Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (2 parte)

Oggi pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas, sui fatti occorsi il 24 aprile 2024 ove un lavoratore in forza alla Tekneko, società appaltatrice del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del Comune di Monte Compatri, ha rischiato di morire.

Domenico Teramo dopo i fatti, come sindacato Cobas come vi siete mossi?
Abbiamo inviato una diffida all’azienda. In tutta risposta Marco è stato oggetto di una sanzione disciplinare facendo riferimento a cose non vere perché uno dei problemi principali che ci sono in questo cantiere è la tutela dei cittadini perché abbiamo segnalato al Sindaco oltre che all’azienda situazioni non chiare. Abbiamo chiesto un incontro in quanto sembrerebbe che l’attività non si svolga in modo corretto, ad esempio gli spogliatoi non a norma.

Per caso sono quelle due PEC del 28 marzo 2024 e del 15 aprile 2024 di cui fai menzione in un comunicato?
Si si, e nel contempo vi è stata una ispezione da parte dell’Ufficio del Lavoro e quel cantiere non è più agibile a riprova che non lamentavamo cose non vere.

Guarda ho proprio qui con me la delibera n. 64 del 9 maggio 2024 dove l’amministrazione di Monte Compatri, in seguito alla richiesta, leggo testualmente dalla delibera “con nota prot. 13340 del 07.05.2024, l’Appaltatore ha avanzato richiesta di delocalizzazione del Centro logistico di cui sopra in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di raccolta comunale sito in Località Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana; … l’Appaltatore ha altresì comunicato la disponibilità a fornire moduli prefabbricati ad uso servizi igienici, spogliatoi e ufficio, previa messa a disposizione da parte del Comune di un sito idoneo” ed il Comune con tale delibera accetta.

Si tratta di questo?

Stralcio della delibera 64 del 09.05.2024 dove Tekneko richiede di “delocalizzare” il Centro Logistico

Si, ma questo avviene solo a valle dopo che l’Ispettorato del Lavoro ha fatto chiudere i servizi igienici.


E quindi scusa se ti interrompo ancora: il cantiere non può più sussistere?
Esatto! Hanno messo per un giorno un bagno chimico esterno ma questo genere di attività prevede che i lavoratori si possano fare una doccia.

Il cantiere “oggetto” della delibera

Voi avete una copia della verifica compiuta dall’Ispettorato del Lavoro?
L’abbiamo richiesta e siamo in attesa di riceverne copia.

Ricapitoliamo in modo da evidenziare bene il fatto: tu mi dici che il cantiere di Via Fontana delle Cannetacce è chiuso in quanto i servizi igienici e la doccia non sono a regola ed il Comune, invece, accetta una richiesta dell’appaltante, Tekneko, che invece dichiara, testuali parole, “esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di Igiene Urbana”. Ho capito bene?
Si, i bagni non sono a norma, non sono idonei.


Quindi ribadiamo la NON IDONEITÀ dei bagni del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce?
Certo, ma ti aggiungo che c’erano altre irregolarità


Il fatto che parrebbe anomalo è dato dal fatto che l’appaltatore, Tekneko, dice invece altro: io chiudo là perché voglio ottimizzare.

il cartello affisso nel cantiere

Ma scusami l’amministrazione in questa situazione cosa dice, come si sta muovendo? A Voi Cobas ha dato qualche risposta?
L’amministrazione non ha mai interloquito né con il lavoratore né con noi. È grave il silenzio. Ci avesse chiamato e detto qualcosa del tipo “è tutto falso” ne avremmo preso atto.

Lo avrai capito sono molto preciso su questo fatto: ufficialmente tu Domenico Teramo responsabile COBAS ha chiesto ufficialmente un incontro con l’amministrazione e non vi è stata nessuna risposta? Ho capito bene?
Risposta zero. La cosa che ci preoccupa è che questa attività deve essere svolta nei modi corretti perché si rischia di fare dei danni alla cittadinanza. Non è solo la questione del bagno; si lavavano i cassoni dei camion con l’acqua che andava nel terreno piuttosto che nelle fogne normali quindi senza nessun tipo di cautela.

