FIRENZE: SERMONI IN ITALIANO IN MOSCHEA

Redazione

Firenze – Una firma condivisa davanti alla Costituzione italiana. A Firenze, primo caso in Italia, il sindaco Dario Nardella e l'imam del capoluogo toscano e presidente dell'Ucoii Izzedin Elzir hanno siglato un patto di cittadinanza. Tra i punti che caratterizzano l'intesa, in particolare, la promozione della lingua italiana e, per gli imam sul territorio nazionale, la lettura dei sermoni in italiano durante le cerimonie. Per i credenti che non conoscono l'italiano, sono previsti traduttori. "Si tratta di un patto significativo, e' il primo del suo genere siglato in Italia – ha spiegato il sindaco di Firenze Dario Nardella – la tolleranza, le richiesta del mero rispetto delle leggi, non bastano: con l''intesa, ribadiamo di sentirci cittadini a tutti gli effetti, in base al principio del condividere i valori della nostra Costituzione italiana, e vivere il principio costituzionale delle liberta' religiose, con i diritti e doveri previsti".

Per Izzedin Elzir, la firma del patto rappresenta un "atto di responsabilita' di fronte alla situazione che viviamo, dopo le tragedie di Parigi: non per dimostrare ai nostri concittaddini che siamo buoni, ma perche' crediamo veramente di essere cittadini di questo Paese. Vogliamo tranquillizzare i nostri concittadini – ha aggiunto Elzir – abbiamo esigenza di parlare l'italiano: qui c'e' la nostra lingua, la nostra cultura, la nostra Carta". Fra gli impegni presi, anche l'apertura di un tavolo permanente sui luoghi di culto.




DONNE STRANGOLATE, DA FIRENZE AD EMPOLI: QUELLA POSSIBILE SOTTILE LINEA DI SANGUE

di Angelo Barraco
 
Firenze – Ci sono novità in merito al misterioso omicidio di Ashley Olsen, una donna di 35 anni statunitense rinvenuta cadavere all’interno del suo appartamento, nel quartiere Santo Spirito, in Via Santa Monica, vicino Piazza del Carmine in data 9 gennaio. Gli inquirenti stanno stringendo il cerchio dei sospettati e sembra che l’attenzione  sia concentrata su una persona in particolare, ma allo stato attuale non è dato sapere l’identità del soggetto. Sembra che siano stati fondamentali i sistemi di videosorveglianza, ma allo stato attuale non risulta nessun provvedimento di natura giudiziaria. Nella mattina di oggi 13/01/2016 la polizia scientifica è tornata nella casa di Ashley per analizzare la scena e sicuramente maturato in seguito agli esiti degli esami autoptici. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Nei prossimi giorni verranno eseguiti delle analisi chimico-tossicologici per stabilire se la donna avesse assunto sostante o avesse avuto rapporti sessuali. Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati e non è stato dato il via libera alla sepoltura del corpo. Gli inquirenti stanno analizzando alcuni video ed emerge che Ashley, la notte fra giovedì e venerdì è uscita dalla discoteca Montecarla di Via de’ Bardi intorno alle 3-4 di mattino. Il rinvenimento invece è avvenuto intorno alle 14 del pomeriggio di sabato. Gli inquirenti starebbero incentrando le indagini su questo locale e sull’ultimo avvistamento della ragazza che è avvenuto proprio lì.
 
Il 9 gennaio viene rinvenuto il corpo di Ashley Olsen all’interno del piccolo appartamento sito nel quartiere Santo Spirito, in Via Santa Monaca vicino Piazza del Carmine. Dall’autopsia è emerso che la giovane è stata strangolata con un laccio o con una corda e non a mani nude, inoltre non sono emersi segni di colluttazione, la donna quindi non avrebbe lottato con il killer. Gli inquirenti lasciano aperte tutte le piste, uno dei primi scenari sotto esame è che la giovane possa essere stata uccisa da qualcuno incontrato occasionalmente. Sulla porta di casa della vittima non sono presenti segni di scasso o forzature, segno che la vittima ha aperto la porta al suo assassino e lo conosceva, ciò esclude l’ipotesi rapina. A ritrovare il corpo è stato il fidanzato che non la sentiva da tre giorni, a seguito di una lite. Aveva provato a chiamarla ma lei non rispondeva così, preoccupato, ha rintracciato la proprietaria dell’appartamento, hanno aperto l’appartamento e hanno rinvenuto il cadavere. Secondo gli inquirenti la morte della giovane non sarebbe avvenuta il giorno del ritrovamento.
 
