo da appartenenti al mondo della destra romana, che sicuramente conosce bene.

Storace aggiunge: "E se ti servono notizie sui poltronari in arrivo e le loro prodezze scrivimi pure. Tanto non mi devo iscrivere da voi, ma il trasformismo è insopportabile", in evidente disaccordo sulle scelte arriviste di tali personaggi.

Conclude Francesco Storace con: "Li stai facendo impazzire", rivolto probabilmente agli ex NCD in questione.

Claudia Bellocchi dopo la presa di posizione di Storace dichiara: "Ringrazio Francesco Storace che si è dimostrato un politico serio e non un poltronaio. Oltre le diverse appartenenze politiche abbiamo come fattore comune, il non essere conformi a questi giochini da burattini e burattinai, e forse per il panorama politico attuale siamo persone scomode."

Claudia Bellocchi ricordiamo ha lanciato la sua disponibilità alla candidatura a Sindaco di Roma presentando con i suoi comitati civici una lista per Roma ed una Lega per il Lazio che si presenterà nei Comuni alle elezioni in programma a Primavera.




FRANCESCO STORACE: CHIESTA CONDANNA A SEI MESI PER VILIPENDIO A NAPOLITANO

Redazione

 Il pm, Laura Pezone, ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione per il segretario della Destra, Francesco Storace, nel processo che lo vede imputato di offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato per alcune dichiarazioni rese nell'ottobre del 2007. Per il pubblico ministero, che ha chiesto per Storace la concessione delle attenuanti generiche, tenuto conto dello stato di incensuratezza e del fatto che, dopo quelle dichiarazioni, l'imputato si e' scusato con il Capo dello Stato, le espressioni utilizzate "sono pesanti, insultanti e aggressive perche' offendono l'istituzione che rappresenta l'Unita' d'Italia"




FRANCESCO STORACE: PROCESSATO PER VILIPENDIO DI NAPOLITANO

Redazione

Francesco Storace, ex presidente della Regione Lazio e leader della Destra, rischia di finire in carcere. Per una vicenda che risale al 2007, per una parolina sbagliata contro Giorgio Napolitano. I fatti: nel 2007 Storace si sfogò contro i senatori a vita che tenevano in piedi il traballante governo Prodi con i loro voti. Una sorta di "pronto intervento" che si schierava a Palazzo Madama per riacciuffare per i capelli l'esecutivo. In particolare Storace se la prese con Rita Levi Montalcini che definiì "stampella". A questo punto intervenne il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano che definì "indegno" il comportamento di Storace. Quest'ultimo  non se ne stette in silenzio e rispose: "Indegno semmai sarà il Capo dello Stato". Proprio per questa parole "indegno" l'allora parlamentare fu denunciato per vilipendio al presidente della Repubblica. L'allora ministro della giustizia Clemente Mastella autorizzò il procedimento penale contro Storace. Sono passati parecchi anni e il precedimento è andato avanti così il 21 ottobre e Storace sarà processato per vilipendio al presidente della Repubblica, reato punito con una pena da uno a cinque anni. Se sarà condannato con una pensa superiore ai due anni, anche per Storace scatterà la legge Severino in base alla quale il condannato sarà estromesso dai pubblici uffici non più candidabile, esattamente come Silvio Berlusconi.

Lettera a Napolitano

“Illustrissimo Presidente sono certo che Lei, da uomo delle Istituzioni, farà di tutto per non apparire di fronte agli italiani  un privilegiato in questo momento in cui il sentire comune chiede con forza che la classe politica sia allo stesso livello di un normale cittadino che per difendersi dalle offese è costretto ad avvalersi di una semplice querela e non di strumenti arcaici che sanno di privilegio e di immunità” con queste parole Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, ha inteso inviare una lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Da consigliere regionale osservo come Lei signor Presidente abbia assunto in più di un’occasione un ruolo che è andato ben oltre quello che formalmente Le è stato assegnato dalla nostra Costituzione. E’ quindi naturale che la Sua figura si sia prestata a critiche importanti e di natura politica. Mi sembra il minimo subirle nel momento in cui si scende nell’arena del dibattito e si esula talvolta dal proprio ruolo di garanzia. Essendo riconosciuto l’impegno politico di Francesco Storace quale sincero e mai ingenuo credo che la posizione e le parole dette dallo stesso debbano essere accettate quali opinioni espresse nell’ambito di un dibattito politico. Mi sembra quindi assurdo poter pensare che un cittadino italiano possa andare in prigione per aver espresso il proprio parere. Come da Lei più volte sostenuto ritengo che il vilipendio sia da abolire immediatamente, anche perché signor Presidente, ad andare in carcere dovrebbero poi essere milioni di italiani che, suo malgrado e con il dovuto rispetto, non hanno una buona reputazione della Sua persona e del Suo operato. E la strana caduta dell’ultimo governo Berlusconi non può non far riflettere”, conclude Santori.