Te lo ripeto: il mio compito è quello di capire e far capire ai cittadini di Monte Compatri quello che sta succedendo e, soprattutto, non è il momento di nascondersi dietro un dito anche perché i cittadini per questo servizio che Tekneko mette in essere pagano una TARI e quindi credo sia doveroso avere risposte e spiegazioni per un servizio che deve essere compiuto a “regola d’arte”. Quindi tu mi stai dicendo che esistono situazione che rasentano il “non regola d’arte”?
Si! Abbiamo segnalato più volte che la situazione di quel cantiere non è a norma. Non solo i servizi igienici.

Ribadisco: quindi parliamo del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce. E quello invece di Via Santa Maria Le Quinte in località Pantano?
Al momento non vi è nessuna segnalazione. Non ne siamo a conoscenza.


Ma il contratto di appalto è datato novembre 2020. Sono passati tre anni e mezzo. È possibile che fino ad oggi nessuno se ne sia accorto di queste, chiamiamole, carenze?
Io davvero in questa situazione non posso darti nessuna risposta. Ti posso solo dire che all’interno delle amministrazioni esistono due figure il RUP, Responsabile Unico del Procedimento, per l’appalto, ed il DEC, Dirigente Esecutivo del Contratto che avrebbero, anzi hanno il compito di verificare se tutto ciò che è previsto dall’appalto sia fatto a norma dall’azienda, i lavoratori che debbono essere adibiti. Il primo controllo che va fatto è che i cantieri siano a norma.
Scusami la metafora ma in seguito al tragico evento del 24 aprile quello che si sta aprendo sembrerebbe un vaso di Pandora. Stanno uscendo, a quanto tu dici, tutta una serie di situazioni.

30 maggio 2024 ore 11,00 ci sarà il vostro Sit-In. Che cosa chiedete a Tekneko e, soprattutto, all’amministrazione?
Il sit-in ha due compiti, due obiettivi: uno quello di, tra virgolette, “censurare” il sindaco in questo caso sia per le mancate risposte sia perché, incomprensibilmente, si è schierato da una parte, quella della società, e in questo abuso dei social su un commento del capo cantiere, evidentemente indirizzato e critico al lavoratore che si era sentito male, il sindaco ha messo un “mi piace non è comprensibile anche perché non vedo il perché ci si debba schierare in quel modo cosi “infantile; io personalmente evito di mettere qualsiasi cosa in generale

il post menzionato da Domenico Teramo ove è presente il “mi piace” del sindaco di Monte Compatri Francesco Ferri

Quel “mi piace” rischierebbe di dare veridicità ad una affermazione o sbaglio?
Certo e tornando alla domanda precedente il secondo obiettivo è quello di avere questo benedetto confronto. Chiederemo formalmente di essere ricevuti perché ci deve spiegare perché non ha fatto nulla.

Scusa se ti interrompo: ma ha motivato questa sua non risposta? Oppure proprio zero? Le vostre email sono partite sono arrivate e ..,
Silenzio assoluto.


Neanche, scusami se mi ripeto, proprio nessuna risposta, zero. E da parte della azienda e dalla parte della amministrazione?
Da parte della azienda di fatto lo stesso. Le contestazioni disciplinari che Marco ha subito c’è stato il tentativo del nostro avvocato di parlare con la controparte se c’era la volontà di discutere, ripeto noi non abbiamo nessun interesse di amplificare sulla pelle di un lavoratore una roba del genere, l’azienda, di fatto, non ha mai risposto. Non ha dato ritorno neanche al legale anche se normalmente tra legali che neanche una forma deontologica di reciproco rispetto di dare, in caso, anche riscontro negativo.


Quindi neanche i due uffici legali, il vostro e quello aziendale Tekneko, sono riusciti a parlare?
Noi abbiamo dato anche disponibilità di recarci pure ad Avezzano (sede legale dell’azienda nds) per parlare con l’azienda proprio per chiarire cosa fosse successo veramente.