Il fidanzato è un pittore fiorentino di 42 anni ma non è sospettato del delitto. Il racconto fatto dall’uomo agli inquirenti risulta chiaro e senza falle, testimoni hanno inoltre confermato l’alibi fornito dall’uomo poiché ha dichiarato che in quell’arco di tempo  in cui la giovane non dava più notizie di se, si trovava altrove.  Ma su questo caso iniziano a farsi strada i misteri. Dov’è il cellulare di Ashley? Il cellulare della giovane non è stato trovato all’interno della sua abitazione. Il telefono risultava staccato da venerdì mattina. Emerge inoltre che la donna è stata vista l’ultima volta nella notte tra giovedì e venerdì, in un locale di Firenze con delle amiche che però sono andate via prima. Gli inquirenti hanno repertato un reggiseno di pizzo nero che si trovava abbandonato sul sellino di una bicicletta che si trovava a pochi metro dall’abitazione. E’ stato un omicidio d’impeto e non premeditato, sicuramente la vittima aveva discusso con il killer prima che avvenisse il brutale omicidio. La dinamica è al vaglio degli inquirenti, ma una risposta la si potrebbe avere dalla tecnologia e precisamente dalle telecamere di sorveglianza che si trovano nelle zone limitrofe.
 
Ma non è l’unico delitto che macchia la Toscana di sangue, poiché in data 11/01/2016, appena due giorni dopo il delitto di Ashley Olsen, in un appartamento sito in Via Luigi Pasteur 28, nel quartiere Ponzano a Empoli, viene rinvenuto il corpo senza via di Beata Balon, 45enne di origine polacca ma nativa di Varsavia. La donna è stata rinvenuta con un sacchetto di plastica in testa e l’autopsia ha confermato che la morte è avvenuta per soffocamento. Si apprende inoltre che il pm Ornella Galeotti non avrebbe iscritto alcun nome nel registro degli indagati, nemmeno il compagno. Proprio il compagno, una Guardia Giurata di 38 anni, è stato ascoltato a lungo ed è stato colui che ha chiamato il 112. L’uomo avrebbe riferito alle forze dell’ordine di aver visto la donna in pigiama, senza vita e con il sacchetto in testa. L’uomo si trovava in casa e racconta di essersi accorto di quanto accaduto all’improvviso. I rilievi non hanno riscontrato segni di forzatura, segno che nessuno si sarebbe introdotto in casa. Il compagno avrebbe riferito di aver trascorso la notte con la donna ma di non essersi accorto di nulla. Secondo il racconto dell’uomo, sul letto ci sarebbe stato un peluche tra i due. Gli inquirenti stanno cercando di capire come la donna ha trascorso gli ultimi istanti di vita. Emerge che la donna avrebbe sofferto di depressione e alcolismo e ne parlava apertamente sul suo profilo facebook. Gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze di chi la conosceva e hanno posto sotto sequestro anche il suo pc, per risalire ad ulteriori elementi che possono portare ad un perché di questa strana morte. 
 
Analogie. Analizzando bene la tragica morte di Ashley Olsen e di Beata Balon si possono riscontrare degli elementi che accomunano le due vittime. Entrambe erano straniere, Ashley era statunitense e Beata era Polacca, entrambe sono morte all’interno della propria abitazione ed entrambe sono morte soffocate; Ashley mediante una corda o materiale simile e Beata con un sacchetto. Due delitti avvenuti a pochi giorni di distanza uno dall’altro, due vittime straniere, un modus operandi simile. E se ci fosse un collegamento tra i due casi? Analizzando i luoghi in cui sono avvenuti questi terribili delitti abbiamo riscontrato che la distanza geografica tra l’appartamento in cui è stata uccisa Ashley, sito in Via Santa Monaca, e il luogo in cui è morta Beata Balon, ovvero in Via Luigi Pasteur ad Empoli è di appena un’ora. Ma la nostra ricerca non si è fermata qui poiché siamo andati a ritroso nel tempo, precisamente negli anni 70, quando a Firenze sono stati compiuti dei misteriosi delitti ai danni di donne straniere. Il 22 maggio del 1972, in Via Bolognese, viene rinvenuta sulle macerie di uno scarico di Via Bolognese il cadavere della 19enne Miriam Ana Escobar, nata a El Salvador ma residente in Italia da 3 anni circa. La giovane è stata strangolata con un foulard, sul suo corpo non vengono trovati segni di violenza sessuale. Malgrado dalla scena del delitto mancassero le scarpe e la borsetta, non sembrava affatto un delitto a scopo di rapina. La giovane è stata trovata in Via Bolognese ma risiedeva nel quartiere di San Jacopino. Ma cosa c’entra questo delitto con i recenti fatti di sangue? Il quartiere San Jacopino (luogo in cui viveva la vittima del 72) dista appena che 19 minuti di auto da Via Santa Monaca (luogo in cui è stata uccisa Ashley), inoltre Via Bolognese (luogo in cui è stata rinvenuto il corpo della vittima del 72) dista appena 41 minuti da Via Santa Monaca. In 14 dicembre del 1983 viene assassinata Clelia Cuscito, una prostituta immigrata. Viene strangolata all’interno della sua abitazione con il filo del telefono in Via Gian Paolo Orsi. Il killer non si era fermato allo strangolamento, era andato oltre infierendo sulla povera vittima 15 coltellate. L’assassino non ha portato via nessun oggetto dalla casa. Noi abbiamo fatto una ricerca e abbiamo trovato che Via Gian Paolo Orsi dista da Via Santa Monaca (luogo in cui fu assassinata Ashley) circa 20 minuti. Inoltre anche in questo caso c’è lo strangolamento mediante corda, in questa specifica circostanza il filo del telefono. Il 2 marzo del 1984 viene rinvenuto in un campo, a bocconi, tra gli ulivi, in Via Bolognese, il corpo senza vita di Gabriella Caltabellotta, una studentessa di 18 anni residente nel quartiere San Jacopino. La giovane è stata prima strangolata e poi colpita alla schiena con circa 10 pugnalate. Anche in questa circostanza tornano presenti le vie sopracitate e le distanze sopracitate. Un altro delitto avvolto da una fitta cortina di mistero è quello di Giuseppina Bassi, strangolata presso la sua abitazione in Via Di Benedetta. Anche in questo caso il killer se n’è andato senza sottrarre nulla alla vittima. Abbiamo analizzato la distanza tra Via di Benedetta (luogo di quest’ultimo delitto) e Via Santa Monaca (luogo in cui è stata uccisa Ashley) ed è di appena 8 minuti. 