TECCHIENA (FR): LA DESTRA SOCIALE PASSA DALLE PAROLE AI FATTI. AL VIA LA CONFERENZA PROGRAMMATICA DEL M.A.N.

Giovedi 30 gennaio alle ore 17,30  presso il locale " il Messicano " a Tecchiena. Interverranno l' On. Luca Romagnoli, il Senatore Oreste Tofani e l' On. Francesco Storace. Introdurra' i lavori della serata Sergio Arduini dell' Ass. Fiamma – Destra Sociale di Frosinone.

 

Redazione

Tecchiena (FR) – Giovedi 30 gennaio alle ore 17,30  presso il locale " il Messicano " a Tecchiena in località Magione , si svolgera' una conferenza programmatica organizzata dal Movimento per un Alleanza Nazionale. "Finalmente si stà avverando quel sogno che tutti noi militanti e simpatizzanti appartenenti ai vari Partiti, Movimenti e Associazioni che affondano le proprie radici nella Destra Post-Missina da tanti anni si auspicavano. – Dichiara in una nota Arduini – La Federazione Unitaria di una Destra Italiana unita  e sociale – prosegue – a livello nazionale è finalmente realtà.
E' un dovere che avevamo verso le nostre basi militanti , dove in tutti questi anni sono rimasti pazienti e fiduciosi davanti a tante lacerazioni.  Dopo il primo incontro programmatico, della scorsa estate, svoltosi proprio qui a Frosinone seguito da tantissimi altri in tutto il territorio nazionale, dopo la grande manifestazione a livello nazionale di dicembre a Roma e soprattutto dopo l'accordo siglato dagli otto responsabili  dei suddetti gruppi politici che hanno aderito al Movimento Per un Alleanza Nazionale, oggi siamo passati dalle parole ai fatti. Vogliamo riportare con assoluta decisione quella socialità che oggi manca nello scenario politico nazionale e per quanto ci riguarda, noi militanti di zona  riproporremo le stesse tematiche in questa provincia tanto bistrattata e abbandonata a se stessa. Noi siamo quelle persone che  la politica la intendono svolgere con serietà e onestà, con azione e coerenza, parole ormai sconosciute se accostate alla politica odierna. Noi siamo questa realtà, abbiamo valori , abbiamo tesi e Idee sempre  all'avanguardia e oggi più che mai siamo intenzionati a dimostrarlo, per far rinascere finalmente una Destra Italiana Unita, una Destra Sociale le cui radici sono ben chiare ". Conclude Arduini.




“Soldi sparsi”: il film ancora non uscito sulla strage di Acca Larenzia

Ci chiediamo, tra proclami e annunci, quando uscirà veramente il film “Sangue Sparso”. Un film girato nell’estate del 2011 per essere distribuito gratuitamente anche alle scuole tramite la Regione Lazio.

Una storia che ripercorre la strage di Acca Larenzia del 1978, fino ad arrivare all’uccisione di Paolo Di Nella del 1983. E’ stato presentato nel 2012 presso la sede della Croce Rossa Italiana a Roma e in quell’occasione è stato mandato in onda il trailer. Si tratta di un lungometraggio che racconta le vicende avvenute tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, i così detti “anni di piombo”.

Siamo appena entrati nel 2014 ma il film ancora non è uscito nelle sale cinematografiche. C’è grande attesa per questo debutto ma anche un grande silenzio. Eccezion fatta per le dichiarazioni dell’autrice, Emma Moriconi, e la produttrice, Sabrina Virgili che di recente hanno precisato di aver ritirato la domanda di contributo avanzata alla Fondazione An dopo i cicloni della Magistratura e lo scandalo che ha investito la stessa fondazione. I soldi sarebbero serviti per una più ampia distribuzione sul territorio nazionale del film Sangue Sparso.

Comunque il film ha goduto di finanziamenti pubblici. Il progetto è stato approvato dalla Regione Lazio, Assessorato alla Cultura Settore Audiovisivi sotto la giunta Polverini. Dell’uscita nel 2014 ne danno notizia il Giornale d’Italia di Storace e altre testate tra cui il quotidiano Il Tempo.
La produttrice Emma Moriconi è anche redattrice del Giornale d’Italia e moglie di Roberto Buonasorte.