Il procedimento disciplinare ha creato ulteriori problematiche a Marco?
È in corso.


Quindi non c’è stata neanche la volontà di parlare?
Assolutamente no. L’azienda si è rifiutata di avere una interlocuzione di qualsiasi tipo su questa questione.

Ti faccio una domanda, se vuoi puoi anche non rispondermi. Non credo che tu faccia sindacato da ieri, che cosa ne pensi di questa situazione sulla base di quella che è la tua esperienza, che cosa sta succedendo? Anche perché penso che nella tua situazione non è facile trovarsi di fronte ad situazione del genere anche perché quando qualcuno non vuole parlare ti domandi “dove sto sbagliando” o “dove sta il problema”, la domanda immagino che tu te la sia fatta, o sbaglio?
Certo che si, naturalmente noi trattiamo con molte aziende ed anche nelle situazioni più difficili un dialogo c’è sempre stato fosse anche per dire “non siamo d’accordo”. Questa situazione è incomprensibile per certi versi ed anche anomala se vogliamo; sia dalla parte istituzionale, il comune, sia dalla parte dell’azienda uno prova a dialogare. Proviamo al contrario: se io volessi strumentalizzare come Cobas più faccio casino più ho visibilità. Noi non siamo abituati a fare casino non ci interessa.
Io comunque ti ringrazio per la disponibilità di stare qua. Anche perché nei prossimi giorni sarò io a sollecitare e l’azienda e il Comune a rispondere anche perché Domenico Teramo come Cobas la faccia ce l’ha messa adesso c’è bisogno che qualcuno ce la metta. E quindi nel mio ruolo di informazione riteniamo giusto che si diano delle risposte anche perché resta un dovere istituzionale
Ti stavo dicendo per me questi comportamenti sono incomprensibili anche perché, te lo ripeto, in altre situazioni una interlocuzione c’è sempre stata e il motivo credo risieda tra il capocantiere e il sindaco.

Quello che personalmente sto notando che la politica locale, tranne un ex sindaco, è stata molto silenziosa proprio perché ha atteso quelle che fossero le misure da parte della amministrazione. Tranquillamente lo dico è l’ex sindaco Marco De Carolis
Tra le altre cose, risponde Domenico Teramo, legale di uno dei due operai.

Post del consigliere comunale Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri

La politica diretta “si è taciuta” non ha, passami il termine, “cannoneggiato” sul comune, sull’amministrazione o sbaglio?
Non pare neanche a me e non vengono da noi Cobas che siamo da sempre sganciati da qualsiasi fazione partitica

Fate, permettimi l’ironia, il sindacato vero?
Facciamo una scelta, non ci occupiamo di vicende partitiche o elettorali. Quindi, te lo ripeto ancora, la cosa è incomprensibile e mi sembra strano che un sindaco non riesca a gestire questa situazione e neanche l’azienda.
Di certo, a mio avviso, c’è un problema di rapporti con questo capocantiere che, per altri versi e per altre storie nel caso dell’altro lavoratore ha manifestato una evidente non capacità di gestire il personale. Ho letto personalmente messaggi mandati in giro che dicevano le peggio cose. Quindi evidentemente questo capocantiere non è in grado di svolgere questa attività e se io fossi stato l’azienda, noi comunque difendiamo tutti, compreso il capocantiere in quanto lavoratore avrei deciso di mandarlo in un altro cantiere a fare lo stesso ruolo ma non in questo.

Tu quindi mi vuoi dire che in questo momento, a tuo avviso, sarebbe il caso di smussare quegli angoli che si sono creati, quelle frizioni, quindi limare gli spigoli e magari, con un nuovo meccanismo, poter ripartire tutti insieme. Perché quello che io vedo è la vostra volontà di ripartire insieme. Corretto?
Non sono miei nemici, né l’azienda né il Comune. A Tekneko chiediamo il rispetto dei contratti collettivi non può pensare di essere extraterritoriale. Tutte le aziende che fanno servizi di igiene ambientale si applica il contratto di riferimento.
Peraltro oggi c’è il codice degli appalti e anche la cosiddetta legge Biagi nel meccanismo degli appalti dice esplicitamente, proprio in quanto legata alla sicurezza, norme queste approvate dal legislatore proprio per le questioni di appalti, subappalti.