FIRENZE: OMICIDIO ASHLEY OLSEN, HA APERTO LA PORTA AL KILLER

di Angelo Barraco
 
Firenze – La magnifica città di Firenze si tinge di rosso e una fitta nebbia torna ad avvolge una splendida città vittima di misteri ed incubi del passato. Il 9 gennaio viene rinvenuto in un piccolo appartamento del quartiere Santo Spirito, in Via Santa Monia, precisamente vicino Piazza del Carmine, il corpo senza vita di  Ashley Olsen. La 35enne di origine statunitense è stata strangolata. A dar credito a tale tesi sono stati i segni sul collo della vittima, gli accertamenti del medico legale hanno confermato i segni dello strangolamento e la Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per omicidio. Tutte le ipotesi restano aperte, uno dei primi scenari al vaglio degli inquirenti è che la giovane possa essere stata uccisa da qualcuno incontrato occasionalmente. Sulla porta di casa della vittima non sono presenti segni di scasso o forzature, segno che la vittima ha aperto la porta al suo assassino e lo conosceva, ciò esclude l’ipotesi rapina. Si attende inoltre il referto autoptico per accertarsi se la donna abbia avuto rapporti sessuali o meno. A ritrovare il corpo è stato il fidanzato che non la sentiva da tre giorni, a seguito di una lite. Aveva provato a chiamarla ma lei non rispondeva così, preoccupato, ha rintracciato la proprietaria dell’appartamento, hanno aperto l’appartamento e hanno rinvenuto il cadavere. Secondo gli inquirenti la morte della giovane non sarebbe avvenuta il giorno del ritrovamento. 
 
Il fidanzato è un pittore fiorentino di 42 anni ma non è sospettato del delitto. Il racconto fatto dall’uomo agli inquirenti risulta chiaro e senza falle, testimoni hanno inoltre confermato l’alibi fornito dall’uomo poiché ha dichiarato che in quell’arco di tempo  in cui la giovane non dava più notizie di se, si trovava altrove.  Ma su questo caso iniziano a farsi strada i misteri. Dov’è il cellulare di Ashley? Il cellulare della giovane non è stato trovato all’interno della sua abitazione. Il telefono risultava staccato da venerdì mattina. Emerge inoltre che la donna è stata vista l’ultima volta nella notte tra giovedì e venerdì, in un locale di Firenze con delle amiche che però sono andate via prima. Gli inquirenti hanno repertato un reggiseno di pizzo nero che si trovava abbandonato sul sellino di una bicicletta che si trovava a pochi metro dall’abitazione. E’ stato un omicidio d’impeto e non premeditato, sicuramente la vittima aveva discusso con il killer prima che avvenisse il brutale omicidio. La dinamica è al vaglio degli inquirenti, ma una risposta la si potrebbe avere dalla tecnologia e precisamente dalle telecamere di sorveglianza che si trovano nelle zone limitrofe. 
 
Firenze e le donne uccise in casa: Firenze ha una storia di omicidi compiuti all’interno di abitazioni che iniziano negli anni 70, delitti analoghi a questo. I delitti sono tanti ma noi vi elenchiamo quelli che riteniam abbiano delle analogie con questo omicidio. Questi delitti sono rimasti senza un colpevole.
22 maggio 1972: Via Bolognese, nel quartiere San Jacopino, viene rinvenuto il cadavere di Miriam Ana Escobar di 19 anni, nata a El Salvador e risiedente in Italia da 3 mesi. La giovane viene strangolata con un foulard. Viene trovata senza scarpe, sul suo corpo nessun tipo di violenza. Il 14 dicembre del 1983 viene uccida Clelia Cuscito, una prostituta. Prima viene strangolata e poi viene colpita ripetutamente con 15 coltellate. L’omicidio si consuma in Via Gian Paolo Orsi. Il 2 marzo del 1984, a Firenze in Via Bolognese viene trovato tra gli ulivi e l’erba il cadavere di Gabriella Caltabellotta, studentessa di 18 anni residente nel quartiere San Jacopino. La giovane è stata strangolata e colpita con dieci coltellate alla schiena. Vi è poi l’omicidio di Giuseppina Bassi, 55 anni, avvenuto in via di Benedetta. L’assassino l’ha strangolata e poi è andato via senza prendere via nulla.
 