Sul suo blog Andrea Manicone, uno tra gli attori di “Sangue Sparso” scriveva il 25 luglio 2011 che il film vedrà la luce il prossimo gennaio del 2012 e sarà distribuito in tutti i cinema d’Italia. Quando ieri, il 6 gennaio 2014, abbiamo raggiunto al telefono Andrea Manicone, tra i registi e attori più di spicco nel centro sud, lo stesso sentendo che volevamo parlare di “Sangue Sparso” ha così esordito: “Pensavo di avere da voi qualche notizia riferita alla data di uscita del film. – Ha detto Manicone, il quale ha però sottolineato che il film è un prodotto di grande spessore e incuriosito ha chiesto se ci fosse un trailer da visionare – Non sento Emma Moriconi da qualche tempo, sinceramente penso di non sentirla da luglio del 2012”. Insomma Manicone ci è sembrato sorpreso che si stesse parlando di un progetto di diversi anni fa di cui adesso se ne sono perse le tracce. Quando a Manicone è stato chiesto se almeno fosse stato retribuito per la parte da attore nel film Sangue Sparso, quest’ultimo ha risposto con molta onestà: “Non ho mai chiesto compensi – ha detto – ne reclamato nulla e per questo non posso avanzare alcuna pretesa. Certo sinceramente eravamo rimasti con Emma che ci saremmo sentiti in merito. Avevo capito che comunque avremmo definito un compenso con tutta calma. Ma comunque ripeto ho partecipato al film perché lo ritengo di spessore, poi parliamo di diversi anni fa quindi non ricordo di preciso i particolari”.

Sorprende però che l’attore non sia stato invitato alla presentazione del film presso la Croce Rossa e non abbia neppure visionato il trailer. Il 31 ottobre del 2012 Emma Moriconi dichiarava alla giornalista Giovanna Serricchio che il film sarebbe uscito col nuovo anno e quindi nel 2013. Perché questo film da quando è stato girato, non ha visto ancora luce? “Lo sfondo sociale della pacificazione sociale” del 10 luglio 2011 come disse Emma Moriconi ad Agorà Tv ancora non lo si è percepito.

Intanto meglio sapere di più sulla Legge Regionale e finanziamenti per l’audiovisivo nel Lazio Il 14 marzo 2012 è stata approvata dal Consiglio Regionale. Gli strumenti principali della Legge, che prevede una dotazione di 45 milioni di euro, sono il Centro Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo e il Fondo Regionale, nati proprio con l’obiettivo di assorbire e sostituire le competenze della costellazione di interventi del passato. Il metodo di assegnazione dei fondi è indirizzato verso coloro che hanno indirizzato nel Lazio una certa percentuale della propria opera cinematografica o audiovisiva qualificata come prodotto culturale. Grazie al Fondo la produzione dell’opera potrà beneficiare di una sovvenzione determinata in misura percentuale delle spese sotto la linea sostenute nella nostra regione, dietro presentazione delle relative fatture quietanzate.

Ora la legge la conosciamo, sappiamo che questo film è stato girato, sappiamo che qualcuno ha prestato il proprio “ingegno” senza percepire compensi e sappiamo che finora oltre agli annunci non è uscito nulla.

L’attenzione e l’attesa sono sempre alte, ma per adesso più che sangue sparso sembrano “soldi sparsi” nel senso sembrano finanziamenti che ancora non hanno trovato “concretezza” nel panorama cinematografico culturale italiano.

E per di più, lo diciamo oggi, 7 gennaio 2014, che ricorre il 36 esimo anniversario della strage di Acca Larenzia, se non dovesse uscire o dovessero emergere ombre sulla gestione della produzione del film si rivelerebbe come una totale mancanza di rispetto nei confronti di ragazzi morti ammazzati per degli ideali politici.

di Chiara Rai




ROMA, MORTO QUESTA NOTTE TEODORO BUONTEMPO PRESIDENTE DE LA DESTRA

Redazione

Roma – Si è spento a 67 anni il presidente della Destra, Teodoro Buontempo, già consigliere comunale di Roma a 16 anni e deputato per cinque legislature. Per anni Buontempo è stato dirigente dell'Msi e di Alleanza nazionale. A dare l'annuncio della scomparsa del politico è stato il segretario nazionale della Destra, Francesco Storace, sul sito del Giornale d'Italia: "Teodoro Buontempo ci ha lasciato – è il titolo dell'articolo -. Il leone si è spento combattendo fino all'ultimo. Questa notte, alle 4:30, è salito in cielo circondato dall'amore della sua famiglia". Buontempo era stato colpito da una grave malattia ed era ricoverato in una clinica romana. Ancora non sono stati decisi né data né luogo dei funerali. ''Onore a Teodoro Buontempo. Che Dio protegga la tua anima''. Questo il messaggio di cordoglio della senatrice Pdl, ex Msi e An, Alessandra Mussolini, inviato su Twitter.

