FORLANINI, LA DENUNCIA DI ASSOTUTELA: "I DIPENDENTI OBBLIGATI AL SILENZIO"

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Roma – “Oltre al danno anche la beffa. I lavoratori del Forlanini, privati del loro ospedale per scellerate scelte regionali, depredati di mobili e arredi, trasferiti in modo coatto nel vicino San Camillo, non possono raccontare la verità di fronte alle telecamere, pena i procedimenti disciplinari della direzione generale”. La denuncia è del presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che stigmatizza il provvedimento dei vertici aziendali nei confronti di A.D.B., un tecnico dell’ospedale che, secondo Maritato “avrebbe la colpa di aver raccontato ai giornalisti del Tg 1 nient’altro che la verità anzi, ha denunciato lo stato di abbandono in cui una inetta dirigenza aziendale e una incapace classe politica regionale hanno ridotto il monumentale edificio facendo sì che negli anni, questo diventasse preda di sbandati, tossici, senza fissa dimora. C’è un altro elemento ancor più inspiegabile, che la direzione ospedaliera dovrebbe chiarire”, incalza il presidente. “Come mai in una grande e prestigiosa struttura sanitaria, che ha frequenti rapporti con i media non esiste un ufficio stampa, previsto dalla legge 150 del 2000? Risulta che in organico ci sarebbero qualificati giornalisti il cui apporto a una informazione aziendale corretta sarebbe stato negato a causa di pressioni ‘esterne’. AssoTutela indagherà sull’accaduto e tutelerà in tutte le sedi il coraggioso lavoratore ingiustamente colpito”, conclude Maritato.
 




ROMA, CONTINUA LA VERGOGNA DEL FORLANINI: FECI NEI REPARTI

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Roma
– "Dopo un piccolo giro perlustrativo all'interno del Forlanini siamo in grado ancora oggi di testimoniare la presenza non solo del più ampio degrado ma addirittura di feci all'interno i secchi per lo smaltimento dei materiali speciali utilizzati dai barboni come WC, tutto straordinariamente accessibile alle mani di un bambino". Lo dichiara il Presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato. "Una vera e propria suddivisione per latrine contenenti urine e per quelle contenenti feci – continua Carlo Valguarnera coordinatore nazionale di AssoTutela – E' vergognoso oltretutto testimoniare il fatto che tutto questo avviene liberamente nei reparti e che alcuni di queste latrine a cielo aperto hanno all'interno anche larve di moschini e vermi, tutto documentato dalla foto allegata. Proprio stamattina Antonio D'Amato insieme al Direttore D'Urso in un giro perlustrativo al Forlanini hanno testimoniato l'indirizzo a chiudere e non a riabilitare l'ospedale,  spendendo 13 milioni di euro destinati alla costruzione di ospedali da campo per il Giubileo, boicottando un eccellenza come il Forlanini. Mi auguro – continua il Presidente di Assotutela – che questo non sia l'ennesimo regalo volto dalla sinistra ai costruttori romani".
 




ROMA, ASSOTUTELA: "FORLANINI DA OSPEDALE DI ECCELLENZA A HOTEL DI LUSSO"

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Roma
– “Ė un lampo. La coppia di giovani, piuttosto malmessa, attraversa velocemente l’immenso atrio del Forlanini. Sono le tre del pomeriggio, i pochi dipendenti rimasti hanno concluso il proprio turno e i due confidano nel vuoto e nell’abbandono in cui versa l’edificio. Nella busta in mano alla donna scatolette, fazzoletti di carta, piatti di plastica: il necessario per sopravvivere. Non li portano certo a un malato, considerato che sul lato sinistro del palazzo non c’è più nessuno”.  La cronaca è del presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, reduce da uno dei sopralluoghi nelle strutture sanitarie del Lazio, che continua: “Avviene tutto sotto gli occhi distratti, o peggio, complici di chi dovrebbe sorvegliare e soprattutto con la consapevolezza delle istituzioni che dovrebbero decidere ma non lo fanno. Ci chiediamo perché la Regione Lazio non nomini un commissario ad acta in grado di decidere sulla dismissione dell’ospedale, visto che i suoi amministratori non sono in grado di farlo, sommersi dagli scandali e sotto tutela degli inquirenti. Di fatto sono loro i soggetti commissariati, non la sanità del Lazio che comunque, grazie alla volontà e alla abnegazione di professionisti e operatori continua ad andare avanti tra mille difficoltà, offrendo agli inetti decisori politici un grande schiaffo morale”, conclude il presidente.  
 




ROMA, OSPEDALI SAN CAMILLO E FORLANINI: E' CAOS!