La Toscana si avvolge di ombre e misteri poiché è avvolta da una fitta cortina di mistero la morte di Beata Balon, 45 anni di Varsavia (Polonia), trovata cadavere in data 11/01/2016 all’interno del suo appartamento nel quartiere Ponzano ad Empoli (Firenze). La donna lavorava in una ditta di pulizie. Il cadavere è stato scoperto intorno alle 8 del mattino dal compagno, Guardia Giurata, che ha prontamente chiamato il 112. La donna indossava un pigiama, era riversa sul letto e in testa aveva un sacchetto di plastica. Il sacchetto di plastica fa ipotizzare ad un decesso per soffocamento e/o strangolamento, ma sarà l’autopsia a dare ulteriori risposte. La donna aveva due figli in Polonia, ma da una precedente relazione, dall’attuale compagno non aveva avuto figli. L’uomo è stato interrogato e ha riferito agli inquirenti di aver dormito con la donna ma non si sarebbe accorto di nulla. Sono stati interrogati inoltre parenti e amici della coppia. I due vivevano in quella casa da circa due anni ma, raccontano i vicini, non erano molto socievoli. La donna aveva sofferto di crisi depressive in passato e anche di alcolismo. Tali momenti della sua vita li aveva descritti apertamente sulla sua pagina facebook, avrebbe tentato di togliersi anche la vita in passato. Nell’appartamento non sono stati trovati segni di scasso o forzatura. Si attende l’autopsia che darà maggiori risposte a questo misterioso delitto.



FIRENZE: TORNANO A RISPLENDERE, DOPO 10 ANNI, GLI AFFRESCHI DI BERNARDO ROSSELLI E DOMENICO GHIRLANDAIO

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di Gianfranco Nitti

Si sono da poco conclusi i lavori di completamento del restauro degli affreschi quattrocenteschi del meraviglioso Refettorio monastico all’interno della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano (comune di Tavarnelle Val di Pesa in provincia di Firenze).

L’intervento conclude il ciclo di lavori già iniziato più di 10 anni fa dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Firenze Prato e Pistoia ed è stato reso possibile grazie ad una somma di 200mila euro elargita dalla Fondazione non profit americana Friends of Florence, che include anche un generoso contributo donato da Marchesi Antinori. Con questo restauro il Refettorio monastico, dove si trova il famoso affresco de "L’Ultima Cena" del Ghirlandaio, verrà finalmente riaperto al pubblico dopo un lungo periodo di chiusura.

Il restauro è stato eseguito dall’impresa Cellini, già impegnata nella campagna precedente, con la direzione dei lavori affidata alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Firenze Pistoia e Prato (architetto Giorgio Elio Pappagallo e storico dell’arte il dott. Claudio Paolini). “Si conclude un restauro per noi davvero significativo: è infatti il primo intervento al di fuori della città di Firenze che dona piena sostanza alla missione della nostra Fondazione. Il compito di Friends of Florence – spiega la Presidente Simonetta Brandolini d’Adda – non è soltanto recuperare le numerose opere fiorentine, ma è anche salvare e valorizzare le bellezze storico-artistiche che ci sono sul territorio toscano. Con l’intervento agli affreschi di Bernardo Rosselli e Domenico Ghirlandaio siamo intervenuti insieme alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Province di Firenze Prato Pistoia per salvare opere che altrimenti rischiavano di perdersi. Insieme agli amici di sempre, i tanti donatori che ci hanno seguito in questa impresa e a Marchesi Antinori (Piero Antinori è uno dei membri del Consiglio di Friends of Florence), abbiamo deciso di sostenere questo progetto per poter consegnare ai posteri il tesoro conservato nella sala del Refettorio della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano che così potrà essere riaperta al pubblico. Questo lavoro ci ha dato molta soddisfazione – continua Simonetta Brandolini d’Adda – perché ci ha permesso di dare sempre più forza alla nostra missione e di lavorare in grande sinergia insieme a tutti coloro che sono stati coinvolti per la futura riapertura della sala. Rinnoviamo ancora una volta il nostro grazie ai Padri Benedettini Vallombrosani, che abitano nel monastero, per la loro disponibilità e accoglienza ai detti restauri. – conclude la Presidente di Friends of Florence – E auguriamo loro un buon lavoro per l’impegno che profonderanno nell’accogliere i visitatori di queste opere dal grande valore artistico e religioso”.