La carriera politica

Trasferitosi a Roma da Ortona nel 1968, visse i primi anni nella capitale dormendo in macchina o alla Stazione Termini e vivendo di stenti. Per questo, da allora, è noto con il soprannome di er Pecora. Nel 1972 diventa il primo segretario del Fronte della Gioventù di Roma, dopo essere già stato dirigente della Giovane Italia.
Fondatore e conduttore di una delle prime radio libere negli anni Settanta "Radio Alternativa" con sede in Roma a Via Sommacampagna, diventa presto il fulcro e la fucina di decine di iniziative, contribuendo a mettere in contatto migliaia di militanti, e diffondendo tra le prime, la cosiddetta "musica alternativa". Presente ai Congressi del MSI e del FdG o in occasione di comizi così come ai Campo Hobbit. Nel 1981 viene eletto consigliere comunale di Roma, venendo puntualmente rieletto sino al 1997. Malgrado gli vengano contestati comportamenti intemperanti, la sua popolarità è molto forte e varca i confini della città.
Nel 1992 è eletto alla Camera dei deputati nelle liste del Movimento sociale italiano-Destra nazionale. È membro della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici. Nel 1994 è rieletto alla Camera, nelle liste di Alleanza nazionale nelle quali, nel frattempo, era confluito l'MSI-DN. È membro della IX Commissione permanente (trasporti, poste e telecomunicazioni) e della Commissione speciale Infanzia. Nel 1996 è rieletto alla Camera. È membro della XIV Commissione (politiche comunitarie) e della Commissione bicamerale per l'Infanzia.
Nel 2001 e nel 2006 è di nuovo deputato con il ruolo di vice capogruppo di Alleanza Nazionale alla Camera ed assume la carica di segretario dell'Ufficio di presidenza della Camera dei deputati, con i presidenti Casini, (governo Berlusconi) e Bertinotti (Governo Prodi). Il 26 luglio 2007 Teodoro Buontempo aderisce al movimento La Destra, di cui viene eletto per acclamazione presidente nazionale il 9 novembre 2008.
Alle elezioni nazionali del 2013 è candidato alla Camera per La Destra ma non viene eletto a seguito del bassissimo risultato dal suo movimento (0,64%). Poco dopo le consultazioni, le sue condizioni di salute peggiorarono e di conseguenza venne ricoverato in una clinica privata in attesa di un trapianto: il 23 aprile però la situazione precipitò tanto che Storace, pur smentendo la notizia della sua dipartita annunciata dall'amico Umberto Croppi su Twitter, dichiarò che: "Teodoro Buontempo sta affrontando in queste ore la sua ultima battaglia terrena"[6].

L'impegno negli enti locali
Ricandidatosi più volte alle elezioni amministrative di Roma, Buontempo non ha ripetuto il successo raggiunto negli anni in cui era consigliere comunale della capitale. Nel novembre del 1997 venne candidato come vicesindaco dal Centrodestra alle elezioni Comunali di Roma, per sostenere la poco incisiva candidatura a primo cittadino di Pierluigi Borghini. La mossa non ebbe successo e le urne riconfermarono Francesco Rutelli. Alle elezioni amministrative del 2006 è stato il candidato presidente del XIII municipio di Roma (Ostia e dintorni), compattamente sostenuto dal centro-destra, e contrapposto al giovane Paolo Orneli, candidato dal centro-sinistra, ma alle elezioni del 28 e 29 maggio ha raccolto solo 41064 voti, pari al 39,33% (contro il 59,33% di Orneli).
Nell'aprile del 2008 si è infine candidato a Presidente della Provincia di Roma per il movimento La Destra, raccogliendo il 4,5% dei voti. È comunque stato eletto consigliere provinciale. Al turno di ballottaggio ha appoggiato Alfredo Antoniozzi, candidato presidente per il Popolo delle Libertà. Successivamente si candida per La Destra come presidente dell'Abruzzo. Si è battuto anche per l'applicazione di una fiscalità monetaria al posto dell'attuale sistema fiscale. È candidato come Presidente della Regione Abruzzo per le elezioni regionali del 14 e 15 dicembre 2008.
Alle elezioni regionali, raccoglie l'1,90% dei voti, pari a 11.514 dei consensi, alle spalle di Rodolfo De Laurentiis (Udc), Carlo Costantini (centro – sinistra) e l'eletto Gianni Chiodi del Pdl.
Dopo le elezioni regionali del 2010, Buontempo viene nominato Assessore alla Casa e alla tutela Consumatori nella Giunta del Lazio presieduta da Renata Polverini. Con le dimissioni di quest'ultima il 27 settembre 2012, resta in carica per l'ordinaria amministrazione.