Credo scaturiscano dal caso della Toscana?
Esattamente! Ora il codice degli appalti dice due cose precise: uno che il lavoratore non può avere una retribuzione inferiore a quelle previste dai contratti collettivi, firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, ed il contratto multiservizi sarebbe un contratto inferiore ed aggiunge collegati alle attività oggetto dell’appalto. Quindi se io ti appalto una attività di igiene ambientale non puoi applicare tu azienda il multiservizi: lo dice la norma espressamente, prima lo affermava la giurisprudenza e lo dicevano altre norme che riprendevano l’articolo 36 della Carta Costituzionale che sta a capo di tutte le norme. Ma ora lo dice espressamente la norma stessa e quindi va soltanto applicato su tutti i lavoratori e non solo Marco.

Perché Marco è uno di quei lavoratori che hanno il contratto multiservizi?
Si.


Noi come giornale abbiamo aspettato un mese proprio perché non avevamo interesse nel cavalcare la notizia. Poi visto il silenzio, e la “guerra dei comunicati” abbiamo pensato di iniziare a sentire Voi sindacati per vedere se c’è questa possibilità di fare un minimo di sintesi e trovare una quadra a salvaguardia dei lavorati, dell’azienda, dell’amministrazione e dei cittadini. Concordi con questo pensiero?
Per risponderti alla tua domanda ti faccio una regressione sui Cobas: noi nasciamo nel comparto scuola e poi sviluppiamo fino a tutti i servizi. Come Cobas, come cultura politica, non abbiamo mai fatto lotte corporative a guardare solo il salario del lavoratore, a noi interessa la qualità del servizio.
Abbiamo una visione della scuola pubblica, così come l’abbiamo per gli ospedali, nei servizi delle telecomunicazioni e in quelli di igiene ambientale che è uno dei servizi paradossalmente più delicato.

Noi siamo qui e vediamo la piazza centrale di Monte Compatri, una piazza pulita, ordinata e quindi, concordi con me che a questi lavoratori debba essere corrisposta un giusta e corretta retribuzione prevista da norma?
Certi riconoscergli quello che gli spetta ma dargli anche le tutele. Il paradosso è esiste una procedura che se un dipendente debba segnalare qualcosa che non va debba avere una riservatezza ed una protezione. Ma nel caso in cui un domani un lavoratore qualsiasi si accorge di un qualcosa che non va o viola la norma, o, la mia azienda si comporta male la prima reazione sarebbe quella di andare dal committente, dal sindaco che qualcosa non va. In questo modo qua si rischierebbe di creare omertà, perché la reazione che c’è stata nei confronti di questo lavoratore che ha reclamato il giusto sul contratto ed ha segnalato e voleva segnalare delle anomalie nella gestione della sicurezza, il sindaco anziché mettere il “mi piace” a lui mette il “mi piace” all’azienda è chiaro che ci sarà l’omertà completa per il futuro.

Quindi vuoi dire che manca il ruolo di terzietà dell’amministrazione?
Certo, ma non solo di terzietà, ma di tutela ai cittadini, lui in questo caso non deve essere terzo ma tutelare i cittadini di Monte Compatri. Quindi deve avere garanzia che il lavoro venga fatto a regola d’arte e che, quindi, deve essere lui il punto d’ascolto diretto dei lavoratori.

Quindi, se non ho capito bene, non mettere il “mi piace” ma domandarsi “cosa sta succedendo”?
E certo, chiamare il lavoratore e chiedere “cosa è successo”.

Si conclude così la nostra “chiacchierata” con Domenico Teramo, rappresentate Cobas.

Il giorno 29 maggio abbiamo personalmente chiamato la ditta Tekneko. Abbiamo rilevato un apparente ostracismo da parte della società a non rilasciare dichiarazioni. Abbiamo inviato due email, che alleghiamo,

email inviate all’azienda Tekneko

Abbiamo compilato il form presente sulla loro pagina internet.