Un impegno per la salvaguardia delle bellezze storico-artistiche del territorio. “Siamo oltremodo felici di vedere finalmente completarsi il progetto di restauro del magnifico affresco del Ghirlandaio a Badia a Passignano e di aver avuto la possibilità di portare il nostro apporto a questa nuova meritevole iniziativa dei Friends of Florence" sottolinea il Marchese Piero Antinori. “Il connubio tra arte e vino è certamente vincente anche per il contenuto culturale del vino. In questo caso esiste anche uno stretto legame tra Antinori e la Badia di Passignano che ci ha indotto a contribuire al restauro del magnifico affresco del Ghirlandaio, che ridarà nuova vita e grande attrattiva a tutto il comprensorio”. Marchesi Antinori continua così il suo impegno a sostegno dell’arte in tutte le sue forme, attività a cui la famiglia Antinori si dedica fin dal 1385 parallelamente all’eccellente produzione vinicola. Oltre al contributo per il restauro degli affreschi di Badia a Passignano, la famiglia Antinori nel 2016 renderà possibile il restauro della lunetta di Giovanni della Robbia che fu commissionata da un antenato della famiglia e che fu acquistata nel 1898 dal collezionista d'arte americano A. Augustus Healy come regalo per il Brooklyn Institute. La lunetta farà parte della mostra ‘Della Robbia: Sculpting with Color in Renaissance Florence’ in programma dal 9 agosto al 4 dicembre 2016 presso il Museum of Fine Arts di Boston e dal 29 gennaio al 4 giugno 2017 al National Gallery of Art, Washington, DC.
L’intervento di restauro della Sala del Cenacolo all’interno della Badia di Passignano è stato realizzato nel nome della collaborazione fra Marchesi Antinori e la Fondazione Friends of Florence e tutti coloro che ne sono coinvolti.
La Sala del Cenacolo è stata così salvaguardata per consegnarla ai visitatori che potranno immergersi nella cultura e nella spiritualità di questo luogo.

I lavori di restauro L’intervento sostenuto da Marchesi Antinori e dalla Fondazione Friends of Florence ha completato il progetto di restauro finalizzato a riportare la sala del Refettorio alla sua bellezza originaria: grazie a questo si è infatti concluso il restauro dell’affresco di Domenico Ghirlandaio, delle due scene realizzate da Bernardo Rosselli, del pulpito, degli ulteriori elementi lapidei e degli intonaci antichi.

Il lavoro svolto sull’Ultima Cena ha portato a integrare le molte e diffuse lacune, valorizzando la qualità pittorica dell’opera che, in modo particolare per quanto riguarda le figure del Cristo e degli apostoli, può essere ricondotta al diretto intervento di Domenico Ghirlandaio, come peraltro attesta la documentazione archivistica che per l’occasione si è tornati a consultare e a interpretare in ragione dei dati raccolti grazie alla visione ravvicinata del lavoro e alle ulteriori analisi scientifiche realizzate. Le indagini, condotte dall’ing. Nicolino Messuti di ISTEMI (analisi igrometrica, riflettografica all’infrarosso e in fluorescenza ai raggi X) hanno accompagnato l’intervento dei restauratori dell’impresa Cellini, assicurando la completa rimozione delle ridipinture e ripristinando quindi l’autenticità di quanto oggi si propone ai visitatori e agli studiosi. Ugualmente fondamentale è stato l’apporto dato ai direttori dei lavori Giorgio Elio Pappagallo e Claudio Paolini dalla consulenza e dell’assidua presenza in cantiere di Sabino Giovannoni, già attivo presso i laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure e con un’importante esperienza nel restauro di affreschi quattrocenteschi. Nel corso dei lavori si è tra l’altro evidenziato come la bottega del Ghirlandaio già a questa data (siamo nel 1476) avesse definito una modalità operativa (a partire dai variati sistemi di riporto dei disegni preparatori sulla parete) e più in generale un’organizzazione del cantiere pienamente rispondente a quanto ben documentato per i più tardi affreschi di Santa Maria Novella.