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Roma – Contro la possibilità, oramai è un dato di fatto, che la Regione Lazio voglia alienare il Forlanini, ospedale dismesso per ripianare il deficit e uscire dal commissariamento, si pronuncia il segretario Territoriale di Roma della FSI – Federazione Sindacati Indipendenti Giovanni Ronchi: “Come organizzazione sindacale, non abbiamo nulla in contrario sulle azioni che il presidente Zingaretti vuol mettere in atto per ripianare il deficit e mettere fine a sette anni di gestione commissariale. Ci chiediamo però, se le proposte di alienazione o qualunque altro progetto, considerato che non abbiamo avuto finora il piacere di conoscerne i piani, siano suffragate da una programmazione generale ben definita, considerato soprattutto l’attuale stato confusionale, dal punto di vista della funzionalità organizzativa, in cui versa l’Ospedale San Camillo.
Le evidenti e conosciute problematiche legate al Pronto Soccorso del San Camillo, tempi di attesa lunghissimi per i codici verdi, con centinaia di persone accalcate in uno spazio limitato, personale infermieristico e medico preso a male parole e aggredito fisicamente mentre lavorano tra mille difficoltà, la carenza di posti letto nell’Azienda che non permette un rapido ricovero per coloro che hanno questa necessità e il protrarsi delle lunghe liste d’attesa per gli interventi in elezione,  ci fanno capire il momento insostenibile che si vive in quest’ Azienda Sanitaria tra le più importanti e qualificate del Lazio. Senza menzionare le grandi difficoltà che tutto il personale sta vivendo con gli accorpamenti dei reparti, spesso frutto illogico dell’emergenza.

Noi ci domandiamo per quale motivo l’Ospedale Forlanini sia stato dismesso completamente, quando era necessario trovare spazi vitali.
Il Forlanini, – continua Ronchi – collocato nel territorio tra i quartieri Monteverde e Portuense, in una zona nella quale tra i residenti c’è un’alta incidenza di cittadini rappresentanti della terza età, non potrebbe essere utilizzato come RSA, reparti di lungodegenza e/o riabilitazione, addirittura come Casa della Salute, alle cui realizzazioni ora la Regione sta puntando con forza? Siamo convinti che i costi per la ristrutturazione dell’ex ospedale – continua il segretario – colpevolmente abbandonato negli anni dalle istituzioni e lasciato degradare, potrebbero essere ammortizzati col tempo, rescindendo tra le altre cose, i contratti onerosi che, ad esempio, la Asl Roma D ha sottoscritto con i privati e con la stessa Croce rossa provinciale in via Ramazzini per l’affitto di locali destinati ad ambulatori e uffici. Senza considerare poi che, nonostante la farsa della chiusura, con tanto di sbarre nei corridoi della direzione del Forlanini, all’interno dell’edificio ci siano ancora reparti e servizi di rilevante importanza. Si potrebbe inoltre attingere ai fondi reperiti dallo stesso Zingaretti, ex art. 20 legge 67/88 destinati all’edilizia sanitaria, sulla cui ripartizione ha deciso in piena solitudine il presidente con i suoi collaboratori, senza concordare un provvedimento tanto importante con le parti sociali”, conclude il segretario FSI.
 




ROMA CHIUSURA S.FILIPPO NERI, CTO, OFTALMICO, FORLANINI – PAOLO DOMINICI (UIL FPL): “PRONTI ALLE BARRICATE”.

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Roma – Il San Filippo Neri, il Cto, l’Oftalmico ed il Forlanini non devono chiudere, né devono essere declassati. Questi ospedali a partire dal San Filippo Neri dovranno continuare il loro processo di rilancio o da rilanciare. E’ questo il monito lanciato oggi 7 dicembre dal Segretario della Uil Fpl di Roma Paolo Dominici presente alla manifestazione dei lavoratori svolta oggi, presso l’Azienda San Filippo Neri, insieme ai cittadini e ai pazienti che hanno sfidato il freddo per protestare contro le  scelte del Commissario alla Sanità del Lazio Bondi; in particolare contro  la chiusura dei 4 ospedali pubblici (Cto, Oftalmico, Forlanini e appunto San Filippo Neri).
 
“L’assemblea di oggi – prosegue Dominici – è un segnale inequivocabile. Siamo pronti a difendere queste strutture con tutti i mezzi a nostra disposizione.  Basta fidarsi della politica e soprattutto basta fidarsi dei cosiddetti tecnici di Governo abili soprattutto a tagliare. Basta derogare ai cosiddetti manager la sorte dei nostri nosocomi, anzi, si dimettano tutti quei Direttori Generali che non sapranno o non vorranno difendere le proprie aziende dall’attacco indiscriminato delle Istituzioni. Ci difenderemo da soli attraverso svariate iniziative che saranno direttamente proporzionali al tempo che invano trascorrerà, ovvero ai giorni che passeranno senza trovare soluzione alcuna. Siamo quindi pronti – conclude Il Segretario del sindacato Uil Fpl di Roma– alle barricate; la situazione è critica e la nostra pazienza è finita: abbiamo già dato.