Mentre stiamo per pubblicare riceviamo una nota in cui Tekneko, in riferimento alla richiesta avanzata in data 27.05.2024 dal sindacato Cobas, si rende disponibile a partecipare ad un incontro “a condizione che … avvenga non in pubblica piazza “. Ed in più, aggiunge “nella prospettiva di discutere con maggiore serenità … la nostra disponibilità è condizionata, ovviamente, alla sospensione di qualsiasi forma di protesta avviata e della manifestazione che avete programmato per il 30.05.2024”.

Lato amministrazione: Già il 25 aprile inviammo all’addetto stampa del Comune di Monte Compatri un messaggio whatsapp per capire e comprendere i fatti accaduti: nessuna risposta.
Stamattina (ieri per chi legge nds) abbiamo inviato un nuovo messaggio, sempre all’addetto stampa, nel quale chiedevamo di poter avere una intervista con il sindaco, Francesco Ferri, e l’assessora delegata Nicoletta Felici.
Anche il Comune mentre stiamo per andare in stampa, in una nota diffusa al sindacato e datata 29.05.2024 scrive: “in riferimento alla Vostra nota dello scorso 27 maggio in cui si chiede un incontro … stante la ravvicinatezza della richiesta … si informa che non potrò essere presente a causa di precedenti improrogabili impegni istituzionali“. La nota si chiude esplicitando la necessità della “presenza della società che gestisce il servizio … la quale è titolare del contratto di appalto di cui il Comune è mero committente …” ed invita il sindacato Cobas a sottoporre delle “date in cui sia confermata la presenza di tutti i soggetti coinvolti”.

Continueremo a seguire questo caso in quanto, come già espresso all’interno dell’articolo, si corre il rischio di aprire un Vaso di Pandora.




Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (1 parte)

Il 24 aprile 2024 un lavoratore, Marco il suo nome, in forza alla Tekneko, società leader nel settore dell’igiene urbana, che opera nel Comune di Monte Compatri, si sente male durante il lavoro e viene portato con urgenza presso l’Ospedale di Frascati.

Il lavoratore ha rischiato di lasciarci la pelle

Dopo quasi un mese di comunicati stampa tra i Cobas e la Tekneko senza giungere mai ad un confronto diretto abbiamo telefonato alla sede di Pomezia e lunedì 27 maggio ci incontriamo con Domenico Teramo, responsabile dei Cobas, che segue la questione.

Prima di entrare nello specifico della nostra chiacchierata, Marco come sta?
Ha ripreso a lavorare ma è molto provato da questa situazione. Si sente sottopressione in quanto, di fatto, non avendogli dato le mansioni che ha sempre svolto nell’ultimo anno ed oltretutto avendolo affiancato ad una persona con il divieto di fare qualsiasi si trova davvero in una situazione difficile.

Mi spieghi cosa è successo quel 24 aprile 2024. Marco si è recato al lavoro e …
Marco lavorava nell’isola ecologica di Via Santa Maria le Quinte località Pantano e in quell’ambito ci lavorava un altro suo collega; questi era già un nostro iscritto Cobas. Marco non si è prestato a tenere sottopressione questo suo collega e ha legittimamente iniziato a rivendicare il giusto inquadramento perché l’azienda Tekneko in questo cantiere alcuni lavoratori li tiene con il contratto dell’Igiene Ambientale, Asso Ambiente

Spiegami meglio un contratto specifico per le mansioni ed il lavoro che si svolge in tale ambito?
Certo è per tutti i cantieri che si occupano dei servizi ambientali. Ma tornando ai contratti ti dicevo che ad altri, invece, tra cui Marco, gli viene applicato il contratto Multiservizi, contratto delle aziende di pulizia che è economicamente più sfavorevole. Ora, ti spiego, c’è un principio giuridico costituzionale che dice che i lavoratori debbono essere retribuiti in proporzione alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto e non può essere che nello stesso sito, per la stessa attività vi siano diverse tipologie di contratto a parità di mansioni e servizi svolti.