Sull'opera e sul restauro La sala del Refettorio fu realizzata nel periodo di massimo splendore del monastero quando, essendo succedutisi quali abati due personalità di grande prestigio e potere (Francesco Altoviti tra il 1440 e il 1455 e Isidoro del Sera tra il 1455 e il 1485), il complesso subì una radicale trasformazione con lavori per lo più riconducibili alla direzione del “maestro di murare” Jacopo di Stefano Rosselli. Nell’ambito della seconda fase di questi lavori fu appunto realizzato anche il nuovo refettorio dei monaci, una sala che si sviluppa su un lato del chiostro, coperta con volte a botte lunettate poggianti su capitelli in pietra serena, di grande ampiezza. Fu sempre l’abate del Sera che incaricò nel 1476 Domenico del Ghirlandaio di realizzare l’affresco de L’Ultima Cena, sopra al quale erano state dipinte pochi anni prima, nel 1474, da Bernardo Rosselli, due scene raffiguranti La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e Caino che uccide Abele. Dopo le soppressioni del 1866 che non risparmiarono neppure questo complesso, il monastero fu acquistato dai conti Dzieduszycki che lo ristrutturarono profondamente, trasformandolo nel loro castello. Fra i lavori di sistemazione ci fu anche il riassetto del refettorio che divenne un vero e proprio salone di rappresentanza. Arricchito attorno al 1890 da un grande camino esso fu messo in comunicazione con il chiostro antistante mediante l’apertura di due porte sul lato sinistro. L’intera sala fu poi decorata con riquadri geometrici e stemmi di gusto trecentesco, che la trasformarono in un ambiente suggestivo ma d’invenzione. “Purtoppo in questa occasione – sottolineano i direttori dei lavori – l’affresco di Domenico Ghirlandaio fu oggetto di pesanti ridipinture che celarono alla vista numerosi particolari fondamentali per comprendere l’altissima qualità dell’opera. Nel corso del cantiere aperto nel 2002, oltre a liberare la parete di fondo da queste ridipinture, furono riscoperte al di sotto delle decorazioni ottocentesche che interessavano le altre tre pareti della sala, ulteriori pitture ad affresco (ben documentate dalle carte d’archivio) eseguite da Benedetto e Cesare Veli nel 1598, raffigurante santi e beati vallombrosani. Il ritrovamento portò così alla decisione di eliminare le trasformazioni tardo ottocentesche per riportare la sala alla sua dimensione quattro cinquecentesca”.

Attualmente l’ambiente si presenta nuovamente visitabile (così come lo è la chiesa e altri artistici ambienti del complesso), con del tutto risarcita la parete di fondo con gli affreschi di Bernardo Rosselli e Domenico Ghirlandaio e l’estesa volta lunettata, mentre gli affreschi tardo cinquecenteschi sono in attesa di essere definitivamente recuperati e restaurati.
 




A FIRENZE RIUNIONE GRUPPO SPECIALE MEDITERRANEO E MEDIO ORIENTE – NATO

di Gianfranco Nitti

Firenze – Alla luce dei recenti fatti di cronaca internazionale, è in corso a Firenze dal 26 al 27 novembre la riunione del Gruppo Speciale sul Mediterraneo e il Medio Oriente (GSM) dell'Assemblea parlamentare Nato. L’evento, promosso dal Presidente della Delegazione italiana all’Assemblea Nato, Andrea Manciulli, è articolato in otto sessioni, toccando il tema del terrorismo internazionale, in particolare quello jihadista; la crisi dei rifugiati; l’evoluzione dei rapporti dell’Europa con il Medio Oriente; il finanziamento del terrorismo; le prospettive energetiche nell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa); le sfide affrontate dalle donne nella regione; Libia tra Stato e guerra civile; Russia, Iran e l’ordine regionale emergente. La prima sessione è dedicata alla discussione del rapporto Isis: sfida alla sicurezza regionale e internazionale, presentato dal Presidente Manciulli.

All’evento, che si svolge a Palazzo Vecchio, sede del municipio di Firenze, intervengono Pietro Grasso, Presidente del Senato; Laura Boldrini, Presidente della Camera; Angelino Alfano, Ministro dell’Interno; Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri; Roberta Pinotti, Ministra della Difesa; Marco Minniti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e il gen. Claudio Graziano, Capo di Stato maggiore della Difesa. Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione, interviene in video conferenza da Bruxelles.
 




ALLARME A FIRENZE: ARRIVA LA TRUFFA DELL’AVVOCATO. ANZIANI NEL MIRINO

di Ci. Ma.

Firenze – Gli anziani sono purtroppo il bersaglio preferito di truffe fantasiose che riescono ad intercettare persone sole o sprovvedute. E così puntuale, dopo le ferie, arriva una nuova truffa. Già soprannominata “La truffa dell'avvocato”, questo reato sta colpendo anziani soprattutto nella provincia di Firenze.

 

La truffa, come raggira il malcapitato. Si tratta di una banda non ancora identificata dalle forze dell'ordine che utilizza come base sempre la stessa "risorsa": la debolezza e la fragilità psicologica delle proprie vittime. La "variazione sul tema" questa volta riguarda i figli. La banda pianifica la truffa cercando di conoscere la composizione della famiglia della vittima ed il suo numero di telefono.


A questo punto scatta una telefonata che scatena l'ansia dell'anziano: colui che chiama si finge avvocato e racconta alla vittima che suo figlio, o un congiunto comunque esistente, è stato fermato dalla Polizia o dai Carabinieri a seguito di un reato (magari un omicidio colposo in un incidente stradale); questo premuroso "avvocato" aggiunge poi che per rimettere in libertà la persona fermata serve una cauzione, un istituto in realtà inesistente nel sistema processuale penale italiano.
A seconda del tipo di risposta più o meno agitata, espressa dalla vittima, scatta la richiesta di una somma di denaro da ritirare direttamente al domicilio del truffato da una "persona di fiducia"; i soldi richiesti variano tra i 500 ed i 1.000 euro. Se l'anziano al telefono dichiara di non avere contanti, i ladri non si danno per vinti e chiedono la consegna di preziosi da far valutare da un perito e da convertire in denaro.