Quindi se non ho compreso male: diversi contratti, diverse retribuzioni a parità di servizi svolti? E quindi, fammi capire, anche tutele diverse?

Certo tutele diverse ed anche trattamenti economici diversi. Due mondi diversi.


Scusami ma rifocalizziamo la domanda: 24 aprile Marco viene preso e, a fronte di un idoneità a suo dire con limitazioni riconosciuta con verbale medico dell’11 novembre 2023 e valida fino al giorno 15 novembre 2024, consistente in una Limitazione MMC (movimentazione manuale carichi) ed attività di inginocchiamento viene, te la faccio diretta, mandato a spazzare?
Si!

Perché e chi decide?
Dal giorno alla notte i due lavoratori, Marco ed il suo collega, che lavoravano nello stesso ambito, ricevono una lettera: al collega viene indicato che dovrà svolgere tutte le attività previste mentre a Marco viene ordinato di andare a fare lo spazzamento con l’ausilio di un mezzo che si porta a mano e che quindi deve sollevare il carico. La sfortuna ha voluto che quella giornata ci fosse pioggia, grandine …

Hai detto sfortuna diciamo per quello che poi è successo in seguito la chiamerei fortunata, non trovi?
Si in quanto Marco poteva morire. Quello che si è messo in evidenza e che quelle mansioni attribuite tramite lettera a Marco erano incompatibili. Lui ha ottemperato, giustamente, all’ordine in quanto ricevuto da un superiore.
L’ordine è partito dall’azienda oppure dal capocantiere?
Dall’azienda però firmato dal capocantiere cosa che, quando siamo stati informati, è sembrata anomala perché normalmente queste attività sono impartite dalle Risorse Umane. Anche perché quando il capocantiere ti deve far fare una attività piuttosto che un’altra non te la mette neanche per iscritto manda un ordine verbale.
L’aggravante è che quando abbiamo scritto all’azienda, per fare un’analisi approfondita di quanto sia successo, nel senso volevano avere conferma se l’azienda fosse a conoscenza dell’ordine di servizio impartito o se fosse stata una iniziativa del capocantiere, ci hanno comunicato che è stata l’azienda stessa ad averla assunta e negando che fosse incompatibile con lo stato di salute di Marco.

Quindi hanno “tutelato” il capocantiere che ha firmato per nome e conto dell’azienda, ho capito bene?
Si! Hanno preso le parti del capocantiere e lo hanno fatto anche in sede di alcune dichiarazioni riportate su alcuni giornali online dove poi hanno precisato che non è competenza del sindacato se un lavoratore è idoneo o meno a svolgere una attività piuttosto che un’altra ma che è compito del medico competente.
Ovviamente noi dobbiamo tutelare i lavoratori, non siamo sicuramente medici, ma nemmeno, a questo punto, può farlo l’azienda visto che esiste una prescrizione chiara come quella in possesso di Marco. Non bisognava nemmeno “azzardarsi” a mandarlo a spazzare.

Scusami se ti interrompo ma è doveroso chiarire; il capocantiere è a conoscenza delle limitazioni previste per i lavoratori?
Delle prescrizioni sicuramente. Né l’azienda, né il capocantiere debbono essere a conoscenza delle patologie che scatenano le eventuali limitazioni ma il capocantiere e l’azienda conoscono le limitazioni.

Quindi gli “effetti”, passami il termine, della patologia li debbono conoscere? Quindi quello che deve fare in specifico?
Assolutamente si!


Quindi mi permetto di aggiungere nel leggere i vari comunicati forse è proprio questo che non è ben evidenziato e mi permetto, ancora una volta di sottolineare, è che prima di tutto è importante la salute del lavoratore e che questo non provochi ulteriori ripercussioni a Lui stesso in quanto il lato umano della questione non può e non deve essere sottovalutato.
Si è ti dirò di più invece che mettere in sicurezza la salute della persona, quando noi l’abbiamo sollecitato all’azienda, è stato tutto “buttato in caciara” sulla strumentazione politica della questione. Ora noi Cobas non siamo di Monte Compatri e non sappiamo cosa succede a livello politico a Monte Compatri e non ci riguarda. Il sindacato ha un ruolo di rapportarsi con chiunque, con l’azienda, innanzitutto e quando le aziende non rispondono ci confrontiamo con le Giunte per sbloccare la situazione.
Ti faccio un esempio, a Grottaferrata con l’attuale amministrazione a guida PD, il sindaco ha seguito in prima persona le trattative. Ha preteso che avvenissero dentro il Comune fino a che non abbiamo portato a casa l’accordo.

Quindi un approccio diverso rispetto alla situazione di Monte Compatri?
Certo ma dato che questi svolgono attività per il Comune, il Sindaco ha il compito di verificare.

Questa è la prima parte dell’intervista che ci è stata rilasciata da Domenico Teramo, responsabile Cobas.
Ieri abbiamo inviato una email alla ditta Tekneko per avere anche il loro punto di vista in merito a questi fatti.
Stamattina abbiamo inviato all’addetto stampa dell’amministrazione di Monte Compatri un messaggio per chiedere un incontro con il sindaco Francesco Ferri e l’assessore delegato.

Vi terremo al corrente degli eventuali sviluppi della questione.




Monte Compatri, consegna i fiori da 30 anni a uno storico negozio: “l’alt” della Comandante dei Vigili

“I miei adorati fiori sono la mia vita professionale”

“La comandante dei vigili urbani non mi ha permesso di scaricare la merce mandando via il camion dicendo che era troppo grande e di attrezzarmi con un carrello da qui ad un chilometro di distanza” .

Questo in sintesi quanto riportato su un post facebook di una delle attività commerciali di Monte Compatri, dalla storica fiorista Francesca, a cui venerdì 12 aprile è stato impedito lo scarico dei suoi “adorati fiori” – come li chiama nel post.

Affianco al negozio è presente – come mostra la foto – un’area riservata proprio allo “scarico e carico merci” in ottemperanza a quanto previsto dal Codice della Strada.

Una situazione a dir poco inconsueta in quanto tale contesto, all’interno del codice della strada, viene contemplato solo nel disposto dell’articolo 158 dove viene indicato che “la sosta è vietata sulle aree destinate al mercato e ai veicoli per il carico e lo scarico di cose, nelle ore stabilite” senza, in apparenza, nessuna indicazione riguardante il peso del veicolo effettuante la stessa consegna senza per giunta indicare nessuna limitazione sulle tipologie di mezzi a parte che tutto ciò non “ostacoli” la circolazione degli altri veicoli ma ovviamente tutto questo è legato anche al buon senso ed alla educazione di coloro che effettuano tale servizio.

Sabato 13 aprile, all’indomani del fatto, abbiamo incontrato la signora Francesca Catoni che, da oltre 30 anni, ha questo importante ed ormai “storico” negozio nel comune di Monte Compatri.

Signora Catoni ci spiega cosa è successo?

Guardi come tutte le settimane, di solito il martedì ed il venerdì, i miei fornitori mi consegnano fiori e tutto quello che è necessario per il mio negozio.
Quella mattina, come sempre, il camion è arrivato sostando nello spazio delimitato per il carico e scarico merci. È giunta la comandante che con fare abbastanza duro ha “costretto” il mio fornitore ad andarsene motivando il tutto con “Questo mezzo è troppo grande”.

Una domanda è doverosa: ma è sempre lo stesso fornitore?
Certo che si. Non c’è mai stato nessun problema del genere. Sono qui oltre oltre 20 anni, credo anche più di 30 ma mai, glielo giuro, è successo qualcosa di questo genere.
Non glielo nascondo: mi sono sentita mortificata.
Sono una persona ligia alle regole che cerca sempre di unire la propria professionalità ad un sorriso e davvero, glielo ripeto, mi sono sentita davvero mortificata.

Ma lei ha cercato di far capire alla comandante che il mezzo era nel punto laddove la norma consente le operazioni di carico e scarico?