 

Le indagini ancora in corso. La difficoltà delle indagini sta nel fatto che la presenza fisica del truffatore vicino al truffato è ridotta al minimo: pochi istanti utili per la consegna dei soldi, mentre il grosso della truffa viene svolta al telefono.


La polizia di Stato avverte. Le opportunità di cogliere in flagranza i malviventi, diventano così minime senza la collaborazione della potenziale vittima. Ricordiamo quindi a tutti che le forze dell'ordine non chiedono denaro da ritirare a domicilio e che la cauzione in Italia non esiste. E che in caso di qualunque dubbio non bisogna esitare e chiamare subito i numeri del pronto intervento 113 o 112.




TRAGEDIA A FIRENZE: MUORE SOTTO UN TRENO PERCHE' VOLEVA SALUTARE GLI AMICI

Redazione

Deve essere identificato il trentenne morto alla stazione di Firenze Smn sotto le ruote di un treno in partenza. Secondo una ricostruzione della Polfer sembra che stesse salutando alcuni amici a bordo del treno, diretto a Pisa. Per fare questo si sarebbe anche appeso a un finestrino ma poi sarebbe scivolato andando a finire sotto il convoglio che si metteva in marcia. Il macchinista non si è accorto di nulla e ha proseguito. Intanto sono scattati i soccorsi ma non è stato possibile salvarlo.




FIRENZE IN BALIA DI UNA TROMBA D'ARIA

A. D. M.

Firenze – Tanta paura per una tromba d'aria fortissima. Ma ora, è tornata regolare la circolazione ferroviaria tra Roma e Firenze, interrotta ieri da una tromba d'aria che alle 19,30 ha colpito il capoluogo toscano. I tecnici di RFI – rende noto la societa' Ferrovie dello Stato – hanno riattivato, uno alle 5.00 e l'altro alle 5.45, i due binari della linea Direttissima Roma – Firenze interrotti ieri per la rottura di una travata metallica di sostegno della linea elettrica, colpita da un pesante tetto divelto da una tromba d'aria.Almeno 11 persone sono rimaste ferite, soprattutto a causa della caduta di rami e altri oggetti strappati via del vento. Il temporale è cominciato alle 19 e 30 di ieri sera con pioggia e grandine ed è durato per due ore. Molti sottopassi della città sono ancora allagati e la circolazione del traffico sta riprendendo lentamente ma con molte difficoltà. A Gavinana, nel sud di Firenze, l’acqua ha raggiunto un metro di altezza e le persone che si trovavano in strada sono state costrette a salire sui cassonetti, auto in sosta o muretti.

 

 

Alle 3 di stanotte era gia' stato riattivato un binario della linea storica consentendo di fatto il ripristino della circolazione, seppure a senso unico alternato, di tutti i treni rimasti fino ad allora bloccati.
 

 

Tutti i treni hanno quindi potuto riprendere la loro corsa verso la destinazione finale o retrocedendo, come programmato, a Roma e Milano. Entro le 7 e' prevista la riattivazione anche del secondo binario della linea storica. Procede quindi la completa normalita' la circolazione dei treni lungo la dorsale Firenze – Roma.

Anche nel trasporto regionale la riattivazione della circolazione consentira' di accompagnare a destino i viaggiatori ancora in attesa nelle stazioni coinvolte, in particolare Firenze, Arezzo e Pontassieve.

A seguito della violenta ondata di maltempo che ha investito Firenze, la Sala di Protezione Civile della Citta' Metropolitana di Firenze, segnala numerosi allagamenti sulla viabilita', nei sottopassi e negli scantinati. Per il forte vento si sono verificate la caduta di alberi e la scoperchiatura di tetti.

"Le squadre di Protezione civile della Citta' Metropolitana – avverte il consigliere delegato Angelo Bassi – in collaborazione con i volontari stanno aiutando il ripristino della viabilita' in alcune zone della citta', rimuovendo piante e ramaglie cadute e liberando parti allagate. Stiamo intervenendo anche a sostegno dei passeggeri bloccati su alcuni treni, rispondendo a una richiesta di assistenza di Rete ferroviaria italiana".




FIRENZE: MORTO DETENUTO NEL CARCERE DI SOLLICCIANO

di A.B.
 
Firenze – Ieri si è verificato, presso il carcere fiorentino di Sollicciano, il decesso di un detenuto italiano di 55 anni che stava seguendo il trattamento per tossicodipendenti. La notizia è stata resa nota dal sindacato Osapp. Dal sindacato riferiscono che il detenuto assumeva metadone e che la sua morte potrebbe esse stata determinata dalla contemporanea assunzione di altre sostanze. Ma non è il primo caso di morte all’interno del carcere fiorentino bensì l’8 dall’inizio dell’anno e la percentuale di morti all’interno de carcere è considerata la più alta su territorio nazionale e non solo.
 
Dal Sindacato spiegano che “ il detenuto aveva assunto da non molto tempo la prevista quantità di metadone e il malore che lo ha colto è assai probabile che sia stato provocato dalla contemporanea assunzione di altre sostanze come purtroppo già accaduto nello stesso carcere, in particolare nella limitrofa sezione femminile”. Il segretario generale del sindacato spiega che la vicenda “non sembrerebbe aver destato particolari preoccupazioni nei vertici locali, regionali e nazionali dell'amministrazione penitenziaria” malgrado vi siano stati otto casi in sei mesi.
 
Secondo Maurizio Buzzegoli e Massimo Lensi, che sono rispettivamente il segretario e il presidente dell'associazione radicale "Andrea Tamburi", “è innegabile  che questa situazione costituisca un'emergenza alla quale il governo e il parlamento dovrebbero porre immediatamente rimedio per evitare di essere ulteriormente complici di questa strage di Stato” e hanno detto inoltre che se venisse confermata l'ipotesi di overdose, la circostanza assume connotati ancora più drammatici: com'è possibile che nel 2015 si possa ancora morire di overdose? Com'è possibile che questo avvenga proprio in carcere, quindi in custodia dello Stato?



FIRENZE,FRODE IN COMMERCIO: MODIFICAVANO LE SCADENZE DI PRODOTTI ALIMENTARI

Redazione
 
Firenze – A seguito di un’operazione denominata “giglio scuro 2”, condotta dai Nas di Firenze, e a seguito di controlli presso il Mercato Agroalimentare Mercafir di Firenze, sono stati sequestrati mille chilogrammi di prodotti ortofrutticoli che erano irregolarmente etichettati. I prodotti erano stati rinvenuti all’inverno di un deposito di una ditta di confezionamento ed erano verdure miste e minestrone.
 
Nel corso degli accertamenti svolti dai carabinieri è venuto alla luce che ai prodotti ortofrutticoli veniva applicata un’etichetta una data del confezionamento successiva a quella di preparazione, ingannando quindi il cliente. Il proprietario della ditta è stato denunciato per frode in commercio all’Autorità Giudiziaria. Un gesto che rappresenta un attentato alla salute pubblica e che potrebbe aver causato problemi alla salute di molti consumatore. Si indaga inoltre nella zona per accertare eventuali casi simili e per cercare di arginare i danni creati dal misfatto. I clienti ingannati non erano mai riusciti a capire la frode se non in seguito all'accertamento dei militari ed ora, si dichiarano sempre più disgustati dalla cattiveria umana.



FIRENZE, OMICIDIO EX MODELLA: ANALISI IN CORSO SUL LENZUOLO E OGGETTI TROVATI A CASA DEL MARITO

di Angelo Barraco
 
Firenze – Novità sull’omicidio dell’ex modella Irene Focardi. Emergono nuovi dettagli dal punto di vista investigativo; saranno posti ad esami genetici uno spazzolino, un lenzuolo e un bracciolo di divano. Il lenzuolo è stato rinvenuto a pochi metri dal corpo dell’ex modella, sopra il lenzuolo vi erano delle larve simili a quelle trovate sul cadavere. Gli esami verranno svolti anche sugli altri oggetti trovati nella casa dell’uomo. Il marito, Davide Di Martino, è in carcere con l’accusa di omicidio.  L’uomo si trovava agli arresti domiciliari e stava scontando una pena a tre anni e nove mesi per violenza. Tale condanna deriva proprio dalle denunce esposte da Irene nei confronti dell’uomo. Durante le perquisizioni effettuate all’interno dell’abitazione dell’uomo sono stati trovati dei sacchi neri uguali a quelli in cui era stato trovato il cadavere. Al momento del rinvenimento, il cadavere aveva addosso i vestiti ad eccezione delle scarpe e un piumino grigio che non sono stati ritrovati.  La donna è scomparsa il 3 febbraio scorso ed è stata rinvenuta cadavere vicino casa pochi giorni fa.  Il gip ha emesso l’ordinanza di arresto in carcere per gravi indizi di colpevolezza. Davide Di Martino, davanti al gip, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ci sono state anche novità importanti come un possibile collegamento della scomparsa della donna con quella che riguarda la scomparsa di un uomo che abitava vicino casa sua, Giancarlo Morelli, scomparso nel 2012, si ipotizza che la donna e l'uomo avessero una relazione. Un’altra novità riguarda una confessione stragiudiziale fatta dall’uomo nei giorni successivi la scomparsa, l’uomo ha detto alla vicina di casa che Irene era morta, che lui aveva cercato inutilmente di rianimarla e che tale circostanza era avvenuta pochi giorni prima. Il Gip ritiene tale avvenimento “una confessione stragiudiziale”. E’ riportato agli atti anche un altro episodio che risale al 2014, la circostanza riguarda l’esternazione di un pensiero su Irene che Davide Di Martino ha rivolto ad un compagno di cella, Di Martino ha riferito al compagno di cella che “l'avrebbe voluta ammazzare per averlo mandato in carcere”.