Certo che si. Lo usiamo da sempre io e tutte le attività che si sono succedute affianco a me. Davvero ho rischiato di dover chiudere il negozio in quanto la mancanza di materiale con consegne programmate, ordini programmati rischiava di farmi avere un grosso danno economico oltre che di immagine.

Lei ha postato sulla sua pagina Facebook questo suo disagio. Ha avuto attestazioni da parte della stessa Amministrazione Comunale sempre attenta a garantire alle attività commerciali di esercitare la propria professione?

Certo che si. Lo stesso sindaco (Francesco Ferri n.d.s.) mi ha chiamato e mi ha garantito che avrebbe fatto luce su questa questione. Io, ripeto, sono una donna che non ama alzare polemiche o gridare. Chiedo solo che mi venga consentito, nel rispetto della Legge, di poter continuare a svolgere la mia attività. L’ho scritto, i fiori i miei adorati fiori, sono da 38 anni la mia vita professionale.

Lo dice guardandoli con quei suoi occhi che non smettono mai di sorridere e con quella serenità che la caratterizza da sempre.

Abbiamo inviato sia al sindaco Francesco Ferri che alla comandante, Marta Sodano, un messaggio per avere una loro versione dei fatti e capire cosa effettivamente sia successo e quali sono state le motivazioni che hanno portato a tutto ciò.




MONTE COMPATRI: IRREGOLARITA' IN COMUNE

Redazione

Riceviamo  pubblichiamo dal Comune di Monte Compatri

 

Alla fine dello scorso anno è stata eseguita da parte del Ministero Economie e Finanze una verifica ispettiva alla gestione economica del Comune di Monte Compatri. L’Amministrazione comunale di Monte Compatri sta procedendo alla verifica dei rilievi ed entro breve termine chiederà un’audizione al Ministero.

“I rilievi contestati costituiscono ipotesi e saranno oggetto di controdeduzioni nei termini concessi – spiega il Sindaco di Monte Compatri, Marco De Carolis. – Consiglio al centrosinistra locale e in particolar modo al Consigliere Francesco Ferri un approccio più prudente. Le sue esternazioni non fanno che avvelenare il clima pre-elettorale”.

In realtà il Ministero non ha preso in considerazione esclusivamente la legislatura De Carolis ma l’ultimo decennio amministrativo e le numerose giunte che si sono succedute prima del 2007. Dalla relazione sembrerebbe proprio che i problemi e le incoerenze sui conti abbiano radici precedenti alla giunta De Carolis, non toccando, quindi, il quinquennio in corso.

“Molte delle contestazioni addebitate dall’ispettore del ministero non sono gravi come si vorrebbe far credere – aggiunge il primo cittadino. – Io noto, invece, la stessa opera denigratoria e controproducente verso il paese operata dalla minoranza Pd. Dopo Palazzo Altemps e l’isola ecologica arriva un altro gancio al quale aggrapparsi per cancellare dagli occhi quanto di buono è stato fatto in questi cinque anni. Voglio soltanto ricordare che Monte Compatri non conosceva un’opera pubblica iniziata e completata dagli anni ’80. Soltanto il restyling delle tre piazze centrali e di quella di Laghetto porterà alla cittadina nuova linfa turistica ed economica. E non è vero che ci siamo appropriati di opere già in cantiere: gli stessi progetti delle piazze sono stati disegnati ex-novo. Un’altra cosa voglio sottolineare. Tutta questa attività che ha preso forma come lavori pubblici è stata possibile attuarla perché il Comune di Monte Compatri aveva ampia disponibilità economica. Inutile prendersela con l’Ufficio Ragioneria quando per il passato l’attuale Pd non è riuscito ad investire in opere pubbliche sconfessando completamente gli accordi presi con gli elettori. La mancanza di capacità politica sommata a quella degli interessi personali hanno portato al baratro Monte Compatri. In questi cinque anni, invece, l’intera Comunità ha notato raziocinio e volontà di far crescere un territorio così ricco e fertile. Le opere denigratorie non servono a nessuno, salvo agli incapaci”.